Black Blood

In fase di scrittura

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous

    Capitolo 14





    Hope avrebbe riconosciuto quel profumo speziato tra mille. Prerogativa della loro specie era captare distintamente quando qualcuno non umano era nei dintorni e sebbene a quell’ ora il locale fosse super affollato e non fosse in grado di dare un volto a quello che evidentemente era più di un odore, era certa non dovesse esser lontano più di qualche metro. Si guardò intorno, scrutando attentamente i visi di chi seduto al bancone del bar sembrava deciso a non lasciare andare il bicchiere fino a quando la stanza non avesse preso a vorticare spaventosamente. Era incredibile la moltitudine di gente che si riversava in quei posti nel fine settimana con il solo intento di annegare nell’ alcool stress e dispiaceri. Sospirò, se solo le fosse stato consentito bere, avrebbe volentieri provato anche lei a farsi un goccetto, giusto per allentare la tensione. Sapeva che qualcuno lì dentro la stava osservando con particolare interesse e odiava esser in balia degli eventi. Il gioco che stava iniziando poteva rivelarsi molto pericoloso e non poteva permettersi passi falsi. Se Theon era il responsabile della morte di Camden, suo compito era stanarlo ed eliminarlo. Bevve un sorso di minerale e ripassò in rassegna i volti di chi stava seduto di fronte a lei: una bionda procace rideva alla battuta del suo accompagnatore, due uomini parlavano fitto tra di loro, una ragazza sola sorseggiava vino bianco e…. Il sangue sembrava impazzito nelle sue vene e il battito cardiaco all’ improvviso aveva subito un’ impennata. Era in fondo al bancone, leggermente in penombra, ma la sua vista acuta le consentiva di vedere nitidamente ogni particolare del suo volto. Incrociò i suoi occhi color dell’ ambra e seppe con certezza che la sua ricerca era terminata. Si trovava al cospetto del temibile principe del Pianeta delle due Lune che ora a passo deciso la stava per raggiungere.

    “ Bill ci sei?” Lo scrittore alzò gli occhi al cielo e si alzò per l’ennesima volta dalla sedia. Quello che doveva essere un tranquillo e proficuo pomeriggio di scrittura, si stava rivelando una vera e propria tortura. Dopo Mia era stata la volta di Revon. Doveva essere successo qualcosa nella casa dei suoi rumorosi vicini ed essere così evidente l’interesse che Tom nutriva nei suoi confronti, se la ragazza si era presa la briga di fargli una scenata di gelosia in piena regola. Era entrata in casa come un tornado e dopo averlo preso a male parole vaneggiando, in preda ad un attacco isterico, su quale infida persona fosse e sulla fiducia erroneamente riposta in lui, nemmeno fosse stato un amico di vecchia data o un fidanzato fedifrago, era uscita dalla porta principale sbattendola con violenza e lasciando Bill di sasso.
    Si affacciò alla finestra e sorrise, di tutte le visite quella era di certo la più gradita, Tom perennemente a torso nudo, in boxer da mare e chitarra sulla spalla era quanto di meglio ci si potesse aspettare di vedere.
    “Ehi ciao, addirittura due visite in un giorno?” Chiese, sperando che non si notasse il rossore delle guance che sembravano prender fuoco.
    “ Ehm sì… avrei bisogno di parlarti un attimo… Stanno succedendo alcune cose strane e sono sicuro che tu potrai darmi qualche spiegazione in merito.” Rispose, facendogli cenno di scendere.
    Bill spense il PC e rapidamente lo raggiunse in veranda. Poteva immaginare il motivo della sua visita, ma si augurava ci fosse qualcosa di più. Ormai poteva dirsi certo di non essergli indifferente, quindi perché non sperare? Si diede dello sciocco, mentre apriva la porta scorrevole che, dopo l’ intervento del chitarrista, aveva ripreso a funzionare a meraviglia.
    “ Sono qui, dimmi tutto…” Esordì lo scrittore cercando di nascondere l’improvviso imbarazzo, i pettorali di Tom erano un gran bel vedere ed era difficoltoso mantenere l’indifferenza.
    “ Sai dirmi che sta succedendo? Mia sorella ha litigato con Kate e non vuole più continuare con il video, Revon se n’è andata in fretta e furia e credo che a breve la seguirà anche Andy…” Elencò con aria innocente. Bill lo guardò in tralice chiedendosi se dicesse sul serio o se si stesse prendendo gioco di lui. Davvero non riusciva a capire cosa stesse accadendo? Non era stato lui ad aver dato il via a tutta la diatriba?
    “ Perché lo chiedi a me? E’ vero, ho parlato con tua sorella, ma chi meglio di lei può darti delucidazioni in merito?” Si limitò a rispondere, facendo spallucce.
    “ Beh, allora grazie in ogni caso. Mia sembra rinsavita e decisa a lasciar perdere con quell’ orrore che con il beneplacito di Andy stava allestendo. A volte l’amore gioca brutti scherzi e ti fa chiudere gli occhi sulla realtà. Andy è solo un opportunista ed è un bene che l’abbia finalmente capito anche lei.”
    “ Credevo fosse tuo amico…”
    “ Lo è, ma non quando si tratta di mia sorella. Le ho detto da subito che era una stupida illusione la sua e i fatti ora mi hanno dato ragione.”
    “ Sarà distrutta…”
    “ Le passerà. Non sono questi i veri problemi della vita e lei si è comportata da idiota.” Disse secco.
    “ Non dovresti parlare così di tua sorella…”
    “ Io parlo con cognizione di causa. Questo progetto era follia allo stato puro e non avrebbe dovuto nemmeno vedere la luce! L’idea era pessima per non parlare della musica e dei personaggi scelti per interpretare il video, ma nonostante ciò fosse lampante lei ha continuato imperterrita per la sua strada solo per compiacere Andy. Non ha pensato minimamente alla bieca figura che avrebbe potuto fare davanti alla giuria del contest presentando un cortometraggio di quel genere e per giunta scopiazzato dai libri di quel Truman!” Spiegò con veemenza. Bill deglutì, volgendo lo sguardo altrove e chiedendosi come e dove avrebbe trovato il coraggio di rivelargli la sua identità.
    “ Ora non potrà più partecipare al contest, senza un video da presentare.” Constatò il biondo.
    “ Non mi ha voluto anticipare nulla, ma mi ha chiesto di scriverle una canzone.”
    “ Davvero? E’ fantastico!”
    “ E’ una tragedia in realtà, io non scrivo a comando, ma non posso dirle di no adesso.”
    “ Ti ho sentito suonare e cantare, sei bravo, sono convinto che ce la farai.” Lo incitò Bill.
    “ Ci proverò, anche se non ho molto tempo a disposizione e scrivere di amori impossibili non è che mi sia congeniale.” Rispose, riprendendo la chitarra prima posata sul dondolo.
    “ Vai già via?” Chiese lo scrittore deluso.
    “ Non dovrei?” Ribatté ironico. Bill gli avrebbe dato volentieri un pugno sul naso, ma il suo sorriso sghembo ben altro gli suggeriva.
    “ Beh… potremo uscire, andiamo a mangiare qualcosa da Sweetie e…”
    “Non sono molto in vena, sono st-"
    " E dai! Solo una pizza, ti prometto che non facciamo tardi!"
    " Un' altra volta Bill..."
    " Non accetto un rifiuto come risposta. Offro io e guido io, se tu sei stanco. Se vuoi ti taglio anche la pizza, ma non ti lascerò andare se prima non avrai accettato il mio invito!" Disse risoluto Bill, prendendogli la chitarra dalle mani e stringendosela al petto.
    " Ho alternative?" Chiese Tom, scuotendo il capo rassegnato.
    " Non credo." rise il biondo.
    " Ok, però prima posso andare a casa a cambiarmi? O preferisci venga vestito così?” Lo sfidò il chitarrista.
    " Questo te lo concedo, ci vediamo tra un' ora!" Rispose entusiasta lo scrittore, fingendo di non cogliere l’allusione, restituendogli lo strumento e scomparendo all’interno della casa.

    Il potere persuasivo di Bill era decisamente notevole e alla fine si era lasciato convincere volentieri.
    Per la prima volta dopo mesi, Tom era rimasto in contemplazione dell' armadio, indeciso su cosa indossare. Da tempo non si comprava qualche abito nuovo e tutto sembrava così... - com'è che diceva sempre sua sorella?- da bidone dell' immondizia, ecco.
    Non gli era mai importato gran che di vestire alla moda o firmato, ma quella sera rimpiangeva di non esser mai stato un fighetto attento alle ultime tendenze. Provò alcune paia di jeans e optò per quello più stretto e indossò una t-shirt grigia. Ok, non sembrava uscito da Vogue Uomo, ma nell' insieme poteva definirsi carino.
    Carino?
    "Puah!" Sì autoschernì davanti allo specchio del bagno, mentre medicava la piccola ferita al labbro, sistemava i capelli e si spruzzava una generosa dose di profumo, sperando che Bill non arrivasse troppo agghindato.
    Mancavano poco meno di cinque minuti all' ora dell' appuntamento, quando il campanello suonò e la voce squillante del biondo lo invitava a uscire.
    Appoggiato alla portiera della sua Audi Q7 nera nuova di zecca, Bill brillava di luce propria nei colori del crepuscolo. I capelli sciolti sulle spalle ondeggiavano alla brezza serale e con quei jeans bianchi, aderenti come una seconda pelle... Tom deglutì e si sforzò di apparire indifferente a quella visione celestiale.
    " C-ciao..." Riuscì a borbottare in risposta al sorriso mozzafiato di Bill, dandosi immediatamente dell' idiota, gli stava andando in pappa il cervello e odiava non aver tutto sotto controllo.
    " Ehm, dove andiamo a mangiare?" Chiese per darsi contegno, nella speranza che la poca luce celasse le sue guance in fiamme.
    " Da Sweetie, la sua pizza del lunedì è divina!" Lo informò Bill, prima di partire spedito e senza attendere la sua conferma .
    " Ok..." si limitò quindi a dire l'altro, osservando gli interni lussuosi dell'auto.
    " E' nuova?" Continuò poi curioso, Bill non dava l’impressione di esser un amante del lusso.
    “ Già... me l'hanno regalata i miei genitori quando mi sono laureato.” Mentì, sperando di esser convincente.
    " E’ bellissima!" Ammise Tom, accennando un sorriso. In realtà si era appena reso conto di quanto poco sapesse sul conto di Bill. In effetti lui, seppur loquace, non si era mai sbilanciato troppo sulla sua famiglia.
    " Certo è una macchina costosissima e stupenda, che io non mi sarei mai sognato di guidare né comprare, ma loro hanno così insistito…” Continuò, maledicendosi per la montagna di bugie che stava dicendo.
    " Ne parli come se fosse un peccato esser benestanti..." Azzardò Tom.
    " No, certo che no! Mia madre e Gordon si sono conosciuti quando io ero molto piccolo, il mio vero padre non so nemmeno chi sia, e insieme negli anni hanno accumulato una piccola fortuna. Ora hanno deciso di cominciare a spendere un po’ del denaro guadagnato. Attualmente sono in vacanza a Turks And Caicos e Dio solo sa quando decideranno di tornare, ma è una specie di seconda luna di miele per loro, dopo una separazione durata quasi un anno. Mia madre è un’ artista e ha un carattere bizzarro, volubile e ribelle, ‘un piccolo angelo con grandi ali nere’, come ama definirla mio padre, mentre lui ha i piedi ben piantati a terra per fortuna, la ama da morire e sta facendo di tutto per riconquistarla. Fino a quando ci sarà lui, il patrimonio di famiglia e mia madre saranno al sicuro, anche se quest’ auto è stato un chiaro spreco di denaro.” Spiegò Bill serio.
    Tom lo guardò interrogativo, non riuscendo ad afferrare pienamente il concetto. Era sicuro ci fosse molto di più di quando avesse accennato in quelle poche parole.
    "Scusa, non potevo immaginare che i tuoi si fossero separati e che tuo… padre, quello biologico voglio dire, non sia… insomma… dai mi hai capito… " Si incartò Tom.
    " Scusarti di che? Mica è colpa tua! E comunque la macchina mi piace un sacco e non rimpiango di averla accettata! Ora basta parlare di cose tristi! Ho fame e ho voglia di divertirmi!!!" Esclamò, scoppiando a ridere di gusto, mentre parcheggiava poco distante dal locale.
    Tom scosse la testa unendosi alla sua risata: se lui pensava di esser strano, aveva trovato pane per i suoi denti. Dietro quel sorriso mozzafiato, si nascondeva di certo molto di più e lui era intenzionato a scoprire di cosa si trattasse.

    Edited by *billaly* - 31/3/2014, 22:35
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous

    Capitolo 15





    Ebbene sì, se gliel’avesse consentito avrebbe flirtato spudoratamente. Non sapeva nemmeno lui da dove provenisse tutta quella intraprendenza, ma era consapevole che avrebbe superato se stesso, se solo Tom gli avesse permesso di far breccia nella sua corazza. Era fin troppo evidente che si sentiva a disagio in quella situazione che tutto era diventata tranne che una tranquilla cena con un amico. All’ inizio Tom non era sembrato dispiaciuto dell’ intimità che si stava creando tra loro, anche se continuava a rimanere un po’ sulle sue. Certo non poteva pretendere che gli aprisse il suo cuore quella sera stessa, ma a lui, il solo fatto di esser seduti insieme al tavolo di un ristorante, era bastato per mandarlo su di giri. Sweetie aveva servito loro due pizze vagamente a forma di cuore ed era schizzato via prima che potessero replicare ed era certo che quei due idioti dietro al bancone del bar stessero ridacchiando alle loro spalle, ma poco importava se poteva godere della compagnia del bel chitarrista. Se solo non avesse dovuto togliergli le parole di bocca con un cavatappi!!! Che fosse poco loquace già lo sapeva, ma aveva sperato almeno in un po’ di partecipazione! Invece il ragazzo era più propenso a ascoltare che a parlare e Bill non sapeva più che raccontargli. Mantenere il segreto sulla sua vera identità si rivelava ogni minuto sempre più difficile e in un paio di occasioni non si era tradito per un pelo.

    “ Ti piace?” Chiese Bill indicando il bicchierino di tendura, un liquore a base di spezie tipico di Patrasso, che Tom stava lentamente sorseggiando.
    “ Mmh… sì… non lo avevo mai assaggiato.”
    “ Alex lo fa arrivare direttamente dalla Grecia…”
    “ Interessante e soprattutto lo è il fatto che qui lo apprezzino.”
    “ Sweetie è un ottimo chef ed è grazie a lui se questi primitivi divoratori di hamburger si sono raffinati. Quando ha preso in gestione il ristorante, qui si mangiavano solo bistecche, pesce fritto e patatine, annaffiati con litri di birra e coca cola.” Spiegò lo scrittore.
    “ Direi che c’abbiano guadagnato allora…” Tagliò corto Tom, svuotando il bicchiere tutto ad un fiato. Era inutile, non riusciva ad imbastire un dialogo con lui che contenesse più di dieci parole.
    “ Se vuoi andiamo, mi sembri stanco.” Buttò lì Bill sfinito dalla situazione.
    “ Come vuoi.” Si limitò a rispondere l’altro, indifferente.
    Uffa! L’avrebbe strozzato! Com’ era possibile che un essere affascinante e decisamente attraente come lui, fosse così privo di entusiasmo? Se fosse uscito con un manichino avrebbe avuto più successo! E ora la serata si era già conclusa! Oh al diavolo!!!
    Tom lo guardò mentre nervoso cercava le chiavi dell’auto nella tasca del giubbotto e borbottava tra sé. Era stata una serata disastrosa ed era colpa sua. Bill ce l’aveva messa tutta per cercare di vivacizzare la cena e lui non aveva fatto altro che troncargli ogni slancio per tutto il tempo. Era evidente che stesse nascondendo qualcosa riguardo la sua vita, ma lui non aveva fatto nulla per indurlo a fidarsi e a confidarsi con lui. A dire il vero non era più sicuro di volerlo sapere, se questo avesse complicato ulteriormente il loro rapporto. Era un vigliacco, Bill gli piaceva e sentire nuovamente qualche farfalla svolazzare nello stomaco era piacevole, ma non poteva lasciarsi andare. Era il prezzo da pagare per i suoi errori.
    Salirono in auto e rimasero in silenzio durante il tragitto verso casa. Bill teneva lo sguardo fisso davanti a sé e lui sulle sue mani che torturavano l’orlo della t-shirt.
    “ Beh, grazie per tutto e scusami se non sono stato una buona compagnia. Ti avevo detto che non era serata…” Sussurrò Tom dispiaciuto,una volta arrivati davanti alle loro abitazioni.
    “ Se ti dicessi che mi sono divertito mentirei, però spero potremo rifarci in un altro momento, quando tu magari sarai più propenso a interagire con il prossimo.” Rispose stizzito.
    “ Bill io…” Oh cazzo! Era tutto così dannatamente difficile!
    “ Notte Tom.” Tagliò corto l’altro.
    Il ragazzo scese dall’auto e si diresse verso casa senza voltarsi indietro. Avvertiva lo sguardo di Bill su di sé, fino a quando non sentì la portiera sbattere e passi frettolosi nella sua direzione. E a quello che accadde dopo, Tom non seppe dare una logica spiegazione, fino a quando non avvertì le labbra di Bill sulle sue. Non era stato un bacio esigente, né un preludio a qualcosa di ben più intimo, solo un breve contatto, un istante di consolazione.
    E lui avrebbe voluto spingersi ben oltre, aggrapparsi a lui e farsi sospingere a quella deriva, che altro non avrebbe rappresentato che un nuovo inizio e invece lo aveva respinto, allontanandolo da sé come colpito da una scossa elettrica.
    Bill si era limitato a guardarlo, cercando di capire quanto dolore ci fosse ancora sepolto in quel cuore e quanta rabbia ancora da sfogare.
    “Tom…” sussurrò, accarezzandogli la guancia livida.
    “ Vattene per favore, è… è stato un errore…” Rispose roco, asciugando rabbioso con il dorso della mano, una lacrima impertinente.
    “ No, non me ne andrò, non ti lascerò solo in balia dei tuoi pensieri. Non so cosa ti faccia soffrire così tanto, ma credo che sia giunto il momento di vuotare il sacco e chiudere con questo doloroso capitolo. Per te e per chi ti vuole bene.”
    “ Che ne sai tu? Sei forse uno psicologo?!” Chiese sarcastico il chitarrista.
    “ Ne so abbastanza per capire che il vero Tom non è quello che ami mostrare agli altri e che pensa di essere sbagliato…”
    “ Tu corri troppo con la fantasia Bill. Io sono solo uno stronzo e tu sei pregato di non fare voli pindarici. E’ stato un attimo di debolezza, sono stanco, vorrei andare a dormire, se non ti dispiace…” Disse piccato.
    “ Tu scappi Tom, ma la tua fuga non ti porterà da nessuna parte. I tuoi fantasmi di seguiranno ovunque.” Incalzò Bill, la mente di Tom era un percorso ad ostacoli e per giunta in salita.
    “ Fantasmi?! Che cazzo stai dicendo adesso? Ti ripeto: ho solo bisogno di essere lasciato in pace.”
    “ Come vuoi allora, ma permettimi di dire che stai sbagliando alla grande e che questa tua ostinata cocciutaggine non ti porterà a nulla di buono. Sii padrone della tua vita e non schiavo di un rimorso che ti tormenta. Buonanotte Tom, ci vediamo allora.” Si arrese il biondo avviandosi impettito verso il cancello.
    Tom sentì sprofondare il terreno sotto i piedi e la verità lo colpì alla bocca dello stomaco come un pugno sferrato da un peso massimo.
    Schiavo di un rimorso che ti tormenta… Non poteva continuare in quel modo.
    “ Bill!” Lo chiamò correndo verso di lui. Lo scrittore si fermò e lentamente si girò a guardarlo.
    “ Io… io vorrei liberarmi da questo pesante fardello, ma è così difficile ed è una storia lunga…” Tentò di spiegare, ormai sopraffatto dagli eventi.
    “ Abbiamo tutta la notte.” Rispose Bill abbracciandolo e questa volta Tom non lo aveva allontanato.

    Quando mio padre iniziò ad accusare i primi sintomi della malattia, ce lo tenne nascosto. Fece i controlli in ospedale e solo quando la diagnosi fu certa, ci comunicò che era affetto da un linfoma in stadio avanzato. Per tutti noi fu un fulmine a ciel sereno. Era il mio personale eroe e sebbene ci fossero state delle incomprensioni tra noi, non avevo mai smesso di credere ciecamente in lui. Ci disse che l’unica speranza era un trapianto di midollo e che io e mia sorella avremo potuto donarglielo se fossimo risultati identici per le caratteristiche genetiche del sistema di istocompatibilità. Non sapevamo neppure cosa significassero quei termini medici, ma nessuno dei due ebbe alcuna esitazione e immediatamente ci recammo in ospedale per fare i primi accertamenti. Ricordo che Mia era terrorizzata dagli aghi, ma stoicamente si era fatta prelevare il sangue per le prime prove di compatibilità senza batter ciglio. Compilammo un sacco di scartoffie e poi ci mettemmo in attesa, sapevamo che gli accertamenti necessari avrebbero richiesto tempo, ma c’erano buone possibilità che uno di noi due potesse risultare idoneo alla donazione. Mio padre nel frattempo era stato ricoverato, le sue difese immunitarie si erano abbassate così tanto che anche solo un banale raffreddore avrebbe potuto essergli fatale e se non si fosse ripreso non avrebbe neppure potuto sopportare il ciclo di chemioterapia preventiva.
    La chiamata da parte dell’ ematologo che l’aveva in cura, arrivò dopo soli due giorni, ricordo che risposi al cellulare con un grande sorriso sulle labbra, pensando che se la telefonata era giunta così in fretta, non potevano essere che buone notizie.
    Invece chiedeva di vedermi il mattino stesso in ospedale. A quel tempo frequentavo ancora l’Università e non terminai nemmeno l’ ora di lezione, inventando una scusa per uscire immediatamente.
    Il dottor Peters, mi fece accomodare nel suo studio e senza tanti preamboli mi comunicò che i dati sulla mia scheda anamnestica precludevano la strada a priori per la donazione di midollo, ma anche di qualsiasi altro organo.
    “ Lei è gay Tom, e purtroppo le leggi vigenti impediscono agli omosessuali di essere potenziali donatori se hanno avuto rapporti sessuali negli ultimi cinque anni.”
    In un attimo le mie speranze si erano sgretolate, lasciandomi in un mare di polvere soffocante. Avevo avuto soltanto un partner in quegli anni ed ero certo al cento per cento che fosse un ragazzo sano, come del resto ero io. Avevo conosciuto David l’ultimo anno di liceo ed eravamo entrambi alla prima esperienza, ma il medico non aveva voluto sentire ragioni, sebbene stessimo ancora insieme e fossimo fedeli l’uno all’altro, non era in ogni caso più possibile manipolare le informazioni, che ormai erano state inserite nel database o costringere anche il mio compagno ad eseguire analisi per escludere la presenza di malattie infettive a trasmissione sessuale o peggio ancora l’ AIDS.
    Purtroppo nemmeno Mia era risultata compatibile e nessun’altro in quel maledetto database della banca dei donatori di midollo osseo. Mio padre è morto dopo 4 mesi di sofferenze e io non ho potuto far nulla per aiutarlo, se non maledire ogni santo giorno la mia stupida natura.


    Aveva concluso il suo racconto con gli occhi nuovamente colmi di lacrime e le mani che torturavano per l’ennesima volta l’ orlo di quella povera tshirt. Bill era senza parole, poteva quasi toccare il dolore che provava in quel momento Tom, quel senso di inutile rabbia che lo divorava giorno per giorno.
    Gli accarezzò il braccio in un gesto che voleva esser di conforto, ma il ragazzo all’improvviso si alzò dal dondolo della sua veranda.
    “Capisci perché io non posso stare con nessuno? Mio padre è morto per colpa mia! Se io fossi stato etero, nessuno si sarebbe mai degnato di porre un simile divieto! Le leggi ci discriminano e noi siamo gli artefici delle nostre stesse disgrazie!” Esclamò Tom, alzando la voce.
    Il biondo spalancò gli occhi sconvolto, pregandolo di non gridare.
    “ Sei impazzito? Come puoi anche solo pensare che sia stata colpa tua? Chi ti assicura che saresti comunque stato compatibile? Quel dottore non ti ha mai dato l’esito definitivo delle analisi!”
    “ Io ho visto mio padre spegnersi attraverso il vetro di quella schifosa camera sterile giorno dopo giorno, senza nemmeno poterci parlare, senza poterlo abbracciare un’ ultima volta. E’ stato il medico che gli ha comunicato che né io e né Mia eravamo risultati compatibili e io non potrò mai dimenticare lo sguardo addolorato che aveva rivolto ad entrambi. Lui non meritava di morire, gli abbiamo mentito e io non potrò mai perdonare me stesso.”
    “ Sei terribilmente ingiusto e sono convinto che se tuo padre fosse ancora in vita, per un simile discorso, ti avrebbe mollato due sonori ceffoni! Anche Mia non ha potuto far nulla per lui! Perché ti ostini a farti divorare dal rimorso? Non è colpa tua se tuo padre si è ammalato, come non lo è il fatto che a causa di leggi antiquate e bigotte gli omosessuali siano tutt’ ora discriminati. Dovresti esser felice piuttosto di aver avuto al tuo fianco un uomo meraviglioso quale è stato sicuramente tuo padre.” Lo rimproverò Bill. Tom si limitò a guardarlo senza replicare, sebbene mille e più pensieri si accalcassero nella sua mente. Per la prima volta, dopo un anno finalmente aveva trovato il coraggio di parlare apertamente del suo grande disagio a qualcuno che non appartenesse alla sua famiglia e ora si sentiva sollevato. Bill non lo aveva compatito, né si era dimostrato tenero nei suoi confronti, ma lo sentiva vicino. E ciò lo spaventava, ma al contempo gli scaldava il cuore.
     
    Top
    .
  3. rawak
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    sono passata stamane sul presto e mi sono preoccupata di non trovare niente.....



    GRAZIE per questo capitolo...
    è doloroso come uno schiaffo ma fa pensare...

    bravissima come sempre :-*
     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Stamattina ero a lavorare!
    La tematica è dolorosa e "pesante", spero di non risultare troppo tediante!

    Grazie per aver letto!!! :hug:
     
    Top
    .
  5. Federiker
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ho letto solo una storia TWC nella mia vita e non credo ne leggerò altre, per il semplice fatto che non è un genere che mi piace. Ad ogni modo, Aly, è bello vedere che la tua vena creativa sia ancora accesa :-)

    Edited by Federiker - 6/4/2014, 19:58
     
    Top
    .
  6.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Grazie Fede. :)
     
    Top
    .
  7.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous

    Capitolo 16





    A quel bacio, ne erano seguiti altri, dapprima consolatori, ma poi più esigenti, preludio di un qualcosa che somigliava molto ad un bisogno fisico, ad una fame che implorava di esser saziata, ma al contempo ad una necessità impellente di abbassare le difese, di unire i propri respiri, un desiderio di fusione che mai a Tom, prima di allora, era capitato di provare.
    Si sentiva libero e quella libertà aveva il sapore degli abbracci e dei baci di Bill. Sentiva che poteva fidarsi. Doveva. Su una cosa lui aveva dannatamente ragione: il senso di colpa lo stava uccidendo, anche se non nel senso più stretto del termine, ma rischiava sul serio di rovinare la sua vita e quella di chi gli stava accanto. Nel suo cuore ormai da mesi non vi era posto se non per un sordo e sterile rancore nei confronti della malattia che aveva colpito suo padre e l’incapacità di averlo potuto aiutare. Razionalmente aveva accettato che la possibilità di risultare idoneo alla donazione fosse stata davvero esigua, ma il fatto che gli fosse stata preclusa ogni via solo per il suo orientamento sessuale, era un boccone ancora troppo amaro da digerire. Invidiava Mia che era riuscita a superare questo dolore, mentre lui ne era rimasto intrappolato come un insetto in una fitta ragnatela. Doveva reagire, dare sfogo a quello che il suo cuore ora stava gridando e Bill poteva essere la persona giusta con cui ricominciare a respirare, a vivere, ad amare. E con quel pensiero si era addormentato tra le sue braccia per la prima volta dopo mesi, felice.
    Bill era rimasto ad osservarlo a lungo prima di spegnere la luce della abat-jour e cercare di riposare anche lui per qualche ora. Il volto di Tom era disteso e aveva sorriso nel sonno mentre lui gli accarezzava piano la guancia livida. Si stava innamorando sul serio? A giudicare dal subbuglio nel suo stomaco, avrebbe giurato di si e questo nuovo sentimento lo stava travolgendo in pieno. Tom dietro quella maschera di indifferenza, nascondeva solo un animo addolorato, non sarebbe stata certo un’impresa facile abbattere le mura che si era eretto intorno, ma lui amava le sfide. Era convinto che fosse solo questione di tempo e…
    Doveva dirglielo e al più presto. Non poteva iniziare una relazione senza esser completamente sincero nei suoi confronti. Più facile a dire che a farsi. Non aveva alcuna stima di lui come scrittore, come poteva averne come persona? Mille interrogativi gli turbinavano nella mente dispettosi, ritardando il sonno nonostante l’ora tarda.
    Buttati, gli avrebbe suggerito Alex. Fare mille congetture ed escogitare un piano diabolico non sarebbe servito a niente. Prima o poi la verità sarebbe venuta comunque e galla, e più inventava bugie, più rischiava di compromettere il loro rapporto appena nato.
    Sospirò gonfiando il torace di aria e Tom mugugnando si girò dall’ altro lato lasciandolo solo e infreddolito nella sua metà del letto.
    Tirò su il lenzuolo fino a coprirsi il capo e ripassò mentalmente tutte le tecniche di rilassamento conosciute, fino ad addormentarsi probabilmente per sfinimento.

    “Bill, sei in casa?” La voce squillante di Mia lo svegliò di soprassalto. Gli sembrava di aver chiuso porte e finestre, come poteva esser così chiara e vicina?
    Aprì gli occhi e si trovò faccia a faccia con Tom che assonnato forse anche più di lui, lo guardava stupito.
    “ Buongiorno…” Borbottò, stiracchiandosi nel letto e abbozzando un sorriso timido.
    Il chitarrista balzò giù dal letto e raccolti i suoi abiti si rivestì in fretta e furia. “ Mia non deve trovarmi qui…” Disse risoluto, guardando l’altro serio.
    “ Perché? Non abbiamo fatto niente di male!”
    “ Che c’entra? Ma non voglio che mi veda qui.”
    “ Ti sei pentito di aver passato la notte con me?”
    “ No, è che…”
    “ Ho capito. Rimani qui, ora scendo e la mando via.” Rispose Bill, alzandosi a sua volta e incurante del suo aspetto, scese al piano di sotto.
    Mia sulla veranda, camminava avanti e indietro nervosa con una telecamera tra le mani. Indossava un paio di short, una buffa maglietta con la scritta “Qui il regista sono io!” e aveva un’ aria molto determinata.
    “ Buongiorno Bill! Ti ho forse svegliato?” Chiese innocentemente.
    “ Tu che dici?” Brontolò lo scrittore, stringendo la cintura dell’accappatoio intorno alla vita senza invitarla ad entrare.
    “ Scusa, ma mio fratello questa notte non è rientrato e al cellulare non risponde, è per caso passato di qui?”
    “ Non di recente,” mentì senza troppa convinzione, “ ma se per caso dovesse farsi vivo gli dirò che lo stai cercando.” Concluse piccato.
    “ Bill non ti senti bene?” Domandò la ragazza preoccupata.
    “ No, sto solamente ancora dormendo. E’ prestissimo Mia!!!” Brontolò di nuovo, sbadigliando vistosamente.
    “ Ok scusa ancora, pensavo che magari, visto che ieri sera eravate usciti insieme…” Azzardò ammiccante.
    “ Hai pensato male. Tom non è qui.” Tagliò corto il biondo.
    “ Va bene. A più tardi allora.” Si congedò la ragazza.
    “ A più tardi? Abbiamo forse un appuntamento?” Chiese sospettoso.
    “ Mmh,sì e no. Ricordi la nostra chiacchierata sul video?”
    “ Ah, il video…”
    “ Ho avuto un’ idea e-“
    “ Mia non mi reggo in piedi, puoi parlarmene dopo?” La implorò Bill. Quanto odiava l’insistenza delle donne!
    “ Ok…” Rispose scendendo i gradini della veranda. Bill non era dell’ umore giusto per affrontare un benché minimo discorso, Tom era sparito, in casa tutti la guardavano in cagnesco e lei aveva la necessità impellente di avere un parere spassionato sulla sua nuova idea per il cortometraggio. Quella notte non aveva praticamente chiuso occhio pensando e ripensando alla trama che si faceva strada nella sua mente. Kate non le sarebbe stata di alcun aiuto questa volta, anzi si era stupita di averla trovata ancora lì, dopo il battibecco della sera prima. A nulla erano valse le sue giustificate argomentazioni. A lei non importava nulla dei copyright, desiderava solo che questa storia del cortometraggio finisse il più presto possibile per avere un voto sul libretto e al diavolo il contest e il premio in palio.
    Rientrò in casa ma solo per uscire nuovamente dopo aver preso la sua borsa e le chiavi dell’auto. All’ improvviso le venne in mente che forse qualcuno con cui parlare e che la potesse consigliare c’era e nel frattempo avrebbe potuto anche farsi servire una lauta colazione.

    °°°



    “Puoi uscire di lì, se ne è andata…” Bisbigliò Bill contro l’armadio. L’anta si aprì e Tom con le scarpe in mano uscì guardingo.
    “ Come hai fatto a trovarmi?” Esclamò sorpreso, mentre infilava le sneakers.
    “Ho seguito il tuo odore.” Rispose, piuttosto irritato. Pensava comunque di farla franca? Liberarsi di Mia era stato facile, ma adesso cominciava il bello. Probabilmente chiedergli a bruciapelo il perché della sua reazione non si sarebbe rivelata una mossa saggia, ma lui esigeva una spiegazione.
    “ Tom possiamo… parlare?” Azzardò, imponendosi la calma.
    “ Mia ti ha detto qualcosa?...”
    “ Mia voleva solo sapere se ti avevo visto, considerato che non sei rientrato a casa, è solamente preoccupata per te.”
    “ Le piace fare la mammina, ma io so badare a me stesso. Non è certo la prima volta che dormo fuori casa. E’ di questo che volevi parlarmi?”
    “ Veramente no, ma non so se ho voglia di sentirmi dire, quel che senz’altro mi dirai…”
    “ Spiegati meglio. Al mattino il mio cervello lavora in modalità risparmio energetico.” Rispose abbozzando un sorriso.
    “ Che significa ‘non voglio che Mia mi trovi qui’?” Buttò fuori in un soffio. Avrebbe voluto che la sua voce risuonasse più decisa, ma avvertiva una sorta di dolore al petto piuttosto fastidioso.
    “ Significa quel che ho detto. Quello che faccio è affar mio e lei saprà a tempo debito chi sto frequentando o meno. Non voglio che faccia castelli in aria e si inventi chissà che storie, quando invece non c’è nulla da raccontare.”
    “ Quindi quello che abbiamo condiviso è niente?” Incalzò, cercando di tenere a bada l’istinto di prenderlo a sberle seduta stante.
    “ Non ho detto questo, ma credo fermamente che qualsiasi cosa accadrà tra me e te, almeno per il momento ce la dovremo tenere per noi.” Cercò di spiegargli, senza apparire troppo brutale. Immaginava già quello che si faceva strada nella sua mente e non voleva di certo litigare con lui di prima mattina, anzi, ma nemmeno dimostrarsi troppo arrendevole e accondiscendente.
    “ Ti vergogni di me?” Chiese il biondo, serrando la mascella e i pugni.
    “ No, certo che no,” rispose Tom addolcendosi e avvicinandosi a lui con fare suadente, “ però vorrei essere il solo a godere della tua vicinanza, se me lo consentirai. Tu mi piaci Bill e anche tanto, ma vorrei tener fuori mia sorella da tutto questo, almeno per adesso. Lei è la mia famiglia, ma è per così dire… un po’ troppo protettiva a volte. Tutto qui.” Concluse, prendendogli le mani e portandosi i palmi alla bocca per baciarli e poi posarli sul suo petto muscoloso.
    “ Mi stai proponendo una relazione clandestina?” Bill sorrise, rilassandosi immediatamente.
    “ Mmh… no. Però vorrei procedere per gradi, fare le cose per bene. Entrambi abbiamo la nostra vita, i nostri impegni. Nulla ci impedisce di frequentarci se lo desideriamo, ma non è mia intenzione buttarmi a capofitto in una relazione solo perché devo dare tregua al mio personale inferno interiore.” Disse infine, accarezzandogli la guancia ispida.
    “ Il tuo inferno diventerebbe il paradiso, se tu accettassi il fatto che non hai colpe,ma credo che questo te l’abbia detto più di una persona e nessuno di noi potrà far nulla per te, fino a quando il muro che ti sei costruito intorno resisterà ai nostri assalti.” Rispose pacato lo scrittore.
    “ Tu hai già fatto una bella breccia in pochi giorni, Bill…”
    “ E’ un complimento?”
    “ Non lo so, vedi tu…” Ammiccò il chitarrista, sistemandosi la t-shirt spiegazzata e allontanandosi da lui.
    “ Devo andare adesso o Mia avviserà la Guardia Nazionale!” Concluse, controllando le decine di chiamate perse sul cellulare.
    “ Come rimaniamo io e te?” Incalzò Bill, restio a lasciarlo andare.
    “ Rimaniamo. Ci separano un lembo di spiaggia e una staccionata in legno, non credo sarà un problema rivederci.”
    “ No, però… voglio dire, non è che tu tra un paio d’ore cambierai idea e dirai che tutto questo è stato solo uno stupido errore?” Cavolo, ormai l’aveva detto ed era troppo tardi per rimangiarsi tutto. Ora si sarebbe incazzato e addio!
    “ Non sparirò, promesso, se è di questo che hai timore.” Lo rassicurò invece l’altro, baciandogli la punta del naso e poi leggero le labbra.
    Bill sospirò sollevato e gli sorrise, stringendolo a sé. Sarebbe durato un giorno o forse all’ infinito, ma era ormai certo che per lui l’amore avrebbe avuto per sempre il volto di Tom.

    Edited by *billaly* - 11/4/2014, 20:15
     
    Top
    .
  8. rawak
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    mi hai addolcito un po' l'umore! semplicemente grazie!
     
    Top
    .
  9.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Visto che il capitolo è quel che è, sono contenta che almeno serva per addolcire l'umore!
    Grazie!!! <3
     
    Top
    .
  10. rawak
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    ...... non farti distrarre dagli avvenimenti :)
    bacioni
     
    Top
    .
  11.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous
    Mmh... ci vuol ben altro! ;)
    Comunque ti comunico che il prossimo capitolo è ancora in alto mare! :cry:
     
    Top
    .
  12.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous

    Capitolo 17





    Sweetie bevve un sorso del suo decaffeinato e osservò la ragazza di fronte a lui che addentava delicatamente un morbido bignè al cioccolato. Non ricordava nemmeno il perché si trovassero seduti allo stesso tavolo a conversare, quando invece avrebbe dovuto esser in cucina a impartire ordini per il pranzo, ma era risaputo ormai da tempo che per proprietà transitiva gli amici di Bill diventassero automaticamente anche i suoi. Mia era un po’ sotto pressione e in fondo a lui faceva piacere essere utile al prossimo. Aveva ascoltato con interesse le parole della ragazza e l’esposizione della sua idea per il video e anche se in realtà sembrava piuttosto banale, con musica e facce giuste avrebbe potuto funzionare.
    “ Lo so che ci conosciamo poco, però ci terrei molto che tu mi dicessi sinceramente quello che pensi, Alex. Due dei miei cosiddetti amici mi hanno piantata in asso e Kate è furiosa con me per non aver voluto proseguire il lavoro con quell’ altro cortometraggio, i tempi ormai sono ristretti e io non mi posso permettere di lasciarmi sfuggire questa occasione. Quanto meno devo tentare!” Aggiunse accorata alla fine del suo racconto.
    Lo chef la osservò da sopra la tazza e sorrise. Gli ricordava molto la sua sorellina che era rimasta in Grecia.
    Mia e Kirya avevano la stessa età, lo stesso spirito, la stessa luce negli occhi.
    “ L’idea non è male, anche se non molto originale, e quindi tu dovrai esser molto brava a far sì che diventi unica.”
    “ E’ questo il problema! Come farò e soprattutto come riuscirò a convincere mio fratello e Bill a diventare protagonisti del mio video? Sarebbero perfetti per ciò che ho in mente!”
    “ Filmali di nascosto!” Gli suggerì Alex, scoppiando a ridere. La ragazza lo guardò un istante stralunata per poi unirsi a lui nella risata. Era un’ idea balzana, ma non impossibile. Ovviamente Tom l’avrebbe uccisa per questo e forse anche Bill, però sì, doveva provare!
    “ Sai che potrebbero uccidermi per questo?”
    “ Non lo faranno, tranquilla… Sono certo che dopo aver visto il tuo cortometraggio, diventerai la loro regista preferita!” Aggiunse Alex ammiccante.
    “ Sai forse qualcosa che io non so?” Chiese Mia curiosa.
    “ Mmh forse sì, forse no…” Rispose vago.
    “ Qualche anticipazione? Incalzò la ragazza.
    “ Sono stati qui a cena ieri sera e all’ inizio mi sembravano piuttosto in sintonia, poi deve essere successo qualcosa, perché quando se ne sono andati Bill era piuttosto imbronciato.” La informò l’uomo.
    “ Tom non è certo il principe delle buone maniere, sono sicura che avranno litigato! Non è nemmeno rientrato a casa questa notte! Devo preoccuparmi?” Esclamò Mia improvvisamente agitata, ma proprio in quel momento il suo cellulare squillò e il nome del fratello che lampeggiava sul display,la tranquillizzò immediatamente.
    “ Tom! Dove cavolo sei?!” Esordì, non appena accettata la chiamata.
    “ In giro. Sono a casa adesso, stai tranquilla.” Rispose pacato, mentre qualcosa o meglio qualcuno in spiaggia stava attirando la sua attenzione.
    “ Ora arrivo. Sono stata in pensiero! Almeno avvisami se non rientri la sera, lo sai che io mi preoc-“
    “ Devo andare Mia a dopo…”
    Chiuse la chiamata ed uscì in veranda per osservare meglio il terzetto composto da Bill, una ragazza e un bambino che stava sistemando gli asciugamani sulla spiaggia e piantando un grande ombrellone a righe gialle e bianche, tra le grida festose del piccolo. Bill era figlio unico e quindi non poteva essere sua sorella, forse un’amica in visita? Una cugina? Una… una ex ragazza? Una ex… moglie? Si accorse di sudare freddo, nonostante la temperatura e un moto di gelosia si impadronì di lui. Si rese conto di quanto poco conoscesse sul suo conto e di aver dato per scontato che Bill fosse gay e non magari bisessuale o addirittura un etero pentito in vena di nuove esperienze. Quella donna poteva essere sul serio una sua ex e quel bambino?... Suo figlio?! Deglutì, mentre un’ improvvisa vertigine lo costringeva ad appoggiarsi al tavolo della veranda. No,non era possibile, Bill aveva la sua età e quel bambino forse tre, quattro anni… Un errore di gioventù? Possibile gli avesse taciuto una cosa così importante?
    Strinse i pugni e si impose la calma, non era da lui agitarsi in quel modo, soprattutto per un ragazzo. Non che Bill si potesse definire un ragazzo qualunque, però erano pur sempre affari di cuore che per il momento si era ripromesso che non dovessero diventare un problema per lui. Avrebbe proceduto per gradi, senza affanno, né fretta, anche se questa insana curiosità lo stava innervosendo e non poco.
    Solo una sbirciatina… All’ improvviso gli venne in mente quella frase che Mia diceva quando erano piccoli e lui non voleva che sua sorella guardasse i suoi manga, per paura che li potesse rovinare.
    “Solo una sbirciatina.” Ripetè a voce alta, prima di rientrare in casa per cambiarsi ed indossare così i suoi boxer da bagno migliori.


    “ E’ davvero molto bello qui, dovrei venirci più spesso…” Disse Aileen, riparandosi gli occhi dal riverbero del sole mentre scrutava l’orizzonte. Matthew, suo figlio, dopo esser stato debitamente ed esageratamente spalmato di crema solare protettiva, aveva finalmente preso possesso di paletta e secchiello e in riva al mare si apprestava a scavare la buca più profonda dell’universo.
    “ Non mi aspettavo una tua visita così presto e per così dire… informale.” Disse Bill sistemandosi sul telo accanto a lei.
    “ Ero dispiaciuta per quello che è successo ieri Bill, tu sai quanto io tenga a te e non vorrei mai vederti triste, capisco perfettamente il tuo disagio, e-“
    “ Ma non posso rivelarmi al pubblico. Ok ho capito, non c’è bisogno che tu me lo ripeta ogni volta.” La interruppe risentito.
    “ Non è questo che volevo dire. Bill tu sei la persona più importante della mia vita dopo Matt e vorrei evitarti ogni possibile sofferenza. Sai meglio di me che coi tuoi libri hai avuto un successo inimmaginabile e che i tuoi fan ti adorano, forse troppo, è questo il guaio. Rivelarti a loro potrebbe essere pericoloso, almeno fino a quando rimarrai il creatore di quel mondo parallelo che è San ak Lavi, il rifugio immaginario di tanti tuoi lettori.” Gli spiegò la donna, accarezzandogli la guancia dolcemente.
    “ Non possiamo saperlo e magari potrei iniziare con il rivelare la mia identità solo a persone fidate. Alex e Jenny lo sanno da tempo e hanno sempre mantenuto il segreto, senza contare i miei familiari…” Esclamò di rimando lo scrittore.
    “ Perché loro ti amano perché sei Bill e non ti farebbero mai del male, ma chi ci assicura che succederebbe altrettanto con qualcun altro che magari credi solo di conoscere?” il discorso di Aileen non faceva una piega, ma lui doveva dirlo a Tom. A costo di farlo fuggire, a costo di mettere a repentaglio la sua tranquillità…
    “ Ho conosciuto un ragazzo e vorrei che lui sapesse chi sono in realtà.” Mormorò.
    “ Oddio è fantastico Billy!!! E chi è?” Esclamò la donna, abbracciandolo con trasporto.
    “ Quel ragazzo…” Disse indicando Tom con un cenno del capo.


    Tom gettò il telo sulla sabbia con noncuranza e correndo verso la riva si tuffò tra le fredde acque dell’ oceano. Aveva bisogno di schiarirsi le idee e far sbollire la rabbia. Quella ragazza, chiunque fosse, gli stava troppo addosso e quelle carezze e gli abbracci non potevano essere solo un semplice gesto d’affetto. Si sarebbe ucciso piuttosto che abbassarsi a chiedere chi fosse o ad indagare oltre. Bill aveva recitato ad hoc il ruolo del bravo ragazzo e lui ci stava cascando come un allocco, ma per fortuna il destino gli aveva dato una mano.
    Nuotò furiosamente per alcune decine di metri allontanandosi dalla riva e poterli così osservare indisturbato. Bill si era seduto e stava scrutando il mare nella sua direzione, se fosse stato sicuro che lui avesse potuto vederlo nitidamente gli avrebbe volentieri mostrato il dito medio. Si immerse nuovamente e percorse qualche metro sott’ acqua, poi riaffiorò a guardò di nuovo. Bill si era alzato e ora, accanto al bambino che continuava indisturbato le sue operazioni di scavo, agitava le braccia per richiamare la sua attenzione.
    Che faccia tosta… disse tra sé Tom, galleggiando per riprendere fiato. Non era più allenato come un tempo e rischiava di non riuscire a tornare a riva se non si calmava.
    Nuotò lentamente verso la spiaggia e nel frattempo cercò di tranquillizzarsi. La miglior difesa era l’indifferenza, per nulla al mondo avrebbe fatto trapelare quanto in realtà quella situazione lo stesse infastidendo.
    Bill lo raggiunse, totalmente rapito dalla visione di Tom che usciva dalle acque dell’oceano e tentò un timido approccio. Non sapeva come comportarsi a dire il vero, il chitarrista in costume da bagno e per di più bagnato gli animava i più bassi istinti, ma era consapevole che avrebbe dovuto comportarsi in tutt’altra maniera.
    “ Ehi ciao, ti ho chiamato prima, non mi hai sentito?” Esordì, scostandogli una ciocca di capelli appiccicata al viso. Tom si chinò per raccogliere l‘asciugamani e lo avvolse attorno al suo corpo come per erigere una barriera tra loro.
    “ Evidentemente no…” Si limitò a rispondere, scostandosi da lui.
    “ Vai già via?” Chiese Bill titubante.
    “ Vedo che sei già in compagnia, non vorrei disturbare…”
    “ Nessun disturbo. Aileen e Matt saranno felici di fare la tua conoscenza!” Si affrettò a dire, trascinandolo verso la ragazza che li stava osservando poco distante.

    “ Tom ti presento Aileen e quel bambino che sta cercando il petrolio è suo figlio Matthew!” Esclamò sorridendo ai due. La mano della donna si tese verso di lui e il suo sguardo si posò sui suoi pettorali pronunciati. Ora capiva perfettamente chi fosse stato la “musa ispiratrice” di Bill per il personaggio di Theon, quel ragazzo era uno degli uomini più belli che lei avesse mai visto.
    “ Piacere, non sapevo che Bill avesse amici così affascinanti!” Cinguettò lei ammiccante.
    “ Nemmeno io ero a conoscenza del fatto che frequentasse belle donne…” Rispose Tom ironico, lasciando la sua mano.
    “ Aileen è… è il mio futuro capo. Lavorerò per lei nella casa editrice…” Si affrettò a dire Bill per chiarire ogni possibile equivoco.
    “ Sono un agente letterario e Bill sarà il mio braccio destro.” Intervenne lei a sostenere la menzogna del suo protetto. Erano abituati ad inventare scuse e bugie più o meno plausibili da qualche anno a questa parte.
    “ Mmh davvero interessante… così magari ti darà anche una mano a pubblicare qualcosa di tuo. Non è il tuo sogno quello di veder pubblicato un tuo libro?” Disse Tom in tono complice.
    “ Semmai scriverà qualcosa di meritevole, sarò felice di curargli le pubbliche relazioni, questo è certo! Ma dimmi, com’era l’oceano?” Rispose l’agente, cambiando poi discorso.
    “ Bagnato?” Suggerì il chitarrista.
    “ Hahaha! Oltre che bello sei anche simpatico, dovrò dire a Bill di tenerti d’occhio!” Esclamò la donna, dando una pacca sulla spalla dell’interessato che nel frattempo era diventato paonazzo.
    “ Io e Bill siamo solo amici e credo rimarremo tali, ma nel caso qualcosa di diverso dovesse succedere sarai la prima a saperlo. Se ora volete scusarmi, dovrei proprio andare, mi aspettano in città per l’ora di pranzo.” Si inventò lì per lì pur di potersene andare. Quei due non gliela raccontavano giusta e lui non sarebbe rimasto un attimo di più a farsi prendere per i fondelli. Girò su se stesso e senza indugiare oltre si avviò verso casa senza nemmeno voltarsi. Era certo che lo stessero osservando e criticando il suo brusco modo di fare, ma non gliene fregava assolutamente nulla.
    O quasi.
    Non era nei suoi programmi farsi incasinare ulteriormente la vita. Non aveva tempo per una relazione sentimentale, né tantomeno per farsi prendere in giro da qualcuno. Nemmeno se quel qualcuno aveva profondi occhi color gianduia e un sorriso ammazzacristiani , baciava divinamente e si chiamava Bill. Doveva pensare a se stesso, alla sua vita e cercare di convivere con il senso di colpa rendendolo accettabile. Era stato fin troppo duro con se stesso, era giunto il momento di voltare pagina.
    Forse avrebbe potuto parlare con il dottor Peters e costringerlo a rivelargli i risultati delle analisi. Era un suo diritto in fondo anche se conoscere la verità avrebbe potuto aiutarlo o distruggerlo. Doveva però tentare.
    Cercò il suo numero in rubrica e fece partire la chiamata. Dubitava che potesse ricordarsi di lui e si stupì quindi quando lui dichiarò invece la sua disponibilità a riceverlo anche subito.

    Bill sbuffò e si lasciò cadere sull’asciugamani, seguito da Aileen. Lo conosceva abbastanza da aver capito che dietro quella sua apparente indolenza ci fosse invece un mare in tempesta. Era chiaro che lui non si fosse bevuto le loro bugie e che quindi si rendeva necessaria una confessione in piena regola prima che la situazione precipitasse irrimediabilmente.
    “ Devo dirglielo Leen.” Disse, guardando il piccolo Matt che veniva verso di loro con un secchiello colmo d’acqua.
    “ E’ importante per te, vero?”
    “ Più di quanto tu possa immaginare.”
     
    Top
    .
  13.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous

    Capitolo 18





    “ Buongiorno Tom, si accomodi.” Il dottor Peters si fece da parte per farlo entrare nello studio. Il chitarrista si guardò intorno, era tutto come lo ricordava: una piccola stanza ordinata con centinaia di libri di medicina e fascicoli stipati nella libreria di mogano, la scrivania, il portapenne in argento, il computer, le due sedie ricoperte di velluto verde, la grande finestra con le tende un po’ logore che dava sul giardino ...
    “ Salve dottore, spero di non averla disturbata.”
    “ Nessun disturbo, a dire il vero mi sarei aspettato la sua visita qualche mese fa. Il nostro reparto prevede un’ attività di supporto ai familiari dei pazienti e pensavo che avrebbe chiesto il nostro aiuto dopo la morte di suo padre.” Spiegò brevemente il medico.
    “ Aiuto?!” Chiese il ragazzo confuso.
    “ Forse ora non ricorda, ma ne avevamo parlato a suo tempo, credo però che fosse troppo arrabbiato all’ epoca per poter accettare il nostro sostegno.” Tom abbassò lo sguardo sulle sue scarpe e sospirò. Era vero e quella rabbia non l’aveva ancora abbandonato del tutto.
    “ Cosa posso fare per lei? Ha problemi di salute?” Chiese, invitandolo a sedersi di fronte a lui.
    “ No, io sto bene e anche mia sorella… il motivo per cui sono venuto qui è… che… io vorrei avere il risultato delle prove di compatibilità…” Soffiò fuori imbarazzato.
    Il medico scrutò il suo volto con sguardo indagatore, non era certo la prima volta che riceveva richieste del genere e non era stupito, ciò che lo sorprendeva era il tempo che era già trascorso dalla morte del padre.
    “Perché vuole saperlo solo ora?”
    “ Perché penso sia giunto il momento di voltare pagina. Il senso di colpa per non aver potuto far nulla per mio padre mi sta perseguitando da mesi, ma ora devo sapere, credo che questo potrebbe aiutarmi a superare il dolore per la sua perdita.”
    Il dottor Peters armeggiò con il computer che si riavviò dopo qualche istante e si mise alla ricerca del file.
    “ Dunque… Kallen, Karmin… Kaulitz… ecco, trovato.” Esclamò, aggiustandosi gli occhiali sul naso e scorrendo velocemente le pagine piene di dati.
    Tom si sporse verso il monitor involontariamente, non ci capiva assolutamente nulla, ma la curiosità aveva preso il sopravvento.
    “ Dunque… eccole. E’ veramente sicuro di voler conoscere il risultato?”
    “ Sì. Tanto peggio di così, non potrebbe essere, non crede?”
    “ Come ben saprà la possibilità di essere istocompatibili è comunque esigua e spesso i familiari si lasciano sopraffare dal senso di colpa, purtroppo però non si può fare ancora molto per questo. Le farà comunque piacere sapere che è compatibile con sua sorella.”
    “ Vuol dire che non ero istocompatibile con mio padre, ma in caso di necessità potrei donare gli organi a Mia e lei a me?”
    “ Esatto. I vostri HLA sono praticamente identici e ridurrebbero al minimo la possibilità di un rigetto.”
    “ Anche se sono gay? Ma la legge non vieta la donazione degli organi?” Esclamò sorpreso.
    “ Le leggi cambiano continuamente e molto si sta facendo per questo. E’ assurdo discriminare gli omosessuali basandosi solo su preconcetti, non crede?” Rispose il medico sorridendo.
    “ E’ quello che ho sempre pensato io! Come se la promiscuità e i rapporti a rischio non esistessero anche tra gli etero!” Si infervorò Tom.
    “ Da anni stiamo combattendo per questo e considerato il numero ancora relativamente scarso di donatori, si sta facendo di tutto per abbattere queste barriere bigotte e antiprogressiste.”
    “ Quindi anche lei è favorevole?” Chiese il chitarrista, notevolmente sollevato.
    “ Io sono a favore della scienza e della medicina. Sono un medico e ho il dovere di curare i miei pazienti al meglio, anche se purtroppo a volte devo scendere a patti con l’ignoranza, ma ora finalmente sembra che qualcosa si stia sbloccando e presto avremo leggi meno restrittive. E per quanto la riguarda Tom, mi dispiace che abbia vissuto con questo atroce dubbio per tutto questo tempo. Sapere di non esser compatibile, non le restituirà suo padre, ma almeno non la colpevolizzerà più il fatto di essere gay. Mi chiedo perché non sia venuto da me prima.”
    “ Ero troppo occupato a leccarmi le ferite, dottore. Il mio orientamento sessuale era stato motivo di discussione con mio padre. Per un genitore credo non sia mai facile accettare una cosa come questa e io potevo capire ciò che provava nei miei confronti. Quando l’ha saputo non mi ha parlato per settimane ed è stato merito di mia sorella e della sua intelligenza se aveva poi ricominciato a farlo, addirittura arrivando ad accettare il ragazzo che frequentavo allora. Aveva capito che la mia omosessualità non mi avrebbe mai portato via da lui. Io rimanevo sempre Tom, il ragazzino a cui aveva insegnato ad amare la vita, a suonare la chitarra e leggere la musica, a pescare i pesci nella corrente del fiume, il figlio che lo avrebbe per sempre adorato. Mio padre era un grande uomo, dottor Peters...” Rispose, alzandosi dalla poltroncina.
    “ E lei un bravo figlio, Tom. Sono contento che sia venuto e di esserle stato utile.” Disse il medico, stringendogli calorosamente la mano prima di congedarlo.
    Tom uscì dallo studio con il sorriso sulle labbra. Non pensava che sentirsi dire dal medico che aveva in cura suo padre, ciò che aveva supposto per mesi, ma che era pur sempre rimasto un dubbio, lo potesse far sentire così bene.
    Era stato immensamente stupido a non voler dar ascolto a Mia, a sua madre, agli amici e aver atteso così a lungo prima di rendersi conto che sarebbero bastati dieci minuti del suo inutile tempo per cambiare la sua vita.
    Meglio tardi che mai, cantilenò mentre saliva in auto e si dirigeva alla casa sulla spiaggia.


    Mia aveva preso alla lettera il consiglio di Sweetie e ancor prima di convocare i due prescelti per il video, microcamera professionale alla mano, aveva fatto, non vista, alcune riprese di ciò che era accaduto in spiaggia quel mattino. La sua improvvisata postazione, accanto al chiosco del vecchio Paul che da secoli vendeva bibite a gelati, le aveva permesso di filmare Tom, Bill e la sua misteriosa amica, fornendole buon materiale per il cortometraggio. Certo quel che stava facendo era per lo più illegale, ma sperava nell’ immediato perdono, una volta montato e mostrato loro il video.
    Riesaminò le immagini al computer per l’ennesima volta, mentre nella sua mente la trama si faceva strada. Forse Alex aveva ragione e il dubbio l’assalì di nuovo: la storia che aveva in mente era banale, una relazione gay non faceva più così tanto scalpore, nemmeno se arricchita di una presenza femminile a fare da terzo incomodo e magari anche un figlio. Solo una canzone dal testo accattivante avrebbe potuto salvare il tutto e per questo confidava in suo fratello, se solo si fosse lasciato avvicinare.
    L’aveva raggiunto in casa, quando l’aveva visto rientrare, ma lui si era rifiutato di parlarle, adducendo ad un impegno improvviso e importante e si era fiondato sotto la doccia prima che lei potesse nuovamente riaprire bocca.
    Il resto della comitiva, guarda un po’ erano ritornati anche Revon ed Andy , che facce toste!, erano in piscina a prendere il sole e a lei non era rimasto altro da fare che chiudersi in stanza ad armeggiare con il suo materiale. Avrebbe potuto chiamare Kate, ma dopo la loro discussione era ovvio che non volesse aver più a che fare con il video. Se non fosse che avevano contribuito alle spese dell’ affitto, li avrebbe volentieri buttati tutti fuori casa quei rammolliti!
    Sbuffò, mentre riguardava al rallenty il momento in cui la donna del mistero abbracciava Bill. Un semplice gesto d’affetto, ne era sicura, ma nella sequenza successiva l’espressione di Tom era di tutt’ altro avviso.
    Era geloso!
    Dunque Sweetie ci aveva visto giusto e tra quei due doveva esserci qualcosa! Immediatamente quel pensiero fece curvare gli angoli della sua bocca verso l’ alto e dimenticare il motivo per cui erano state catturate quelle immagini.
    Conosceva troppo bene suo fratello per non carpire ogni suo sbalzo d’umore e dal filmato si poteva sicuramente evincere che fosse prossimo all’ esplosione. Quella donna con bambino al seguito doveva esser molto importante per Bill e di certo Tom doveva aver faticato molto ad ingoiare l’amaro boccone.
    “ Wow, interessante!” Esclamò a voce alta, soddisfatta della scoperta.
    “ Cos’è che è interessante?” La voce di Tom la fece sobbalzare sulla sedia. Si affrettò a chiudere il file e si girò in preda all’ imbarazzo.
    “ Ciao, non ti ho sentito arrivare…” Borbottò, abbozzando un mezzo sorriso.
    “ Che stavi facendo? Ancora alle prese con il video plagiato? Scherzò lui, indicando la microcamera ancora collegata al PC.
    “ N-no. Stavo visionando dell’ altro materiale. Ormai credo che dovrò ripiegare su qualcos’ altro, se vorrò partecipare al contest. Tu dove sei stato?”
    “ Dal dottor Peters.”
    “ L’ematologo di nostro padre?”
    “ Già.”
    “ E perché? Stai male?” Chiese preoccupata.
    “ No, però era giunto il momento di voltare pagina. Ti comunico che il nostro HLA è pressoché identico e che quindi nemmeno io ero idoneo alla donazione di midollo.” La informò, sorridendo sghembo.
    “ Oddio Tom! Papà mi perdonerà, ma sono così felice per te!” Esclamò la ragazza mettendogli le braccia al collo e baciandolo su entrambe le guance, “ non sai quanto ho pregato perché tu arrivassi a compiere questo passo! Io stessa avrei potuto chiederlo al dottore, ma sapevo che poi ti saresti arrabbiato ancor di più!” Continuò stringendosi a lui.
    “ E come ti senti ora?”
    “ Meglio. Nostro padre non tornerà più in vita, ma almeno so che la sua morte non è dipesa dal fatto che io sono gay.”
    “ Sei uno sciocco, lo sai vero?”
    “ Adesso lo so, ma il dolore per la sua perdita mi aveva azzerato la capacità di pensare razionalmente.”
    “ Dobbiamo festeggiare, ti porto da Sweetie! Oggi cucina greca!” Esclamò la ragazza, battendo le mani.
    “ Non mi sembra il caso Mia…” Obiettò Tom. La sua presa di coscienza era un avvenimento, ok, ma il fatto che fosse comunque legata alla morte del padre, non la faceva certo divenire motivo di festeggiamento.
    “ E’ il caso! Papà starà sorridendo da lassù! Dai testone è solo un pranzo, dobbiamo pur mangiare, no? E l’idea di farlo con gli altri proprio non mi va.” Incalzò Mia trascinandolo fuori dalla stanza e non ammettendo un no come risposta.
     
    Top
    .
  14.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    Stop Babe

    Group
    Administrator
    Posts
    54,243
    Location
    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

    Status
    Anonymous

    Capitolo 19





    Quando Bill, Aileen e il piccolo Matt varcarono la soglia del ristorante di Sweetie, Tom e Mia stavano gustando una ghiotta insalata greca. Bill li vide immediatamente e fatto un cenno di intesa alla sua agente si incamminò verso il loro tavolo.
    “ Ehi ciao! Anche voi qui a pranzo?” Esordì, dandosi mentalmente dell’ idiota. Che altro avrebbero potuto fare in un ristorante se non mangiare?
    “ Ciao Bill! Vuoi unirti a noi?” Disse immediatamente Mia liberando la sedia su cui aveva appoggiato la borsa e guadagnandosi così un’ occhiata truce da parte del fratello. Era ovvio che lui non volesse nessun’ altra compagnia.
    “ Grazie, ma non sono solo…” Disse, indicando la donna e il bambino che ora stavano parlando animatamente con Sweetie.
    “ E’ una tua amica?” Chiese incuriosita la ragazza.
    “ E’ il suo capo Mia, e vorranno stare soli visto che dovranno sicuramente parlare di lavoro.” Rispose al suo posto Tom acido come uno yogurt scaduto. Bill lo guardò divertito, era arrabbiato nero! Anche se tentava di non darlo a vedere era roso dalla gelosia!
    “ Non c’è problema, se per voi va bene faccio aggiungere un tavolo qui. ” Lo provocò, sorridendo sghembo.
    “ No! Cioè noi abbiamo quasi finito!” Borbottò Tom, imprecando poi dopo aver ricevuto un calcio in uno stinco dalla sorella.
    “ Abbiamo preso solo un’ insalata e io ho ancora fame! Sì Bill, unitevi a noi!!!” Esclamò Mia, fulminando con lo sguardo Tom che sospirò sconfitto. Pranzare con Bill e il suo capo era l’ ultimo dei suoi desideri, ma a quanto pareva, quando c’era sua sorella nei paraggi lui non aveva alcuna voce in capitolo.
    Bill si allontanò dal loro tavolo per poi farvi ritorno con Aileen, Matt e Sweetie che in un attimo apparecchiò anche per loro, mentre Bill faceva le presentazioni.
    Mia osservò attentamente la ragazza al fianco di Bill, se non fosse stata sicura al cento per cento della sua omosessualità, avrebbe potuto affermare senza ombra di dubbio che fossero una bellissima coppia. Il suo volto circondato da una cascata di capelli castani e illuminato da due occhi color degli smeraldi dal taglio esotico, gli conferivano un aspetto decisamente attraente. Indossava un abito semplice color cipria che metteva in risalto la sua pelle leggermente abbronzata e priva di difetti. I sandali Louboutin, li avrebbe riconosciuti tra milioni, fasciavano alla perfezione i suoi piedi magri e curati. Era di sicuro qualche anno più grande di Bill, ma nell’ insieme era una donna stupenda. Sì sentì un brutto anatroccolo una volta tanto, con i suoi short in jeans sfilacciati e la maglietta di Snoopy che a volte indossava anche per dormire. Sapeva di essere avvenente e di esser in grado di far girare la testa a più di un ragazzo, ma avrebbe voluto possedere anche un solo grammo dell’eleganza innata di Aileen.
    “ Itie, io voglio la bistecca di dinosauro!” Esclamò il bambino all’ uomo che l’aveva preso in braccio per poi depositarlo su un morbido cuscino posto sulla sedia, per farlo arrivare più agevolmente al tavolo.
    “ Matt mi dispiace, oggi niente bistecche di dinosauro, ma solo cotolette di triceratopo! Rispose lo chef, arruffandogli i capelli.
    “ Ooookkkk! Mamma posso prendere la cotoletta di tricr… ticre… di topo? Semplificò il bimbo, ansioso di ricevere il permesso.
    “ Triceratopo? Ok va bene.” Affermò Aileen senza scomporsi, dopo gli occhi di pterodattilo con cui facevano colazione quasi tutte le mattine, questo era davvero niente! Bill sorrise, imitato anche da Mia, al divertente siparietto dei tre che sembravano esser molto affiatati. Tom se ne stava in disparte sbocconcellando la sua insalata che all’ improvviso non era più molto appetitosa. Ci mancava anche questa! Quello che doveva esser un pranzo in “famiglia” con sua sorella, stava prendendo tutt’altra piega. Era fin troppo evidente che Bill si stava divertendo alle sue spalle e non perdeva occasione per fargli notare che sorridere un po’ di più non gli avrebbe provocato una paresi facciale.
    “ Dunque tu sei il capo di Bill?” Chiese ad un tratto Mia, mentre assaggiava direttamente dal piatto di quest’ultimo un boccone di dolmades¹.
    “ Sì e sono elettrizzata all’ idea di cominciare a lavorare con lui. E’ un ottimo elemento e sono certa che mi sarà di grande aiuto!” Rispose Aileen, bevendo un sorso di retzina², “in questo periodo ci sono molti nuovi autori che necessitano di un’ adeguata promozione, oltre a quelli affermati che già seguo.” Concluse l’agente.
    “ Dev’essere un lavoro molto interessante e appagante! Curi gli interessi di molti scrittori? Incalzò Mia.
    “ Mmh, abbastanza. Ma solo uno è molto famoso e si è affermato a livello internazionale.” Spiegò tranquillamente la donna.
    A Bill andò per traverso il boccone, tossendo violentemente e prontamente Tom gli diede un paio di colpi sulla schiena, mentre Aileen al suo fianco gli versava dell’acqua e gli porgeva il bicchiere.
    “Ok… tutto bene… scusate…” Li rassicurò lo scrittore, quasi afono per lo sforzo. Non potevano parlare di qualcos’altro per Dio? Non era certo quello il momento più appropriato per fare quel genere di rivelazioni!
    “ E se non sono indiscreta, chi è?” Chiese invece Mia, determinata a scoprire di più.
    “ B.T. Truman.” Rispose candidamente l’agente, mentre il rossore sulle guance di Bill virava rapidamente al color cenere. Non sapeva quale bomba aveva appena disinnescato la sua cara agente!
    “ Oh mio Dio! Oh mio Dio! B.T. di Red Blood?! Io sono una sua fan accanita, il suoi libri sono fantastici, ci parliamo nel blog sai? Oh mio Dio, non posso crederci! Dunque tu sei il misterioso Colonnello McNamara che ogni tanto lui cita? Gridò noncurante degli altri avventori che la osservavano stralunati, mentre si agitava sulla sedia in preda ad un raptus euforico.
    “ Sono Aileen McNamara, ma non sapevo di aver l’appellativo di ‘colonnello’!” Esclamò l’agente, lanciando un’ occhiata torva a Bill, che fingendo uno starnuto nascose il volto nel fazzoletto. Quando avrebbe imparato Mia a farsi i cavoli suoi?
    “ Lo fa in maniera molto affettuosa, affermando che senza di te, che lo tieni sotto stretto controllo, non sarebbe diventato lo scrittore famoso quale è!” Lo difese immediatamente la ragazza. Certo sarebbe stato fantastico se Aileen avesse potuto raccontare qualcosa di più su di lui, ma non osava chiedere per timore di sembrare troppo invadente.
    “ Dovrò comunque rimproverarlo per avermi fatto passare per una specie di dittatore! Quel ragazzaccio! Non crescerà mai!” si lasciò sfuggire la donna, prima di riprendere a mangiare la sua moussaka³.
    “ E’ quindi un ragazzo?” Chiese Tom, rimasto fino a quel momento in silenzio. Non che gli interessasse saperlo, il suo pessimo giudizio su di lui sarebbe comunque rimasto inalterato, ma era consapevole che anche solo un’altra piccola news in più sul suo amato scrittore, avrebbe reso sua sorella la ragazza più felice della terra.
    “ Sai che Mia sta studiando per diventare regista?” Intervenne Bill cercando di dirottare la conversazione su altro.
    “ Davvero? E che indirizzo? Teatrale o cinematografico?” Domandò Aileen, lasciando inevasa la richiesta di Tom e felice di cambiare discorso. Bill era pallido come un cadavere e non era certo sua intenzione fargli venire un infarto! Il gioco si era spinto ben oltre i leciti confini che si erano prefissati.
    “ Cinematografico, ma sono in fase di riflessione…” Rispose seria.
    “ E da quando?” Incalzò il fratello stralunato, “ dopo tutto il casino che hai combinato per partecipare a quel concorso, ora mi dici che stai riflettendo?!”
    “ Ne possiamo parlare un’altra volta? Non credo che ad Aileen e a Bill interessino le mie crisi esistenziali!” Rispose Mia piccata.
    “ Mamma posso prendere il dolce?” Li interruppe Matt, totalmente disinteressato ai loro discorsi, indicando la fetta di torta al cioccolato del cliente al tavolo di fianco.
    “ Sì tesoro, ma prima devi terminare la tua cotoletta di triceratopo.” Rispose Aileen al figlio.
    “ Non mi va piùùùù! Voglio il dolceeee!” Piagnucolò il piccolo.
    “ Matthew smettila di fare i capricci!” Lo redarguì la madre.
    “ Ehi Matt, ma lo sai che quella è cacca di brontosauro?” Sussurrò Bill con fare complice, sporgendosi verso di lui e facendolo subito sorridere, “e sono sicuro che sia molto più buona la tua cotoletta!”
    “ Bleah! Che schifo! Non la voglio la cacca di brontosauro!” Esclamò, riprendendo a mangiare.
    “ Visto come si fa? Potere di persuasione Leen.” Si pavoneggiò lo scrittore.
    “ Per questa volta ti è andata bene, ma vorrei ricordare di quella volta che ti sei messo quasi a piangere perché non voleva assaggiare i tuoi buonissimi involtini al formaggio!”
    “ Eri tu che non volevi!”
    “ Ma erano al peperoncino! Come puoi far mangiare ad un bambino di tre anni del cibo piccante?” Lo rimproverò l’agente scuotendo il capo rassegnata.
    “ Ho quattro anni io!” intervenne Matt intenzionato a farsi valere, soprattutto dopo esser riuscito a terminare la cotoletta di triceratopo.
    “ Sì, lo sappiamo Matt e come tutti i bambini di quattro anni che si rispettano, hai diritto ad un premio!” Affermò Bill.
    “ E quale?” Chiese incuriosito il bambino.
    “ Puoi scegliere tra il gelato o un giro sul quad nuovo di Sweetie…”
    “ Il quad!!! Il quad!!! Vero mamma che posso?” Esclamò il bambino con gli occhi lucidi per l’ emozione. Non era mai stato su un quad vero in vita sua, anche se ne possedeva uno giocattolo per scorazzare in giardino.
    Aileen osservò suo figlio e poi Bill, sui loro visi c’era la medesima espressione di chi attendeva con trepidazione un consenso.
    “ Va bene, ma stai molto attento e in quanto a te Bill, questa me la pagherai profumatamente!” Affermò nel tentativo malriuscito di sembrare seria.
    Li guardò mentre uscivano dal locale tenendosi allegramente per mano e poteva giurare che quello che si sarebbe divertito di più tra i due probabilmente non sarebbe stato suo figlio.
    “ Sembrano molto legati Bill e Matt…” Constatò Mia.
    “ Lo sono. Bill è una delle poche persone importanti della mia vita e voglio che anche per Matt lo sia. E’ una sorta di fratello maggiore per lui, una figura maschile da cui attingere ed imparare.” Rispose la donna decisa.
    “Scusa se te lo chiedo, ma… il padre?”
    Allé, andato. Un mattino mi sono svegliata e non c’era più. Credo che l’idea di diventare genitore lo terrorizzasse a tal punto da vedere nella fuga l’ unico modo per sottrarsi alle sue responsabilità.” Spiegò senza tradire la minima emozione. Ormai parlare di Kevin non le suscitava più alcuna sensazione, si era rivelata la persona che lei già sospettava potesse essere ed era stato un bene alla fine che lui se ne fosse andato a gravidanza appena iniziata. Aveva avuto il tempo necessario per ponderare le sue decisioni, anche se l’idea di sbarazzarsi del bambino non le era passata nemmeno per l’anticamera del cervello, e prepararsi alla sua nuova vita come madre single. Bill le era stato di grande aiuto sia morale che materiale. Si era autonominato uomo di casa e si ero preso cura di lei come il migliore dei compagni, aveva iniziato in quel periodo la stesura del suo terzo libro e lei era sicura che il titolo 'Life goes on' non fosse stato scelto a caso, ma per celebrare un nuovo inizio.
    Non avrebbe mai smesso di ringraziare quell’ esile ragazzo, un tempo dall’ aspetto angelico ora divenuto uno splendido uomo, per come aveva dipinto di rosa la sua vita anche quando sembrava che tutto le stesse crollando addosso.
    “ Mi dispiace molto. Non deve essere facile crescere un figlio da sola.” Affermò Mia triste.
    “ Non lo è, ma io sono stata fortunata. Ho un ottimo lavoro ben retribuito che mi permette di trascorrere molto tempo insieme a Matt, ho i miei amici e ho Bill che mi ha supportato e anche sopportato come nessun altro e continua a farlo.” Rispose con un dolce sorriso.
    Tom aveva ascoltato attentamente i discorsi delle due ragazze, incamerando più dati possibili su Bill. Non poteva giurare che tra quei due non ci fosse o fosse stata una storia, ma indubbiamente Aileen gli piaceva. E anche Bill, nonostante tutto.
    “ Vado a vedere che combinano quei due.” Le avvisò prima di alzarsi dal tavolo e lasciarle alle loro chiacchiere tra donne.

    Bill e Matt stavano scorazzando sul tratto di spiaggia pubblica dove era consentito utilizzare il quad, gridando e ridendo come due ossessi. Il bambino si teneva saldamente ai fianchi dello scrittore nonostante procedesse lentamente per non fargli correre alcun pericolo, ma il movimento e il rombo del potente motore già erano sufficienti a farlo divertire. Non avevano avuto molte occasioni per stare insieme negli ultimi tempi, ma Bill era davvero affezionato a quel piccolo briccone. Vivace e arguto, quel bambino l’aveva conquistato già dal primo vagito e per nulla al mondo si sarebbe separato da lui. Tom li osservava divertito, deciso ad abbassare una volta tanto il suo grado di acidità. Appurato che non c’erano legami di parentela con quel simpatico bambino,doveva almeno dare a Bill una chance prima di trarre come al solito le sue personalissime e spesso sbagliate conclusioni. Quindi si mise seduto in riva al mare e attese che i due terminassero il loro giro.


    ¹ Foglie di vite ripiene di riso, cipolle e pomodoro con erbe aromatiche.
    ² Vino bianco a cui viene aggiunta resina durante la fermentazione per allungarne la conservazione.
    ³ Pasticcio di carne e melanzane in cui gli strati di melanzane sono conditi con ragù di carne, ricoperti di besciamella e cotti al forno.
     
    Top
    .
  15. rawak
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Grazie!! Anche se non ho risposta prima, non mi sono persa una "puntata"!!
     
    Top
    .
212 replies since 25/1/2014, 11:45   5343 views
  Share  
.