Angels don't fly

Finita

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    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

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    Che vuol dire Ale? Non hai scritto nulla? Ti manca l'ispiazione? :unsure:
     
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    Scrivo a rilento per cui non so quando potrò postare, mi dispiace donne! Sono al giro di boa, ma arranco!
     
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    Capitolo 43


    L’entusiasmo è per la vita quello che la fame è per il cibo.
    Bertrand Russell




    Joachim bussò alla porta e dopo alcuni istanti un assonnato ma guardingo Enrique gli venne ad aprire. Era quasi mezzogiorno e fino a quel momento dormiva pesantemente. Era stata una lunga notte e nonostante la sua giovane età, doveva ammettere che David l’aveva stremato. Avvertiva un fastidioso bruciore tra le natiche, che cercò di alleviare massaggiandosi tra di esse attraverso i boxer.

    “Señor, perdona la intrusión, pero él llamó a su primo Tico y dijo que el vuelo llegará esta tarde de los documentos para el Señor Jordan, que voy a tener que elegir entre Juan, al almacén.” Esordì, rimanendo sulla soglia.

    “¿Qué documentos?” Chiese il ragazzo incuriosito.

    "No sé. No especificó el contenido.” Rispose l' uomo, allargando le braccia.

    "Ok, adelante. Luego portales aquí y ahora. Gracias Joaquim.”
    Lo congedò Enrique, abbozzando un sorriso.

    L’uomo fece un cenno di saluto con il capo e si allontanò con il suo passo leggermente claudicante, dovuto ad una vecchia ferita da arma da fuoco. Nessuno era a conoscenza dei dettagli, ma la leggenda narrava fosse a causa di un regolamento di conti.

    Enrique si appoggiò al legno e sospirò, chiudendo gli occhi. Temeva che il contenuto di quei documenti andasse a turbare il fragile equilibrio appena raggiunto con David. Quell’uomo gli piaceva e nonostante fosse al corrente di tutte le sue malefatte, non riusciva a vederlo per il verme che probabilmente era.

    Forse non aveva mai incontrato la persona giusta e l’avidità e la brama di denaro erano difetti che ben conosceva, essendo vissuto in una famiglia di narcotrafficanti e delinquenti.

    Ma lui non era tagliato per quel mestiere, sebbene istruito a dovere per svolgerlo e nemmeno David pensava avesse agito premeditatamente. Sicuramente qualcosa l’aveva obbligato ad approfittare di quel Bill Kaulitz.

    Si erano trovati, due gocce simili in un oceano, e forse insieme avrebbero potuto ricominciare una nuova vita lontano da tutto.

    “ Ehi che ti prende?” Non lo aveva sentito arrivare e colto alla sprovvista sussultò. “ Chi era alla porta?” Chiese il manager.

    “Joachim... Tico lo ha chiamato, dicendo che oggi con il volo del pomeriggio arriveranno dei documenti per te, che lui dovrà andare a ritirare giù da Juan all’emporio.” Lo informò.

    “ Che documenti?” Domandò allarmato David.

    “ Non ne ho la più pallida idea. Forse Tico è stato volutamente evasivo con Joachim...”

    David si grattò il mento, misurando a grandi passi la stanza. Cosa mai avrebbe potuto inviargli quel colombiano?

    “ Esiste un computer in questa isola di merda?” Chiese ad un tratto.

    “ Sì, ma non c’è connessione internet se non in paese...”

    “ Fanculo...” Brontolò, calciando il piede di una sedia che traballò pericolosamente, prima di cadere.

    “David che succede?”

    “ Non ci arrivi? Dev’essere per forza qualcosa che riguarda la mia vicenda!” Sbottò agitato.

    “ Se ci fossero state brutte notizie, Tico avrebbe avvisato noi direttamente. Stai tranquillo, sono convinto che stasera rideremo del nostro esagerato allarmismo!” Disse Enrique, circondandolo con le sue forti braccia e baciandolo languido sulla bocca.

    David si scansò e riprese a camminare. Quella assenza di notizie lo stava facendo impazzire. Neppure dalla TV era riuscito a sapere qualcosa. Le televisioni locali di Los Angeles non arrivavano sino in quel luogo sperduto e di certo la CNN si augurava non parlasse mai di lui. Non poteva chiamare per timore di esser intercettato, a dire il vero non avrebbe comunque avuto nessuno a cui telefonare, considerato che tutti gli avevano voltato le spalle.

    “ David?...” Lo chiamò Enrique deluso.

    “ Lasciami in pace. Ho bisogno di pensare.” Lo liquidò freddo. Il ragazzo lasciò la stanza sbuffando.


    ***




    “ Ehi Bill, sei l’uomo del giorno!” Esclamò Damien uscendo in giardino, dove il moro e Tom stavano facendo colazione, con un plico di riviste e quotidiani tra le mani.

    “ Che stai dicendo Dam? Chiese il cantante, rischiando di farsi andare di traverso il boccone.

    “ Dico che l’articolo della Turner e la notizia della tua generosa decisione di farti carico delle spese dell’orfanotrofio, fanno di te l’uomo del giorno! Beh uomo…” Scherzò Whitmann, schivando di soppiatto un cucchiaio colmo di marmellata scagliato contro di lui.

    “ Vedere!!...” Gridò quasi isterico Bill, saltando sulla sedia.

    Era vero, Elisabeth Turner, dopo le ultime correzioni, doveva ammettere che aveva svolto un ottimo lavoro. L’articolo era sì celebrativo, senza essere smielato, né tragico. Aveva saputo cogliere il suo reale stato d’animo, descrivendo i fatti con schiettezza, senza cadere nel patetico. Non era certo stato dipinto come una povera vittima, ma piuttosto come un ragazzino inesperto che si era lasciato guidare verso la vita e il successo dalla persona sbagliata.

    L’ articolo terminava con una nota della giornalista che annunciava il suo licenziamento.

    Bill diventerà una grande persona, un grande insegnante per tutti noi.

    La sua decisione di abbandonare la musica, ci auguriamo sia solo temporanea e speriamo che presto ci possa deliziare con un nuovo lavoro, ma comprendiamo quanto in alcune situazioni sia difficoltoso essere concentrati e riteniamo che la sua scelta sia stata molto coraggiosa, degna di tutto il nostro rispetto, ma soprattutto leale nei confronti di chi lo ama come artista. Avrebbe potuto cavalcare questa ondata noir di notorietà e fare di questi ultimi avvenimenti una bandiera, invece ha preferito ritirarsi ed aspettare che questa vicenda si concluda, lontano dal palcoscenico, sul quale, capiamo, non avrebbe potuto dare il meglio di se stesso.

    Nonostante la vita sia stata per lo più avversa nei suoi confronti, ha comunque ritrovato la speranza, ha guardato avanti trovando tante persone sul suo difficile cammino disposte a venirgli incontro, ad amarlo e aiutarlo a non rinunciare alla sua vita e continuare a rincorrere i suoi sogni.

    Io lascio. Il mio mandato in questa rivista, alla quale ho dedicato svariati anni della mia vita, termina qui.
    Anche io ho qualcosa che vale la pena di rincorrere.


    Bill terminò la lettura con gli occhi lucidi: era di quanto più benigno avesse mai sperato di poter vedere scritto in una rivista. Non aveva idea di cosa veramente aveva fatto cambiare opinione alla Turner, ma sicuramente doveva esser qualcosa che l’aveva scossa dentro. Se non fosse per il suo nome ad indicarla come autrice sotto il titolo dell’articolo, avrebbe stentato a credere che fosse uscito dalla sua mente.

    Tom gli strinse la mano sorridendo. Le sorprese per quel mattino non erano ancora finite: su un quotidiano locale il suo nome svettava in prima pagina a caratteri cubitali.

    LA NOSTRA CITTA’ PUO VANTARE LA PRESENZA DI UN NUOVO ANGELO: IL NOTO CANTANTE BILL KAULITZ RISOLLEVARA’ LE SORTI DELL’ORFANOTROFIO DA CUI PROVIENE, FINANZIANDOLO, NONOSTANTE LE TRISTI VICENDE CHE IN QUESTO PERIODO LO HANNO VISTO AL CENTRO DI UN SUO PERSONALE INFERNO.


    “ Oh mio Dio, ma sono impazziti?!” Esclamò, incerto se scoppiare a ridere o inveire contro quella specie di giornalista invasato.

    “ Evidentemente il tuo nome fa notizia sempre e comunque…” Rispose il giardiniere con una nota di rammarico. Era felice per lui, ma al tempo stesso odiava tutta questa visibilità. Giusto da un paio di minuti i paparazzi avevano abbandonato le loro scomode postazioni, - la fionda di Damien non era stata purtroppo dissuasiva-, e ora avrebbero ripreso a pedinarli e ad osservare ogni loro singola mossa.

    “ Lo dici come se ti dispiacesse…” Affermò infatti il moro.

    “ Sai come la penso in proposito,” gli rispose avvicinandosi di più a lui e cingendogli le spalle con il braccio, “ ma so anche che persona meravigliosa riesca ad essere, famoso o no che tu sia e quindi comprendo il fatto che anche gli altri siano curiosi di sapere tutto di te, sebbene lo facciano nel modo sbagliato.” Aggiunse baciandolo dietro l’orecchio. “Dovremo solo stare attenti a non farci beccare ancora nudi, non credo che tutti sarebbero coscienziosi come la Turner e non mi andrebbe proprio di ritrovare le immagini delle mie chiappe formato gigante in tutte le edicole del mondo!” Concluse ridendo.

    “ Beh non sarebbero di certo le tue! Sono io quello famoso!” Scherzò Bill, stringendosi poi a lui e baciandolo languido sulle labbra.

    “ Ehm…scusate, ma vorrei ricordarvi che avete davanti a voi un esemplare di maschio etero e per quanto mi siate simpatici, mi suscitano un po’ di imbarazzo tutte queste effusioni, quindi credo che andrò in cucina con Lucy a sbucciare le patate…” Disse Damien, alzandosi da tavola con il suo croissant in mano e uno sbaffo di crema sul lato destro della bocca.

    “ Ops, scusa Dam, siamo due insensibili! Ma cos’hai sulla faccia?” Esclamò il cantante, alzandosi e scrutandolo in volto.

    “ Cosa?...” accennò confuso l’uomo, mentre Bill si avvicinava pericolosamente a lui e con l’indice, in un gesto volutamente erotico, lo ripuliva dalla crema, per poi portarselo alla bocca e succhiarlo.

    Whitmann lo osservò per un istante come imbambolato, per poi riprendersi ed emettere un grugnito di disapprovazione che fece scoppiare a ridere i due.

    “ Mi dispiace Damien, ma mi sa che non hai superato il test!” Affermò Tom tra le risate.

    “ Fanculo!” Blaterò il bodyguard, entrando frettolosamente in casa. Che Bill fosse di una bellezza inaudita era un dato di fatto, ma da lì a provare pulsioni sessuali per un maschio…

    “ Idioti…” Borbottò contrariato. Il punto era che non aveva una donna da un bel po’ e stare con quei due tutti baci e moine, non contribuiva certo a migliorare la sua già magra situazione…

    “Ecco, una come Madison potrebbe rialzare le mie quotazioni…” Disse tra sé, osservando la rossa che in compagnia di Paul e Ben, aveva appena varcato la porta di casa e andava decisa verso il giardino, accennando un saluto con la mano nella sua direzione, ma subito alla sua immagine si sovrappose quella di Bella Carrington. Di certo meno avvenente, ma in grado di fargli accelerare i battiti cardiaci.

    “Potrei passare da lei e chiedere se ha bisogno di aiuto. Come scusa reggerebbe…”
    Cercò di autoconvincersi, mentre indossava il casco e si accingeva a montare sull’ Harley che Bill aveva voluto donargli. In realtà si augurava solo di poterla invitare a cena…


    ***





    Nella guardiola infermieri del Reparto VIP del Cedars, c’era un grande fermento. Non solo Vanessa prima di recarsi al lavoro aveva saccheggiato l’edicola sotto casa comprando tutti i giornali che parlavano dei loro amici, ma Cindy aveva portato una bottiglia di spumante e Alex qualche pasticcino. Avevano atteso che il giro visite terminasse e che Claire uscisse dall’ ambulatorio delle medicazioni per appartarsi nella piccola cucinetta a festeggiare.

    Bill e Tom erano entrati a far parte del loro quotidiano anche se le occasioni per vedersi si erano diradate, ma erano sempre e comunque informate su ogni cosa, pubblica e non, che accadeva ai due.

    Alex si sentiva praticamente ogni giorno con il giovane Kaulitz e qualche volta anche con Tom. Era felice di averli nella sua vita, anche se ultimamente era leggermente cambiata e il motivo di quel cambiamento era ora lì sulla porta che le osservava severo.

    “ Signorine che sta succedendo qui?”

    Le quattro sobbalzarono udendo quella voce profonda e si zittirono all’ istante cercando di nascondere il bicchiere di vino dietro la schiena.

    “C.A.Z.Z.O.” Fu l’ unanime pensiero.

    “ Ehm… ah…Professor Harris… noi… mmh… sì…coff…coff… sì… Vanessa compie gli anni!!” Arrancò Cindy cianotica per l’aver ingoiato un pasticcino intero.

    “ Il compleanno di Vanessa è a novembre, Cindy…” Rispose il primario, scuotendo la testa. Presto di sarebbe strozzata e lui non aveva certo voglia di rinunciare al suo momento di pausa per soccorrerla.

    “ Datele qualcosa da bere o morirà soffocata…” Disse pacato.

    “ E’ solamente un goccio di spumante, stavamo festeggiando Bill…” Spiegò Alex avvicinandosi a lui.

    “ Lo so, ma sapete che il regolamento vieta l’assunzione di bevande alcoliche durante il servizio…” Disse neutro.

    “ Solo per questa volta, guarda la bottiglia è quasi piena!” Si difese la donna, assumendo quell’espressione dolce che lo mandava in visibilio. Era sempre più difficile mantenere le distanze, quando invece avrebbe voluto prenderla tra le braccia e baciarla lì, davanti a tutti.

    “ Sei una sporca ricattatrice…” Le sussurrò, sorridendole con gli occhi, girando poi su se stesso e uscendo dalla guardiola.

    Avrebbe trovato il modo per farsi ripagare entro sera, pensò tra sé il primario, pregustando già il momento, mentre sorridente a passi lenti si dirigeva verso il suo studio.



    ***





    Soleman rilesse l’articolo della Turner per la seconda volta soffermandosi sulle note finali. Di certo anche lui si augurava che l’addio alle scene da parte di Bill fosse solo temporaneo. Sarebbe stato davvero un peccato privare il mondo della sua voce, del suo talento. Alzò lo sguardo per osservarlo: stava parlando animatamente con Ben e Madison, definendo i dettagli sulle donazioni in favore dell’istituto che avrebbe fatto da lì a poco. Sicuro e determinato come poche volte gli era capitato di vedere. Senza l’ingombrante, quanto insidiosa, presenza di Jost, sembrava addirittura un’altra persona. Sorrise a quel cambiamento e si augurò che fosse solo l’inizio.

    Anche Tom, fattosi da parte, lo stavano osservando. Una parte di lui probabilmente non si sarebbe mai abituata a quel mondo, anche se le cose sembravano comunque andar meglio. Bill sapeva il fatto suo, e dopo le prime settimane in cui era ancora molto provato e soprattutto confuso, ora sembrava aver acquisito una nuova sicurezza, come se finalmente gli fosse chiara la strada da intraprendere. Il giardiniere, sebbene non nutrisse alcun dubbio sulla sincerità dei sentimenti di Bill, si era chiesto più di una volta se la loro unione avrebbe potuto sul serio durare e superare ogni ostacolo. Jost rappresentava una reale minaccia per la vita di Bill e anche se nella loro storia non c’era mai stato spazio per la parola amore, avvertiva ancora una stretta al petto quando lui lo nominava.

    “ Un dollaro per i tuoi pensieri…” Gli disse Paul all’orecchio.

    Tom lo guardò e sorrise: “ Nulla, pensavo semplicemente che è bello vedere Bill felice.”

    “ Gran parte è merito tuo. Lo conosco da molto tempo e ti posso dire che non l’ho mai visto entusiasta per qualcosa che non fosse collegato alla musica, in questo modo. Sembra quasi che abbia iniziato a vivere dopo che vi siete messi insieme…” Affermò l’uomo.

    “ Io non credo di aver fatto chissà che cosa… beh, comunque grazie…” Rispose il giardiniere imbarazzato, arrossendo fino alla radice dei suoi cornrows.

    “ Gli hai salvato la vita, in tutti i sensi, lo ami e stai al suo fianco nel bene e nel male. Credo che non avrebbe potuto aspirare al meglio!” Esclamò Paul, dandogli un colpo sulla spalla.

    “ E’ facile amare Bill.”

    “ No, non è facile e tu lo sai benissimo. Quell’individuo è riuscito a devastarlo quasi completamente dal punto di vista emotivo e non solo. Ci sono ferite che solo tu sarai in grado di guarire.”

    “ Da come lo dici sembra un’impresa pressochè impossibile.” Ammise Tom serio.

    “ Lo è. E credo che lo sarà ancor di più, quando finalmente troveranno quel bastardo. A proposito, qualche novità nelle indagini?”

    “ No. Jost sembra essersi volatilizzato, ma l’Ispettore Norman ha ragione di credere che non abbia lasciato l’America. Troppo pericoloso imbarcarsi su un volo internazionale, dove avrebbero potuto riconoscerlo facilmente, però dopo Tampa si è persa ogni sua traccia. Sicuramente qualcuno lo sta aiutando.”

    “ Non potrebbe essere morto?” Il volto di Soleman si illuminò nel pronunciare quella frase, facendo sorridere Tom, “ In fondo, vista la sua propensione per cacciarsi nei guai, non mi stupirei se avesse trovato qualcuno sul suo cammino meno scrupoloso di lui ed ansioso di impadronirsi di tutti quei contanti che aveva prelevato prima di sparire.”

    “ Questo faciliterebbe di gran lunga le cose, ma preferirei che venisse assicurato alla legge vivo e che scontasse la giusta pena per tutte le sue malefatte.”

    “ Mmh, hai un animo molto nobile Tom, ti ammiro sai? Io non mi sentirò tranquillo fino a quando non lo saprò almeno due metri sottoterra!” Sghignazzò Paul.

    “ Basterà che arrivi nelle grinfie dell’agente Frey: sono certo che quel poliziotto non veda l’ora di sbatterlo in prigione, magari in cella con un efferato serial killer!” Esclamò il ragazzo, unendosi alla risata.

    “ Che avete da ridere voi due?” Bill si avvicinò ai due e cinse i fianchi di Tom con il braccio.

    “ Niente, si parlava di bastardi e di serial killer…” Buttò lì Soleman, con noncuranza.

    “ David e colui che lo eliminerà dalla faccia della terra?” Chiese il moro.

    “ Mmh, più o meno…” Borbottò Tom.

    “ Fantastico. Avete già in mente qualcuno?” Incalzò Bill.

    “ Qualcuno chi?...” Domandò confuso il compagno.

    “ Qualcuno in grado di stanarlo e porre fine alla sua inutile esistenza!” Spiegò candidamente il cantante.

    “ Bill stai scherzando vero?!…” Lo sguardo sconvolto di Paul rimbalzava dal volto del moro a quello di Tom.

    “ Vi confesso che l’idea mi alletta, ma sì, è ovvio che sto scherzando…” Ammise, “ per quanto desideri che paghi per il male che mi ha fatto, non sarà certo per mano mia che quel bastardo cesserà di vivere.” Concluse sconfitto.

    Non vi era più traccia in lui dell’entusiasmo di alcuni minuti prima e Tom desiderò sul serio che questa vicenda finisse quanto prima.


    Note dell' autrice: Scusate per il ritardo!
    Il capitolo non è corretto, perchè la mia Socia non l'ha potuto betare in quanto sotto esami, spero sia stato leggibile comunque!

    Edited by *billaly* - 11/9/2011, 22:07
     
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  4. Capricorn2187
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    Tutti innamorati o quasi,l'ormone gira :rolleyes: :evviva: :ops:
    Posso offrirmi io per uccidere Dada?:woot: :superlove: :tet: :evviva: almeno unisco l'utile al dilettevole u.u ho anche i mezzi,fucili e anche un bel cane che quando si incazza si incazza per bene :ehsì:
     
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    Mi ero persa due chappy. :unsure:
    Comunque devo dire che potresti aprire un'agenzia matrimoniale. :lol:
    Come riesci a scrivere gli intrecci amorosi tra i personaggi, non lo sa fare nessuno, come te. ;) E questo da spessore alla storia perché sai sempre mettere in avanti altri protagonisti che non siano i Kaulitz, rendendoli comunque interessanti.
    E francamente la coppia Jost - Enrique me gusta mucho.
    Grazie Ale :wub:
     
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    Grazie Cri per l' offerta, ma non voglio che tu ti sporchi le mani con la feccia...

    E grazie anche a te Lou!! Sei l'unica che supporta e sopporta la coppia David/Enrique!
     
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  7. Capricorn2187
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    Ma io lo faccio con piacere u.u :ehsì: :tet: :evviva:
     
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    QUOTE (*billaly* @ 13/9/2011, 15:21) 
    Grazie Cri per l' offerta, ma non voglio che tu ti sporchi le mani con la feccia...

    E grazie anche a te Lou!! Sei l'unica che supporta e sopporta la coppia David/Enrique!

    ah...davvero?? :o:
    Anche se il Jost non mi è mai piaciuto particolarmente devo dire che questo tiro e molla tra i due, mi piace.
    E chissà perché Enrique anche,. Mi intenerisce il suo modo di vedere ''trevor'' e sembra che il suo interesse per l'uomo, stia facendo cambiare (beh...un pochino, ma sono sicura che il Jost di una volta...non sarà piu' lo stesso. E non lo dico con malizia eh? XD) un po' il mannager.
    Questo non vuol dire che Jost non deve pagare per il torto fatto a Bill, ma se mi dici che ad aspettarlo quando uscirà dalla galera ci sarà un bel giovane ad attenderlo...beh, non mi darebbe fastidio :shifty:
    Notte :D
     
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    Prima di farlo uscire dalla prigione, dovrò pensare ad un modo per farcelo andare...
    *Mette in moto le rotelline del cervellino...*
     
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  10. PinaKaulitz88
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    CITAZIONE (loulou71 @ 13/9/2011, 11:10) 
    Comunque devo dire che potresti aprire un'agenzia matrimoniale. :lol:
    Come riesci a scrivere gli intrecci amorosi tra i personaggi, non lo sa fare nessuno, come te. ;) E questo da spessore alla storia perché sai sempre mettere in avanti altri protagonisti che non siano i Kaulitz, rendendoli comunque interessanti.

    Quoto ^_^ hai sempre avuto questa grande qualità, non ti soffermi solo sui protagonisti ma metti in rilievo tanti aspetti degli altri personaggi che rendono la storia più ricca.
    Complimenti ^^
    Per il resto, sono felice di tutta l'approvazione e l'affetto che Bill riceve. Spero che la vicenda David si chiuda presto (e spero anche che Bill non cerchi di ucciderlo sul serio XD)

    Up per Mamy :superlove:
     
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  11. barby's
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    Condivido pienamente gli altri commenti, il tuo è un racconto corale perfettamente equilibrato, dove si muovono i protagonisti e tanti personaggi di contorno, rendendo il tutto molto sfaccettato e ricco di particolari ad incastro... resta il fatto che David deve pagare tutto il male che ha fatto!
     
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  12. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    resta il fatto che David deve pagare tutto il male che ha fatto!

    :ehsì:
     
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    Resta il fatto che David non sa ancora ciò che sta succedendo...

    Grazie per aver letto ragazze! **
     
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    Scusate per l' immenso ritardo! Il capitolo non è betato, spero non ci siano troppi errori!



    Capitolo 44

    La vita è un brutto quarto d'ora composto di momenti squisiti.
    O.Wilde




    “ Ciao.” Damien si era appoggiato allo stipite della porta ed osservava Bella, che arrampicata su una scala e concentratissima, tanto da non averlo nemmeno sentito sopraggiungere, cercava chissà cosa, in quel polveroso sgabuzzino che fungeva da archivio dell’istituto.

    Sobbalzò facendo traballare pericolosamente la scala, prima di voltarsi verso di lui, che era già scattato in avanti per evitare che perdesse l’equilibrio e cadesse.

    “ Ciao, mi ha fatto prendere un colpo!” Brontolò, aggiustandosi gli occhiali sul naso e accingendosi a scendere con un plico di fogli in mano.

    “ Scusa, non volevo spaventarti! Passavo di qui e Tanja mi ha detto che ti avrei trovato in archivio…” Borbottò impacciato.

    “ Dovrò mettere in ordine un giorno o l’altro, almeno metà di tutte queste scartoffie non hanno più alcun valore. Ci sono fatture risalenti a vent’anni fa, mi auguro che Helen abbia avuto modo di pagare i fornitori!” Tentò di scherzare Bella.

    “ Non ci giurerei! Mia madre non era certo un tipo affidabile!” Affermò Damien, togliendole il plico di documenti dalle mani per facilitarle la discesa. Quella scala sembrava essere tutto tranne che sicura.

    “ Beh, come mai qui?” Chiese la ragazza, una volta toccato terra.

    “ Passavo. A dire il vero volevo accertarmi che stessi bene dopo ieri…” Azzardò, sentendo le guance avvampare. Non era sua abitudine conversare con le ragazze.

    “ Sto bene, grazie. La segretaria dell’avvocato Truman mi ha appena chiamato e fissato un’ appuntamento con lui nel pomeriggio. A quanto pare Bill è stato di parola e non ha perso tempo.” Lo informò, sorridendo.

    “ Nutrivi qualche dubbio in proposito? Bill avrà mille difetti, ma è una persona corretta…”

    “ Beh, non nego che qualche perplessità ce l’ho. In fondo per lui non è un bel periodo e un po’ di sana pubblicità gli gioverebbe di certo, anche se sì, in effetti avrebbe potuto inventarsi un altro modo, sicuramente meno dispendioso, per farsi notare…” Ammise Bella.

    “ Mi dispiace che tu pensi questo di lui. Bill è una persona trasparente, una rarità considerato l’ambiente in cui è abituato a muoversi e il serpente che lo ha tolto dalla strada per farlo vivere in un inferno mascherato da paradiso…” Lo difese Damien, animandosi.

    “ Capisco, non dev’esser stato facile per lui, anche se in cambio ha ricevuto una vita di agi e popolarità…” Rispose con velato sarcasmo, “ a volte i figli adottivi capitano in famiglie dove oltre al danno sono costretti a subire anche la beffa.” Concluse fredda. Il ragazzo tentò di replicare, ma poi si zittì: non era certo andato da lei per discutere e i loro discorsi stavano prendendo una direzione sicuramente sbagliata.

    “ Bella,” Sospirò, posandogli le mani sulle esili spalle, “ ti assicuro che le intenzioni di Bill sono più che oneste e non c’è un secondo fine in tutto questo. Lui ha a cuore la vostra situazione e farà di tutto per aiutarvi, anzi è nella condizione di farlo e non vi deluderà per nulla al mondo. Hai la mia parola.” Affermò sicuro. Bella scosse il capo rassegnata, di certo quel Kaulitz riusciva ad ammaliare chiunque gli capitasse a tiro!

    “Ok, voglio credere alle tue parole e non sembrare quella che sputa nel piatto in cui mangia. Noi navighiamo in cattive acque e Bill rappresenta la nostra ancora di salvezza. Inutile tirarla per le lunghe e fare i difficili, comunque sia non poteva andar meglio di così.” Concluse, sorridendo all’uomo di fronte a sé, che prontamente ricambiò, “ e comunque, per rispondere alla tua domanda, sì sto bene e sono felice che tu sia passato.” Aggiunse infine con un pizzico di malizia.

    “ In verità, io mi chiedevo se tu per caso fossi libera stasera per… ehm… lo so puoi rifiutare, ma io vorrei…” Come cavolo si invitava una donna? Non aveva mai avuto bisogno di chiedere formalmente a una ragazza di uscire con lui!

    “ Sì, ok…” Rispose pacata Bella.

    “ Sì…cosa?” Balbettò Damien ormai cianotico.

    “ Accetto di uscire con te.”

    “ Davvero?!”

    “ Sì, non ti sarai mica già pentito, eh?” Chiese apprensiva e temendo di aver frainteso.

    “ Chi io? No, è che… non mi aspettavo che tu accettassi!” Esclamò, cercando di calmarsi. Sicuramente doveva sembrare un perfetto idiota ai suoi occhi, mai in tutta la sua vita si era sentito così in imbarazzo.

    “ Sono felice di uscire con te, grazie per l’invito.” Rispose, stringendogli la mano destra e cercando invano di nascondere l’improvvisa agitazione. Non ricordava nemmeno quando era uscita l’ultima volta con un uomo. Il suo aspetto dimesso non l’aveva certo mai aiutata e quei pochi che avevano azzardato ad avventurarsi oltre l’apparenza erano fuggiti poi davanti al suo cervello.
    Damien non dava l’impressione di esser particolarmente spaventato, se non da se stesso. Non era certo il suo ideale di uomo, però doveva ammettere che era piuttosto piacente anche se un po’ rozzo e d’altronde lei non era di sicuro nella condizione di poter avanzare delle pretese.

    “ Ok, allora passo a prenderti verso le otto. Ah! Abbigliamento comodo andremo in moto!” La informò, congedandosi allegramente.

    Bella lo osservò allontanarsi verso l’uscita, mentre il sordo rumore dei suoi anfibi sul pavimento, rimbombava dell’atrio deserto.

    Si appoggiò allo stipite della porta, accorgendosi solo in quel momento di aver ancora tra le braccia quel plico di documenti polverosi prelevati dall’archivio e si augurò che ciò che avrebbe trovato tra quelle vecchie scartoffie non fosse in grado di rovinarle quella che si preannunciava una delle sue giornate migliori.


    ***




    Madison chiuse la chiamata e si diresse immediatamente verso la sala dove Bill stava provando. Ormai la data del primo concerto era imminente, mancavano solamente sei giorni al primo dei due live programmati per salutare i suoi fan. Sembrava ancora molto convinto di quella sua drastica decisione come unica soluzione per poter affrontare gli eventi futuri, che sicuramente lo avrebbe sfinito nel corpo e nell’anima, ma la donna sperava che la notizia che si accingeva a comunicargli potesse fargli cambiare idea.
    Si avvicinò a Tom che, accanto al mixer, lo osservava rapito e attese che il moro terminasse la canzone, prima di richiamare la sua attenzione.
    Poche persone dello staff erano presenti in quel momento a parte i tecnici audio e delle luci, quindi non si preoccupò neppure di parlargli in privato, in fondo la loro era sempre stata una specie di famiglia.

    “ Bill c’è una novità!” Esordì sorridente al microfono.

    Il moro tolse gli auricolarie e cercò la fonte di quella voce attraverso le luci abbaglianti che il tecnico distratto aveva dimenticato di abbassare, proteggendosi gli occhi con la mano.

    “ Jacob abbassa quelle cazzo di luci!” Tuonò Bill, scendendo dal palco e andando verso di loro. La parola novità era per lui motivo di inquietudine. Si avvicinò a Tom che immediatamente lo strinse a sé, incurante del sudore che gli aveva inzuppato la maglietta.

    “ Che succede Mad?” Chiese poco convinto.

    “ Mi ha appena chiamato James Dolan del Madison Square Garden.. ” Lo informò, incapace di tenere a freno la sua contentezza.

    “ James chi? Domandò ancora il cantante. Oddio il solo sentir pronunciare quel luogo, sacro per molti artisti, era stato sufficiente a metterlo in ulteriore agitazione.

    “ Dolan. Suo padre Charles è il fondatore della Cablevision, che possiede il Madison Square Garden, di cui James è il presidente esecutivo…” Spiegò accondiscendente. Bill non era mai stato molto ferrato in quelle cose.

    “ E quindi?”

    “ Vuole che tu faccia un concerto lì…”

    “ Al Madison?!”

    “ No, nel suo salotto… Certo al Madison!!” Esclamò, scoppiando poi a ridere, imitata da tutti, Tom compreso. Bill continuava a guardarla incredulo tanto da far pensare che il sorrisetto stampato sul suo volto sudato, fosse opera di una paresi facciale.

    “ Non mi stai prendendo per il culo vero?” Riuscì a blaterare, mentre sentiva il terreno scivolare sotto i piedi.

    “ Non mi azzerdei mai a scherzare sul sogno di ogni artista.” Asserì convinta.

    “ Cazzo, il Madison Square Garden! Tom, sta succedendo proprio a me!” Saltellò sul posto, ancora stretto a lui. Il giardiniere lo guardò un po’ confuso. Non riusciva a trovare una diretta connessione tra la decisione di sospendere la sua carriera discografica con l’eccitazione febbrile che si stava impadronendo del suo compagno. Probabilmente il sacro fuoco dell’arte difficilmente riusciva a spegnersi, sebbene ci fossero mille motivi per sopire quell’incendio interiore.
    Quella richiesta giungeva a dir poco inopportuna, considerato il momento, ma l’euforia di Bill stava contagiando tutti. Dimenticandosi di Jost e di tutti i problemi connessi, il moro stava ora implorando Mad di fornirgli altri dettagli. Non sapeva chi fosse James Dolan e quanto fosse potente, ma sentiva che il cantante non avrebbe mai potuto rifiutare un’offerta del genere. Immaginava che il ricevere direttamente l’invito da lui, fosse un onore concesso a pochi artisti.

    Si era sciolto dall’abbraccio per lasciarlo meglio confabulare con la rossa, facendo mille progetti. I suoi occhi brillavano per l’eccitazione e Tom all’ improvviso si sentì un intruso. Non poteva capire, non avrebbe mai capito. Gli artisti dovevano essere creature geneticamente modificate, Bill lo era sicuramente. Un attimo apatico e depresso, il momento dopo euforico e proponitivo. In lui vivevano più personalità, responsabili delle sue indecisioni, dei suoi ripensamenti. Era come un bambino affamato davanti ad un tavolo imbandito di ogni genere di leccornia. Consapevole che l’ ingozzarsi avrebbe potuto farlo star male, ma incapace di trattenersi.

    Uscì dallo stabile, lasciandosi avvolgere dai caldi raggi pomeridiani e lentamente si diresse verso la sua auto. Un giro l’avrebbe sicuramente tranquillizzato e Bill, ne era certo, non si sarebbe neppure accorto della sua assenza.


    ***




    Joachim si congedò in fretta dai due intuendo che da lì a poco sarebbe scoppiata una tempesta in quella casa. Quell’americano non gli piaceva per nulla, quei suoi modi ruvidi e altezzosi poco si addicevano alla sua delicata situazione. Tico gli aveva accennato qualcosa in merito, senza scendere nei particolari, ma già il fatto che fosse giunto fin lì per nascondersi era stato sufficiente all’ uomo per capire che avesse seri guai con la giustizia. Ed Enrique lo stava seguendo a ruota, purtroppo. Conosceva quel ragazzo fin da quando bambino veniva ogni estate sull’isola con Tico e Rosa, l’aveva visto crescere e cambiare, giocare più volentieri con le bambole che con le pistole. Enrique era delicato e gentile nei modi, proprio come la sua povera madre. Scacciò il pensiero con la mano. Il ricordo di Miranda gli faceva dolere il cuore e anche la gamba nel punto in cui si era beccato la pallottola. Un solo bacio era bastato, un bacio dato più per consolazione che per amore a quella bellissima donna triste e prigioniera.

    David non riusciva a staccare gli occhi da quella rivista e da quei documenti, sentendo montare dentro di sé una furia cieca. Quella lurida nullità aveva fatto in modo di accattivarsi i mass media e l’ intera opinione pubblica descrivendolo come un mostro, i suoi conti bancari erano stati congelati, le sue proprietà confiscate, i suoi scagnozzi arrestati e sbattuti in galera, non avevano esitato a vuotare il sacco. Era un ricercato a tutti gli effetti e su di lui pendevano accuse gravissime.

    Abuso e violenza su minore, appropriazione indebita…

    Scagliò una sedia contro la vetrata mandandola in frantumi. Gli uccelli sull’albero di fronte volarono via impauriti e ogni cosa sul tavolo cadde a terra, spazzata via dalla rabbia di quell’uomo.

    Enrique lo strinse tra le braccia con forza, più per impedirgli di fare altri danni che per consolarlo. A quello avrebbe pensato poi una volta che si fosse un po’ calmato. Jost si dimenò, cercando di liberarsi dalla sua stretta, scalciando come un’ ossesso, ma senza risultato. Il ragazzo lo sovrastava in quanto a forza fisica e a nulla sarebbero valsi i suoi tentativi di divincolarsi.

    “ QUEL FIGLIO DI PUTTANA, LO AMMAZZERÒ CON LE MIE STESSE MANI, FOSSE L’ ULTIMA COSA CHE FARÒ NELLA MIA VITA!” Gridò con la bava alla bocca, “ GLI HO DATO TUTTO E QUEL CHE MI SONO PRESO MI ASPETTAVA DI DIRITTO! LURIDO SUCCHIACAZZI DI MERDA, PREGUSTO GIA’ IL GIORNO IN CUI POTRO’ RIGUARDARTI NEGLI OCCHI E LEGGERE L’ORRORE PRIMA DI MIRARE DRITTO AL TUO CUORE CON UNA PISTOLA!” Continuò completamente fuori di sé, prima di accasciarsi tra le braccia di Enrique come un palloncino sgonfio.

    Il ragazzo lo trascinò fino al divano e lo fece sedere, senza mollare la presa. Probabilmente si stava solo ricaricando e lui non desiderava certo che distruggesse quel posto in preda alla furia cieca.

    “ David…” Lo chiamò piano, quasi dolcemente.

    “ Lasciami…” Borbottò roco.

    “ Ascoltami per favore…” Incalzò il ragazzo.

    “ TI HO DETTO DI LASCIARMI! NON VOGLIO ASCOLTARTI! VAFFANCULO!!” Gridò ritrovando la voce e strattonando il braccio con violenza. Enrique colto alla sprovvista sussultò e lo lasciò andare. Gli evidenti segni rossi sull’avambraccio del manager si sarebbero trasformati presto in lividi.

    Jost prese a camminare nervosamente, calpestando i vetri sparsi sul pavimento.

    “ Devo fare qualcosa…” Continuava a ripetere come un velenoso mantra che si insinuava nel suo cervello.

    “ Mi aiuterai?” Chiese all’ improvviso arrestandosi al centro della stanza.

    “ A far cosa?” Chiese a sua volta Enrique.

    “ Ad eliminare quel bastardo.”

    Edited by *billaly* - 20/9/2011, 15:53
     
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  15. Capricorn2187
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    Damien ha tirato fuori i cosiddetti :shifty:

    Sicuramente quando saprà del concerto al Medison,sarà la giornata perfetta per David :ehsì:
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28634 views
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