Angels don't fly

Finita

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    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

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    QUOTE (*billaly* @ 26/4/2011, 22:51) 
    Grazie per aver letto Lou!! **

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    Lou, la verità è che Tom è un Nephilim caduto sulla Terra, in origine per redimere David, però accortosi che Billuzzo era molto più attizzante ha cambiato rotta, solo che ora non può fare sesso con lui per timore che suo padre,appartenente ai Grigori gli angeli guardiani, lo raggiunga con una punizione divina.
    Ho appena finito di leggere Torment, scusate...

    :lol:
    SPOILER (click to view)
    Dio che roba è? scusami l'ignoranza -_-
    comunque ci credo poco agli angeli guardiani...anche quelli peccarono ai suoi tempi avendo come capo il demonio. Quindi ora Tommolone fa uscire il lato oscuro ''celéestiale''
    heum...caz** sto a di??? :ph34r: :eh: :rofl: ciao bella :superlove:
     
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    Non fare caso a me...
     
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  3. Capricorn2187
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    Niente Cri, tranquilla, era solo un tentativo di depistaggio!

    Ah bene,anhe perchè non c'ho capito niente xD
     
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  4. •MiQi.
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    Mi aspettavo che Tom stavolta cedesse all'istinti, invece ha mantenuto la calma.
    Conviene prima risolvere i problemi con David...
    Comunque sono di una tenerezza quei due! *-*
     
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    Grazie Micky per aver letto!

    Inviato chap alla beta!!
     
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    Capitolo 26

    Basta sbagliare il primo bottone per sbagliarli tutti.
    Alessandro Morandotti




    Il cellulare di Tom squillò nel cuore della notte facendo sobbalzare entrambi. Si erano addormentati coi vestiti addosso, sul letto nella stanza degli ospiti che Alex aveva preparato per Bill, dopo un’infinita serie di coccole rassicuranti, cedendo alla stanchezza mentale e fisica.

    Una voce metallica, collegata all’allarme del negozio di Tom, segnalava la presenza di intrusi al suo interno.

    Il giardiniere balzò giù dal letto invitando il moro a fare altrettanto, lungi dall’idea, nonostante il momento, di lasciarlo solo.

    “Che succede?” Chiese Bill confuso, mentre afferrava la felpa e la borsa e seguiva il ragazzo fuori in strada.

    “E’ scattato l’allarme al negozio, devo andare a vedere!” Spiegò salendo in auto, per poi ripartire a grande velocità.

    “Ma non è pericoloso? Se ci fosse qualcuno dentro?” Esclamò il cantante agitato.

    “Prega che non ci sia, sennò non ne uscirà vivo.” Rispose con fermezza, spingendo il piede sull’acceleratore.

    Davanti al piccolo vivaio si erano già radunati alcuni curiosi, nonostante la tarda ora e il lampeggiante di un’auto della polizia illuminava ad intermittenza la strada. Videro Gustav parcheggiare alla meglio dall’altro lato della via e precipitarsi verso di loro.

    Un odore acre di bruciato invase le loro narici, mentre una piccola nuvola di fumo nero si levava in cielo rendendo la notte ancora più scura. Il piccolo incendio era stato prontamente domato dagli agenti prima che potesse succedere l’irreparabile, ma l’interno del negozio era a soqquadro, per non parlare del retro da dove probabilmente erano entrati e avevano agito indisturbati per alcuni minuti, prima che le fotocellule rilevassero la loro presenza.

    Gustav represse a stento un singhiozzo, mentre Tom sentiva montare dentro di sè una furia cieca. La bocca di Bill era rimasta aperta per lo stupore, mentre gli occhi si erano fatti immediatamente lucidi non appena aveva incrociato lo sguardo di Tom.

    Sapevano entrambi che quello era un avvertimento. David aveva dato inizio alla sua vendetta.

    Il biondo si passò una mano tra i capelli mentre si guardava intorno. Di certo non era automatico per lui pensare che fosse opera di quel pazzoide di Jost, ma lo scambio di occhiate tra l’amico e Bill erano state sufficienti per far nascere in lui il ragionevole dubbio.

    La voce di uno degli agenti interruppe il filo dei loro pensieri.

    “Avete qualche sospetto su chi possa aver compiuto questo?” Gustav scosse la testa e Tom deglutì guardando il moro che, colpevole, abbassò gli occhi.

    “Ultimamente credo di essermi fatto qualche nemico,” esordì il giardiniere, “ma sinceramente non saprei... Potrebbe essere stato chiunque!” Continuò, allargando le braccia quasi rassegnato.

    Bill lo fulminò con lo sguardo, perchè tacere?

    “Bene, dovrete seguirmi in centrale per una deposizione e la denuncia.” Li informò l’agente, riponendo il taccuino sul quale aveva preso appunti nel taschino della camicia.

    “E qui?” Domandò Gustav preoccupato.

    “Una pattuglia sorveglierà il negozio, non abbiate timore. Inoltre cercheremo di trovare indizi e qualche testimonianza di testimoni oculari, in merito all’accaduto.”

    “Perchè non gli hai detto che sospettavi di David?” Chiese Bill rivolgendosi a Tom.

    “Avrei dovuto? Anche se fosse, come posso accusarlo sulla base di una nostra sensazione?”

    “E’ sicuramente opera sua. E’ nel suo stile spaventare in questo modo la gente!” Rispose accorato il moro.

    “Beh grazie, ma questo non cambia il fatto che il nostro negozio è distrutto e i danni ammonteranno a migliaia di dollari!” Inveì Gus infuriato.

    “Non dovete preoccuparvi di questo, vi risarcirò io! E’ il minimo che possa fare!” Esclamò con fervore.

    “Ecco la star che pensa di poter sistemare tutto con un cospicuo assegno! Quel negozio è il frutto di tre anni di sacrifici Bill, forse un concetto a te astratto!” Infierì il biondo ormai fuori di sè. E che cavolo! Proprio non ci stava a veder sminuito in un batter d’occhio ciò per cui lui,Tom e indirettamente Noreen, avevano sudato sette camicie.

    “Ora basta Gus! Non ti permetto di trattare in questo modo Bill! Lui non c’entra un cazzo!” Sbottò Tom.

    “Ah no? Credi che qualcuno si sarebbe scomodato a prendere di mira il nostro negozio di piante, fiori e sementi se tu non ti fossi fatto coinvolgere in questa storia? Tu e il tuo cuore da buon samaritano! Ti prenderesti cura di tutti i relitti di Los Angeles se solo ne avessi la possibilità!” Sbottò il ragazzo, in preda alla rabbia.

    “Piantala Gus, sei fuori di te!” Gridò Tom, spintonandolo.

    “Fottiti Tom!” Borbottò, attraversando la strada di corsa per raggiungere la propria auto. Non sarebbe salito in macchina con loro per tutto l’oro del mondo! Fanculo all’amico di tutta una vita e a quella specie di elfo depresso che si ritrovava a fianco!

    Bill salì in auto e rimase in silenzio per tutto il tragitto, troppo impegnato a reprimere l’impulso di chiedere spiegazioni riguardo l’affermazione di Gustav che gli continuava a martellare nella mente. Si era acceso una sigaretta, nonostante il divieto tassativo da parte di Tom di fumare nella sua macchina, e l'altro si era limitato a rivolgergli un’occhiata bieca.

    Il giardiniere sapeva che la rabbia faceva spesso dire ciò che in realtà non si pensava, ma non era convinto che le parole di Gus fossero state dettate solamente dall’impulso del momento. Quando si erano incontrati, quella sera, l’amico si era dimostrato un pò contrariato nell’apprendere che Tom avrebbe trascurato momentaneamente il lavoro per stare vicino al cantante. Non che non ce la potesse fare da solo per qualche tempo, -avrebbe sempre potuto chiedere aiuto a Sam e Peter se la signora Spencer fosse tornata alla carica -, ma non aveva digerito il fatto che per la prima volta da quando si conoscevano, Tom avesse anteposto le sue necessità e quelle di Bill a tutto il resto. L’appellativo di buon samaritano risaliva ai tempi della scuola, ma di certo non era un sentimento caritatevole quello che lo spingeva a proteggere Bill, che sicuramente ora si stava struggendo nell’incertezza.

    “Bill, Gus era solo incazzato.” Sussurrò, quasi non riuscendo ad udire la propria voce.

    Il moro si voltò verso di lui, lo sguardo freddo, la mascella contratta. All’improvviso il suo viso dolce si era trasformato in una maschera di dolore.

    “Non importa Tom, fate la denuncia e finiamola qui. Non ho certo intenzione di continuare con questa farsa.”

    “Quale farsa?! Che cazzo stai dicendo Bill?!”

    “Guida Tom, e non pensare a me.”

    Tom inchiodò in mezzo all’incrocio, beccandosi una serie interminabile di improperi dai guidatori dietro di lui.

    “Come hai detto, scusa?! Che ti prende Bill, hai un trauma cerebrale tardivo?! Che significa: non pensare a me?”

    “Quello che ho detto Tom, guida e non pensare a me.” Rispose il moro calmo.

    Il giardiniere accostò l’auto sul ciglio della strada, in sosta vietata e in preda ad una agitazione assoluta. Il cantante guardò fuori dal finestrino.

    “Bill, ora ho altro a cui pensare che ai tuoi capricci, tra l’altro immotivati.” Affermò Tom, ancor prima che potesse replicare a qualsiasi parola o gesto compiuto. In risposta vide le sue esili spalle alzarsi.

    “Bill, per favore…” Supplicò.

    “Non sto facendo capricci, anzi mi sembra che il mio comportamento sia più che consono al momento. Piuttosto è il tuo socio che dà segni di squilibrio.”

    “La reazione di Gus è solamente dettata dallo sconforto. Se non lo avessi notato, il nostro negozio è stato distrutto!”

    “Ma tu da che parte stai? Vi ho detto che vi risarcirò io dei danni subiti, è il minimo che possa fare considerato che tutto è successo per causa mia!” Disse il moro, sfidandolo con gli occhi.

    “Abbiamo un’assicurazione che pagherà i danni e io sto dalla parte del buon senso, cosa di cui al momento nessuno di voi due è provvisto.” Rispose, facendo appello a tutto il suo autocontrollo.

    Bill rise amaro, in fondo che si sarebbe dovuto aspettare? Anche Tom lo considerava una star viziata e priva di sensibilità. Una persona da compatire. Avrebbe dovuto immaginarselo, altro che dargli fiducia e… innamorarsi. Ingoiò il nodo che si stava formando nella sua gola ed invitò il giardiniere a riprendere la marcia.

    Tom ripartì, imprecando a bassa voce. Perché non riusciva a dirgli chiaramente che, nonostante tutto, lui rimaneva la sua unica priorità?

    ***




    La denuncia non aveva portavo via loro troppo tempo e in meno di mezz’ora erano nuovamente in strada. Bill era rimasto fuori dall’ufficio, -Tom aveva preferito evitare che lui venisse coinvolto-, ed aveva aspettato seduto su una delle seggiole sgualcite del commissariato, leggendo un opuscolo vecchio di secoli su un corso di autodifesa e pensando alle mosse successive.

    Era arrabbiato, anzi la parola risuonava come un eufemismo, incazzato a mille era il termine più appropriato. Sapeva che avrebbero dovuto chiarire per evitare fraitendimenti, ma al momento i suoi pensieri erano totalmente occupati da quel “ti prenderesti cura di tutti i relitti di Los Angeles se solo ne avessi la possibilità” e da ciò che avrebbe trovato una volta ritornato a casa.

    La porta si aprì e Tom immediatamente lo raggiunse, seguito da Gustav che sembrava sì pentito, ma ancora incerto se porgere le sue scuse o meno.

    “Andiamo.” Disse il giardiniere, invitandolo ad alzarsi e Bill obbedì senza fiatare. Gli sembrava di essere un pacco postale dal contenuto prezioso che non andava abbandonato per nessuna ragione al mondo.

    La mano di Gus si posò sul suo braccio, facendolo voltare verso di lui.

    “Bill, scusa per prima, ma ero sconvolto…” Sussurrò sincero.

    “E’ tutto ok Gustav, davvero. Io avrei fatto molto di peggio.” Rispose il moro, abbozzando un sorriso. Erano le quattro del mattino e l’ultimo dei suoi desideri era litigare anche con il socio e l’amico storico di colui che per un attimo aveva pensato potesse diventare la persona più importante della sua vita.

    Salì in macchina e mantenne fisso lo sguardo fuori dal finestrino. Sentiva gli occhi di Tom puntati addosso e un’unica domanda che minacciosa si aggirava nell’abitacolo.

    “Hai intenzione di tenermi il broncio per sempre?” Chiese ad un tratto Tom, posandogli una mano sul ginocchio.

    Bill sussultò. Come pensava di poter cancellare tutto con un colpo di spugna e due moine?

    “Vorrei tornare da Alex a riprendere la mia roba e poi andarmene a casa mia.” Disse atono, guardando davanti a sé.

    “Bill non fare il bambino. Capisco che le parole di Gustav ti abbiano spiazzato, ma non è come può sembrare. Io tengo tantissimo a te, e morirei se ti accadesse qualcosa…” Affermò sicuro. Il moro deglutì, ricacciando indietro le lacrime. Per una volta doveva mostrarsi forte e non la solita donnetta dal pianto facile.

    “Tom penso sia meglio prenderci del tempo per riflettere bene su quali siano i nostri sentimenti. Forse ci siamo lasciati sopraffare dagli avvenimenti.” Decretò piatto.

    “I miei sentimenti non hanno bisogno di prendersi del tempo, so cosa voglio.” Affermò Tom, parcheggiando davanti la casa di Alex.

    “Allora sono io che devo fare chiarezza nei miei. La mia vita è costellata di cantonate e vorrei che la prossima volta non fosse la medesima storia che si ripete. Avevi ragione sul fatto di non esser troppo precipitosi, è facile prendere un abbaglio.”

    “Io sarei un abbaglio, dunque?” Chiese impallidendo.

    “Non lo so, di certo in queste ultime due ore le cose sono un po’ cambiate.”

    “Perché Gus mi ha chiamato buon samaritano? Era una stronzata risalente alla seconda superiore!”

    “Che guarda caso è saltata fuori stanotte! Un notevole tempismo direi!” Esclamò Bill, sbuffando.

    “Bill per favore, sei patetico! Non vuol dire un cazzo quella frase e Gustav era solo arrabbiato per il negozio distrutto, te lo vuoi mettere nella zucca?!”

    “Certo non c’è altro in questo momento, però non mi va di esser preso per il culo! David sarà anche un pezzo di merda, ma almeno lui non mi ha mai illuso!” Gridò, con rinnovato vigore.

    “Io ti avrei illuso dunque? Non mi pare di aver approfittato né abusato di te, né averti obbligato a compiere qualche atto contro la tua volontà!” Sbottò, facendo appello a tutto il suo autocontrollo. Quello era molto peggio del litigio avvenuto qualche giorno prima al telefono.

    Bill aprì la portiera, corse lungo il vialetto fino alla porta di ingresso e dopo aver trovato la chiave nel nascondiglio che Alex gli aveva rivelato, entrò in casa sbattendo l’uscio e appoggiandovisi contro ansimante.

    Sentì l’auto di Tom ripartire in sgommata e solo in quel momento potè dare sfogo a tutta la sua disperazione.
     
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  7. °Ric@
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    David un bastardo e ok,ma Bill è decisamente un coglione permettimelo!Mandare tutto a puttane per una frase detta da Gus in un momento in cui è ovvio che fosse accecato dalla rabbia?Tutto quello che ha fatto e stà facendo Tom per lui non conta?
    CITAZIONE
    Certo non c’è altro in questo momento, però non mi va di esser preso per il culo! David sarà anche un pezzo di merda, ma almeno lui non mi ha mai illuso!”

    Questa frase poi...adesso stai a vedere che Tom è peggio di David,no no Bill,ma vaffa**** proprio!Fragile,insicuro e tutto quello che volete a causa di quello che ha subito ma qui la fragilità e l'insicurezza c'entrano ben poco,ha avuto prove evidenti di quanto Tom tenga a lui,che cavolo vuole che faccia?Billuccio caro hai perso 100 punti!
     
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    Bill sta perdendo la testa, ha bisogno di certezze, ma lui è un asso a mandare a put*ane tutto in un baleno!

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    L' ho punito per la barba...


    Grazie Rica! **
     
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  9. °Ric@
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    CITAZIONE
    L' ho punito per la barba...

    Hai fatto bene,e se non si sbriga a rasarsi sarà anche peggio! image
     
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  11. °Ric@
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  12. Capricorn2187
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    Forse che forse Bill lo capisco,certo ha rigirato tutto a modo suo combinando solo casini ma secondo me in fondo fondo,quasi sottoterra,ha ragione.
    Tom lo ha preso sotto la sua ala protrettrice ecc. però delle volte sembra proprio che lo abbia fatto solo perchè gli sembrava un povero disgraziato depresso in cerca di qualcosa nella vita.
    Mia opinione persona poi....bho,forse ho travisato qualcosa.





    Vedi di fargli fare subito pace :botte: :smirk:
     
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  13. barby's
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    Bill è troppo insicuro ed alla minima cosa, mette tutto in discussione... possibile che non riesce a capire cosa significhi per Tom e Gustav il loro negozio? si certo lui si è offerto di risarcirli, ma non è una questione di soldi ovviamente... Bill ha bisogno di capire che il mondo non è quello che gli ha mostrato David, che non esistono solo persone che ti usano, ma ci sono anche persone che tengono a te per quello che sei e non per quello che rappresenti...
     
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    MA IO TI PICCHIO!!!!! <_<

    Poi non dire a me che faccio certi casini eh?
    Io sono convinta che bill non gliene frega un caz** di cio' che Gustav ha detto. Penso che Bill abbia colto la palla al balzo per trovare una scusa. Lui si vuol allontanare per proteggere Tom dalle cattiverie e vendette di Jost.
    Ma quando muore quello? :angry: :nn:
    ps: dovrei ringraziarti per il chappy, ma non te lo dico...

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    Forse la verità sta un pò in quello che tutte voi avete scritto, anche se Bill in realtà si sente veramente ferito da quello che Gus ha detto, ma non dovete temere: lui è ospite a casa di Alex, che ha già prova di essere una donna saggia. Speriamo riesca ad infondere in lui quella sicurezza che gli manca per affrontare la realtà.

    Grazie per aver letto, bimbe!
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28636 views
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