Angels don't fly

Finita

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Se ameranno,saranno intelligenti ecc. ma Tom una frase del genere se la poteva e doveva risparmiare.
    Per scusarsi non basterà solo un misero "scusa" o un bacetto o che altro,deve e dovrà penare.
     
    Top
    .
  2. PinaKaulitz88
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Cioè o.O ma Tom è proprio un deficiente!
    Come diavolo gli è venuto in mente di dire quelle cose a Bill!?
    Posso capire il suo non essere d'accordo con la scelta di parlare ai media della loro relazione, però da qui a ferirlo in quel modo ce ne vuole... E ce ne vorrà pure per essere perdonato! Ben gli starà!
     
    Top
    .
  3.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Tutte che ce l' hanno con Tom!

    Pina grazie per aver letto! **
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

    Group
    Member
    Posts
    39,162
    Location
    arcadia

    Status
    Anonymous
    Beh...si percepisce un po' il nervosismo da parte di entrambi. Anche perché tra poco Bill metterà la sua vita sotto agli occhi di tutti. Non è facile, parlare al modo, degli anni passati, in cui Jost lo ha sfruttato.
    Tom anche lo capisco, lui è un ragazzo ''normale'' e tutta questa popolarità lo intimorisce.
    Non vuole che si parli della loro storia nei giornali e ha ragione quando dice che poi l'attenzione sarà riversato su quello e non su cose piu' importanti'' come la manipolazione di Jost su di un minorenne.
    L'aria è elettrica e le parole escono senza che uno ci rifletta attentamente. Grazie Ale :wub:
     
    Top
    .
  5.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Hai colto il punto Lou. Tom non ha usato certo tatto, però i suoi timori sono proprio quelli.
    Grazie per aver letto! <3
     
    Top
    .
  6. barby's
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Riesco a comprendere il disagio di Tom, perchè lui non è un personaggiio pubblico e non accetta che la sua vita privata venga resa pubblica, non è che si vergogna della sua relazione, semplicemente è una persona riservata... Ma Tom sapeva benissimo chi fosse Bill, quindi in un certo senso se lo sarebbe dovuto aspettare, diciamo che si è dimostrato un pò egoista, pensando solo al suo bisogno di riservatezza, ma Bill ha tutt'altri bisogni! Vederli cosi non mi piace affatto!
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Tom è una persona normale e forse ha sbagliato a pensare che anche Bill in un certo senso volesse tornare ad esserlo. Il fatto poi di esser stato coinvolto senza possibilità di replica lo ha scosso e reso impotente di fronte ad un destino non voluto. Entrambi sono motivati a perseguire obiettivi diversi e mentre uno cerca un sistema per continuare a vivere serenamente, l'altro ne cerca uno per non affogare definitivamente.


    Grazie del commento Barbara! **
     
    Top
    .
  8. destinazionwth
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Mmmm...BE'? :)
    Scrivi!
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Sì sto scrivendo Alex...
     
    Top
    .
  10. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    image image
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Oggi direi di postare se la mia Socia riesce a betarmi il chap!
     
    Top
    .
  12. NeideLunare
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    “ Tu pretendi di essere aiutato, ma in fondo non ascolti nessuno.” Sibilò.

    Mi dispiace per Bill, ma Tom c'ha ragione. Comunque ti beto subito l'altro! :)
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Grazie Socia!! **
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Capitolo 33




    L’orgoglio è insapore, incolore e immisurabile. Tuttavia è la cosa più difficile da mandar giù.
    Anonimo




    L’auto di Samuel Harris si fermò davanti la casa di Alex. Finalmente aveva trovato il coraggio di parlarle e lei aveva accettato di buon grado il suo invito a pranzo. Stimava il suo primario, era un ottimo medico e, perché no, anche un bell’uomo. Si era sentita bella e desiderata dopo tempo immemore e la sua corte era davvero galante.

    Pioveva a dirotto e il temporale non accennava a diminuire di intensità. Alex sospirò, sorridendo all’uomo che, a pochi centimetri da lei, la osservava quasi intimidito. Gli piaceva molto quella donna, la cui riservatezza viaggiava di pari passo con la simpatia. Aveva parlato poco di sé, ma dalle poche notizie apprese, erano chiare la passata sofferenza e la notevole forza d’animo che l’avevano indotta a non lasciarsi sopraffare dagli eventi e a continuare a sorridere alla vita, come stava facendo in quel momento.

    “Grazie Samuel per il pranzo e l’ottima compagnia.” Esordì l’infermiera, sostenendo il suo sguardo per un attimo, per poi guardare fuori dal finestrino leggermente appannato.

    “Grazie a te Alexandra, sono stato davvero bene. Dovremo ripetere l’esperienza, tu che dici?” Rispose, stringendole delicatamente la mano e accarezzando distrattamente la fede nuziale che lei non aveva mai tolto.

    Alex avvertì lo stomaco contrarsi, solo suo marito la chiamava usando il suo nome per intero.

    “C-credo si possa fare Samuel, ma ora devo andare…” Disse imbarazzata, ritraendo gentilmente la mano. Diede un’altra occhiata fuori dall’auto, rimpiangendo di non aver portato un ombrello. Anche quei pochi passi che la dividevano dall’entrata sarebbero stati deleteri. Fu allora che vide qualcosa muoversi davanti al cancello chiuso, sotto la pensilina, o meglio qualcuno.

    “C’è qualcuno al cancello.” Esclamò, cercando di mettere a fuoco la sagoma attraverso le mille gocce sul vetro. Harris si sporse per osservare meglio.

    “Ti accompagno.” Disse risoluto, aprendo la portiera e girando attorno all’auto per aprire poi quella di Alex.

    Una pioggia torrenziale li investì, inzuppandoli completamente in pochi istanti. Corsero sotto la pensilina, anche se un certo timore albergava in entrambi. Si fermarono davanti a quella figura che rannicchiata in un angolo cercava riparo. Anche se bagnato come un pulcino era ora riconoscibilissimo, quei lunghi capelli neri erano inconfondibili: che ci faceva lì Bill Kaulitz?

    Samuel guardò interrogativo Alex che si strinse nelle spalle e si chinò su di lui. Il moro tremava per il freddo e l’umidità che gli era penetrata nelle ossa, doveva esser lì da parecchio tempo considerato il suo colorito violaceo quel rigido torpore che si era impadronito di lui. La donna fece cenno al medico di aiutarla a portarlo in casa, aveva bisogno di un bagno caldo e abiti asciutti.

    Il cantante si lasciò condurre all’interno dell’abitazione senza opporre resistenza. Sebbene non avesse contemplato la presenza di Harris, gli fu grato per averlo praticamente sollevato di peso da quell’angolo bagnato per poi depositarlo in salotto, sul divano.

    “Che è successo Bill?” Chiese premurosa Alex, avvolgendolo in un morbido asciugamani.

    “N-niente…” Sussurrò, guardandola in sottecchi.

    “Vi lascio soli.” Intervenne Samuel, sentendosi improvvisamente di troppo. Quel ragazzo aveva bisogno sì di parlare, ma non di certo in sua presenza. Alex gli aveva accennato al suo ritrovato ruolo di psicologa con il giovane cantante, anche se nutriva un sincero affetto nei suoi confronti.

    L’infermiera lo accompagnò solerte alla porta, dispiaciuta che il loro incontro fosse terminato in quella maniera. Il medico di rimando le sorrise, baciandole leggermente il dorso della mano ancora umida.

    “Ci vediamo domani Alex. Abbi cura di lui, ha bisogno di figure stabili nella sua vita.” Disse prima di correre nella pioggia. La donna sospirò e ritornò in salotto, dove trovò Bill semiaddormentato.

    Povero piccolo.” Disse piano, accarezzandogli i capelli appiccicati al volto. Il moro aprì gli occhi e le sorrise debolmente, prima di rimettersi seduto.

    “Ti ho bagnato tutto il divano.” Borbottò mesto.

    “E’ di pelle, basterà passare sopra un panno asciutto. Tu piuttosto devi toglierti questi abiti bagnati o ti prenderai una polmonite!” Lo esortò, senza dargli possibilità di replicare. Lo invitò ad andare in bagno a farsi una doccia bollente. Lei avrebbe provveduto a cercare qualche indumento che potesse andargli bene.

    Lasciò che il getto caldo scorresse su di lui fino a scottargli la pelle, non voleva più pensare, non voleva più aver niente a che fare con Tom. L’aveva ferito nella peggiore delle maniere, mettendo in dubbio la sua parola. Aveva pensato solo a se stesso e al suo piccolo mondo borghese, dove ogni cosa trovava sempre sua giusta collocazione. Beh, che rimanesse pure con le sue convinzioni, lui avrebbe continuato la sua battaglia da solo. Avrebbe atteso con pazienza che David fosse arrestato per sputargli addosso tutto il suo rancore e veleno e poi sì, lui avrebbe ricominciato una nuova vita, lontano da tutto, dai clamori e da tutte quelle persone che volevamo fargli del male.

    Nuove lacrime si mischiarono all’acqua, lavando via quella verità alla quale neppure lui credeva. Il reale problema era il senso di colpa per aver reso possibile quel rapporto insano e malato con il suo manager. Provava schifo e vergogna per essersi reso complice e purtroppo consenziente che lui lo volesse o meno. Per cinque anni aveva sopportato i soprusi di quell’essere senza, in fondo, ribellarsi mai veramente. Che razza di persona era? Tom forse non aveva tutti i torti a pensare che preferiva scopare con lui piuttosto che vivere la sua giovinezza.

    Chiuse il rubinetto, mentre il suo petto veniva scosso da nuovi singhiozzi. Sentiva crescere in lui la necessità di gridare, ma l’ultimo barlume di lucidità glielo impedì: Alex si sarebbe sul serio spaventata a vederlo così disperato. Si strinse nell’accappatoio e avvolse un asciugamani sui capelli a mò di turbante, sedendosi poi sul bordo della vasca e imponendosi la calma, per regolarizzare così il respiro.

    Il leggero bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri, si asciugò il volto con la manica dell’accappatoio e andò ad aprire. Anche Alex si era cambiata ed ora indossava una tuta da jogging.

    “Tieni, credo che la mia misura sia anche la tua, almeno in larghezza.” Esordì porgendogli una maglietta e un vecchio paio di calzoni di felpa tagliati al ginocchio. Prese poi i suoi abiti bagnati e li mise nell’asciugatrice.

    “Non mi vuoi parlare di quello che è successo?” Chiese dolcemente. Bill aveva voglia di sfogarsi, lo sentiva, ma sicuramente qualcosa lo bloccava.

    “Io…Alex cosa pensi realmente di me?” Domandò a bruciapelo. Fino a dove arrivava la sincerità delle persone?

    “In che senso?”

    “Esiste più di un senso?” chiese ancora, confuso.

    “Bill io ti conosco da poco, ma credo tu sia una persona eccezionale. Hai solo bisogno di esser spronato a vivere e a liberarti di tutti i tuoi fantasmi.” Rispose pacata.

    “Credi che a me piacesse andare a letto con David?” Perché era così importante saperlo?

    “Non lo so Bill, solo tu hai la risposta, anche se sono convinta che per un ragazzino di sedici anni possa esser facile confondere la riconoscenza con l’amore.”

    “Tom non vuole che la nostra relazione diventi di dominio pubblico.” Disse cambiando discorso.

    Alex sospirò, il suo comportamento era tipico di chi non voleva affrontare la verità.

    “Mi sembra un po’ tardi per recriminare, visto che vi hanno già fotografato insieme.”

    “Appunto! Ma lui pensa che confermare la nostra storia distolga il pubblico e i media dal vero problema, e cioè l’arresto di David.” Esclamò con veemenza il moro.

    “E non sarebbe un bene forse?”

    “Non lo so Alex, io non so più niente…” Rispose con la voce ora incrinata.

    Alex si avvicinò e si sedette di fianco a lui sul bordo della vasca. Inutile negarlo, quel ragazzo suscitava in lei forti sentimenti e un innato istinto di protezione nei suoi confronti. Gli circondò le spalle con il braccio e lasciò che lui posasse il capo su di esso. Lo sentì deglutire rumorosamente, come per ricacciare indietro le lacrime.

    “Se avessi avuto una famiglia, tutto questo non sarebbe successo…” Lo sentì bisbigliare, prima di abbracciarla con forza e nascondere il volto tra i suoi capelli.

    La donna gli accarezzò il capo e lasciò che lui si sfogasse. Avrebbe voluto dirgli che non sempre la famiglia era in grado di proteggere i figli dagli eventi spiacevoli, ma il suo era un caso proprio limite, nessuno lo aveva mai protetto, se non per interesse.

    ***




    Tom corse al riparo sotto il portico di casa, scrollandosi poi di dosso l’acqua dai cornrows come se fosse un cane. Il temporale si stava trasformando in un vero e proprio nubifragio ed erano stati sufficienti pochi metri per bagnarlo completamente. La strada davanti la sua abitazione sembrava un torrente in piena e dalle sue sneakers usciva acqua. Se le tolse e rovistò nelle ampie tasche dei suoi jeans in cerca delle chiavi di casa. Era sicuro di averle prese, per Dio, dove potevano esser finite?

    La porta alle sue spalle improvvisamente si aprì, facendogli prendere un colpo. Che cazzo ci faceva Simone lì?

    “Mamma! Che è successo? Che ci fai qui?” Odiava ricevere visite non annunciate.

    “Lo chiedo a te questo. Mi spieghi che significano queste fotografie? Quando mi hai rivelato che ti vedevi con qualcuno, non credevo fosse un Bill Kaulitz qualunque!” Esclamò, colpendolo con il giornale sul naso.

    “Mamma ti posso spiegare…” Bofonchiò imbarazzato.

    “Sono qui per questo!” Rispose tirandolo in casa per un braccio.

    “Levati questi vestiti, sei fradicio!” Lo rimproverò, togliendogli la t-shirt senza troppi complimenti. Da tempo non la vedeva così arrabbiata, forse l’ultima volta era stato quando lo aveva beccato a fumare, appunto…

    “Simone, la smetti? Non sono un bambino, ci arrivo da me a capire che devo mettermi degli abiti asciutti, mi lasci respirare?” Brontolò, strappandogli la maglietta dalle mani.

    La madre si avvicinò a lui per scrutargli il petto, eh sì doveva ammettere di aver procreato un gran bel figliolo, ma non ricordava che avesse una voglia violacea appena al di sotto della clavicola sinistra e…

    “THOMAS TRUMPER COS’È QUESTO, UN SUCCHIOTTO?!” Gridò, puntandogli il dito contro. Tom diventò paonazzo e si coprì alla meglio il torace, pregando che sua madre non scoprisse mai dove fossero stati lasciati gli altri inconfondibili segni del passaggio di Bill sul suo corpo.

    “MAMMA! Ma sei impazzita? Da quando la mia vita sentimentale ti preoccupa a tal punto da piombare qui senza preavviso, nel bel mezzo del diluvio universale?” Esclamò impettito.

    “Da quando tu, dopo esser apparso su questa rivista in teneri atteggiamenti con il ragazzo che hai strappato da una morte certa un paio di settimane fa, non rispondi alle mie chiamate!” Simone si accasciò sul divano come sgonfiata, possibile che suo figlio fosse diventato così insensibile?

    Tom prese fuori dalla tasca dei jeans il cellulare, che scoprì ovviamente privo di vita.

    “Il cellulare ha qualche problema, a volta si spegne e…”

    “Thomas hai ventun’anni, vivi solo e gestisci un’attività, come pensi che possano comunicare con te le persone, se sei irreperibile? Devo comprartelo io un telefono nuovo?” Sbottò la madre incredula.

    “Hai ragione mamma, scusami… Appena smette di piovere ne andremo a comperare uno nuovo insieme.” Disse, cercando di ammansirla.

    “Chiama Gustav e digli che è tutto ok. Anche lui era preoccupato per te, sebbene mi avesse detto che eri con quel cantante.” Disse, porgendogli il suo I-phone nuovo di zecca.

    “Si chiama Bill e non è necessario usare questo tono di scherno.” La ammonì, prendendo il cellulare dalla sua mano. Simone fece spallucce e si diresse verso la veranda. Doveva esser parecchio importante quel Bill per suo figlio, se aveva lasciato i suoi fiori, a cui teneva come fossero esseri umani, fuori, esposti ad ogni genere di intemperia.

    “Ecco fatto mamma, è tutto sistemato. Gustav è avvisato e ora se non ti dispiace, andrei a farmi una doccia.”

    “Ti aspetto. Credo che tu debba darmi qualche spiegazione.” Affermò Simone.

    Tom la guardò di sbieco prima di scomparire nel bagno. Si tolse i jeans e i boxer e contemplò il vistoso succhiotto sul basso ventre. Il sorriso che alzò gli angoli della sua bocca non durò che qualche istante. Aveva trattato malissimo Bill e il solo pensiero di avergli procurato altro dolore, gli provocò una fitta al cuore. Non sapeva neppure lui come avessero potuto uscirgli dalla bocca simili parole, ma ormai la frittata era stata fatta. Il cantante aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiato. L’aveva umiliato e offeso e non si sarebbe stupito se non avesse più voluto aver a che fare con lui.

    “Io ti amo Bill e vorrei solo vivere in pace con te...” Sussurrò nel silenzio della stanza. Aprì il rubinetto e lasciò che il getto gelido lo investisse come a punirlo per la sua avventata stupidità.


    ***




    Alex porse l’ennesimo fazzoletto a Bill e si alzò dal divano. Piangere e sfogarsi era stato sicuramente liberatorio, ma ora era tempo di agire. Starsene a rimuginare sui tristi eventi che costellavano la sua giornata era inutile e sterile.

    “Ok, Tom si è comportato male con te e certe parole non avrebbe nemmeno dovuto pensarle, però ormai è successo, che ti serve continuare a dire che sei arrabbiato con lui? Questo tuo piangerti addosso non risolverà il problema.” Affermò, dopo aver ascoltato il fiume di parole fuoriuscito dalla bocca del cantante.

    “Sì, ma lui…” Borbottò Bill in sua difesa.

    “Sì, ma lui un corno! Prendi il telefono e chiamalo! Chiarisci la vostra situazione e digli chiaramente ciò che desideri da lui! Parlare per enigmi e pretendere soluzioni impossibili non gioverà certo al vostro rapporto!” Incalzò la donna.

    “Se spera che sia io a fare il primo passo, può fare anche la muffa! Lui ha sbagliato e lui dovrà chiedermi scusa!” Esclamò il moro indignato.

    “Benedetto ragazzo, quand’è che imparerai come funziona nel mondo reale? Siete due uomini per Dio, non due bimbetti che si sono rubati la merenda all’asilo! Sono convinta che lui in questo momento si senta l’essere più stupido della Terra, perché infierire?”

    Bill le gettò uno sguardo, per quanto possibile, carico d’odio. Non aveva la benchè minima intenzione di cedere questa volta.

    “Io non voglio comportarmi come una bambino, ma è lui questa volta ad aver sbagliato e io non farò il primo passo. Non posso pretendere che Tom capisca e approvi il mio mondo, ma viceversa non può pensare che il suo sia l’unico in cui è possibile vivere. Io sono, per mia sfortuna famoso, ho una storia alle spalle che nutrirà quei lupi famelici là fuori per settimane e volente o nolente, chi mi vorrà stare vicino dovrà farsi carico anche di questo!” Affermò sicuro.

    “Come vuoi tu, allora…” Rispose semplicemente Alex, arrendendosi.

    “Alex, non prenderla come una mancanza di rispetto nei tuoi confronti, ma io non posso passar sopra al fatto che lui mi abbia accusato di aver voluto il rapporto con David!” Esclamò con forza, battendo il pugno sul bracciolo del divano.

    “Ti chiederò solo un’ultima cosa Bill: preferiresti passare il resto della tua vita a descrivere il tuo manager come il mostro che in effetti è o ammettere finalmente a te stesso che nonostante ti abbia obbligato a fare sesso con lui, tu non riesci ad odiarlo?” Il moro impallidì, pietrificato da quella domanda fatta a bruciapelo.

    “Hai mai sentito parlare della Sindrome di Stoccolma?”


    ***




    David aprì la portiera della lussuosa auto e si sistemò al posto del passeggero. Al suo fianco Hector lo guardò salutandolo poi accennando un sorriso sghembo.

    Bienvenido, hombre! Pensé que no podría haberlo hecho. La policía está buscando a usted, y su protegido ha sido fotografiada con un nuevo novio!” **Esordì, porgendogli la rivista incriminata.

    David sfogliò le pagine velocemente fino ad arrivare all’articolo cui faceva riferimento l’amico. Sentì il gusto agrodolce della vendetta nella sua bocca.

    Quel Tom Trumper era ormai una presenza fissa nella vita di Bill, doveva trovare il modo per eliminarlo definitivamente.



    N.D.A. Non so lo spagnolo, spero che la frase pronunciata da Hector sia corretta!
    **Benvenuto uomo! Credevo che tu non ce l'avresti fatta. La polizia ti sta cercando e il tuo protetto è stato fotografato con un nuovo ragazzo!


    Edited by *billaly* - 18/6/2011, 13:46
     
    Top
    .
  15. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Non sapeva neppure lui come avessero potuto uscirgli dalla bocca simili parole, ma ormai la frittata era stata fatta. Il cantante aveva tutte le ragioni del mondo per essere arrabbiato. L’aveva umiliato e offeso e non si sarebbe stupito se non avesse più voluto aver a che fare con lui.

    Intelligente il ragazzo u.u
    CITAZIONE
    Lui ha sbagliato e lui dovrà chiedermi scusa!”

    Azzo!!
    CITAZIONE
    Non aveva la benchè minima intenzione di cedere questa volta.

    Tira fuori le palle :rox:
    CITAZIONE
    Quel Tom Trumper era ormai una presenza fissa nella vita di Bill, doveva trovare il modo per eliminarlo definitivamente.

    Adesso comwe adesso darei una mano a Dada.
     
    Top
    .
1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28634 views
  Share  
.