Black Blood

In fase di scrittura

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    Quanto più il velo calerà, tanto più Tomistronzo si rivelerà stronzo, quindi preparati a fuoco e fiamme!
    Grazie per aver letto! :)
     
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    Capitolo 6




    Note dell'autrice: Qualcuno potrà avere l'impressione di leggere qualcosa di già 'sentito'. Ebbene sì, per la serie "L'arte del riciclo" da questo capitolo in poi utilizzerò alcune parti scritte da me per un'altra fic a più mani, che avevamo iniziato a postare su un altro forum,ma che poi è stata cancellata.


    Il gruppo era rimasto a lungo sulla spiaggia, ma dopo quella lugubre messa in scena sembravano semplicemente sette ragazzi attorno al fuoco, che ridevano e scherzavano. Il ragazzo incontrato nel pomeriggio era rientrato in casa con uno degli amici per poi uscire nuovamente con una chitarra classica e alcune lattine di birra.
    “ Prevedibili…” Si era lasciato sfuggire Bill, continuando ad osservarli. Non avrebbe mai ammesso a se stesso che si sarebbe unito volentieri a loro, anche perché sembrava che il tipo ci sapesse fare con la chitarra. Le note di 'A horse with no name' degli America giungevano ovattate ed era lui insieme ad una delle ragazze a cantarla. Di certo Andy avrebbe saputo come rovinarla, perciò era un dono divino che si limitasse solo ad ascoltare.
    “ Beh, non sono poi così male…” Disse Sweetie dandogli una leggera gomitata al fianco, “ e quello che suona mi sembra che sappia il fatto suo.” Aggiunse, battendo il tempo con la mano sulla coscia.
    “ Forse hanno fatto un rito propiziatorio alla dea della musica, perché ti giuro che ciò che suonavano oggi era di tutt’ altro genere! Un metal rock grossolano e molto rumoroso! Un insulto per le orecchie!” Esclamò Bill sulla difensiva.
    “ Ti credo, ti credo, sto solo cercando di capire come uno che fa rock duro, possa anche solo conoscere una canzone degli America di oltre quarant’anni fa.”
    “ Se è per questo, anche io scrivo libri fantasy, ma adoro Shakespeare.” Rispose lo scrittore, restituendogli la gomitata.
    “ Ok, l’abito non fa il monaco, però il mistero si infittisce comunque: perché uno che suona la chitarra in maniera sublime come quel tipo là, dovrebbe fare metal e inscenare sacrifici umani?” Chiese lo chef, grattandosi la fronte e assumendo una espressione alquanto buffa.
    “ Magari non ne può fare a meno, e poi ci sono chitarristi di tutto rispetto che fanno musica del genere.” Azzardò il biondo.
    “ Mmh… io non potrei mai cucinare qualcosa che non sia nelle mie corde, come tu non scriveresti mai nulla di cui non fossi profondamente convinto.” Affermò Sweetie risoluto.
    La musica cessò un instante per poi riprendere con 'Dream On' degli Aerosmith. Bill avvertì un brivido percorrergli la schiena. Era una delle sue canzoni preferite e quel ragazzo la stava cantando divinamente, togliendogli così il dubbio che fosse solo un rockettaro da strapazzo.
    “ Genio sprecato…” Sussurrò all’amico che ascoltava a bocca aperta.
    “ Decisamente…” Concordò Sweetie, “ uno che suona e canta così, deve avere per forza grandi qualità e io se fossi in te approfondirei la conoscenza, sono quasi certo che ti potrebbe piacere.” Aggiunse ammiccante.
    “ In effetti è un bel tipo, ma è scorbutico come una vecchia zitella acida.” Ammise Bill sorridendo.
    “ Sei sempre il solito esagerato! Magari l’hai beccato in un momento no! E’ probabile che sia il ragazzo più dolce della terra!”
    “ Come no! Se fosse poi anche gay sarebbe il top, non credi?” Scherzò lo scrittore.
    “ Lo scopriremo presto. Domani sera c’è una festa allo Skyline e io e te ci andremo. Sono convinto che li troveremo tutti là, ” affermò sventolandogli sotto il naso un paio di volantini pubblicitari del locale, usciti all’ improvviso da una delle sue tasche,“ basterà solo informarli.” Concluse alzandosi.
    “ E adesso dove vai?” Chiese Bill incuriosito. Sweetie era un adorabile ficcanaso ed era certo che stesse già mentalmente ordendo la sua trama.
    “ A mettere questi nella loro cassetta delle lettere, o magari potrei infilarli sotto la loro porta di ingresso, che ne dici?”

    °°°



    Quando arrivarono allo Skyline, la sera successiva, Bill era molto nervoso. Non metteva piede da secoli in un locale del genere e si sentiva un pesce fuor d’acqua. Forse non era stata una buona idea assecondare Sweetie e accettare di accompagnarlo. Non conosceva nessuno e nutriva più di un dubbio sul fatto che i suoi vicini decidessero di partecipare alla festa. Non si erano fatti vedere né sentire per tutto il giorno, lasciandolo finalmente libero di scrivere in pace e soprattutto in silenzio, ma non aver alcuna notizia di loro lo metteva a disagio. Si era reso conto di essere una contraddizione vivente, ma non poteva fare a meno di pensare alle spalle larghe del chitarrista scorbutico, soprattutto dopo averlo sognato la notte prima nelle vesti di un possibile nuovo personaggio della sua ultima e ancora acerba fatica letteraria. Gli succedeva spesso, quando era in fase creativa, di continuare la storia anche mentre dormiva e di svegliarsi al mattino con una trama confusa in mente che nel corso della giornata trovava poi la giusta collocazione. E così era successo anche quella notte: Spalle larghe, - che stupido, non conosceva neppure il suo nome -, era diventato Theon, un affascinante ed oscuro principe delle tenebre proveniente dal Pianeta delle due Lune.
    “ Sweetie chiama Bill, rispondi Bill!” Esclamò lo chef, sventolandogli la mano davanti al volto.
    “ Cosa c’è?...” Chiese lo scrittore imbambolato. Era così perso nei suoi pensieri che nemmeno si era accorto di esser arrivato al tavolo prenotato per loro, praticamente trascinato dall’amico che si era fatto largo tra la folla.
    “ Sei lontano anni luce da qui, che succede?”
    “ Niente, ho scritto tutto il pomeriggio e sono solo un po’ stanco.”
    “ Stasera ci dobbiamo divertire Chéri, non sono accettate scuse!” lo rimproverò Alex, improvvisamente serio.
    “ Non è una scusa e ti prometto che farò di tutto per non addormentarmi sulla sedia!” Rispose, scoppiando a ridere. Il suo amico assumeva un’ espressione alquanto buffa e tenera quando voleva fare il duro, senza tra l’altro riuscirci. Sweetie era una delle persone più dolci che conosceva e c’era stato un tempo in cui avrebbe pagato oro pur di potersi innamorare di lui. Sebbene di una decina d’anni più grande, si erano intesi da subito ed erano diventati grandi amici e confidenti, ma la cosa si era fermata lì. Ricordò l’ unico bacio che si erano scambiati cinque anni prima che aveva posto immediatamente la parola fine ad una storia che quindi non avrebbe mai visto la luce.
    “ Andiamo a ballare allora! Questa disco revival mi fa impazzire!” Esclamò l’uomo balzando in piedi ed iniziando muoversi sulle note di ‘I feel love’ di Donna Summer. Bill gli sorrise ma rimase seduto, non era certo sua intenzione accettare l’invito! Era rigido come un palo ed erano almeno un paio di anni che non frequentava una discoteca!
    “ Su, non fare il prezioso! Lo so che un pezzo di legno è più aggraziato di te, ma fai contento il tuo amico una volta tanto!” Lo pregò, prendendolo per mano.
    “ Ci fregheranno il tavolo…” Piagnucolò Bill alzandosi di malavoglia per seguirlo.
    “ Chéri sei una palla al piede! Lo vuoi conquistare o no il tuo chitarrista?” Esclamò Sweetie, trascinandolo in pista.
    “ Che c’entra lui ora?” Chiese stranito.
    “ C’è che se lui ora è qui, non potrà far a meno di notarti! Sei uno schianto stasera!” Commentò l’amico ammirandolo da capo e piedi. Coi quei jeans neri aderenti, il gilet in tinta che lasciava scoperti i suoi bicipiti appena scolpiti e una cascata di capelli biondo dorato che arrivava a metà schiena, aveva suscitato l’interesse di più di una persona al suo passaggio.
    “ Ma se non so nemmeno quale sia il suo nome e se sia gay o meno! Non ti sembra di correre un po’ troppo?” Sbottò piccato Bill.
    “ Carpe diem Chéri, è una vita che te lo dico! Sei antiquato come l’Arca di Noè, sembri mio nonno!” Rise l’amico,prendendolo in giro, “ sei un gran figo, lasciatelo dire, e dovresti solo lasciarti andare! Da quanto tempo non hai una relazione?!” Continuò, rimbeccandolo.
    “ Non dovevamo ballare?” Sviò il discorso Bill contrariato, suscitando l’ilarità dello chef. Se doveva essere una serata all’ insegna del divertimento, non era certo il caso di parlare della sua drammatica situazione sentimentale! Non aveva una relazione stabile da anni, ma a dire il vero non si era mai preoccupato troppo di averne una. Semplicemente era in attesa della persona giusta, ammesso che la sua inesistente vita sociale gli potesse concedere il lusso di trovare l’anima gemella al supermercato o in libreria.
    O frequentando occasionalmente una discoteca.

    °°°



    Revon aveva faticato non poco per convincere i ragazzi a partecipare alla festa. Ok, dovevano lavorare al loro progetto e c’era ancora molto lavoro da fare, ma non sarebbe caduto il mondo se per una volta fossero usciti a divertirsi un po’.
    La festa prometteva bene, lo Skyline era uno dei locali più in voga del momento ed era stato davvero un caso fortunato trovare quel volantino nella cassetta delle lettere! Non c’era mai stata, - di solito lei bazzicava i locali in città -, e poteva essere quindi un’ opportunità per conoscere qualche persona interessante così da potersi magari levare dalla testa Tom una volta per tutte.
    Più facile a dire che a farsi, considerato che appena entrati lui si era diretto verso il bar della spiaggia seriamente intenzionato a prendere una sbronza colossale e lei si era ritrovata suo malgrado a tenergli compagnia, mentre il resto del gruppo si divertiva in pista. Non ricordava il momento in cui il barista le aveva offerto quel cocktail decisamente troppo alcolico per i suoi standard, né quando Tom si era allontanato, evidentemente ubriaco, forse risentito dal fatto di non esser più il centro dell’ attenzione della sua improvvisata crocerossina.
    Non appena accortasi della sua scomparsa, l’aveva confusamente cercato tra la folla, mentre avanzava barcollando coi tacchi che sprofondavano sulla sabbia. Dubitava che avesse raggiunto gli altri, -lui odiava ballare-, quindi non rimaneva altro da fare che perlustrare quella parte di spiaggia che arrivava al mare. Si era tolta i sandali per camminare più agevolmente ed aveva iniziato la sua ricerca mentre la sua testa vorticava in uno sfrenato giro di valzer.
    L’aveva trovato sulla battigia, mentre a piedi nudi calciava le onde fredde dell’ oceano. Barcollava ad ogni movimento e sembrava avercela con il mondo intero.
    Si avvicinò cauta, non voleva farlo arrabbiare e peggiorare quindi una situazione già precaria di per sé.
    “ Tom, perché te ne sei andato?...” Chiese piano, posandogli una mano sulla spalla.
    Il ragazzo si girò e con lo sguardo annebbiato dall’alcool, la fissò per alcuni istanti prima di parlare.
    “ Revon, dammi tregua! Io vado dove cazzo mi pare e non devo rendere conto a te!” Blaterò, allontanandola in modo maldestro.
    “ Tom sei ubriaco, calmati…”
    “ NON SONO UBRIACO E TU PIANTALA DI ROMPERMI LE PALLE!” Le gridò, spingendola e facendola cadere in acqua.
    “ Ehi ragazzo, qualunque sia il tuo problema è da idioti prendersela con una donna, non credi?” Un tipo dall’ aspetto minaccioso lo aveva preso per le spalle deciso a difendere l’onore di Revon a tutti i costi.
    “ Lasciami e fatti i cazzi tuoi!” Aveva esclamato Tom cercando di liberarsi dalla stretta.
    “ Solo gli stronzi picchiano le donne!”
    “ Io non l’ho picch-“
    Il pugno che arrivò sul suo volto gli fece vedere le stelle e mentre il sapore del sangue gli riempiva la bocca, aveva barcollato per qualche istante prima di cadere e farsi travolgere dalle onde.

    Bill e Alex poco distanti vennero attirati dalle grida di una ragazza e immediatamente accorsero sul posto. Due uomini di stavano picchiando, ma uno dei due sembrava già aver avuto la meglio sull’altro che stava in acqua molto poco reattivo. Lo chef, complice la sua stazza, lo sollevò di peso, separandolo dal malcapitato che stava sotto, che Bill prontamente trascinò all’asciutto sulla sabbia.
    Un grido si levò dalla folla di curiosi sopraggiunta a rivelare l’identità di quello che agli occhi di Bill non era che Spalle larghe, Revon forse ubriaca e sul punto di vomitare o svenire, gracchiò il nome di Tom prima di accasciarsi a terra. Qualcuno la soccorse, ma la concentrazione dei presenti era rivolta al ragazzo che non appena girato su di un lato aveva cominciato a sputare acqua salmastra, sangue e chissà che altro. Il suo volto era emaciato, aveva preso a tremare come una foglia e quando qualcuno gli aveva offerto la propria giacca per coprirsi, lui per tutta risposta aveva scagliato questa lontano, prima di provare, senza successo, a rimettersi in piedi.
    Bill lo osservava interdetto. Quel Tom, era chiaramente ubriaco o drogato o peggio ancora tutti e due insieme e per niente simpatico. Aveva iniziato ad imprecare mentre provava a rialzarsi, cacciando chiunque lo volesse aiutare e a chiamare la ragazza maledicendola più volte, poi all’improvviso si era zittito, rivoltando gli occhi all’ insù per un istante, prima di ricadere sulla sabbia privo di conoscenza e suscitando qualche risatina tra i presenti.

    Edited by *billaly* - 19/2/2014, 19:20
     
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    Uhm...inizio a pensare che qualcosa turba seriamente Tom.
    Insomma è scorbutico, si ubriaca, cerca rissa facilmente...che dipenda dal loro "progetto"? oppure è qualcosa di più profondo?
    O anche mi sto sbagliando di brutto ma questa è una mia impressione del momento.
    E questo progetto? Stanno cercando di trasformare in musical i libri di Bill? XD
    Non saprei proprio..
    E spero che Tom si riprenda completamente ma che, al di la del caratterino di merda, sia un minimo riconoscente a Bill e chissà...da cosa nasce cosa :D
    A presto :)
     
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    che dipenda dal loro "progetto"? oppure è qualcosa di più profondo?

    Quien sabe?
    Tra un po' l'arcano verrà svelato... ;)

    Grazie come sempre per aver la forza e la voglia di leggere! :wub:
     
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    Di forza non me ne serve, ne ho una voglia matta ogni volta!!:)
    Mi spiace solo che ci sia questa sorta di coma di lettrici (e anche scrittrici) al momento...
     
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    Capitolo 7




    Per Sweetie era stato un gioco da ragazzi convincere gli agenti, evidentemente chiamati da uno dei curiosi, considerato che erano suoi amici e assidui frequentatori del suo ristorante. Non era stato poi così difficile far loro credere che Tom era inciampato e caduto su un sasso, -d’altronde poteva succedere di bere un bicchiere di troppo ad una festa, soprattutto se era qualcun altro a guidare, - mentre l’altro era stato invitato molto poco cortesemente ad allontanarsi alla svelta da Andy e dai suoi due amici. Una ragazza era accorsa a soccorrere Spalle larghe, alias Tom, che nel frattempo era rinvenuto e biascicava frasi sconnesse, mentre un’altra cercava di consolare Revon che si era lasciata andare ad un pianto disperato.
    Bel quadretto… aveva pensato Bill osservando la scena con doveroso distacco e le sue scarpe nuove bagnate con malcelato disappunto. Se questa era la banda dei rumorosi e bizzarri vicini al completo, doveva ammettere che avevano molto poco di misterioso. Tutto sommato erano piuttosto comuni e privi di fascino diabolico visti da vicino… eccetto Tom che anche da bagnato, ubriaco e con un labbro spaccato era uno degli esseri umani più belli che avesse mai avuto la fortuna di vedere.
    I poliziotti se n’ erano andati subito, senza nemmeno chiedere i documenti e ottenendo da Sweetie un invito a cena per la sera successiva.
    “ Immagino di dovervi ringraziare a nome di Tom e di tutti noi…” Una bionda procace si era avvicinata, tendendo loro la mano, “ piacere, sono Mia Kaulitz, la sorella di Tom, quell’ idiota ubriaco là per terra.” Disse, sorridendo ai due.
    “ Credo che sarebbe meglio che qualcuno lo portasse in ospedale, quel labbro ha sicuramente bisogno di un paio di punti di sutura…” Si limitò a consigliare Alex, stringendole la mano.
    “ Non credo si lascerà convincere, Tom odia i dottori…” Disse la ragazza facendo spallucce.
    “ Gli rimarrà la cicatrice e sarebbe un peccato!” Esclamò Bill preoccupato.
    “ Penso sia l’ultimo dei pensieri di mio fratello, comunque grazie per la premura, vedrò che posso fare.” Rispose congedandosi e ritornando dai suoi amici che sollevarono il ragazzo da terra per poi trascinarlo verso l’ uscita del locale.
    Bill rimase a guardare il gruppo che lentamente si allontanava, con la sensazione di aver già visto quella ragazza. La ricordava mora, però il viso era familiare… Mia Kaulitz… mmh…
    La lampadina finalmente si accese e strattonando l’amico per un braccio lo pregò di ricondurlo a casa. Ormai la serata era inevitabilmente rovinata e lui doveva assolutamente andare sul blog a controllare una cosa. Se la memoria non lo ingannava Mia era una delle utenti, una fan sfegatata della sua saga e molto probabilmente nemmeno l’unica nel gruppo. Anche Andy ad osservarlo bene non era una faccia sconosciuta…
    Scoppiò a ridere guadagnandosi un’ occhiataccia da Sweetie già arrabbiato per la triste piega che aveva preso la serata.
    “ E ora che c’è? Ti sei raccontato una barzelletta?” Chiese, aprendo la portiera della sua auto.
    “ Sono certo che Mia ed Andy siano fan di ‘Red Blood’.”
    “ E allora?” Ci sono almeno dieci milioni di persone nel mondo che lo sono.”
    “ Sì, ma questo spiegherebbe il ballo, la piscina piena di colorante rosso-“
    “ E quanto siano fusi i tuoi lettori!” Lo interruppe l’amico. “Ma chi sarebbe così folle da riprodurre le scene dei tuoi libri così, solo per il gusto di interpretare i tuoi personaggi?” Domandò lo chef, mettendo in moto.
    “ Questo in effetti è un po’ da fuori di testa…” Convenne Bill, facendo una smorfia.
    “ Appunto. Ci dev’essere allora un’altra spiegazione. Sicuramente meno fantasiosa della tua.” Concluse Sweetie.
    “ E noi la troveremo, vero?” Disse Bill in tono solenne.
    “ Certo Watson!” Rispose Alex, battendo la mano sul volante.
    “Guarda che sei tu Watson!”
    “ Guarda che te la fai a piedi eh?”
    “ Ok, Sherlock…”

    °°°



    “Lo sapevo, guarda!” Esclamò Bill agitandosi sulla sedia davanti al PC. “ Mia Ivy K. È lei, e questa foto risale all’ ultimo raduno di cosplay di Culver City.” Spiegò all’ amico, osservando l’immagine che la ritraeva vestita come Ivy, “ e questo ha tutta l’aria di essere Andy, travestito da Drell.” Aggiunse indicando la persona accanto a lei nella fotografia.
    “ Praticamente uguale alla realtà…” Ironizzò Sweetie, facendo riferimento ai capelli neri, il trucco pesante e all’abbigliamento in stile gotico che abitualmente indossava.
    Bill entrò nel profilo di Mia alla ricerca di qualche altro indizio, rilesse i post più datati e alla fine trovò quel che cercava.
    Una sola frase, scritta qualche settimana prima, sotto all’immagine della luna che si rifletteva sull’ acqua: Se il mio progetto andrà in porto, dovrò solo ringraziare il mio amore sconfinato per Red Blood.
    Probabilmente all’epoca il post era passato inosservato ai suoi occhi o non aveva ritenuto opportuno commentare oltre, ma ora era tempo di rimediare:
    Come sta procedendo il progetto?
    “Pensi che ti risponderà, dopo tutto questo tempo?” Chiese Sweetie incuriosito.
    “ I commenti sono sempre attivi, inoltre c’è un programma di notifica che ti avvisa ogni qualvolta qualcuno risponde ad un tuo post. Sono certo che quando visualizzerà il mittente, leggerà immediatamente il messaggio.”
    “ Sembri molto sicuro di te stesso.” Convenne lo chef.
    “ B.T. Truman non commenta quasi mai i post degli utenti, sono reperibile solo in chat ad orari e periodi prestabiliti e per messaggio privato.”
    “ Non ci resta che aspettare quindi e sperare che la signorina Kaulitz sia prolissa oltre che procace…” Commentò Sweetie con un sorriso.
    “ Già, e almeno ora sappiamo che non sono alieni assetati di sangue.”

    °°°



    Il mattino successivo, nonostante le poche ore di sonno, Bill si era alzato presto e concesso una lauta colazione prima di iniziare la sua giornata. Doveva controllare il blog e vedere se c’erano nuovi messaggi. Era certo che Mia avrebbe risposto, rimaneva da stabilire se la sua curiosità sarebbe stata soddisfatta o meno. Si accese una sigaretta e con la tazza del caffè ancora da terminare, andò in veranda e si mise sul dondolo. Era una bellissima giornata,- in quel periodo dell’anno raramente le nubi oscuravano il cielo -, e una leggera brezza increspava appena l’oceano. I gabbiani volavano lambendo le acque e i turisti più mattinieri stavano già sopraggiungendo in quello che era il primo fine settimana estivo in assoluto.
    Lo scrittore aspirò una lunga boccata di fumo che poi espirò lentamente, osservando la brace che ardeva vivace a consumare in fretta la sigaretta. Dalla casa dei vicini non arrivava nessun rumore, probabilmente erano ancora tutti a dormire e a smaltire la sbornia della sera precedente. Con la mente ritornò al momento in cui aveva trascinato Tom fuori dall’acqua. Di certo in quel frangente non aveva pensato altro che a metterlo all’asciutto, ma ora ripensandoci… Lo aveva preso saldamente sotto le ascelle e trascinato per qualche metro adagiandolo sulla sabbia e indugiato sui suoi pettorali coperti da una leggera t-shirt inzuppata. Non ricordava di aver mai provato prima di allora un brivido così intenso al solo pensare a qualcuno.
    Non lo conosceva, se non per quel breve scambio di battute, nemmeno tanto simpatiche, del giorno precedente e da quel poco che aveva potuto dedurre non sembrava proprio un tipo affabile e accomodante.
    Un’ emerita testa di cazzo, avrebbe detto Sweetie, se avesse avuto modo di scambiarci qualche parola.
    Spense la sigaretta e finì il suo caffè, rimanendo qualche istante ad osservare rapito l’orizzonte. Doveva rientrare e provare a scrivere qualcosa, ma all’improvviso tutta la fretta di rimettersi davanti al suo portatile sembrava esser svanita.
    Fu allora che vide Tom uscire di casa e dirigersi verso la spiaggia. Indossava solo i boxer da bagno, teneva un asciugamani posato con noncuranza su una spalla e un libro in mano. Grandi cuffie attorno al collo, il cui jack terminava il suo percorso nella tasca posteriore del costume. Avanzava a passo lento, con lo sguardo puntato verso il basso come stesse cercando qualcosa nella sabbia, ma forse era solo un modo per riparare gli occhi dal riverbero del sole.
    Si fermò a pochi passi dalla riva e stese accuratamente il telo a terra prima di coricarvisi sopra in posizione supina, mettere le cuffie sulle orecchie e posare l’ipod sul libro.
    Bill rimase a guardarlo per qualche istante e poi prese una fulminea decisione: le sue fantasie dovevano limitarsi ai suoi scritti, aveva davanti a lui uno splendore in carne ed ossa, perche quindi continuare solo a sognare?
    Indossò velocemente i boxer da bagno e armato di occhiali da sole, ipod e asciugamani lo raggiunse sulla spiaggia. Avrebbe potuto chiedergli come si sentiva per attaccar bottone. Nessun accenno a quegli strani accadimenti, né alla loro musica- spazzatura. Non voleva certo iniziare con un litigio!
    “ Ciao…” Esordì, senza però ottenere risposta.
    “ Ciao Tom!” Ripetè, alzando la voce. Il ragazzo rimase immobile, la musica che giungeva alle sue orecchie era probabilmente così alta da coprire la sua voce.
    “ Ehi! Ti ho salutato!” Esclamò innervosito, parandosi davanti a lui.
    “ Che vuoi?! Togliti che mi fai ombra.” Disse allora quell’altro in tono scocciato, togliendo le cuffie dalle orecchie. Aveva una piccola medicazione sul labbro e un vistoso ematoma sulla guancia sinistra e molto probabilmente non era dell’umore giusto per intavolare una conversazione.
    “ Volevo solo sapere come ti sentivi…” Borbottò Bill, risentito dai suoi modi bruschi.
    “ Sono vivo come vedi, a quanto pare ho la pelle più dura del previsto. Se sei venuto per esser ringraziato… beh, grazie. A te e al tuo amichetto.” Rispose riposizionando le cuffie e disinteressandosi nuovamente a lui.
    “ Non è il mio amichetto e tu sei uno stronzo galattico!” Brontolò di rimando, non sentito.
    Girò i tacchi e ritornò verso casa. Se quel Tom gli aveva ispirato il personaggio di Theon, il principe malvagio del Pianeta delle due lune, sarebbe stata sua cura farlo perire tra le più atroci sofferenze.
     
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    Hoooolaaaaaa :D
    Anche se il capitolo è un po' cortino e mi sembra anche un po' di passaggio l'ultima frase mi ha fatto morire dal ridere XD
    Me lo immagino Bill mentre scrive la morte di Theon immaginandosi Tom con tipo un ghigno sul volto e tutte le fiammelle attorno..ahahahah
    Comunque mi è piaciuto anche questo capitolo e sono troppo curiosa della risposta di Mia se mai arriverà..
    a presto ;)
     
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    Io non amo scrivere capitoli lunghi, ma preferisco postare più frequentemente. :)
    Grazie aver letto!
     
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    Beh non sempre scrivere capitoli lunghi equivale a postare meno.. dipende da quanto una persona è veloce a parer mio.
    Per esempio io raramente riesco a scrivere capitoli corti ma il più delle volte ci metto una vita per vari motivi XD
     
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    Se io scrivessi capitoli lunghi davvero ci metterei secoli a scrivere una fic. Invece così facendo riesco a concludere prima. Sarà una fissazione, però è così! :D
     
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  11. !Moody
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    Boh...secondo me è soggettivo...sia per i capitoli sia per il modo di postare..io mi rendo conto che sono veloce a scrivere il più delle volte però per degli impegni e/o imprevisti se non sono già pronti i capitoli non posto presto...
    Però l'importante è postare e non scrivere boiate XD
     
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    Capitolo 8




    Mia Kaulitz, aveva assistito alla scena tra Bill e il fratello mentre sorseggiava una tazza di caffè in veranda. Sapeva perfettamente quanto Tom non risultasse essere Mister Simpatia soprattutto da quando, e ormai era trascorso un anno, il loro padre era morto. Sebbene fossero preparati alla sua perdita, vederlo deperire giorno dopo giorno, fino a spegnersi come una candela troppo consumata era stato uno shock. Tom era stato spesso in conflitto con lui per il suo modi di essere e di vivere, ma non si era mai perdonato il fatto di non averlo comunque potuto aiutare, di non avergli dato neppure un briciolo di speranza di poter guarire dal terribile linfoma che lo aveva colpito. Sebbene i primi esami avessero dato esito positivo, alla fine nessuno dei due figli erano risultati compatibili per una donazione di midollo osseo. E purtroppo nessun altro nel database della banca degli organi. Donald Kaulitz era deceduto quattro mesi dopo e Tom non si era mai veramente ripreso da quel giorno, sebbene i suoi cari avessero tentato di tutto.
    Sospirò mentre rientrava in casa e posava la tazza vuota nel lavello. Quel Bill, doveva ammetterlo, le era sembrato un caro ragazzo, -quel che ci sarebbe voluto per il suo scontroso fratellino- aggiunse, abbozzando un sorriso, ma visto i presupposti dubitava fortemente che tra i due potesse nascere qualcosa di diverso che un perpetuo scontro verbale e un odio malcelato. Era addirittura arrivata a pensare, rigettando però subito l'idea, che Tom avesse istigato quel tipo a dargliele di santa ragione, incoraggiato da un tasso alcolico da far impallidire il bevitore più incallito e un senso di colpa che stentava ad andarsene e che il salvataggio da parte di quel ragazzo e del suo amico avesse mandato in fumo il suo piano di autopunirsi. Ma no, non poteva essere, Tom era incazzato con il mondo, ma non era stupido fino a quel punto!
    Salì in camera e facendo attenzione a non svegliare Revon che dormiva con lei nella stanza, indossò il costume e un miniabito dai colori vivaci. Doveva parlare con Bill e scusarsi con lui per tutto, visto che suo fratello non era del parere di sistemare le cose.

    “Ehi, sono Mia… ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti ieri sera…” Esordì la ragazza, fermandosi sui gradini della veranda di Bill che, assorto nei suoi pensieri, era seduto sul dondolo.
    “ Sì mi ricordo… Hai bisogno di qualcosa?” Chiese piuttosto nervoso.
    “ Se sei arrabbiato hai ragione, siamo dei pessimi vicini e Tom non è certo il principe delle buone maniere, quindi vorrei scusarmi con te e dirti che mi dispiace, per qualunque cosa ti possa aver dato fastidio.”
    “ Tuo fratello è l’essere più indisponente che esiste sulla faccia della terra se proprio vuoi saperlo e questo quartiere, da quando ci siete voi, ha cancellato la parola tranquillità dalle sue giornate! “ Sbottò, balzando in piedi, “ non so che cazzo stiate combinando, ma credimi, la mia pazienza ha un limite!”Continuò ormai fuori controllo. Mia indietreggiò impaurita da tale reazione, ma decisa a non darsi per vinta. Bill aveva tutte le ragioni per esser incavolato con loro e meritava una spiegazione, considerato che quel che aveva sentito e soprattutto visto non era propriamente qualcosa di normale.
    “ Stiamo girando un film…” Cercò di spiegare la ragazza, con una punta di imbarazzo.
    “ Un che?!...”
    “ Un cortometraggio… Io e Kate studiamo Cinema, Teatro e Televisione all’ UCLA.”
    Bill aprì la bocca per replicare, ma la richiuse prima di proferire parola. Questo spiegava tutto o quasi.
    “ Il mese prossimo ci sarà un concorso e i vincitori avranno la possibilità di fare uno stage di due settimane sul set di un film diretto da un regista famoso. Io e Kate pensiamo di potercela fare, l’idea che abbiamo avuto ci sembra più che valida…” Continuò entusiasta.
    “Anche io ho studiato all’ UCLA, mi sono laureato da poco in Lettere e Filosofia.” Buttò lì Bill, ammorbidito.
    “ Non ti ho mai visto al campus…” Disse Mia incuriosita dall’affermazione.
    “ Diciamo che non ero uno studente assiduo, frequentavo raramente i corsi e ci ho messo un’eternità a finire gli studi!” Si difese subito lui.
    “ Capisco. Io conto di potermi laureare l’anno prossimo. Non vedo l’ora di poter fare qualcosa di concreto! Spero che il contest ci porti fortuna! So di essere brava e di avere i numeri per poter riuscire nel mio intento, ma il mondo del cinema non apre le porte a chiunque!”
    “ Beh, non bisogna mai mollare comunque. A volte la fortuna bussa alla nostra porta quando meno ce l’aspettiamo…” Rispose Bill, accendendo un’ altra sigaretta e offrendone una anche alla ragazza.
    “ Tom non è cattivo...” Disse Mia, aspirando una boccata di fumo e cambiando repentinamente discorso, “è scostante e scorbutico, ma io posso giurarti che è un’ottima persona.”
    “ Mia non devi mica convincermi. Quel che è o fa tuo fratello non mi riguarda.” Mentì lui, eccome se gli importava! Ma piuttosto che ammetterlo si sarebbe tagliato le mani!”
    “ Sono dispiaciuta che ti abbia trattato male, ma sta attraversando un brutto periodo e-“
    “ Non devi scusarlo e io sono abbastanza corazzato da poter sopportare,mi duole dirtelo, un cafone.” Affermò Bill, nuovamente sulla difensiva. Tom si era alzato e si stava dirigendo verso di loro.
    “ Lo so e per quanto io gli dica che rendersi odioso agli occhi del prossimo non serve a nulla, sembra che sia la sua missione in terra.”
    “ Sta arrivando tuo fratello…” Mia si voltò e sorrise a Tom facendogli cenno di unirsi a loro con la mano. Il ragazzo tentennò, ma poi salì i pochi gradini e li raggiunse in veranda. Rimase in silenzio e Bill era certo che lo stesse scrutando attraverso le lenti scure dei suoi occhiali. Sentiva il suo sguardo sulla pelle.
    “ Stavo facendo due chiacchiere con Bill. Gli ho parlato del cortometraggio che stiamo girando, era il minimo che potessi fare dopo che lo abbiamo costretto a sorbirsi tutto quel casino!” Lo informò Mia avvicinandosi a lui.
    “ Bene, allora visto che ora sai tutto, magari non chiamerai più gli sbirri.” Esordì ironico Tom, appoggiandosi alla ringhiera in legno della veranda ed incrociando le braccia al petto.
    “ Magari se suonerete senza amplificazione, può darsi…” Rispose lo scrittore in tono di sfida, “ e visto che è un video potreste anche inserire l’audio in un secondo tempo, magari lontano da qui.” Concluse, sorridendo.
    “ Ehi ragazzi, stop!” Li fermò Mia, l’atmosfera tra i due era a dir poco elettrica. Proprio non si potevano soffrire!
    “ Perché non provi ad esser gentile per una volta tanto, Tom? Bill non ha nulla a che vedere coi tuoi problemi esistenziali e lui e il suo amico ieri sera ti hanno salvato il culo! Dio solo sa quante ne avresti prese da quel tipo se non ti fossero venuti in aiuto!!!” Sbottò la ragazza innervosita dal comportamento strafottente del fratello. Sebbene avesse ventiquattro anni, sembrava un bambino capriccioso e idiota!
    “ Io non ho problemi esistenziali e sai che ti dico? Vai a farti fottere tu e quel cesso che chiami film!” Gli gridò contro, per poi voltare le spalle ai due e andarsene, lasciandoli interdetti.
    “ Fuuu, che caratterino!” Sussurrò Bill temendo di esser udito.
    “ Già, un bel carattere di merda… metti nella lista delle cose di cui scusarsi anche questa scenetta patetica.” Rispose la ragazza, scuotendo il capo rassegnata e correndo dietro al fratello.
    Bill rimase in disparte ad osservarli mentre discutevano animatamente. Mia non si era risparmiata e l’aveva preso a male parole. Tom le aveva risposto inizialmente a tono, ma poi aveva desistito sconfitto. Si era lasciato condurre in casa facendosi tirare per un braccio, mentre lei continuava ad imprecare. Più che fratelli, sembravano madre e figlio. E quel bambino stavolta l’aveva fatta grossa.
    Andò nello studio e accese immediatamente il portatile.
    Sorrise soddisfatto: anche Theon necessitava di una punizione esemplare.

    °°°



    Erano trascorsi ormai molti giorni dalla scomparsa di Camden e sebbene consapevoli che quel dolore non si sarebbe mai sopito del tutto, per Hope, Drell e Xenia era tempo di agire. Chiunque fosse l’autore di quell’ efferato crimine doveva pagare con la vita. La madre del ragazzo aveva studiato attentamente la situazione ed era arrivata alla conclusione che solamente un abitante del Pianeta delle due Lune avrebbe potuto compiere un tale gesto crudele. Quella razza di vampiri alieni al loro confronto, poteva esser definita piuttosto primitiva, non essendo dotata di particolari poteri, se non l’immortalità. Si cibavano del sangue che succhiavano da alcune specie animali che vivevano sul pianeta e di una particolare radice coltivata artificialmente che si diceva contenesse una linfa in grado di placare la loro “fame” . Alcuni di loro erano però in grado di annientare il loro ipotetico nemico utilizzando un raggio di luce potentissimo che scaturiva dalle loro mani. In realtà ben poco era dato a sapere di tale potere, ma si pensava che provenisse dalle onde elettromagnetiche emanate dalla Luna gemella, nata dall’ impatto di due corpi celesti avvenuto molti secoli prima e del tutto simile alla Luna primaria che rischiarava le loro notti perenni. Gli abitanti di quel pianeta che avevano assistito all’ esplosione erano stati gli unici a subire gli effetti diretti di tali radiazioni e quindi i soli in grado di sviluppare un tale potere, anche se non in egual misura. Rimaneva da scoprire chi tra questi fosse quell’ essere malvagio che aveva sviluppato tale possibilità in maniera così devastante, ma che soprattutto aveva tratto giovamento dalla morte di Camden…
     
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    Capitolo 9



    Bill aveva scritto per molte ore, senza staccare lo sguardo dal monitor. Rimanere concentrato al massimo sulla trama che stava lentamente prendendo forma, lo aiutava a non pensare a quell’ arrogante presuntuoso. Non aveva pranzato, - e ciò non rappresentava una novità -, ma ora lo stomaco reclamava cibo. Si stropicciò gli occhi e poi chiuse il programma di video scrittura. Per il momento poteva bastare: era sabato sera e di certo non era sua intenzione trascorrere la serata in compagnia di un computer. Si affacciò alla finestra e diede un’occhiata oltre la recinzione, i suoi vicini di casa non si erano fatti sentire per tutto il giorno. Le luci erano spente e le auto non erano sul vialetto, che se ne fossero andati?
    Avvertì una fitta al cuore, sebbene il suo io razionale tentasse di prendere il sopravvento e quindi gioisse a tale eventualità. Avrebbe fatto volentieri a meno del frastuono e dell’ invadenza di Revon, ma inutile negare che gli sarebbe piaciuto approfondire la conoscenza con Tom, nonostante fosse l’essere più scorbutico della terra. Se se ne fosse andato, non lo avrebbe rivisto mai più, ne era certo! Gli tornò improvvisamente in mente che non aveva controllato il blog. Forse Mia aveva letto il suo post e gli aveva risposto!

    - Come sta procedendo il progetto?
    - Molto bene, grazie per l’interessamento B.T.! Sto girando un cortometraggio e parteciperò ad un contest universitario che offrirà ai vincitori uno stage di due settimane sul set di un film diretto da un regista famoso.


    Bill abbozzò un sorriso triste, era stato molto più facile del previsto! Mia Ivy K. e Mia Kaulitz erano inequivocabilmente la stessa persona, ma il film che stavano girando era chiaramente ispirato alla saga di Red Blood. Non poteva credere che fosse così ingenua da non aver pensato che riprodurre scene tratte dai suoi libri non fosse considerato plagio e che quindi avrebbe quantomeno dovuto chiedere il permesso alla casa editrice, se non a lui, prima di iniziare le riprese e pagarne i diritti a consenso avvenuto. Non che lui avesse timore che gli rubassero le idee, ma era certo che Aileen e l’editore non l’avrebbero pensata allo stesso modo.

    -Sono felice per te! Quale argomento tratterà il tuo cortometraggio?

    Se avesse risposto, magari avrebbe potuto parlare con lei e trovare una soluzione. Non era certo sua intenzione tarpare le ali ad alcuno, ma desiderava che non ci fossero controversie. Fissò per alcuni istanti la chat, prima di spegnere il PC, si sentiva strano, quasi dispiaciuto che il loro progetto potesse subire una battuta d’arresto se non la minaccia di non poter essere portato a termine a causa di questioni legali, ma al contempo sicuro di star agendo per il meglio. Mia gli sembrava una persona ragionevole e avrebbe di certo capito. D’ altronde anche lui non era esente da colpe,considerato che aveva ripreso a scrivere ispirato da loro. Avrebbero potuto fare una sorta di scambio equo: lui avrebbe acconsentito ad utilizzare i suoi personaggi per il cortometraggio e in cambio loro si sarebbero prestati per essere quelli del suo nuovo libro… Semplice no?
    Rise della sua stramba idea, consapevole che Aileen gli avrebbe dato del pazzo solo al pensiero di poter concretizzare una simile evenienza. Nessun scrittore famoso concedeva così facilmente i suoi scritti senza ottenere un cospicuo vantaggio, ma a lui non interessava il denaro, ne aveva già guadagnato così tanto da non aver idea di come spenderlo e non scriveva certo per questo!
    Sbuffò, la faccenda si presentava più intricata del previsto!
    Si tolse in fretta i vestiti ed entrò nella doccia, doveva prepararsi e andare da Sweetie, lui avrebbe saputo consigliarlo al meglio.

    Quando arrivò al ristorante dell’ amico, questo era già al completo e una piccola folla attendeva fuori all’ingresso. La certezza di trovarvi posto per cenare era svanita quando si era ricordato di non aver chiamato Alex per avvisarlo del suo arrivo. In genere un posticino per lui lo aveva sempre trovato, ma quella sera sembrava davvero impossibile. I turisti, complice la bellissima giornata di sole appena terminata, sembravano essersi messi d’accordo nel voler cenare a tutti i costi nel suo locale. Scavalcò di soppiatto la fila di gente in attesa e incurante dei commenti poco benevoli nei suoi confronti entrò nel locale gremito salutando Jeremy all’ ingresso ed incamminandosi deciso verso il bar. Stanley, uno dei barman, lo salutò sorridendo appena,mentre serviva due Bellini a due avventori grassocci e già visibilmente alticci.
    “ E’ il delirio stasera Bill…” Gli disse, mentre faceva volteggiare in aria la bottiglia di rum.
    “ Sweetie immagino che sia sull’ orlo della crisi di nervi, allora…”
    “ Ha già licenziato Jenny due volte.”
    “ Volevo cenare qui, ma penso che non sia il caso.”
    “ Non saprei, mai visto il ristorante così pieno… Scusa torno subito.” Si interruppe il ragazzo, prendendo così altre ordinazioni.
    Bill addentò una patatina e si guardò intorno. Il suo amico doveva essere felice per il successo del locale, ma decisamente non avrebbe voluto esser al posto di Jenny in cucina. Erano stato apparecchiati tavoli anche sulla spiaggia e dubitava fortemente che il servizio fosse impeccabile come al solito in serate come queste.
    “ Ciao Bill, anche tu qui?” La mano di Mia si era posata delicata sulla sua spalla per attirare l’attenzione.
    “ Già, ma credo che dovrò andarmene, stasera non c’è posto se non hai prenotato.”
    “ Ma noi abbiamo prenotato, stiamo aspettando quel tavolo che stanno apparecchiando ora!” Esclamò, indicando il resto del gruppo in attesa sulla veranda.
    “ Allora buona cena Mia, la cucina di Sweetie è insuperabile.” Gli augurò lo scrittore.
    “ Sweetie?... Il tuo amico?! Non sapevo fosse suo il locale! Ci è stato consigliato dalla signora Parker,la proprietaria dell’ immobiliare… ma se anche tu devi cenare, perché non ti unisci a noi? Un coperto in più non farà differenza!”
    “ Ma…” Era tentato di accettare al volo, cazzo se lo era! “ Non vorrei disturbare, poi non sono molto simpatico a tuo fratello…” Blaterò, invece di mordersi la lingua.
    “ Tom non è simpatico a nessuno se è per questo, e non accetto un no come risposta! Dopo tutto quello che ti abbiamo fatto sopportare e il minimo offrirti la cena!” Insistette la ragazza.
    “ Davvero io…”
    “ Devi solo dirmi di sì!” Incalzò, prendendolo per il braccio e trascinandolo verso il resto del gruppo.

    Mia gli aveva presentato i suoi amici che ancora non aveva avuto occasione di conoscere e intrattenuto tutti con la sua simpatia, solarità ed esuberanza durante la cena, al contrario del fratello. Bill ce l'aveva messa tutta, cercando di farselo piacere, ma era come un boccone troppo amaro da ingoiare. C'era qualcosa di indecifrabile in lui, un dilemma irrisolto, un eterno punto interrogativo che capeggiava sulla sua testa. Non aveva parlato molto ed evitato accuratamente di rispondere alle domande appena un po' più personali. Di fatto sapeva che erano orfani di padre e che vivevano insieme in un piccolo appartamento in città. La loro madre era ritornata a vivere in Canada, il loro paese d’origine, Mia studiava e faceva qualche lavoretto saltuario, mentre Tom aveva lasciato perdere l'università, lavorava come turnista suonando la chitarra in uno studio di registrazione locale e faceva rock duro per diletto con Andy, Josh e Julian, gli altri due ragazzi del gruppo, componendo la band dei Virginal Sacrifice. Mia era loquace, ma Tom si limitava a rispondere evasivamente e per di più a monosillabi, ma almeno non era stato scortese fino a quel momento e di questo Bill gliene era stato grato. Almeno avevano potuto consumare la loro cena senza litigare.
    " E tu Bill?" Chiese Mia, mentre sorseggiava una tazza di caffè.
    " Io?!..."
    " Sì tu. Finora ho parlato solo io, parlaci un po' di te!"
    " Non c'è molto da dire. Ho ventiquattro anni, abito solo in città e la casa qui al mare è dei miei genitori, mia madre è una pittrice e mio padre è proprietario di una galleria d’arte ... Mi sono appena laureato in lettere e filosofia, presto inizierò a lavorare per una casa editrice e mi diletto a scrivere." Li informò, sentendosi così bugiardo solo a metà.
    " Sei uno scrittore? Oh, io adoro leggere!!!" Cinguettò la ragazza.
    " A dir il vero tutti noi amiamo leggere…” Intervenne Revon, di poche parole per tutta la serata.
    “ E cosa scrivi? Io ed Andy amiamo alla follia la saga di Red Blood, la conosci?” Chiese ancora Mia molto interessata alla rivelazione.
    “ Beh sì, chi è che non ha letto i libri di B.T. Truman?” Rispose cercando di celare il proprio imbarazzo.
    “ Io.” Borbottò Tom. “ Credo che chi scrive questo genere di libri sia completamente fuori di testa.” Asserì serio.
    “ Si chiama fantasia Tom e non fare il sapientone tu, che leggi si e no la composizione chimica del bagnoschiuma come fosse unica fonte di sapere! Lo rimproverò la sorella, rifilandogli un calcio sotto il tavolo.
    " Perché cosa non va nelle mie letture?" Domandò piccato, massaggiandosi lo stinco colpito.
    " Tutto." rispose Mia, ridendo di gusto, "ma io ti amo lo stesso, anche se sei poco erudito, lo sai vero?" Aggiunse abbracciandolo.
    Anche Bill si aggiunse alla risata, Mia era irresistibile, se non fosse stato gay, avrebbe di certo voluto una ragazza così! Scacciò immediatamente quell' insano pensiero e guardò Tom. I suoi lineamenti si erano finalmente distesi e un abbozzo di sorriso era comparso agli angoli della sua bella bocca ancora un po’ ammaccata.
    " Credo che non ci si debba mai fossilizzare solo su un genere di lettura. Leggere molto e di tutto è sempre comunque un buon esercizio per la mente." Azzardò il biondo.
    " Per poi magari dovermi far internare perché penso di essere Drell il capo dei vampiri di San ak lavi alla ricerca dell’anima gemella e vado in giro a mordere chiunque mi capiti a tiro? No grazie, preferisco rimanere nell’ignoranza." Rispose ironico Tom.
    Ops ci risiamo... Pensò Mia, avvistando burrasca all'orizzonte.
    " Devo pensare che tu abbia letto la saga visto che sei così informato, allora perché fai tanto il difficile? Credo che non ci sia nulla di male ad ammettere di aver letto un bel libro, mica ti cadranno a terra gli attributi!" Esclamò divertito Bill.
    " Ti ci ha mai mandato nessuno a prenderlo in culo, bellezza?" Sbottò esageratamente risentito l’altro.
    " Mmh più di una volta, caro mio Tom, visto che è evidente che sono un finocchio..." Convenne, annuendo con la testa e facendo sfarfallare le ciglia in maniera alquanto equivoca, suscitando così l’ilarità dei presenti.
    " E ti è piaciuto molto immagino, soprattutto se il mandante è stato quel tipo che era con te ieri sera." Disse sprezzante.
    " Smettila Tom, stai diventando sgradevole sul serio!" Intervenne Mia rossa in volto, "E poi ti ricordo, nel caso te lo fossi dimenticato insieme alle buone maniere, che anche a te piacciono i ragazzi, idiota!!!”
    "Alex è solo un caro amico e poi è il gestore di questo rist-... Sei gay?!" Strillò Bill, suscitando la curiosità di tutti i vicini.
    " Grazie per la bella serata di merda, sorellina." Disse Tom alzandosi all' improvviso da tavola e lanciando verso di lei una manciata di monete. " Mi scuserete se non vi offro la cena, ma preferisco spendere i miei soldi in compagnia di gente migliore."
    Rimasti tutti senza parole, lo osservarono mentre si dirigeva verso l'uscita.
    " Scusalo Bill, sta attraversando un brutto periodo..." Cercò di giustificarlo ancora una volta Mia.
    " Lo spero, faccio fatica a pensare che con il carattere che si ritrova qualcuno non gli abbia ancora spaccato per davvero la faccia prima di ieri sera."
     
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  14. !Moody
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    Eccomi!!
    Scusa il ritardo ma è stata una settimana di FUOCO!
    COmincio col dire che quella del cortometraggio era una delle miei ipotesi mentali però...chi lo sa, magari sotto c'è dell'altro!
    Magari mi starò sbagliando, tanto per cambiare, ma c'è qualcosa in questa combricola che mi fa pensare chi siano tutti più o meno pazzi ahahaha
    Tom è davvero davvero insopportabile però Bill sembra riuscire a tenergli testa abbastanza facilmente, mi piacciono i loro battibecchi anche se poi sfociano sempre sul pesante!
    In ogni caso Bill sarà felice di aver scoperto che gli piacciono i ragazzi!
    Le cose si fanno sempre più interessanti, il gruppo (Mia specialmente) inizia ad avvicinarsi a lui..magari Bill imparerà ad aprezzarli (come sembra già iniziare a fare) e chissà cosa ne verrà fuori...
    Specialmente a causa anche del "piccolo"segreto di Bill!
    Alla prossima e scusa per questo commento ancora più penoso ma sono un po' in tilt XD
    Kiss :)
     
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    Non preoccuparti per il commento, va benissimo!
    Grazie per esser passata! :)
     
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212 replies since 25/1/2014, 11:45   5343 views
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