Angels don't fly

Finita

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    Davvero anche io lavoro a stretto contatto coi dottori, faccio l' infermiera!
     
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  2. PinaKaulitz88
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    CITAZIONE (*billaly* @ 7/2/2011, 22:48) 
    Pina non mi svenire prima del tempo!!

    Non mi puoi dire certe cose e poi pretendere che non svenga XD
    Mamy cattiva :botte:
     
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    Eccomi qui!

    Mi ripeto dicendo che questo capitolo è un pò la fine di tutta la presentazione dei personaggi che graviteranno intorno ai nostri protagonisti, quindi spero abbiate la pazienza di sopportare la mia mancata capacità di sintesi e di leggere quindi fino all' ultima parola.

    Capitolo 15

    Un inganno tira l’altro.
    Terenzio



    Il fascino di Bella Carrington si esauriva nel suo nome di battesimo. Minuta ed esile, col viso scarno, il naso appuntito che sosteneva un paio di occhiali stile anni trenta, uno chignon che, alto sul capo, raccoglieva i sottili capelli color del fieno e la voce nasale, sembrava più un disegno animato che una donna. Doveva avere sui trent’anni, pensò John, anche se a dire il vero ne dimostrava almeno dieci in più. Lo aveva fatto accomodare nell’ufficio sulla cui porta vi era scritto Direzione e gli aveva spiegato ancor prima che lui potesse aprire bocca che Helen Whitmann era in ospedale in seguito ad un ictus che l’ aveva ridotta in fin di vita.

    “ Ormai la poverina è un mese che versa in queste tragiche condizioni… Il figlio ha dato disposizione che venga staccata dal respiratore…” Spiegò incolore. John rabbrividì al pensiero di quel gesto.

    “ La signora Whitmann ha un figlio?” Chiese curioso, ricordando all’ improvviso il motivo della sua visita all’istituto.

    “ Sì, anche se non vive con lei, ma in Australia. E’ tornato solo pochi giorni fa, non correvano buoni rapporti tra loro ormai già da anni, e ora Helen non avrà nemmeno l’opportunità di vedere per l’ ultima volta l’unica persona che abbia mai amato veramente in tutta la sua vita…” Disse triste.

    “ Mi dispiace terribilmente…” Affermò sincero.

    “ Anche a me. Helen è una gran donna e la vita è stata terribilmente dura con lei.” Ammise con gli occhi lucidi. Doveva esserci ben altro da scoprire sul suo conto, ma dubitava che quella donna non avesse avuto nulla a che fare con David.

    “ Ehm…” John si schiarì la voce, per attirare la sua attenzione.

    “ Mi scusi. Cosa posso fare per lei?”

    “ Sono tornato da poco dall’ Europa dove ho vissuto per oltre dieci anni e purtroppo ho appreso solo ora della morte di una coppia di cari amici. Mi è stato detto che il figlio era stato mandato qui dai servizi sociali, vorrei avere notizie di lui, se fosse possibile…” Mentì, cercando di esser convincente.

    “ Come si chiama il ragazzo?” Chiese lei assumendo un tono professionale.

    “ Patrick Perkins.” Rispose sicuro.

    “ Sa se è stato adottato o dato in affidamento?”

    “ No. Sono qui per questo infatti.” La donna si alzò e scomparve dietro una porta. La sentì trafficare in quello che sembrava esser un archivio e infatti fece ritorno con un enorme registro impolverato.

    “ Purtroppo le nostre esigue risorse ci hanno permesso l’ introduzione del computer solamente da un anno a questa parte e tutto è stato registrato manualmente fino alla metà del duemilaotto…” Lo informò, sbattendo il pesante libro sulla scrivania.

    “ Dunque P…Pe… Ecco Perkins Patrick, nato a Los Angeles il sedici aprile 1990, figlio di Jackson Perkins ed Emma Wallis.”

    “ Sì sono loro…” Azzardò, senza aver idea di cosa andasse cercando.

    Bella si alzò nuovamente e dopo aver sbirciato un’ultima volta la sigla accanto al nome sparì nuovamente nell’archivio. John prese allora il libro e scorse rapidamente l’indice. Se quello era l’elenco degli ospiti della casa famiglia, doveva esserci per forza anche Bill.

    Kaulitz Bill, nato a Lipsia il primo settembre 1989, figlio di Jorg Kaulitz e Lukretia Jungman
    F15 – Nr.107 – 2005


    Rimise immediatamente a posto il registro ed annotò la sigla sul pacchetto delle sigarette, giusto in tempo prima che Bella ritornasse. Il faldone che racchiudeva in esso varie pratiche era ancora più mastodontico del registro e John si sentì in dovere di aiutarla prendendolo dalle sue braccia per depositarlo sulla scrivania.

    “ Grazie Signor Kepshaw…” Disse ripulendosi il vestito dalla polvere. John sorrise, era il faldone 15.
    La fortuna sembrava esser dalla sua parte perché il numero della pratica di Patrick era il 102. Quella di Bill doveva essere per forza tra quelle.

    La donna aprì la cartelletta e sfogliò attentamente il contenuto. Pochi fogli ordinatamente scritti a macchina, indicavano che il ragazzo era stato affidato ad una famiglia di San Diego.

    “ Immagino non possa dirmi di più vero?” Sussurrò l’uomo avvicinandosi a lei. Bella si aggiustò gli occhiali sul naso, sostenendo il suo sguardo ammiccante.

    “ Non potrei, ma per lei farò uno strappo alla regola. Ormai Patrick è maggiorenne in ogni caso…” Rispose pazientemente, alzandosi nuovamente per ritornare nella stanza attigua.

    “ Bene!” Esultò John tra sè, cercando freneticamente la pratica di Bill tra le scartoffie, ma trovando la sua cartella inesorabilmente vuota. Chissà perché quasi se lo aspettava.

    Bella ritornò, brandendo un pezzetto di carta tra le mani. “ Tenga questo è l’ indirizzo della famiglia a cui è stato dato in affidamento Patrick. Buona fortuna signor Kepshaw.” Disse seria.
    “ Ovviamente io e lei non ci siamo mai visti.” Concluse, accompagnandolo poi alla porta.

    “ Certo. Grazie signorina Carrington, è stata molto gentile…”

    “ Di niente…” Soffiò, osservandolo andare verso l’uscita a passo svelto.

    John entrò in auto, svegliando di soprassalto Bill che si era appisolato.

    “ Vuoi farmi venire un infarto?” Esclamò risentito il moro.

    “ E tu vuoi farti rapire?” Lo rimproverò, riferendosi al fatto che si fosse addormentato con le portiere senza la sicura, il finestrino aperto e le chiavi inserite nel cruscotto.

    “ Faceva un caldo terribile qui dentro…”

    “ Potevi accendere l’aria condizionata.”

    “ John, non è successo nulla, per favore! Piuttosto dimmi che hai scoperto.”

    “ Patrick vive a San Diego.” Disse l’uomo serafico.

    “ JOHN CAZZO!”

    “ La Whitmann è stata colpita da ictus un mese fa, suo figlio ha dato ordine di staccare il respiratore e della tua pratica non c’è traccia…”

    “ Povera donna mi dispiace...” Sussurrò triste. “ Quindi sei arrivato al mio fascicolo?” Chiese poi, sebbene fosse consapevole di esser privo di tatto.

    “ Sì, ma la tua cartella era vuota…” Bill sbuffò sconfitto. Il mistero si stava infittendo.

    “ Che facciamo ora?” Chiese all’uomo seduto accanto a lui. John sorrise, dandogli una pacca sulla spalla.

    “ Non lo so Bill, stavo valutando se valesse la pena o meno andare a parlare con il figlio della Whitmann, ma Bella mi ha detto che tra di loro non correva buon sangue.”

    “ Bella?...”

    “ La donna con cui ho parlato all’istituto.”

    “ Uhm, ho capito…La Whitmann abitava a Santa Monica all’epoca. Mi sono sempre chiesto come con il suo lavoro potesse permettersi di vivere in una delle zone più esclusive della città.”

    “ Evidentemente faceva la cresta sulla spesa…” Azzardò John, cercando di sdrammatizzare, consapevole degli stenti patiti da Bill in quel periodo.

    “ Già…” Il ricordo di quel minestrone di verdure ammuffite che gli propinavano tutte le sere, era ancora vivo nella sua mente.

    “Tentiamo con Santa Monica?” Chiese conferma l’uomo.

    “ Sì, una volta sono stato a casa sua, con un po’ di fortuna riusciremo a trovare la strada.”

    Non era stato difficile trovare l’ abitazione della Whitmann. La memoria di Bill era buona e quella casa coi mattoncini rossi e le pacchiane statuette nel giardino, spiccava tra le eleganti abitazioni di Washington Avenue. La porta era aperta e numerosi scatoloni erano stati impilati sotto il portico. Dall’ interno proveniva della musica rock. Metallica, riconobbe Bill.

    Un uomo sui trent’anni, si affacciò sulla soglia incuriosito dall’auto che si era fermata davanti alla casa. Indossava jeans logori e una maglietta degli Iron Maiden, sui bicipiti aveva tatuato il logo della Harley Davidson e un drago alato e vari piercings ornavano il suo viso. Bill ricordò di aver visto una foto del figlio di Helen una volta, ma di certo ora non era riconoscibile.

    “ Buongiorno…” Salutò timidamente Bill, mentre si avviava incerto sul vialetto, scortato da John.

    “ Ciao, se cercate mia madre non c’è…” Disse il tipo, posando lo scatolone a terra e accendendosi una sigaretta.

    “ Ehm, appunto per questo sono venuto. Ho saputo che è in ospedale…”

    “ Mia madre sta morendo, ma perché tu ti interessi a lei, non mi sembri uno di quei trovatelli che accudisce…”

    “ Lo ero. Piacere io sono Bill e lui è John.” Disse allungando la mano destra verso di lui.

    “ Damien.” Rispose senza prendere la mano che gli veniva porta.

    “ Mi dispiace per tua madre. E’ una brava donna e ha fatto tanto per noi…”-minestrone a parte- Aggiunse mentalmente.

    L’ uomo lo guardò, prima di scoppiare a ridere. Bill lo fissò interdetto, che ci trovava di così divertente in una madre agonizzante in un letto di ospedale e alla quale sarebbe stato tolto il diritto alla vita proprio da lui?

    “ Sai non sei il primo che viene a chiedermi notizie. Ed è incredibile come tutti pensiate a lei come ad una santa donna. Mia madre è l’essere più spregevole che esista sulla faccia della Terra. Lei e quell’altro bastardo responsabile del mio concepimento.” Bill impaurito fece un passo indietro andando a sbattere contro il torace di John, che protettivo gli mise una mano sulla spalla.

    “ Non ti capisco scusa… Io… mi dispiace, non volevo…” Balbettò Bill, incapace di controbattere.
    Il volto dell’ uomo si addolcì e il tono della sua voce si fece più pacato.

    “ No, scusa tu. Sono io che ho il dente avvelenato. Io sono suo figlio e sono l’ ultima persona a cui ha sempre pensato. I trovatelli, gli orfani e quel maledetto istituto venivano prima di tutto e io sono cresciuto con una baby sitter alcolizzata.” Spiegò triste. A dire il vero non sapeva nemmeno perché stesse raccontando queste cose a due sconosciuti, ma sentiva di non potere più continuare a tacere. Per troppo tempo si era tenuto dentro quel sordo dolore, mascherandolo con modi rudi e vita dissoluta.

    “ Ma… tuo padre?” Azzardò Bill.

    “ Mio padre non si è mai occupato di me. E’ comunque morto un paio di anni fa. Lui era un giudice, una persona molto influente qui a Los Angeles e mia madre la sua amante…” Bill deglutì, sentendo che un altro pezzo del puzzle che era la sua vita, forse avrebbe trovato la sua giusta collocazione.

    “ Capisco...” Riuscì solo a dire.

    “ La tua faccia non mi è nuova...” Disse, cambiando repentinamente discorso.

    Il moro arrossì leggermente, intuendo che non fosse una buona idea rivelare la sua identità, ma sapendo anche di non avere scelta.

    “ Ehm, io sono un cantante... abbastanza famoso nel mondo...”

    “ Ah, ecco dove ti avevo visto.” Disse apparentemente disinteressato, ritornando all’ interno della casa.

    “ Venite!” Gridò loro dal soggiorno, dove regnava un caos disastroso.

    “ Sto imballando tutta la roba di mia madre. Questa casa non appartiene a lei e i proprietari mi hanno invitato a liberarla. Cazzo, non l’ ho ancora seppellita e questi stronzi già hanno un acquirente!” Inveì, dando un pugno sul tavolo.
    Migliaia di documenti giacevano posati sopra ogni superficie libera, mentre decine di scatoloni attendevano di esser riempiti.

    “ Non so che farne di tutta questa cartaccia! Non ci capisco niente, ma sono certo che tra queste scartoffie ci potrebbe esser qualcosa di interessante, visto che riguardano l’ istituto e il lavoro di quel bastardo. Magari potrei trovare qualche documento compromettente che mi potrebbe fruttare del denaro a giudicare il posto in cui erano nascosti...” Affermò con sguardo avido.

    “ Nascosti?” Ripetè Bill.

    “ Già quei due intrattenevano loschi affari, non c’è dubbio...” Spiegò indicando una pila di fogli con l’ intestazione del tribunale dei minori di Los Angeles.

    Bill impallidì. Sbirciando sul primo documento della pila il nome di Henry Coltrain spiccava in fondo alla pagina. Era il giudice che si era occupato del suo caso. Cercò tuttavia di rimanere impassibile alla notizia e apparire quindi tranquillo.

    “ Non riuscirai mai ad occuparti di tutto, avresti bisogno di una mano...” Sussurrò, guardandosi intorno.

    “ Vuoi aiutarmi tu? Gesso a parte, non mi sembri molto robusto comunque...” Rispose, abbozzando un sorriso.

    “ Beh io no, ma conosco qualcuno che potrebbe fare al caso tuo.”

    “ Se si accontentano di un paio di birre a fine giornata ci sto, non ho soldi io...”

    “ Vedrò che posso fare. Se mi lasci il tuo numero, ti chiamerò quanto prima.” Rispose, guardando John che lo fissava smarrito.

    Damien scarabocchiò il suo numero su un pezzo di carta e glielo porse.

    “ Perchè fai questo per me?” Gli chiese improvvisamente titubante.

    “ Perchè so cosa significa esser solo al mondo.” Rispose sicuro, sfilandogli dalla mano il pezzo di carta. L’ uomo lo guardò per un istante e poi gli strinse la mano con vigore.

    “ Sei forte, anche se assomigli ad una ragazza...”

    “ Le apparenze ingannano...” Affermò, mentre con Kepshaw si dirigeva verso l’auto.


    “ Mi spieghi che significa tutto questo?” Chiese l’ uomo ancor prima di inserire la chiave nel cruscotto.

    “ John, quello è il figlio illegittimo di Henry Coltrain, il giudice che si è occupato del mio caso. Tra quei documenti c’è sicuramente anche qualcosa che mi riguarda!” Spiegò concitato, come se quella fosse la cosa più ovvia del mondo.

    “ Bill ci sono montagne di documenti là dentro! Sarà come cercare un ago in un pagliaio, ci vorranno giorni!” Si lamentò l’ addetto alla sicurezza.

    “ Non dovremo fare tutto subito, basterà che quegli scatoloni, invece che alla discarica vengano portati in un posto dove poterli guardare con calma.”

    “ Non vorrai portarli a casa, vero?” Chiese preoccupato.

    “ Non sono folle fino a quel punto. David si insospettirebbe subito!”

    “ E allora dove?”

    “ Conosco una persona che potrebbe aiutarmi...” John si asciugò il sudore dalla fronte, rimpiangendo il Bill apatico e depresso.

    “ E chi è di grazia? Domandò abbattuto.

    “ Qualcuno più ansioso di me a far luce su tutta la faccenda...” Rispose con un sorrisetto furbo.

    Non aveva idea di come l’ avrebbe presa, ma sperava almeno che gli desse l’opportunità di parlare.
     
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  4. Capricorn2187
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    è incredibile come tutti pensiate a lei come ad una santa donna. Mia madre è l’essere più spregevole che esista sulla faccia della Terra

    Evviva la sincerità.
    Alla faccia del rapporto madre/figli xD però si capisce il perchè del comportamento,un pochino di biasimo e sta.
    Forse che forse si riuscirà a fare luce su varie faccende,solo non saprei su come la può prendere una certa personina riguardo ai documenti che stanno per essere "traslocati" a casa sua.
     
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    Non lo so ancora neppure io! :D

    Grazie Cri per aver letto.
     
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  6. kaulitz's wife
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    :D sisi adesso scopriranno qualcosa. Non ditemi ch eporta tutto a casa di Tom -.-
     
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  7. Capricorn2187
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    Non ditemi ch eporta tutto a casa di Tom -.-

    :sweatdrop: :occhioni:
     
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    Tom ha un garage molto grande... :ph34r:
     
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  9. Capricorn2187
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    Tom ha un garage molto grande...

    Per tanti scatoloni ci vuole un garage grande u.u e poi Tom sicuramente sarà molto disponibile e contento :ehsì: :occhioni:
     
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    Mmh... Tu che dici Cri?
     
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  11. Capricorn2187
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    Su cosa,sul garage grande o sulla reazione di Tom quando si troverà in casa tutta quella bolgia?

    Bhe sicuramente per la seconda cosa come prima reazione ci rimarrà di cacca,sicuramente ci scapperà un ramanzina poi alla fine un pò per curiosità un pò per pietà aiuterà e forse anche sotto minacia di John xD
     
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    Vedremo... :olala:
     
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  13. Capricorn2187
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    :sospettoso:
     
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  14. barby's
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    Wow ora sono davvero curiosa di sapere cosa ne verrà fuori, cosa nascondono ... Tom ti tocca sempre il lavoro duro XD
     
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    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

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    arcadia

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    Sono sul cellulare che lo scassa tokiomartire mi ha fregato pc. Bene abbiamo fatto un passo successivo ,solo che chissa'quando tempo ci vorra'per trovare qualcosa.comunque se l'idea e'andare da tom sara'piu' che disponibile.grazie baciotto
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28635 views
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