Angels don't fly

Finita

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Sapessi a me...Tanto deve e doveva annà cosi.
     
    Top
    .
  2. PinaKaulitz88
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Up!
     
    Top
    .
  3. gretuccia_scassatutto
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    I'm late >.< chiedo perdono.
    Che dire? Beh, innanzi tutto : bravissima.
    CITAZIONE
    “Cos’è questa roba ignobile?” Esclamò, agitandole la rivista sotto il naso.

    “Non aggiunga altro. So di aver sbagliato e sono pronta a pagare. Sto andando giusto in redazione per tagliare l’ultimo pezzo dell’articolo e dare le mie immediate dimissioni.” Spiegò con voce incolore.

    :ehsì: fatto bene, si è rese conto di aver sbagliato, mi dispiace per il brutto passato della reporter, ma il suo compito è quello di di riportare i fatti da un punto di vista imparziale, dopo la prima lettura da parte dell'editor quell'articolo non sarebbe dovuto nemmeno andare in stampa. Le sue vecchie esperienze non possono condizionarla sul lavoro e sono felice che l'abbia capito :indif:

    Beh, mi è gustato molto, però io volevo la morte del cattivoo :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo: :voodoo:
    Ci sono rimasta male ç_ç Vabè, fa niente, l'attesa renderà il momento della sua morte/arresto più succulento :ehsì: :tet: :evil-laugh:

    Al prossimo capitolo ù.ù
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Grazie Greta!
    Eccoti accontentata!

    Capitolo 41

    I litigi degli amanti rinnovano l’amore.
    Terenzio



    David si guardò attorno schifato mentre Enrique apriva la porta di quella vecchia casa situata in mezzo al nulla. Nonostante Santa Isabella, sull’isola di Providencia, fosse solo a 20 minuti di aereo da San Andres, sembrava di essere atterrati su di un altro pianeta. Stentava a credere che fosse abitata, eppure gli erano parsi esseri umani quelli incontrati nel piccolo aeroporto, turisti per di più.

    “Benvenuto a Santa Isabella!” Esclamò il ragazzo posando la valigia a terra e correndo immediatamente ad aprire la finestra. L’odore di chiuso era quasi insopportabile e il manager si aspettò di vedersi camminare sui piedi insetti e topi.

    “So che tu sei abituato al lusso sfrenato, ma qui non si starà poi così male. Dammi solo il tempo di avvertire Joachim ed entro stasera ti sembrerà di stare al Grand Hotel!” Continuò, mentre si muoveva veloce in tutte le stanze.

    “Chi è Joachim?” Chiese David, pulendo una sedia prima di sedersi e tastandone la resistenza con la mano.

    “Il custode, quello che si occupa di tenere in piedi questa bicocca.”

    “Ma sembra disabitata da secoli!” Sbottò David, rendendo chiaro che, secondo lui, Joachim non faceva poi un gran bel lavoro.

    “La nonna di Tico è morta una decina di anni fa e da allora non c’è più venuto nessuno qui.” Spiegò Enrique, controllando che gli impianti idrico ed elettrico funzionassero. “A dire il vero, ogni tanto ci viene mio cugino qui, a trattare i suoi affari, ma non si trattiene mai troppo a lungo.” Aggiunse togliendo il telo dal divano e liberando una quantità notevole di polvere nell’aria.

    “E’ uno schifo.” Brontolò David starnutendo.

    “E dai, non sarà così terribile e qui non ci troverà nessuno!” Rispose il ragazzo, avvicinandosi pericolosamente a lui. David lo guardò di sottecchi; era da un po’ che aveva voglia di sbatterlo al muro e fotterlo, e anche Enrique sembrava dello stesso avviso: si era seduto a cavalcioni su di lui e trafficava con i bottoni dei pantaloni di entrambi, ansioso di liberarsi delle barriere costituite dagli abiti che indossavano.

    “Sai che non sarò affatto tenero. Non scopo da settimane…” Gli disse Jost, mordendogli il collo.

    “Non voglio che tu lo sia…” Rispose l’altro, calciando gli indumenti lontano e rivelando agli occhi del manager la sua erezione.

    David lo imitò senza distogliere lo sguardo dal suo pene. Era decisamente dotato il ragazzo, constatò con una punta di invidia. Si lasciò condurre al divano, dove entrambi si sdraiarono alla meglio ed Enrique prese a baciarlo e a toccarlo con foga. Gli prese nella bocca il membro e succhiò avidamente facendolo fremere e venire in pochi istanti, lasciandolo stordito. La sua erezione era sempre lì a far bella mostra di sé e David pensò che non gli sarebbe dispiaciuto affatto contraccambiare. A dire il vero non aveva molta pratica, -con Bill non si era mai posto il problema su chi dovesse prenderlo in bocca-, e non amava queste smancerie che considerava, solitamente, una perdita di tempo, ma quello di certo non mancava in quel posto desolato e dimenticato da tutti.

    Lo attirò a sè e leggermente titubante prese tra le labbra il glande, cominciando a leccarlo. Enrique grugnì soddisfatto, mentre con un colpo di reni invase la bocca di Jost, che a stento represse un conato di vomito.

    “Non ti facevo così timido Trevor!” Esclamò, ridendo dell’espressione sofferente del manager che paonazzo, faticava persino a respirare.

    “Non sono timido e in genere queste cose… le lascio fare agli altri…” Si giustificò, trovando la sua apertura ed inserendo due dita a secco senza tanti complimenti.

    “Sei attivo quindi?”

    “Certo che sì, per chi mi hai preso?”

    “Per uno che per una volta tanto scambierà il suo ruolo, mmh?”

    “NEANCHE PER SOGNO!” Gridò David, rannicchiandosi sul divano. “NON CI PENSARE NEMMENO! SONO IO QUELLO CHE TI SCOPERÀ, INTESI?” Continuò, cercando di dettar legge.

    Enrique rise forte, mentre la sua mano destra si muoveva sul proprio membro eccitato. Sembrava aver ignorato le sue proteste ed esser intenzionato a concludere ciò che aveva cominciato.

    “Così non ti farai scopare,eh?”

    “N-no…”

    “Davvero non ti piace il mio cazzo?” Chiese ansimando, mentre imprimeva maggiore velocità alla mano. “E dire che a Miami avrei avuto un futuro come gigolò…” Aggiunse, sospirando rumorosamente.

    David sembrava catturato da quel movimento frenetico, dall’espressione estatica del suo volto, dalla sua pelle ambrata leggermente sudata e…

    “VAFFANCULO ENRIQUE!” Esclamò, pulendosi con le mani dallo sperma che l’altro gli aveva schizzato sul volto.

    “Come siamo schizzinosi Trevor, credevo ti piacesse giocare…” Affermò il ragazzo, dandogli le spalle mentre si alzava dal divano.

    “Mi piace giocare, ma solo se a condurre sono io.” Gli disse, stringendogli il collo con il braccio, mentre con la mano libera cercava di insinuarsi nella sua apertura.

    Enrique riuscì a divincolarsi con facilità, girandosi così verso di lui. Lo prese per le spalle e gli sorrise divertito: “Mi sei simpatico Trevor…”


    ***




    “Signorina Carrington, si accomodi.” L’Ispettore Norman le indicò la seggiola libera davanti alla scrivania, l’altra era già occupata da una corpulenta donna sulla sessantina che ricordava di aver visto qualche volta nell’ufficio di Helen, tempo addietro.

    “Bella, di certo conoscerà la dottoressa Hanna Miller, è a capo dei servizi sociali.” Spiegò il poliziotto.

    “Sì… anche se non la conoscevo personalmente…” Affermò tendendo la mano alla donna che contraccambiò la stretta in maniera vigorosa, prima di iniziare a parlare.

    “Bella, posso chiamarla così? Abbiamo studiato a fondo la vostra situazione e purtroppo le notizie che devo darle non sono confortanti. L’istituto dovrà essere necessariamente chiuso e i ragazzi ospitati in altre strutture se non troverete un finanziamento, inoltre lo stabile non apparteneva a Helen Whitmann, ma ad una società che ora sembra molto interessata a riaverlo.”

    “Lo so, ieri ho ricevuto la visita poco gradita di un tale signor Wescott, in rappresentanza della società proprietaria dell’immobile, che mi ha intimato di lasciare libero lo stabile entro un mese, ma io non so dove andare…”

    “Bella, non ci sono istituti in città che possano offrire assistenza ai suoi ragazzi al momento, ma il Gateway Hospital potrebbe ospitarli, è un bel posto e-”

    “E’ un istituto psichiatrico! Come può pensare che i miei ragazzi possano stare lì? Non sono malati di mente, ma solo bisognosi di affetto e di una famiglia che li accolga! Da quanto tempo non prendete in considerazione l’adottabilità di uno di loro? Sono passati sedici mesi dall’ultima volta in cui qualcuno si è degnato di farci visita! Sono bambini sani e sono certa che verrebbero adottati tutti in un lampo se solo deste loro una possibilità!” Le ringhiò contro, improvvisamente furibonda. Come si permetteva quella vecchia cicciona di giudicare i suoi ragazzi, quello che erano e che anche lei era stata in passato?

    “Bella i suoi ragazzi sono per lo più di origine straniera, di alcuni non si conoscono neppure le generalità. Sono sani, ma la gente vuole sapere con chi avrà a che fare.” Tentò di spiegare la dottoressa.

    “Balle! Ci sono coppie sterili che adotterebbero chiunque pur di poter riversare il loro amore su un bambino, e lei mi dice che si fermano davanti ad un ragazzino che non sa dire da dove proviene?” Esclamò, battendo il pugno sulla scrivania.

    “E’ la paura Bella. La paura di veder comparire un loro familiare, un giorno, a rivendicarne la legittimità.” Disse la donna, cercando di mantenere la calma. Non pensava che la remissiva Bella Carrington potesse sfoderare gli artigli in quel modo. Se quello era il risultato dell’esser stati ospiti in quell’istituto per lungo tempo, il Gateway era il posto giusto dove collocare quei ragazzi, dopo tutto.

    “Paura un corno! Sono tutte scuse! A voi non importa nulla di quei bambini! Ora che non abbiamo più a disposizione il denaro per sostenerci, siamo diventati un peso per la società! I miei ragazzi sono educati; Hermann e Didi, i più grandi, hanno trovato lavoro e continuano a studiare, sono bravi e volenterosi e voi li volete rinchiudere in una clinica psichiatrica! Cristine ha solo sei anni, come credete che si troverà? E Nicholas? Ha ricominciato ora a parlare, solamente grazie a noi! Dovrete passare sul mio cadavere prima di riuscire nel vostro intento!” Sbraitò con gli occhi fuori dalle orbite. Il suo chignon nella foga si era sciolto, e un rivolo di sudore le scendeva dalla tempia destra. Il suo cuore batteva all’impazzata e non era sicura di riuscire a non svenire.

    Non si era mai arrabbiata così tanto in vita sua, o forse non c’era mai stato un motivo così fortemente sentito per farlo. Era in trappola e lei, privata del denaro, non avrebbe potuto condurre i suoi ragazzi da nessuna parte senza l’aiuto di qualcuno.

    “Bella...” Intervenne Norman dispiaciuto. “So che la soluzione può non sembrare appropriata e capisco i suoi dubbi, ma ora è nostra priorità dare un tetto e assistenza a quei ragazzi e il Gateway potrebbe fornire loro entrambe le cose. La dottoressa Miller farà in modo che non vengano separati, così da potersi sostenere l’uno l’altro.”

    “No, è fuori discussione! Il Gateway ha un reparto femminile e uno maschile, già questo li dividerebbe! Michael e Sharon sono gemelli, sono sempre stati insieme, come potete pensare di separarli? E’ una proposta crudele la vostra!” Sbottò nuovamente, alzandosi dalla sedia, per poi risedersi immediatamente: la stanza aveva preso a vorticare velocemente, costringendola alla ritirata. Chiuse gli occhi dai quali scesero due lacrime a rigarle le guance accaldate.

    Sentì Norman avvicinarsi e prendere una mano tra le sue: “Bella si sente bene?” Chiese preoccupato.

    “No…” Rispose singhiozzando. Si stava schiantando contro un muro ai duecento all’ora e non poteva far nulla per impedire l’impatto.

    “Signorina Carrington le lascio qualche giorno per pensarci su. Se riuscirà a trovare i fondi per continuare il suo operato, nessuno pretenderà di portare via i suoi ragazzi. Contatteremo la società per contrattare sull’affitto, se sarà in grado di pagarlo, così non dovrete neppure cambiare sede. Ma in caso contrario il Gateway sarà la destinazione finale.” Disse la Miller, alzandosi a fatica dalla sedia e congedandosi dai due, ansiosa di andarsene.

    Norman l’accompagnò alla porta e dopo averla nuovamente chiusa, vi si appoggiò contro impotente.

    “Mi dispiace Bella…”

    “Immagino sia un modo gentile per dirmi che la Polizia non può fare nulla per evitare che questo succeda…” Affermò la donna.

    “Purtroppo no, è l’assistenza sociale che se ne occupa.”

    “Farò tutto ciò che è in mio potere per salvare i ragazzi da quella prigione, fosse l’ultima cosa che potrò fare...” Sussurrò, tamponando gli occhi con un fazzolettino.

    “Non faccia mosse avventate.” Gli intimò Daniel.

    “Solo se non si renderà necessario Ispettore. Grazie di tutto, ma non nego che avrei preferito non incontrarla.”

    “La capisco. Buona fortuna Bella, credo ne avrà bisogno.”

    “Incroci le dita per me.” Disse la ragazza, avviandosi verso l’uscita con passo deciso.

    Daniel la guardò un’ultima volta, prima che questa richiudesse la porta alle sue spalle e sorrise tra sé, trovando che il nome le calzasse a pennello.


    ***




    Bill ancora non credeva al racconto di Madison. Mai si sarebbe immaginato che l’algida Elisabeth Turner ammettesse il suo errore di valutazione e avesse accettato, anzi quasi proposto, seduta stante, di cambiare l’articolo in nome dell’amore, ma non poteva che bearsi di quell’improvviso colpo di coda della giornalista in loro favore. E ora attendeva ansioso l’uscita della rivista, prevista per il giorno successivo e le reazioni del pubblico a quell’accorata intervista.

    Poteva in un certo senso ritenersi fortunato: nonostante la sua vita fosse ormai sulla bocca di tutti, ben pochi l’avevano giudicato. L’opinione pubblica era tutta concentrata sull’operato di Jost, sulle sue malefatte e sulla speranza che fosse ritrovato al più presto e condannato.

    Sorrise, forse non tutti i mali venivano per nuocere e non si sarebbe reso necessario un addio definitivo alle scene e se non fosse che quel bastardo sembrava esser sparito dalla faccia della terra, facendo perdere ogni sua traccia, si sarebbe sentito quasi felice.

    Guardò Tom che gli era seduto accanto sul divano, la cui totale attenzione in quel momento era riservata all’episodio di Criminal Minds in onda sulla CBS.

    Osservò il suo profilo perfetto, le lunghe ciglia che ammiccavano su quegli occhi nocciola stupendi, le sue labbra morbide socchiuse, le lunghe gambe posate sul tavolino di fronte a loro, il suo torace che saliva e scendeva ad ogni atto respiratorio…

    “Ti amo Tom…” Sussurrò al suo orecchio, baciandone il lobo.

    “Mmh?” Mugugnò il giardiniere posandogli distrattamente un braccio intorno alle spalle.

    Bill lo pizzicò al fianco, facendolo saltare sul divano e gridare per il dolore.

    “Ma sei scemo?!” Brontolò, massaggiandosi la parte lesa.

    “Non credevo di essere meno interessante dell’agente speciale Reid…” Borbottò risentito il moro.

    “Ma è solo un telefilm, che ti prende?” Chiese confuso Tom.

    “Ti ho detto ti amo…”

    “Ti amo anch’io piccolo, e mi piacerebbe continuare di vedere l’episodio del mio telefilm preferito senza finire all’ospedale possibilmente…”

    “Allora non guardare Matthew Gray Gubler in quel modo!” Esclamò, dandogli un pugno sul bicipite.

    “Kaulitz non mi provocare! Sai benissimo che mi basta un niente per farti soccombere!” Disse cercando di rimanere serio. Bill era così infantile nelle sue pseudo scenate di gelosia!

    Il cantante mise il broncio e si rannicchiò in un angolo del divano, torturando il bordo della sua t-shirt con le mani.

    Tom lo guardò di sbieco e si avvicinò a lui.

    “E smettila, sembri un bambino…”

    “Sono meglio io di quel finto poliziotto e poi non è neppure gay!”

    “Stai forse discriminando?” Lo stuzzicò il giardiniere.

    “No, sto cercando di convincermi che il ragazzo che amo non è uno stronzo…”

    “Il ragazzo che ami ti ama e quindi non è uno stronzo.”

    “Il ragazzo che amo, se mi amasse per davvero e non fosse stronzo, spegnerebbe il televisore e mi seguirebbe in camera, invece di star qui a sbavare sull’agente Reid!”

    “Oh, che palle Bill! E’ solo un telefilm!” Sbottò Tom tirandogli un cuscino sulla testa. “Per quanto tempo hai intenzione di andare avanti con questa storia?”

    “E dire che fino a qualche secondo fa ero addirittura quasi felice.” Affermò il cantante.

    Il giardiniere sospirò sconfitto e spense il televisore, buttando il telecomando in malomodo sul tavolino. Odiava litigare per simili cazzate. Strinse Bill tra le sue braccia e lo baciò languido sulle sue labbra.

    “Non sono uno stronzo e non devi mai dubitare del mio amore, ok?” Sussurrò cercando la conferma nei suoi occhi color dell’ambra.

    “Va…va bene… E’ che io odio essere ignorato!” Borbottò il moro in sua difesa.

    “Me ne sono accorto, piccolo rompipalle!”

    “Non sono un rompipalle!”

    “Ti amo Bill, ma non ricominciare!” Rise Tom, scompigliandogli i capelli.


    ***




    Damien in cucina stava distrattamente ascoltando il notiziario su una rete locale mentre mangiava una delle buonissime omelette cucinate da Lucille. Non gli era mai piaciuto quello snocciolamento di cattive notizie, lette in maniera impersonale come fossero il menù del ristorante o con quella fintissima e ostentatissima vena tragica che faceva salire un nodo in gola, ma il servizio che stava andando in onda in quel momento ebbe il potere di focalizzare la sua attenzione su una giovane donna, incatenata ad un cancello che rivendicava il diritto di esistere per i ragazzi del suo istituto. Non riuscì a far altro che continuare a fissare il televisore, fino a quando questi gli mandò l'immagine della donna, incapace di distogliere lo sguardo.

    Note dell'autrice: Capitolo di passaggio, noioso ma indispensabile per "agganciarmi agli eventi futuri.
    Domenica partirò per le ferie e ritornerò il 28 per cui non posterò per un pò!
    Buona lettura!
     
    Top
    .
  5. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Finalmente qualcuno che non se fa infilà l'attrezzo di Jost nel deretano cosi facilmente :rox:
    So che Damien rivaluterà la faccenda dell'istituto e che tutto si risolverà per il meglio.
     
    Top
    .
  6. PinaKaulitz88
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    David è rimasto a bocca asciutta, ma che immenso piacere *risata malefica*

    I bambini dell'istituto rischiano di dover lasciare l'istituto ma se Damien ha un pò di buon cuore - cosa che credo - la situazione troverà una soluzione ^^

    Per quanto riguarda Bill... Bè, è proprio un rompipalle nato :rofl: Tom è veramente un santo e follemente innamorato per avere tutta quella pazienza con lui. Ma sono certa che verrà ampiamente ricompensato ;)

    Buone ferie Mamy, divertiti!!!
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Mah, che David sia rimasto a bocca asciutta non saprei, potrebbe essere che Enrique l'abbia lasciato fare...

    Damien non starà certo con le mani in mano, anche se non so che combinerà a dire il vero!

    Bill e Tom sono amore dai!!

    Grazie Pina!! **
     
    Top
    .
  8. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE
    Mah, che David sia rimasto a bocca asciutta non saprei, potrebbe essere che Enrique l'abbia lasciato

    Sei sempre molto criptica :mmm: :sospettoso: smiley-confused002
    CITAZIONE
    Damien non starà certo con le mani in mano, anche se non so che combinerà a dire il vero!

    Non starà con le mani in mano e sicuramente riceverà l'aiuto di un altra persona :nerd: :ehsì:
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Cri, che Damien vada chiedere aiuto a qualcuno è così chiaro? :D

    Non sono criptica, magari a Enrique piace anche fare il passivo...
     
    Top
    .
  10. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Non so ma è da un pò che ho questa sensazione u.u :ehsì:
    O a Enrique piace giocare un pò prima di... :ops: :shifty:
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Lo scoprirai nel prossimo capitolo!
     
    Top
    .
  12. Capricorn2187
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ah certo prima o poi se scopre tutto u.u
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

    Group
    Member
    Posts
    39,162
    Location
    arcadia

    Status
    Anonymous
    Bella è tosta e sono sicura che farà di tutto per quei ragazzi. Magari iniziando ad attaccarsi al cancello. XD
    Mi ha fatto ridere Jost, che si ritrova con questo bel ragazzotto, piuttosto interessante ed intrigante. A me piace Enrique.
    In quanto a Bill fa sempre il principessino. Vuole e pretende tutte le attenzioni.
    Tombriele, l'abbiamo già fatto santo vero Ale?

    grazie e buone vacanze

    Edited by loulou71 - 13/8/2011, 16:48
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Tombriele, è già santo da un bel pezzo Lou!!

    Grazie per esser passata! **
     
    Top
    .
  15.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,304
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Passo per un saluto e per upparmi prima del baratro della seconda pagina!
     
    Top
    .
1337 replies since 3/11/2010, 22:41   28634 views
  Share  
.