Angels don't fly

Finita

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  1. PinaKaulitz88
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  2. katarina stratford
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    Mi sono messa in pari e devo dire che....ALY! Leggere questa fiction per adeso è stato peggio che seguire un episodio di Criminal Minds! :agitato2:
    Mi ha trascinata in un vortice thriller tra bugie, tradimenti, indicibile orrore e desiderio di vendetta.

    Mi piace come hai caratterizzato i personaggi secondari, mi piace la semplicità di questo Gus, e tutta la troupe dell'ospedale.
    Anche il team legale/sicurezza non è affatto male..
    Viene però da chiedersi...in tutti questi anni che tanti di loro sono stati lì, al corrente che qualcosa non andava perché non hanno mai teso una mano a Bill? Sono un prezioso aiuto adesso ma perché non hanno in passato preso sulle loro spalle la responsabilità di tirarlo fuori da lì?

    L'ultimo capitolo invece mi ha :ops:
     
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    Come si fa ad aiutare una persona che non chiede di esser aiutata?
    Bill stesso non se ne rendeva conto, soggiogato e sottomesso a David, così ingenuo da non capire che la libertà era un atto a lui dovuto e non un qualcosa da guadagnare con un gesto estremo.
    Sembra assurdo, ma penso che nella vita di ognuno poco o tanto, succedano cose che ci fanno sentire prigionieri senza via d'uscita, semplicemente perchè non abbiamo fiducia nel prossimo o per preconcetto.
    Bill è un soggetto fragile che ha vissuto in un' illusione che ha nutrito solo il superfluo, che ha appagato la sua ambizione, ma ha affamato ulteriormente la sua anima, perdendo di vista ciò che era più importante per lui.
    Ritornare alla vita dopo aver desiderato di morire, è stato un pò come ritornare a nascere una seconda volta e aprire finalmente gli occhi.


    Ho iniziato a scrivere, ma non so quando posterò, scusate ragazze!
     
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  4. barby's
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    Notte Ale. :wub: Aspetto, brava, brava, il chappy, tranquilla...
     
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    Capitolo 22



    Una vigile e provvida paura è la madre della sicurezza.
    Edmund Burke





    La giornata era iniziata nel migliore dei modi, d’altro canto non poteva che esser così, aveva pensato il moro, non appena la mano di Tom aveva sfiorato il suo viso in una leggera carezza, nel tentativo di svegliarlo.

    Avevano fatto colazione e una lunga doccia insieme e il giardiniere lo aveva accompagnato solerte all’ospedale per la visita di controllo. Bill ci sarebbe andato anche da solo o al limite si sarebbe fatto accompagnare da John, ma il ragazzo non aveva voluto sentire ragioni.

    Questa sua iperprotettività lo faceva sentire bene ed estremamente al sicuro, infondendogli una notevole forza, ed era certo che si sarebbe volentieri abituato ad avere Tom come presenza fissa nella sua vita.

    Sorrise; durante la notte appena trascorsa il loro rapporto si era notevolmente evoluto e sebbene non avessero fatto l’amore, non poteva che esserne soddisfatto. Tom era un amante attento e dolce, niente a che vedere con quel maniaco perverso…

    Perchè continuava a fare paragoni? Si chiese, rabbuiandosi in viso ed emettendo un pesante sospiro che attirò l’attenzione del compagno alla guida del fuoristrada.

    “Ehi, che c’è?’’ Chiese Tom, guardandolo per un attimo.

    “Stavo pensando. Voglio esser sincero con te Tom, non riesco a togliermi dalla testa il pensiero di David. E’ come se avesse preso possesso di ogni mia singola cellula cerebrale!” Rispose con enfasi.

    Il ragazzo si fermò ad un semaforo e lo scrutò così intensamente che Bill pensò avesse il potere di incenerirlo all’istante.

    “Io non posso competere con lui in questo senso. Questi cinque anni non li puoi cancellare con un colpo di spugna, né pretendere che il mio arrivo ti faccia dimenticare come per magia le cose brutte che ti sono successe. E’ un processo lento che deve volere la tua mente.”

    “Ma la mia mente lo vuole!” Esclamò il moro, interrompendolo.

    “Forse lo pensi tu razionalmente, ma in realtà c’è molto altro che il tuo subconscio si rifiuta di capire.” Concluse, riprendendo poi la marcia.

    Bill guardò davanti a sé, senza in realtà vedere nulla. Tom aveva ragione, era difficile accettare di essere stato sottomesso in quel modo, inoltre gli ultimi risvolti non avevano fatto che peggiorare la sua già scarsa considerazione nei confronti di quell’uomo che si era rivelato essere il suo padre adottivo, ma che avevano anche aumentato il timore che provava verso di lui. Un brivido freddo gli percorse la schiena come una scossa elettrica, aumentando la necessità impellente di avvicinarsi a Tom e baciarlo sulla guancia.

    “Grazie Tom…”

    “Di cosa?”

    “Di esserci.”



    ***





    Il professor Harris sorrise a Bill mentre dava disposizioni ad Alex di applicare una medicazione alla coscia, dopo aver tolto i punti di sutura.

    Si era dichiarato molto soddisfatto del decorso delle ferite: non vi erano segni di infezione e ben presto quelle piccole cicatrici non sarebbero state che un ricordo sbiadito.

    Avevano parlato a lungo e il medico l'aveva trovato letteralmente cambiato, più sicuro, positivo e solare. Non potè fare a meno di notare che probabilmente gli effetti benefici sul suo umore erano dovuti a quel ragazzo dai cornrows neri che lo attendeva trepidante in sala d’aspetto.

    Ah l’amore! Pensò tra sé, accarezzando con lo sguardo la figura dell’infermiera, che in quel momento gli dava le spalle. Aveva sempre provato un’attrazione particolare per quella donna dai modi gentili e gli occhi un po’ tristi.

    “Professore, posso andare?” La voce di Bill, lo riportò alla realtà.

    “Certo Bill! Ci vediamo tra una settimana.” Rispose porgendogli il referto della visita, ripiegato in una busta intestata.

    Bill sorrise e si congedò accompagnato da Alex che, felice di averlo trovato in splendida forma, non esitò a prenderlo bonariamente in giro, facendo riferimento a Tom, il quale non appena li scorse scattò in piedi e andò loro incontro.

    “Allora?” Chiese apprensivo.

    "Dovranno operarmi e amputare la gamba…” Disse serio Bill.

    “Eh?! Come…” Il volto del giardiniere perse colore.

    “Ma non dargli retta! Sta scherzando!” Intervenne Alex, sorreggendo prontamente Tom che aveva leggermente barcollato.

    “Sei un idiota Bill!” Esclamò, rimettendosi seduto incerto della stabilità delle sue gambe: quello scemo gli aveva fatto prendere un colpo!

    “Sto bene Tom, tranquillo!” Il giardiniere lo guardo torvo.

    “Non farlo mai più, ok?” Lo redarguì arrabbiato. Bill cercò di scusarsi, abbracciandolo teneramente.

    “Ehm, ehm…Ragazzi siamo in un ospedale…” Li informò Alex, senza smettere di sorridere.

    Vanessa era sopraggiunta con altri tre pazienti e non era proprio il caso di continuare le effusioni in quella piccola sala d’aspetto. Erano pur sempre due maschi, di cui uno abbastanza famoso da scatenare ulteriormente la curiosità della gente.

    “BILL, MA SEI STUPENDO!!” L’esclamazione della giovane infermiera aveva ben poco a che fare con il decoro del nosocomio, mentre si gettava sul ragazzo per abbracciarlo.

    “Tom ci sei anche tu! Che bello vedervi ragazzi!” Disse sincera, stringendo le loro mani e fregandosene di chi li stava osservando. Alex alzò gli occhi al cielo. Ormai era assodato che nel Reparto VIP, come era scherzosamente denominato, mancasse qualche rotella a tutti.


    ***




    Damien Whitmann scrutò per l’ennesima volta l’uomo davanti a sé indeciso se buttarlo fuori a calci o assecondare la sua richiesta, facendogli credere di essere sul serio in possesso di documenti compromettenti, prendere quei diecimila dollari che gli erano stati offerti e sparire dalla circolazione per sempre. Un po’ di denaro gli avrebbe fatto davvero molto comodo, ma quel tipo non gli ispirava la benchè minima fiducia. Si era presentato dicendo di chiamarsi David Smith, come circa altri cinquemila sull’elenco telefonico di Los Angeles e il suo modo di fare arrogante e presuntuoso era a dir poco urticante.

    “Perché dovrei essere in possesso di quei documenti?” Chiese il giovane, parandosi minaccioso davanti a lui. Era ben piazzato e David fu costretto a compiere un passo indietro.

    “Perché qui ci viveva Helen Whitmann e so per certo che il Giudice Coltrain usava questa casa come archivio personale.”

    “E lei come fa a saperlo?” Incalzò Damien, cominciando a nutrire seri dubbi sulla storia che tentava di imbastire e rendere credibile.

    “Io sono un funzionario del tribunale dei minori di Los Angeles. Ho lavorato a stretto contatto con il giudice e so della storia che lui aveva con sua madre, signor Whitmann… Ma non è questo il punto, io sto solo cercando dei documenti che sono stati sottratti al tribunale.” Tentò di spiegare David.

    “E perché hanno mandato lei con diecimila dollari in mano e non la Polizia con un mandato di perquisizione?”

    “Perché,” -cazzo era più intelligente di quel che sembrava quel rozzo bastardo tatuato-, “ il giudice Coltrain era una persona molto influente e anche se è morto da un paio di anni, ci sono ancora parecchie cose lasciate in sospeso da lui che devono essere, diciamo, sistemate.”

    “E sarà lei quello che le sistemerà? Non mi sembra particolarmente arguto per esser un uomo di legge. Se ne vada, non ho tempo da perdere e qui non c’è quello che cerca. Sto svuotando la casa e non ho trovato nemmeno un foglio di carta.” David lo guardò torvo. Era ovvio che stesse mentendo. Ricordava benissimo le parole di Coltrain all’atto della firma, in cui gli diceva che il documento sarebbe sparito e messo al sicuro altrove, e quell’altrove si era rivelato essere l’insospettabile casa della Whitmann.

    Decise comunque di desistere al momento, avrebbe fatto seguire Whitmann e spiare così i suoi movimenti.

    “Bene, mi fido di lei. Evidentemente siamo stati male informati. Le faccio le mie condoglianze per sua madre. Addio signor Whitmann.” Disse secco, prima di voltarsi e, senza aggiungere altro, raggiungere l’auto fin troppo lussuosa per essere di un funzionario dello Stato.

    Un momento.

    Perché gli aveva fatto le condoglianze? Sua madre era ancora in ospedale, il ventilatore meccanico l’avrebbero staccato solo il giorno successivo e lui non aveva accennato al suo stato di salute.

    Damien si grattò la testa pensieroso, mentre osservava l’auto ripartire con una sgommata.

    “Coglione.” Borbottò ironico e il pensiero successivo andò a Bill. A quel punto neppure lui gliela stava raccontando giusta.

    ***





    Il moro chiuse la chiamata con l’avvocato e guardò Tom pensieroso. L’Ispettore Norman era in ferie e Ben gli aveva consigliato di pazientare ancora prima di esporre denuncia. Imbattersi in un poliziotto corrotto,- e in quel di Los Angeles ce n’erano parecchi-, equivaleva a firmare la propria condanna.

    “Tornerà la prossima settimana, si tratterà di aspettare solo alcuni giorni, nel frattempo io continuerò le mie indagini. A quanto pare il tuo manager in questo anni ha compiuto parecchi illeciti finanziari. Conosci la West Union Production?”

    “Mai sentita.” Rispose Bill.

    “Sapevi che è proprietario di immobili alle Isole Cayman?”

    “ Ma certo che no!” Ribattè il cantante.

    “Bill quanto denaro c’è sul tuo conto in banca?” Il moro non rispose, intuendo già la successiva risposta.

    “Bill?”

    “Sì Ben…”

    “Si chiama appropriazione indebita e frode fiscale! Sta usando il tuo denaro! Forse non avremo neppure bisogno di far leva sulla tua adozione!”

    “Ma… ma tu come hai scoperto queste cose?”

    “Ho i miei metodi e qualche amico, ma per dare il via alla macchina della giustizia dovremo chiedere un accertamento fiscale su Jost.” Rispose l’avvocato.

    “Io lo voglio fuori dalla mia casa e soprattutto dalla mia vita, Ben! Con una denuncia del genere non lo potrò comunque allontanare da me!”

    “Tutto a suo tempo! E in ogni caso dobbiamo attendere il ritorno di Daniel.”

    “Ok, ma non è facile. Non posso pensare di dover avere a che fare nuovamente con lui.”

    “Lo so e ti capisco, ma devi essere forte e non fare mosse avventate. Se scoprisse che stiamo indagando su di lui, sono certo che fuggirebbe lontano!”

    “Davvero?!” Esclamò Bill illuminandosi in volto.

    “Non ci provare! Difficilmente l’incriminato fugge, senza aver fatto danni o commesso gravi reati prima.”

    “E chi mi assicura che non lo farà una volta denunciato?”

    “Se verrà subito arrestato e messo in galera, non ne avrà il tempo.” Spiegò Truman.

    “Mmh, sarà, ma non mi fido molto…”

    “Devi fidarti, il tuo non è un caso isolato purtroppo. Comportati normalmente.”

    “Ormai sa che non voglio più aver a che fare con lui…”

    “Sì, ma non esagerare. E cerca di non rimanere mai solo in casa con lui.”


    Tom fermò l’auto davanti alla villa e gli restituì l’occhiata pensierosa. Aveva ascoltato la conversazione in viva voce e nella sua mente si erano fatte strada le più disparate e orripilanti immagini, arrivando alla conclusione che Bill non sarebbe rimasto in quella casa un attimo di più a costo di trascinarlo fuori da lì per i capelli.

    “Che intendi fare?” Chiese però.

    “Non lo so. Ora lui non c’è, ma non credo che starà via per molto.”

    “Appunto. E quando tornerà?” Incalzò il giardiniere scendendo dalla macchina ed invitandolo a fare altrettanto.

    “Ben mi ha suggerito di comportarmi normalmente.”

    “Ma anche di non rimanere solo con lui.”

    “Ma non sono solo, c’è John, Lucille, la sorveglianza...”

    “Puoi fidarti ciecamente di loro?” Chiese ancora. Non avrebbe mai capito fino in fondo quel ragazzo che gli aveva rapito il cuore. Non si rendeva conto di che pericolo stava potenzialmente correndo? Se David avesse scoperto qualcosa in proposito, non avrebbe avuto scampo!

    Bill si morse il labbro inferiore e sbuffò. Quella era la sua casa e chi se ne doveva andare non era certo lui, tuttavia non poteva fidarsi di nessuno a parte John.

    A proposito che fine aveva fatto?

    “Andiamo a cercare John, forse lui può aiutarci.”

    Arrivarono alla dependance, dove trovarono l’uomo intento a caricare i propri bagagli sull’auto. Evitò di guardare Bill in faccia, quando lui gli chiese che stesse facendo. Era un vigliacco, un debole, ma non poteva rimanere oltre. David cominciava già a sospettare qualcosa e lui non poteva venire meno al patto tra loro con il rischio di finire in prigione.

    Un patto che si era rivelato un ricatto, al quale si sarebbe sottratto solamente andandosene il più lontano possibile da quel luogo.

    Era trascorsa un’eternità da quella notte in cui lui aveva salvato la vita a David, uccidendo però involontariamente il suo aggressore, un giocatore di poker, a cui il manager doveva del denaro. L’avevano lasciato agonizzante in un lago di sangue in quel vicolo buio, e il tacito accordo nato tra di loro a suggellare quel segreto li aveva accompagnati per tre lunghi anni. Ora però non poteva più sopportare di essere ricattato da Jost. Non poteva continuare a fingere di essere dalla sua parte, non ora che Bill stava per scoprire tutto. Non voleva essere il complice di quel bastardo ancora una volta.

    “Dove stai andando John?” Chiese Bill preoccupato.

    “Me ne vado Bill, non posso più rimanere qui. Ecco tieni, queste sono le mie dimissioni.” Rispose atono.

    “Perchè? E’ successo qualcosa con David?” Incalzò il moro, mentre gli occhi si riempivano di lacrime.

    “Bill, David è uno sporco bastardo, non dimenticarlo mai. E per quanto mi riguarda ho bisogno di cambiare aria. Sono rimasto qui fin troppo a lungo. Ora che tu hai incontrato Tom, me ne vado più tranquillo. Mi raccomando ragazzo, abbi cura di lui...” Concluse rivolgendosi al giardiniere.

    Il moro gli si buttò tra le braccia sinceramente dispiaciuto, mentre nuove lacrime bagnavano il suo volto. Tom mosse il capo in segno di assenso, senza proferire parola.

    L’ultima frase pronunciata dal bodyguard sapeva che non aveva affatto un significato sentimentale.

    Edited by *billaly* - 18/5/2011, 20:27
     
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  9. NeideLunare
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    Che dire... procede. E nonostante non riesca ad evitarmi di stupirmi ogni volta che si conosce qualche nuova misfatta di David, dubito che si consegnerà volentieri alla giustizia. E inizio anche a pensare che sia una matassa troppo ingarbugliata perchè i buoni propositi di Bill e di chi lo circonda bastino.
    Tom mi fa troppa tenerezza: si è trovato nel mezzo di questa cosa e sta provando davvero a fare la sua parte, con una dolcezza unica.

    Vorrei tanto vedere David colpito da un meteorite... ma dubito mi accontenterai giusto? Quindi... niente, scrivi. E in fretta, perchè voglio sapere!
     
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    David è un vero delinquente e sì, non si consegnerà così facilmente alla giustizia.
    Non credo che potrò colpirlo con una meteorite, ma vedrò che posso fare per annientarlo.
    Ho in mente una certa ideuzza che sarà forse scontata, ma è quel che si merita...

    Tom è quanto di meglio potesse capitare nella vita di Bill, ma è pur sempre un essere umano. Non so se riuscirà a reggere fino alla fine...

    Grazie per aver commentato Socia!
    Già ti faccio fare un lavoraccio a betare i miei orrori!!
     
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  11. NeideLunare
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    Ma stai zitta, magari tutte le cose che ho betato fossero state così! xD Sono più una formalità, io v.v
    Ti voglio bene <3
     
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    Anche io Socia mia!!
     
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  13. katarina stratford
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    Non mi ha per nulla stupito di leggere di David che si permette appropriazioni indebite, ne dei suoi tentativi per far piazza pulita sia nelle prove sia nello staff.
    Mi chiedo cosa farà Bill adesso, senza sostegno in casa immagino difficilmente che possa tornare a stare lì così, come se niente fosse..non esiste il "come se niente fosse" con gente come quella.

    E' bello, davvero bello vedere che Bill non è più solo, ma ho come l'impressione che malgrado una sua certa forma di "euforia" non è ancora libero e non è ancora al sicuro. Certo c'è Tom al suo fianco ma non basta, ci vogliono delle decisioni nette, non basta il volersi bene, qui c'è una battaglia molto seria da fare.

    Si potrebbe buttare David giù dal pontile.
    Ah no giusto non si può in un paese civile.
    Peccato. :occhioni:
     
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    Non credo che Tom gli permetterà di rimanere in quella grande casa nè solo, nè tantomeno con Jost e le sue guardie.
    Vedremo che succederà...

    Grazie per aver letto Kat!
    Presto mi sa che avrò bisogno di un altro consulto legale!! :D
     
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  15. katarina stratford
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    Qui sono :P
    Tra l'altro sono curiosa di capire....i bei di David nelle isole sono indebiti o illeciti? Ya know the difference?
    Ok la smetto di fare l'avvocato che sono e torno ai miei polli.
    A domeni vecchia.
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28634 views
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