Black Blood

In fase di scrittura

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    Capitolo 52




    Tom posò la chitarra sul supporto e si massaggiò i muscoli delle spalle indolenziti. Le prove erano durate più del previsto, ma avevano svolto un buon lavoro e Jason si era congratulato con tutti. Indubbiamente suonare per tante ore era stato per lui un toccasana, aveva tenuto a bada i suoi pensieri e ora si sentiva più rilassato. Poteva gestire i suoi sentimenti controversi facendo musica. Solo lei aveva il potere di far passare tutto in secondo piano. Ecco, privilegiare ciò che più gli piaceva sarebbe stata la sua medicina per lenire il dolore. A quel pensiero si ritrovò a sorridere amaramente… anche Bill gli piaceva… Scacciò la sua immagine con la mano e sospirò profondamente, chiudendo gli occhi.
    “ Ehi, tutto ok? Abbiamo giusto il tempo per farci una doccia prima dell’ intervista radiofonica per KROQ.” Disse Jason avvicinandosi. Aveva cercato più di una volta ad attaccar discorso con lui quel giorno, senza tra l’altro riuscirci. Tom aveva risposto con un cenno di assenso del capo, sembrava molto concentrato su ciò che stavano facendo, ma molto poco propenso a parlare. Non che il cantante si fosse meravigliato di quel comportamento, ormai si era abituato agli umori altalenanti della sua prima chitarra, però gli stava sfuggendo qualcosa. Che avesse saputo della vicenda di Bill?A proposito doveva chiamarlo per avere notizie sulle sue condizioni di salute, la sera precedente aveva fatto prendere a tutti un bello spavento!
    “ Ragazzi direi che per oggi possa bastare!” Esclamò saltando giù dal piccolo palco con un balzo, “ ora andate a casa e riposatevi! Vi voglio qui domattina più carichi che mai!” Raccomandò a tutti. Uscì dalla sala prove facendo attenzione che nessun orecchio indiscreto fosse nei paraggi e fece partire la chiamata verso lo scrittore.
    Una voce di donna a lui sconosciuta rispose dopo alcuni squilli. Preso alla sprovvista, chiese timidamente di Bill temendo di aver sbagliato numero, ma prontamente dall’altra parte la voce si presentò: “ Sono la mamma, Bill sta riposando, ma se è urgente posso svegliarlo…”
    “ No, non si preoccupi. Ero presente ieri sera quando non è stato bene, volevo avere sue notizie.”
    “ Ah, sei un suo amico? Comunque nulla di grave. Gli hanno diagnosticato una cupololitiasi, niente che non si possa risolvere con un po’ di riposo e una terapia adeguata. Grazie dell’ interessamento, non appena si sveglierà gli dirò che hai chiamato… Jason, vero?” Chiese Simone prima di congedarlo, leggendo il nome sullo schermo e completamente ignara di chi fosse in realtà il suo interlocutore.
    “ Perfetto signora. Grazie.” Rispose chiudendo la chiamata, giusto un attimo prima che Tom facesse la sua comparsa.
    “ Jason, andiamo?” Chiese insofferente.
    “ Ehi Kaulitz, che hai? Sembra che tu stia andando ad un funerale…” Chiese il cantante.
    “ Nulla, è tutto a posto. Sono solo un po’ stanco.” Rispose il moro, facendo spallucce.
    “ Sai, ho pensato che potresti cantare Black Blood nell’encore dei concerti. Sarebbe un ottimo modo per farti ulteriormente conoscere in giro… “ Buttò lì Jason, sperando di vederlo sorridere. Era un cazzone nato, ma a vederlo così giù di corda gli si stringeva il cuore.
    “ Davvero faresti questo per me? Sarebbe fantastico!” Esclamò Tom, rianimandosi immediatamente.
    “ Ok affare fatto, allora! Daremo la notizia in anteprima durante l’intervista!” Replicò sorridendo e trascinandolo per un braccio, prima ancora che lui potesse aprir bocca.
    Se ci fosse stato un modo per fargli ritornare il sorriso l’avrebbe trovato. Come pure farlo ritornare da Bill. Era quasi geloso dell’ amore che inconsapevolmente li legava nonostante le avversità e, fosse stata la più grande sciocchezza della sua vita, avrebbe fatto di tutto per rimetterli insieme… Un pensiero improvviso si fece strada nella sua mente: molto probabilmente anche Alex era dello stesso avviso e a lui un alleato avrebbe fatto molto comodo. Avrebbero dovuto solo trovare il modo…

    Bill aveva dormito per gran parte del giorno, - i farmaci gli provocavano una sonnolenza incredibile -, e sua madre si era rivelata la più temibile delle infermiere. Lo aveva svegliato ad orari precisi per fargli assumere le medicine prescritte e riferirgli delle chiamate ricevute, gli aveva fatto letteralmente ingurgitare frullati ipervitaminici, alternati ad enormi quantità di acqua e proibito categoricamente di alzarsi dal letto, se non per andare in bagno.Esser coccolato gli faceva piacere, ma sentiva la necessità di uscire da quel torpore artificiale che lo stava innervosendo. Aveva bisogno di lavarsi, - faceva un caldo terribile -, e considerato che tutto sommato si sentiva abbastanza bene, avrebbe voluto scrivere qualcosa. Il suo romanzo stava volgendo al termine e, se si fosse affrettato, avrebbe potuto darlo alle stampe prima della fine dell’ estate. Aveva dato l’ok perché uscisse il secondo video promozionale e si era complimentato con Mia per il lavoro svolto, rassicurandola sulle sue condizioni di salute. Si stirò nel letto, alzando le braccia verso l’alto e mettendosi poi seduto, osservò il sole attraverso le persiane aperte che lentamente stava volgendo al tramonto. Cercò il cellulare e non trovandolo chiamò la madre, che immediatamente comparve sulla soglia con l’oggetto in mano.
    “Ha chiamato un certo Jason poco fa… è un tuo nuovo amico?” Disse porgendogli il telefono.
    “ Ehm… sì… che voleva?” Chiese evasivo. Era inevitabile sentire il nome del cantante e immediatamente andare con il pensiero a Tom, ma l’ultimo dei suoi desideri era poi sorbirsi l’ennesimo sermone della madre sui rapporti affettivi e sui compromessi da accettare.
    “ Voleva sapere come stavi. Gli ho detto che lo avresti richiamato.” Lo informò Simone.
    “ Va bene, grazie…”Rispose, sbadigliando vistosamente.
    “ Beh, non lo chiami?” Incalzò la madre.
    “ Lo farò tra un po’. Sono sicuro che gli avrai già fornito tu un dettagliato bollettino medico sulle mie condizioni di salute e adesso vorrei innanzitutto farmi una doccia.”Disse, alzandosi dal letto e dirigendosi verso il bagno. Di certo non lo avrebbe mai chiamato in sua presenza. Sua madre era una donna moderna che non si era mai fatta nessun problema sul suo orientamento sessuale, ma aveva il vizio di ficcanasare volentieri nelle sue amicizie e caldeggiare unioni a destra e a manca. Ricordava ancora con orrore il lavaggio di cervello operato perché lui si mettesse con Sweetie qualche anno prima! Non gli aveva praticamente raccontato nulla di Tom, e questo era stato un bene, considerato poi come erano finite e cose.
    Chiuse la porta a chiave e sospirando di sollievo, fece partire la chiamata verso Jason, che però non rispose.
    “ Staranno ancora provando…” Disse tra sé, posando il cellulare sul marmo bianco del lavabo. Inevitabile fu fissare la sia immagine allo specchio e notare le vistose occhiaie e il pallore che spiccava nonostante la leggera abbronzatura.
    “ Sono un mostro.” Decretò, facendo una faccia schifata. Vertigini a parte, non si era mai ridotto in quello stato pietoso per niente e per nessuno!
    “ Reagisci stupido!” Inveì contro la sua immagine riflessa. Sciolse i lunghi capelli, si spogliò e si buttò sotto il getto della doccia per poi uscirne dopo svariati minuti ristorato e di umore decisamente migliore. Accese la piccola radio che teneva sulla mensola e immediatamente riconobbe la voce di Tom.
    Rimase immobile e gocciolante ad ascoltarlo con il cuore che batteva a mille, mentre parlava del successo della sua canzone e dell’ imminente tour con Jason, che gli avrebbe dato nientemeno che la possibilità di cantare il suo brano nei suoi concerti.
    Bill sorrise emozionato alla notizia, constatando quanto fosse stato sbagliato il suo giudizio su Connor. Era un’ ottima persona e stava davvero aiutando Tom nella sua carriera di cantante. Come si stava dimostrando un amico nei suoi confronti, se solo avesse saputo come far ragionare il moro, sarebbe stato l’uomo perfetto!
    “ Tom parlaci ancora della tua canzone,” incalzò l’ intervistatrice, “ Black Blood racconta di amore, di dolore, di un’ impotenza rabbiosa nei confronti degli eventi che purtroppo non possiamo cambiare, puoi dirci che cosa ti ha ispirato?” Bill sentì il cuore stringersi nel petto e perdere la sua ritmicità durante gli interminabili istanti di silenzio che precedettero la sua risposta. Sapeva benissimo da dove fosse provenuta l’ispirazione per quelle dolorose e profonde parole e altrettanto sapeva quanto al moro costasse rivelarne la fonte.
    “ Poco più di un anno fa ho perso mio padre a causa di un male incurabile e la canzone è dedicata a lui,” rispose semplicemente, “ anche se in realtà potrebbe benissimo calzare anche per una storia d’amore finita male. Infatti il video a supporto del brano racconta proprio di questo.” Puntualizzò il chitarrista.
    “ Mi dispiace molto per tuo padre, ma l’ipotetica storia d’amore è un qualcosa che ti riguarda personalmente? Si vocifera che tu sia gay e che abbia un’amicizia molto speciale con B.T. Truman, l’autore della saga di Red Blood. E ora che si è mostrato al mondo intero, ammetto di esser parecchio gelosa! E’ un bellissimo ragazzo! Come vanno le cose tra di voi?” Chiese la donna curiosa.
    “ Conosco B.T. Truman, ma non c’è assolutamente nulla tra noi. I nostri modi di vivere e di vedere le cose sono molto diversi e io non sono interessato ad approfondire il rapporto con una persona che per anni ha tenuto nascosto la sua identità a tutti.” mentì spudoratamente il moro, sperando di essere credibile, “ e in ogni caso sono qui per parlare di musica e non della mia vita privata o del mio orientamento sessuale.” Infine replicò seccato, mentre Jason gli lanciava un’ occhiata bieca. Va bene, la speaker non poteva definirsi un esempio di delicatezza, ma Tom non era stato da meno! Avrebbe dovuto impartirgli lezioni di depistaggio tattico o avrebbe ben presto creato il deserto intorno a sé! Non poteva certo dettare le condizioni in quel momento e dimostrarsi scontroso, non giovava affatto alla sua immagine di cantante esordiente!
    “ Mia cara Karen, perdona Tom che è agli inizi ed è davvero emozionato ed incredulo per il successo che sta avendo il suo pezzo, come lo sono anche io, perché è la prima volta che lancio sul mercato una mia scoperta. Intervenne Jason, catalizzando l’ interesse su di lui. La donna gli rivolse un sorriso smielato che lui contraccambiò con eccessivo trasporto.
    “ Quindi Jason vuoi dire che Tom è il tuo pupillo?” Chiese lei senza nascondere la sua sorpresa.
    “ Certo che lo è anche se non si direbbe, visto che è un ragazzaccio spigoloso e di poche parole, ma sono certo che il suo talento oscurerà questi piccoli difetti e che sarà un valore aggiunto al nostro tour che inizierà tra qualche giorno.” Rispose, affabile, cercando di salvare il salvabile. Era perfettamente a conoscenza di come una risposta sbagliata potesse aver ripercussioni sulla carriera di un artista, in specialmodo se a riceverla era una donna come Karen Orlowsky, una delle speaker radiofoniche più famose d’ America.
    “ In effetti il suo pezzo è molto bello e per esser un esordiente, sta dimostrando di sapere il fatto suo.” Ammise lei, “ ma ora parlatemi del tour, come mai avete scelto di fare le prime date tutte in California?” Continuò, decisa a saperne di più. Ormai si era dimenticata della scaletta di domande prefissate all’ inizio e considerato che Connor era un oratore invidiabile, era certa che andare a ruota libera avrebbe reso l’intervista molto più spontanea.
    “ Jason ha deciso così, perché se io e la band dovessimo fare fiasco, ci rispedirà a casa a calci, senza l’onere di doverci pagare il biglietto aereo di ritorno…” Rispose Tom serio. Karen e Connor spalancarono gli occhi, prima di scoppiare entrambi a ridere.
    “ Per un attimo ci ho creduto!” Esclamò la donna divertita, “ ragazzi, sappiate che Tom Kaulitz,oltre che essere uno spigoloso ragazzaccio di talento ed estremamente attraente, ha anche un sense of humor notevole!”

    Bill si asciugò con stizza, ricacciando indietro le lacrime e il magone che gli serrava la gola. Quelle poche fredde parole pronunciate da Tom, lo aveva dapprima gettato nello sconforto più assoluto per poi esser travolto da un’ ondata di rabbia furiosa.
    Quello stronzo! Come si era permesso di parlare di lui in quei termini durante l’intervista? E a quella Orlowsky del cazzo, cosa importava della sua vita privata? Doveva ricordarsi di dire ad Aileen di cancellare l’intervista con la stazione radiofonica prevista nei prossimi giorni. Non avrebbe dato in pasto a quegli sciacalli nemmeno un momento della sua vita!
    “ Fanculo!” Esclamò, spegnendo la radio in malo modo e uscendo dal bagno completamente nudo davanti a una Simone sbigottita.
    “ Che ti prende Bill?” Chiese guardinga.
    “ Niente mamma. Tranquilla, sto bene.” La rassicurò, cercando di calmarsi, mentre si infilava un paio di boxer puliti.
    “ Sicuro? Dal tuo malumore non si direbbe. E’ successo qualcosa che io non so?” Incalzò la donna.
    “ Ci sono molte cose che non sai mamma, ma che non mi va di raccontare, ho venticinque anni, ormai credo sia arrivato il momento di prender in mano completamente la mia vita bella o brutta che sia. Da quando ho rivelato la mia identità sono cambiate alcune cose, devo solo abituarmi all’ idea che sono una persona conosciuta e che non posso più vivere come mi pare e piace. Tutto qui.” Spiegò lui finendosi di vestire, per poi dirigersi nuovamente in bagno per asciugare i capelli con la madre al seguito.
    “ La tua vita ce l’hai in mano da quando avevi diciassette anni, io sono la prima ad esser felice per te, ma capisco quando vuoi nascondermi qualcosa. Non ti obbligherò certo a raccontarmi i tuoi fatti privati, ma ricordati che non sono una stupida, so leggerti nei pensieri e solo una cosa può renderti così nervoso…”
    “ E sarebbe?...” Chiese Bill interrompendola.
    “ Questa…” Rispose puntandogli l’indice destro dritto al cuore.
    Il biondo sbuffò pettinandosi rabbioso la lunga chioma.
    “ Si chiama Tom ed è uno stronzo. Ti basta come spiegazione?” Disse scocciato.
    “ No, però mi accontenterò per il momento. Vuoi un consiglio spassionato?” Replicò Simone.
    “ No, ma so che tu me lo darai ugualmente…” Borbottò rassegnato.
    “ Non ti ho mai visto così e questo Tom deve aver creato molto scompiglio nella tua vita, tanto da farti prendere alcune decisioni fino ad ora neppure considerate, quindi ti dirò solo che devi lottare per questo amore se ne vale veramente la pena. Non lasciarti sopraffare dal dolore, reagisci e vattelo a riprendere.” Gli disse, prendendogli di mano il phon e aiutandolo ad asciugare i capelli.
    “ Fosse facile! Ci siamo lasciati,o meglio lui mi ha mollato perchè non gli ho rivelato chi fossi in realtà e quando l’ha saputo si è sentito preso in giro…” Spiegò il biondo ormai deciso a rivelarle tutto. Forse sfogarsi gli avrebbe fatto bene.
    “ Ma non avete avuto modo di parlarne?”
    “ No, lui ha eretto un muro contro di me e non ha più voluto sentir ragioni. E stasera durante un’ intervista su KROQ ha dichiarato che non intende aver rapporti con uno che per anni ha nascosto la sua identità!” Scimmiottò, ripetendo le sue parole.
    “ Intervista?! Ma chi è questo ragazzo?” Chiese confusa la donna.
    “ Tom Kaulitz, il cantante. Le radio non fanno altro che suonare a ripetizione la sua ‘Black Blood’! Esclamò stizzito lo scrittore, “ e quello che ha chiamato prima era nientemeno che Jason Connor. Tom suona la chitarra nella sua band e tra qualche giorno partiranno in tour insieme…”
    “ Ah!...” Si limitò a rispondere Simone incredula. Aveva lasciato suo figlio solo per qualche settimana e quello che era successo era inverosimile! Bill era diventato l’ombra di se stesso e quel ragazzo doveva esser un tipetto tosto.
    “ Che significa ah?” Ribattè il biondo.
    “ Non so che dirti, ma credo che tu dovresti parlargli, o meglio, obbligarlo ad ascoltarti. Forse non risolverai nulla ma il tuo cuore sarà più leggero. Non puoi lasciarti divorare dal rimorso e dai dubbi in eterno. Tu avrai anche sbagliato a non rivelargli la tua identità da subito, ma se lui ti avesse amato sul serio non pensi che avrebbe almeno potuto ascoltare le tue motivazioni?” Disse Simone, accarezzandogli la guancia pallida.
    “ Tom è un maledetto testardo, non vorrà ascoltarmi…” Sussurrò Bill.
    “ E tu un perdente. Vai da lui a dirgliene quattro e vedrai che poi ti sentirai comunque meglio!” Lo esortò Simone con improvviso spirito combattivo.

    Bill inghiottì l’ultima pillola della giornata e scongiurate vertigini e nausee improvvise, si diresse in auto verso la casa di Jason, dove sperava di potervi trovare Tom. L’ intervista era già terminata da oltre un’ ora ed era quasi certo che prima dell’inizio del tour, in piene prove generali, non ci fosse spazio per i festeggiamenti e le notti brave, per cui dovevano esser per forza lì. Parcheggiò l’auto poco distante dall’ abitazione del cantante, felice che le luci dell’attico in cui abitava fossero accese. Prese coraggio e chiamò Connor al cellulare. Erano ormai le undici di sera e forse non era l’orario più indicato per…
    “ Ehi! Come stai?” Chiese Jason, interrompendo il filo delle sue paranoie.
    “ Meglio, grazie… Jason, c’è Tom lì con te?”
    “ Ehm… sì…è in bagno in questo momento. Che succede Bill?” Sussurrò mente usciva sul terrazzo, per non farsi sentire dal moro.
    “ Io ho sentito la vostra intervista stasera e quello che ha detto mi ha… insomma io vorrei parlargli…” Cercò di spiegargli.
    “ Chiamalo allora…”
    “ Sono sotto casa tua, mi fai salire?”
    “ Solo se mi prometti che non mi distruggerete la casa e non imbratterete le pareti di sangue. Tom è un testardo nato e solo Dio sa quanto vorrei fargli cambiare idea, ma è irremovibile.”
    “ Così non mi incoraggi…” Piagnucolò il biondo, avvicinandosi al portone di ingresso.
    “ Forza… Avviso il portiere del tuo arrivo…” Disse il cantante, sorridendo.
    Jason attese Bill sulla porta, lo fece entrare e poi lasciò loro campo libero. Non era certo sua intenzione fare da terzo incomodo o trovarsi nel bel mezzo ad una discussione tra i due. Comunque fossero andate le cose, qualcosa avrebbe dovuto smuoversi e prendere un’ altra direzione. In cuor suo sperava fosse quella giusta.

    Edited by *billaly* - 3/1/2018, 22:55
     
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  2. Schuldig Innocence
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    Ok magari litigheranno ancora ma sono comunque contenta che si confrontino visto che i loro guai nascono dal "non detto", Faccio il paio con Bill, ho dovuto rivalutare Jason nel tempo, all'inizio non mi quadrava proprio, ora invece sogno di averlo come amico nella vita dei due per sempre, sempre, vedi tu :P. Brava Simone che ha dato il consiglio giusto, spero solo che Tom non faccia lo s...stupido!Ma non è che ci speri tanto!
    Grazie del chap e tanti auguri :wub:
     
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    Ricordiamoci che Tom ha visto Bill salutare in modo molto affettuoso Alex... Cocciuto com'è, non sarà mica facile convincerlo...

    Grazie per aver letto Fara, e tanti auguri anche a te! 😘💋
     
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  4. Schuldig Innocence
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    CITAZIONE (*billaly* @ 26/12/2016, 20:30) 
    Ricordiamoci che Tom ha visto Bill salutare in modo molto affettuoso Alex... Cocciuto com'è, non sarà mica facile convincerlo...

    Grazie per aver letto Fara, e tanti auguri anche a te! 😘💋

    Appunto, fantastico! ;)
     
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    Capitolo 53





    Bill si aggirò per il salone, cercando di riordinare le idee per poi dirigersi in terrazzo e accendersi nervoso la prima sigaretta della giornata. Il medico gli aveva praticamente proibito di fumare, ma lui doveva pur allentare la tensione in un qualche modo e-…
    “ Che cosa ci fai tu qui?” La voce di Tom alle sue spalle lo fece sussultare, tanto che la sigaretta gli sfuggì dalle dita e cadde a terra.
    Era ancora più bello del giorno prima, per quanto la sua espressione accigliata non promettesse nulla di buono.
    “ Io… mi ha fatto salire Jason… Tom, dobbiamo parlare…” Balbettò il biondo con il cuore in gola, dimenticando all’ improvviso tutti i suoi bellicosi propositi.
    “ Non credo ci sia nulla da dire.” Disse il moro in tono sostenuto.
    “ Perché no? Io non ho ancora avuto modo di replicare. Di spiegarti le mie ragioni. Tu hai deciso per entrambi. Magari non te ne frega un cazzo di me, ma io non posso continuare a vivere così nell’ incertezza!” Ribattè Bill.
    “ Incertezza?! Mi sembra che le cose siano molto chiare. Io non voglio stare con qualcuno che mi ha mentito e che potrebbe rifarlo!” Replicò Tom arrabbiato. Perché continuare a rigirare il coltello nella piaga?
    “ Sai benissimo perché ti ho mentito e sfido chiunque a non fare ciò che ho fatto io! Avevo la mia vita da salvaguardare prima di tutto, da proteggere dalle intrusioni della gente! Io non sono in cerca di fama, non in questo senso almeno!” Si inalberò lo scrittore.
    “ Io ero la gente quindi? Ti fidavi così poco di me, da tacermi la tua identità?!” Replicò il moro offeso.
    “ Tu non hai fatto altro che denigrarmi come scrittore e io ho avuto paura di perderti! Sei così testardo che non vedi più in là del tuo naso! E poi stasera quell’ intervista! Credimi, se fossi stato lì, un pugno sul naso non te l’avrebbe levato nessuno! Come cazzo ti permetti di parlare di me pubblicamente, quando nemmeno io sono disposto a farlo?! La nostra vita privata non è affar loro, ma non si aggira l’ostacolo, buttando merda su qualcun altro!!!”
    “ Come cazzo ha fatto a sapere quella Orlowsky di noi, se ci siamo lasciati prima ancora che tu rivelassi la tua identità a tutti? Spiegami, su, che non ci arrivo! Non mi stupirei se fosse tutta un’ abile mossa commerciale operata da te e la tua agente! Gli sputò Tom addosso, ormai privo di controllo.
    “ Ma sentiti! Sei cretino?! Potrei dire la stessa cosa anche io! Magari l’ entourage di Connor ha passato la notizia a quella!!! Il fatto è che purtroppo non siamo invisibili, i locali qui spesso sono frequentati da VIP e chiunque potrebbe averci visto insieme, potrebbero averci inavvertitamente fotografato all’ ingresso di un ristorante mentre entrava qualcun altro! Prima non eravamo nessuno, ora siamo soggetti appetibili. Possibile che non ci arrivi?! Perché credi che io volessi mantenere l’anonimato, se non per evitare rompipalle tra i piedi? Pensi che avrei potuto vivere la mia vita, finire la scuola, andare all’ Università e laurearmi in tutta tranquillità, se B.T. Truman l’autore della saga, che tu consideri merda, ma che è la più letta del decennio , fosse stato un personaggio pubblico?! Ma tu no, tu non credi a nessuno, se non a te stesso e al tuo fiuto infallibile!!! Là fuori c’è un mondo che si nutre di gossip e che non aspetta altro che qualcuno faccia un passo falso per spiattellarlo in giro, ma nonostante tutto questo, ciò che trovo più assurdo e triste è che tu continui a sentirti offeso perché ti ho mentito sul fatto che sono uno scrittore che tu non stimi e sei disposto a dimenticare tutto quello che c’è stato tra noi! Dove cazzo è finito il Tom che diceva di amarmi?!” Lo aggredì Bill, prendendolo per le spalle e scuotendolo con violenza.
    Per un attimo il chitarrista si intimorì, non aveva mai visto il biondo così fuori di sé. Se non fosse stato troppo occupato ad osservare i suoi splendidi lineamenti alterati dalla rabbia furiosa, avrebbe forse anche capito ciò che gli aveva appena detto nella sua interezza e non solo per quanto riguardava l’ultima frase.
    “ Il Tom che ti amava non esiste più e per quanto riguarda i paparazzi hai ragione, quindi ti consiglio di stare più attento, perché come ti ho visto io stamattina con Alex, ti avrebbe potuto vedere chiunque…” Si limitò a dire, scrollandoselo di dosso.
    “ Alex?!... Che cazzo c’entra Alex ora?” Balbettò Bill allibito.
    “ Bill, io non posso stare con qualcuno che ha troppi segreti come te. Come dovrei interpretare il fatto che lui era sulla porta di casa tua questa mattina e che tu lo stavi abbracciando ed eri praticamente in mutande?! Ti ha forse portato latte e biscotti?” Lo schernì Tom. Il biondo lo guardò stralunato, cercando di riordinare le idee, anche se ormai nessuna parola avrebbe fatto cambiare idea a quella zucca vuota che aveva davanti.
    “ Ieri sera non mi sono sentito bene, Alex mi ha accompagnato a casa e poi è rimasto da me. A dormire. Nella camera degli ospiti. Ma ovviamente nella tua testa bacata ha già preso vita la tua verità, quindi che cazzo te lo dico a fare? Il problema è che tu cerchi di appigliarti a qualsiasi cosa pur di mettermi in cattiva luce e per uno che dice di non amarmi più, ti assicuro che sto giochetto fa acqua da tutte le parti! Cosa ci facevi davanti a casa mia stamattina?!” Gli ringhiò contro avvicinandosì al suo viso.
    “ Ma che cazzo stai dicendo adesso?! Io passavo di lì per caso, non ho nessun problema e non devo appigliarmi a n-…” Le labbra del biondo si incollarono alle sue in un bacio rabbioso, ma incredibilmente sensuale. Tom si trovò sbattutto con forza contro il muro, mentre la lingua di Bill si insinuava nella sua bocca con prepotenza. Sentì le gambe cedere e le mani, possedute da volontà propria, aggrapparsi alle sue spalle.
    Fu un bacio intenso e violento. Tom fu trasportato alla deriva da quelle labbra esigenti, mentre il suo cuore batteva impazzito, come dopo una lunga corsa. Sarebbe stato meraviglioso perdersi in quell’ abbraccio, nel calore febbrile che quel corpo stretto a sé emanava e semplicemente ricominciare da capo, ma…
    “ Smettila Bill!!!” Gridò isterico il moro, allontanandolo da sé con fatica. Non poteva permettersi altri cedimenti, non dopo aver perso la fiducia in lui.
    “ Dimmi che non mi ami più, dimmelo in faccia e guardami negli occhi.” Chiese il biondo ansimante, con gli occhi lucidi.
    “ Smettila...” Ripetè Tom in un soffio, ancora scosso.
    “ Dimmelo, se ne sei capace!!! Piuttosto che ammettere che ti sei fottutamente sbagliato, ti uccideresti! Vaffanculo Tom!” Lo apostrofò, ascugandosi con stizza una lacrima col dorso della mano.
    “ Vattene…” Lo implorò il chitarrista. Se pensava che il dolore equivalesse a sentirsi traditi, si sbagliava di grosso. Niente fu più doloroso che stato vedere Bill a capo chino, uscire dall’appartamento e chiudere dietro di sé la porta lentamente e combattere contro la voglia di fermarlo.
    Era successo di nuovo. Non era esattamente come nel caso di suo padre, ma sentiva che quella devastante necessità di soffrire era tornata. Non riusciva a ragionare, a capire perché fosse così importante la sincerità di Bill nei suoi confronti. Si sentiva impotente, vulnerabile, privato dei suoi sentimenti e… preso in giro. Si era innamorato di una persona che in realtà non era quella che aveva conosciuto, ma era davvero poi così grave? Era davvero impossibile trovare una soluzione? Bill Trumper e B.T. Truman erano la stessa persona, due facce di un’ unica medaglia colore dell’ oro, luccicante, anche se di poco valore secondo i suoi canoni, ma osannato dai più… Era davvero questo il problema? Corse alla porta invano, nella speranza che Bill fosse ancora fuori sul pianerottolo, allora si affacciò sul terrazzo giusto in tempo per vederlo salire sulla sua auto dal lato del passeggero e partire a gran velocità, sentendo forse che quella volta se ne sarebbe andato per sempre.
    L’ aveva perso. Cazzo stava lì come un allocco su quel terrazzo ad osservare i fari posteriori della macchina diventare due piccoli puntini rossi in lontananza, mentre avrebbe dovuto correre tra le sue braccia e cercare di farsi perdonare per la sua idiozia cosmica!
    Bill l’aveva mandato, e con giusta ragione, a quel paese. Chiunque l’avrebbe fatto in realtà. Aveva un carattere di merda, concepiva a fatica altri punti di vista nella vita, come in amore. Ma se nella vita riusciva alla fine a trovare qualche compromesso, in amore era molto più difficoltoso trovare un punto in comune. Fatto stava che Bill se n’era andato e nessuna scusa, nessun cuore palpitante, né sentimento profondo avrebbero potuto farlo tornare indietro.
    Cosa c’era di sbagliato in lui? Perché si sentiva perennemente vittima di chissà quale trama oscura nei suoi confronti?
    Diede in calcio allo stipite della porta-finestra, con il solo risultato di procurarsi un grande dolore al piede. Ci mancava solo che si fratturasse qualche osso e il quadretto sarebbe stato completo! Imprecò varie volte, mentre gli occhi si inumidivano di quelle lacrime fin troppo a lungo trattenute. La sua vita amorosa era uno schifo e lui era l’unico artefice di quello scempio.
    Provò a chiamare Bill, ma l’antipatica voce dell’ operatore telefonico lo avvertì che non era raggiungibile. Si mise seduto a terra e attese di calmarsi. Piangere non era certo nelle sue corde e odiava essere così vulnerabile. Doveva trovare una soluzione, ritrovare il suo equilibrio, anche se ciò avrebbe significato trovare il compromesso che lui in altre situazioni avrebbe di certo esitato ad accettare.
    Bill continuava ad essere troppo importante per lui, nonostante gli avesse mentito e sembrasse non troppo consapevole del fatto che alla base di un rapporto dovesse esserci la sincerità reciproca e il solo modo per riconquistarlo era cedere, gettare alle ortiche le proprie convinzioni.
    Si soffiò con vigore il naso e respirò profondamente, prima di decidere se seguire il suo cuore una volta per tutte.

    Jason posò il bicchiere ormai vuoto sul bancone del bar e osservò Alex che pensieroso stava meditando sul da farsi. Ovviamente si era dichiarato disponibile ad aiutarlo per rimettere insieme quei due, ma trovare il modo giusto per farlo si stava rivelando un’ impresa. Il cantante in cuor suo sperava che Bill avesse potuto compiere il miracolo, ma d’ altro canto sapeva quanto Tom fosse un osso duro e per niente malleabile. Avevano pensato a varie possibilità e opzioni, senza scartare nemmeno l’ ipotesi di lasciarli su un’ isola deserta, con il solo risultato di scolarsi mezza bottiglia di Metaxa e rimediare un’ emicrania istantanea.
    “ Forzare le cose, non credo servirà a nulla,” sentenziò alla fine lo chef sbadigliando, “ penso piuttosto che il tempo aggiusterà un po’ le cose. Ora sono entrambi troppo arrabbiati per sperare che agiscano responsabilmente. Poi ora Bill deve stare tranquillo, il medico si è raccomandato. Questo stress emotivo, non lo aiuterà per niente. Mi chiedo come mai abbia deciso di andargli a parlare proprio stasera…”
    “ Non lo so, non me lo ha detto, ma sicuramente qualcosa avrà scatenato questa impellente necessità.” Rispose Connor, alzando le spalle.
    “ L’unica cosa da fare è tenerli d’ occhio e magari cercare di creare ad hoc qualche occasione di incontro che possa sembrare casuale. Di più non credo che si possa fare al momento o tu perderai il tuo pupillo e io il mio miglior amico.”
    “ Ok, mi sembra sensato. Teniamoci in contatto, allora. Ah, questi sono pass per i nostri live, potete venire quando e quante volte desiderate, sono validi sempre. Magari potrebbe essere questa una delle occasioni di incontro. L’euforia del concerto potrebbe esserci utile.” Affermò il cantante, alzandosi dallo sgabello.
    “ Va bene, cercherò di convincere Bill a venirci. Grazie Jason, sei un amico…” Rispose Alex sorridendo. Connor si stava rivelando una persona piacevole e oltre che a stimarlo come artista, non gli sarebbe dispiaciuto continuare a frequentarlo e approfondire la conoscenza. Chissà forse questa poteva essere un’ occasione anche per lui, si ritrovò a pensare mentre il cantante sulla porta, si era girato un ultima volta per salutarlo con la mano.

    “ Signor Trumper, si sente bene?” Aveva chiesto la guardia al volante dell’ Audi. Simone aveva insistito perché non andasse da solo da Tom e lui fortunatamente si era lasciato convincere. Non sarebbe certo stato in grado di tornare a casa in quello stato, senza contare che la testa aveva ripreso a vorticare come una trottola e sentiva che avrebbe potuto vomitare da un momento all’ altro. Anzi…
    “ Jeremy accosta per favore...” Era sceso in fretta e furia, giusto in tempo per riversare il contenuto dello stomaco sulla strada e sulle sue scarpe ed iniziare a tremare scosso da altri conati e brividi. La guardia prontamente l'aveva aiutato e sostenuto con le sue forti braccia fino a quando non si era calmato. L’uomo lo aveva guardato preoccupato prima di rimetterlo seduto in auto e decidere, senza attendere il suo consenso, di riportarlo in ospedale.
     
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    Capitolo 54




    Simone e Gordon arrivarono trafelati all’ ingresso del Pronto Soccorso in cerca di Bill. Jeremy li aveva informati, ma non aveva saputo dar loro indicazioni precise in merito alle sue condizioni di salute. L’avevano caricato su una barella e fatto entrare in uno dei tanti box oltre la porta scorrevole e da quel momento non aveva avuto più alcuna notizia.
    Simone piantò le mani sul banco della reception dove un’ infermiera dall’aria stanca stava lavorando al computer.
    “ Sì, mi dica, in cosa posso esserle utile?” Chiese, senza distogliere gli occhi dal monitor.
    “ Sto cercando mio figlio, Bill Trumper.” Rispose in preda all’ ansia.
    “ Lo stanno visitando. Deve attendere in sala d’aspetto.”
    “ E’ sicura? Non mi sembra che abbia consultato la lista dei pazienti.”
    “ Lo so e basta. Non capita tutti i giorni di vedere B.T. Truman dal vivo, anche se avrei preferito di certo vederlo fuori di qui. Stia tranquilla signora, è tutto sotto controllo, il medico lo sta visitando e presto avremo notizie.” La rassicurò la ragazza, alzando finalmente lo sguardo e sorridendole.
    Gordon la strattonò leggermente e la invitò a seguirlo nella sala d’aspetto; Simone era una donna forte in tutto, tranne quando si trattava di suo figlio. Quel figlio che lei amava più della sua stessa vita e per il quale aveva lottato duramente per crescerlo al meglio. La sua mente andò al momento della sua nascita, in cui lei, giovanissima e sola, aveva pensato più di una volta di non farcela, ma le era bastato guardare per la prima volta quel piccolo cucciolo infagottato in una tutina bianca fin troppo grande e capire che nessuna difficoltà sarebbe stata insormontabile. Si era data da fare, aveva lavorato come sarta in casa, per poter accudire suo figlio, continuando a dipingere quando il tempo lo consentiva, fino a quando non aveva conosciuto Gordon che oltre ad organizzarle una mostra nella sua galleria d’arte, le aveva poi chiesto di diventare sua moglie. Il marito come a cogliere i suoi pensieri le strinse la mano.
    “ Ehi, andrà tutto bene… “ Le sussurrò abbracciandola.
    “ Non dovevo lasciarlo andare a parlare con quel Tom. E’ evidente che sta soffrendo per lui e di certo questo non giova alla sua salute!” Si colpevolizzò la donna.
    “ Perché pensi che non ci sarebbe andato, altrimenti? Per esser sua madre, lo conosci poco. Bill non lascia mai nulla di intentato. Ed è giusto che faccia le sue esperienze, anche se negative. Non conosciamo quel ragazzo e non sappiamo cosa ci sia stato tra loro, ma credo che non dovremmo interferire. Ora Bill deve pensare a ristabilirsi, il resto verrà da sé.” La rassicurò Gordon baciandole la fronte.
    In quel momento le porte si aprirono e un medico si recò verso la reception per chiedere se fossero arrivati i parenti di Bill. L’infermiera indicò con la mano i genitori che immediatamente si alzarono in piedi, dirigendosi verso di lui.
    “ Sono il dottor Nichols, ho appena visitato vostro figlio e vorrei tenerlo in osservazione per qualche giorno. La diagnosi di cupololitiasi non mi convince molto e vorrei fare qualche ulteriore indagine di approfondimento. “ Li informò sollecito.
    “ Pensa possa essere qualcosa di grave?” Chiese Gordon, cingendo le spalle di Simone.
    “ Lo sapremo solo dopo averlo sottoposto ad ulteriori accertamenti. Mi ha riferito che presenta vertigini già da qualche tempo, non ne eravate al corrente?”
    “ Non abitiamo insieme e non ci ha mai detto nulla. A dire il vero credo che nessuno lo sapesse. “ Rispose in un soffio Simone, con le lacrime agli occhi.
    “ Signora, non è detto che sia una cosa grave, anzi sono quasi certo che non lo sia, visto che Bill è giovane e prima di questo evento era anche in buona salute” La confortò il medico, prendendole una mano fra le sue.
    “ Certo… possiamo vederlo?” Chiese, abbozzando un sorriso.
    Il medico li accompagnò nella piccola stanza dove Bill stava riposando. Il volto pallido e al braccio destro una fleboclisi.
    “Bill…” Chiamò piano la madre e lui aprì immediatamente gli occhi. Tristi e stanchi, anche se alla vista dei suoi cari cercò di sorridere.
    Non ci fu bisogno di altre parole perché Simone capisse che l’incontro con Tom era stato un disastro e che oltre alla malattia ora si sarebbe dovuto curare anche il suo cuore spezzato.


    Quando Jason rincasò, si stupì di trovare il suo attico ancora in ordine e nessuna apparente traccia di Tom, tanto che per un istante pensò che si fossero riappacificati. Poi intravide una figura che si aggirava sul terrazzo ed allora capì che non era così.
    Raggiunse Tom che continuava a camminare avanti e indietro come un leone in gabbia. Fumava nervosamente una sigaretta e sembrava di un umore nero. Connor cercò di fermarlo, mettendogli le mani sulle spalle, ma il chitarrista lo scansò per proseguire in suo cammino.
    “ Perché lo hai fatto salire?” Chiese con rabbia.
    “ Perché me lo ha chiesto e perché credo che Bill meriti una seconda possibilità. Non può essere quella persona che tu tanto ami dipingere come orribile se si è innamorata di te.” Rispose pacato.
    “ Bill non è orribile, ma mi ha mentito. Se fosse stato veramente innamorato, non l’ avrebbe fatto.”
    “ Tom sei una persona intelligente, ma irragionevole e testarda. Purtroppo a volte non è tutto come vorremmo, ma incaponirsi non serve a niente. Ciò che devi chiederti è quanto tieni tu a lui e se puoi perdonare il suo sbaglio. Chiediti se la tua vita era meglio prima o adesso… non credo che tu sia autolesionista a tal punto da preferire questa sofferenza alla probabile felicità. Tutti commettiamo degli sbagli, sia esseri umani.” Disse il cantante.
    “ Cosa devo fare?” Domandò il chitarrista con la voce incrinata.
    “ Pensare sul serio a quello che vuoi. La tua vita potrebbe essere fantastica, se solo tu lo volessi. La tua carriera sta spiccando il volo ed è molto importante che tu sia sereno, come è importante che lo sia anche Bill. Questa rottura non ha giovato a nessuno. State soffrendo come cani e tu sei l’ombra di te stesso. Te l’ho già detto, ma te lo ripeto per l’ennesima volta: tra quattro giorni inizia il tour e i problemi si lasciano a casa. Se vuoi chiudere definitivamente con Bill devi farlo ora e voltare pagina o altrimenti corri da lui, vai a riprenderlo.” Rispose in tono severo.
    “ Dopo stasera, non vorrà più saperne di me…” Piagnucolò sconfitto.
    “ Allora dai tempo al tempo, ma per favore levati quell’ espressione da cane bastonato dalla faccia. Fare la vittima adesso non serve a niente, dopo esserti divertito a fare il carnefice.” Replicò Jason spazientito. Non gli piaceva affatto psicanalizzare la mente confusa di Tom. Rimetterli insieme si stava rivelando un’ impresa ardua e di questo passo lui e Alex avrebbero dovuto gettare la spugna.
    Il chitarrista rientrò in casa senza replicare e si chiuse nella sua stanza, lasciando Jason nel buio di una notte senza stelle, in balia dei suoi pensieri.

    Quei pochi giorni dall’ inizio del tour volarono in un baleno. Tom cercò di concentrarsi sulle prove e tenere la mente impegnata per non pensare continuamente a Bill. La sera prima del primo concerto era anche andato a trovare Mia. Almeno a lei doveva delle scuse, c’era voluto un po’ di tempo prima di capire che non c’entrava nulla in ciò che era successo, ma prima di ogni cosa era sua sorella e lui come mai in quel momento aveva bisogno di una persona amica. Tutti sembravano averlo abbandonato a se stesso e ai suoi guai e nessuno, compreso Jason, aveva più parlato del biondo.
    Bill era ancora in ospedale in attesa di svolgere le indagini. Non aver notizie certe del suo stato di salute lo faceva impazzire. Il dottor Nichols era sempre cauto e avaro in fatto di spiegazioni e comunque prima di pronunciarsi definitivamente doveva attedere l’esito della risonanza magnetica che sarebbe stata effettuata l’ indomani.
    Lo scrittore sbuffò al pensiero di doversi sottoporre ad una sedazione in quanto claustrofobico. Simone lo guardò e lo accarezzò sulla guancia pallida, abbozzando un sorriso.
    “ Non preoccuparti Bill, andrà tutto bene.” Gli disse sedendosi accanto a lui sul letto.
    “ Tu credi? Io sto cominciando a perdere le speranze. Se tutti gli altri esami sono negativi, perché io sto male? Non riesco quasi a reggermi in piedi!” Esclamò con rabbia.
    “ Non ti devi agitare. Il medico ti ha detto che è fondamentale che tu stia tranquillo.” Lo redarguì la madre.
    “ Già, tranquillo! Questa parola ha abbandonato il mio dizionario. Con tutto quello che è successo in quest’ ultimo periodo non è facile.” Rispose mettendosi seduto sul letto.
    “ Hai più avuto notizie di-…”
    “ No, e non ne voglio parlare mai più di quello stronzo!” La interruppe sempre più agitato.
    “ Ok, ok, ma adesso calmati.” Affermò la madre aiutandolo ad alzarsi per poi accompagnarlo in bagno. La testa non girava più, ma aveva problemi di equilibrio, tanto che per compiere qualche passo aveva bisogno di sostegno. Odiava dover dipendere da tutti, anche per le azioni più banali, inoltre gli era stato proibito di rimanere al computer per molto tempo, cosicchè non poteva nemmeno scrivere!
    “ Sei uno schifo Bill Trumper.” Disse alla sua immagine riflessa nello specchio, per poi fare una smorfia di disgusto alla vista del suo volto pallido e scavato.

    E poi era inutile negarlo, gli mancava da morire Tom, e da questa malattia non sarebbe mai guarito.

    Edited by *billaly* - 31/1/2017, 10:46
     
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    E finalmente, dopo una settimana, sono riuscita a leggere tutta la storia 😍

    Allora, allora, allora... quello che penso dei personaggi e della storia in se, più o meno già lo sai mia cara mami, e come già ti dissi, questa è comunque la mia prima twincest, e sono ben felice che come prima storia abbia letto innanzitutto una delle tue, e che comunque non sia una storia dallo sfacciato e troppo descritto sfondo sessuale, ma qualcosa comunque di lieve e molto molto dolce *-*
    Com'è scritta la storia, mi piace molto, perché in passato mi sembra di averti ripetuto più volte che il tuo modo di scrivere è molto fluido e per niente incasinato.
    Riesci a far immergere i lettori nella storia tanto da dare l'impressione di esserci dentro, e fa venire solo voglia di continuare a leggere!
    Adesso i personaggi...
    Sweetie ovviamente lo amo!!! Come si potrebbe non farlo? È un simpaticone saggio, ottima persona ed eccellente amico, e poi è gay u.u
    Le figure femminili - Leen e Mia - mi sono sempre piaciute, quindi c'è poco da dire...
    Ora, i protagonisri :indif:
    Inizialmente Tom - per quanto potrei amarlo seppur avesse la lebbra -, non mi scendeva un granché, per ovvie ragioni!
    Il suo esser così chiuso, scontroso, diffidente - seppur possa capirlo, dato che lo sono anch'io :rolleyes: - ed incazzato con il mondo, avrebbe fatto venire l'ulcera anche ad un santo! E sono stata entusiasta che si sia lasciato finalmente andare alla vita grazie a Bill! Bill, che d'altro canto, in questa storia è particolarmente logorroico, e seppur inizialmente mi aveva dato l'esatto opposto dell'impressione di Tom, in alcune scene di gelosia l'avrei volentieri ucciso! È troppo insicuro di sé stesso e sono sicura, anche della storia con Tom, e questo lo porta sempre a reagire impulsivamente senza usare la nocciolina nel suo cranio!
    La loro storia non riesco ad inquadrarla bene, perché seppur si amino in modo impressionante, ci sono troppe cose che la vanno a contrastare... ed entrambi, essendo più o meno alle prime armi, non sanno per niente gestire il rapporto. Anche se... potrebbero imparare a farlo assieme!!!
    Ah, quasi dimenticavo Jason... ero quasi convinta che continuasse con le avance con Tom e che lui da fesso che è, ci sarebbe cascato, e invece invece... sembra proprio che in questo caso il nostro bel cantante stia scegliendo la cucina, anziché la musica :shifty:

    Mami, detto questo, posta! Sono curiosa di vedere come avrà inizio questo tour!
     
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    Che commentone Cri!!!

    Hai ragione, Bill e Tom non sanno proprio come gestire il loro rapporto e fanno un errore dopo l'altro! Il loro modo di vivere e di vedere le cose si scontra inevitabilmente con la realtà di un rapporto di coppia e se uno dei due non scenderà a compromessi, la vedo dura! Però confido nel fatto che le persone che li circondano siano ottimi consiglieri e li spronino ad andare nella giusta direzione.

    Grazie!!! <3
     
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  9. liveyourlife.
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    Penso che qui lo speriamo un po' tutte :rolleyes:
     
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  10. liveyourlife.
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    :popcorn:
     
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    Capitolo 55





    “ DIECI MINUTI!!!” Nel backstage c’era un gran movimento. Tutti sembravano aver perso qualcosa e correvano impazziti da una parte all’altra. Tom, abbracciando letteralmente la sua chitarra preferita, camminava avanti e indietro recitando a mo’ di rosario le parole della sua canzone. Non che le avesse dimenticate, ma ripeterle aveva il potere di tranquillizzarlo. Quel mattino stesso appena sveglio, aveva ricevuto un messaggio da Bill, che gli augurava uno scarno in bocca al lupo per il suo debutto ufficiale come cantante, e per qualche ora era rimasto quasi in trance ad osservare il display del cellulare che non si era più illuminato in risposta al suo ancor più scarno ed impersonale crepi, con una profonda tristezza nel cuore. Ogni ora che passava, si sentiva sempre meno sicuro su da farsi e il timore di averlo perso sul serio, si stava sempre più facendo strada nella sua mente. Adesso però non aveva più tempo per pensare, se non all’ imminente concerto che sarebbe iniziato da lì a qualche minuto. Le urla della gente, che in grande numero - quasi diciassettemila - erano accorse per l’evento all’ Hollywood Bowl, sovrastavano le voci dei tecnici e degli addetti che li esortavano a prepararsi a salire sul palco. La mano di Jason si posò leggera sulla sua spalla, facendolo sussultare e voltare di scatto.
    “ Ehi Kaulitz, non mi dirai che te la stai facendo sotto.” Disse il cantante, dandogli un pugno scherzoso sul petto.
    “ Ho messo un pannolone per sicurezza…” Rispose, sforzandosi di apparire allegro.
    “ Andrà tutto bene, sei in gamba, non scordartelo mai. E là fuori ci sono occhi e orecchie solo per te.”
    “ TRENTA SECONDI!” Gridò qualcuno.
    “ Coraggio, “ lo incitò Connor, “tocca a noi.”
    Tom si preparò a salire la scala che l’avrebbe condotto sul palco, mentre David, la seconda chitarra, dal lato opposto si apprestava a fare altrettanto. Sarebbe toccato a loro due aprire il concerto sulle note di “Ready to start”, accompagnati dal ritmo incalzante della batteria suonata da Phil che, di un rosso scintillante, brillava sotto la luce dei riflettori, e dagli altri musicisti.
    Jason li avrebbe raggiunti sul palco qualche secondo dopo, mentre le immagini dei video girato da Lea scorrevano veloci sui vari maxischermi. L’ introduzione strumentale di quel brano era stata appositamente riarrangiata per i live e l’effetto d’ insieme era notevole. Il motivo allegro e accattivante, sembrava fatto apposta per entrare nella testa di chi lo ascoltava e destinato a diventare un tormentone a tutti gli effetti.
    Quando i due chitarristi si rivelarono al pubblico, un grande boato li investì in pieno. Tom rimase sbalordito. C’era così tanta gente da non vedere la fine di quell’ onda umana che si agitava e gridava a gran voce e che era tutta li per loro, per lui. Con ritrovato vigore, mostrò un sorriso smagliante ai presenti, quando vide in prima fila Mia, Josh, Kate, Julian, Aileen, Alex, che sulle spalle teneva Matt che batteva allegramente le sue manine paffute, Lea e persino Andy, l’ amico che credeva perduto, che saltellavano felici contro le transenne, per poi ritornare irrimediabilmente serio quando con rammarico aveva constatato l’assenza di Bill. In fondo doveva aspettarselo comunque dopo tutto quello che era successo…
    “ Sorridi, scemo…” Gli sembrò di udire nel suo auricolare, prima che Connor raggiungesse il palco e incantasse con la sua voce i presenti.


    Quando l’occhio di bue lo illuminò, abbagliandolo, per una frazione di secondo il suo cervello andò in black out. Non riuscire a stabilire un contatto visivo con il pubblico era destabilizzante. Aveva bisogno di vedere chi aveva davanti, le espressioni dei loro volti. Quando Jason gliene aveva parlato, stentava a credere quanto ciò fosse importante per un artista e ora ne stava avendo riscontro. La sua mano sinistra si posizionò comunque sul manico della chitarra come posseduta da volontà propria, mentre anche quella destra la seguiva, pizzicando le corde e trasformando quei movimenti nella note struggenti di Black Blood.
    Era stato deciso di suonarla in versione acustica, per dar modo a Tom di esser il leader indiscusso del palco. Solo lui, la sua chitarra e quel potente faro, che ostinatamente puntato su di lui, lo stava svelando completamente all’ arena gremita e improvvisamente silenziosa. La sua voce riempì ogni spazio e le parole della canzone ebbero il potere di arrivare dritte al cuore.

    Chi non aveva mai sofferto per un amore destinato a non tornare mai più?


    Il palco fu avvolto nell’ oscurità per qualche secondo al termine del brano, ma a Tom sembrò un ‘eternità. Dio ce l’aveva fatta! E lo scroscio degli applausi e le grida del pubblico festoso al riaccendersi delle luci ne fu la conferma. Quando finalmente riuscì a ritrovare con lo sguardo i suoi amici, vide sua sorella letteralmente in lacrime, soffiarsi vigorosamente il naso con il fazzoletto che gli aveva porto Josh. Avrebbe voluto dire tante cose, oltre che ringraziare tutti per l’opportunità a lui concessa, ma sembrava paralizzato. Jason si materializzò al suo fianco e lo abbracciò con trasporto.
    “ Ce l’hai fatta, ragazzino!” Esclamò al suo orecchio, stringendolo a sé.
    Tom sentiva le gambe molli e gli occhi pizzicare. L’adrenalina stava abbandonando il suo circolo e quindi si aggrappò ancor di più al cantante.
    “ Ti tengo, resisti. “ Gli sussurrò lui, immediatamente ricettivo.
    “ Signori e signore, questo è Tom Kaulitz e credo che sentirete ancora parlare di lui!” Gridò alla folla, che rispose battendo le mani e riprendendo ad urlare.
    “ E’ tutto per stasera, ragazzi! Ci vediamo di nuovo qui domani sera, per chi vorrà essere dei nostri! Buonanotte a tutti!” Salutò poi, letteralmente trascinando via il chitarrista che sembrava sull’ orlo del collasso.

    “ Sto bene, sto bene!” Tom rassicurò tutti i presenti e i suoi amici giunti nei camerini dopo il concerto. Mia gli teneva una mano e non smetteva di piangere dalla felicità. Il suo fratellone ce l’aveva fatta! Era stato così emozionante vederlo su quel palco! Tutti si erano complimentati con lui per la performance e Jason aveva lasciato che si godesse quel momento di gloria. In fondo se l’era meritato, aveva lavorato sodo e di certo non nelle condizioni ottimali per farlo. E per fortuna che non sapeva nulla del ricovero di Bill in ospedale! Tutti erano stati concordi nel non rivelarglielo,un po’ per rispettare il volere dello scrittore, un po’ per non vanificare tutti i sacrifici fatti fino a quel momento. Quella prima data del tour era molto importante per dare la spinta definitiva all’ ascesa di Tom nell’Olimpo della Musica.
    “ Alex, hai sentito Bill?” Chiese piano avvicinandosi allo chef.
    “ No, ma ho sentito Simone, sua madre. Ha eseguito la risonanza magnetica nel pomeriggio e quando l’ho chiamata lui stava ancora dormendo. Sai, sono dovuti ricorrere ad una leggera anestesia perché è claustrofobico.”
    “ Chi è che è claustrofobico?” Tom come a captare i loro discorsi li aveva raggiunti.
    “ Nessuno.” Si affrettò a rispondere Jason in evidente imbarazzo, “ si parlava così in generale…”
    “ Alex sono contento che sia venuto anche tu. In qualità di amico del cuore di Bill, credevo che saresti stato solidale con lui.” Disse Tom, cambiando repentinamente argomento e rimediando un’ occhiataccia da Connor.
    “ In effetti sono venuto per Jason e non per te.” Ribattè il cuoco, cercando di mantenere una parvenza di serietà. Non ce l’aveva con lui, la colpa non era mai soltanto di uno in questi casi, però l’idea di tenerlo un po’ sulle spine non gli dispiaceva.
    “ Ah!” Replicò secco il chitarrista a corto di parole. Girò su se stesso e ritornò a sedere di fianco a Mia, giusto un attimo prima che il cellulare di Alex cominciasse a suonare.
    “ E’ Simone…” mimò con le labbra in direzione di Jason che con un cenno del capo gli indicò di uscire. Quel gesto non sfuggì a Tom che aveva continuato ad osservarli. Improvvisamente troppo amici, troppo intimi, per non nascondere qualcosa…
    Attese che Jason si distraesse e sgattaiolò fuori anche lui, con la scusa di volersi fumare una sigaretta, in cerca dello chef.
    Lo sentì parlare al telefono ed immediatamente si bloccò sul posto.
    “… ma adesso come sta Bill?” lo sentì chiedere al misterioso interlocutore.
    “… non si è ancora svegliato?” Continuò.
    “ Come svegliato?! Che era gli successo?” Pensò Tom, mentre il panico lo assaliva.
    “… il medico che ha detto?” Domandò ancora Alex.
    “… Tumore? Come Tumore?!” Il tono di voce dello chef era salito e sarebbe stato impossibile non essere udito. Tom sentì la terra sgretolarsi sotto i suoi piedi, per poi iniziare a respirare affannosamente. Che cazzo stava succedendo? Perché parlava di Bill e di tumore?
    Saltò fuori dal suo improvvisato nascondiglio e si parò davanti ad Alex. Lo chef, capita immediatamente la situazione, si affrettò a salutare Simone e a chiudere la chiamata.
    “ Che cazzo ha Bill?!” Gridò Tom isterico.
    Sweetie lo guardò con apprensione, evidentemente aveva assisitito alla conversazione. Fortunatamente non era nulla di così drammatico, ma il fatto che Tom avesse sentito tutto o quasi , poteva giocare a suo favore.
    “ Bill non sta bene, è in ospedale…” Rivelò mesto. Se avesse recitato bene, avrebbe poi preteso un Oscar!
    “ Perché?! Perché hai parlato di tumore?!” Chiese ancora, scuotendolo per le spalle, mentre venivano raggiunti da Jason e Mia, allertati dalle grida di Tom.
    “ Non lo sappiamo ancora con certezza. Sta facendo delle analisi.” Intervenne Connor.
    “ Dov’è?! In che ospedale è?!” Urlò ancora il moro. Non era di certo pronto per affrontare un nuovo dramma… e poi no,non Bill.
    “ Al Memorial, nel reparto di Neurologia…”
    “ Vado da lui.” Affermò, dirigendosi verso l’uscita.
    “ Non ci pensare nemmeno! E’ molto tardi, non ti faranno entrare, sei sconvolto e non hai nemmeno l’auto!” Ribattè Mia, cercando di farlo ragionare.
    “ Ok, allora chiamerò un taxi! Perché non me l’avete detto? Pensavate che non fosse importante?! Andate tutti a fanculo!” Li apostrofò incazzato prima di schizzare via.
    I tre si guardarono per un istante e poi come si fossero letti nel pensiero, gli corsero dietro per cercare di fermarlo. Avrebbero dovuto avere più tempo per spiegargli la situazione e cercare di tranquillizzarlo, ma lui come al solito aveva già tratto le sue conclusioni ed era già salito su un taxi .
    “ Testardo fino all’ ultimo…” Disse Mia sconsolata, mentre cercava di comunicare con lui, chiamandolo al cellulare che ovviamente suonava a vuoto.
    “ Forza raggiungiamolo in ospedale, sono convinto che farà un macello.” Aggiunse Jason.
    Ad Alex, nonostante tutto, sfuggì un sorriso. Certo la notizia non era stata data nel migliore dei modi, ma questo evento era capitato ad hoc e sarebbe stato impossibile non prendere la palla al balzo.
    Ok, Bill gliel’avrebbe rinfacciato fino alla fine dei suoi giorni, definendolo un subdolo traditore, ma poi l’avrebbe comunque ringraziato, perché Tom, ne era certo a questo punto, era tutto fuorchè non più innamorato di lui.
    Richiamò Simone per metterla al corrente degli ultimi risvolti e con Mia salì sull’ auto di Jason. L’aveva combinata grossa, ma l’istinto gli diceva che era sulla buona strada.
     
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  12. liveyourlife.
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    Leggerò appena posso :occhioni:
     
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  13. liveyourlife.
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    Speravo fosse un po' più lungo, ma la suspence è proprio quella giusta :olala: non vedo l'ora di leggere il casino che farà Tom una volta giunto in ospedale, e la faccia di Bill sconvolta! Anche se sono più che sicura che finiranno se non per litigare, per batibeccare! Brava come sempre mami :*
     
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  14.     +1   -1
     
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    dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!

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    Grazie Cri! Chissà che combineranno quei due! Magari però potrebbe esserci finalmente una svolta! In bene o in male ancora non so!

    Inviato tramite ForumFree Mobile

     
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  15. liveyourlife.
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    Vedi di partorire qualcosa in bene ahahahahaha
     
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212 replies since 25/1/2014, 11:45   5343 views
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