Angels don't fly

Finita

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    No Pina, non credo che emilerò mai i tuoi spargimenti di sangue!! :o:


    Pina e sì che finirà!!
     
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  2. terabithia
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    Povero Tom!!! Speriamo che vada tutto bene e che Enrique riesca liberarlo. Mi mettono l'ansia queste situazioni di pericolo....Spero che tu sia clemente e faccia stare un po' meglio il povero Tom e che la situazione si risolva al più presto!
    Ciao e complimenti.
     
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    Io e la clemenza non siamo molto amiche, ma vedrò di fare il possibile!
    Grazie per aver letto! **
     
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  4. barby's
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    Ovvio che ci sarà uno spargimento di sangue ed anche una vittima innocente, il povero Enrique credo che farà una brutta fine!... spero di sbagliare
     
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    Chissà... :rolleyes:

    Grazie Barbara per essere passata! <3

     
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  6. barby's
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    passo ed up
     
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  7. Capricorn2187
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    :popcorn:
     
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    Sto scrivendo, ma questo capitolo, che sarà l 'ultimo ( sorpresa!), si sta rivelando un parto molto difficile. In più Rob non c'è e quindi non so quando me lo potrà betare.

    Portate pazienza! :flower:
     
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    Il capitolo non è betato, ma posto ugualmente. Spero perdoniate gli eventuali errori.

    Questo è l'ultimo capitolo. E' giunto inaspettato anche per me, ma ho pensato che questa storia fosse ormai da concludere.
    So già che vi lascerà un certo amaro in bocca e non pochi punti in sospeso, ma spero di poter dissipare dubbi e addolcire un po' la pillola con l'epilogo.

    Buona lettura.



    Capitolo 52

    Il primo pensiero di Dio fu un angelo. La prima parola di Dio fu un uomo.
    Kahlil Gibran





    “ Ehi Trumper, su con la vita, ho le chiavi...” Gli sussurrò Enrique all’orecchio. Tom sospirò di sollievo quando sentì la contenzione allentarsi dai polsi indolenziti.

    “ C-come hai fatto?...” Chiese aprendo l’occhio sano.

    “ Gli ho detto che dovevi pisciare... ma ora reggiti a me, devi metterti in piedi. Dobbiamo subito uscire di qui.” Disse il ragazzo risoluto, sostenendolo.

    Le gambe tremavano e la testa aveva deciso di iniziare l’ennesimo giro di valzer. La vista era offuscata e nelle orecchie sembrava si fosse annidato uno sciame di api, per non parlare dello stomaco che pareva potesse capovolgersi da un momento all’altro.

    “ No-non so s-e ci riuscirò...” Biascicò appoggiandosi completamente a lui.

    “ Ehi Tom, sveglia! Non è il momento di avere dei dubbi! Solo pochi passi fino al furgone, poi potrai svenire...” Lo esortò Enrique.

    “ Mi viene da vomitare...”

    “ Merda, no ti prego Trumper!” Esclamò l’ispanico allontanandolo un po’ da sè, ma continuando a sorreggerlo.
    Tom tossì violentemente e rigurgitò del sangue, Enrique non era un medico ma si rese conto che la situazione forse era più grave del previsto. Doveva portare Tom via di lì al più presto, era certo che le sue condizioni richiedessero cure immediate.

    Lo sollevò tra le braccia e se lo caricò in spalla, ci avrebbero messo un secolo ad uscire di quel passo.
    Si avviò verso un’uscita laterale, fuori dalla quale sapeva esserci parcheggiato il furgone, ancora qualche metro e-

    “ Dove cazzo pensi di andare fottuto bastardo?!” La voce minacciosa di David echeggiò all’interno dell’edificio, una volta set cinematografico di film western. Enrique sentì gelare il sangue nelle vene e automaticamente impugnò la pistola che teneva nella cinta dei jeans dirigendosi correndo verso il furgone.

    Uno sparo squarciò l’oscurità e il ragazzo sentì un calore doloroso al fianco, mentre il suo sangue macchiava di rosso la maglietta.

    “ Cazzo mi ha colpito!” Esclamò, mentre apriva la portiera e gettava in malo modo Tom sul sedile e nel frattempo mirava alla figura di Jost che avanzava, puntando la pistola nella sua direzione. Anche Felipe si stava avvicinando, messo in allarme dagli spari.

    “ Non permetterò che lo ammazziate!!” Gridò scaricando il caricatore della sua arma automatica contro i due uomini che cercarono riparo all’interno dello stabile.

    Salì a sua volta sul veicolo, partendo di gran carriera, mentre altri spari sibilavano colpendo a casaccio le lamiere e i finestrini del furgone mandandoli in frantumi. Vide David correre verso l’auto pronto ad inseguirli, Felipe cadere a terra e dei fari di un SUV che all’improvviso, venendo loro incontro, illuminarono lo spiazzo . Non aveva tempo per pensare, nè per fermarsi a vedere chi occupasse quell’auto, sebbene il motore del furgone arrancasse certamente colpito da qualche pallottola vagante. Tom aveva perso conoscenza e perdeva sangue appena sotto la spalla destra. Era stato colpito anche lui.

    “ Tom!” Lo chiamò terrorizzato, “ Tom, cazzo rispondi!” gli intimò scuotendolo. Un debole lamento si levò dalla bocca del giardiniere che cadde però in avanti sul cruscotto.

    “ Porca puttana! “ Imprecò l’ispanico inchiodando sulla strada, mentre il motore del furgone emetteva un sibilo e una nube di fumo fuoriusciva dal cofano, per riportare poi il corpo di Tom in posizione seduta e mettergli la cintura di sicurezza affinchè rimanesse fermo sul sedile.

    “ Tom resisti! Ce l’abbiamo fatta, ma mi servi vivo! Lo esortò il ragazzo, provando poi a rimettere in moto in veicolo.

    “ Cazzo non parte!” Esclamò agitato, picchiando i pugni sul volante.

    “ B-Bill... chi... chiama B-Bill...” Sussurrò Tom con fatica.

    Enrique armeggiò nella tasca dei pantaloni e prese il cellulare, mentre dalla sua pulsante ferita usciva copioso il sangue ed iniziava a sentirsi un po’ debole.

    “ Dammi il numero Tom...” Disse comprimendosi il fianco con la mano.

    “ N-non me lo r-ricordo...” Biascicò, lottando contro il dolore.

    “Mierda, tienes que concentrarte! Non ho nemmeno idea di dove siamo!” Gli gridò il ragazzo sull’orlo delle lacrime, sentendo che le forze lo stavano abbandonando.

    555...51... 68...2...2...68... ” Si sforzò di ricordare Tom e insieme al numero gli ritornò alla mente un particolare che aveva notato all’ interno di quegli edifici. Il logo della Metro Goldwin Mayer anche se sbiadito, era impresso ovunque. Sicuramente con quell’indizio, Bill avrebbe saputo come trovarli.

    “ Di-digli della Metro... Gold-Goldwin Mayer, i set...” Riuscì solo a dire prima di perdere nuovamente i sensi.

    “Non possiamo rimanere qui sulla strada!” Intimò Enrique a se stesso, scacciando il dolore e scendendo dal furgone per arrivare a fatica dalla parte opposta e aprire la portiera di destra. La maglia di Tom era intrisa di sangue e il suo respiro era irregolare. Slacciò la cintura di sicurezza e lentamente lo trascinò nell’erba sul ciglio della strada, sistemandolo supino. Si guardò intorno scrutando l’oscurità, prima di sdraiarsi accanto a lui. Quel posto era deserto, e avendo imboccato una strada secondaria, difficilmente sarebbe passato qualcuno. Doveva agire in fretta, era certo di non avere molto tempo a disposizione.

    Prese il cellulare dalla tasca e compose il numero di Bill. Si augurò solo che il cantante fosse abbastanza lucido da credergli.


    ***



    “ Ma guarda un po’ chi abbiamo qui...” John e Paul erano scesi dall’auto con le loro armi puntate contro Jost e Felipe. Il manager lanciò un’occhiata furtiva al complice, che ferito gravemente, sembrava non essersi nemmeno accorto del loro arrivo. Damien e Ben scesero a loro volta dal veicolo e rimasero qualche passo indietro. Non si potevano certo prevedere le mosse di quel folle, inoltre non erano neppure sicuri che non ci fosse qualcun altro all’interno dell’edificio.

    “ Dov’è Tom?” Incalzò Kepshaw fermandosi a pochi passi dai due.

    “ Tom chi?” Li prese in giro Jost.

    “ Non ti conviene fare il furbo David, sappiamo che lo hai rapito per vendicarti di Bill!” Disse Paul, puntandogli la pistola al volto.

    “ Uh, come siamo nervosi Soleman! Perchè pensi che mi interessi da chi si fa scopare Honey?” Rispose ostentando una sicurezza che solo un pazzo poteva pensare di avere.

    “ DOV’E’ TOM?!” Incalzò John, balzandogli alle spalle e contorcendogli un braccio dietro alla schiena fino a far gridare l’ex manager per il dolore.

    “ NON LO SO! E’ SCAPPATO CON QUELL’ALTRO IDIOTA!” Gridò, obbligato ad inginocchiarsi, affinchè il braccio non si spezzasse.

    “ SEI UN FOTTUTO PEZZO DI MERDA!” Gli urlò nell’orecchio l’ex bodyguard, colpendolo alla nuca con il calcio della pistola. Jost crollò a terra confuso.

    “ Ben, chiama la Polizia e digli che abbiamo un rifiuto umano da consegnare loro.” Disse l’uomo, mentre legava i polsi e le caviglie di David con una robusta corda.

    “ John... Quest’altro è ferito e mi sembra anche in modo grave, chiamo il 911?” Esordì Damien, che fino a quel momento non aveva aperto bocca, ma a stento riusciva a contenere la sua rabbia. Avrebbe volentieri finito quell’energumeno a suon di cazzotti.

    “ Sì, noi non neghiamo assistenza a nessuno vero Jost? E finalmente tu finirai in galera, l’unico posto in cui ti sentirai veramente a tuo agio, lurido bastardo! Rispose Kepshaw sarcastico, premendogli la suola del suo pesante anfibio sulla schiena. David si dimenò sotto il peso cercando di divincolarsi, invano.

    “ Ti conviene mantenere la calma David, se non vuoi finire i tuoi giorni su di una sedia a rotelle...” Lo minacciò, comprimendo sulla colonna vertebrale. L’uomo si immobilizzò e da quell’istante solo il rantolo del suo respiro affannato fu l’unico suono udibile in quel posto desolato.


    ***




    Bill e Alex arrestarono la loro corsa al Farmers Market and The Grove a Midtown. Avevano sottovalutato i poliziotti che non li avevano persi di vista e ancora li stavano inseguendo. Beh, almeno erano riusciti a depistarli e a permettere che John e gli altri potessero recarsi sul luogo dove Jost e molto probabilmente anche Tom erano nascosti.

    Il centro commerciale era ancora molto affollato sebbene fosse prossimo alla chiusura, un ottimo posto per far perdere le proprie tracce, mescolandosi alla gente che frenetica entrava ed usciva dai negozi.

    Alex circospetta scese dall’auto lanciando uno sguardo cupo in direzione del veicolo scuro parcheggiato qualche metro dietro di loro. Ci teneva a far capire loro quanto fossero stati poco discreti nel pedinamento. Bill la imitò, calzandosi sulla testa un berretto ed inforcando un paio di occhiali scuri, non che gli importasse gran chè essere riconosciuto, ma il momento non sarebbe stato certo quello giusto per firmare autografi o rispondere alle domande curiose dei fan.

    Pochi passi in direzione dell’ingresso e il cellulare personale di Bill squillò.

    Il moro pietrificato si arrestò sul marciapiedi.

    “ Oddio Alex...” Mugolò terrorizzato.

    “ Rispondi...” Lo esortò la donna.

    “ E’ un numero sconosciuto...” Balbettò, tremante.

    “ Cazzo Bill, non sapremo mai chi è se non rispondi!” Incalzò Alex, agitandosi.

    Il cantante passò il dito sullo schermo e accettò la chiamata.

    “P-pronto?...”

    “ Bill?... Ti prego non riattaccare, è importante!” Esordì una voce sofferente dall’accento ispanico,
    “ Sono qui con Tom, siamo fuggiti... siamo feriti entrambi... devi aiutarci...” Continuò Enrique con voce roca.

    “ Chi sei, cosa volete da noi?!” Gridò Bill isterico. Aveva bisogno di sedersi o altrimenti sarebbe stramazzato a terra. Si accasciò sul marciapiedi tra le auto, seguito da Alex che si mise al suo fianco.

    “ Bill... ti prego... non c’è tempo per spiegare... Tom è qui con me... ha bisogno di essere portato in ospedale al più presto...”

    “ NON CI CREDO! FAMMI PARLARE CON LUI!!” Piagnucolò fuori controllo.

    “ E’...privo di sensi...” Biascicò il ragazzo, lottando contro la nausea.

    Bill spalancò gli occhi e ancor prima che potesse aprire bocca, Alex gli prese il telefono dalle mani e gli intimò con un gesto di mettersi tranquillo. Non era certo il momento di dare i numeri e perdere le staffe.

    “ Dimmi dove siete.” Gli chiese decisa.

    “ Yo no sé! Tom prima di svenire ha parlato di Metro Goldwin Mayer e set... Fate presto siamo entrambi feriti! Estamos perdiendo mucho sangre!!” Ansimò Enrique, tenendosi il fianco. Il dolore stava diventando lancinante, non avrebbe resistito a lungo.

    “ Stai calmo. Come ti chiami?” Chiese gentilmente, alzandosi dal marciapiedi seguita dal moro ed incamminandosi verso i poliziotti. Se i telefilm dicevano il vero, il cellulare di Bill doveva essere sotto controllo e quindi la chiamata rintracciabile. Con un pò di fortuna, avrebbero localizzato il punto esatto da dove questa era partita.

    “ Enrique...”

    “ Enrique.” Ripetè dolcemente, facendo un cenno ai poliziotti, che con sguardo interrogativo si avvicinarono a loro. “ Enrique, cerca di descrivermi un po’ il posto, in modo che possiamo raggiungervi...” Frey si era immediatamente messo in contatto con la centrale. In un attimo sarebbero stati localizzati.

    “ Non si vede nulla... è tutto buio... Me siento mal, señorita... No puedo...”

    “ Enrique?... Enrique, per l’amor di Dio rispondi!” Gridò ad un cellulare ormai senza interlocutore.

    “ Credo che debba darci qualche spiegazione signor Kaulitz...” Esordì Donovan.

    “ Non prima di aver trovato Tom. Vi spiegherò poi, ma ora la sua vita viene prima di tutto.” Disse riacquistando freddezza.

    “ Agente, hanno localizzato la chiamata?” Chiese Alex a Frey, interrompendo l’altro poliziotto che si accingeva a parlare.

    “ Non ancora, mi chiameranno non appena ci saranno novità.” Rispose, stringendosi nelle spalle.

    “ Quel ragazzo ha parlato della Metro Goldwin Mayer, di set, forse aveva ragione John...” Riferì la donna.

    “ Come?!” Esclamò Bill, “ Allora sono a Culver City!”

    “ Sicuro?” Donovan alzò il sopracciglio perplesso. Queste star spesso non sapevano quel che dicevano.

    “ Andiamo!” Affermò il moro, animato da una nuova speranza, prendendo per un braccio l’amica e trascinandola verso la macchina.

    “ Beh che fate, non venite con noi?” Chiese Alex, girandosi verso i poliziotti, “ ci avete seguito fino ad ora e adesso ve ne state lì impalati?!” Li invitò ironica.

    Il cellulare dell’agente Frey squillò e tutti attesero notizie in religioso silenzio.

    “ Aveva ragione Bill, la chiamata proveniva da quella zona e l’avvocato Truman ha già chiamato l’ Ispettore Norman: hanno trovato anche Jost.”

    Bill abbracciò istintivamente Alex, sollevato da un peso, ma la esortò ad affrettarsi verso l’auto.
    Dovevano correre da Tom.


    ***



    Le ore successive erano trascorse nel caos più assoluto: al loro arrivo avevano trovato già le ambulanze e la Polizia sul posto. Jost era stato arrestato e Felipe era morto. A Tom ed Enrique erano già stati prestati i primi soccorsi e ora si apprestavano a raggiungere il Cedars. Bill aveva tentato di avvicinarsi, ma un robusto infermiere gliel’aveva impedito. Le loro condizioni erano gravi e richiedevano cure intensive immediate. Il moro sentì le forze abbandonarlo, ma si impose di resistere. Era giunto fino a lì e lo rincuorò il fatto che sentiva che Tom ce l’avrebbe fatta.
    Avvertiva il suo battito dentro di sè, il legame che si rafforzava nonostante il momento. Era difficile da comprendere, ma lui voleva credere che avrebbe udito il suo muto messaggio: Amore mio è tutto finito, sono qui con te...
    Si asciugò le calde lacrime che bagnavano il suo volto e si inginocchiò sull’erba per raccogliere ciò che nonostante l’oscurità, aveva attirato la sua attenzione. Era la catenina di Tom. La strinse tra le mani, portandosela alle labbra per baciarne il ciondolo raffigurante un piccolo angelo, pregando il Dio a cui non aveva mai creduto di riportarlo da lui.
     
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  10. PinaKaulitz88
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    Waaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa :agitato2: :agitato2: :agitato2: :agitato2: :agitato2: :agitato2: :agitato2:
    Jost arrestato, e Tom libero (anche se non i9n buone condizioni)... Ma io ti amo *saltella felice*
     
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  11. barby's
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    Wow che capitolo al cardiopalma! sono contenta che alla fine, giustizia è stata fatta e che Jost sia finito dietro alle sbarre, dove deve rimanere fino alla fine dei suoi giorni... mi spiace che sia già finita, non me l'aspettavo sinceramente, ma se hai deciso cosi, evidentemente è quel che senti... aspetto l'epilogo sperando di vederli felici insieme
     
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  12. °Däkee°
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    Non temere, non ti ho abbandonata. Sto continuando a leggere e da quando ho riavuto il pc TUTTO è più semplice e veloce. Stanotte come minimo leggo altri dieci capitoli. Devo arrivare al capitolo 52 entro domenica sera o non mi sento contenta u.u
     
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  13.     +1   -1
     
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    Grazie ragazze dei vostri commenti!!
    Dispiace anche a me essere giunta al termine, ma d'altronde non aveva più molto senso continuarla e ho trovato giusto farla finire così.
    Spero che l' epilogo possa soddisfarvi.
     
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  14. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    Dispiace anche a me essere giunta al termine, ma d'altronde non aveva più molto senso continuarla e ho trovato giusto farla finire così.

    :huh: :unsure: Che è successo?

     
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  15.     +1   -1
     
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    Nulla Cri, solo che non sapevo più come continuare a portarla avanti. Il cerchio si è chiuso, tutto qui. :)
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28633 views
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