Angels don't fly

Finita

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Rica me fai morì! :rofl:
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Ho già inviato alla beta il capitolo.
    Appena lo riavrò corretto, posterò! **
     
    Top
    .
  3. corinne94
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    ^____________________^
     
    Top
    .
  4. destinazionwth
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Non sto tranquilla per niente...però che bel finale di capitolo, mi sono commossa.
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Distribuisce fazzolettini...
     
    Top
    .
  6. barby's
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    up
     
    Top
    .
  7. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ep06_leshawna_dancing_large laguna94
     
    Top
    .
  8.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Capitolo 36




    Vivi la vita attimo per attimo perché ogni attimo potrebbe essere l'ultimo.
    Jim Morrison




    La luna era alta nel cielo e si specchiava nell’acqua della piscina leggermente increspata dalla brezza notturna. Bill, sul terrazzo della sua stanza, osservava triste quel riflesso. Non si era nemmeno curato di mettersi qualcosa addosso e il suo corpo nudo risplendeva etereo a quel pallido chiarore.

    Erano trascorsi alcuni giorni dalla sua convocazione da parte del giudice per l’istanza preliminare nella quale era stato interrogato, e dalla conferenza stampa in cui Madison aveva comunicato ai giornalisti e al mondo intero il suo ritiro dalle scene a causa di gravi problemi personali che avrebbero pregiudicato la buona riuscita del tour e la sua carriera futura, di cui a breve sarebbero venuti a conoscenza in un’intervista esclusiva concessa ad una nota rivista americana.

    Poche parole che la donna aveva pronunciato in maniera accorata, tradendo la sua solita fermezza. Si erano sollevate parecchie domande dalla platea, alle quali lei aveva cercato di rispondere senza entrare nei particolari. Era ovvio che tutti si chiedessero dove fosse finito il manager del cantante e il reale motivo di una decisione così drastica.

    “E’ in corso un procedimento nei confronti del signor Jost, ma non posso dirvi di più. La Polizia sta svolgendo le indagini del caso.”

    “E’ vero che Bill lo ha denunciato per violenza e abuso su minori?” Aveva chiesto una giornalista, alzandosi in piedi per rendersi meglio visibile.

    “Non sono autorizzata a rivelare altro al momento, mi dispiace.” Aveva risposto, quasi gridando, perchè la sua voce non venisse coperta da quello che era diventato più che un brusio di sottofondo.

    “Allora Jost è fuggito!” Aveva detto un altro, compiaciuto della propria deduzione.

    “Vi prego, state calmi! Sarete informati al più presto di ogni dettaglio, ma per il momento questo è tutto. Bill è addolorato per questo, ma purtroppo non ha altra scelta. Si congederà dai suoi fan con due concerti i cui luoghi e date verranno comunicati quanto prima.”

    “Quel lurido porco, lo dicevo io!” Qualcuno aveva detto tra la folla, suscitando un vespaio e ulteriori congetture sulla vicenda.

    “Non mi stupisco che Bill abbia tentato un gesto estremo!” Aveva incalzato un altro, rivelando una triste verità fintamente taciuta fino a quel momento.

    Madison li aveva osservati rimanendo in silenzio, ormai era inutile cercare di sedare quegli animi. Era il loro mestiere scovare la notizia e creare lo scoop da ogni piccolo indizio e dalle sue parole ne avrebbero ricavati tanti. Era importante, comunque, che da subito non si fossero scagliati contro il cantante, ma che, anzi, ne avessero preso quasi le difese. In fondo era quello che andavano cercando. Era fondamentale che Bill ne uscisse il più indenne possibile da quello che si sarebbe trasformato presto in un massacro mediatico.

    Questo comunque non era stato sufficiente affinchè il moro cantasse vittoria, non era che la prima battaglia di una guerra che si preannunciava lunga e non priva di sofferenza. La notizia era stata data in pasto al mondo e anche se in fondo non era poi andata così male fino a quel momento, Bill si sentiva diviso a metà e in quel frangente la voglia di preservare la sua figura non era che una nota a margine. Era impotente contro quel sentimento devastante che si stava facendo strada nel suo cuore. Stava calpestando il vero e unico scopo della sua vita e mai avrebbe immaginato di esser costretto a farlo per colpa di una vicenda giudiziaria che in ogni caso lo avrebbe stroncato. A nulla sarebbe valso vincere un processo e far marcire in galera Jost, ciò che era successo non si sarebbe cancellato per incanto e non aveva idea di come avrebbe potuto continuare la sua vita poi, con quegli atroci segni che, indelebili, erano pronti a riapparire all’improvviso, senza esser annunciati.

    “Ehi, che ci fai qui?” La domanda era giunta alle sue orecchie ridotta ad un sussurro, mentre due forti braccia gli cingevano le spalle. Il corpo caldo e morbido di Tom aveva aderito al suo in un assonnato quanto languido abbraccio, facendolo fremere di piacere.

    Era stato lui la sua medicina, il suo rimedio alla malinconia di quei giorni e questa volta era ben deciso a tenerselo stretto. Non avrebbe più permesso che gli eventi negativi minacciassero il loro rapporto, portandogli via l'unico punto fermo della sua vita attuale.

    Si voltò verso di lui e baciò avido le sue labbra, mentre accarezzava la sua schiena con la mano libera dal gesso. Non aveva più voglia di pensare, di mettersi in agitazione per qualcosa che non poteva comunque evitare.

    Non quella notte, almeno.

    I loro inguini si scontrarono, i loro corpi azzerarono ogni possibile distanza, fondendosi in un abbraccio che ben presto avrebbe richiesto di più, i loro respiri si confondevano, mentre le loro lingue assaggiavano ogni angolo esplorabile delle loro bocche.

    Bill lo voleva dentro di sè e quell’urgenza era quasi dolorosa. Quasi quanto la consapevolezza che la vita stava scorrendo in una direzione tutta sua, che lui al momento non aveva alcuna voglia di seguire. Avrebbe voluto fermare il tempo in quel preciso istante, con la luna che illuminava i loro corpi nudi, la brezza che li costringeva a piccoli tremiti, con quell’elettricità nell’aria che non aveva nulla a che vedere con un eventuale temporale in arrivo.

    “Entra in me.” Gli aveva sussurrato roco, cingendo i suoi fianchi con le gambe e Tom non se lo era fatto ripetere due volte. L’aveva preso lì sul terrazzo, con rinnovato ardore, ma attento, come sempre, a non fargli male, come se fosse un oggetto delicato e fragile. Bill adorava sentirlo muoversi in lui, lentamente perché si abituasse al suo membro, adorava sentire i suoi gemiti soffocati, il suo torace che si ricopriva di un velo di sudore per lo sforzo di doverlo tenere sospeso e allacciato a sé. Adorava il rimescolio nel suo ventre e il piacere che esplodeva in lui ogni volta come se fosse la prima, ogni volta che Tom gli diceva di amarlo, mentre lo riempiva del suo caldo seme. Ed era in quei momenti che pensava che ce l’avrebbe fatta, che la felicità, dopo lungo tempo, sarebbe stata finalmente lì, a portata di mano.

    Tom lo guardò, ancora ansimante e con occhi lucidi e innamorati. Uscì da lui piano, deponendolo poi a terra, vacillando un po’, senza però staccarsi completamente da lui. Sentiva le braccia e le gambe un po’ molli e non avrebbe disdegnato mettersi almeno seduto, ma non voleva separarsi da quel corpo caldo e languido per nessuna ragione al mondo.

    Bill era come una droga, la sua droga, difficile era entrare in overdose, ma facilissimo era arrivare all’astinenza in breve tempo.

    Baciò le sue labbra dischiuse, accarezzandogli il volto e le spalle. Il respiro stentava a regolarizzarsi e non era certo che fosse a causa dello sforzo appena compiuto. Due piccole lacrime gli solcarono impertinenti le guance.

    Il moro concluse il bacio e lo osservò confuso. Non era da Tom avere una simile reazione.

    “Che succede amore mio?” Chiese preoccupato.

    Il giardiniere sospirò, prima di sorridere sghembo e rispondere con un “nulla...” carico di significati.

    Era felice, e nonostante il futuro fosse più che incerto, quell’unica sicurezza per il momento poteva bastare.


    ***




    La vera fuga era cominciata solo allora per David. Era sfuggito ai poliziotti per un soffio, quando qualche giorno prima era stato svegliato nel cuore della notte da Hector che, avvertito da uno dei suoi innumerevoli amici che lavoravano al servizio della legge, gli intimava di raccogliere in fretta le sue cose e seguirlo. Tutto era già sistemato e David era pronto per iniziare una nuova vita con un’altra identità lontano da Los Angeles, ma non si sarebbe mai aspettato di dover fuggire come un vero criminale, braccato dalle forze dell’ordine.

    Ma forse, dopo le ultime vicende, cominciava a comprendere di essere davvero considerato tale.

    Con un aereo privato avevano raggiunto Montego Bay, notando con stupore che a pilotarlo era stata Rosa e da lì si era imbarcato su un volo per Isla de San Andres. Gli aveva fatto uno strano effetto sentire la hostess augurargli buon viaggio, chiamandolo Signor Jordan, ma ci avrebbe dovuto fare ben presto l’abitudine se non voleva essere arrestato seduta stante.

    Era ora di pranzo quando era atterrato sull’isola colombiana ed era stato avvicinato da un uomo che all’apparenza sembrava un turista.

    Trevor Jordan?” Chiese con accento straniero.

    “S-sì... Chi sei?” Blaterò confuso.

    “Non aver timore, mi manda Hector, fai finta di conoscermi e seguimi.” Rispose, senza ammettere repliche.

    All’esterno del piccolo aeroporto un auto nera di grossa cilindrata era parcheggiata in strada pronta ad accoglierli.

    L’uomo gli prese la valigia dalle mani e la caricò nel bagagliaio, mentre lo invitava a salire. David obbedì guardingo, constatando di non poter comunque fare diversamente. Non conosceva nessuno in quel luogo che sarebbe diventato sua dimora per qualche tempo, per cui decise di fidarsi.

    “Ok.” disse il tipo entrando in auto e sedendosi a fianco del guidatore. “Ora puoi rilassarti Trevor. Io sono Tico, il fratello di Rosa e lui è Enrique, nostro cugino.” Continuò sorridendo.

    “P- piacere... di conoscervi...” Borbottò un po’ confuso, ma accennando un sorriso. In effetti quel ragazzo aveva gli stessi occhi della moglie di Hector, perchè non ci aveva fatto caso subito?

    “Sarai stanco. Ti accompagniamo subito a casa.”

    “Io... io ho una casa?” Chiese David, sempre più stupito.

    “Mi casa es tu casa.”
    Recitò il ragazzo. “Al momento con la Polizia di mezza America che ti cerca è meglio che tu non stia da solo. Devi averla combinata bella grossa, Trevor.” Lo prese in giro Tico, rimettendosi gli occhiali.

    David si agitò sul sedile posteriore a quelle parole, mentre l’odio per Bill e per quel giardiniere cresceva a dismisura. Un conto era leggere pettegolezzi sulle riviste di gossip, diverso era sentirlo dalla voce di qualcuno. Non aveva idea di quali e quanti reati fosse stato accusato in realtà, non era più riuscito a rintracciare Adam, ma sicuramente quello stronzo non si era risparmiato.

    Giunsero ad una sontuosa abitazione circondata da mura alte almeno quattro metri e un sistema di sorveglianza invidiabile.

    “Ti tratti bene.” Si lasciò sfuggire il manager, ammirato.

    Tico sorrise, guardando il cugino che alzò gli occhi al cielo divertito.

    In fondo, quel Trevor non era poi così male... Pensò quest’ultimo, lanciando un’occhiata furtiva verso il loro passeggero attraverso lo specchietto retrovisore.


    ***




    Norman battè il pugno sulla scrivania, facendo sussultare l’agente Frey seduto di fronte a lui.

    “DA COSA DEDUCONO CHE È FUGGITO?!” Ringhiò fuori di sè. Ronnie lo osservava allibito, non aveva mai visto il suo capo uscire dai gangheri a quel modo. Erano proverbiali infatti la sua calma e la sua pacatezza. Doveva tenere particolarmente a quel caso se il mancato arresto di Jost lo faceva così incazzare.

    “A casa di Hector e Rosa Gomez non hanno trovato nessuno, a parte il personale di servizio, la baby sitter e il loro figlio di pochi mesi. Sembra che siano partiti per-” Tentò di spiegare l’agente.

    “LASCIANDO IL LORO FIGLIO A CASA?!” Lo interruppe Daniel, inspirando profondamente.

    “Non lo so Ispettore, mi dispiace....” Rispose mesto Frey.

    “Chiamo Thompson, forse potrà dirci qualcosa di più preciso.”

    “L’ho appena sentito io. I Gomez sono andati a Montego Bay con il loro aereo privato.” Lo informò Ronnie.

    “E CHE ASPETTAVI A DIRMELO?!” Gridò Norman, rosso in volto.

    “Ispettore, se mi lascia parlare...” Azzardò l’uomo.

    “Parla, allora.” Sbuffò rassegnato.

    “Gli uomini di Thompson hanno interrogato il personale in servizio all’aeroporto la notte scorsa . Hanno autorizzato il decollo dell’aereo privato di Gomez alle 01.15 per Montego Bay.”

    “E perchè a quell’ora?”

    “Sembra che non siano infrequenti le loro partenze ad orari inconsueti. Rosa Gomez adora pilotare l’aereo di notte.”

    “Come scusa? Mi stai dicendo che il pilota era Rosa?”

    “Ehm... sì, Ispettore.”

    “E magari sono atterrati direttamente in una piantagione di marjiuana?” Chiese sarcastico Norman.

    Ronnie increspò le labbra in quello che poteva assomigliare ad un accenno di sorriso, ma subito ritornò serio. “Sono arrivati alle 06.02, sono scesi dall’aereo e in auto si sono diretti verso il centro della città.” Spiegò Ronnie.

    “Erano soli?”

    “A quanto pare sì... dall’aereo sono stati scaricati parecchi scatoloni. Al controllo, il contenuto si è rivelato essere generi di prima necessità e giocattoli destinati ad un istituto per bambini orfani della città.”

    “Non sapevo che Hector si fosse redento fino a quel punto.” Commento Norman. “ Ma allora quel bastardo di Jost?”

    “Forse Adam Rossman ci ha mentito.” Azzardò l’agente.

    “Rossman è un cagasotto e ora è in prigione, non credo proprio che abbia mentito. Piuttosto l’autista dell’autobus che ha detto di aver trasportato qualcuno che poteva assomigliare a Jost, che poi è salito su un auto di grossa cilindrata con a bordo qualcuno che poteva assomigliare a Hector Gomez, alla stazione di Tampa.”

    “Crede che si possa trattare di un mitomane?”

    “Non credo più a niente Ronnie. Avresti mai pensato che Jost potesse abusare del suo figlio adottivo?”




    N.D.A.: La mia Socia nonchè Beta mi ha detto che le è sembrato di assistere ad una puntata di un poliziesco ricca di azione e suspance, spero sia così anche per voi!


    Edited by *billaly* - 8/7/2011, 18:31
     
    Top
    .
  9. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Che ansia e che casino,pensi de capicce qualcosa poi alla fine torni da capo a dodici :eh: xD



    Una curiosità:ma Bill quando se leva il gesso?
     
    Top
    .
  10.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Nel prossimo capitolo.

    Grazie Cri per aver letto: :wub:
     
    Top
    .
  11. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Evvai xD

    Comunque davvero,più ce capisci qualcosa più ce capisci di meno,manco Poirot o la Signora in Giallo xD
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Doveva essere una fic ed è diventata un poliziesco!
     
    Top
    .
  13. NeideLunare
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    E specifichiamo, non un poliziesco alla Rex, ma alla Criminal Minds! xD

    Io ti ho già detto tutto: betare questa fic è proprio un piacere <3
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Grazie Socia!
    *Gongola sfacciatamente per il complimento*
     
    Top
    .
  15. °Ric@
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Mhhhh....mhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh.....mhhhhhhh,sì,muggisco!C'ho l'ansia perchè lo sò che il maledetto a breve colpirà...mhhhhhhhhhhhhhhhhhh m45
     
    Top
    .
1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28634 views
  Share  
.