Angels don't fly

Finita

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  1. PinaKaulitz88
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    Cos'è, un gatto morto? laughing1
     
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  3. PinaKaulitz88
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    Già... Come morirò io se cambierai gli avvisi closedeyes
     
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    Potrebbe morire qualcuno e poi resuscitare, non so... hypo
     
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  5. barby's
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    CITAZIONE
    Potrebbe morire qualcuno e poi resuscitare, non so...

    guruno
     
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  6. PinaKaulitz88
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    CITAZIONE (barby's @ 23/9/2011, 18:47) 
    CITAZIONE
    Potrebbe morire qualcuno e poi resuscitare, non so...

    guruno

     
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    Il capitolo è pronto.
    Posto mercoledì. :evil-laugh:
     
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  8. barby's
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    CITAZIONE (*billaly* @ 26/9/2011, 11:19) 
    Il capitolo è pronto.
    Posto mercoledì. :evil-laugh:

    :2gether:
     
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  9. Capricorn2187
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    Capitolo 45


    L'amore non deve implorare e nemmeno pretendere,
    l'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sé.
    Allora non è più trascinato, ma trascina.
    H. Hesse



    Ben Truman congedò la donna davanti a lui salutandola con una cordiale stretta di mano. Amava la sua professione e ancor di più quando si trovava davanti a persone così accomodanti, che non mettevano davanti a tutto il proprio interesse personale.
    Bella Carrington era fortemente motivata e collaborativa, si vedeva lontano un miglio che le stava a cuore il benessere di quei ragazzi e soprattutto sapeva ciò che voleva. Aveva messo a frutto i suoi studi in economia, portando alla sua attenzione resoconti dettagliati sulle spese che mensilmente l’orfanotrofio doveva sostenere, descrivendo ogni necessità. Rimaneva solo in sospeso la questione dell’affitto dello stabile. I proprietari avevano chiesto una cifra esorbitante e l’idea di trovare un’altra soluzione abitativa si era fatta strada nella mente di entrambi, ancor prima di iniziare a discuterne.

    “ Ci sentiamo presto signorina Carrington, e stia tranquilla, parlerò di questo con Bill e vedrà che troveremo una soluzione in breve tempo...” Le disse sulle porta accennando un sorriso.

    Bella annuì rassicurata. Conosceva la fama di quell’avvocato e ricordava con piacere le lezioni che aveva tenuto nel suo corso di laurea ai tempi dell’università, quindi non aveva alcun motivo per dubitare delle sue parole.

    Uscì dall’ufficio, dando uno sguardo al piccolo orologio che aveva al polso: era ancora abbastanza presto e forse avrebbe potuto fare un salto a comprare qualcosa di carino da indossare per la cena con Damien.

    Sorrise mentre un leggero brivido le percorreva la schiena, “ho un appuntamento”, si scoprì a pensare e per la prima volta dopo molto tempo, desiderò esser Bella per davvero.


    ***



    Tom osservò il display del suo cellulare ipertecnologico e non potè fare a meno di sorridere compiaciuto. Era convinto che Bill, in preda al suo piccolo delirio artistico, non si sarebbe nemmeno accorto della sua fuga, mentre invece era trascorsa sì e no una mezz’ora che già lo stava cercando. I suoi dubbi amletici, quell’insicurezza amorosa che non aveva mai provato prima di quel momento si dissolsero all’istante.

    “ Sto tornando.” Esordì, sorridendo.

    “ Dove sei?” Chiese apprensivo il cantante.

    “ Sono uscito un momento. Avevo bisogno di una boccata d’aria.” Rispose, armeggiando con l’auricolare.

    “ Tom, è tutto ok?” Chiese ancora agitandosi.

    “ Sì certo, perchè me lo chiedi?”

    “ Perchè ti conosco e tu non sei bravo a mentire.” Affermò il moro.

    “ Bill è tutto a posto, non ti preoccupare.” Lo rassicurò il giardiniere.

    “ Non farò quel concerto a New York, se tu non vuoi...” La sua voce era ridotta ad un sussurro.

    “ Non dire cazzate, ne parliano a casa, va bene?”

    “ Devo andare dal fisioterapista, ma mi accompagnerà Damien, visto che tu non sei qui.”

    “ Bill non fare il bambino. Il tuo appuntamento è tra più mezz’ora, posso benissimo portarti io. Aspettami, sarò lì tra qualche minuto.” Affermò, alzando gli occhi al cielo. Forse non era stata una grande idea allontanarsi dalla sala senza avvertirlo, ora, ne era sicuro, avrebbe dovuto sciropparsi l’ennesima filippica del moro.

    Non era semplice per lui anteporre sempre le necessità di Bill alle sue, soprattutto quando si trattava di doversi adeguare in tutto per tutto alla vita del cantante. Lo amava infinitamente, ma avrebbe continuato a desiderare per loro una vita tranquilla. Cosa in ogni caso comunque poco realizzabile. Il moro era un fiume in piena, in ogni senso, e fino all’ultimo non avrebbe mai saputo quale argine avrebbe dovuto rinforzare per evitare la tracimazione.
    Scrollò le spalle per allentare la tensione e svoltò al primo incrocio. Meglio non farlo attendere troppo.


    “ Mad, vorrei parlarne prima con Tom, credo che non approvi molto l’idea di tenere un concerto al Madison Square Garden…” Disse alla rossa, non appena chiusa la chiamata.

    La donna lo guardò strabuzzando gli occhi: Bill era solo spaventato dalla proposta e cercava di prendere tempo, o sul serio era stata solo una mera illusione credere che fosse finalmente in grado di decidere per la sua vita? Di certo Tom non poteva paragonarsi a quella serpe di Jost, ma il fatto che il moro si sentisse in obbligo di parlarne con lui, la faceva andare in bestia. Per di più non aveva alcuna esperienza in campo discografico, che consigli avrebbe mai potuto dargli?

    “ Bill spetta solo a te la decisione. E’ la tua vita, la tua musica…” Imbastì sperando di non risultare troppo aggressiva.

    “ Lo so, ma ho come l’ impressione che Tom sia contrario e io voglio esserne certo prima di dare una qualsiasi risposta.”

    “ Come vuoi allora, ma sappi che James Dolan non aspetterà in eterno. Gli artisti fanno a cazzotti per poter esibirsi là e lui concede questo privilegio a pochi. Penso che sarebbe una grande opportunità per te.”

    “ Per un cantante che ha deciso di ritirarsi?” Borbottò il moro scettico.

    “ Per un cantante, idolo dei ragazzi di mezzo mondo, che ha deciso di prendersi una pausa. Quando questa storia sarà finalmente conclusa, tu sarai di nuovo padrone della tua vita e anche della tua carriera.”

    “ Se mai questa storia arriverà ad una conclusione. Ho come il presentimento che vivrò con una spada di Damocle qui per chissà quanto altro tempo…” Affermò, picchiandosi sul capo.

    “ Non dire sciocchezze! La Polizia troverà David e lo sbatterà in galera, stanne certo. Conoscendolo, se avrà avuto modo di leggere la tua intervista, sono convinta che sia già prossimo all’ infarto!” Esclamò Mad, abbozzando un sorriso.

    “ Vorrei poterti credere, ma nutro qualche dubbio in proposito.” Asserì triste.

    “ Ehi ragazzo, non ti permetto di rattristarti! Hai appena ricevuto una grande offerta, sei circondato da persone che ti vogliono bene, i media ti sostengono pienamente e Jost si trova chissà dove. Potresti fare qualsiasi cosa in questo momento!” Lo redarguì la rossa. Peccato che in tutto quel bel discorso non si facesse il minimo accenno su quali fossero i suoi reali sentimenti e desideri, come sempre del resto.

    Tom entrò nella sala e si diresse a grandi passi verso di lui. Poteva avvertire le vibrazioni negative nell’aria e leggere la tristezza sul volto di Bill.

    “ Ehi, che succede qui?” Esordì avvicinandosi al moro e baciandolo rapido sulla guancia.

    “ Nulla. Ho solo detto che la decisione di accettare o meno la proposta di Dolan spetta unicamente a Bill.” Si difese immediatamente Madison.
    Tom sorrise: non c’era bisogno di ulteriori parole per capire invece che la decisione Bill, difficilmente l’avrebbe potuta prendere a mente serena. Ognuno a modo suo cercava di andare a parare dove più gli conveniva anche se non intenzionalmente.

    Intrecciò le proprie dita callose a quelle affusolate e curate del moro e lo strattonò dolcemente verso di sé, perdendosi in quello sguardo di ambra e sentendo, almeno per quel che lo riguardava, che avrebbe potuto adattarsi alla sua decisione anche per questa volta, sì...


    ***



    “Come sto ragazze?” Bella si rimirò per l’ennesima volta allo specchio, prima di voltarsi verso Didi e Tanja che la stavano osservando, sedute sul letto della sua camera. Aveva azzardato, acquistando un paio di jeans neri aderenti, una maglietta multicolore e un paio di stivali a tacco alto, sorprendendo se stessa. Per una sera avrebbe abbandonato i suoi abitini dimessi e fuori moda, in favore di un abbigliamento più giovanile che dallo sguardo compiaciuto delle due ragazze, sembrava donarle particolarmente.

    “ Stai una favola Bella, sembri un’altra persona…” Rispose Didi, alzandosi dal letto per andarle a sistemare i capelli. Li aveva lavati e si era lasciata convincere dalla ragazza a stirarli. Didi lavorava presso un salone di parrucchieri e nonostante la sua poca esperienza sembrava esser molto brava con phon e spazzola. Le ciocche, color del grano, ricadevano dritte sulle sue spalle, conferendole un aspetto sbarazzino.

    “ Dovresti truccarti un po’.” Le suggerì Tanja, brandendo tra le mani kajal e gloss.

    “ E questi dove li hai presi?” Chiese sospettosa Bella.

    “ Uhm… uno scambio…” Rispose vaga la ragazzina.

    “ Che genere di scambio?” Incalzò la donna agitandosi sulla sedia. Sapeva che la bellezza di Tanja non passava inosservata, ma l‘idea che lei potesse farne uso per guadagnarsi ciò che non si sarebbe potuta altrimenti permettere, le provocò una fitta allo stomaco.

    “ Non preoccuparti, non sono mica idiota! Ho solamente passato l’ultimo compito di matematica dell’anno scolastico ad Albert Shelter in cambio di questi.” Spiegò soavemente.

    Bella accennò un sorriso sghembo, rilassandosi immediatamente e dandosi della stupida mentalmente. Le sue ragazze erano assennate, che andava a pensare?

    Sharon e Michael irruppero nella stanza gridando, inseguiti da Nicholas che, armato di spada di plastica e con addosso un sacco dell’ immondizia, ringhiava loro contro come un cane rabbioso.

    “ Piano bambini, che state combinando?!” Chiese Bella, accogliendo tra le braccia i due gemelli.

    “ Giochiamo agli alieni Bella!” La informò la bimba, dandole un bacio sulla guancia.

    “ Io s-sono il m-mostro d-del pi-pianeta del-la m-morte!” Esclamò Nicholas, ansimante, facendo roteare minaccioso la sua arma. Era balbuziente, ma almeno aveva ricominciato a parlare dopo due anni di ostinato silenzio, grazie alla costanza e alle cure amorevoli di Bella.

    “ Io ho paura dei mostri!” Piagnucolò Michael, stringendosi a lei.

    “E con ragione...” Ammise tra sé la donna, ricordando il posto orribile nel quale erano stati trovati lui e la sorella, dai servizi sociali.

    “ Non statele così addosso, o le rovinerete la maglietta nuova!” Li rimproverò Didi, cercando invano di terminare il suo lavoro sui capelli di Bella.

    “ Su lasciatela in pace, stasera deve uscire con un ragazzo!” Disse Tanja, tirando i bambini per le braccia.

    “ Che ragazzo?” Chiesero Hermann e Malcom sulla porta.

    “ Io lo sooo!!” Esclamò una vocina dietro le loro spalle. Cristine li stava guardando divertita. Teneva tra le braccia un orsacchiotto spelacchiato, come se fosse un neonato.

    “ Cosa ne sai tu?” Bella sorridendo la invitò ad entrare nella ormai affollata stanza.

    “ Stamattina io e Mister Potty stavamo passando davanti al tuo ufficio e abbiamo visto che parlavi con il ragazzo che guarda il corpo di Bill…” Spiegò innocentemente la bimba, spalancando i suoi occhioni azzurri.

    “ Si dice guardia del corpo, Cris…” La corresse Tanja, scoppiando a ridere, imitata poi dai presenti, in grado di capire l’errore.

    “ E io che ho detto?” Rispose la piccola risentita, facendo spallucce.

    “ Ok, ok… e tu pensi che io stasera debba uscire con lui?”

    “ Sì, Mister Potty dice che sareste una bella coppia e anche Holly a dire il vero…”

    “ E chi sarebbe Holly?” Chiese Bella incuriosita.

    “ La fidanzata di Mister Potty…”

    “ Ah capisco… E dov’è ora Holly?” incalzò la donna.

    “ In bagno, si sta rinfrescando…” Rispose Cristine.

    In quel preciso momento la voce di Teresa, la cuoca, si levò dalle scale, minacciosa quanto un rombo di tuono: “¿Quién puso ese monstruo peludo remojar en el fregadero?!” Urlò nella sua lingua madre, decisa a trovare il colpevole. Hermann spinse dentro Malcom e chiuse immediatamente la porta.

    “ Oh-oh, credo che Teresa abbia scoperto Holly...” Sussurrò Didi, dando l’ultimo colpo di spazzola per riavviare i capelli di Bella, che alzò gli occhi al cielo, invitando i ragazzi a nascondersi ove fosse possibile.

    L’energica donna salì le scale e spalancò la porta della stanza, senza bussare.

    “ Bella, hanno di nuovo messo a mollo un pupazzo nel lavandino! Io non so più che fare!” Esordì spazientita.

    “ Pupazzo? Da quel che so c’era Holly in bagno...”

    “ Chi?!...” Chiese incredula la cuoca.

    “ Holly, la fidanzata di Mister Potty...” Rispose, come fosse la cosa più ovvia del mondo, suscitando l’ilarità dei ragazzi che si erano nascosti sotto il letto.

    “ Ahhh! Capisco! Allora forse Mister Potty e i suoi amici mi daranno una mano a raccogliere l’acqua che c’è sul pavimento, vero?” Disse, trattenendo a stento il sorriso.

    I ragazzi uscirono dal loro nascondiglio uno alla volta per seguire la donna, che incapace di far loro la ramanzina si era immediatamente unita alle loro risate.

    Ritornato il silenzio, Tanja truccò Bella e Didi scomparve un attimo per poi ritornare con un giubbino in pelle nero.

    “ Questo è uno dei pochi ricordi che ho di mia madre. E’ un pò datato, ma è seminuovo, credo che sarebbe perfetto per un giro in moto...” Disse piano la ragazza.

    “ Oddio Didi, è davvero un gesto stupendo, ma io... non vorrei rovinarlo!” Rispose Bella con gli occhi lucidi.

    “ A me non sta e poi tu sei l’unica persona che vorrei lo portasse, davvero...”

    Bella sentì la gola serrarsi e abbracciò la ragazza, baciandole la guancia color cioccolato: “ Grazie Didi, è la cosa più bella che qualcuno abbia mai fatto per me!” Affermò mentre due lacrime impertinenti le scendevano sulle guance.

    “ Ehi non piangere o ti rovinerai il trucco!” La redarguì Tanja, anche lei incapace di trattenere la commozione, mentre con un kleenex le e si tamponava gli occhi.

    “ Bella, è arrivato Damien!” La voce di Hermann che gridava dalle scale la riportò bruscamente alla realtà, certo che in quel posto la privacy era proprio un optional. Indossò il giubbino che le calzava a pennello, e gli occhiali, - di quelli purtroppo non poteva farne a meno -, e dopo un’ ultima rapida occhiata alla sua immagine riflessa nello specchio, uscì dalla stanza, seguita dalle due ragazze. Incrociò lo sguardo di Damien che la osservava compiaciuto mentre scendeva le scale. I jeans le fasciavano le gambe e i fianchi rendendo giustizia alla sua taglia quaranta.

    “ Wow, sei... uno schianto!” Le sussurrò Damien all’orecchio, porgendole il casco da indossare e incapace di distogliere lo sguardo dalle sue forme.

    “ Mmh, anche tu non sei male...” Rispose, baciandolo audacemente su una guancia e posando maliziosa una mano sul suo braccio, mentre si dirigevano verso l’uscita. L’atrio era deserto, ma era sicura che i suoi ragazzi la stessero osservando da ogni angolo possibile della casa.

    “ Mi sa che quello sarà anche la guardia del corpo di Bill, ma gli piace guardare anche il corpo di Bella...” Sussurrò Hermann da dietro la porta socchiusa del bagno, mentre gli altri iniziavano a sghignazzare rumorosamente.
    Bella udendo la voce, scosse la testa rassegnata, in quel luogo non c’era proprio un briciolo di privacy, ma non l’avrebbe cambiato per nessun’altro al mondo.


    ***



    Bill si sedette sul divano e attese che Tom parlasse. Sentiva che c’era un sospeso tra di loro, sebbene il giardiniere lo avesse cercato di rassicurare in più di un’occasione. Le parole erano uscite forzate, quasi dette per circostanza. Non credeva minimamente che Tom condividesse la sua scelta di accettare la proposta di Dolan, lo poteva leggere nei suoi occhi.

    “ Allora?...” Buttò lì, incapace di resistere.

    “Allora cosa?” Chiese il giardiniere, sedendosi a sua volta.

    “ Ora non stai guidando, non devo entrare dal fisioterapista e nessuno ci sta ascoltando…”

    “ Bill per favore, come te lo devo dire? Sono felice per la proposta che hai ricevuto e lo sono altrettanto per la tua decisione di fare quel concerto.” Rispose sbuffando.

    “ Non è vero, sei un libro aperto e quello che hai appena detto è l’esatto contrario di ciò che pensi veramente.” Incalzò il moro.

    “ Bill, io ti rispetto troppo per importi il mio volere, quindi è ok così. Vuoi che ti dica che preferirei passare il resto dei miei giorni sdraiato accanto a te in un letto, invece che seguirti in giro per il mondo? Che vorrei una vita tranquilla, riprendere il mio lavoro, avere una bella casa e un cane che mi corre incontro festoso quando rincaso la sera? Potrei farlo, ma tu saresti tremendamente infelice e io non voglio. Hai già abbastanza pensieri e io ti amo troppo per dartene altri…” Gli disse, prendendogli il volto tra le mani e posando un bacio leggero sulle sue labbra rosee.

    Il moro deglutì e abbassò lo sguardo, sentendosi colpevole. Tom stava rinunciando alla sua vita per stargli accanto e…

    “ Ehi che ti prende?!” Sussurrò il ragazzo, asciugando con i pollici le lacrime che scendevano sulle sue guance pallide.

    “ Io… io credo di essere un mostro di egoismo! Tu stai rinunciando a tutto pur di starmi accanto e io ti ripago con questo!” Esclamò, incapace di frenare il pianto.

    Il giardiniere lo strinse a sé, cullandolo tra le sue braccia: “Tu sei fantastico, sei più forte di quanto tu non creda e io ti ammiro per questo. E’ solo un momento no che passerà presto e per quanto mi riguarda, ora che c’è Damien, potrei anche pensare di ritornare a lavorare al negozio. Lo ammetto, l’inattività mi annoia, ma di certo non tu.” Sussurrò al suo orecchio.

    Bill gli baciò il collo annuendo e stringendosi ancora di più a lui. Sentiva di amarlo come non mai e le sue esternazioni non avrebbero mai smesso di confonderlo. Si mise a cavalcioni sulle sue gambe e posò la propria fronte contro quella ampia del giardiniere.

    “ Ti giuro che dopo New York, manterrò fede alla mia promessa. Ho ancora intenzione di prendermi una pausa, ma non posso rinunciare ad un’allettante proposta come quella di cantare al Madison…”

    “ Lo capisco, ma non devi giurare. Io accetterò qualsiasi tua decisione…”

    “ Ti amo Tom…” Gli sussurrò sulle labbra, mentre percorreva languido la linea dei suoi addominali, sotto la t-shirt extralarge, provocandogli brividi di piacere.

    Il giardiniere si impossessò delle sue labbra audace, accarezzando i fianchi magri, le natiche fasciate in quei jeans skinny che sembravano essergli cuciti addosso come una seconda pelle.

    “ Sei sempre troppo vestito tu…” Farfugliò roco, mentre tentava goffamente di sfilargli la maglietta per baciare il suo torace glabro, imitato immediatamente dal moro. I loro corpi fremevano a quel tocco, le loro erezioni combattevano con il tessuto che le teneva prigioniere.

    “ Andiamo in camera…” Lo invitò il moro, alzandosi e tendendogli la mano, mano che Tom immediatamente artigliò come se fosse un sicuro appiglio nella tempesta. Salirono le scale di corsa, come fossero due ragazzini in fuga dall’ennesima marachella compiuta, e ridendo di quell’ improvvisato gioco erotico si spogliarono a vicenda, per poi buttarsi sul letto, gridando come pazzi.


    ***




    David si pulì la bocca con il dorso della mano, osservando l’espressione estasiata di Enrique dopo il servizietto al quale lo aveva sottoposto. Doveva ammettere che stava diventando piuttosto bravo nello svolgere quei compiti che fino a qualche tempo prima considerava solo come atti dovuti. Lui non si sarebbe mai creduto capace di riuscire a fare un pompino ad un uomo senza vomitare, - mica era un finocchio -, ed invece ne aveva addirittura appena ingoiato il rilascio. Non c’era traccia di piacere in tutto questo, ma solo la consapevolezza di voler a tutti i costi perseguire una meta.

    Enrique aprì gli occhi, sospirando soddisfatto. Cazzo, David lo faceva impazzire! Lo attirò a sé, prendendo il suo membro eretto nella mano e posizionandolo davanti alla propria apertura.

    “ Allora, mi aiuterai?” Chiese ancora una volta.

    “ Cazzo sì, sì, ma ora fottimi…” Gli rispose roco, mordendogli la mascella.

    David entrò in lui con una spinta che lo fece gridare di dolore e piacere, ed iniziò a muoversi violentemente dentro il suo sedere. La rabbia non accennava a placarsi e godeva nel vedere le espressioni sofferenti del ragazzo che stava sotto di lui.

    Ancora poche mosse e poi Enrique sarebbe stato completamente nelle sue mani e lui avrebbe finalmente avuto un complice per il suo folle piano che si stava delineando nella sua mente malata…



    N.d.a.:
    Come al solito, parto con un' idea, ma la tastiera scrive altro.
    Non avevo intenzione di soffermarmi sugli abitanti dell'orfanotrofio, ma poi non so, ho sentito come la necessità di descrivere un pò quei ragazzi. Sono gli affetti e le piccole cose che spesso rendono felici le persone e credo che Bella abbia svolto un buon lavoro.
    Spero che il capitolo non sia risultato troppo pesante e abbiate pazienza: un' importante svolta è vicina.
     
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  11. Capricorn2187
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    I nostri due protagonisti troppe volte fanno "mi ama o no?ma si certo oppure è tutto il mio mondo poi bho" cioè capisco che ognuno c'ha la vita propria incasinata o meno ma una certezza Cristo mai.

    David e quell'Enrique mi fanno sempre più schifo.

    I bambini invece sono tanto carini *.*
     
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    Se non ci fosse un pò di tira e molla probabilmente non avrei nemmeno iniziato a scrivere questa fic, come pure fosse stata una storia con l'happy end sicuro già dal prologo. I dubbi e le incertezze fanno parte del quotidiano di ognuno, non credi?
     
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  13. Capricorn2187
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    Si certo ce mancherebbe ma qui delle volte si esagera,specialmente Tom :ehsì:
     
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    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

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    Mi rattrista molto vedere un Bill cosi sfiducioso delle proprie capacità. Ma è anche vero che fino a poco tempo fa, c'era chi prendeva decisioni al posto suo.
    In questi casi le persone diventano intimorite e sopratutto si sentono sminuite. E ha avuto ragione Mad di scuoterlo e dirgli che lui avrebbe saputo cio' che era buono o no per sé, senza chiedere ogni volta a qualcuno di farlo al suo posto.
    Tom invece è molto paziente( tatone al solito XD) e capisce perfettamente che la musica fa parte di Bill e se lo ama non puo' constringerlo a rinunciare...
    In quanto a David speriamo che non farà la piu' grande stron**** della sua vita (peggio di cio' che ha fatto fino adesso a Bill), ossia attentare alla sua vita.
    Grazie per il chappy Ale :wub:
     
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    Diciamo che non è non abbia fiducia in se stesso, forse il suo reale problema è la sua paura che così' facendo possa dispiacere il prossimo. Penso sia un timore che abbia chiunque in fondo, anche se magari in una persona con un vissuto normale sia più controllato.
    Mad lo ha scosso, è vero, ma probabilmente l'unico a cui sente di dover "spiegare" il perchè delle sue decisioni è Tom. E per rispondere anche a Cri, penso che, umanamente parlando, per una persona che non fa parte di un determinato mondo non sia poi così facile capirne i meccanismi e al di là dei sentimenti in quanto tali, non sempre si ha la lucidità necessaria per affrontare le situazioni. Tom teme di perdere Bill, di non riuscire a colmare quel grande vuoto che comporterà l'abbandonare la carriera, ma al tempo stesso pensa che se lui deciderà di continuarla, possa poi un giorno non trovarlo più all' altezza di stargli accanto.
    Gli ho fatto fare delle grandi seghe mentali, lo so, ma d'altronde gli amori facili non mi sono mai piaciuti, nè nella realtà, che nelle fic.

    Grazie per aver letto ragazze!! **
     
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