Angels don't fly

Finita

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  1. corinne94
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  3. PinaKaulitz88
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    Siiiiiiiiiiiii
     
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  4. corinne94
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    Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii :D
    Aspettiamo con ansia!!!
     
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    Capitolo 30

    Non possiamo sapere cosa ci potrà accadere nello strano intreccio della vita. Noi però possiamo decidere cosa deve accadere dentro di noi,come possiamo affrontare le cose,
    e quale decisione prendere, e in fin dei conti è ciò che veramente conta.

    J. F. Newton





    Jason Stewart era stato fin troppo comprensivo, nonostante stesse andando contro i propri interessi. Era dispiaciuto che Bill volesse prendersi una pausa, ma d’altro canto, visto le ultime vicende, non poteva certo biasimarlo. Non era la prima volta che succedeva che un artista troppo sotto pressione andasse in tilt e, nonostante tutto, apprezzava il fatto che il moro avesse deciso di fermarsi prima che la situazione diventasse insostenibile.

    La porta per lui sarebbe sempre stata aperta a dispetto di chi lo riteneva un fenomeno pop costruito dalla casa discografica. Una pausa avrebbe significato prendersi del tempo per scrivere nuove canzoni per poi fare ritorno in grande stile. Stimava Bill dal punto di vista professionale, era un eccellente artista, serio e talentuoso. Di sicuro avrebbe potuto continuare la sua carriera anche senza il suo manager tra i piedi.

    Conosceva Jost da anni e nonostante fosse a conoscenza della sua propensione verso giovani aitanti e di belle speranze, mai si sarebbe immaginato che avesse abusato del suo pupillo.

    Stewart era un uomo vecchia maniera, uno di quelli che credeva ancora nelle persone e nella loro lealtà e, sotto quel punto di vista, il manager era stato una grande delusione. Aveva potuto leggere la sofferenza negli occhi di Bill, nelle sue parole accorate, e sperava quindi vivamente che Jost fosse assicurato alla giustizia il più presto possibile.

    Congedò il cantante e la sua assistente con la promessa che si sarebbero mantenuti in contatto. Bill lo ringraziò, certo che quello fosse solo un arrivederci; lui per primo non avrebbe mai pensato di essere costretto ad arrivare a tanto.

    Madison sospirò prendendo a braccetto il moro mentre percorrevano il lungo corridoio che portava agli ascensori. Avrebbe voluto parlargli, dirgli quanto fosse mortificata per non averlo potuto aiutare. Si augurò mentalmente che Bill avesse forza sufficiente per sopravvivere a tutto questo. Aveva conosciuto parecchi artisti e pochi erano stati in grado di risalire la china dopo batoste simili. Scendere dal treno in corsa era sempre un azzardo.

    Bill a sorpresa posò il capo sulla sua spalla e la donna lo abbracciò con fare materno. Lei era forte, -la vita non era stata molto generosa nei suoi confronti-, e se fosse stato possibile avrebbe voluto assorbire, alleviare e risparmiargli quel dolore.

    “Mad che devo fare con il tour?” La domanda giunse come un lampo a ciel sereno. Non avevano più un contratto discografico, ma da ciò non dipendevano le date dei live già fissate. Rimaneva da stabilire se il polverone mediatico che si sarebbe inevitabilmente scatenato di lì a poco, avrebbe compromesso definitivamente la psiche di Bill e la sua carriera. I giornalisti avrebbero avuto di che scrivere per giorni interi, ricamando sopra la notizia oltre il dovuto, traendo conclusioni affrettate e dando inizio ad una tempesta che non si sarebbe certo placata con la stessa velocità di un temporale estivo.

    “Dobbiamo scoprire innanzitutto a quali sanzioni andremo incontro se tu rinuncerai al tour. Se ne è sempre occupato David in prima persona e non mi stupirei che con la sua brama di potere avesse stipulato un contratto di prestazione artistica direttamente coi promoters, bypassandoti per quanto riguardava le decisioni importanti. In questo caso l’annullamento del tour decreterebbe la sua fine e non gli basterebbe una vita intera per risarcire i danni. Paul si è già attivato in tal senso e non dovrebbe esser difficile avere notizie a riguardo.” Spiegò Madison ad un Bill sempre più incredulo.

    “Quindi a me converrebbe annullare la tournèe e lasciarlo così nella merda!” Esclamò il cantante con rinnovato vigore.

    “In teoria sì, anche se non sarà così semplice e automatico. I suoi beni verranno presto confiscati e i conti bancari congelati. Lui è scomparso e sicuramente qualcuno verrà a bussare direttamente alla tua porta. Dobbiamo esser pronti anche a questo. Un tour come il tuo costa milioni di dollari e si sa che la gente non capisce più nulla quando si parla di denaro.” Disse in tono grave, non voleva esser ambasciatrice di cattivi presagi, ma non voleva nemmeno dare troppe speranze al ragazzo. Il fatto che lui fosse così a digiuno di tutto non gli sarebbe certo stato d’aiuto.

    Bill annuì. Non si era mai occupato di quel tipo di faccende, ma aveva capito alla perfezione il significato di quelle parole e mentre ascoltava Madison, sentiva crescere in lui il desiderio di lasciarsi alle spalle al più presto quella lunga parentesi dolorosa.

    “Io... io credo di essere pronto. Non ho mai fatto nulla veramente per me stesso ed è ora di cominciare. Sono giovane, ho talento, mi rialzerò comunque, costi quel che costi.” Affermò deciso. Mad sorrise, rinnovandogli l’abbraccio. Era così esile tra le sue braccia!

    “Ce la faremo Bill, ma tu non mollare. Mai. Nemmeno quando sentirai che ti manca il respiro, nemmeno quando i media ti assaliranno. Tu hai subito un danno e noi lo dimostreremo al mondo intero.” Disse la donna. Quel suo continuo parlare al plurale era rassicurante.

    ***





    Tom era ritornato al negozio, ma non aveva concluso granchè. Bill occupava tutta la sua mente con pensieri peccaminosi e non. Sentiva sulla pelle ancora il suo profumo, il sapore dei suoi baci sulle labbra e, in contrapposizione a questo, la preoccupazione per il suo, per il loro futuro. Il cantante stava mandando a puttane la sua carriera e Jost era ancora a piede libero, con una serie di pendenti giudiziari da far invidia ad un efferato criminale. Sembrava essersi volatilizzato e la Polizia brancolava nel buio. Il suo cellulare risultava inattivo e al momento non c’era modo di rintracciarlo.

    Si rese conto, sorridendo amaramente, di quanto fossero poco realistici tutti quei polizieschi alla TV, dove il malvivente di turno veniva stanato in un eremo sperduto, sulla Cordigliera delle Ande, tradito dalle sue stesse impronte sul terreno innevato, rilevate da un elicottero con i raggi infrarossi nel cuore della notte.

    “Balle!” Brontolò, facendo sussultare Gus che stava sistemando alcuni sacchetti di sementi sullo scaffale.

    “Socio,che ti prende?!” Chiese, intuendo il motivo del suo disappunto.

    “Dammi un solo valido motivo perché quell’energumeno meriti di esser ancora a piede libero!” Sbottò esaurito.

    “Tom lo troveranno. E’ solo questione di tempo.”

    “Non abbiamo tutto questo tempo. Potrebbe essere ovunque! Chi ci dice che magari non sia da qualche parte qui fuori a spiare tutte le nostre mosse?” Continuò allarmato.

    “Commetterà qualche errore. Tu stesso hai detto che non è un esempio di scaltrezza.” Disse Gus, cercando di tranquillizzarlo.

    Tom sbuffò rassegnato, passandosi una mano tra le treccine. Odiava sentirsi così impotente, ma l’amico aveva ragione. Non era abituato a nascondersi e presto, quando la notizia della denuncia si sarebbe diffusa, avrebbe commesso sicuramente qualche passo falso.

    Il suono del campanello alla porta li scosse dai loro pensieri. Bill e Madison fecero la loro comparsa all’interno del negozio.

    I ragazzi li salutarono e Tom attese che Bill facesse la prima mossa. Non sapeva se la donna fosse stata messa al corrente della loro relazione, ma il bacio languido che il moro gli depositò sulla labbra gli tolse ogni dubbio di sorta.

    “Allora come è andata?” Chiese impaziente.

    “Hai davanti a te un cantante e la sua assistente pressoché disoccupati. Il contratto discografico non è stato rinnovato.” Rispose Mad, sorridendo debolmente.

    “Mi dispiace...” Riuscì solo a dire, stringendo le mani di entrambi.

    “A me in fondo no. Se è come pensiamo noi, presto David sarà nella merda fino al collo.” Lo informò il moro. “Paul ci ha confermato che ha stipulato accordi di prestazione artistica direttamente coi promoters per le date in Canada e in Europa e quindi se io annullerò il tour, dovrà risponderne in prima persona.”

    “E cioè?” Chiese Tom.

    “Dovrà risarcire tutti i danni.” Spiegò Bill.

    “Beh è niente al confronto di ciò che ha fatto a te!” Incalzò il giardiniere.

    “Ma è sempre un inizio! Quel tanto che basta per farlo uscire allo scoperto. Far soldi a palate è sempre stata la sua necessità primaria, perderli il suo incubo peggiore!” Esclamò il cantante, accendendosi in viso.

    “E per le date americane? “ Chiese ancora Tom.

    “Paul sta considerando l’idea di farsi carico delle spese e permettermi di fare un paio di concerti d’addio...” Disse, mentre la sua voce perdeva vigore e gli occhi si velavano di lacrime.

    Bill voleva apparire forte, ma il dolore era grande. Indossare una maschera di indifferenza con chi gli voleva bene era impossibile.

    Gustav che non era intervenuto nella discussione, si avvicinò e gli diede una pacca amichevole sulla schiena. Per quel che poteva valere, sentì di dirgli quanto lo considerasse coraggioso. Non era da tutti prendere una simile decisione. Bill lo ringraziò, sorridendo sghembo e stringendosi poi al giardiniere, mai come in quel momento aveva bisogno di conforto.

    “Andiamo a casa...” Gli sussurrò Tom all’orecchio, forse aveva una mezza idea di come fare per tirarlo un pò su di morale.

    ***





    Elisabeth Turner posò i suoi occhi di ghiaccio in quelli del fotografo che le aveva appena sottoposto gli scatti rubati davanti alla casa di Thomas Trumper. Il suo fiuto non aveva sbagliato quindi, e il dubbio che tra il giardiniere e il cantante ci fosse qualcosa in più di un semplice sentimento di gratitudine, si era rivelato una certezza.

    Le fotografie non erano di ottima qualità, ma si potevano scorgere distintamente i loro corpi nudi all’interno della casa, le loro bocche unite in languidi baci, il braccio di Tom che, protettivo, si era posato sulle esili spalle di Bill mentre uscivano dall’abitazione.

    “Ottimo lavoro Robert, sapevo che non mi avresti deluso.” Disse, porgendogli una busta, al cui interno vi era contenuto del denaro, in cambio di quelle immagini.

    “Potrei fare molto di più, se solo tu lo volessi.” Rispose ammiccante l’uomo, controllando il contante.

    “Sai che non mischio mai il lavoro con il piacere, ma terrò a mente la tua proposta, semmai un giorno mi trovassi in difficoltà.” Lo prese in giro lei, sorridendogli audace.

    Il fotografo girò intorno alla scrivania, andandosi a posizionare tra questa e la poltrona dove stava seduta la giornalista, invitandola ad alzarsi.

    Elisabeth per un attimo sembrò perdere il controllo, mentre le labbra dell’uomo si posavano leggere sulle sue.

    “Dovresti sul serio lavorare di meno e concederti qualche svago in più. Sei ancora giovane e bella e il giornale non è tutto.” La rimproverò, accarezzandole le guance in fiamme. La donna si staccò con riluttanza da lui e si spostò verso il carrello bar alla destra della scrivania, versandosi un bicchiere d’acqua. Robert aveva il potere di gettarla nella confusione più totale e non era da lei farsi travolgere da un bacio. Con un collega, sul posto di lavoro per di più.

    “C’è qualcos’altro per cui val la pena vivere, se non il lavoro?” Chiese sarcastica.

    “Il mondo che c’è là fuori.” Rispose il fotografo.

    “E l’amore magari?” Aggiunse lei acida.

    “Magari...” Concluse lui, rubandole un ultimo bacio per poi congedarsi con un cavalleresco inchino.

    “Sei un idiota Robert Parker!” Tuonò, mentre la porta si richiudeva piano.

    “Mi ama!” Esclamò l’uomo strizzando l’occhio alla segretaria che assisteva sbigottita alla scena.

    Elisabeth si buttò all’indietro sulla poltrona e fissò le immagini sul monitor del suo PC: aveva in mano uno scoop, ma per la prima volta nella sua vita, il rimorso fece capolino nella sua mente. Robert la conosceva fin troppo bene per non sapere quali fossero i suoi punti deboli e l’amore era proprio uno di quelli.

    Mantenere la solenne promessa che mai avrebbe più riposto fiducia in un sentimento amoroso, diventava ogni giorno più difficile, ma non poteva permettersi nuovamente di ricadere nello stesso errore. Erano trascorsi tre anni da quando Nigel era morto, ma non era il dolore della perdita in sè che la faceva ancora tanto soffrire, quanto il venire a conoscenza della doppia vita che il suo compagno aveva condotto fino al momento della sua tragica fine. Irreprensibile professionista di giorno e giocatore d’azzardo incallito di notte.

    La sua morte era ancora un caso irrisolto, e colui che aveva messo fine alla sua esistenza in un vicolo buio nei sobborghi di Los Angeles, una notte di tre anni prima, era ancora in libertà.

    E a lei non era rimasto che un sordo e sfiduciato dolore con il quale continuare a convivere.
     
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    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

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    arcadia

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    Va beh...ma non possono mai star tranquilli questi due?
    Adesso anche lo scoop con tanto di foto osé? Su Elisabeth, pensaci su...
    Grazie per il chappolo, malgrado gli impegni. Un baciotto sbavacchiato Ale :D
     
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    Se potessero stare tranquilli, avrei già finito di scrivere la fic!
    Grazie per essere passata Lou, malgrado gli impegni! :D
     
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  8. Capricorn2187
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    Questo è peggio di quello che avevo previsto io :evviva: :tet:
    Ecche casino,quando si meriterannò una vacanza,un pò di pace :popcorn:
     
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    Promesso Cri.
    Se tutto finirà per il meglio lì spedirò alle Maldive!!

    Grazie per aver letto.
     
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  10. °Ric@
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    Allora a vecchia era un fotografo?XDDDD io me ce facevo na gigantografia e l'appendevo in camera!...Un attimo di respiro sti due no!?
     
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  11. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    Se tutto finirà per il meglio lì spedirò alle Maldive!!

    Ma anche qui da me non sarebbe male u.u


    Aspetta un'attimo,ma che vuol dire quel "se"? :indif: :sospettoso:
     
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    CITAZIONE (°Ric@ @ 26/5/2011, 13:52) 
    Allora a vecchia era un fotografo?XDDDD io me ce facevo na gigantografia e l'appendevo in camera!...Un attimo di respiro sti due no!?

    Non sei stata attenta Rica!
    La vecchia era solo una vicina curiosa ( eh sì, manco si ricordava com'era fatto un uomo e quale occasione migliore per rinfrescarsi la memoria? :olala: ), ma alla fine del 29° cap. avevo scritto di qualcuno che li spiava da un'auto davanti alla loro casa...

    Cri il "se" è doveroso, ma mi sento di dirvi di prepararvi a tutto...
     
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  13. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    Cri il "se" è doveroso, ma mi sento di dirvi di prepararvi a tutto...

    Forse c'ho qualche ideuzza...
    image image image E comunque DEVE finire tutto bene :ehsì:
     
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  15. destinazionwth
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    sono al 21: ho percorso tutti i sentimenti. la rivalza per il licenziamento, la frustrazione, la rivelazione del fatto che Jost sia pure il padre e questo lo rende più odioso, ed infine la tenerezza tra i due . Tom e Bill alla fine non possono trattenersi dall'amarsi , quasi ad esorcizzare tanto dolore.
    Bei capitoli, intensi, che che tu ne dica sembri ferrata in materie legali.
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28634 views
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