Angels don't fly

Finita

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  1. Capricorn2187
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    Io mi concentrerei più su altre questioni...

    :huh: :unsure: :blink: :sospettoso: :eh:
     
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  2. destinazionwth
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    Io passo ma non trovo...UN BACIO , dalla prox settimana non ci sarò: ti saluto semmai non mi vedi sappi che leggo ma non sempre riesco a entrare con la pennetta .
    Ciao TESO'<3
     
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    Non preoccuparti Alex, io e la mia storiella siamo sempre qui!
    Ciao! <3
     
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  4. vam zimmer 483
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    Oh Deus Bill si è tolto il gesso e sta avendo su di lui l'istinto erotico mmmmh mi piace, povero Tom.
    David oh che goduria vederlo in difficoltà u.u
    Posta prestoo
     
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    Posta prestoo

    Sto scribacchiando.

    Grazie per esser passata!**
     
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    Mandato chappo alla beta...
     
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  7. PinaKaulitz88
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    :2gether:
     
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    Capitolo 38




    Si dice che la verità trionfa sempre, ma questa non è una verità.
    Anton Pavlovic Cechov




    “Signorina Carrington, si calmi.” Disse Daniel, porgendo un fazzoletto alla donna che davanti a lui ormai piangeva disperata. Bella gli era sembrata completamente estranea ai fatti da subito, le sue risposte pronte e sincere non lasciavano adito al minimo dubbio. Provava quasi compassione per quella ragazza minuta che si era trovata a dover gestire un istituto che ospitava ragazzi orfani e abbandonati, senza probabilmente averne le competenze e comunque senza essere a conoscenza degli affari non propriamente leciti che aveva intrapreso la Whitmann nel tempo. Si appuntò mentalmente di prendere immediatamente contatto con l’assistenza sociale, per cercare di sbrogliare almeno in parte quell’intricata matassa. Che il denaro che mensilmente veniva versato da Jost in favore dell’istituto, in cambio del silenzio, fosse indispensabile a quei ragazzi sfortunati era fuori discussione.

    “Ispettore, come farò ora? Chi si occuperà di quei ragazzi?” Chiese addolorata, soffiandosi il naso vigorosamente.

    “Probabilmente verranno trasferiti, non è certo nostra intenzione lasciarli in mezzo ad una strada!” Intervenne Frey, dispiaciuto. Lui sapeva bene cosa significava crescere senza una famiglia, essendo stato a sua volta adottato. Magari avesse a suo tempo avuto accanto una persona che teneva a lui in quel modo.

    Bella sorrise debolmente come rincuorata, se non altro quei due poliziotti possedevano umanità e sensibilità innate.

    “ Io non avrei mai immaginato che Helen fosse coinvolta in affari loschi, nè avevo idea che quel Jost versasse del denaro in nostro favore. Lei non mi aveva mai parlato di questo, dovete credermi! Se l’avessi saputo non avrei mai accettato di lavorare per lei! Per me era solamente quella donna coraggiosa che ha sempre combattuto per i suoi ragazzi!” Affermò la donna.

    “Ma non si è mai chiesta da dove provenisse tutto il denaro?” Chiese Norman.

    “Donazioni. Era quello che mi aveva detto.” Rispose. Ed in effetti poteva sembrare così, se non fosse stato che quei versamenti esistevano solo per ripagare un favore più o meno lecito.

    “Va bene, signorina Carrington, le crediamo. Ora può andare, l’agente Frey la riaccompagnerà. Si tenga comunque a disposizione.” La informò l’ispettore, assumendo un tono formale.

    “Certo, spero mi diate presto notizie sulla sorte dei ragazzi.” Disse Bella, stringendo la mano che il poliziotto le stava porgendo.

    “Faremo il possibile perchè lei e i suoi ragazzi non dobbiate subire disagi.” Le confermò, sorridendo. Se solo avesse trovato un modo...



    ***





    “Signora Spencer, per favore!” Sbottò Tom, alzando gli occhi al cielo. “Lo so che il nubifragio ha ridotto il suo giardino ad una palude, ma io purtroppo in questo periodo non ho il tempo necessario per venire a sistemare i danni! Se vuole le mando qualcuno dei miei ragazzi... No, non la sto abbandonando, ma deve rendersi conto che il lavoro che lei mi sta chiedendo di svolgere non posso farlo comunque da solo! No, non è un problema di denaro... COME SCUSI? Cosa c’entra il fatto che io stia o meno con Bill? Saranno caz- cavoli miei, no? Bene, si rivolga altrove, allora! La saluto!”

    Il giardiniere gettò platealmente il portatile nel cestino dei rifiuti posto dietro al bancone, sotto lo sguardo divertito di Gustav. Il fatto che si fossero forse liberati per sempre della terribile signora Spencer era un motivo per festeggiare, ma l’occhiata bieca che Tom gli rivolse, fece morire ogni commento sul nascere.

    “Quella vecchia stronza! Come si permette di dire che il mio lavoro è condizionato dal mio rapporto con Bill?! Tutti i giardinieri e i fioristi di Los Angeles la temono come fosse una malattia contagiosa! Solo noi abbiamo avuto il coraggio di accollarci tutti i suoi disastri botanici!” Esclamò, rosso in volto per la collera.

    “Non è la fine del mondo e noi finalmente ci siamo liberati di lei. Prendila dal lato positivo!” Disse l’amico, cercando di rincuorarlo.

    “Ok, ma non mi va che si dica che il mio rapporto con Bill incide sul mio lavoro! Da quella poi!” Brontolò, massaggiandosi le tempie. Gli stava venendo un mal di testa allucinante e tutto per colpa di quella donna!

    Gustav gli sorrise comprensivo, lungi da lui confessargli che in effetti nelle ultime settimane era stato un po’ latitante al negozio, ma bastava osservarlo in volto per scorgere quello sguardo sognante da persona innamorata, che tante volte aveva visto anche nei suoi occhi e in quelli di Noreen. All’amore si poteva perdonare tutto.

    “Diciamo che ti sei preso una pausa, più che meritata comunque. E chi se ne frega della Spencer! Al diavolo lei e le sue azalee!” Esclamò Gus, dandogli una pacca amichevole sulla spalla.

    Tom di rimando gli sorrise sghembo, sapeva benissimo il motivo per cui quell’affermazione lo aveva fatto uscire dai gangheri. Aveva trascurato il suo lavoro, ne era consapevole, ma sentirselo dire così, fuori dai denti, era un’altra cosa. Doveva cercare di dare una giusta collocazione a tutti i suoi impegni, anche se Bill era un grosso impegno.

    Gli tornarono alla mente le parole di Simone, quando lei, prima di ripartire per Santa Monica e dopo aver conosciuto Bill, gli aveva detto che il moro era un gioiello che meritava di ritornare alla sua antica lucentezza. Inizialmente non aveva dato molta importanza a quella frase, -sua madre era stata letteralmente sopraffatta dal fascino del cantante-, ma ora ripensandoci, non poteva che darle ragione, anche se per tornare a farlo brillare si fossero resi necessari da parte sua altri sacrifici.

    “Gus, credo che dovremo assumere qualcuno per il periodo estivo.” Disse ad un tratto, rivolgendosi al suo socio.

    “Tom, non possiamo permettercelo.” Affermò l'altro grave.

    “Sì, se il mio stipendio verrà usato per pagare lui.”

    “Ma non puoi!” Controbattè il biondo.

    “Sì che posso. Le mie finanze sono ok, posso permettermi di vivere di rendita per un po’. La Spencer ha ragione: sto trascurando il lavoro e tu sei spesso costretto a fare anche la mia parte, Bill ha bisogno di me e io non posseggo il dono dell’ubiquità.”

    “Bill non crescerà mai se potrà sempre fare totalmente affidamento su di te.” Azzardò l’amico.

    “Lo so, ma così non mi sento a mio agio. Sono sicuro, che tu te la caverai egregiamente anche in mia assenza, mentre a Bill basta un niente per ricadere nel baratro...” Spiegò Tom.

    “Non puoi farne a meno, vero?”

    “Di cosa?”

    “Di compiere buone azioni. Invidio un pò il tuo Bill, ha il cento per cento del tuo interesse.”

    “Non è il mio Bill...” Bofonchiò, arrossendo.

    “Sì, che lo è. Sei innamorato cotto, se ne accorgerebbe anche un sasso!” Disse Gus, ridendo di gusto.

    “E smettila!” Borbottò, sempre più in imbarazzo, lanciandogli addosso un sacchetto di sementi.

    Il tintinnio del campanello alla porta, li fece ricomporre immediatamente. Una vistosa bionda tutta agghindata, avanzò sicura verso di loro, sfoderando un sorriso a trentadue denti.

    “Questa è da orchidea selvaggia, te la lascio.” Sussurrò Tom, rintanandosi nel retro.

    “Stronzo.” Rispose tra i denti Gus, prima di rivolgersi cerimonioso alla prosperosa cliente.

    Gli sarebbero mancati i battibecchi con il suo socio.

    ***




    Bill si immerse nell’idromassaggio e lasciò che le bolle gli frizionassero il corpo. Il braccio tutto sommato non faceva molto male, se non lo sottoponeva agli sforzi e il tepore dell’acqua era sul serio un toccasana. Era stata una lunga giornata noiosa, a parte l’avventura con il paparazzo e la visita di Madison. La rossa aveva parlato a lungo dell’intervista che avrebbe avuto luogo il giorno successivo, dandogli consigli preziosi. Elisabeth Turner era una giornalista scaltra ed insidiosa, per niente tenera. Avrebbe dovuto fare molta attenzione se non voleva cadere nel patetico e creare falsi fraintendimenti. Erano state concordate in linea di massima le domande, ma la donna era certa che avrebbe tentato di trarlo in inganno.

    “Non dire di più di quanto tu ti sia già prefissato di dire. Non divagare e cerca di non emozionarti troppo. Le lacrime sono controproducenti in questo caso. Tu non devi apparire come una persona debole, ma piuttosto, determinata nel voler portare a termine la vicenda. Ricordati che tu sei la parte lesa, ma che la tua intenzione è di guardare avanti. La scelta di voler uscire di scena non è dettata dalla vergogna, ma solo dalla consapevolezza che sei un essere umano e che non potresti dare il meglio di te stesso in questo momento, nel rispetto di chi ti sostiene e compra i tuoi dischi. Esprimi la tua profonda stima nei confronti dei fan, che nonostante la notizia del tuo ritiro dalle scene, continuano ad amarti e a seguirti. Il tutto apparirà come una scelta matura e ponderata.”

    A lui era sembrata una scelta obbligata, viste le vicissitudini, ma d’altronde era stata l’unica cosa saggia da fare.

    Sperava solo di reggere fino alla fine dell’intervista e di convincere Tom a parteciparvi. Un’altra questione spinosa era la loro relazione, ma Elisabeth aveva promesso che non avrebbe accennato a loro in quel contesto. Il giardiniere non cercava visibilità e questo ormai era palese anche agli occhi della giornalista che non aveva insistito più di tanto sull’argomento.

    Sbuffò. Si sentiva solo e il suo umore era ora altalenante. Avrebbe voluto avere Tom vicino a lui, magari al suo fianco o meglio ancora a sovrastarlo con il suo corpo. Il solo pensiero gli provocò una scossa elettrica alla spina dorsale e sentì il suo membro indurirsi.

    “Oh, cazzo!” Gridò il moro, ridendo della sua stessa affermazione, mentre la porta del bagno si apriva lentamente e il volto di Tom faceva capolino.

    Bill arrossì vistosamente e si immerse completamente della vasca, non voleva che Tom lo sorprendesse in quella imbarazzante situazione.

    Riemerse per osservarlo: il giardiniere era ancora lì sulla porta, indeciso su come interpretare lo strano comportamento del moro.

    “C-ciao Tom, che ci fai qui?” Chiese confuso.

    Il giardiniere lo guardò perplesso, prima di avvicinarsi alla vasca e sedersi sul bordo.

    “Mi era parso di capire che non vedessi l’ora di riavermi a casa.” Affermò, accarezzandogli la spalla e allungandosi su di lui per posargli un bacio a fior di labbra.

    “Oh, certo che sì, ma non ti aspettavo così presto!”

    “Sono quasi le otto, vuoi che esca a fare un giro e torni più tardi? Così magari puoi finire in pace il tuo bagno.” Rispose, osservandolo malizioso. Si alzò e andò verso la porta lentamente.

    “Dove pensi di andare?” Chiese Bill, mettendosi in piedi nella vasca, incurante di rivelare a Tom la propria eccitazione.

    “Da nessuna parte.” Rispose, chiudendo a chiave e togliendosi gli abiti in un baleno, per poi entrare nell’idromassaggio e abbracciarlo languido.

    E' tutto perfetto, pensò Bill, prima di lasciare che Tom salisse sul suo bacino e cominciasse a baciarlo, mentre l’acqua in eccesso a causa dei due corpi immersi, fuoriusciva dal bordo e le bolle lambivano entrambi i corpi.

    Era ancor meglio di come lo aveva sognato. Possente, maschio e prepotentemente su di lui. Gli afferrò il membro con la mano inferma e pompò avido e voglioso. Certo il braccio doleva, ma il dolore era sopportabile, reso meno evidente dai gemiti eccitati del giardiniere.

    Non aveva mai desiderato nulla e nessuno così tanto prima di Tom. Lo portò all’apice per poi lasciarlo affondare in lui, caldo ed accogliente.

    “Cazzo Bill…” Si lasciò sfuggire il ragazzo, ansimante e confuso per l'orgasmo. Il moro lo guardò teneramente baciandogli gli zigomi.

    “Ti amo.” Gli disse roco, accarezzandogli i cornrows bagnati.

    “Mai quanto me, piccolo uragano.” Rispose staccandosi da lui per fermare l’idro e fare ricambio d’acqua nella vasca.

    Bill sorrise, cercando nuovamente le sue labbra e strusciandosi su di lui ancora in cerca di piacere.

    “Sei un demonio, Bill.” Gli sussurrò, accarezzando il suo membro ancora in attesa di essere soddisfatto e lasciando una scia di baci roventi sul suo corpo fremente.

    Il moro gridò il suo nome soddisfatto, quando il piacere lo invase e ogni pensiero sembrò evadere dalla sua mente.

    Non era più importante che Tom fosse presente all’intervista per dargli supporto, lui c’era comunque, in ogni singola fibra del suo corpo, in ogni singolo pensiero. Era parte di lui in ogni istante e non aveva certo bisogno di averlo accanto fisicamente, per convincere il mondo che il suo era amore vero.

    La Turner avrebbe potuto scrivere ciò che credeva, ma non sarebbe mai riuscita a scalfire il loro rapporto.


    ***




    La giornalista e l’operatore che l’accompagnava vennero fatti accomodare nel salone da Lucille, che si congedò da loro avvisandoli che Bill sarebbe sceso immediatamente. Nemmeno a farlo apposta, quel mattino si era svegliato tardi e il fatto di trovarsi Tom nel letto non aveva certo accelerato i preparativi. Madison che era già arrivata e stava conversando al cellulare a bordo piscina, scorse Elisabeth attraverso la portafinestra e decise di anticipare il cantante e darle quindi il benvenuto.

    La donna rispose al suo saluto, accennando un sorriso. Per la prima volta nella sua vita non si sentiva a suo agio, quell’intervista rappresentava un evento importante per la sua carriera, ma non avvertiva la solita ondata di febbrile eccitazione. Bill Kaulitz si era affidato a lei per rivelare ai lettori la storia della sua vita e lei si sentiva come un’intrusa.

    Aveva ragione Robert: era senz’altro meno coinvolgente dal punto di vista emotivo sorprendere un vip con le dita nel naso, piuttosto che scavare nella sua vita per aumentare la tiratura del giornale, ma di certo più sicuro. Non era possibile rimanere impassibili davanti ad una vicenda che aveva procurato e che continuava a procurare dolore in chi si apprestava a raccontarla, nemmeno per lei che non a caso era soprannominata “occhi di ghiaccio” e non certo solo per il colore delle sue iridi.

    Sto invecchiando.” Disse tra sè, sorseggiando il caffè che le era stato offerto dalla governante.

    La voce di Bill dalle scale li avvertì che stava scendendo. Madison gli andò incontro, era di buon umore e il suo sorriso lo faceva sembrare quasi felice.

    “Ciao Mad!” La salutò, baciandole entrambe le guance e lasciandola interdetta. Da tempo non lo vedeva così... solare, ed era più che sicura che questo fosse dovuto a Tom.

    Benedetto ragazzo, fosse capitato prima nella sua vita.

    Elisabeth si irrigidì sul posto, perdendo momentaneamente la sua freddezza. Quel ragazzo era di una bellezza inaudita, quasi insopportabile. Ora che non aveva più l’arto ingessato e i cerotti sul volto, aveva l’aspetto di un angelo. Si era vestito in modo semplice indossando un paio di jeans e una maglietta stampata e aveva lasciato i lunghi capelli sciolti sulle spalle, il trucco nascondeva le cicatrici sul viso e il suo sguardo era fiero e... innamorato.

    “Buongiorno signorina Turner.” Esordì, stringendo la mano che la donna gli aveva porto, in un gesto automatico, “scusatemi tutti per il ritardo, ma la sveglia non ha suonato.” Aggiunse sbarazzino. Mad lo guardò di sottecchi, riuscendo a trattenere a stento una risata. Se stava recitando, lo stava facendo in maniera sublime.

    “Non si preoccupi, abbiamo tutta la mattinata a disposizione.” Lo rassicurò la giornalista, estraendo dalla sua borsa una cartelletta contenente le domande.

    “Oh, ma finiremo di certo prima dell’ora di pranzo! Non è che ci sia molto da raccontare in fondo.” Cinguettò il moro, prendendosi palesemente gioco di lei.

    “In che senso scusi?” Chiese Elisabeth spiazzata.

    “Voglio dire, che non c'è poi molto che non sia già stato dato alle stampe... Parecchie cose sono già state dedotte e raccontate, vere o false che fossero sulla mia vita, non le sembra?”

    “Questa è l’occasione giusta per dare la sua versione dei fatti, Bill.” Rispose lei, non cogliendo volutamente la provocazione.

    “Lo spero. Da dove vogliamo cominciare?” Chiese il moro, bevendo un sorso di caffè e ostentando una sicurezza che certamente sarebbe svanita a fine intervista. Stava andando bene, lo vedeva dai cenni di approvazione della rossa. Non doveva lasciarsi sopraffare e intimidire da quegli occhi che lo scrutavano seri.

    “Dall’inizio. Da quando la sua vita da orfano si è trasformata in quella di una star di prima grandezza. Non le farò domande precise ed interverrò solo nel momento in cui alcuni aneddoti non mi fossero chiari.”

    Fu meno difficile del previsto raccontare i cinque anni trascorsi in quel mondo dalla facciata dorata, ma insidioso come la più selvaggia delle giungle, dei suoi successi discografici, dell’ammirazione dei fan, dell’amicizia con George Listing, di David e di quella riconoscenza scambiata per amore, per colui che l’aveva in qualche modo salvato da una vita di stenti. Dell’odio maturato nel tempo, quando tutto questo era divenuto una prigione senza sbarre dalla quale sembrava impossibile evadere, fino ad arrivare al suo gesto estremo e all’ingresso nella sua vita di Tom e di tutti quelle persone che gli avevano insegnato ad aver fiducia nel prossimo e a combattere.

    “...io non posso cancellare il passato, ma devo cercare di fare il possibile perchè questo non diventi il mio futuro. Il signor Jost ha approfittato della sua posizione e per questo deve risponderne alla legge. Per anni ha sfruttato la mia inesperienza, facendomi credere che essere il mio tutore comportasse prendere decisioni a nome mio e io stupido ed ingenuo ho lasciato che questo accadesse, come fosse una cosa naturale e sono consapevole di non essere quindi esente da colpe, ma ora è tempo di rimediare e di fare chiarezza nella mia esistenza. Desidero riappropriarmi di tutto quanto mi è stato estorto con l’inganno. So che non sarà un percorso facile, ma voglio quantomeno tentare.”

    Elisabeth si era limitata ad annuire, affascinata da quel giovane che con determinazione e sfoderando gli artigli cercava di salvare la sua vita per l’ennesima volta. Non erano state necessarie domande di sorta, per cercare di fare chiarezza su alcune vicende, era stato più che esaustivo. Certo avrebbe voluto saperne di più per quanto riguardava la loro sordida relazione, ma il gossip era ciò che meno le interessava in quel frangente. Lui stesso aveva dolorosamente ammesso di avere creduto che fosse un atto dovuto, mentre invece quell’uomo, che non meritava neppure di essere chiamato tale, stava solamente approfittando di un minorenne. Si era sentita venire meno, quando lui aveva parlato della recente scoperta dei documenti relativi alla sua adozione, fatto che aggravava ulteriormente le accuse a carico di quell’energumeno.

    Si era totalmente sbagliata sul suo conto, credendolo inizialmente una delle solite star baciate dalla fortuna e cadute in depressione al primo ostacolo, ed invece si era ritrovata davanti ad un giovane incredibilmente maturo e responsabile. Aveva deciso di denunciare per abuso, violenza e appropriazione indebita colui che i più ritenevano il suo benefattore, sapendo perfettamente a cosa sarebbe andato incontro. Non osò chiedere nulla, sperando che qualche altra rivelazione le venisse fatta dal cantante, ma lui sembrava deciso a terminare lì il suo racconto.

    Tentò quindi un approccio, togliendo da una busta alcune fotografie, quelle in cui lui era stato ritratto nudo con Tom nella casa di quest’ultimo. Voleva guadagnarsi la sua fiducia e sapeva che comunque pubblicare quelle immagini alla luce dei fatti non aveva ora alcun senso, se non quello di attirarsi l’odio dei lettori, che vedevano di buon’occhio la storia tra lui e il suo salvatore.

    “Ecco Bill, credo che queste dovrebbe tenerle lei.” Borbottò leggermente imbarazzata. Il cantante strabuzzò gli occhi, divenendo rosso come un peperone e nascondendo immediatamente gli scatti agli occhi di Madison che si era avvicinata.

    “Mi dispiace, sono state scattate dallo stesso paparazzo che vi ha sorpreso pochi giorni fa davanti alla casa di Tom, ma non me la sono sentita di pubblicarle…”

    “Beh vorrei ben dirlo, eravamo in casa! Questa è una violazione della privacy bella e buona! Dovrei denunciarvi tutti, altro che rilasciare interviste esclusive a quel suo giornaletto del cazzo!” Sbottò il moro adirato, scattando in piedi, “non conoscete limiti! Tutto pur di fare notizia!” La accusò, puntandole il dito contro.

    “Anche noi abbiamo un’etica, ed infatti non sono state pubblicate e queste sono le uniche copie esistenti.” Si difese la donna, consapevole del passo falso appena compiuto. “Mi deve credere Bill, sono veramente dispiaciuta per ciò che le è capitato e vorrei tanto che questo fosse interpretato come un gesto di solidarietà nei suoi confronti e non come un attacco diretto alla sua persona e a quella del suo ragazzo.”

    “Solidarietà un cazzo! Voglio i negativi, la memory card della macchina fotografica di quel bastardo!” Gridò ormai fuori controllo.

    “Le assicuro che sono state cancellate!” Cercò di persuaderlo la giornalista.

    Tom seduto sulle scale non visto, aveva assistito a tutta l’intervista, decidendo di starsene in disparte, nonostante le preghiere di Bill che fino a quel momento se l’era cavata più che egregiamente, ma ora non poteva starsene in silenzio a vedere come le sue difese si stessero sgretolando in un batter di ciglia.

    Scese rapidamente le scale e si piantò di fronte all’operatore, ordinandogli di sospendere le riprese.

    “E lei che ci fa qui?” Chiese Elisabeth sorpresa di vederlo. Non credeva proprio che si sarebbe fatto vedere dopo il netto rifiuto a partecipare all’intervista.

    “Non credo sia una faccenda che la riguardi, ma se vuole sul serio pubblicare questa intervista la invito a chiuderla qui. Ha avuto un’esclusiva sulla vita di Bill, non ci faccia rimpiangere di averle dato fiducia.” Esclamò serio, abbracciando Bill nel tentativo di rassicurarlo.

    “Vi giuro che non era mia intenzione mancarvi di rispetto.” Affermò la donna, raccogliendo le sue cose in fretta e riponendo il tutto nella sua borsa. In che razza di casino si era cacciata?

    “E non tenti di fare la furba travisando i contenuti dell’intervista, vi ho registrati anche io.” Aggiunse Tom, tirando fuori dalla tasca un miniregistratore.

    “Ma non è legale!” Esclamò la donna sgranando gli occhi.

    “Anche fotografare la gente in casa propria non lo è. Come la mettiamo? Vuole essere citata in giudizio?” La minacciò il giardiniere.

    “No, certo che no! E non è mia intenzione diffondere false notizie e pubblicare queste fotografie!”

    “Ok, vedremo quando uscirà l’intervista.” Sentenziò Madison, che fino a quel momento non era intervenuta.

    “Bill, mi creda per me è stato un onore poterla intervistare e non ho accettato la vostra proposta per screditarla o peggio ancora farla cadere nel ridicolo. La sua storia è triste e toccante e sono sicura che avrà tutti i lettori dalla sua parte!” Disse accorata la giornalista.

    “Va bene, ma ora se ne vada, sono stanco e non ho più voglia di ascoltarla.” Rispose freddo il moro, maledicendo il giorno in cui aveva inseguito il suo sogno.

    Edited by *billaly* - 23/7/2011, 00:15
     
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  9. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    Gli afferrò il membro con la mano inferma e pompò avido e voglioso. Certo il braccio doleva, ma il dolore era sopportabile, reso meno evidente dai gemiti eccitati del giardiniere.

    Per la patria questo ed altro u.u -_- :ehsì:

    E che è?se so "ingrifati"tutti insieme? O.o
    attenti che mordono :angry2: mad0260
    Sembra sembra che Bill piano piano si stia riappropiando della sua vita e che stia tirando fuori le palle cosi come "Tom l'incazzoso"
     
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    Cri hai vinto un ingrifato d'oro!
    Il tuo è stato il 1000 ° post!! bombolino-bianco
     
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  11. Capricorn2187
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    :rox: :evil-laugh: :evviva: :agitato2:







    Cioè? :huh: xD
     
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    Mi piacerebbe ogni tanto aver segno tangibile di chi passa per di qua.
     
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  13. gretuccia_scassatutto
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    Ehi, è un mese che ho cominciato a leggere questa ff e finalmente oggi l'ho finita *_*

    Me gusta molto, sissi

    Quest' ultimo capitolo me è gustato molto, soprattutto la scena finale dove Bill caccia fuori i cojoni e Tom minaccia i giornalisti.

    *_* brava brava brava *_*
    alla prossima ^^
     
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    Nuova lettrice?

    Grazie per aver letto e commentato! **
     
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  15. °Ric@
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    EmoticonVillageOnion%20(78) sento un leggero calore, eppure oggi a Roma fà freschetto... EmoticonVillageOnion%20(78)
     
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