Angels don't fly

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  1. PinaKaulitz88
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    John e Enrique mi fanno ben sperare... Speriamo che si diano una mossa prima che sia troppo tardi!!!
     
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  2. NeideLunare
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    Tra un po' non avrai più bisogno di me. Capitolo scritto e strutturato davvero bene. Preannuncia una grossa svolta, - e un'ondata d'urto -, che non vedo l'ora di poter leggere.

    David mi fa venire voglia di vomitare. Seriamente. Non so come un uomo possa arrivare a fare una lista di cose così orribili e pensare di essere nel giusto.

    Bill, è una così tale maschera di dolore che mi stringe il cuore...
     
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    Uh quanti commenti! Grazie a tutte ragazze!

    Socia non dire così. Io avrò sempre bisogno di te! :hug:
     
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    Ho inviato il chap alla mia Socia. :angelo:
     
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  5. Capricorn2187
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    :popcorn:
     
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    Capitolo 51


    La speranza è un rischio che bisogna correre.
    Georges Bernanos





    Bill osservò Alex percorrere il vialetto che l’avrebbe condotta da lui in giardino. Si aspettava una sua visita, e in fondo ne era felice. Lei sapeva come mettere a tacere le pene del suo cuore e come infondergli un po’ di quella sicurezza che sembrava essersi volatilizzata. Il vicolo cieco in cui era piombato sembrava davvero senza via d’uscita. Nessuna idea, nessuna speranza.

    Quel cellulare criptato continuava a rimanere muto tra le sue mani e si sentiva sempre più impotente nei confronti di Tom.

    La donna si fermò davanti a lui e lo scrutò con sguardo dolce ma al contempo indagatore. Non erano necessarie le parole, il volto del moro stanco e contratto esprimeva solamente un grande dolore.

    “Bill, dov’è Tom?” Chiese semplicemente.

    “Non c’è.”

    “Bill, stai parlando con me, che diamine sta succedendo?” Incalzò, non convinta.

    “Alex, Tom è… è stato rapito.” Disse in un soffio. Quella parola bruciava nella sua gola come fuoco.

    “Non è possibile! Hai denunciato la sua scomparsa?!” Esclamò, accasciandosi sulla panchina dietro di lui.

    “Non posso andare alla Polizia, hanno minacciato di ucciderlo se lo farò!”

    “Si sono quindi già messi in contatto con te? “ Domandò ancor più stupita l’infermiera.

    “Perché credi che abbia ritirato la denuncia contro Jost? Loro me l’hanno ordinato! In cambio della vita di Tom!”

    Alex imprecò sconvolta, incapace di replicare. Sembrava un incubo vero e proprio, senza possibilità di risvegliarsi.

    “C’è Jost dietro tutto questo?” Azzardò, temendo la risposta.

    “Credo di sì. Chi altro vorrebbe la sua libertà?” Rispose rassegnato.

    “ Bill, è una ragione in più per andare alla Polizia a denunciare il rapimento di Tom. Sono convinta che l’Ispettore Norman sarebbe felicissimo di allungare la lista di accuse contro quel bastardo!”

    “No! Uccideranno Tom se facessi una cosa del genere, non posso rischiare!”

    “E allora che si fa?”

    “Aspetteremo che si facciano vivi nuovamente.” Sospirò.

    “Ma come? I telefoni sono tutti sotto controllo e-“

    “Mi hanno mandato questo,“ disse il cantante, mostrandole il cellulare che ormai teneva in mano da ore. “Ben dice che è sicuramente criptato e quindi impossibile da localizzare ed è in grado solo di ricevere chiamate.” Spiegò poi, cercando di mantenere la calma. Il dover ripetere a tutti le medesime cose era snervante e per di più inutile. Inoltre, contrariamente a ciò che si era inizialmente prefissato, già in troppi erano stati informati della situazione e, sebbene si fidasse di loro, non poteva essere certo che avrebbero mantenuto il totale riserbo sulla faccenda.

    Alex si alzò dalla panchina e prese a camminare lungo il vialetto, pochi passi percorsi in una direzione per poi fermarsi un istante, fare un rapido dietro front e tornare indietro in fretta.

    “Come possiamo stare qui ad aspettare? Se il mandante come dici tu è Jost, non hai idea di dove possa essersi nascosto?” Chiese, arrestandosi di colpo davanti a lui.

    “Non conosco posti abbastanza desolati e dimenticati da Dio, dove lui potrebbe nascondersi. Potrebbe non essere nemmeno qui a Los Angeles!”

    “Io credo di sì.” Una voce alle loro spalle li fece sussultare. La massiccia figura di John Kepshaw, accompagnato da Madison, si stagliava contro il cielo tinto di rosso dal tramonto.

    “John! Che ci fai qui?” Chiese Bill, gettandogli letteralmente le braccia al collo. Gli era mancato e solo in quel momento, rivedendolo, aveva realizzato quanto.

    “Ehi ragazzino, vuoi farmi commuovere?” Gli disse abbracciandolo con affetto.

    “John, Tom è stato rapito, credo sia stato David. Dobbiamo trovarlo prima che gli faccia del male, io…io sono disperato, dovrebbero chiamarmi qui ma-“

    “Calmati. Non mi servi se collassi.” Affermò l’uomo risoluto. L’aver prestato servizio nei Marines per dieci ann, stava risvegliando in lui il suo animo di stratega. Bill prese un gran respiro e si afflosciò sulla panchina al fianco di Alex.

    “Dove sono gli altri? Ho bisogno di tutti. Credo di sapere dove Jost si sia nascosto, ma per esserne certo dobbiamo andare a controllare senza che la Polizia ci insegua.”

    “La Polizia? Io non ho detto nulla a Norman!” Si difese immediatamente il moro.

    “Immagino, ma credi siano così ingenui da aver creduto alle tue parole? Scusa se te lo dico Bill, ma alla conferenza stampa non sei stato molto credibile, almeno per me che ti conosco e so gli antefatti e neppure per loro a quanto pare, visto che c’è un’auto ferma di fronte al cancello che ha tutta l’aria di avere al suo interno due poliziotti.” Spiegò l’uomo.

    Bill lo guardò quasi colpevole; certo era stato uno stupido a pensare che le sue parole sarebbero state convincenti e sufficienti come spiegazione alla sua inversione di marcia.

    “E ora che facciamo?” Chiese il cantante sconfitto, mentre Damien, Paul e Ben li raggiungevano in giardino e salutavano Kepshaw con una forte stretta di mano.

    Immediatamente l’ex bodyguard prese la parola e brevemente illustrò il suo piano.

    “David non è molto fantasioso e non credo che si sia fatto scrupolo di trovare un posto molto lontano da qui. Inoltre, sa di non poter contare su nessuno qui in città, i suoi agganci l’hanno sicuramente già mollato da tempo. E’ probabile che si sia avvalso di complici raccattati tra la feccia malavitosa locale, gente che per pochi dollari si presta a compiere qualsiasi genere di misfatto. Non avrà elaborato un vero piano e non avrà nemmeno idea che tutto ciò che ha messo in scena si ritorcerà contro se stesso. Dubito che il giudice farà cadere le accuse per violenza a abuso su minori, anche se tu hai ritirato la denuncia e quindi, non appena uscirà allo scoperto, verrà arrestato. Senza contare il fatto che se è lui il responsabile del rapimento di Tom, sarà comunque un ricercato, a meno che non vogliate sul serio evitare di esporre denuncia.”

    Ben annuì solennemente. Non conosceva Kepshaw se non marginalmente, ma quell’uomo stava dimostrando di sapere il fatto suo.

    “Dove credi possa essere, quindi?” Chiese Paul cercando di arrivare subito al sodo.

    “Ci sono parecchi posti dove nascondersi a Los Angeles. Potrebbe essere a South Central, ammesso che i suoi recenti contatti gli forniscano la protezione adeguata, ma penso sia più probabile che sia nascosto in uno dei backlot ormai in disuso della Metro-Goldwyn-Mayer.”

    “E perché proprio lì?” Chiese Bill balzando in piedi.

    “Perché l’abbiamo già utilizzato in passato come nascondiglio.” Spiegò compito.

    Abbiamo? ” Incalzò Damien.

    “Ci sono fatti del mio passato per i quali non vado molto fiero e ancor di più perché inizialmente avevo pensato di potermi fidare di Jost.” Prese a raccontare John. “All’epoca ero stato appena congedato dai Marines e non era stato affatto semplice tornare alla realtà dopo aver vissuto per anni in mezzo alla guerra in Medio Oriente. Il nostro incontro avvenne per caso in un vicolo buio tra Normandie e Florence, - abitavo lì vicino in quel periodo-, e ogni sera percorrevo quel tratto di strada a piedi, quando ritornavo dal lavoro. Fui attratto da rumori e grida soffocate e sebbene una parte di me mi stesse intimando di farmi gli affari miei e proseguire, le gambe mi portarono verso quella che sembrava una colluttazione: due uomini se le stavano dando di santa ragione e fu per me impossibile non intervenire e sollevare praticamente di peso il soggetto che stava malmenando l’altro, che poi scoprii essere Jost, e scaraventarlo in malo modo sul marciapiedi, dove lui rimase immobile e agonizzante. La mia prima reazione fu quella di chiamare il 911, ma David mi trascinò via, raccontandomi che quello non era che uno sporco delinquente che lo ricattava per un debito di gioco e che meritava di morire. Ero sconvolto e fuggii con lui, accantonando ogni mio buon proposito di onesto cittadino. Rimanemmo nascosti in uno dei backlot ormai in disuso della Metro per vari giorni, fino a quando le acque non si calmarono. Mi ero reso responsabile di quello che poi si rivelò essere un omicidio, anche se non intenzionale, rimasto privo di colpevole. Quell’uomo era sul serio un boss del gioco d’azzardo e probabilmente con la sua morte si erano estinti parecchi debiti di gioco e si erano tranquillizzati molti animi; persino la Polizia aveva chiuso il caso con sveltezza inaudita.”

    “Ho girato il video di Dark Love quattro anni fa in uno di quei backlot…” Sussurrò Bill sconvolto dal racconto. Guardò John con compassione: anche lui non era stato che una pedina nelle mani di David, non provava alcuna repulsione nei suoi confronti e con lui nemmeno gli altri che si strinsero attorno all’uomo comprensivi.

    “Quindi pensi potrebbe essere là?” Chiese Soleman, dandogli una pacca sulla spalla.

    “Penso di sì. E’ un posto dimenticato da tutti, abbastanza sicuro per nascondere qualcuno.”

    “Andiamo, che aspettiamo?” Esclamò il cantante, riprendendo colore.

    “Tu, Bill, rimarrai qui. Sei il loro contatto e inoltre non è mia intenzione metterti in pericolo. Andrò io, nella speranza di non fare un buco nell’acqua.”

    “Ma io-“ Tentò di replicare il moro.

    “Niente discussioni, Bill. Tu rimarrai qui.” Gli ordinò John.

    “Vengo con te.” Disse Soleman. “Semmai lo dovessimo trovare, voglio arrogarmi il diritto di spaccargli la faccia una volta per tutte!”

    “Datemi solo il tempo di passare dall’ufficio un attimo e anche io sarò dei vostri.” Si unì Ben.

    “Tu Damien?” Chiese John, vedendolo fremere. Il ragazzo guardò Bill che acconsentì con un cenno del capo.

    “Ok, se pensate possa essere utile una persona in più.”

    “Ci serve un diversivo per depistare quei due poliziotti là fuori.” Disse Kepshaw.

    “Almeno a questo posso pensarci io?” Chiese Bill impaziente.

    “Ok, tu e Alex uscite con l’auto dal cancello principale e fate in modo che vi inseguano. Madison tu rimarrai qui con la madre di Tom. L’ho vista molto scossa e non vorrei che facesse mosse avventate.”

    “Va bene.” Annuirono tutti all’unisono.

    “Se qualcuno dovesse chiamare, avvisami a questo numero con il telefono di Alex che non dovrebbe essere sotto controllo. Non è sicuro farlo dai nostri telefoni.” Aggiunse John, porgendo al moro un pezzetto di carta.

    “Non dovremmo avere un’arma con noi?” Chiese Damien.

    “Ho pensato anche a questo. A casa mia c’è quel che ci occorre.” Lo informò John. “Forza Bill, Alex andate, e che Dio ci assista.”

    La donna prese per mano il cantante e a passo deciso si diressero verso la sua auto parcheggiata davanti a casa.

    “Grazie Alex…” Sussurrò il moro alla donna.

    “E di che? Io voglio che Tom ritorni a casa tanto quanto te.” Rispose, accennando un sorriso.

    “Ma potrebbe essere pericoloso…”

    “Quando hai visto la morte in faccia, niente ti sembra più pericoloso e questo dovresti saperlo anche tu meglio di chiunque altro. Forza, allacciati la cintura e seminiamo quei due poliziotti in Santa Monica Boulevard, a quest’ora non dovrebbe essere difficile.” Affermò l’infermiera, avviando il motore. Bill obbedì, sentendosi rassicurato dalla presenza confortante di Alex.

    “Ehi Donovan, svegliati! Kaulitz e la donna di prima sono appena usciti dal cancello!” Gridò Frey al collega che si era assopito al volante della loro auto. Da quando erano riusciti a mandare via i paparazzi e i giornalisti, l’attesa si era rivelata di una noia mortale, visto che nulla di ciò che si aspettavano era successo.

    “Presto inseguiamoli! Si stanno dirigendo verso Santa Monica!” Incalzò l’agente scuotendo il collega che immediatamente avviò l’auto partendo poi in sgommata.

    Dai garages della villa John e gli altri osservarono la scena, degna di un telefilm poliziesco, dai monitor dalle telecamere a circuito chiuso.

    “Bene ora possiamo andare anche noi.” Disse Kepshaw.

    “Mi raccomando…” Intervenne Simone con un filo di voce.

    “Stia tranquilla, riporteremo a casa sua figlio.” La rassicurò l’uomo.


    ***





    Enrique entrò nel magazzino approfittando del fatto che Felipe fosse uscito per andare a parlare con David. Ogni minuto che passava, aumentava sempre più in lui la consapevolezza di essersi cacciato in un guaio enorme. Era stato coinvolto in qualcosa da cui era sempre fuggito, accecato dalla brama di amare e di essere riamato. Che stupido era stato a credere che i sentimenti di David potessero essere sinceri. A lui non interessava altro che procurarsi un complice per mettere in atto il suo folle piano e vendicarsi di coloro che riteneva essere i responsabili della sua disfatta. Voleva uccidere entrambi e trascinarlo inevitabilmente giù all’inferno insieme a lui. Non c’era speranza che potessero farla franca, solo un pazzo non se ne sarebbe reso conto. Ma forse c’era ancora una possibilità rappresentata da quel ragazzo che, legato a quel palo, sembrava ora che stesse dormendo. Enrique sapeva che non era così in realtà, il suo volto emaciato e il rivoletto di sangue rappreso che gli era sceso dal naso denunciavano ben altro. Il respiro era pesante e rotto a tratti da singulti. Si augurò che non avesse perso conoscenza. Si avvicinò piano a Tom e provò a chiamarlo. Il giardiniere emise un debole lamento e cercò di sollevare la testa.

    “Gracias a Dios...” Sussurrò Enrique, abbozzando un sorriso. “Tom mi senti? Capisci ciò che ti sto dicendo?” Chiese scuotendolo appena. Tom annuì gravemente. “Dobbiamo uscire di qui, ma per farlo devi aiutarmi...”

    “Ho... ho...s-sete...” Gracchiò il giardiniere. Enrique si guardò intorno, e avvistata una bottiglia d’acqua gliela portò alla bocca senza indugi, sostenendogli la testa mentre beveva. Tom aprì l’occhio sano cercando di mettere a fuoco il volto dinnanzi a lui. Portava ancora il passamontagna, ma nei suoi occhi lesse chiaro il pentimento.

    “Per-perchè vuoi... aiutarmi?” Sussurrò roco il giardiniere.

    “Perchè quello là fuori è pazzo, e io non voglio più stare al suo gioco e finire i miei giorni in una sudicia galera a farmelo mettere nel culo dal primo che capita.” Ghignò l’ispanico. “E poi perchè quello che ti sta facendo è crudele e insensato...” Ammise infine.

    Tom abbozzò un sorriso per quanto fosse possibile, ma il suo volto si trasformò in una maschera di dolore quando una fitta lancinante gli trapassò il cranio.

    “Sto male amico... portami via di qui...” Lo pregò Tom, reprimendo un moto di nausea.

    “Devo liberarti, ma non ho le chiavi,” disse alzandosi. “Devo trovare un modo per prenderle. Aspetta, torno tra poco...” Concluse.

    “E dove... vuoi che... vada?” Tentò di scherzare Tom, mentre la vista si offuscava nuovamente, costringendolo a chiudere gli occhi. Stava diventando sul serio difficoltoso anche parlare e trovare le parole giuste. Il ronzio persistente alle orecchie diveniva sempre più fastidioso e non era nemmeno certo di potersi reggere in piedi, ma avrebbe dovuto raccogliere tutte le forze possibili se voleva fuggire da quel posto.

    Enrique raggiunse David e Felipe che parlavano fitto all’esterno dell’edificio. Il fatto di averlo volutamente escluso dai loro discorsi non era di buon auspicio.

    “Trumper deve pisciare.” Esordì, cercando di dimostrarsi freddo e risoluto. David volse lo sguardo verso di lui, ridacchiando.

    “E allora?” Chiese beffardo.

    “Deve almeno alzarsi in piedi e per farlo devo liberarlo un momento, non credi?” Continuò imperterrito.

    “Sai che cazzo me ne frega? Tiragli fuori l’uccello e fallo pisciare lì dove si trova!” Rispose con un ghigno David.

    “Dai, non fate gli stronzi! Datemi quelle cazzo di chiavi! Non sarebbe neppure in grado di tenerselo stretto!” Incalzò Enrique, sperando di essere convincente.

    “Hai paura che si bagni i piedi? Davvero premuroso da parte tua, considerato che tra poco sarà un uomo morto.” Lo prese in giro David.

    “Ma ora è ancora vivo e non cadrà il mondo se lo farò pisciare in un angolo, piuttosto che sui suoi pantaloni.” Continuò l’ispanico.

    “Sei un rompicoglioni Enrique.” Lo apostrofò Felipe, lanciandogli le chiavi che lui prese al volo.

    Il ragazzo si allontanò immediatamente, gridando vittoria tra sè. Ora aveva bisogno solamente di un pò di fortuna.
     
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    E osi fermarti sul piu' bello?
    Lo sapevo che Enrique, non era un uomo ''malvagio'' peccato che si è preso una cotta per quell'uomo orribile, anche se speravo che grazie all'ispanico Jost sarebbe cambiato.
    Speriamo che Jhonn arrivi in tempo per aiutarli e speriamo che l'unico che si faccia male sia quel bastardo!
    Se lo merita tutto!
    Tom mi fa star male il suo stato.
    Grazie del chappy
     
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    Certo che mi fermo sul più bello, sennò che gusto c'è? :D

    Grazie Lou!! :wub:
     
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  9. Capricorn2187
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    :shifty: :smirk: La mia espressione appena finito di leggere il capitolo.

    Non so perchè ma ho un pochino paura per Enrique. :unsure:
     
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    Beh le cose sembrano aver preso una piega diversa, eh Cri?
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    Non so perchè ma ho un pochino paura per Enrique. :unsure:

    Dici?
     
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  11. Capricorn2187
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    Lo spero vivamente *°*

    Non so forse mi sbaglio però... :shrug:
     
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  13. Capricorn2187
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    Ma perchè dovete rispondere sempre in modo cosi scriptico? :nn: :mmm:
     
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    Perchè sono malvagia! :evil-laugh:
     
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  15. PinaKaulitz88
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    Eh si, le cose sembrano davvero aver preso una piega diversa ma, conoscendoti, so che non può finire tutto così presto. Chissà cos'hai in mente :indif:

    Dark Love, come la mia ff :wub:
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28633 views
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