Angels don't fly

Finita

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  1. •MiQi.
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    CITAZIONE (*billaly* @ 22/1/2011, 22:59) 
    Grazie Micky!

    Anche io sono curiosa di sapere come farà!
    Ho tante idee che mi frullano in testa e devo ancora decidere come eliminarlo...

    Sono sicura che troverai il modo migliore; mi fido delle tue doti da scrittrice :)
     
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    Fiducia malriposta, ma grazie Micky!! <3
     
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  3. Capricorn2187
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    I suggerimenti sono sempre ben accetti Cri!

    Dipende da come vuoi farlo fuori,o lentamente :voodoo: o velocemente :botte:
     
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    Bimbe sono indietrissimo con il capitolo... :tears:
     
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  5. Capricorn2187
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    Susu fa niente,si aspetta.
     
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  6. °Ric@
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    CITAZIONE (*billaly* @ 25/1/2011, 16:11) 
    Bimbe sono indietrissimo con il capitolo... :tears:

    *parte la carmina burana* ....*volano balle di fieno nel post e in sottofondo si sente il "tac tac" degli speroni*...*il cigolio della porta di un saloon*...no vabbè la pianto figurati aspetteremo
    SPOILER (click to view)
    :botte:
     
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    Grazie della vostra clemenza bimbe, ma mia figlia mi stressa, io dormo in piedi, devo preparare la cena, stirare e fare ancora il letto!!

    Non sposatevi mai!!
     
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  8. °Ric@
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    CITAZIONE (*billaly* @ 25/1/2011, 18:15) 
    Grazie della vostra clemenza bimbe, ma mia figlia mi stressa, io dormo in piedi, devo preparare la cena, stirare e fare ancora il letto!!

    Non sposatevi mai!!

    Tu ci credi che io in 27 anni di vita non ho mai stirato!Fatemi spolverare,lavare i piatti,spazzare,pulire i vetri,cucinare,passare l'aspirapolvere qualunque cosa ma stirare NO!Mi rifiuto categoricamente XD giuro che quando andrò a vivere da sola mi compro la pressa,credo che si chiami così :unsure: quella che ha il piano e la parte superiore che getta il vapore :rofl:
    No tranquilla il matrimonio lo vedo mooooooooooooooolto lontano...manca la materia prima XD
     
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  9. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    Non sposatevi mai!!

    Non te preoccupà,non era e non è nei miei programmi futuri.
    CITAZIONE
    quando andrò a vivere da sola mi compro la pressa,credo che si chiami così quella che ha il piano e la parte superiore che getta il vapore

    E il robottino tondo che pulisce per terra,l'asciugatrice e la lavastoviglie.
     
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  10. °Ric@
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    Noooo la lavastoviglie è una rottura di cocomeri allucinante,na volta che mi devo mettere lì e sistemare i vari piatti e alle cose più incrostate dare una prima ripassata io,faccio prima a lavammeli da sola U_U e quello tondo non funge bene,mi butto sul folletto ahahaha!
     
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  11. barby's
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    CITAZIONE
    Non sposatevi mai!!

    a meno che non sia un Kaulitz!!!

     
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    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

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    QUOTE (*billaly* @ 25/1/2011, 18:15) 
    Grazie della vostra clemenza bimbe, ma mia figlia mi stressa, io dormo in piedi, devo preparare la cena, stirare e fare ancora il letto!!

    Non sposatevi mai!!

    concordo! :B): :lol:
    Ciao collegazza :wub:
     
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  13. °Ric@
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    Uppolo!
     
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    Eccomi qua!!

    Sappiate che per finire il capitolo, non ho preparato la cena!
    E scusate per gli aventuali errori, perchè non è betato, in quanto la mia Socia, nonchè betatrice di fiducia, è molto impegnata con lo studio.

    Capitolo 13

    Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.
    Voltaire



    Gli sembravano veramente lontani anni luce i giorni in cui aveva pensato di odiare la persona che gli aveva salvato la vita. Cullato dal suo morbido abbraccio, Bill sentiva di esser al sicuro per la prima volta dopo anni. Tom era un ragazzo eccezionale, un uomo di cui innamorarsi. La chiarezza con cui quel sentimento si faceva prepotentemente strada nel suo cuore lo spaventava, ma al contempo lo rendeva infinitamente forte e felice. Non conosceva molto di lui, ma sentiva che poteva, che doveva fidarsi di Tom. Non a caso era capitato nella sua esistenza, regalandogli una seconda possibilità, e lui ora aveva l’intenzione di sfruttare l’opportunità concessa. Gli aveva parlato dell’incontro con Truman e dell’offerta di Soleman di aiutarlo a liberarsi di David, Tom aveva ascoltato attento, stupito dal fervore che metteva nel raccontare i fatti. I suoi occhi erano luminosi come due stelle e più di una volta aveva sentito la necessità di interrompere quel fiume di parole con un bacio o una carezza, come a voler verificare che Bill fosse realmente lì tra le sue braccia e non il frutto di un sogno ad occhi aperti. Non vi era traccia del rancore di alcuni giorni prima, quando ancora lo riteneva colpevole di aver sovvertito i suoi piani suicidi e si era lasciato coinvolgere dal suo ragionevole ottimismo.

    “ Ho sempre pensato di non avere una via d’uscita, di non poter esser in grado di camminare con le mie gambe, ma tutti voi mi state dimostrando che non è così e io sono pronto ad affrontare questa prova ora, costi quel che costi. David non può nuocermi più di quanto non abbia già fatto. Devo solo trovare il modo di metter mano sul mio contratto e sui documenti riguardanti la mia tutela. Inoltre ho intenzione di mettermi in contatto con l’istituto che mi ospitò e il giudice che si occupò del mio caso cinque anni fa. Sono convinto che troverò qualche indizio importante...” Tom lo guardò spaesato, poteva esser pericoloso ciò che aveva intenzione di fare e di certo non avrebbe potuto agire da solo. Cercò di ribattere, ma il moro lo zittì prima che potesse aprire bocca.

    “ So cosa vuoi dirmi, ma sappi che non rinuncerò, per nessun motivo. Ormai la mia priorità è riacquistare la mia libertà.” Affermò deciso.

    “ Non ti sto dicendo di rinunciare, ma piuttosto di agire con cognizione di causa. Non puoi buttarti a capofitto nelle ricerche senza un piano prestabilito e inoltre devi considerare che comunque Jost è una persona influente e che agisce al limite della legalità.” Disse, cercando di esser convincente. In realtà una certa agitazione si stava impadronendo di lui. L’eccessivo entusiasmo poteva portare allo sfacelo definitivo in quel caso specifico.

    “ Infatti ho già un piano e tu mi aiuterai.” Rispose risoluto.

    “ Io?! E in che modo? Non so nulla del tuo ambiente!” Esclamò sorpreso.

    “I nostri peggiori nemici, quelli con cui dobbiamo combattere più di tutti, sono dentro di noi.
    Falli uscire Bill, io sono qui per aiutarti a sconfiggerli...”
    Recitò, guardandolo sorridente.

    Tom avvampò al ricordo di quelle parole scritte in uno dei biglietti che accompagnavano i mazzi di rose. Ora sembravano così patetiche!

    “ Credevi che non avessi capito che me le avevi scritte tu? Sono offeso!” Spiegò falsamente indignato, baciandogli poi l’angolo della bocca semiaperta.

    “ Quindi devo dedurre che questo tuo comportamento sia dettato solo dalla necessità di avere un complice per questa tua missione impossibile?” Chiese il giardiniere sulla difensiva.

    “ Certo che sì, inoltre nel tuo freezer ci sono le pizze surgelate più buone di tutta Los Angeles!” Rispose divertito, mettendosi a cavalcioni su di lui per poi baciarlo nuovamente con trasporto.

    “ Bill, è una cosa seria questa, c’è in gioco il tuo futuro...” Lo ammonì, guardandolo negli occhi, che all’ improvviso erano diventati lucidi.

    “ Io mi sento pronto a tutto Tom, ora che so che non sarò più solo. Vivo circondato da persone che mi apprezzano solo per il proprio tornaconto. Sono certo che nessuno dello staff avrà il coraggio di mettersi contro David, ma ho aperto gli occhi, rendendomi conto che c’è un mondo fuori dalla mia prigione dorata e persone che vedono in me qualcosa di più di un animale da spolpare.” Disse convinto.

    “ Che hai intenzione di fare?” Chiese il giardiniere rassegnato al fatto che il moro non si sarebbe dato per vinto tanto facilmente.

    “ Indurlo a tradirsi. Non otterrò mai nulla da lui affrontandolo di petto, mettendolo di fronte alla sua disonestà, quindi farò l’esatto contrario…”

    “ E cioè?” Aveva paura della risposta.

    “ Lo sedurrò, fino a farlo impazzire.” Disse semplicemente. Tom lo guardò sconvolto, sbattendo più volte le palpebre. Non poteva credere che l’ avesse detto sul serio. Lo fece alzare dalle sue ginocchia e a sua volta si alzò dal divano.

    “ Bill…” cercare di rimanere tranquilli in quel frangente non era cosa semplice. Non solo il piano di Bill non era un piano, ma l’ idea che lui dovesse ancora avvicinarsi oltremodo al manager gli faceva ribollire il sangue nelle vene.

    “ Bill…” ripetè sospirando, “ cosa credi di ottenere in questo modo? Jost è un farabutto che per tutti questi anni ti ha usato prendendosi il meglio di te, come puoi pensare che facendoti scopare da lui senza ritegno e assecondare i suoi voleri sia un buon sistema per metter mano al tuo contratto?” Sapeva di aver usato un tono volutamente duro, ma l’ ingenuità del moro era spaventosa.

    “ Tom io voglio che lui arrivi a fidarsi ciecamente di me, che si convinca che tra noi ci può essere amore, solo così posso sperare che si ammorbidisca e mi conceda di più…”

    “ Vuoi convincere lui o te stesso? Scusami ma ho qualche dubbio! Non deve concederti nulla, ma piuttosto liberarti da una serie di vincoli assurdi coi quali ti tiene legato a sé! E’ un essere viscido a cui interessano solo i soldi che gli fai guadagnare!” Replicò il giardiniere agitato.

    “ Tu non hai fiducia in me e io che credevo di poter fare affidamento su di te!!” Esclamò risentito.

    “ Ma è di lui che non devi fidarti, cazzo!” Sbottò Tom, fuori dai gangheri. “ Guardati! Che persona può esser uno che ti spinge a suicidarti?! Che razza di vita hai condotto fino ad ora? Il male vuole combattuto, non assecondato!!” Continuò, prendendolo per le spalle e scuotendolo come per farlo rinsavire.

    “ Vaffanculo Tom!! Se non vuoi aiutarmi mi arrangerò!” Gridò liberandosi dalla stretta. I suoi occhi erano colmi di lacrime, le sue guance infiammate. Prese con un gesto di stizza la borsa posata sulla poltrona e velocemente si diresse verso la porta.

    “ E adesso dove credi di andare?” Chiese beffardo il ragazzo.

    “ Lontano da te. Grazie per la bella serata di merda.” Rispose sulla soglia, prima di richiudere l’uscio alle sue spalle con un tonfo assordante.

    Tom si accasciò sul divano, combattuto tra il desiderio di rincorrerlo e quello di mozzarsi la lingua. Non era certo stato tenero e sapeva di averlo ferito, ma Bill doveva capire che era giunto il momento di farla pagare a Jost per tutto il dolore che gli aveva inferto in quegli anni, senza possibilità di riscattarsi. Non riusciva a comprendere la ragione per la quale il cantante nonostante tutto, non riuscisse a condannare totalmente il suo manager, il sentimento che albergava nel profondo del suo cuore.

    Si sdraiò chiudendo gli occhi umidi.

    Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire…

    “ Bel casino che ho combinato…” Borbottò asciugandosi con stizza gli occhi con un lembo della tshirt.

    Bill se n’era andato ed era l’unica cosa che non sarebbe dovuta accadere.


    ***



    Le luci dei lampioni gettavano ombre sinistre sul marciapiedi deserto che stava percorrendo. La zona in cui abitava Tom era residenziale, ma nulla a che vedere con le eleganti vie di West Hollywood animate giorno e notte. Strinse a sé l’ ampia borsa e si calò sul viso il cappellino, sperando che nessuno lo riconoscesse. Le lacrime avevano ripreso a scendere copiose, rigandogli il viso di nero e facendolo leggermente tremare nonostante la temperatura più che mite.

    Come aveva potuto pensare che Tom avrebbe appoggiato la sua idea? Già a lui sembrava un tantino assurda e ripugnante, come poteva sperare che qualcuno la trovasse fattibile? Singhiozzò. Avrebbe voluto gridare pur di far sì che quel nodo opprimente nella gola che gli impediva il respiro, si potesse sciogliere.

    “ Non ce la farò mai…” Disse a se stesso sconfitto, scuotendo il capo, in preda alla più cupa disperazione. E pensare che fino a pochi minuti prima era felice tra le braccia di Tom…

    Tirò su con il naso, imponendosi mentalmente la calma. Se funzionava prima di un concerto davanti a quindicimila persone, doveva per forza esser efficace anche in quel caso. Il giardiniere era stato duro con lui forse più mosso dalla gelosia che non da altro e non poteva dargli tutti i torti in effetti. Solo un pazzo poteva rimanere impassibile di fronte a quelle parole e Tom di certo non lo era. Era evidente che lui gli piacesse…
    Si soffermò su quel pensiero. Il fatto di piacere a qualcuno come persona e non come il personaggio che era abituato ad interpretare era una situazione nuova per lui. Era così abituato ad essere Bill Kaulitz che non ricordava nemmeno come fosse in realtà il vecchio Bill. O forse sì? Tom era riuscito in pochi giorni a smascherarlo e a metterlo a nudo. E non era stato l’ unico a leggergli nell’ anima, anche Alex, Vanessa, Cindy, Claire, la dottoressa Ortega, Paul, avevano colto la sua essenza.

    Perché?

    Doveva essersi perso. Il camminare senza meta e senza prestare attenzione alle strade l’aveva condotto in una zona della città sconosciuta. Alzò gli occhi e si guardò intorno alla ricerca di un indizio familiare. In lontananza poteva scorgere il traffico di quella che pensava fosse la San Diego Freeway. Inghiottito dal buio sempre più sinistro, camminò svelto a ritroso fino al crocevia dove lesse il nome della strada in cui si trovava.

    Queensland Street.

    Il cuore riempiva il petto con i suoi battiti accelerati, mentre circospetto cercava il cellulare nella borsa. Doveva chiamare un taxi o qualcuno che lo venisse a recuperare. Sentiva che non era al sicuro in quel posto.

    Aveva riacceso il telefono ed immediatamente sul display erano apparsi gli avvisi di quattro chiamate perse, due di David e due di Madison, e un sms di Tom.

    “ Penso che tu ti possa fidare di Madison è lei che mi ha dato il tuo numero.”

    Che voleva dire? Lo aveva già quindi liquidato, passandolo a qualcun’altro?

    Non c’era tempo per simili congetture, per dare un significato a quel messaggio. Doveva andarsene di lì e anche in fretta. La strada era deserta e anche se non dava l’impressione di un quartiere pericoloso, aveva paura.

    Chiamò un taxi e leggendo il numero civico sul cancello di una delle abitazioni diede l’ indirizzo ed attese quasi nascosto tra due auto il suo arrivo.
    Quasi vi si tuffò dentro, comunicando immediatamente il proprio indirizzo all’autista e sentendosi finalmente al sicuro. L’uomo lo guardò sospettoso prima di ripartire e condurlo verso West Hollywood.

    Si rilassò sprofondando nel sedile posteriore del taxi, cercando di riprendere a respirare regolarmente. Certo quella serata si era rivelata ben diversa da come l’aveva progettata e inoltre la ferita alla coscia aveva ripreso a dolergli. Se la massaggiò attraverso la sottile stoffa del pantalone che indossava provando immediatamente sollievo.

    Che intendeva dire Tom con quel messaggio?

    Prese il cellulare e fece partire una chiamata. Presto avrebbe trovato risposta ai suoi interrogativi.

    “ Madison? Scusa per l’ orario, ma ho visto ora le tue chiamate!” Esordì con voce flebile.

    “ Bill finalmente, ero preoccupata!! Dove ti eri cacciato?” Rispose la donna sollevata dal sentire la sua voce.

    “ In giro e avevo il telefono spento.” Disse semplicemente.

    “ David ti ha cercato e poi ha chiamato me. Non sapevo che dirgli, ma penso di averlo convinto.”

    “ E cioè?”

    “ Tu sei andato al cinema stasera, con Andrew.”

    “ Andrew, tuo fratello?”

    “ Certo e chi sennò?” Rispose, sorpresa dalla domanda.

    “ Ok, e cosa abbiamo visto io e Andrew?” Chiese quasi divertito.

    “ Tron Legacy in 3D. Il mio fratellino è appena rientrato ed è entusiasta del film.”

    “ Mad, Andrew ha diciotto anni ed è entusiasta per qualsiasi forma di essere vivente!” Affermò il moro.

    “ Vorrei che tu possedessi un decimo del suo entusiasmo e saresti il padrone dell’ Universo!” Disse di rimando la rossa.

    Bill sospirò. Era vero purtroppo; l’ unica cosa che lo entusiasmava sul serio era la musica e sebbene questa riempisse gran parte della sua giornata, non riusciva più a colmare totalmente il vuoto dentro di sé. Andrew costretto su una sedia a rotelle a causa di un incidente stradale, avrebbe avuto tanto da insegnarli su come sconfiggere il male che divorava dentro.

    “ Perché hai mentito a David?” Chiese ad un tratto.

    “ Perché immaginavo dove tu ti trovassi e non mi sembrava il caso di riferire al mio capo dove fosse il suo protetto.”

    “ Immagino di doverti ringraziarti allora…” Disse sulla difensiva.

    “ Come vuoi, ma stai attento Bill, sai quanto David possa diventare pericoloso e spregevole.”

    “ Grazie Madison, terrò a mente il tuo consiglio. Sono arrivato a casa, ci sentiamo domani…” Concluse, chiudendo la comunicazione.

    Ora aveva davvero voglia di piangere, di sciogliersi nel suo dolore fino a scomparire. Tom aveva ragione ancora, Madison era dalla sua parte e lui non se n’era mai accorto.

    Varcò il cancello e si diresse verso la sua abitazione. Nessuna luce era accesa eccetto quella del salone a pianterreno. Sicuramente qualcuno della sorveglianza si era accorto della sua assenza, tanto più che lui non aveva fatto mistero della sua uscita pomeridiana.
    Infilò la chiave nella serratura, pregando di non dover spiegare a nessuno dove fosse stato tutto quel tempo.

    Un paio di occhi scuri indagatori incrociarono immediatamente il suo sguardo, non appena varcata la soglia di casa.

    “ Bill, dove sei stato?” John Kepshaw, il capo della security si era rivolto a lui preoccupato.

    “ In giro e poi al cinema con Andrew, il fratello di Madison.”

    “ Sai che non devi uscire da solo…” Lo rimproverò l’uomo.

    “ E perché? Avete paura che mi possano rapire gli alieni? Che un balordo mi possa aggredire e uccidere? Che mi violentino? Ho ventun’anni e non sono più un bambino!”

    “ David ha chiamato…”

    “ E allora? Immagino la vostra solerzia nell’avvisarlo che non ero in casa, così quando tornerà dovremo subire la sua ira per giorni!” Esclamò il moro indignato.

    “ Andiamo nello studio,” Gli disse l’ uomo, prendendolo per il braccio, “ devi almeno leggere la trama del film, se vuoi che la nostra bugia non faccia acqua da tutte le parti…”

    “ Nostra? E che c’entri tu?”

    “ Chi credi abbia spinto la sedia di Andrew? Tu forse, che ti reggi a stento in piedi?” Ribadì John, accendendo il computer.

    Bill lo guardò in sottecchi, per la prima volta in cinque anni Kepshaw gli aveva parlato da amico e si scoprì a sorridere. E continuò a farlo mentre insieme navigavano su internet alla ricerca di una recensione del film non visto, ma che sarebbe stato un perfetto alibi.

    “ Perché fai questo per me John?” Chiese ad un tratto il cantante.

    “ Perché tu meriti tanto dalla vita ed è ora che cominci a chiedere un risarcimento…” Bill sentì lo stomaco serrarsi in una morsa e d’impulso abbracciò quell’uomo massiccio e all’apparenza freddo come il ghiaccio.

    “ Ehi su, non vorrai farmi commuovere ora!” Esclamò scrollandoselo di dosso, ma continuando a tenerlo incatenato con lo sguardo. Il moro sorrise, mentre una lacrima di gioia scendeva a rigargli la guancia.

    “ Grazie John…” Sussurrò.

    Ora sapeva davvero di non esser solo.
     
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    mamma mia e uno in piu' dalla sua parte. ma nessuno si è ancora fatto volontario per squartare il jost?
    Mi propongo io eh??
    Seriamente sono rimasta male vedere bill andare via da Tom in quel modo, avrebbe dovuto capire che per il giardiniere sarebbe stato difficile sapere che l avrebbe dovuto darsi, a quell'uomo spregievole piu' del dovuto.
    Tom ha un sentimento di inutilità in questo momento.
    tatone lui... :wub:

    Edited by loulou71 - 26/1/2011, 20:22
     
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