Angels don't fly

Finita

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  1. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    Tom ti tocca sempre il lavoro duro XD

    :ops:
     
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    Durissimo... :rolleyes:
     
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  3. Capricorn2187
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    :rofl: :lol:
     
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  4. •MiQi.
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    Ecceeeerto il signorino si ricorda di Tom solo quando li serve ._.
    Che tipa la Helen, pensa prima ai bambini orfani e poi al suo...
    Ma chissà cosa troveranno tra i documenti!?
     
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    La gente disposta ad aiutarci, non ci si rende conto di usarla in un qual modo, ma chi ci vuole bene lo accetta, chi lo fa solo per interesse ce lo rinfaccia poi. Vedremo come si comporterà Tom.

    Helen è solo una donna che non ha saputo gestire i suoi affetti, avida e in qualche caso senza scrupolo.

    Grazie Micky per aver letto.
     
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  6. kaulitz's wife
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    uppy domani!!! :olala:
     
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    Forse no Lou, ho scritto solo 2 paginette!
    Sono muy incasinata e non ho tempo di scrivere!
     
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  9. Capricorn2187
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    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

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    QUOTE (*billaly* @ 15/2/2011, 22:19) 
    Forse no Lou, ho scritto solo 2 paginette!
    Sono muy incasinata e non ho tempo di scrivere!

    allora aspettiamo :ehsì:
    bacetto :wub:
     
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    Scusate, ma oggi non riuscirò proprio a postare. Devo ancora terminare il chap, ed inoltre non un sonno incredibile.
    Conto di postarlo al massimo entro venerdì.
    sorry...
     
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  12. Capricorn2187
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    L'importante è che ti riposi,continuare a scrivere,finire il capitolo e postare.
     
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    Capitolo 16


    Amare qualcuno non è solo un forte sentimento, è una scelta, una promessa, un impegno.
    Erich Fromm




    Era entrato nel negozio di Tom cinque minuti prima della chiusura, trovandolo intento a servire l’ultimo cliente della mattinata. Bill l’aveva osservato muoversi quasi con grazia tra tutti quei fiori trovandolo decisamente attraente, Tom dal canto suo aveva tentato di celare l’agitazione improvvisa alla sua vista, cercando di concentrarsi sull’uomo che desiderava fare un omaggio floreale di grande effetto a una sua nuova probabile conquista. Era rimasto fermo dietro al bancone, fingendo di contare il denaro contenuto nel registratore di cassa, fino a quando il moro non aveva preso la parola.

    “ Sei ancora arrabbiato con me?” Esordì, sporgendo in avanti il labbro inferiore come un bambino in cerca di perdono. Tom trasalì, lottando contro il desiderio di saltargli addosso.

    “ Non sono arrabbiato, solo un pò deluso, tutto qui.” Disse, mentendo spudoratamente. In realtà aveva trascorso la notte in bianco rimuginando su ciò che era successo, pentendosi amaramente di averlo mandato a quel paese, tanto da sentire in quel momento il dovere di ringraziare il Signore per averlo fatto comparire davanti a lui, esaudendo le sue più intime preghiere.

    “ Anche io sono deluso, credevo volessi aiutarmi...” Rispose risentito.

    Tom si mosse verso di lui, azzerando così la distanza tra i loro corpi. Bill rimase immobile ad osservarlo con il cuore a mille e i palmi delle mani sudati, in attesa di una sua parola o di un gesto. Erano così vicini che i loro toraci avrebbero potuto sfiorarsi se solo avessero compiuto una profonda inspirazione, ma probabilmente in quell’istante, entrambi avevano anche dimenticato di respirare. Naturale fu per Tom posare le labbra su quelle del moro e muoversi lentamente nella sua bocca in un bacio carico di amore. Bill si strinse a lui, quasi a volersi fondere nel suo corpo, assaporando quel dolce contatto mentre il suo cuore esultava e la mente si svuotava di ogni singolo pensiero.

    “ Certo che desidero aiutarti, ma di sicuro spingerti nelle braccia di quel bastardo non mi sembra una buona idea.” Sussurrò Tom roco, ponendo così fine a quel momento di estasi.

    “ Ne farei volentieri a meno, ma non vedo altra soluzione. David non è stupido e solamente dandomi a lui ho la possibilità che non si insospettisca, almeno non subito.” Rispose Bill accarezzandogli il volto.

    “ Oggi io e John siamo andati all’istituto...” Continuò poi per metterlo al corrente degli ultimi risvolti, “ e abbiamo scoperto che Helen Whitmann, la direttrice, è in fin di vita in ospedale e che la mia pratica è sparita. Ho anche conosciuto Damien, il figlio di quella donna, il quale nutre un profondo odio nei suoi confronti e in quelli di suo padre illegittimo, che guarda caso è il giudice che si è occupato all’epoca del mio caso. Sta svuotando la casa di sua madre, perchè le staccheranno il respiratore e lei sarà destinata a morte certa e là ci sono un sacco di documenti che-...” Tentò di spiegare Bill concitatamente, quanto in maniera caotica.

    “ Ehi, ehi calma!” Esclamò Tom sorridendo, nonostante il triste racconto, “ prendi fiato e ricapitoliamo!” lo esortò a fare, prendendolo per mano e facendolo poi sedere nel piccolo ufficio.

    “ Credo che a casa della Whitmann ci siano anche documenti che mi riguardano e che Damien non esiterà a mandare in discarica se non lo fermiamo...” Spiegò con più calma.

    “ E quindi?..” Chiese il giardiniere dubbioso.

    “ Mi sono offerto di aiutarlo nel trasloco, ma mi serve un posto dove nascondere tutte quelle scartoffie per poi guardarle con calma...”

    “ Tu?” Tom rise alla notizia.

    “ Beh, ecco... Non proprio io, mi servirebbero un paio di persone fidate che si occupassero di portare gli scatoloni in un posto sicuro...” Tom lo guardò stranito, scuotendo il capo e intuendo immediatamente dove intendesse arrivare.

    “ Bill io lavoro tutto il giorno, come pensi possa aiutare questa persona?” Chiese, baciandogli il dorso della mano.

    “ Io... io pensavo che magari tu conoscessi qualcuno che fosse disponibile a fare il facchino per qualche giorno... Cazzo devo metter mano su quei documenti! Sono sicuro che tra quelle carte ci sia qualcosa di importante che mi riguarda!” Esclamò agitandosi sulla sedia.

    “ Ok, ok! Non ti allarmare. Vedrò che posso fare. Ci sono dei ragazzi che vengono ad aiutarci saltuariamente, sono certo che si renderanno disponibili anche per questo lavoro . E dove pensi di mettere gli scatoloni?” Domandò il giardiniere.

    “ Ehm... Tu hai un garage vero?”

    “ Non si risponde ad una domanda, con un altra domanda...” Lo redarguì, divertito- ormai era in balia del suo piano sbilenco- “ comunque sì ce l’ho e immagino già che per un pò di tempo il mio fuoristrada dovrà restare appunto fuori in strada...” Concluse rassegnato.

    “ Tom, grazie, grazie!!” Esclamò, balzando in piedi per abbracciarlo con trasporto. Sembrava un bambino a cui era stata concessa una giornata supplementare a Disneyland e Tom capì che non avrebbe più potuto fare a meno di lui.

    ***



    Avevano trascorso la pausa pranzo a casa di Tom, cercando di recuperare il tempo perduto, dimenticando di mangiare, ma divorando l’un l’altro di baci e coccole. Bill giaceva languido su di lui e sembrava gradire quell’intimo contatto. Tom non aveva osato oltrepassare il limite, anche se la sua erezione temeva gli potesse esplodere nei pantaloni. Non voleva che il moro si sentisse oppresso o obbligato, né tanto meno risentito di fronte ad un avance considerata troppo audace. Già era un miracolo avercelo spalmato addosso, tanto che per quel giorno le sue preghiere potevano ritenersi largamente esaudite.
    “ Devo tornare al lavoro Bill, Gus è fuori tutto il giorno…” Disse a malincuore il giardiniere, accarezzandogli la schiena.

    Il moro sbuffò, nascondendo il volto nell’incavo del suo collo e baciandone la morbida pelle.
    “ Stasera David ritornerà, come faremo a vederci?” Chiese all’ improvviso sconvolto da quella triste verità.

    “ Troveremo il modo. Non ho intenzione di lasciarti in balia di quel bastardo maniaco.” Bill sorrise non visto. Era una sensazione nuova e unica sentirsi finalmente protetti da qualcuno che desiderava più di ogni altra cosa il suo benessere. Si strinse più forte a lui, cercando nuovamente le sue labbra.

    “ Grazie Tom…” Mormorò su di esse, prima di sfiorarle con un bacio dolce. Il ragazzo sentì un formicolio percorrergli ogni singolo nervo, come avesse ricevuto una leggera scossa elettrica.
    Non era in grado di rispondere a quel ringraziamento, non aveva la minima idea di come avrebbero fatto per incontrarsi senza destare sospetti, ma ora Bill poteva contare su un sacco di alleati, che non avrebbero esitato ad aiutarlo ad evadere dalla sua prigione di lusso. Il moro si alzò tendendogli la mano e invitando Tom a fare lo stesso.

    “ Vorrei che il tempo si fermasse ora…” Gli sussurrò, allacciandosi nuovamente a lui, Tom lo strinse a sé con forza colpito da quelle parole. Non voleva dare loro eccessiva importanza, ma sicuramente non erano state buttate lì a caso. Il suo stomaco fece una capriola, mentre depositava l’ennesimo bacio su quelle labbra invitanti.

    Il cellulare di Bill iniziò a squillare interrompendo quel dolce momento romantico. Fu tentato di non rispondere, ma oramai Tom si era allontanato da lui per raccogliere la sua borsa dal pavimento e porgergliela.

    Era Soleman, non poteva certo ignorare la chiamata!

    “ Ciao Bill, ti disturbo?” Esordì l’agente in tono allegro.

    “ Ciao Paul, certo che no, dimmi tutto!” Rispose sorridendo a Tom che lo fissava serio.

    “ Truman si è già messo all’opera e ha scoperto qualcosa di molto interessante…”

    “ E cioè?! Non tenermi sulle spine!”

    “ Il tuo contratto Bill. E’ riuscito ad averne una copia e ora lo sta vagliando. Oggi alle sedici ci aspetta nel suo studio per farci sapere con più precisione, ma da un primo esame non ha rilevato anomalie se non che in realtà potrebbe già considerarsi terminato…”

    “ Come…terminato?”

    “ Il contratto stipulato cinque anni fa prevedeva tre uscite discografiche, una ogni diciotto mesi, cosa che si è verificata senza alcun impedimento, nell’arco di un periodo appunto di cinque anni, quindi il tuo contratto è diciamo... scaduto. Tu e l’ Interscope potreste decidere di non rinnovarlo, anche se non credo che abbiano intenzione di farsi scappare un artista del tuo calibro.”

    “ Quindi io sarei senza contratto discografico al momento?” Chiese incerto. Non era sicuro di aver compreso in pieno ciò che Paul gli aveva appena riferito.

    “ Tecnicamente sì, ma in pratica non succederà nulla di fatto, a meno chè tu non decida di non rinnovare il contratto.”

    “ Se ne è sempre occupato David di queste cose e io ammetto di esser piuttosto ignorante in materia...” Disse afflitto.

    “ Non c’è nulla che non si possa imparare Bill e comunque la cosa più importante è che tu da ora in poi pretenda di prender parte alle trattative e non limitarti a firmare le carte che ti sottopone il tuo manager senza neppure darti il tempo di leggerle. Truman ha scoperto anche che tu hai stipulato un accordo di rappresentanza con David e forse è questo l’ ostacolo più grande da superare...” Spiegò l’ uomo.

    “ Ac-accordo di rappresentanza?...” Chiese stupito.

    “ Sì Bill, in pratica significa che hai dato piena facoltà di decisione per i primi dieci anni della tua carriera artistica a lui. David può decidere per te anche senza il tuo consenso se lo volesse...” Bill deglutì. Ora cominciava a capire. Per cinque lunghi anni si era sentito minacciato dalla sua custodia, gli aveva fatto credere di averlo in pugno in quanto suo tutore, lo aveva reso prigioniero nella sua stessa casa, umiliato, sottomesso ed incredibilmente solo. Dio quanto era stato idiota! Uno stupido accordo, stipulato inconsapevolmente, lo aveva reso schiavo di quell’essere. Barcollò aggrappandosi a Tom, la stanza aveva iniziato a vorticare intorno a lui e sicuramente sarebbe caduto a terra, se il ragazzo non lo avesse prontamente sostenuto.

    “ Bill?...” Chiamò Soleman, preoccupato dal silenzio del suo interlocutore.

    “ Scusami Paul, credo di non sentirmi molto bene...” Sussurrò, lasciandosi condurre verso il divano da Tom.

    “ Lo so che può sembrare una catastrofe, ma in realtà è meno peggio di come appare. Non sarà difficile dimostrare che David ha approfittato di te e della tua inesperienza…” Disse Paul cercando di rassicurarlo.

    “ Ma come?”

    “ Bill, Truman sta prendendo a cuore il tuo caso e troverà il sistema per portare David in tribunale e liberarti così della sua ingombrante presenza, non devi demoralizzarti, faremo di tutto per aiutarti…”

    “ Dio Paul, sono così confuso…” Ammise con gli occhi lucidi.

    “ Non devi esserlo, hai bisogno invece di esser più che lucido in questo momento.” Bill sospirò, Paul era una persona seria e non gli avrebbe mai mentito su una cosa del genere.

    “ Ok, che devo fare?”

    “ Nulla, comportati come se questa conversazione non avesse mai avuto luogo. Ti ha sempre consultato per le decisioni importanti, auguriamoci che continui a farlo. Sei a casa ora, ti passo a prendere?”

    “ No, sono da un… amico…”

    “ Tom?...” Chiese l’agente, sorridendo tra sé.

    “ Ehm…sì, ma possiamo incontrarci direttamente là se vuoi…” Rispose arrossendo leggermente.

    “ Ok, a dopo allora…”

    Bill riattaccò e guardò Tom che lo scrutava ansioso. Non ci sarebbe stato bisogno di raccontargli l’accaduto, in quanto il vivavoce aveva svolto alla perfezione il suo compito. Lo strinse a sé delicatamente cercando di infondergli quel coraggio e quella determinazione che solitamente lo caratterizzavano, ma che aveva temuto per un istante che lo stessero per abbandonare dopo quelle notizie. Bill si abbandonò tra le sue braccia, iniziando a singhiozzare.

    “ Ehi piccolo non piangere. Paul ha ragione non è una catastrofe!”

    “ Lo è, non riuscirò mai a tenergli testa! Tu non hai idea di cosa è in grado di fare David!”

    “ Allora non tornare più da lui. Recedi il contratto e licenzialo. Fai le valigie e vieni qui da me.” Disse molto semplicemente. Il moro lo guardò incredulo, certo era un bel programmino, ma Tom non conosceva affatto il suo manager.

    “ Tom, credo che mi ucciderebbe, se facessi una cosa del genere.”

    “ Allora, smettila di piangere e reagisci. Giochiamo in vantaggio. Lui è convinto che tu sia all’oscuro di tutto.” Bill tirò su con il naso e si asciugò le lacrime con il dorso della mano. Il trucco si era sbavato macchiandogli tutto il viso di nero.

    “ Su, vai a lavarti la faccia, se Paul ti vede in questo stato, penserà che tu abbia a che fare con un amico un po’ brutale…” Disse ancora, sfiorando le sue labbra con dolcezza. Il moro sorrise debolmente, rispondendo a quel bacio con ritrovato vigore.

    “ Vorrei che questa storia fosse già finita…” Sussurrò il cantante, riprendendo aria.

    “ Finirà, e io sarò qui accanto a te. Tutti lo saremo. Intorno a te c’è un mondo che ti vuole bene e che vuole che tu sia felice.”

    ***



    Truman non sembrava eccessivamente preoccupato dalla situazione in cui versava Bill. Gli aveva ripetuto che avrebbe trovato presto la falla nel contratto- perché in tutti i contratti ne esisteva una-, e che quindi doveva esser ottimista. Inoltre era rimasto favorevolmente colpito dalla piccola ricerca condotta dal moro e dal suo bodyguard e dei risultati che avrebbero sicuramente ottenuto.
    L’avvocato si era incupito nel momento in cui era stato fatto il nome di Coltrain, conosceva benissimo il soggetto e la sua fama di uomo di legge avido e corrotto.

    “ Se riusciremo a dimostrare che David ha pagato per avere la tua custodia, il gioco è fatto.” Affermò accennando un sorriso. Osservò nuovamente il post it sul quale Bill aveva annotato il codice che aveva trovato accanto al nome di Helen sull’agenda del manager, strizzando gli occhi.

    VI/M 0854

    “Sembrerebbe il codice di una cassetta di sicurezza bancaria, ma il problema è che non è completo e non serve a nulla se non ci sono indicazioni sul nome della banca…” Continuò Truman.

    “ David tiene tutti i documenti importanti in cassaforte, se riuscissi ad accedervi, forse troverei qualche indizio…” Disse Bill accigliato.

    “ Se, come penso, Jost versa del denaro in favore dell’istituto, non lo farà per spirito caritatevole, ma piuttosto per pagare il silenzio della Whitmann e difficilmente troverai degli indizi. Forse non è nemmeno al corrente che è in ospedale in fin di vita… In genere funziona che qualcuno paghi e qualcuno incassi, i due soggetti non si incontrano mai e non sanno nulla l’uno dell’altro…”

    “ Il quindici giugno è vicino, se è come dice lei, basterà seguirlo…”

    “ Mi auguro sia come dici tu Bill, ma in genere non è così semplice… Comunque procediamo concentrandoci su un problema alla volta. Metter troppa carne al fuoco rischierebbe solo di confonderci…” Sentenziò l’avvocato. Bill e Paul annuirono, in attesa che lui rivelasse la mossa successiva.

    “ Come prima cosa,” continuò, “ devo studiare entrambi i contratti, e mentre io farò ciò, tu Bill dovrai darti da fare con le scartoffie che prenderete dalla casa della Whitmann. Se trovassi davvero qualche documento che ti riguarda, saremmo a cavallo.

    “ Ok, ho già contattato chi di dovere per riuscire a svolgere il tutto nel miglior modo possibile.” Comunicò il moro.

    “Persone fidate mi auguro.” Disse l’avvocato.

    “ Direi piuttosto estranee. L’unica cosa di cui verranno messi al corrente è che dovranno portare degli scatoloni dal punto A al punto B.” Li informò.

    “ Bene Bill, impari presto. Meno persone sapranno su cosa stiamo lavorando e meglio sarà.” Si complimentò Truman. Il moro sorrise. Forse non era sul serio una catastrofe.

    Quando lui e Paul uscirono dallo studio di Truman, mancavano ancora due ore all’arrivo di David.
    Un sacco di tempo considerato che non ne avrebbe perso più.

    “ Mi accompagneresti da Tom?” Chiese all’agente. “vorrei presentartelo...” Continuò arrossendo. Detto così, suonava un pò pomposo, ma Bill ci teneva davvero ad avere un giudizio imparziale da Paul che, a parte John, era la persona più vicina a lui in quel momento.

    L’ uomo fermò l’ auto a pochi metri dal negozio e Bill scese, impaziente di entrare nel piccolo vivaio e facendo sorridere l’ amico. Doveva essere ben più che un’amicizia, Soleman non lo aveva mai visto così agitato, se non prima di un concerto.

    Il leggero scampanellio alla porta fece voltare immediatamente Tom, che si aspettava quasi la visita del moro. Sorrise e si mosse verso di lui, ma si arrestò immediatamente alla vista dell’uomo che lo accompagnava.

    “ Ciao...” Disse semplicemente, incerto sul da farsi.

    “Ciao Tom, lui è Paul Soleman. Paul lui è Thomas Trumper, il mio angelo custode...” Lo presentò orgoglioso.

    L’uomo sorrise e tese la mano verso il giardiniere che era arrossito vistosamente.

    “Decisamente troppo vistosamente, per esser solo un amico...” pensò l’agente.

    “Piacere di conoscerti Tom, posso chiamarti così vero? Bill mi ha parlato molto di te.” Disse stringendo con forza la mano destra del ragazzo.

    Tom fulminò con lo sguardo il moro, odiava esser al centro dell’ attenzione, qualsiasi fosse il motivo e ancor di più se aveva a che fare con il suo cuore, che in quel momento batteva all’ impazzata.

    “ Piacere mio...” Riuscì ad imbastire nonostante l’ imbarazzo. Non aveva idea di ciò che Bill avesse detto su di lui, ma a giudicare dalla faccia divertita dell’agente, lo aveva dipinto sicuramente come il Principe Azzurro sul famigerato cavallo bianco.

    “ Com’è andata con l’avvocato?” Chiese ai due. Doveva riprendersi un attimo.

    Bill iniziò a parlare concitatamente – ormai era una sua abitudine, quando c’era più di un evento da raccontare – e Paul lo zittì immediatamente.

    “ Non dargli retta, lui è di indole catastrofica. In pratica l’avvocato Truman dovrà esaminare i contratti e voi dovrete rovistare tra i documenti...” Spiegò in breve.

    “ Noi?...” Esclamò Tom guardando Bill di sbieco, “ ho trovato i facchini, ti ho ceduto il mio garage, ma non mi avevi parlato delle notti che alla fine IO trascorrerò a rovistare tra quelle cartacce!” concluse stupito.

    “ E’ ovvio che ti aiuterò, quando e come posso!” Rispose il moro abbracciandolo e scatenando l’ ilarità di Paul. Insieme erano una gran bella coppia e l’uomo non aveva mai visto Bill sorridere in quel modo.

    “ Beh, credo che abbiate qualcosa di cui discutere ragazzi per cui vi lascio soli... mi ha fatto molto piacere conoscerti Tom, credo che questo signorino un pò viziato abbia bisogno di qualcuno come te al suo fianco...” Si congedò Paul, andando verso la porta.

    “ Grazie Paul, sei un amico!” Esclamò il moro, facendogli l’occhiolino.

    “ Uno dei tanti, Bill...” Rispose salutandoli con la mano, per poi scomparire oltre la porta.

    Tom rimase a fissarlo con le mani sui fianchi. Non sapeva se esser arrabbiato o meno, ma di certo non si sarebbe aspettato di venir presentato ufficialmente così presto a qualcuno. Si era trovato coinvolto suo malgrado in un fatto che sembrava la trama di un film con il boss malavitoso da incastrare e la donzella da salvare. Bill non era una donna, ma era ugualmente in pericolo.

    “ Tom?...” La voce del moro lo riportò alla realtà.

    “ Sì?...”

    “ Non esser arrabbiato con me, ti prego.” Supplicò.

    “ Non lo sono, sono piuttosto sorpreso. Ho avuto la netta sensazione che Paul creda che noi due... beh... che stiamo insieme insomma...” Borbottò incerto.

    “ Mmh, non lo so, ma non mi importa sinceramente, perchè a te sì?”

    “ No in condizioni normali, ma devi ammettere che la nostra situazione è un pò insolita...”

    “ Intendi dire che se io non fossi quel Bill Kaulitz tu non saresti ugualmente attratto da me?”

    “ Certo che lo sarei, che vorresti insinuare?” Esclamò sulla difensiva.

    “ Niente tranquillo, era solo per sapere...” Rispose vago.

    “ Se tu non fossi quel Bill Kaulitz avresti traslocato gli scatoloni da solo nel tuo garage e TU avresti rovistato tra quei documenti.” Affermò Tom, sospingendo Bill dietro uno scaffale per impadronirsi poi delle sue labbra.

    “ Se io non fossi quel Bill Kaulitz, non avrei avuto David come tutore, nessun’auto di lusso nel garage, nessuna borsa di Louis Vitton da duemila dollari, ma sicuramente una vita più serena.” Affermò incupendosi.

    “ Saranno presto dettagli. Chiama il figlio della Whitmann e digli che Sam e Peter saranno là domattina alle otto. Sono due bravi ragazzi, non abbiamo di che preoccuparci.”

    “ Ok, lo faccio subito.”

    Damien fu sorpreso della chiamata, ma alla fine lo ringraziò infinitamente. In fondo quel ragazzo non gli dispiaceva, all’apparenza sembrava freddo e distaccato, ma poteva forse capire il rancore che portava dentro di sè. La sua condizione familiare era stata anche peggiore della sua. Almeno i suoi genitori lo avevano amato fin che erano rimasti in vita, mentre lui non aveva mai conosciuto un affetto vero. Si sentiva un po’ in colpa per avergli taciuto i reali motivi che lo avevano indotto ad aiutarlo, ma forse conoscendolo meglio avrebbe potuto anche diventare una persona di cui aver fiducia e quindi rivelargli la verità.

    Sospirò dopo aver concluso la chiamata, mentre fissava l’orologio del cellulare. Tra cinquanta minuti, l’aereo di David sarebbe atterrato a Los Angeles. Doveva tornare a casa ed iniziare la recita.

    “ Devo andare a casa Tom, tra poco David sarà di ritorno…” Sussurrò, nascondendo il volto nelle pieghe della sua ampia t-shirt. Sentì Tom inspirare profondamente, mentre lo stringeva a sé.

    “ Non vorrei che tu ci dovessi tornare, ma va bene, ti accompagnerò a casa...”

    Edited by *billaly* - 17/2/2011, 23:26
     
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  14. PinaKaulitz88
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    Hai già postato di nuovo ed io ancora devo commentare il capitolo precedente *si autofustiga*

    Lo faccio subito!
    Il capitolo 15 l'ho visto come un capitolo di transizione di collegamento ad altri futuri importanti avvenimenti, di certo è fondamentale nello svolgimento della storia e mi complimento per come incastri tutti gli elementi ^^

    Appena posso, leggo anche il nuovo chappy!
    Un bacione <3
     
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  15. Capricorn2187
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    Tom si mosse verso di lui, azzerando così la distanza tra i loro corpi. Bill rimase immobile ad osservarlo con il cuore a mille e i palmi delle mani sudati, in attesa di una sua parola o di un gesto. Erano così vicini che i loro toraci avrebbero potuto sfiorarsi se solo avessero compiuto una profonda inspirazione, ma probabilmente in quell’istante, entrambi avevano anche dimenticato di respirare. Naturale fu per Tom posare le labbra su quelle del moro e muoversi lentamente nella sua bocca in un bacio carico di amore. Bill si strinse a lui, quasi a volersi fondere nel suo corpo, assaporando quel dolce contatto mentre il suo cuore esultava e la mente si svuotava di ogni singolo pensiero.

    e ce l'hanno fatta finalmente.

    CITAZIONE
    Avevano trascorso la pausa pranzo a casa di Tom, cercando di recuperare il tempo perduto, dimenticando di mangiare, ma divorando l’un l’altro di baci e coccole. Bill giaceva languido su di lui e sembrava gradire quell’intimo contatto. Tom non aveva osato oltrepassare il limite, anche se la sua erezione temeva gli potesse esplodere nei pantaloni. Non voleva che il moro si sentisse oppresso o obbligato, né tanto meno risentito di fronte ad un avance considerata troppo audace. Già era un miracolo avercelo spalmato addosso

    Ma vai Tom dagli una bella smandrappata :rox: :evil-laugh:
    Mo Tom lo conoscono cani e porci xD
    CITAZIONE
    voi dovrete rovistare tra i documenti...” Spiegò in breve.

    “ Noi?...” Esclamò Tom guardando Bill di sbieco, “ ho trovato i facchini, ti ho ceduto il mio garage, ma non mi avevi parlato delle notti che alla fine IO trascorrerò a rovistare tra quelle cartacce!” concluse stupito.

    E chi le doveva analizzare sennò,mago merlino? u.u -_-

    E l'Odissea sta per iniziare,chissà quando finirà e quando Bill ritroverà la sua "Itaca"
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28632 views
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