Angels don't fly

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    Grazie Pina del commento.
    Come forse saprai, la sintesi non è il mio forte!
    Eh sì, qualcosa succederà alla conferenza stampa, ma non so se potrà definirsi rilevante.
    I personaggi devono muoversi con molta circospezione e cautela...
     
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  2. °Ric@
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    Dfkmv uire vuire nuvtemv rewoi nmt emwm vweui O_O ODIO DAVID!!!!! image e questa è la fine che si merita!
    Come avrai notato faccio commenti molto sensati
     
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    Rica hai reso comunque l' idea.
    Grazie per aver letto! image
     
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  4. vam zimmer 483
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    Uppppppppppp eccomi quiiiii
     
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  5. barby's
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    Non avevo visto che avevi postato la scorsa settimana image ...Bill inizia a reagire e questo mi piace, anche il fatto che si faccia usare da David ancora una volta un pò per tenerlo a bada ed un pò per evitare che s'insospettisca ... ora aspetto di sapere cosa accadrà durante la conferenza stampa
     
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    Barbara doppio lavoro oggi! **





    Capitolo 11


    Dove gli occhi vanno volentieri, anche il cuore va, nè il piede tarda a seguirli.
    Carlo Dossi



    Le mani di Tom avevano cominciato a sudare appena imboccata la Colorado Avenue a Santa Monica, sede della casa discografica di Bill. Gus, che in silenzio stava accanto a lui, gli sorrise timidamente come a sostenerlo. Alla fine Tom non ce l’aveva fatta e aveva implorato l’amico di accompagnarlo alla conferenza stampa. I nervi avevano ceduto e un cupo presentimento si era impadronito di lui nonostante le parole di incoraggiamento di Cindy.

    La netta sensazione di stare per compiere un gesto di cui si sarebbe poi pentito amaramente aveva preso il posto della certezza che anche Bill non vedesse l’ora di incontrarlo di nuovo.

    Davanti allo stabile sede della Interscope, c’era già una notevole confusione. Evidentemente i giornalisti rimasti esclusi dalla conferenza erano più di quelli invitati e questo non fece altro che aumentare la sua inquietudine.

    Dei notiziari e degli assalti alla sua abitazione e al negozio cominciava ad averne abbastanza; avrebbe voluto gridare al mondo intero di farsi gli affari propri o almeno di riportare la vicenda per quello che era davvero e non l’ennesimo tentativo di gettare fango su di una persona solo perché famosa senza aver la benchè minima idea di ciò che stava dietro ad un gesto del genere, o cercare ad ogni costo un eroe, -in questo caso lui-, che altro non desiderava che rimanere nell’ombra e continuare a vendere fiori e piante alla borghesia di Los Angeles.

    Si diresse quindi verso l’entrata laterale dove, su indicazione di Madison che l’aveva chiamato un’ora prima, avrebbe dovuto parcheggiare e farsi poi indicare da uno degli addetti che stazionava all’ingresso, in quale direzione avrebbe dovuto dirigersi.

    Percorse insieme a Gus un lungo corridoio prima di entrare negli uffici della casa discografica, dove una ragazza dai lunghi capelli rossi, che in morbidi ricci le ricadevano sulle spalle ondeggiando ad ogni movimento, li accolse abbozzando un sorriso di cortesia.

    “Salve sono Madison Carter, piacere.” Si presentò in tono impersonale e asettico, stringendo le mani di entrambi senza vigore.

    “Piacere Thomas Trumper e lui è il mio amico, nonché socio Gustav Schafer.” Rispose, cercando, a differenza sua, di mostrarsi affabile.

    “Venite, lei Gustav dovrà sedersi in fondo alla sala.” Spiegò la rossa porgendo loro due pass ed indicando una fila di sedie blu contro la parete, “mentre lei, Thomas dovrà sedersi qui, di fianco a Bill.” Continuò mostrando le poltroncine poste sul palco, dietro ad un tavolo colmo di microfoni.

    Tom lanciò a Gus uno sguardo smarrito, desiderando ardentemente di fuggire da quel posto immediatamente.

    Un leggero brusio, che si trasformò in un chiacchiericcio insistente, giunse alle loro orecchie, segno che la stampa stava facendo il suo ingresso nella sala. La donna fece segno ad entrambi di seguirla e per scomparire così dietro ad una porta che dava su una stanza con l’aspetto di una sala d’attesa nella quale, seduti su uno dei divani, c’erano niente meno che Bill e David.

    Il cuore di Tom mancò qualche battito e il sangue confluì nell’unica parte ancora vitale del suo corpo che scoprì con orrore, vista la circostanza, non essere il cervello. Dio era fantastico vestito di bianco, una vera visione…

    Bill lo osservò per un attimo in silenzio, incapace di proferire parola. Non indossava il cappellino e i suoi cornrows erano lucenti, ma ciò che aveva maggiormente attirato la sua attenzione erano le labbra rosee, dell’identico colore della t-shirt che indossava.

    “C-ciao, come stai?” Riuscì a chiedere il giardiniere in preda all’estasi amorosa e circa ottomila pensieri contrastanti che facevano a pugni nella sua mente.

    “Bene, mi sto riprendendo, grazie.” Rispose il moro con studiata cortesia, mentre si alzava e gli porgeva la mano, sotto l’occhio vigile del manager.

    “Ehm, ragazzi non abbiamo molto tempo. I giornalisti sono già in sala. Mi raccomando niente di più di ciò che vi viene chiesto e non soffermatevi a lungo sulle risposte. Altro non desiderano che uno scoop o un siparietto rosa su cui banchettare.” Li informò Madison, interrompendo il loro contatto visivo e la stretta di mano che continuavano a scambiarsi oltre il dovuto.

    David grugnì palesemente irritato e circondò le spalle del moro con possessività. Si allungò su di lui per sfiorargli la guancia con la bocca in un gesto volutamente intimo, prima di sospingerlo verso la porta che li separava dai giornalisti, lasciando Tom dietro di loro.

    Non gli era piaciuto il modo in cui Bill aveva guardato il giardiniere, quello non era certo uno sguardo da riservare ad un perfetto sconosciuto.

    Una scarica di flash investì il terzetto appena varcata la soglia, costringendo Tom a ripararsi dal riflesso accecante.

    Madison prese immediatamente la parola in attesa che i due prendessero posto al centro del tavolo e David al lato di esso: “Buon pomeriggio signore e signori, grazie per aver accettato il nostro invito. Questo incontro vuole essere chiarificatore per tutti coloro che in questi giorni hanno rincorso Thomas Trumper in cerca di uno scoop o fatto allusioni poco lusinghiere su Bill Kaulitz. Desideriamo far luce sull’increscioso incidente e metter così a tacere ogni falsa supposizione che può nuocere alla figura di Bill. Vi prego, una domanda per volta, presentandovi e dichiarando per quale testata o canale televisivo lavorate.” Illustrò la rossa, sicura.

    Doveva esser avvezza alle conferenze stampa visto il suo discorso di apertura molto esaustivo, aveva pensato Tom guardandola mentre, elegante, si accomodava vicino al manager che non toglieva gli occhi di dosso al moro, il quale non nascondeva affatto un leggero imbarazzo, chissà se per le occhiate insistenti o la presenza della stampa.

    Un leggero brusio si levò dalla sala, mentre alcune mani si alzavano per prendere la parola. Madison scrutò velocemente i volti dei giornalisti e diede voce ad uno di questi.

    Le solite domande, per ribadire poi il concetto su quanto fosse stato fortunato Bill, su come Tom avesse rischiato la propria vita per salvare quella di uno sconosciuto e successivamente domande più personali sul loro stato d’animo, sulla difficoltà di mantenere riserbo sulla vicenda.

    Il cantante rispondeva pacato, il tono della sua voce era neutro e, notò Tom, non aveva mai sorriso, se non fugacemente a lui in un paio di occasioni, per incoraggiarlo a rispondere.

    “Pensate che, nonostante il modo tragico in cui vi siete incontrati, possa nascere una bella amicizia tra voi?” Chiese l’ormai nota giornalista dagli occhi di ghiaccio che in più di un’occasione aveva tampinato Tom.

    “Non lo so.” Rispose fermo Bill, “apparteniamo a due mondi diversi e ben difficilmente le nostre strade si sarebbero incrociate altrimenti, quindi capirei se lui decidesse di tornare alla sua vita e non concedermi la sua…amicizia.” Continuò, guardandolo così intensamente che Tom temette di sciogliersi all’istante sulla sedia.

    Che cosa stava dicendo? Lui non desiderava altro che averlo nella sua vita!

    “Desidero comunque ringraziarlo pubblicamente per avermi salvato la vita e tengo a precisare che in futuro potrà contare su di me per qualsiasi cosa di cui abbia bisogno.” Affermò guardando la platea e successivamente David pallido come un cencio.

    Dovevano averlo colpito in pieno le sue ultime parole.

    “Grazie Tom, ti devo la vita.” Concluse poi, alzandosi ed invitando il giardiniere a fare altrettanto, prendendogli una mano tra le sue, per poi arrendersi sorridente alle decine di macchine fotografiche e telecamere puntate su di loro.

    Tom lo fissò imbambolato, incantato dal tono ora carezzevole della sua voce e da quegli occhi dolci che altro non attendevano che il suo consenso.

    “Sei un attore nato, ovvio che siamo amici, scemo…” Sussurrò non udito dalla stampa, mentre sul suo volto si dipingeva un sorriso sghembo.

    “Questo è tutto signori, grazie per esser intervenuti.” Disse Madison al microfono, congedando i giornalisti che sbuffarono per il poco tempo a loro concesso.

    Molte altre cose avrebbero voluto chiedere al cantante che, comunque, con le sue dichiarazioni sembrava aver fugato l’opinione comune che quella caduta in acqua fosse stata volontaria e che Trumper avesse inavvertitamente sovvertito i suoi piani suicidi.

    Lentamente la sala si svuotò e Bill dopo l’ennesimo sorriso di circostanza, ritornò serio e pensieroso. David lo aveva raggiunto immediatamente e lo aveva invitato a lasciare la stanza, senza dargli il tempo di salutare Tom.

    “Ci si vede…” Riuscì a dirgli prima di esser trascinato fuori dal manager che sembrava piuttosto alterato dall’esito roseo della conferenza stampa. Il giardiniere, raggiunto da Gus, rimase a fissarlo limitandosi a rispondere con un cenno della mano. Già immaginava la paternale che si sarebbe dovuto sorbire da quel despota.

    Possibile che fosse così difficile liberarsi di lui?


    Dopo aver ringraziato Madison che ora gli stava leggermente più simpatica, si avviò con l’amico verso l’uscita opposta. L’idea di ritornare nella sala d’attesa e incrociare lo sguardo indagatore e feroce di quell’uomo non lo allettava minimamente.

    “Tom, non potete uscire di là.” Disse la rossa, passando automaticamente al tu. Quel ragazzo le piaceva e sembrava una persona così a modo.

    “Perché?” Chiese ingenuamente.

    “L’uscita sarà gremita di giornalisti, credi sul serio che siano bastate quelle poche risposte che avete dato per metterli a tacere? Se sono state sufficienti per dissipare i dubbi sul presunto tentato suicidio di Bill, non lo saranno di certo per non montare su il prossimo scoop!”

    “E sarebbe?” Domandò lui confuso.

    “Tutto e niente. Sappi che per un po’ dovrete stare attenti. Non vi molleranno così facilmente.”

    “Bill mi aveva detto che-” non riuscì a terminare.

    “Bill è il primo che desidera mettere la parola fine a questa storia, ma sa altrettanto bene che non si placheranno alla svelta. Anche se lui preferisce credere il contrario.” Spiegò la donna.

    “Grazie dell’avvertimento, farò tesoro delle sue parole signorina Carter-”

    “Madison. E dammi del tu. Il lei sarà anche una forma di cortesia, ma dopo i trenta suona incredibilmente vecchio!” Esclamò, finalmente sorridendo.

    “Ok, allora ti ringrazio Madison per i tuoi preziosi consigli.”

    “Sei un bravo ragazzo Tom, e Bill ha bisogno di un amico come te.” Affermò, porgendogli la mano che lui non esitò a stringere e che rilasciò un piccolo biglietto tra le sue dita.

    “E’ il suo numero privato, mi raccomando…” Bisbigliò, guardandosi intorno con circospezione.

    Tom sorrise incredulo. Quella donna gli era diventata decisamente simpatica.


    ***




    “Ragazzino, chi pensi di prendere per il culo?” Esordì David una volta entrati in macchina. Il rosso fiammante della sua nuova Ferrari California era nulla al confronto del tono acceso del suo volto tendente al paonazzo.

    “Solo perché sono stato gentile coi giornalisti e con chi mi ha salvato la vita?” Chiese a sua volta, immaginando che gli occhi del manager schizzassero fuori dalle orbite e rotolassero sul prezioso tappetino della sua lussuosa auto.

    “Tu non sei stato gentile, hai spudoratamente flirtato con quel tipo! Quanto tempo credi ci metteranno a scrivere di una vostra romantica storiella d’amore?”

    “Sei preoccupato per quello che potrebbero scrivere su di me o sull'eventuale figura da cornuto che andresti a fare davanti al mondo intero?” Lo schernì, incautamente rinvigorito dal pensiero.

    Lo sai che potrei distruggerti in un secondo e ributtarti nella fogna in cui ti ho trovato?” Lo minacciò, stringendogli il braccio appena sopra al gesso.

    “E chi ti dice che io non ne sarei felice?” Rispose impertinente, cercando di liberarsi dalla stretta.

    “Non abusare della mia pazienza, puttanella, la tentazione è forte.” Gli intimò, mollando la presa e ritornando poi a concentrarsi sulla guida.

    Bill sbuffò allontanandosi per quanto fosse possibile da lui, aderendo con il fianco alla portiera. Se ne fosse stato capace, l‘avrebbe aperta e si sarebbe buttato fuori dall’auto in corsa per poi fuggire lontano da lui; invece, oltre a non averne il coraggio, -ebbene sì l’aveva esaurito sul pontile di Venice Beach-, il pensiero che un altro Tom piovuto dal cielo lo potesse raccogliere e riconsegnare al suo aguzzino gli fece immediatamente accantonare l’idea.

    “Non preoccuparti, Tom è una persona intelligente e non credo tenga particolarmente a far parte del nostro mondo, né tanto meno a intrecciare una relazione con il sottoscritto.” Disse atono, evitando di guardarlo in faccia; sentiva gli occhi pizzicare e non era certo che il vistoso paio di occhiali che gli copriva gran parte del volto fosse sufficiente a nascondere le due piccole lacrime agli angoli degli occhi cerchiati di nero.

    Ancora pochi giorni e se avrò fortuna questo incubo finirà. Si disse sospirando. Il manager sarebbe partito per Philadelphia e Soleman gli aveva già fissato un appuntamento con l’avvocato Truman. Riponeva in quel colloquio una speranza spropositata, anche se era cosciente del fatto che, difficilmente, avrebbe avuto la soddisfazione di poter strappare il contratto che lo legava a David in tanti piccoli pezzetti. Ma questo bastò a fargli curvare gli angoli della bocca verso l’alto.

    E poi… poi forse avrebbe potuto incontrare Tom.

    “Che hai da ridere?” Chiese l’uomo scrutandolo in volto.

    “Nulla, pensavo,” rispose distratto, tornando improvvisamente serio.

    “Tu non hai pensieri felici.”

    “Infatti…” Affermò, guardando fuori dal finestrino.

    No, non gli avrebbe permesso di rubare anche quelli.

    Edited by *billaly* - 12/1/2011, 22:59
     
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  7. Sasha.Bkey
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    awwwwwwwwwwaaaawwa leggo
     
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    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

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    Letto e come al solito trovo i tuoi personaggi costruiti bene e con carattere. Non smettero' mai di dirlo...
    Non ci sono soltanto Tom e Bill Kaulitz nelle tue storie, ma il mondo che gira attorno a loro, pensa, vive, ed è protagonista con loro.
    Detto questo è incredibile come questi due siano avvicinati da persone ''semplici'' e disponibili che vogliono aiutarli.
    Certo che quel David è davvero troppo.
    Non vedo l'ora di vedere il suo faccino con una smorfia di ''paura''(per la perdita della sua gallina dalle uova d'oro) e panico.
    Grazie del chappolo Ale. un kissone sbavacchioso (i miei abituali insomma. XD)
     
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    Grazie Lou!
    Contraccambio il kissone sbavacchioso!
     
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  10. barby's
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    Barbara doppio lavoro oggi! **

    Se tutti i lavori fossero cosi, farei anche il triplo lavoro XD

    questa storia è una sorta di puzzle i cui tasselli sono stati incastrati nella maniera piu' sbagliata ... è arrivato il momento per dare una giusta lettura al puzzle e rimettere i tasselli al loro posto ... è arrivato il momento per afferrare le occasioni e pretendere ciò che è stato ingiustamente sottratto, per Bill la libertà ed il riscatto personale, per Tom la conquista della persona amata ed ora che ha il numero di telefono direi che è d'obbligo chiamare Bill
     
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    Mmh, non so se lo chiamerà, forse non ce ne sarà bisogno... :rolleyes:

    Grazie Barbara!
     
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  12. Capricorn2187
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    Madison Madison Madison -_- image

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    “Tu non hai pensieri felici.”

    Che cazzo di frase.
    Spero tanto ma tanto che vada a finire povero,senza un centesimo,la macchina e la villa super lusso,insomma che faccia la fine di un verme anzi peggio,se la merita tutta.
     
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    Cri ti amo!!
    Hai individuato la frase chiave!
    David è pieno di sè e consapevole del disagio di Bill, ma si fa forte del fatto di averlo completamente in pugno, per trattarlo così come una marionetta. Non è altro che un mezzo per guadagnare soldi per lui.
    Credo che tutti si augurino una misera fine per quel despota.

    Grazie!!
     
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  14. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    Cri ti amo!!
    Hai individuato la frase chiave!

    Oddio ma non ci credo,per una volta,questa cosa entrerà nei miei annali xD

    Deve morire soffocato dalla sua bile,sempre se si può :unsure:
     
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  15. °Ric@
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    Ma che bastardo d'uomo!!!!Ma non può finire accidentalmente sotto un camion e scamazzarsi come un pomodoro,o che ne sò fare un bel ruzzolone dalle scale e sfracassarsi la testa in mille pezzettini? Oppure senti questa,lui và a fare una "visita di cortesia" a Tom che stà usando le sue amatissime cesoie,sai quelle che servono per tagliare e rami d'albero insomma nel giardinaggio si usano e sempre ACCIDENTALMENTE gli scivolano dalle mani e zacchete, gli trancia di netto lo Jost junior!Insomma David, ti auguro proprio tanta felicità!
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28636 views
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