Angels don't fly

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  1. PinaKaulitz88
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    CITAZIONE (;Reden™ @ 31/5/2011, 01:03) 
    CITAZIONE (PinaKaulitz88 @ 29/5/2011, 21:31) 
    Quoto in tutto e per tutto il commento della gemella :tet:
    Anche io voglio - anzi pretendo XD - l'happy ending!

    E io riquoto e ci aggiungo anche un: DAI CAZZO!

    Essu che le cose si sistemanoooooo!!
    David deve affogarci, nella mancanza di soldi -.-

    :rox: :rox: :rox: :rox: :rox: :rox: :rox: :rox: :rox: :rox:
     
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    Grazie Alex!!

    Devi togliermi una curiosità, sono un pò sdonda: Ma Dorotea è tua figlia?
     
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  3. barby's
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  4. Capricorn2187
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    Sto aspettando il chap betato.
     
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  6. barby's
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    CITAZIONE (*billaly* @ 2/6/2011, 13:39) 
    Sto aspettando il chap betato.

    :applauso:
     
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  7. •MiQi.
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    E ricominciano i guai...
    mmh quindi elisabeth sarebbe la moglie dell'uomo ucciso da david?
    o.O che c'entra Bill!
    anyway bellissimi capitoli il 28 e il 29!
     
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  8. NeideLunare
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    CITAZIONE (*billaly* @ 2/6/2011, 13:39) 
    Sto aspettando il chap betato.

    My bad, se dovete fucilare qualcuno, è colpa mia ç__ç
     
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    Elisabeth era la compagna dell' uomo che John ha involontariamente ucciso per salvare David.
    Bill non c'entra nulla, è solo una coincidenza...

    Socia ti perdono, mi sono connessa da poco!


    Capitolo 31

    Più contempli un pericolo, meno ti piacerà.
    Affrontalo con decisione e ti accorgerai che non è poi così brutto come sembra.
    Anonimo




    Bill si stava rilassando sotto il tocco sapiente delle mani ruvide di Tom. La tensione alla schiena stava svanendo, per lasciare il posto ad un dolce torpore, la mente si stava svuotando dai cupi pensieri. Non doveva avere paura, era circondato da persone che non lo avrebbero abbandonato alla prima avvisaglia di pericolo, che lo avrebbero sostenuto ed aiutato a rimanere a galla in acque che presto si sarebbero fatte molto insidiose.

    Il giardiniere gli baciò languido le spalle, facendolo rabbrividire, e Bill lo esortò a continuare con il massaggio emettendo un sospiro che assomigliava più ad un miagolio soddisfatto.

    Tom sorrise, era felice di esser riuscito a farlo rilassare. Inoltre la sua pelle liscia e incredibilmente morbida al tocco era così eccitante! Avrebbe continuato ad accarezzarlo per ore, non fosse stato per il fatto che tutto ciò gli stava procurando un certo rimescolio all’addome, preludio di ben altro. Si abbassò nuovamente e gli passò la lingua tra le scapole, facendolo sussultare e poi ridere.

    “Mi fai il solletico,” borbottò il moro, cercando di cambiare posizione e mettersi così supino. Tom non era certo un colosso, ma il suo fisico asciutto sembrava pesare una tonnellata seduto appena al di sotto dei suoi glutei.

    Bill si dimenò cercando di spostarlo con scarsi risultati. Tom si sdraiò su di lui, sovrastandolo completamente ed impedendogli così ogni movimento. Prese a solleticare con baci leggeri il collo e il viso del moro, mentre questo cercava in ogni modo di sfuggirgli, continuando a ridere fino a rimanere senza fiato.

    Gli piaceva giocare con Tom, era una sensazione un po’ nuova ed infinitamente appagante. Non c’era nessuna urgenza e nemmeno un epilogo obbligato in tutto questo. Era puro piacere di sfiorarsi, di bearsi di piccoli, stupidi, dolci gesti che solo un sentimento profondo poteva generare. Sentiva il cuore colmarsi della sua essenza ogni singolo secondo che passava e questa sensazione gli dava un’incredibile energia. Dipingeva il suo mondo di colori sgargianti, lasciando che il grigiore sbiadisse fino a dissolversi come una nuvola di vapore, era come ritornare sul serio alla vita. Una vita che valeva la pena di vivere, qualunque fossero stati gli ostacoli da superare.

    Avrebbe ricominciato da zero ma con lui al suo fianco, e questo sarebbe stato sufficiente per esser in grado di affrontare ogni avversità.

    Riuscì ad afferrare qualche treccina e le trattenne con misurata forza.

    “Fermati, devo dirti una cosa importante!” Esclamò, ritornando serio.

    Tom arrestò il suo romantico assalto e allentò la presa quel tanto da permettere al moro di girarsi sul fianco. I loro nasi si sfioravano e gli occhi faticavano a mettere i loro bei visi a fuoco data la vicinanza. Bill gli baciò le labbra, accarezzandogli la guancia accaldata e poi l’incavo del collo.

    Come si poteva mettere in parole quella sensazione?

    Non aveva mai dedicato una canzone d’amore ad una persona reale. Gli prese la mano sinistra e se la posò sul petto, dove il suo cuore batteva impazzito. Tom lo guardò interrogativo, sorridendo dolcemente.

    “Vorrei dirti un milione di cose, ma credo che sia meglio che parli lui per me.” Sussurrò, arrossendo lievemente.

    Il giardiniere lo fissò con occhi grandi e Bill vi lesse dentro un turbine di emozioni, prima di riprendersi le sue labbra e baciarle come fosse la prima volta. Con reverente timore ed infinita dolcezza.

    “Ti amo.” Sussurrò Bill su di esse mentre una piccola lacrima brillava come un diamante, all’angolo dell’occhio destro di Tom.

    Era come rinnovare un’eterna promessa per l’ennesima volta, respirare la medesima molecola di ossigeno, nutrirsi dello stesso cibo, fondersi in un’unica entità.

    Rimasero abbracciati ad ascoltare il silenzio intorno a loro, rotto solamente dai battiti in sincrono dei loro cuori innamorati.


    ***




    L’ultimo autobus per Tampa era partito qualche minuto prima, lasciandolo a piedi. David imprecò a voce alta, mentre l’addetto alla biglietteria attendeva con impazienza che lui si levasse di torno per chiudere. Era già molto tardi e di certo non aveva intenzione di stare ad ascoltare gli improperi di quel soggetto arrogante.

    “Senta, il prossimo parte domattina alle cinque. Se vuole può fare ora il biglietto.” Lo informò con accondiscendenza l’ impiegato.

    “Io devo partire adesso!” Esclamò il manager, come se dovesse esserci obbligatoriamente un mezzo creato apposta per lui in quella polverosa cittadina.

    “Non ci sono autobus fino a domani mattina e quelli che questa notte passeranno di qui, non si fermeranno. La nostra è una piccola città.” Spiegò, cercando di mantenere la calma.

    David lo guardò torvo, infilando il denaro per il biglietto sotto alla divisoria e uscendo poi senza nemmeno salutare. Erano ormai le dieci di sera, guidare fino alla città successiva non avrebbe significato trovare la soluzione ai suoi problemi.

    Doveva parlare con Adam per chiedere se ci fossero novità. Lui era l'unico contatto che gli rimaneva con Los Angeles, sempre che non si fosse già fatto beccare. Ormai non si fidava più di nessuno!

    Entrò nella cabina telefonica accanto alla biglietteria e compose il numero dell’amico, per poi accorgersi che non c’era linea. Non voleva usare il cellulare per timore che potessero localizzare la chiamata, ma aveva necessità di sapere. Riappese con violenza la cornetta, la quale ricadde penzoloni.

    Un’auto si fermò a pochi metri da lui e vi uscirono un uomo di mezz’età e una ragazzina sui dodici anni. Si fermarono davanti al distributore automatico e lei prese una coca e un sacchetto di caramelle gommose.

    “Sei a posto ora, tesoro?” Chiese l’uomo sorridendole. Non era l’unico a cui piaceva la carne fresca evidentemente, pensò David con un ghigno.

    “Si papà andiamo o altrimenti mamma si preoccuperà.” Rispose la piccola, guardandolo con aria di sufficienza, mentre gli passava davanti, quasi gli avesse letto nel pensiero.

    David trovò improvvisamente interessante la punta delle sue scarpe, incapace di sostenere quello sguardo così innocente quanto severo.

    Tornò verso l’auto che aveva lasciato in un vicolo poco lontano e pensò al da farsi. Di rimettersi al volante e guidare nella notte non ne aveva la minima voglia. Era stanco e doveva in qualche modo riposarsi un po’. Abbassò lo schienale e dopo aver messo la sicura alle portiere, chiuse gli occhi. Quella città era molto polverosa, ma sembrava tranquilla.


    ***




    C’erano giornate in cui anche le notizie più drammatiche non sortivano nessun effetto sugli animi delle persone e giornate in cui anche la più piccola difficoltà assumeva proporzioni gigantesche. Bill era ormai abituato a quell’altalena emozionale che era diventata la sua vita, ma l’apprendere che le indagini di Norman non erano approdate a nessun risultato e che David era ancora quindi a piede libero, l’avevano gettato nella più cupa disperazione.

    “Non può essersi dissolto nel nulla!” Aveva esclamato, battendo il pugno sulla scrivania di Ben in preda all’ansia. Tom lo aveva invitato alla calma, facendolo arrabbiare ancora di più. Si era alzato dalla poltroncina e accesosi una sigaretta, aveva preso a percorrere a grandi passi nervosi i pochi metri a disposizione nell’ufficio dell’avvocato.

    “Potrebbe essere ovunque!” Tentò di spiegargli l’uomo supportato da Paul, “tuttavia, non andrà lontano. Sono state bloccate tutte le sue carte di credito e i conti bancari, messe sotto controllo le maggiori vie di fuga. Si tratta solo di aspettare.” Concluse accorato.

    “Aspettare? E che cosa? Che faccia un prelievo al bancomat? Secondo voi è stato così stupido da fuggire senza pararsi il culo?!” Sbottò incredulo. Su una cosa Ben doveva ammettere che il moro aveva ragione: di sicuro non era andato via da Los Angeles senza far provvista di denaro contante e senza avere una meta da raggiungere.

    “Norman ha fatto mettere sotto controllo tutti gli aeroporti, non gli sarà facile allontanarsi senza essere scoperto.” Lo informò l’avvocato.

    “Ci sono altri mezzi: auto, autobus, treni. Per quel che mi riguarda potrebbe già esser a migliaia di chilometri da qui!” Incalzò isterico.

    Tom si avvicinò a lui e lo prese per le spalle, guardandolo serio. Non sopportava quando perdeva il controllo, soprattutto in presenza di chi era lì per aiutarlo.

    “Smettila Bill, non risolverai nulla agitandoti e non è questo che mi hai promesso.” Gli sussurrò, premendo sulle sue esili clavicole. Il moro si zittì sul colpo, deglutendo. Forse non aveva tutti i torti e lui stava innervosendosi di brutto.

    Si divincolò dalla sua stretta e si rimise seduto, aspirando l’ultima boccata di tabacco prima di spegnere la sigaretta, per poi rovistare nella sua enorme borsa in cerca di una gomma da masticare.

    Tom sorrise debolmente ai due uomini e alzò gli occhi al cielo. Quella non era che un’insignificante vittoria e lui lo sapeva bene.

    Madison entrò nell’elegante ufficio dopo esser stata annunciata dalla segretaria di Ben. Teneva tra le mani una rivista e l’espressione dipinta sul suo volto, non era delle migliori.

    Com’era quel proverbio?

    Piove sempre sul bagnato.

    Posò il giornale sulla scrivania e attese in silenzio che i quattro leggessero l’articolo che occupava il paginone centrale. Le immagini di Bill e Tom, - avevano evitato di pubblicare quelle in cui apparivano in tenuta adamitica, lasciando che la signora Warren fosse l’unica spettatrice -, in teneri atteggiamenti facevano bella mostra di sé. Le didascalie che accompagnavano le foto e il titolo di testa avrebbero fatto uscire fuori dai gangheri chiunque, ma il moro si riscoprì suo malgrado a sorridere. Non tutti i mali venivano per nuocere in fondo.

    “David Jost ha i giorni contati?
    Bill Kaulitz sembra aver trovato l’amore sul fondo dell’oceano. Thomas Trumper è forse il nuovo compagno dell’idolo del pop americano?”


    Bill scoppiò a ridere, suscitando la sorpresa in chi stava intorno a lui. La sua capacità di cambiare repentinamente umore era ormai proverbiale. Il volto di Tom era paonazzo, mentre Paul e Ben scuotevano la testa perplessi.

    Madison si avvicinò al moro cingendogli le spalle con il braccio e chiedendogli il motivo di tanta ilarità.

    “Voi non conoscete proprio David. Non appena vedrà questo articolo sono sicuro che gli verrà un infarto! Non sopporta di esser preso in giro dalla stampa, è proprio ciò di cui avevamo bisogno! Chi ha scritto l’articolo?”

    “Mmh… Elisabeth Turner.” Rispose la rossa.

    Occhi di ghiaccio? Ho sempre sospettato che non si sarebbe accontentata della conferenza stampa.” Aggiunse Bill con un sospiro, “credi che acconsentirebbe ad incontrarmi? Vorrei che mi intervistasse.” Chiese poi alla donna.

    Tom lo guardò stralunato. Che gli era venuto in mente? Forse non aveva realizzato che in quelle foto non era solo?

    “Ehm… Bill, perché vuoi rilasciare un’intervista proprio a lei? E’ sempre stata abbastanza dissacrante nei nostri confronti.” Domandò il giardiniere quasi timoroso, “e poi in quelle foto ci sono anche io. Non pensi che avrei il diritto di dire la mia?” Continuò, cercando di rimanere calmo.

    “Non voglio alimentare i pettegolezzi su di noi, ma piuttosto confermare i loro sospetti. E' risaputo quanto una notizia certa perda automaticamente di interesse, la normalità non incuriosisce nessuno. Non darò il nostro rapporto in pasto ai giornalisti, però è indispensabile che la stampa stia dalla nostra parte e il giornaletto della Turner è uno dei settimanali di cronaca rosa e gossip più letti d’America.” Spiegò il cantante, “potremo fare un comunicato ufficiale sull’annullamento del tour e sul mio ritiro dalle scene e poi potrei rilasciare a lei un’intervista esclusiva in cui andrei a spiegare nel dettaglio i motivi di questa mia decisione. Racconterò la mia verità, prima che siano i media a farlo. ” Propose, compiaciuto dell’idea appena avuta.

    Mad lo guardò ammirata. Non lo aveva mai visto così sicuro di sè e determinato e questo era sicuramente una cosa positiva.

    Tom sospirò, non sapeva nulla di quel mondo e non era molto convinto che fosse una mossa saggia pubblicizzare la loro unione, ma d’altro canto ormai erano stati scoperti e negare l’evidenza non avrebbe giovato loro, però continuava a pensare che Bill non avesse tenuto conto minimamente della sua opinione. Si strinse nelle spalle risentito e si mise seduto su di una sedia in disparte. Lui non era che una figura a margine.

    Truman si grattò il mento pensieroso, erano molteplici i punti da prendere in considerazione, ma non era una cattiva idea cercare di prendere in mano le redini della situazione. La stampa si sarebbe comunque scatenata, ma una sua dichiarazione rilasciata ancor prima che la notizia della denuncia ai danni di Jost venisse divulgata ufficialmente, avrebbe spento gli entusiasmi. Se Bill doveva esporsi, tanto valeva pilotare l’opinione pubblica in loro favore.

    “Credo sia una cosa fattibile.” Affermò l’avvocato, mentre anche Soleman sembrava approvare.

    “Bene.” Disse Madison, “prenderò contatti quanto prima con la Turner, sperando voglia questo scoop.”

    “Certo che lo vorrà! Sono certo che ti implorerà di averlo!” Rispose il moro con rinnovata sicurezza.

    David, era certo, sarebbe morto di crepacuore.
     
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  10. Capricorn2187
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    Bill si stava rilassando sotto il tocco sapiente delle mani ruvide di Tom. La tensione alla schiena stava svanendo, per lasciare il posto ad un dolce torpore, la mente si stava svuotando dai cupi pensieri. Non doveva avere paura, era circondato da persone che non lo avrebbero abbandonato alla prima avvisaglia di pericolo, che lo avrebbero sostenuto ed aiutato a rimanere a galla in acque che presto si sarebbero fatte molto insidiose.

    Il giardiniere gli baciò languido le spalle, facendolo rabbrividire, e Bill lo esortò a continuare con il massaggio emettendo un sospiro che assomigliava più ad un miagolio soddisfatto.

    Tom sorrise, era felice di esser riuscito a farlo rilassare. Inoltre la sua pelle liscia e incredibilmente morbida al tocco era così eccitante! Avrebbe continuato ad accarezzarlo per ore, non fosse stato per il fatto che tutto ciò gli stava procurando un certo rimescolio all’addome, preludio di ben altro. Si abbassò nuovamente e gli passò la lingua tra le scapole, facendolo sussultare e poi ridere.

    “Mi fai il solletico,” borbottò il moro, cercando di cambiare posizione e mettersi così supino. Tom non era certo un colosso, ma il suo fisico asciutto sembrava pesare una tonnellata seduto appena al di sotto dei suoi glutei.

    Bill si dimenò cercando di spostarlo con scarsi risultati. Tom si sdraiò su di lui, sovrastandolo completamente ed impedendogli così ogni movimento. Prese a solleticare con baci leggeri il collo e il viso del moro, mentre questo cercava in ogni modo di sfuggirgli, continuando a ridere fino a rimanere senza fiato.

    Gli piaceva giocare con Tom, era una sensazione un po’ nuova ed infinitamente appagante. Non c’era nessuna urgenza e nemmeno un epilogo obbligato in tutto questo. Era puro piacere di sfiorarsi, di bearsi di piccoli, stupidi, dolci gesti che solo un sentimento profondo poteva generare. Sentiva il cuore colmarsi della sua essenza ogni singolo secondo che passava e questa sensazione gli dava un’incredibile energia. Dipingeva il suo mondo di colori sgargianti, lasciando che il grigiore sbiadisse fino a dissolversi come una nuvola di vapore, era come ritornare sul serio alla vita. Una vita che valeva la pena di vivere, qualunque fossero stati gli ostacoli da superare.

    Avrebbe ricominciato da zero ma con lui al suo fianco, e questo sarebbe stato sufficiente per esser in grado di affrontare ogni avversità.

    Riuscì ad afferrare qualche treccina e le trattenne con misurata forza.

    “Fermati, devo dirti una cosa importante!” Esclamò, ritornando serio.

    Tom arrestò il suo romantico assalto e allentò la presa quel tanto da permettere al moro di girarsi sul fianco. I loro nasi si sfioravano e gli occhi faticavano a mettere i loro bei visi a fuoco data la vicinanza. Bill gli baciò le labbra, accarezzandogli la guancia accaldata e poi l’incavo del collo.

    Come si poteva mettere in parole quella sensazione?

    Non aveva mai dedicato una canzone d’amore ad una persona reale. Gli prese la mano sinistra e se la posò sul petto, dove il suo cuore batteva impazzito. Tom lo guardò interrogativo, sorridendo dolcemente.

    “Vorrei dirti un milione di cose, ma credo che sia meglio che parli lui per me.” Sussurrò, arrossendo lievemente.

    Il giardiniere lo fissò con occhi grandi e Bill vi lesse dentro un turbine di emozioni, prima di riprendersi le sue labbra e baciarle come fosse la prima volta. Con reverente timore ed infinita dolcezza.

    “Ti amo.” Sussurrò Bill su di esse mentre una piccola lacrima brillava come un diamante, all’angolo dell’occhio destro di Tom.

    Era come rinnovare un’eterna promessa per l’ennesima volta, respirare la medesima molecola di ossigeno, nutrirsi dello stesso cibo, fondersi in un’unica entità.

    Rimasero abbracciati ad ascoltare il silenzio intorno a loro, rotto solamente dai battiti in sincrono dei loro cuori innamorati.

    Non si può commentare,lo fa già da se :superlove: image
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    Un’auto si fermò a pochi metri da lui e vi uscirono un uomo di mezz’età e una ragazzina sui dodici anni. Si fermarono davanti al distributore automatico e lei prese una coca e un sacchetto di caramelle gommose.

    “Sei a posto ora, tesoro?” Chiese l’uomo sorridendole. Non era l’unico a cui piaceva la carne fresca evidentemente, pensò David con un ghigno.

    “Si papà andiamo o altrimenti mamma si preoccuperà.” Rispose la piccola, guardandolo con aria di sufficienza, mentre gli passava davanti, quasi gli avesse letto nel pensiero.

    David trovò improvvisamente interessante la punta delle sue scarpe, incapace di sostenere quello sguardo così innocente quanto severo.

    Pensa tu ome pò esse diventato,se vergogna de na bambina xD

    In alcuni momenti sembra che qualcuno si impossessi di Bill per il fatto dell'umore,è un qualcosa i inquietante xD
     
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    Bill non è certo psicologicamente stabile.

    Grazie per aver letto Cri!

    Dove sono finite le mie lettrici? :cry:
     
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  12. Capricorn2187
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    Dove sono finite le mie lettrici?

    :patpat:
     
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  13. barby's
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    Gli piaceva giocare con Tom, era una sensazione un po’ nuova ed infinitamente appagante. Non c’era nessuna urgenza e nemmeno un epilogo obbligato in tutto questo. Era puro piacere di sfiorarsi, di bearsi di piccoli, stupidi, dolci gesti che solo un sentimento profondo poteva generare. Sentiva il cuore colmarsi della sua essenza ogni singolo secondo che passava e questa sensazione gli dava un’incredibile energia. Dipingeva il suo mondo di colori sgargianti, lasciando che il grigiore sbiadisse fino a dissolversi come una nuvola di vapore, era come ritornare sul serio alla vita. Una vita che valeva la pena di vivere, qualunque fossero stati gli ostacoli da superare.

    premetto che non mi sono ripresa da venerdi, quindi non è facile articolare un commento sensato... la prima parte del capitolo è bellissima, hai descritto meravigliosamente un legame che si fortifica sempre piu', diventando amore... è una coppia che cresce giorno dopo giorno, una coppia che sa dosare intimità, erotismo, complicità e gioco... Bill aveva bisogno per crescere di un legame vero e solido, di un legame che cresce con lui e gli fa battere il cuore all'impazzata... ora è pronto a tutto per vendicarsi, speriamo che non si esponga troppo per raggiungere il suo obiettivo...

    Edited by barby's - 5/6/2011, 17:38
     
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    premetto che non mi sono ripresa da venerdi

    Problemi di salute o sanità mentale dopo i MUZ?

    Se è la seconda opzione, ti dirò che io sono ancora in preda a follia bimbominkiosa con scompenso ormonale indotto e irreversibile...

    Grazie per aver letto Barbara! <3
     
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  15. barby's
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    DECISAMENTE LA SECONDA e sono nella tua stessa condizione, se non peggio :olala:
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28635 views
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