Angels don't fly

Finita

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  1. Capricorn2187
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    Ragazze scusate, ma non so se potrò postare questa settimana. Ho casini vari e non ho tempo per scrivere.
     
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  3. Capricorn2187
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    :cry: :tears: :sigh: uff sob sigh pfff fo3pf4_th



    Vabbè per una volta può succedere,ti scusiamo u.u
     
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    Datemi segno della vostra presenza e dopo cena posterò!
     
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    Non spingete eh?
     
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  6. °Ric@
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    Io,io,io,ioooooooo UP!!!!
     
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    Capitolo 37

    La vita dell'uomo è un filo di seta sospeso in un gioco di rasoi.
    Emilio Cecchi



    Bill fece una smorfia e trattenne a stento un grido di dolore all’ennesimo tentativo del dottor Matthews di movimentare il braccio appena liberato dal gesso. Con la sua mano destra artigliava il braccio sinistro di Tom che sentiva le unghie del moro conficcarsi nella sua carne. Tre settimane di perfetta immobilità erano state sufficienti a saldare la frattura, ma con essa anche le strutture adiacenti. Ad ogni movimento tutto sembrava scricchiolare e prossimo a rompersi nuovamente.

    “ Dottore fa malissimo...” Si lamentò, con le lacrime agli occhi.

    “ E’ normale Bill, ma vedrà che con la fisioterapia, andrà immediatamente meglio.” Lo rassicurò l’ortopedico.

    “ Vuole dire che recupererò l’uso del mio braccio?”

    “ Certo che sì! La sua frattura si è ridotta perfettamente, diciamo che è solo un pò...anchilosato a causa dell’immobilità forzata.” Spiegò il medico, abbozzando un sorriso.

    Bill lo guardò di sbieco, il braccio sembrava di legno e l’aspetto non era dei più sani, emanava un odore nauseabondo e una fitta peluria scura e disordinata sembrava esser cresciuta a dismisura in quelle tre settimane.

    Vanessa entrò nell’ambulatorio con un catino colmo di acqua calda, invitando Bill ad immergere l’arto e fare piccoli movimenti senza forzarlo. Il tepore sembrò sciogliere le membra intorpidite e subito si sentì meglio, addirittura era riuscito a muovere anche le dita.

    “ Grazie...” Sussurrò alla ragazza che lo guardava, curiosa di sapere come si sentisse. Era un rimedio di poco conto, ma che si era rivelato in più di un’occasione, efficace al pari di una medicina.

    “ Bill tra un paio di giorni dovrà iniziare il ciclo di fisioterapia. Le assicuro che in breve tempo il suo braccio riuscirà a riprendere le sue normali funzioni. Le ho prescritto anche degli antidolorifici e alcuni esercizi che potrà fare a domicilio già da subito e non dimentichi i miracolosi bagni caldi di Vanessa!” Disse il medico, prendendo bonariamente in giro l’infermiera che arrossì vistosamente.

    Il moro lesse attentamente le prescrizioni, -si era abituato ormai a vistare tutto quello che gli veniva sottoposto-, salutò i due sanitari e uscì dall’ambulatorio, seguito da Tom. Il dolore era ora più sopportabile ed era certo che Matthews fosse un ortopedico competente. Si trattava solo di pazientare un pò e poi era ansioso di iniziare gli esercizi di riabilitazione a domicilio, il fatto di dover stringere un oggetto tra le dita e compiere lenti movimenti con il polso, gli aveva suggerito una pratica che avrebbe unito l’utile al dilettevole.

    Peccato che non sia mancino... Si ritrovò a pensare, sorridendo mentre saliva in auto, sorriso che non sfuggì a Tom.

    “ Che hai da ridere?” Infatti chiese incuriosito.

    Bill gli mise la prescrizione sotto il naso e attese con espressione furbetta che il giardiniere leggesse.

    “ Non ci trovo niente di comico in due compresse di Ketorolac al giorno e in un ciclo di fisioterapia...”

    “ Gli esercizi Tom!” Lo richiamò con aria di sufficienza.

    “ Vuoi dire che... BILL non ti credevo così maiale!” Esclamò, spalancando gli occhi, falsamente scandalizzato.

    “ Ah no?!” Rispose lui tentando di accarezzargli il membro con la mano sinistra, ma procurandosi non altro che dolore.

    “ Ahi! Ho proprio bisogno di fare esercizio...” Piagnucolò sconsolato. Tom gli baciò la mano, accarezzandogli il volto pallido, mentre l’ennesimo paparazzo sbucato dal nulla immortalava quel momento di infinita dolcezza.

    ***



    David camminava nervoso lungo il bordo della piscina. L’essere ospite in quella specie di fortezza inespugnabile da un lato lo rassicurava, ma il continuo apprendere, attraverso i giornali, di quanto la sua libertà fosse appesa ad un filo, lo stava facendo impazzire. Non sarebbe potuto rimanere in quel luogo per sempre e uscire da lì avrebbe significato mettere in pericolo la propria vita.

    Enrique lo osservava sornione mentre si lasciava galleggiare sull’isolotto gonfiabile al centro della maestosa piscina. Era tutto così kitch in quel posto…

    Quell’americano era veramente agitato… Si ritrovò a pensare l’ispanico.

    Ok, su di lui pendevano accuse abbastanza gravi da far impallidire chiunque, ma non sembrava assolutamente quell’essere spregevole che tutti andavano a descrivere.

    “ Ehi Trevor, perché non vieni a farti un bagno?” Chiese dalla sua postazione.

    David sembrava molto preso dai suoi pensieri, tanto da non accorgersi nemmeno che l’altro aveva parlato. Solo quando un grande spruzzo d’acqua lo investì in pieno, inzuppando gli abiti, si rese conto di non essere solo.

    “ Ehi, ma sei idiota?” Ringhiò contro il ragazzo, che rideva come un pazzo.
    David per un attimo si lasciò abbagliare da quella fila di denti bianchissimi e dai pettorali pronunciati. Doveva ammettere che era proprio un bel tipo, anche se lui preferiva soggetti di altro genere. Non avevano parlato molto in quei giorni trascorsi completamente nell’ozio e nell’attesa di altre notizie, ma più di una volta l’aveva sorpreso ad osservarlo. Doveva avere forse una quindicina di anni in meno di lui, e se fosse stato un momento migliore di quello, non negava che ci avrebbe fatto su un pensierino.

    Trevor, su non prendertela! Fa caldo e tra qualche minuto la tua camicia sarà asciutta!” Gridò Enrique, mentre cercava di sospingersi verso la parte opposta della piscina con isola al seguito.

    David tolse gli indumenti e si tuffò vicino a lui. Che altro in fondo aveva da perdere?
    Riemerse dietro l’isolotto giusto per far cadere in acqua il suo naufrago, che annaspando lo raggiunse intenzionato a continuare il gioco, che ben presto prese una piega di tutt’altro genere. Il ragazzo era palesemente attratto da lui, e in quel momento era l’ultimo dei suoi pensieri mantenere il riserbo sulle sue pulsioni. Lo bloccò in uno degli angoli della piscina e David lasciò che lui lo baciasse con foga ed urgenza, rispondendo ai propri istinti primordiali. Erano giorni che non scopava e ne aveva dannatamente bisogno…

    “ CHE CAZZO FATE VOI DUE?!” Aveva gridato Tico, giunto giusto in tempo per coglierli in flagrante e che ora li sovrastava minaccioso, con le mani piantate sui fianchi. Fortuna che non aveva la pistola a portata di mano...

    Il ragazzo si staccò immediatamente dal manager e sbuffando uscì dall’ acqua. Suo cugino era veramente un bacchettone, per esser un delinquente incallito.

    David rimase in acqua interdetto, non si era mai sentito così ridicolo in vita sua ed inoltre, ironia della sorte, i suoi boxer da bagno erano da qualche parte sul fondale della piscina e non poteva così nemmeno uscire.

    “ Jost io ti ho dato asilo, ma tu non abusare della mia ospitalità. Il fatto che tu sia qui, non ti ha diritto di fare i tuoi comodi. Rimettiti i boxer e nel frattempo cerca anche la lente a contatto che hai perso. Non sei credibile con un occhio castano e uno azzurro.” Disse serio l’uomo, prima di voltargli le spalle e andarsene, lasciandolo così solo, imbarazzato e con l’amara consapevolezza di non esser il benvenuto in nessun luogo.

    Rientrò in casa passando per il salone, dove alcune nuove riviste erano state posate sul tavolo appositamente per lui. Non c’era giorno in cui Bill non fosse presente su quei giornali e la notizia che avrebbe rilasciato un’ intervista ufficiale l’indomani, lo inquietava e non poco.

    Era certo che il moro non avrebbe omesso alcun particolare della loro, per così dire, relazione, per non parlare poi della sua carriera artistica. Sarebbero usciti allo scoperto i suoi illeciti e il denaro di cui lui si era indebitamente appropriato. Milioni di dollari che presto gli sarebbero stati confiscati…

    Rabbrividì al successivo pensiero. No, non poteva finire in galera, doveva esserci un modo…


    ***



    Damien sorrise all’ennesima scaramuccia di quei due. Erano ritornati da poco dal Cedars, ma da quel momento in poi Bill non era stato zitto un attimo. A parte il continuo lamentarsi di quanto fosse anchilosato il suo braccio e sul terrore di non riprendere più a muoverlo, criticava ogni tentativo di Tom di aiutarlo.

    Quanta pazienza doveva avere quel ragazzo! Si ritrovò a pensare, provando un moto di compassione per il giardiniere, che cercava di assecondarlo in ogni sua necessità, ma si notava ormai, quanto fosse vicino all’esplodere.

    “ Bill sì che riesci a vuotare l’acqua nel bicchiere, ci riuscivi anche prima quanto avevi il gesso!” Sbraitò ad un certo punto Tom, battendo una mano sul tavolo di cucina.

    “ Ma…Ma Tomi! Non riesco a svitare il tappo!” Rispose risentito il moro.

    “ Ci penso io Tom, tu vai al negozio, non preoccuparti…” Intervenne il bodyguard, vedendolo in seria difficoltà.

    “ Negozio? Perché?” Chiese il cantante, fermando il bicchiere a mezz’aria.

    “ Perché io devo lavorare Bill, fino a prova contraria.” Spiegò serafico.

    “ E gli esercizi?” Domandò ammiccante.

    “ Quelli stasera Bill…” Disse mentre si avviava verso l’ uscita, “ su prenditi un antidolorifico e mangia qualcosa. Io sarò di ritorno tra qualche ora…” Concluse, prima di richiudere la porta dietro di sé.

    “ Se rimarrò paralizzato, sarà per colpa tua!” Gridò nell’atrio, prima di percorrerlo di corsa per seguirlo all’esterno.

    “ Che c’è ancora?” Chiese Tom sfinito, mentre saliva in auto.

    “ Non mi hai dato nemmeno un bacio…” Rispose Bill, mettendo il broncio.

    Tom alzò gli occhi al cielo sconfitto, e lo tirò verso di sé. “ Credo che tu sia peggio di una donna col ciclo…” Gli sussurrò sulle labbra piene e rosee, prima di deporre su di esse un bacio leggero.

    “ Una… checca isterica?” Azzardò il moro.

    “ Sì solo un po’…” Disse il giardiniere, approfondendo il bacio e abbracciandolo stretto.

    “ Ti amo Tom, e scusami se sono così…agitato.”

    “ Ti amo anche io. E andrà tutto bene, te lo prometto. Ora ritorna in casa, e avvisa Damien che c’è qualcuno su uno degli alberi in fondo al giardino…” Lo informò.

    “ COME?!” Strillò Bill, voltandosi immediatamente. Quegli alberi al limitare della recinzione, i cui rami oltrepassavano il confine erano sempre stati un ottimo sito dove paparazzare il cantante, ma ciò non si era verificato che in un paio di occasioni e non recentemente.

    Era ritornato ad esser un piatto ghiotto a quanto pareva.

    “ Ci penso io.” Disse sicuro Damien, rovistando immediatamente nella sua sacca.

    “ C-che fai? Non avrai mica un’arma lì dentro?!” Chiese il moro spaventato.

    “ Diciamo che non è in grado di uccidere, ma sicuramente qualche danno lo può fare...” Rispose l’uomo, brandendo nella mano destra una fionda.

    Bill lo seguì in giardino e lo osservò raccogliere qualche sasso tondeggiante, prima di avvicinarsi con nonchalance alla recinzione, Damien lo invitò poi a fingere di non averlo visto e di camminare accanto a lui come se stessero facendo una tranquilla passeggiata fino al punto in cui il paparazzo non fosse divenuto un bersaglio facile.

    “ Mettiti davanti a me.” Gli ordinò, mentre tirava fuori la fionda dalla tasca posteriore dei jeans e velocemente prendeva di mira la sua preda. Un grido e un rumore improvviso di fronde smosse fu tutto quello che udirono prima che il fotografo scomparisse dalla loro visuale.

    “ Oddio, ma è caduto! E se l’hai ammazzato?!” Gridò Bill correndo verso la recinzione.

    Le imprecazioni e il successivo avvio del motore di un’auto, giunsero a dissipare ogni dubbio.

    Damien 1, paparazzo 0...” Esclamò, rimettendo la fionda in tasca.

    Bill sorrise a quella affermazione, pensando assurdamente che non sarebbe stato affatto male imparare ad usarla.

    ***



    Bella Carrington uscì dalla US Bancorp, con un pugno di mosche in mano. Non solo quel funzionario maleducatissimo le aveva negato l’accesso alla cassetta di sicurezza e le aveva ritirato la chiave nonostante avesse dimostrato di avere un regolare permesso, ma non le aveva fornito una benchè minima spiegazione in proposito. Aveva maledettamente bisogno di quel denaro che tutti i mesi veniva versato da quell’ignoto benefattore che da oltre cinque anni contribuiva in modo tangibile alle innumerevoli spese che l’istituto doveva sostenere.
    Se ne era sempre occupata Helen di quella questione, ma ora che non c’era più, Bella si era ritrovata sola a dover gestire un sacco di situazioni di cui era a totalmente all’oscuro. Non poteva accedere alla cassetta di sicurezza, non poteva avere spiegazioni. Perché, diamine?

    Si sistemò gli occhiali sul naso passeggiando nervosamente davanti all’ingresso della banca, suscitando gli sguardi curiosi dei due agenti di sorveglianza, mentre pensava al da farsi. Forse se avesse potuto parlare con il direttore…

    Prese coraggio e rientrò, decisa a non uscire più se non avesse fatto luce sulla vicenda.
    Tornò dall’impiegato che alcuni minuti prima l’aveva liquidata in malo modo, chiedendo di poter vedere il direttore. L’uomo la guardò torvo e svogliatamente prese in mano la cornetta del telefono. Borbottò qualcosa con il suo interlocutore e incolore le disse di attendere sulle poltrone di fronte a loro.

    Un uomo sulla sessantina le venne incontro sorridendo e tendendo la mano. Possibile che si stesse rivolgendo a lei?

    “ Signorina Carrington? Sono Hamilton Bradford, il direttore, cosa posso fare per lei?” Chiese gentilmente presentandosi e indicandole la porta del suo ufficio.

    Bella lo seguì come un’automa, felice che finalmente qualcuno le desse ascolto. Si lasciò condurre all’ interno della lussuosa stanza e accettò di buon grado l’invito a sedersi sull’elegante poltroncina rossa in velluto e il bicchiere di tonica fresca che le veniva offerto.

    “ Signor Bradford, vorrei che qualcuno mi fornisse spiegazioni in merito al divieto di accedere ai contenuti della mia cassetta di sicurezza…”

    “ Ma quella cassetta non è intestata a lei…” Disse l’uomo, mentre rovistava tra alcuni documenti.

    “ Lo so, ma so anche che mensilmente in quella cassetta venivano depositati diecimila dollari in favore del nostro istituto. Ecco, questo è il documento che attesta che posso prelevare il denaro.”

    “ Povera signora Whitmann, proprio una brutta fine…” Sussurrò il direttore, scuotendo il capo e ignorando la sua affermazione.

    “ Signor Bradford, io devo dar da mangiare a venti ragazzi tra i sei e i diciotto anni, comprare loro vestiti, pagare le bollette. Ho bisogno di quei soldi…”

    “ In tutti questi mesi, nessuno appartenente al suo istituto è venuto mai a prelevare il denaro di cui lei mi parla, è sicura che si tratti della nostra banca?” Chiese curioso.

    “ Mi meraviglio di lei signor Bradford! Crede che io sia così stupida?” Sbottò la donna.

    “ Certo che no signorina, ma la cassetta di sicurezza in questione è intestata ad una società delle Bahamas. Ogni mese veniva inviato un commesso a depositare il denaro e un altro a prelevarlo. Non vedo cosa possa centrare il vostro istituto…”

    Bella impallidì ed era certa che se non fosse già stata seduta, sarebbe certamemte stramazzata al suolo. Che significava che era intestata ad una società delle Bahamas?

    “ C-ci dev’essere un errore… Helen mi aveva detto che… se non avessimo avuto tutti i mesi quel denaro, i nostri ragazzi sarebbero finiti certamente in mezzo alla strada già da tempo!” Esclamò la donna agitata. Dio le sembrava di vivere in un incubo!

    Un lieve bussare alla porta la distolse per un attimo dai suoi cupi pensieri. Guardò Bradford avviarsi lentamente alla porta.

    L’Ispettore Norman e l’agente Frey, fecero la loro comparsa sulla soglia.

    Finalmente il misterioso beneficiario di quei diecimila dollari sembrava avere un volto.
     
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  8. °Ric@
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    *si fà pensierosa* ...io ho un neurone solo ed è in pensione, quindi credo che non arriverò a nulla in questa ff finchè non me lo sbatterai in faccia XD
    Comunque David che è rimasto a mezzo c'è piaciuto,je stà bene U_U
     
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    Rica ma non c'è niente da capire! E' tutto nero su bianco! Nessun mistero, se non un fitto intreccio di eventi e personaggi! :D

    Povero neurone! almeno la pensione è buona?

     
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  10. °Ric@
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    Io c'ho una mente semplice XD gli intrecci mi debilitano Ermenegildo(il neuorone) che come ogni buon pensionato che si rispetti non c'ha manco due lire per arrivare a fine mese *sad moment*
     
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  11. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    il braccio sembrava di legno e l’aspetto non era dei più sani, emanava un odore nauseabondo e una fitta peluria scura e disordinata sembrava esser cresciuta a dismisura in quelle tre settimane.

    Manco un lupo mannaro xD :rofl:

    CITAZIONE
    su di lui pendevano accuse abbastanza gravi da far impallidire chiunque, ma non sembrava assolutamente quell’essere spregevole che tutti andavano a descrivere.

    Non lo conosci per niente u.u

    Ma il "gingillo" di David a cuccia mai è?
    Iniettategli un pò de Valium,qualche farmaco disinibitore

    Damien :rofl:

    CITAZIONE
    L’Ispettore Norman e l’agente Frey, fecero la loro comparsa.
    Finalmente il misterioso beneficiario di quei diecimila dollari sembrava avere un volto

    :rox: :tet: :mmm: :smirk: Immaginekjiik2 gif bellayv

    Edited by *billaly* - 27/6/2013, 15:34
     
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    Se gli iniettiamo un qualche farmaco di-sinibitore, poi chi lo tiene più?
    Si scoperebbe anche i buchi delle ciambelle!

    No meglio una soluzione più drastica e definitiva...
     
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  13. barby's
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    Mi piace come sta venendo fuori il caratterino di Bill ed ovviamente Tom ha tutta la mia stima per la calma che riesce ad avere davanti a cotanta diva XD
     
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  14.     +1   -1
     
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    La cotanta diva è uscita fuori, perchè finalmente si sente a suo agio tra le braccia del suo bel giardiniere. Bill ha bisogno di sfogarsi, di far uscire la parte di lui che è sempre stata repressa, anche se ciò significa fare capricci e pestare i piedi.

    Grazie per aver letto Barbara! **
     
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  15. Capricorn2187
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    Perchè non gli facciamo "seminare" un bel campo? cosi altro che scopare qualsiasi cosa e chiunque,si scoperebbe lui medesimo anche da bocciuolo appena fiorito,sa che divertimento perenne u.u -_- :tet: :ehsì: :occhioni: :evviva: 1145796688-Hard (18) 1145796726-Hard (5) mavieni 1145359586-40 1145359670-47
     
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