Intervista con i "Re di periferia"

DE: L' Officiel Hommes 12/2014

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    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

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    Nel numero di dicembre di " L'Officiel Hommes" intervista con i "Re di periferia"
    Foto di Christian Anwander [Los Angeles, CA - 24.10.2014]


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    www.keosk.de/read/oePw3zGF3UkGG/ep...S_2014_Ausg._04

    La copertina

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    Foto in HQ

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    Traduzione:

    Dopo anni di esilio, i Tokio Hotel sono di nuovo in tour e l' istituzione culturale sta nuovamente piangendo. Non più ipocrisia ora. Inchiniamoci ( gentilmente) alla band di maggior successo della Germania.


    Bill e Tom Kaulitz sono come uno straccio rosso per stile consapevole dei berlinesi che amano scorrere blog di design nel pomeriggio e, come un capriccio in ritardo bevono caffè fatti con il filtro. I Tokio Hotel non vanno, naturalmente. Questi è da sfigati, provinciale. Che è una totale assurdità a parere della nostra redazione.

    Non dovete immediatamente confrontare questa band ai Beatles come ha fatto "Der Spiegel" (famosa rivista tedesca), riconoscendo come sia stata straordinaria e rapida la loro ascesa dal sobborgo tedesco alla scena internazionale. Il loro stile è infatti ancora oggi speciale, ma sicuramente diverso, non il risultato di una strategia di marketing. E questo giornalista non si è mai seduto con due di questi 25enni piacevoli e riflettenti in una camera d'albergo troppo costosa a parlare di musica e di vita. l'argomento dei fratelli Kaulitz, che vivono a Los Angeles ormai, è un classico della musica pop: lavorare per arrivare dalla periferia alla grande città, per essere liberi lì. C'è ancora potere in quel racconto, anche se può sembrare sfruttato. Si riflette nel titolo del nuovo album dei Tokio Hotel "Kings of Suburbia", che hanno prodotto da soli con uno sforzo in quasi sei anni, e dove mostrano la loro umiltà nei confronti della fama.

    Uno dei primi giorni d'autunno, l' Universal mi ha invitato per un'intervista presso l'hotel "Ritz Carlton" a Berlino. Di fronte all'hotel c'era un gruppo di guardoni che con sguardo penetrante e che con invidia scrutavano tutti coloro che lasciavano la hall dell' hotel liberty riccamente arredato. Attraverso dei corridoi senza finestre sono stato portato nella suite dedicata alla stampa. Bill e Tom Kaulitz erano casualmente seduti alla finestra, con vista sul cemento, l'atmosfera era rilassata. Una conversazione su come sia ststo crescere in periferia, sulla libertà e sulla vita in una metropoli.

    Alla domanda di un giornalista, se avevano mai avuto una gioventù normale, hanno risposto con: "Sì, certo, l' abbiamo avuta!" E'difficile crederlo.
    BK: Abbiamo solo notato che questo non era il caso nel processo della nostra carriera. Quando avevamo 15 nni il nostro primo singolo "Durch den Monsun" è stato pubblicato ed è stato, a differenza di ciò che tutti si aspettavano, un vero successo. Non avevamo un piano allora, abbiamo diventati famosi all' improvviso, durante le vacanze estive. Abbiamo solo reagito.
    TK: All'inizio è stato fantastico. Poi, quando si matura, si nota che non c'è più vita al di fuori di quella bolla. Ieri siamo voluti andare al bar dell'hotel e solo pochi secondi dopo c'erano 1000 persone in piedi davanti alla finestra. Il ragazzo del bar ha chiuso le tende, e poi ci siamo seduti da soli in un angolo di nuovo, come fossimo in uno zoo. In questo modo non si può più ottenere nulla dalla vita, naturalmente.
    Un sacco di celebrità spesso notano questo troppo tardi e poi si svegliano come ubriachi alla fine dei 40 anni in uno di quei bar dell'hotel.
    BK: E' vero, naturalmente ci sono colleghi che prendono solo questo e non mirano a qualcos'altro di più. Anche noi con la nostra squadra e la nostra cerchia di amici siamo diventati una famiglia.

    TK: Questa è la zona di comfort. Come outsider uno potrebbe chiedersi "Di cosa si stanno lamentando?" Ma il nostro obiettivo è quello di fare musica per il resto della nostra vita. E si può farla in modo sano, solo se si può trovare un equilibrio. Forse un po' come i Rammstein. La metà del gruppo ha una vita normale con la famiglia a New York, sono padri di famiglia. E quando vanno in tour, diventano duri rockers.

    Allora, quando sei diventato famoso durante l'estate, il tuo look è diventato, non era molto tradizionale, ma presentabile. E' stato un problema?
    BK: Certo ho provocato con il mio look da giovane, andavo anche a scuola così e ho sempre avuto scontri con altri studenti e insegnanti. Sottilmente ho forse anche provocato intenzionalmente per affermarmi. Questa sensazione di libertà e autodeterminazione sono le cose più importanti per me nella vita. Non lascerò che qualcuno mi dica che gli uomini non possono indossare i tacchi alti, mettere lo smalto o il mascara. Ma tornando alla tua domanda: Oggi ho letto della nostra performance a "Wetten, dass ...". "La donna senza tette con la canottiera di rete" Stavo dicendo questo. Naturalmente non mi interessa. Ma ovviamente il mio look è ancora provocante.

    Tom, c'è quel bel momento, personale, nella realizzazione della vostra canzone 'Run, Run, Run', dove Bill ti mette il trucco sul viso. Sei sempre vestito insolitamente anche tu, ma Bill era ancora più eccentrico.

    TK: Totalmente.

    E ne avete mai discusso tra di voi?

    TK: Non proprio. Si è sviluppato tutto abbastanza presto in noi. Abbiamo sempre guardato in modo diverso - già all'età di 13 o 14 anni.
    BK:...a volte ci sono stati problemi. Allora Tom era...
    TK:...il tuo opposto. Sono stato un punk e molto ribelle, che andava in giro con le magliette di Che Guevara e i dreadlocks...
    BK:... era nel suo periodo punk- ed io ero nel mia delirante fase-neoprene.
    TK: E' stato così anche sul palco. Bill in neoprene, io con la maglia di Che Guevara. E tutti pensavano: "Dimmi, che tipo di band è!" E la gente la pensa ancora così oggi.

    Vestirsi eccentricamente in un sobborgo di certo non sarà stato facile...


    TK: Inizialmente ci siamo trasferiti da Hannover a Magdeburgo e siamo andati a scuola lì. Già alla scuola primaria vestivamo in modo diverso. Magdeburgo è una città in cui le persone non hanno necessariamente un distinto senso per lo stile, ma andavamo ancora bene. Quando i nostri genitori si sono trasferiti in un villaggio con noi, allora, è diventato, almeno in principio, veramente hardcore.
    BK: Era pazzesco. Oggi spesso ricordo questi tempi. Da persona giovane e adolescente non pensi molto, si ha una maggiore fiducia in se stessi. Col senno di poi posso essere contento che non mi abbiano spaccato la faccia.
    TK: Spesso la situazione era al limite.

    Avete sperimentato la violenza?

    TK: Sicuramente, il nostro patrigno a volte è dovuto...
    BK:... venire a prenderci con il cane e una mazza da baseball. E ogni mattina nel bus, le persone ci guardavano come se fossimo alieni. Volevo uscire da lì il più velocemente possibile. Questo è stato sicuramente chiaro. E' quello che ci ha incitato a fare tutte le cose che abbiamo fatto. Abbiamo voluto andare in una grande città. Preferibilmente Berlino.

    Che è quasi un classico. Come Lou Reed e John Cale hanno cantato "C'è solo una cosa buona di un piccolo paese, sai che vuoi andartene".

    TK: Assolutamente. Non c'era nessun desiderio più grande per noi. Ecco perché suonavamo tutti i fine settimana come band, volevamoche il nostro nome diventasse famoso, in modo che un giorno saremmo stati in grado di vivere della nostra musica.

    Come si può immaginare la ripartizione dei ruoli tra di voi?

    BK: Per quanto riguarda la band, è Tom ora che si preoccupa di tutto ciò che ha a che fare con la musica. Sia la produzione nel nostro studio a Los Angeles o le esibizioni dal vivo. Io invece mi occupo delle cose visive, guardo che interviste vogliamo fare e con chi fare video o servizi fotografici.
    TK: Nella nostra vita privata direi che io sono la mente e Bill è il braccio. Devo sempre guidare io per portare in giro Bill.
    BK: Il nostro bisnonno prese Tom in disparte e disse: "Tom, non lasciare che Bill guidi la macchina".
    Entrambi: "...e prendetevi sempre cura dei soldi!"
    TK: È arrivato a 104 anni e ha detto questo fino alla fine. Effettivamente diceva giusto.

    Non sapreste cavarvela da soli?


    TK: No, ci compensiamo a vicenda.
    BK: Ma bisogna dire che Tom è ancora più dipendente da me.
    TK: Penso che Bill parli per se stesso, facendo credere che non è così.
    BK: No, questo è vero! Anche tutti i nostri amici lo dicono.
    TK: Lo dicono solo perché lo trovano divertente.
    BK: E' davvero molto carino. Lui non fa niente senza di me. Posso volare da solo a New York per un paio di giorni, ma dopo esser atterrato, ho già 20 messaggi da parte sua: "Allora? Hai avuto un buon volo? Mi invii alcune foto, vuoi? La prossima volta vengo con te."
    TK: Certo, perchè mi preoccupo. Sta facendo credere che io non saprei cavarmela da solo senza di lui. Ma per me è piuttosto la sindrome del fratello maggiore.
    BK (ride): Che stronzate!
    TK: Ho sempre dovuto proteggerlo quando qualcuno voleva picchiarlo.
    BK: Oh, che cavolata!
    TK: Potresti finalmente ammetterlo!

    Avete sempre avuto a cuore la vostra gestione, inoltre, avete costruito uno studio a Los Angeles. Può essere una sorta di libertà, ma è anche un grande onere.


    BK: Totalmente. Ma Tom e io, abbiamo sempre avuto voce un capitolo. Alla Universal eravamo già seduti nelle riunioni aziendali della compagnia discografica all'età di 13 anni. A 15 anni, dirigevamo una grande società. Avevamo avvocati, consulenti fiscali, manager, tutti erano sul libro paga, in modo da avere la responsabilità. Naturalmente questo può essere follemente estenuante. Ma se dovesse andar male, almeno so di chi è la colpa.

    Dopo anni di tour vi siete trasferiti a Los Angeles qualche tempo fa. Descrivete per favore le vostre prime impressioni lì.

    BK: Le prime volte a Los Angeles abbiamo davvero pensato: "Incredibile, vacanze" Ma per me è piuttosto una città in cui ci si deve spostare quando non si è impegnati con il lavoro, quando si desidera solo rilassarsi di più nella propria vita.
    TK: A Los Angeles è così. Si esce, si incontrano gli amici e gli amici degli amici e tutti arrivano a raccontarti la storia del loro successo. Non c'è un'altra città con così tanto "successo pilotato" come LA. Nomi a caduta senza fine.
    BK: Si incontrano e si confrontano prima i seguaci di twitter, gli amici di facebook e di Instagram. Ci siamo seduti lì e abbiamo solo pensato e sperato che nessuno si avvicinasse.


    Come ha fatto la città a influenzarvi visivamente?

    TK: In pubblico io sostengo sempre che la città non ci ha influenzato affatto. Ma naturalmente ci si sveglia in modo diverso lì. Ogni giorno il sole splende. Ogni giorno il cielo blu e le palme.
    BK: Ma LA non è una città alla moda. Questo mi dà assolutamente fastidio. Tutti sono in giro in infradito, pantaloncini e canottiera. Bisogna fare attenzione a non guardare troppo LA, dopo un po'. New York è molto più stimolante sotto questo punto di vista.

    In Germania le persone che sono interessate alla moda sono ancora generalmente viste come stupide o superficiali.


    BK: Ma la moda è super importante. Per me va di pari passo con la musica. La moda fa qualcosa per te. La creazione di un look mi viene sempre quando sono in uno stato d'animo particolare. Ma non si dovrebbe mai vestire ( qualcun altro - ndt). Per questo motivo non vestiamo Georg e Gustav con abiti folli, sarebbe stupido. A Gustav non interessa per niente la moda.
    TK: E per Georg è molto importante che la maglia non sia troppo lunga, perché altrimenti è fastidiosa per lui mentre suona il basso.

    Avete lavorato per quasi 6 anni sul vostro nuovo album. Come è cambiata la vostra musica nel frattempo?

    TK: In corso d' album abbiamo affrontato un sacco di sound-design, sintetizzatori ed effetti. Il modo in cui si produce un brano è davvero impressionante, dalla grancassa, dal suono del rullante, questo è stato estremamente emozionante e davvero ci ha portato oltre. Ci è stato insegnato quasi tutto dall'inizio. Nessuno di noi ha imparato a suonare il suo strumento in modo professionale, nessuno suona con le note. Ho avuto la chitarra tra le mani all'età di 7 anni e sto suonando ancora ad orecchio e sentimento. Ho spesso la sensazione che questi professionisti sappiano troppo. E che tutta questa conoscenza possa interferire a volte.
    BK: Come del resto la musica va giù di moda molto rapidamente. È simile all'atteggiamento di musicisti tedeschi agli inizi degli anni '80. Batteristi come Robert Görl dei DAF, hanno detto, 'naturalmente, siamo stati al Conservatorio e ora dobbiamo dimenticarci di tutto questo'.
    TK: Si, esattamente! Diventa troppo tecnico altrimenti.
    BK: Ho avuto dei vocal coaches. Ma ho sempre abbandonato dopo la prima lezione. Iniziavano così: "Devi stare sul palco come se fossi un cartone". E poi tu stai lì e pensi: "Cosa? Sto indossando una grande giacca e corro da A a B, non mi voglio sentire come un... "
    Entrambi: "...cartone!"

    Anche nella moda, nella fotografia di moda, si ha l'impressione che la gente inizi a ritoccare meno.

    BK: Giusto. La gente è sempre stata spinta da questo, ma ha bisogno di fermarsi. Altrimenti diventiamo tutti dei robot e tutto sarebbe totalmente artificiale.
    TK: La gente spesso pensa che sia una contraddizione quello che diciamo perché il nuovo album è così elettronico, ma non c'è nulla di più puro. Ma non è facile suonare un sintetizzatore come una chitarra. E una chitarra non è necessariamente più naturale di un sintetizzatore.

    C'è ancora la pressione per voi di essere sempre al numero 1 nelle classifiche?


    BK: Siamo più rilassati oggi, è già il quarto album.
    TK: Per noi è piuttosto la somma delle posizioni in classifica che conta. La cosa più importante per me è stata lavorare su questo disco per un lungo periodo di tempo. Ci è costato un sacco di energia. Perciò voglio approfittarne il più a lungo possibile.

    Bill e Tom Kaulitz (1989) hanno fondato i Tokio Hotel nel 2001. Il loro ultimo album "Kings Of Suburbia" è stato pubblicato dall' Universal.

    Traduzione: *billay*

    Edited by *billaly* - 26/1/2015, 00:14
     
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