Angels don't fly

Finita

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  1. °Ric@
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    Mhhhh Daviduccioooo????Fai la brava pecorella su,bruca bruca... :shifty: *patteggia per Enrique così a buffo*
    Bill!!!Per Diana che essere rompicog**oni che sei,se fossi stata al posto di Tom probabilmente saresti già morto soffocato <_<
    Scusa l'assenza ma sono ritornata ieri da 1 settimana di vacanze in cui internet è stato un lontano ricordo :(
     
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    David ce lo vedo proprio a fare la pecorella, Rica!
    Eh sì, Bill è uno spaccapalline non indifferente...

    Grazie per essere passata!
    Ho scritto mezzo capitolo, quando torno dalle ferie spero di poter postare in fretta!
     
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  3. Capricorn2187
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    ciao
     
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  4. PinaKaulitz88
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  5. Capricorn2187
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    Sono tornata!! **
     
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  7. Capricorn2187
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    panda%20(26) panda%20(9) panda

    Edited by *billaly* - 23/12/2013, 13:53
     
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  8. PinaKaulitz88
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    Bentornata :D siamo tornate praticamente insieme.


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    Inviato il chap alla mia Beta. paperopazzomm1zr6
     
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    Capitolo 42


    É una delle più belle compensazioni della vita, che nessuno possa sinceramente cercare di aiutare un'altra persona senza aiutare se stesso.
    Ralph Waldo Emerson





    “Ho appena visto un servizio su Bella Carrington alla TV,” esordì Damien entrando nel salone ed interrompendo le effusioni tra Bill e Tom.

    “Hai visto chi?” Chiese il giardiniere, staccandosi dal moro.

    “Bella Carrington, la donna che ha preso il posto di mia madre all’istituto.” Spiegò ai due.

    “Che è successo? Sono nei guai ora che devono fare a meno delle generose donazioni di David?” Domandò sarcastico Bill.

    “Qualche giorno fa mi aveva chiamato per chiedermi aiuto, che io ovviamente le ho negato. Non voglio aver niente a che fare con qualsiasi cosa mi ricordi mia madre…”

    “Ma che dicevano nel servizio?” Tom sembrava interessato al racconto.

    “Si è incatenata al cancello per impedire che i ragazzi che sono ospitati all’orfanotrofio vengano trasferiti al Gateway Hospital, ed è decisa a rimanervici fino a quando lo Stato non si occuperà della faccenda. Non è disposta a contrattare con nessuno, a meno chè non le portino una soluzione ragionevole.”

    “Bella… quando arrivai all’istituto, ricordo che mi parlarono di lei. Era stata adottata da una coppia di coniugi di Santa Barbara, quando ormai era maggiorenne. La sua adozione in età così avanzata era stata un fatto insolito, considerato che in genere succede molto tempo prima.” Raccontò il cantante pensieroso.

    “Damien, perché non ce ne hai parlato subito?” Chiese Tom.

    “Non mi sembrava importante, e poi come potevo immaginare che l’unica forte di sostentamento fossero quei luridi soldi che versava loro Jost ogni mese?” Si difese il ragazzo.

    “Sta di fatto che ora sono nella merda e noi dobbiamo fare qualcosa!” Esclamò il giardiniere, guardando il moro.

    Bill gli lanciò un’occhiata bieca, prevedendo già la domanda successiva. L’animo del buon samaritano faceva nuovamente capolino in Tom, solamente che questa volta sarebbe dovuto intervenire personalmente per salvare la situazione.

    Il denaro non era un problema per lui, ma di certo non era una decisione semplice da prendere. Quel posto era stato il suo incubo ad occhi aperti per anni, per gli stenti che aveva patito in quel periodo, nonostante la Whitmann se la facesse con il vecchio Coltrain. Ma l’idea che quei ragazzi potessero ripetere la sua stessa triste esperienza non lo gratificava minimamente.

    “Che possiamo fare?” Chiese, assecondando il compagno.

    “Potresti aiutarli finanziariamente.” Rispose Tom, illuminandosi in volto.

    “Tu che ne dici Damien?” Lo interpellò Bill, intuendo quanto dovesse sentirsi frustrato in quel momento.

    “Io… io dico che se te la senti è un bel gesto. Io non avrei comunque potuto aiutarla dal punto di vista finanziario.”

    “Con questo vorresti dire che ti pago troppo poco?” Scherzò il cantante.

    “No, però di certo non è da tutti sovvenzionare un orfanotrofio.”

    Tom che nel frattempo si era allontanato, ritornò con le chiavi dell’auto in mano.

    “Andiamo?” Chiese impaziente.

    “Dove, scusa?” Disse di rimando il moro.

    “All’istituto. Non vorrai che quella ragazza passi la notte incatenata al cancello, no?”


    ***



    Quando David si svegliò era già notte fonda. La bianca luce della luna che filtrava dalle persiane scostate rischiarava la stanza e illuminava parzialmente Enrique che dormiva al suo fianco.

    Cazzo, era stata una scopata coi fiocchi, forse la migliore in assoluto da quando aveva deciso che gli piaceva anche il culo degli uomini.

    Enrique era versatile e aveva alla fine accettato di buon grado la sua energica intrusione. Se l’era fottuto per bene, facendolo gridare di piacere, facendolo venire per ben due volte, di cui una senza neppure prendergli in mano l’uccello.

    Si sentiva un grande, uno scopatore nato, avvertendo il piacere divampare nuovamente solo a guardare il corpo nudo del ragazzo.

    Si prese nella mano il membro e cominciò a muoversi su tutta la sua lunghezza, gemendo piano. Erano forse trascorse un paio d’ore dall’ultimo amplesso e lui si sentiva già pronto per ripetere l’esperienza. Il culo di Enrique era lì e sembrava invitarlo a rientrare in lui.

    “Ti fotterò fino a spaccartelo…” Lo schernì, mettendosi su di lui e cercando di farsi spazio tra le sue gambe tornite. Il ragazzo si mosse e sorrise, divaricando ancor di più gli arti e mugugnando qualcosa di incomprensibile, ma che David interpretò comunque come un assenso.

    Sentì la muscolatura contrarsi alla sua intrusione e poi rilassarsi quando iniziò a muoversi, questa volta piano.

    Avanti e indietro…

    Enrique inarcò la schiena e sollevò i fianchi, fino a mettersi a carponi sul letto. Non si era sbagliato sul conto di Trevor e gli piaceva il modo in cui si faceva spazio in lui. Di certo non avrebbe disdegnato invertire i ruoli, ma per quello ci sarebbe stato tempo. L’avrebbe convinto, ne era sicuro. Sentiva le mani che gli tenevano saldamente i fianchi, mentre aumentava il ritmo delle spinte e ansimava sempre di più. Gli prese una mano e se la portò sul membro eretto, imprimendo il movimento. David lo accontentò massaggiandolo freneticamente, mentre il piacere invadeva le sue membra e si riversava nel ragazzo.

    Non c’era nulla di passionale in quei gesti, nulla di romantico in quell’amplesso, solo ed esclusivamente sesso e bisogno di soddisfare una necessità primordiale che sembrava non aver mai fine, ma Enrique si sentiva dannatamente bene. Da tempo non gli capitava di scopare in quel modo. Tico lo teneva sotto controllo e sebbene fosse l’unico della famiglia a dimostrarsi tollerante nei confronti di questa sua diversità, di certo non lo aveva mai incoraggiato a cercarsi un compagno, né gli aveva mai permesso di condurre una vita dissoluta a San Andres dove il loro nome era temuto ed in ogni caso rispettato.

    “Sei un vecchio insaziabile…” Disse cercando di sfilarsi da lui e girarsi così in posizione supina.

    “Vecchio a chi? Non ho nemmeno quarant’anni! Credi di avermi stremato?” Esclamò David, bloccandogli i fianchi e schiaffeggiandolo sulle natiche.

    “Da quanto tempo non scopavi, eh Trevor? Mi sa che quella donnetta di Bill ti teneva a dieta ferrea!” Lo prese in giro Enrique, girandosi verso di lui e guardandolo finalmente negli occhi.

    “Perché continui a chiamarmi Trevor? Qui siamo solo noi due, non potresti chiamarmi David?”

    “Devo abituarmi, perché il giorno in cui tu verrai arrestato, io dovrò fingere di averti conosciuto solo pochi giorni prima e di non sapere nulla di te… Me encontré con Trevor Jordan, aquí en la isla. Pensé que era un turista común, que quería tener un poco de diversión ...*” Spiegò Enrique serafico.

    “Quindi non esiteresti a consegnarmi agli sbirri?”

    “No, non sono programmato per difenderti...” Disse scoppiando a ridere.

    “Quanto sei stronzo, ragazzino!” Esclamò il manager, dandogli un pugno su di un fianco, ma poi scoprendosi a sorridere. Non era da lui lasciarsi andare e ciò che gli stava succedendo lo turbava e non poco. Quel ragazzo gli piaceva sul serio e non era abituato a provare sentimenti. Con Bill era stato istinto di possessione, un debito che il moro non avrebbe mai potuto saldare nemmeno in mille anni, un atto dovuto. Con Enrique era totalmente diverso, semmai era lui ad esser in debito, ma sembrava che il ragazzo non fosse ansioso di esser ripagato...

    Scosse la testa e si buttò di lato nel letto, non gli piaceva affato la piega che stava prendendo la faccenda. Doveva riprendere il controllo della situazione. Non doveva dimenticare che lui era ricercato dalla Polizia e che il conto in sospeso con Bill e quella specie di giardiniere che gli ronzava attorno, aumentava di ora in ora.


    ***




    Quando Bill, Tom e Damien arrivarono all’orfanotrofio, non solo trovarono la stampa e diverse TV locali a riprendere l’evolversi dell’avvenimento, ma anche la Polizia e l’Ispettore Norman che stava cercando di dissuadere Bella, Hermann e Didi a liberarsi delle loro catene e cercare di ragionare. Daniel si sentiva impotente di fronte alla piega che stava prendendo la vicenda e se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe sborsato di tasca propria il denaro per aiutare quegli sfortunati ragazzi. Quando scorse l’avvicinarsi dei tre, scortati dall’agente Frey che si facevano largo tra la piccola folla di curiosi, non potè fare a meno di sorridere: forse le sue mute preghiere erano state esaudite e Bill Kaulitz avrebbe potuto continuare in modo lecito ciò che il suo manager aveva fatto fino a quel momento, anche se per comprare il silenzio su una losca faccenda.

    Damien si avvicinò a Bella, avrebbe voluto dirle qualcosa, ma le parole gli morirono in gola. La osservò attentamente, il suo aspetto non era dei migliori, ma l’espressione del suo volto era quello di una persona fiera e determinata. I capelli scarmigliati le ricadevano scomposti sul viso e un piccolo rivolo di sudore scendeva lento dalla sua tempia destra. Si rifiutava di parlare con chiunque non fosse portatore di una buona notizia, ma all’uomo riservò parole taglienti: “Se sei venuto qui per compiargermi, puoi ritornare da dove sei venuto. Non ho bisogno di smidollati rancorosi.” Gli ringhiò contro, guardandolo dritto negli occhi.

    “Bella, forse ho la soluzione…” Biascicò imbarazzato, parecchie telecamere e microfoni erano ora puntati su di loro, facendolo arrossire fino alla radice dei capelli.

    “Hai vinto forse alla lotteria o ti sei ricordato che Helen era tua madre?” Disse sarcastica.

    “Smettila, sei ridicola. Non mettere in mezzo mia madre.” Rispose piccato Damien.

    “Smettila tu, Damien. Che sei venuto a fare? A vederci sbattere in mezzo ad una strada?” Ribattè la donna furibonda. Cosa voleva da lei? Era stato fin troppo chiaro con il suo rifiuto di aiutarla.

    Bill comparve al fianco della sua guardia del corpo e si rivolse a lei accennando un sorriso. Tom dietro di lui, gli posò una mano sulla spalla per dargli manforte.

    “Bella, noi non ci conosciamo personalmente, ma ho sentito parlare di te mentre ero ospite di questo istituto… Io vorrei aiutarti…” Esordì timidamente.

    “Io ho bisogno di denaro, per tenermi questo posto e provvedere alle necessità di questi ragazzi. Se sei venuto qui per farti pubblicità, te ne puoi anche andare, non ho tempo da perdere.” Esclamò la donna indignata.

    “Bella, io so perfettamente di cosa hanno bisogno i tuoi ragazzi, sono un orfano anche io e gli anni passati qui dentro non li dimenticherò mai, purtroppo. Il fatto di esser stato adottato da una persona che credevo volesse il mio bene e non solo approfittarsi di me, non ha migliorato la mia vita, se non dal punto di vista finanziario, quindi permettimi di aiutarti, ho più denaro di quanto possa spenderne.”

    “Beato te…” Sussurrò Bella, ora la sua espressione si era addolcita, anche se mostrava ancora una certa diffidenza.

    “Posso darti tutto il denaro di cui hai bisogno.” Incalzò il moro.

    “Non mi prendere in giro, Bill. Io sto combattendo per una giusta causa, ma tu che ci guadagni?” Chiese sarcastica. Le riusciva davvero difficile credere che ci fossero ancora persone così generose al mondo.

    “Non ci guadagno nulla, ma so che significa dover saltare i pasti ed esser rifiutato. Voglio che questi ragazzi stiano bene, anche se non hanno una famiglia che li accudisce. Io ho il denaro, tu la voglia di combattere. Credo che saremo una grande squadra.” Spiegò Bill.

    “Quindi, saresti disposto a sostenere tutte le spese per il mantenimento dei ragazzi?”

    “Certo e pagherei anche l’affitto dell’edificio.” La rassicurò il cantante.

    La donna finalmente sorrise, come liberata da un peso. Indicò al moro la chiave che teneva appesa al collo e gli chiese di aprire il lucchetto che la teneva legata con le catene al cancello. Tom e Damien liberarono subito Hermann e Didi ed insieme si diressero all’interno dell’istituto, dove gli altri bambini in compagnia di Teresa li stavano osservando dalle finestre del primo piano.

    “Ragazzi venite!” Gridò Bella una volta giunta nell’atrio, sicura che tutti l’avrebbero udita. Le scale si animarono immediatamente e un numeroso gruppo di ragazzini fecero cerchio intorno a loro, subissandoli di domande.

    Bella cercò di zittirli invano, cosa che invece riuscì a Bill lanciando un acuto degno di un soprano. I ragazzini lo fissarono stupiti, mentre i più piccoli impauriti, si nascondevano dietro i corpi dei più grandicelli.

    “Ops scusate, non volevo spaventarvi!” Esclamò in sua difesa, ricevendo un’occhiataccia da Tom, che si era già chinato di fronte a Sharon per asciugare le lacrime che scendevano sulle sue guance pallide.

    “Fa solo tanto rumore, ma è bravo, sai? Lui vi darà i soldini per continuare a stare qui.” La bimba strinse la mano del fratello gemello che stava al suo fianco e gli sorrise debolmente.

    “Ragazzi, ascoltatemi per favore!” Esordì Bella. “Bill è un cantante famoso, che alcuni anni fa è stato ospite qui all’orfanotrofio e che ora ci aiuterà finanziariamente per fare in modo che tutti possiate rimanere qui.” Spiegò, ottenendo miracolosamente l’attenzione dei presenti.

    “Ci darà i soldini…” Le fece eco Sharon, continuando a tenere la mano di Michael.

    “Bill non ti ricordi di me?” Una ragazza sui sedici anni, con lunghi capelli biondo cenere e occhi verdi come smeraldi, si parò davanti a lui. Il moro la fissò, cercando nei suoi ricordi. Erano trascorsi quasi sei anni e…

    “TANJA?!” Chiese, strabuzzando gli occhi.

    “Sì, sono io!” Gli rispose, gettandogli le braccia al collo.

    “Oddio! Sei bellissima! E ora parli inglese!” Esclamò, rendendosi immediatamente conto dell’idiozia appena pronunciata. La ragazza era di origini russe, ma ovviamente con il passar del tempo e la permanenza in America aveva naturalmente acquisito la lingua del posto, come lui del resto, tanto da dimenticare quasi il tedesco.

    La biondina infatti lo guardò stranita, ma poi si rifugiò nuovamente tra le sue braccia. Non si sarebbe fatta scappare per nulla al mondo l’opportunità di abbracciare il suo первая любовь**.

    “Credevo ti avessero adottata.” Le disse Bill, accarezzandole i capelli.

    “Rispedita al mittente. All’epoca non parlavo inglese e i candidati a divenire miei genitori non mi capivano e ben si sono guardati dall’insegnarmi un poco la lingua. Dopo un paio di settimane l’assistente sociale mi ha riportato qui. Problemi cognitivi e comportamentali hanno scritto sulla mia scheda e quindi nessuno mi ha più voluta.” Lo informò senza emozione. Dio solo sapeva quanto invece poteva pesare quella condizione.

    “Mi dispiace…” Gli sussurrò partecipe.

    “A me no. Non si sta poi così male qui e inoltre chi mi assicurava che mi sarei trovata meglio con una nuova famiglia?” Affermò sorridendo.

    “Già…” Constatò amaro, lui ne era l’esempio lampante.

    “Ho letto la tua storia sui giornali, nemmeno tu sei messo bene…” Gli disse grave la ragazza.

    “Dici che avrei fatto meglio a rimanere qui e continuare a mangiare minestrone e cantare agli angoli della strada?”

    “Non so, dopo che sei andato via tu, la cucina è notevolmente migliorata! Però mi sei mancato tanto.” Ammise riabbracciandolo.

    Tom osservava la scena in disparte. Non poteva definirsi dispiaciuto, ma nemmeno negare di provare un pizzico di gelosia nei confronti di quell’avvenente ragazzina che sembrava aver condiviso molto del passato di Bill. Certo all’epoca lei era una bambina sola e intimorita e lui un ragazzino carente di affetto… E poi che andava a pensare? Bill era gay!

    Si schiarì la voce come a ricordare loro la presenza di altre persone nell’edificio, Bill si volse verso di lui e gli sorrise tendendogli la mano.

    “Tanja, lui è Tom, il mio…ragazzo…” Disse imbarazzato.

    “Lo so, a dire il vero so tutto di voi. Piacere di conoscerti!” Rispose tendendogli la mano destra ed abbagliandolo con un sorriso mozzafiato. Il giardiniere ricambiò il saluto, scacciando via dalla mente il suo pensiero precedente. Gli occhi non mentivano mai e quei due laghetti verdi erano limpidi.

    Era semplicemente la gioia di aver ritrovato un vecchio amico.


    ***


    Damien prese gentilmente il braccio di Bella per condurla in un angolo un po’ meno chiassoso. Si sentiva colpevole nei suoi confronti ed era ansioso di farle le sue scuse. Lei non era certo responsabile delle malefatte e del mancato amore da parte di sua madre e sapeva di essersi comportato in maniera meschina.

    “Bella, io…io vorrei scusarmi davvero con te. Ti ho trattato malissimo e ho pensato solo a me stesso e a quello che provavo, senza rendermi conto che questo posto avrebbe continuato ad esistere anche senza Helen. Mi dispiace credimi, ma sono felice del fatto che Bill sistemerà tutto…” Le sussurrò, quasi timoroso di farsi sentire anche dagli altri. Non era da lui chiedere scusa, a dire il vero non aveva mai sentito l’esigenza di farlo, convinto di esser a credito con le ingiustizie della vita.

    “Damien spesso il rancore acceca, ma in fondo posso capirti, tutti dovrebbero avere qualcuno che li ami.” Rispose, togliendosi gli occhiali e sfregandosi gli occhi stanchi.

    “E tu ce l’hai?” Chiese improvvisamente l’uomo, guandandola negli occhi.

    “I miei ragazzi. Il loro amore è incondizionato e totale e io senza di loro non sarei niente…” Disse in un soffio.

    Damien non riuscì a reprimere l’istinto di accarezzarle la guancia e, come Norman, pensò che la sua bellezza non si fermasse solo al nome di battesimo. Quell’esile donna, che in un altro frangente non avrebbe degnato di un secondo sguardo, le appariva ora saggia, forte, determinata e bellissima. Se non fosse intervenuto Bill a salvare la situazione, avrebbe combattuto fino all’ultimo respiro pur di far rimenere uniti quegli orfani, in nome di un amore che non aveva uguali.

    “Non ho denaro, ma se hai bisogno di qualsiasi altra cosa, non esitare a chiamarmi. Ora so dove trovare ciò di cui ho bisogno…” Affermò con gli occhi lucidi.

    “Ok…” Sussurrò Bella, stringendogli la mano. Quegli angeli senza ali, avrebbero sicuramente riversato anche su di lui un po’ del loro amore.


    N.d.a.
    Finalmente ho postato! Devo dire che questo capitolo con le ferie in mezzo e l'ansia di finirlo di scrivere per passare agli aventi successivi che forse saranno più interessanti, è stato un vero parto!
    Chiedo scusa se la scena di sesso tra David ed Enrique vi è sembrata un pò cruda. Quella era comunque la mia intenzione.
    Spero sia stato di vostro gradimento!

    Traduzioni:
    *Ho incontrato Trevor Jordan qui sull’isola. Pensavo fosse un comune turista in cerca di un po’ di divertimento…

    **Primo grande amore
     
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  11. °Ric@
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    CITAZIONE
    Chiedo scusa se la scena di sesso tra David ed Enrique vi è sembrata un pò cruda. Quella era comunque la mia intenzione.
    Spero sia di vostro gradimento!

    Ma figurati fai pure :rofl: infondo penso non ci fosse altro modo per descriverla,insomma stiamo parlando di David <_<
    Sapevo(o perlomeno speravo)che Bill intervenisse sulla questione orfanotrofio *W* ...Siamo sicuri che questa Tanjia sia proprio proprio innocua? XD Comunque non riesco a godermi i capitoli,stò con l'ansia che rigo dopo rigo lo stronzo si vendichi,ma perchè non gli fai prendere un pò di viagra, je dai di attacco cardiaco e tanti cari saluti!?
     
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    Beh Tanja è innamorata di Bill da quando lo ha conosciuto, ma non credo possa nuocere... almeno il personaggio non è nato per farlo, quindi tranquilla.

    Lo stronzo si vendicherà o rimarra per sempre sepolto con Enrique su quell'isola sperduta?
    Chissà chi lo sa...

    Grazie del commento Rica! **
     
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  13. Capricorn2187
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    Alla fine è successo quello che pensavo io u.u non poteva essere diversamente xD
    La scena di sesso tra quei due cosi nn ce l'ho fatta a leggerla :sick:
    Non è che fra Damien e Bella :shifty:

    Edited by *billaly* - 23/12/2013, 13:52
     
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    Era ovvio che Bill sarebbe stato più o meno spronato ad aiutare quei ragazzi!

    Damien e Bella... non so vi piacerebbe vederli insieme? Un rude motociclista dal cuore tenero e una "bella dentro" tanto coraggiosa quanto dolce?

    Grazie Cri!!
    Come è andata la tua "vacanza"?


     
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  15. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    Damien e Bella... non so vi piacerebbe vederli insieme? Un rude motociclista dal cuore tenero e una "bella dentro" tanto coraggiosa quanto dolce?

    :shifty: :sìsì:
    Una merda
    Come frase può richiudere il tutto?e anche il ritorno non è stato da meno
     
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1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28636 views
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