Black Blood

In fase di scrittura

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  1. rawak
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    <_< violentato dalla sua futura cognata! Oddio!! ahi ahi Bill non ce la fa a non far figure di.... :lol: :lol: :lol: :lol:
     
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    Beh mica l'ha violentato! :rofl:
    Concordo in ogni caso con la figurina di scheisse e adesso Tom che farà?
    Ascolterà le loro spiegazioni o girerà i tacchi e se ne andrà?
     
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    Capitolo 33





    “ Tom ti possiamo spiegare…” Avevano parlato all’unisono, scattando in piedi come soldati sull’attenti.
    “ Lo spero bene. Sono tutto orecchi.” Aveva risposto il moro, appoggiandosi alla parete ed incrociando le braccia al petto.
    “ Tom non fare il cretino. Non penserai sul serio che io e Bill…” Esordì Mia, cercando immediatamente di sdrammatizzare.
    “ Secondo te, il vederti con le mani infilate nei calzoni del ragazzo che mi piace, cosa dovrebbe farmi pensare?!” Ribatté il chitarrista serio.
    “ Che mi si è incastrata la maglia nella zip e Mia stava cercando di liberarmi!” Bill, dopo un primo momento di sconcerto, aveva ritrovato la parola. Eh no! Non avrebbe permesso a Tom di raggiungere conclusioni affrettate e per di più sbagliate.
    “ Davvero? Ma guarda un po’…” Lo prese in giro il chitarrista.
    “ Non ti permetto di prenderti gioco di me! Non è successo un cazzo! E se non vuoi crederci, fai come ti pare! E’ vero, oggi io e tua sorella abbiamo passato il pomeriggio a PARLARE, perchè, se ancora non lo sai, le è stata fatta una proposta di lavoro molto allettante da Aileen, e abbiamo fatto tardi! Avrei voluto che questa fosse una serata perfetta per noi, avevo ordinato la cena da Alex, volevo esser carino per te, ma il phon è morto, la maglia si è incastrata nella cerniera, tu ora sei incazzato, ci accusi di chissà quale malefatta e io sono qui, coi capelli arruffati e una gran voglia di sbatterti fuori di casa!” Gridò Bill, fuori di sé.
    “ Io… vado…” Si congedò in fretta e furia Mia, prevedendo un uragano in arrivo.
    Tom si mise seduto sul divano, sospirando. La scena era comica a dir il vero e la maglietta di Bill era sul serio impigliata nella zip dei jeans. I suoi capelli si stavano naturalmente arricciando e le candele sul tavolo accuratamente apparecchiato, attendevano di esser accese. Non era successo assolutamente nulla tra Bill e Mia e lui lo sapeva benissimo, però gli era piaciuto tenerlo un po’ sulle spine. Una piccola vendetta per avergli fatto quella scenata al telefono, per fargli assaggiare quanto fosse sgradevole scaricare accuse sulla persona amata. Amata? Forse era prematuro parlare d’amore in quel momento, ma di certo avrebbe saltato anche la succulenta cena di Alex, se come dessert ci fosse stato il suo biondo preferito.
    “ Vieni qui.” Gli ordinò dolcemente, battendo la mano sul divano, sul posto accanto a lui.
    Bill fece un passo, incerto però se ubbidirgli o meno. Il chitarrista gli prese la mano e lo tirò verso di lui, facendolo planare sulle sue ginocchia.
    “ Mi sei mancato da morire.” Affermò, cercando le sue labbra. Bill si ritrasse, facendo il broncio. Proprio non riusciva a capacitarsi! Solo un attimo prima…
    “ Scusa se mi sono preso gioco di te. Mi puoi perdonare? L’ho fatto solo per farti capire come mi sono sentito io l’altra sera, quando mi hai accusato di non esser interessato a te.” Spiegò il chitarrista.
    “ Dovrò ricordarmi di quanto sei vendicativo allora.” Si limitò a dire il biondo, cercando di alzarsi in piedi e prender le distanze, ma la presa di Tom sui suoi fianchi era forte e salda.
    “ Non puoi scappare Bill. Cerchiamo di affrontare il problema, se così si può definire, una volta per tutte e poi godiamoci la cena di Alex.”
    “ Mangia tu, a me è passato l’appetito.” Replicò lo scrittore, distogliendo lo sguardo dalla sua bocca che sembrava esser fatta per essere baciata.
    “ Non fare lo stupido, ti prego. Mi sono scusato e litigare con te è l’ultimo dei miei desideri in questo momento. E sono convinto che sei anche affamato. Il tuo stomaco sta parlando per te e invoca cibo.” Disse Tom, accostando l’ orecchio al suo addome.
    Bill accennò un sorriso, in effetti aveva mangiato poco e niente durante il giorno e il profumino delle lasagne di Alex era più che invitante. Ed era inutile anche fare l’arrabbiato. Tom non gli avrebbe dato tregua.
    “ Ok perdonato. Ma prima di cenare, avrei una richiesta da farti: potresti ‘liberarmi’? Il pensiero di aver la zip inceppata, mi innervosisce.” Gli chiese, baciandogli leggero le labbra.
    “ Mmh, se dovrò toglierti i jeans, rischi il digiuno.” Rispose ammiccante il chitarrista, facendolo stendere sul divano e continuando poi a baciarlo.
    “ Correrò il rischio…” Replicò lo scrittore, rispondendo solerte a quel dolce assalto.

    “ Le lasagne ormai sono fredde.” Constatò Bill, toccando la teglia appena recuperata dal forno.
    “ Meglio fredde che carbonizzate, considerato che sono trascorse più di due ore da quando sono arrivato e se non fosse stato per me, sarebbero ancora lì dentro a cuocere…” Rispose Tom, abbracciandolo da dietro e mordendogli il collo e la spalla.
    “ A me piace mangiare, ma in cucina sono una frana, lo ammetto. Già fare un’ omelette per me è difficoltoso e benedico ogni giorno chi ha inventato il microonde!” Rise Bill, rabbrividendo di piacere al contatto.
    “ Per fortuna che ci sono altre cose in cui riesci bene…” Gli sussurrò all’orecchio il moro, succhiandogli il lobo. Era dannatamente difficile resistere a Bill senza nulla addosso. I jeans incriminati giacevano ancora accanto al divano e sebbene avessero appena fatto l’amore, si sentiva già pronto per ripetere l’esperienza.
    “ Tom, ti prego, mangiamo adesso! Sono affamato!” Esclamò il biondo, cercando di divincolarsi dall’abbraccio per riaccendere il forno, “ e poi devi raccontarmi di New York! Non credere di potertela cavare dicendo solo che è una bella città!”
    “ Non è successo niente di che! Vieni qui, su…” Lo implorò il chitarrista.
    “ TOM SMETTILA!” Strillò Bill, ridendo e togliendo la mano dell’altro dalle sue parti intime esposte, “ sei stato due giorni nella grande mela con Jason Connor e non è successo niente? Non ci credo nemmeno se fosse lui in persona a raccontarlo! Come minimo sarai stato a mille feste e conosciuto ragazzi stupendi con i quali io non potrò mai competere!”
    “ Oh certo, certo… Erano tutti là che aspettavano me. Peccato che invece l’ unica festa a cui sono stato sia stata parecchio noiosa e l’unica conoscenza fatta, avesse lunghe ciglia ammiccanti, un paio di tette sicuramente rifatte e si chiamasse Lea.” Riassunse Tom.
    “ Una donna? Non ti piaceranno mica anche le donne, eh?” Si preoccupò Bill.
    “ Non in quel senso, stupido… Però non era male e non mi toglieva gli occhi di dosso.” Incalzò il moro.
    “ Uffa!” Brontolò Bill, “vedi che ho ragione ad esser geloso? Chi ti toglierebbe gli occhi di dosso? Con questo nuovo taglio e la barba più curata, sei irresistibile! E dimmi, Jason? Dove siete stati? Non si sarà mica limitato solo ad accompagnarti in giro per negozi e dal parrucchiere, credo! Su raccontami!!!” Lo spronò nuovamente lo scrittore.
    “ In parte sì… Ma ora mangiamo, così terrai quella tua bella bocca chiusa per qualche minuto.” Lo rimproverò bonariamente Tom.
    Bill fece spallucce ed indossati boxer e maglietta bucata si mise seduto a tavola in attesa che le lasagne si scaldassero nuovamente. Non voleva risultare invadente, ma era ansioso di sentire ciò che Tom gli avrebbe raccontato. Era sicuro al cento per cento che il motivo del loro viaggio a New York non fosse stato fatto solo per rinnovare il suo scarno guardaroba e sistemare i capelli in vista del tour.
    “ Allora?...” Chiese nuovamente.
    “ Allora cosa?...”
    “ Mi racconti cosa è successo a New York?” Ripeté il biondo.
    “ Non so se ciò che ti dirò, ti piacerà. La mia vita è giunta ad una svolta…” Buttò lì il chitarrista con noncuranza, mentre accendeva le candele sul tavolo.
    Bill si agitò sulla sedia, versandosi un generoso bicchiere di vino. Cosa mai gli avrebbe potuto dire di così terribile?
    “ Per favore Tom, ti vuoi spiegare? Se continui così tra enigmi e misteri, rischierò l’infarto e morirò prematuramente per causa tua!” Sbuffò esasperato Bill.
    Il chitarrista respirò a fondo, sfoderando uno dei suoi sorrisi migliori: “Bill, Jason mi ha proposto di incidere ‘Black Blood’… ho già incontrato il produttore oggi. Manca solo il mio consenso.”

    “COME?!” Esclamò in risposta, strozzandosi col vino.
    “ Inciderò la mia canzone e sarò io e non Jason ad interpretarla durante il tour.” Spiegò semplicemente l’altro.
    “ O MIO DIO!!! Ma è fantastico!!!” Gridò il biondo saltando dalla sedia direttamente addosso a lui per abbracciarlo. “ E’ un’ opportunità meravigliosa! Lo dicevo io che Jason era un grande!” Continuò saltellando sul posto.
    “ Veramente tu hai detto che in quanto bisex ci avrebbe solo provato con me!” Replicò il chitarrista divertito.
    “ Balle!!! Il suo orientamento sessuale non pregiudica di certo il suo stato mentale! Sono felicissimo per te! E’ una notizia stupenda!” Si smaniò ancora, abbracciandolo ancor più stretto.
    “ Bill mi stai soffocando… calmati.” Gli sussurrò Tom all’orecchio, sorridendo.
    “ Ok, scusa… E’ che sono davvero orgoglioso di te! Finalmente potrai far conoscere la tua musica! Io so cosa si prova di fronte ad un’ opportunità del genere! Si è increduli e allo stesso tempo ti sembra di toccare il cielo con un dito!” Disse con enfasi, lasciandosi prendere da un’ incontrollata euforia. E senza rendersi conto dell’ involontaria gaffe, che però non era sfuggita a Tom.
    “ E tu come fai a saperlo?” Chiese infatti sospettoso.
    Il volto di Bill si fece pallido improvvisamente, lui e il suo entusiasmo del cazzo!
    “ Lo so e basta… E’ la stessa sensazione che provano gli scrittori quando la casa editrice li convoca per la pubblicazione di un loro libro… Ne ho visti molti in questi anni…” Imbastì, sperando di risultare convincente.
    “ Ma tu non dovevi ancora iniziare a lavorare serialmente per la casa editrice, o mi sfugge qualcosa?” Incalzò il chitarrista, inarcando il sopracciglio.
    “ Io lavoro per loro già da un po’, ma inizierò ufficialmente come assistente di Aileen soltanto la settimana prossima. Fino ad ora è stata una specie di… collaborazione part time per via dello studio, ma sono stato presente più di una volta alla convocazione ufficiale di un nuovo scrittore e di alcuni ne ho corretto anche le bozze. ” Mentì, incagliandosi sempre più in una fitta scogliera di parole che rischiava di far colare a picco la nave, nemmeno fosse il Titanic che urtava il famigerato iceberg.
    “ Mmh…capisco… Non avevo chiaro quale fosse il tuo ruolo, a dire il vero avevo anche inizialmente pensato che tu fossi il protetto di Aileen e che lei per riconoscenza ti avesse offerto un lavoro, ma invece deduco che sai il fatto tuo.” Ammise il ragazzo.
    “ Certo che so il fatto mio, ci mancherebbe! Ho corretto le bozze di scrittori anche famosi! Ma ora che ne diresti di cenare? Sono quasi le undici e sto morendo di fame!” Si affrettò a dire Bill, felice di spostare il discorso su un altro argomento.
    “ Ok credo che le lasagne siano calde e in effetti hai bisogno di energia, ti vedo un po’ pallido…” Constatò il chitarrista, guardandolo dritto negli occhi.
    “ Anche tu hai la faccia stanca, se è per questo…” Ribatté lo scrittore, abbracciandolo per nascondere il disagio.
    “ Allora dobbiamo proprio nutrirci se vogliamo proseguire con il secondo round poi…” Gli alitò Tom sul collo,saggiandone poi la morbida pelle.
    “ Mmh… Secondo round?...” Gli fece il verso Bill ammiccante, strusciandosi su di lui e intimamente felice di averla fatta franca per l’ennesima volta.
    “ Perché, vuoi forse che continui il mio racconto su ciò che ho fatto questi due giorni a New York con Jason, dopo?”
    “ Certo che no!” Rispose prontamente lo scrittore, “ ho già saputo tutto ciò che mi premeva sapere!”
    “ E cioè?”
    “ Che avrò un fidanzato famoso!” Cinguettò, aprendo la porta del forno.
    “ Ma va scemo, famoso io?!” Lo apostrofò Tom, sedendosi a tavola.
    Bill sorrise tra sé: nessuna strana reazione alla parola fidanzato.
    Pregustava già un fantastico dopocena.
     
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    Capitolo 34

    La poca luce che filtrava dalle imposte della finestra lasciava intravedere il suo bel profilo e il suo torace che coperto per metà dal lenzuolo, si alzava e abbassava ritmicamente ad ogni suo respiro. Bill, insonne, stava osservando Tom che dormiva placidamente accanto a lui, almeno da un paio d’ore. Oh, era stata una grande nottata, al di sopra di ogni sua aspettativa, doveva ammetterlo. E non solo per il sesso, anzi, quello che gli provocava un continuo brivido di piacere lungo tutta la colonna vertebrale era ben altro. Una cazzata da romantici, come l’aveva definita il chitarrista, mentre gli porgeva timidamente il pacchetto, ma che per Bill era stato il più fantastico dei regali. Il piccolo bracciale in cuoio e acciaio con il simbolo dell’ infinito che ora adornava il polso del suo braccio destro, equivaleva alla più dolce delle promesse d’amore. Si avvicinò a lui, sfiorandogli leggero in petto con la mano. Tom sorrise nel sonno, per poi rigirarsi nel letto e dargli le spalle, continuando a dormire. Avrebbe voluto poter riposare anche lui a quel modo, ma i pensieri lo mantenevano ben sveglio. Doveva assolutamente confessargli quale fosse la sua identità, se non altro perché diventava sempre più difficile mantenere il segreto senza commettere errori, e soprattutto perché non voleva che nella loro relazione ci fossero ombre o misteri . Sbuffò, alzandosi piano dal letto per non svegliare il suo compagno. Scese le scale senza far rumore e uscì fuori in veranda. L’aria salmastra gli riempì le narici e appoggiatosi ad una delle colonne di sostegno rimase a fissare le acque scure dell’ oceano fino a quando il sole non fece capolino all’ orizzonte tingendo tutto di rosa e arancio. Allora rientrò e per ingannare il tempo decise di riordinare la cucina, dove la tavola ancora apparecchiata dalla sera precedente, faceva bella mostra di sé e del caos che vi regnava sopra. Sorridendo rammentò come ad un certo punto della cena, si fosse ritrovato magicamente seduto in braccio al chitarrista che sembrava intenzionato a terminare il suo pasto, cibandosi direttamente di lui.
    Forse avrebbe potuto prendere ispirazione da questo, per una delle scene d’amore che aveva intenzione di scrivere per il suo nuovo libro… Lasciò quindi perdere le stoviglie e si diresse verso lo studio, dove il suo fedele PC sembrava lo stesse attendendo ancora acceso dal mattino precedente. Si mise seduto alla scrivania e dopo qualche istante iniziò a scrivere. Le parole scorrevano fluide nella sua mente come sulla tastiera e in breve tempo completò quella che fino al giorno prima era sembrata la scena più complicata e difficile da scrivere, e l’intero capitolo.
    “ Ehi, buongiorno, che fai?” La voce di Tom lo fece sobbalzare e con un gesto meccanico chiuse il programma di video scrittura. Il sole splendeva già alto nel cielo e l’orologio sulla parete segnava le dieci passate.
    “ Non avevo più sonno, così stavo ingannando il tempo curiosando su internet, in attesa che ti svegliassi.” Si affrettò a dire, sperando di esser convincente.
    “ Ti ho sentito battere sui tasti, cosa stavi scrivendo?” Incalzò il chitarrista, avvicinandosi a lui.
    “ N-niente di chè…” Borbottò Bill imbarazzato.
    “ Vedere…” Tom si sedette sulle sue ginocchia impossessandosi del mouse.
    “ Ma questo è il sito di Truman. Non mi dire che oltre a correggergli le bozze, rispondi per lui anche alle mail dei fan…” Chiese,voltandosi verso di lui sospettoso.
    Bill sbuffò, indeciso sul da farsi. I pezzi del puzzle sarebbero pian piano andati al loro posto e Tom comunque era molto vicino a scoprire la verità su di lui. Quindi tanto valeva rivelargliela subito.
    “ Tom, in effetti io -…” Il cellulare del moro prese a squillare e le note di Dream On si diffusero nella stanza accanto allo studio.
    “ Scusami…” disse Tom alzandosi per andare a rispondere. Bill si afflosciò sulla sedia, cercando di calmarsi e di trovare le parole giuste per imbastire un discorso che fosse convincente e al tempo stesso evitasse di scatenare l’inferno.
    “… Ok, mi hai convinto, aspetta un attimo che chiedo a Bill…” Tom riapparve sorridente nello studio, facendo un gesto verso Bill per attirare la sua attenzione.
    “ Jason ci ha invitato a pranzo, andiamo?” Chiese allo scrittore, annuendo con la testa.
    Bill spalancò occhi e bocca incredulo. A pranzo con Jason Connor? Il suo cuore mancò di un battito. Era un artista che ammirava molto e quella era un’occasione da non lasciarsi sfuggire per nulla al mondo!
    “ Oddio! Sì! Sì!” Gridò, balzando in piedi e andando verso di lui saltellando mentre improvvisava una specie di scoordinato balletto. Tom quindi accettò l’invito per entrambi prima di chiudere la chiamata e unirsi alla sua felicità, facendosi abbracciare e baciare sulla bocca.
    “ Devo dedurre che tu non veda l’ora di conoscere Jason di persona, a saperlo rifiutavo…” Disse, fingendosi geloso.
    “ Eh sì che lo sapevi! Non fare il finto tonto. E poi non devi essere geloso, la mia è un’ammirazione puramente… artistica! “ Sì affrettò a dire Bill, baciandolo di nuovo con ritrovato entusiasmo.
    “ Dovremo farci invitare a pranzo più spesso, se questo è il risultato.” Replicò l’altro, accarezzandogli languido la schiena e stringendolo ancor di più a sé.
    “ Non ora Tom,” disse liberandosi dell’ abbraccio, “mi devo preparare! Non vorrai mica che ti faccia sfigurare! Ho solo un paio d’ore per diventare il ragazzo che tutti vorrebbero avere al proprio fianco!” Continuò, schizzando fuori dallo studio e trascinando dietro di sé un Tom deluso. Due ore erano un sacco di tempo, tanto più che a lui sarebbe bastato un quarto d’ora per rendersi presentabile agli occhi del mondo, mentre invece Bill sembrava di tutt’altro avviso. Cosa mai avrebbe potuto fare per migliorare ancor di più il suo già splendido aspetto?
    “ Quindi nemmeno la doccia insieme?” Chiese ormai rassegnato al proprio tristissimo destino.
    “ No. Sai benissimo che se ti facessi entrare nella doccia con me, non arriveremo da Jason nemmeno per cena.” Affermò il biondo, mentre apriva le ante dell’ armadio in cerca di qualcosa di bello da mettere.
    “ Sarebbe un’ ottima idea, saltare il pranzo e…”
    “ Vai a casa a prepararti, ci vediamo dopo.” Gli ordinò, spingendolo fuori dalla stanza.
    “ Ma… ma sono in mutande!!!” Protestò Tom, ritornando sui suoi passi. Bill alzò gli occhi al cielo e gli lanciò la t-shirt, raccolta dal pavimento.
    “ E i miei jeans?” Piagnucolò, guardandosi intorno.
    “ Non lo so, cerca in giro… “Rispose l’altro distratto, mentre rovistava tra gli abiti.
    “ Sei uno stronzo…” Borbottò allora il chitarrista per metterlo alla prova. Odiava esser ignorato e ancor peggio esser messo da parte alla prima occasione e cominciava a pentirsi di aver esteso l’invito a pranzo anche a lui.
    “Cosa hai detto, scusa?” Replicò Bill, intento a scegliere tra una canotta traforata e una maglia con vistosi disegni tribali.
    “ Che ci vediamo dopo…” Rispose, infilando con stizza i calzoni e lasciando successivamente la stanza senza salutarlo.

    °°°



    “ Cazzo Tom, se non ti conoscessi come le mie tasche, direi che stai evitando tua sorella…” Mia appoggiata allo stipite della porta del bagno, osservava il fratello appena uscito dalla doccia.
    “ Non ti sto evitando, ma sono in bagno, potrei avere un po’ di privacy?” Replicò lui, dandole le spalle mentre si infilava un paio di boxer puliti.
    “ Non c’è nulla che io non abbia già visto e tu, credo, abbia almeno un milione di cose da raccontarmi!” Incalzò la ragazza, mettendosi seduta comodamente sull’ asse del water.
    “ Ti ho già detto tutto per telefono, tu piuttosto, a quanto pare lavorerai per Aileen e quel decerebrato di scrittore…”
    “ Non parlare così di B.T.! Mi è stata offerta una grande opportunità e tu dovresti esser fiero di me!” Esclamò Mia risentita.
    “ Ma io sono fiero di te! Ti ho sempre detto che saresti diventata una grande regista, ma pensavo che avresti iniziato con qualcosa di più serio.”
    “ Dirigere una serie di trailers per il nuovo best sellers di Truman, non mi sembra poi così male come inizio. Senza contare che non è escluso che Aileen mi faccia conoscere Tim e Truman…” Replicò la ragazza.
    “ Tim… chi, un altro sedicente scrittore?” Chiese Tom, alzando gli occhi al cielo.
    “ Tim Burton, idiota. E’ lui il regista dei film tratti dalla saga di B.T. .” Sbuffò Mia, tirandogli un calcio in uno stinco.
    “ Ah, quel Tim. Beh, almeno qualcosa di positivo in questa assurda avventura ci sarebbe almeno.”
    “ Tu non hai il minimo di fiducia in me. Come ti sentiresti se io ti dicessi per ventiquattro ore al giorno che Jason Connor fa schifo?”
    “ Ok, touché. Comunque sono fiero di te, sorellina. Dopo quel che è successo con il video del contest, questa è una buona cosa. Ma ora per favore posso finire di rivestirmi in pace? Non mi piace sapere che qualcuno sta guardando le mie chiappe!” Concluse Tom, esortando Mia ad uscire dal bagno.
    “ Nemmeno se quel qualcuno è Bill?” Dall’ ora indecente in cui sei rientrato deduco che la vostra cena sia andata più che bene!” Incalzò la sorella.
    “ Tutto ok, ma i dettagli vorrei tenerli per me se non ti dispiace… “ Rispose l’altro.
    “ Non c’è bisogno che mi spieghi. Ti si legge in faccia che sei felice.” Sorrise la ragazza.
    “ E vorrei continuare ad esserlo, quindi fuori di qui che devo prepararmi!” Esclamò il chitarrista, facendole segno di andare.
    “ Nemmeno una piccola anticipazione? A quando il fidanzamento?” Incalzò Mia, aprendo la porta.
    “ TI HO DETTO FUORI, PETTEGOLA!!!” Inveì il moro, spingendola oltre la soglia.
    “ Un’ ultima cosa fratellino…” Disse la ragazza aggrappandosi allo stipite, “ Kate e Julian sono partiti stamattina e domani sera anche io e Josh ritorneremo in città, tu pensi di rimanere qui fino a fine mese, o dovremo lasciare la casa a Revon ed Andy?”
    “ Non voglio pensarci ora, possiamo parlarne domani? “ Rispose esasperato il ragazzo. Ci mancava anche questa!
    Anche Bill doveva tornare in città e quindi rimanere nella casa al mare non avrebbe avuto senso, anche se gli scocciava tremendamente lasciare la casa pagata a quei due! Inevitabilmente qualcosa nei loro rapporti si era irreparabilmente incrinato, dopo l’episodio della spiaggia e la decisione di non fare più il video. Andy non era più l’amico di un tempo e in pochi giorni sembrava esser totalmente cambiato. Revon lo aveva letteralmente soggiogato e non riusciva a credere che lei, fino a qualche giorno prima pazza di lui, potesse esser credibile nella parte della fidanzatina innamorata persa.
    “ Bah, cavoli loro…” Borbottò, guardando la propria immagine riflessa nello specchio e sorridendo soddisfatto. Il nuovo taglio gli stava proprio bene e la barba più corta e curata gli conferiva un aspetto più che interessante. Si sistemò i capelli, legandoli in una coda bassa,dopo averli asciugati e terminò di vestirsi. Con la camicia bianca sbottonata sul petto abbronzato e i pantaloni scuri dal taglio casual, ma finalmente della sua misura, era proprio un gran figo. Sì rimirò compiaciuto, spruzzandosi una generosa quantità di profumo che inondò la stanza. Mancava poco meno di un’ ora all’appuntamento con Jason, ma considerata la giornata e il traffico che avrebbero trovato per strada, dovevano sbrigarsi,se volevano arrivare puntuali. Si avviò quindi verso la casa di Bill, certo di trovarlo ancora nella doccia. Invece, con suo sommo piacere lo trovò praticamente pronto ed intento ad allacciarsi le scarpe e quel che vide lo lasciò senza fiato.
    Di certo Bill non avrebbe faticato a trovare ammiratori, completamente vestito di bianco e con i lunghi capelli accuratamente pettinati, sembrava un angelo.
    “ No, no, io non ti porto con me…” Sussurrò, prendendolo per mano e facendogli compiere un giro su se stesso.
    “E perché?” Chiese, compiaciuto della reazione suscitata in lui.
    “ Perché sei fantastico e tutti cercheranno di portarti via da me!” Spiegò, baciandolo sulle labbra velate di gloss alla fragola. Bill rise di gusto al complimento. Se fosse stato davvero in cerca di approvazione, poteva dirsi più che soddisfatto. L’unica persona su cui voleva far colpo, era già praticamente ai suoi piedi…

    Edited by *billaly* - 22/1/2015, 11:42
     
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  5. rawak
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    Con non scusabile ritardo, ho letto ora!!! Brava come sempre!!! Tom diventa sempre più sexy via via che prosegue il racconto...
     
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    Grazie Ste! E non preoccuparti, leggi quando vuoi, tanto di qui la fic non scappa! :wub:
     
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  7. Vannillicious
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    Eccomi qui come promesso! Ci ho messo un po' per recuperare i capitoli che mi ero persa!

    La cosa che mi mette più in ansia a questo punto è senza dubbio il segreto di Bill. Ma capisco che faccia fatica a confessarlo: Tom continua a parlare di B.T. come se fosse il peggior artista su questo pianeta! E ok, Bill non dovrebbe vergognarsi di quello che è, ma gli piace Tom e si vuole sempre avere l'approvazione della persona di cui si è innamorati. D'altro canto scrivere è il lavoro di Bill, la cosa più importante della sua vita personale e finchè Tom non ne sarà a conoscenza non potrà mai conoscere Bill davvero.
    AHHH CHE ANSIA!!

    il passaggio che mi è piaciuto di più dell'ultimo capitolo è stato questo:

    CITAZIONE
    “ Ma… ma sono un mutande!!!” Protestò Tom, ritornando sui suoi passi. Bill alzò gli occhi al cielo e gli lanciò la t-shirt, raccolta dal pavimento.
    “ E i miei jeans?” Piagnucolò, guardandosi intorno.
    “ Non lo so, cerca in giro… “Rispose l’altro distratto, mentre rovistava tra gli abiti.
    “ Sei uno stronzo…” Borbottò allora il chitarrista per metterlo alla prova. Odiava esser ignorato e ancor peggio esser messo da parte alla prima occasione e cominciava a pentirsi di aver esteso l’invito a pranzo anche a lui.
    “Cosa hai detto, scusa?” Replicò Bill, intento a scegliere tra una canotta traforata e una maglia con vistosi disegni tribali.
    “ Che ci vediamo dopo…” Rispose, infilando con stizza i calzoni e lasciando successivamente la stanza senza salutarlo.

    Spero di leggere presto il prossimo capitolo :D
    Brava Ale!! :wub: :wub: :wub:
     
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    Grazie Vane!!!
    Sono felice che ti piaccia! Presto il vostro "stato ansioso" subirà un'evoluzione!

    Grazie per aver citato quel pezzo! Ho trovato anche un errore! :D
     
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  9. Vannillicious
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    ahaha felice di averti inconsapevolmente aiutata ^^
     
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    Capitolo 35




    “ Se avessi anche solo lontanamente immaginato che il ragazzo di Tom potesse essere uno degli uomini più affascinanti della terra, non lo avrei certo indotto a separare il lavoro dal piacere…” Bill sussultò a quelle parole e nervoso si girò verso il suo interlocutore.
    Aveva cercato un angolo appartato per godersi in santa pace una sigaretta sul grande terrazzo dell’attico di Connor, ma evidentemente non era destino che potesse rilassarsi un attimo e riordinare le idee. Aveva conosciuto gente interessante, invadente e altra che non aveva esitato a portargli via Tom per parlare di affari. Non erano rimasti insieme per più di dieci minuti da quando erano arrivati e lui cominciava a stancarsi. Inoltre era palese che Jason fosse interessato a lui e sebbene lo stimasse profondamente come cantante non poteva dire altrettanto del suo modo di fare.
    “ Come scusa?” Borbottò imbarazzato, fingendo di non aver capito.
    “ Sei bellissimo Bill, se io fossi nel tuo ragazzo, sarei geloso da impazzire e non ti lascerei solo un istante.” Incalzò il cantante avvicinandosi ulteriormente a lui e prendendo una ciocca dei suoi lunghi capelli tra le dita.
    “ Se i tuoi produttori non lo avessero requisito, ti assicuro sarebbe rimasto incollato a me tutto il tempo.” Rispose il biondo, allontanandosi da lui e ostentando una sicurezza che assolutamente non aveva in quel momento.
    “ Non sei felice per lui? Non capita a tutti e nemmeno tutti i giorni una fortuna del genere! E questo lo dico per entrambi. ” Ribattè Jason, scrutandolo attentamente. Bill distolse lo sguardo, spegnendo la sigaretta nel bicchiere di vino bianco che aveva posato sulla balaustra. Non era stato sicuramente un gesto elegante e soprattutto rispettoso verso il padrone di casa, ma questi lo stava veramente mettendo a disagio.
    “ Certo che sono felice per lui, che domande! Cosa vorresti insinuare?” Esclamò lo scrittore, ritornando a guardarlo con aria di sfida.
    “ Sto cercando di capire il vantaggio che potresti trarne tu, da un eventuale successo di Tom in campo musicale.” Rispose Jason, accennando un sorriso ironico.
    “ Nessuno, perché io ho la mia vita, un lavoro splendido e il denaro certo non mi manca.” Replicò stizzito.
    “ Non sapevo che fare il correttore di bozze part - time potesse ritenersi un lavoro splendido e renumerativo.”
    “ Dipende da cosa ti aspetti dalla vita. Per me lo è. E non capisco dove tu voglia arrivare, o meglio lo capisco fin troppo bene e ti posso dire con certezza matematica che la carriera in campo musicale che potrà fare o meno Tom, non sarà determinante per il nostro rapporto. Io potrei continuare a mantenermi in maniera più che dignitosa, come ho fatto finora d’altronde, anche se Tom continuasse a fare il turnista.” Gli gridò in faccia Bill sull’ orlo della crisi di nervi. Doveva andar via da quel posto, immediatamente! Non avrebbe sopportato oltre quel Jason del cazzo! “E ora se vuoi scusarmi, vorrei andare a cercare Tom.” Concluse, avviandosi verso l’interno, senza attendere la sua replica.
    Jason sorrise tra sé, scrutando l’orizzonte. Era perfettamente consapevole di esser stato sgradevole con quel ragazzo, ma era necessario sapere con chi aveva a che fare il suo protetto. Non era certo previsto che nella prima pianificazione della carriera di Tom ci fossero intoppi amorosi o amanti troppo interessati al suo successo e Bill sembrava aver superato il test a pieni voti. Avrebbe potuto far fare qualche piccola indagine su di lui, ma sentiva che non ce ne sarebbe stato bisogno. I suoi profondi e furiosi occhi color gianduia, non potevano aver mentito.

    “ Tom io vorrei andarmene, se non ti dispiace…” Gli sussurrò Bill, avvicinandosi al suo orecchio, mentre Tom conversava con un uomo sulla sessantina con spessi occhiali da miope, il cui aspetto ricordava vagamente Aristotele Onassis. Il chitarrista si scusò con il suo interlocutore e rivolse immediatamente la sua attenzione al suo compagno.
    “ Bill sei pallido, non ti senti bene?” Chiese preoccupato, accarezzandogli il volto.
    “ No, è solo un po’ di stanchezza. Se vuoi rimanere posso prendere un taxi per tornare.” Rispose, quasi commosso per la sua premura.
    “ Dammi altri cinque minuti per salutare tutti e poi ce ne andiamo insieme. Per oggi credo che possa bastare.” Mormorò, sfiorandogli la guancia con le labbra per poi tornare sui suoi passi e andare a congedarsi dall’ altro, che gli strinse la mano calorosamente.
    Bill si mise seduto su una poltrona di pelle bianca, illudendosi invano di potersi così confondere con l’arredamento fino all’ arrivo di Tom.
    “ Ti ci dovrai abituare…” Carly si sedette sul bracciolo e gli porse una coppa di champagne.
    “ No grazie, per oggi ho bevuto abbastanza.” Rispose abbozzando un sorriso, che voleva esser gentile, ma che con molta probabilità doveva esser invece parso alquanto tirato.
    “ Non è per niente facile stare con uno famoso, sai? Vivi nella sua ombra e i rospi da ingoiare sono sempre più grandi.” Esordì,vuotando il suo bicchiere tutto in un sorso. Era evidentemente ubriaca e lui non aveva assolutamente intenzione di dare il via ad un’altra assurda conversazione.
    “ Penso che il tuo Tom faccia girare la testa al mio Jason. Cosa pensi di fare in proposito? Vuoi unirti a me nella lotta serrata per tenerci i nostri uomini?” Blaterò con la lingua impastata.
    “ Non penso che la testa di Jason smetterà di girare solo perché saremo noi ad ordinarglielo.” Si limitò a dire lo scrittore, alzandosi dalla poltrona e cercando Tom con lo sguardo tra gli invitati.
    “ Non vuoi dunque aiutarmi a tener lontano Jason dal tuo ragazzo?” Incalzò la ragazza alzando il tono di voce e tirandolo per un braccio.
    “ No, perché comunque sono certo che Tom si manterrà a debita distanza da lui.” Carly lo guardò stranita per poi scoppiare a ridergli istericamente in faccia.
    “ Illuso! Mi fai tenerezza! Si vede che non fai parte di questo mondo!” Esclamò la ragazza, prima di accasciarsi sulla poltrona ed iniziare a piangere.
    “ Che succede qui?” La voce alle sue spalle lo fece sussultare.
    “ Credo che la tua donna abbia bevuto un po’ troppo, fossi in te Jason, mi preoccuperei di più per lei invece che improvvisarti piccolo Sherlock Holmes ed indagare sulla vita degli altri.” Lo apostrofò volutamente scortese.
    Il cantante lo guardò torvo, prima di scuotere leggermente Carly che pronunciava frasi sconnesse tra le lacrime.
    “ Tu non mi hai mai amato! Gli gridò ad un tratto, scansandolo e cercando di rimettersi in piedi, ma non appena riguadagnata la posizione eretta, un capogiro la costrinse ad appoggiarsi a lui che la sollevò tra le sue braccia e, dopo essersi scusato con gli invitati, la portò in camera da letto.
    Non era certo la prima volta che Carly lo accusava di non amarla, ma mai aveva perso la testa in quel modo,mettendolo e soprattutto mettendo se stessa in ridicolo. Forse Bill aveva ragione, avrebbe dovuto interessarsi di più a lei e cercare di renderla felice. Sapeva di averla trascurata e di averla fatta soffrire, come sapeva che era sempre più difficile per lei accettare la sua bisessualità. Non aveva un rapporto omosessuale ormai da tempo, ma il suo interesse nel confronto degli uomini non si era mai sopito, anzi…
    La depose sul letto e le tolse le scarpe,mentre lei continuava a piangere sommessamente. L’abbracciò sfiorandole la fronte con un leggero bacio e le asciugò le lacrime con un kleenex, promettendole di tornare quanto prima. Se la conosceva bene, tra qualche minuto si sarebbe addormentata e lui avrebbe avuto tutto il tempo di salutare i suoi invitati tranquillamente.


    “ Mi dispiace che Carly, ti abbia fatto una scenata, non pensavo che potesse perdere la testa così, per un paio di bicchieri…” Esordì Tom non appena usciti dalla casa di Connor.
    “ Tom, Carly era ubriaca fradicia e se proprio lo vuoi sapere non ne sono affatto sorpreso. Stare con Connor non dev’essere affatto una passeggiata! E’ una persona spregevole!” Esclamò di rimando Bill, mentre entravano nell’ ascensore.
    “ Jason spregevole?! Scusami, ma non ti seguo! Come fai a dire di lui una cosa del genere? E poi non era il tuo cantante preferito?” Ribattè il chitarrista quasi indignato.
    “ Lo dico perché ho avuto modo di scambiare due parole, o meglio sono stato praticamente accusato da lui di stare con te solo per interesse, dopo ovviamente aver evitato accuratamente le sue avances! Mi chiedo con che coraggio ci abbia provato!” Sputò fuori Bill, rosso in volto e in collera più che mai.
    “ Bill, non penso avesse davvero intenzione di provarci. Forse ti stava mettendo solo alla prova. Anche con me l’ha fatto.” Disse Tom, nel tentativo di calmarlo.
    “ Quindi ci ha provato anche con te?! “ Gridò lo scrittore fuori di sé.
    “ Sì… cioè no! Inizialmente l’ho creduto, ma poi ho capito che era solo un modo per accertarsi se ero davvero motivato a fare musica seriamente e-“
    “ Voleva forse scoparti per capirlo?!” Lo interruppe Bill.
    “ Certo che no! Ti vuoi calmare?! Ti sto solo dicendo che lui è solito comportarsi in modo strano se vuole metterti alla prova. Ha un modo tutto suo per saggiare chi ha di fronte. A New York mi ha presentato le persone a lui più care, mi ha ospitato a casa sua, mi ha offerto una splendida opportunità, ma nel frattempo mi ha fatto una testa tanto sul fatto che in tour non erano graditi amanti o partner gelosi che arrivassero a turbare l’equilibrio del gruppo o creassero pubblicità negativa. Ha voluto sapere quanto tu fossi importante per me e se ero consapevole che tre mesi lontano potevano essere deleteri per un rapporto appena nato.” Tentò di spiegargli Tom.
    “ Non mi dire! Oltre che benefattore, anche premuroso!” Scusa, se fatico un po’ a credere a tutto questo. L’ impressione che ho avuto è stata di tutt’altro genere! E poi come se non fosse bastato, è arrivata anche Carly con la sua crociata alcolica sul come ‘tenersi stretti i propri uomini’. Davvero patetico!” Replicò lo scrittore, mentre le porte dell’ascensore si aprivano e lui poteva finalmente riprendere a respirare. Si avviò a passo svelto verso l’uscita del palazzo, lasciando Tom interdetto. Quello che doveva essere un fantastico fine settimana, si stava rivelando un disastro totale. E Bill arrabbiato non era di certo facile da gestire.
    “ Ti vuoi fermare?” Gli gridò Tom raggiungendolo sul marciapiedi e afferrandolo per un braccio.
    “ E perché dovrei? Perché tu possa continuare a sparare cazzate? Se vuoi continuare la tua carriera di musicista sotto la sua ala protettrice, non sarò certo io ad impedirtelo, ma altresì non sarò costretto a seguirti.” Esclamò il biondo, fissandolo negli occhi.
    “ Quindi vorresti lasciarmi, solo perché Jason ha messo in dubbio la tua sincerità?”
    “ Non sarebbe un valido motivo?”
    “ No, perché il nostro rapporto non è affar suo e se proprio questa cosa ti infastidisce gli parlerò e lo rimetterò al suo posto.”
    “ Rischiando di mettere a repentaglio la tua carriera? Tu faresti questo per me? “ Chiese Bill sconcertato.
    “ Perché, non dovrei?”
    “ Tu sei pazzo Kaulitz. Io non valgo tanto e non voglio assolutamente che tu perda l’occasione della tua vita per causa mia. Me ne farò una ragione, non preoccuparti.”
    “ Perché sei così fottutamente testardo? Sembra che tu non veda l’ora di sbarazzarti di me! Si può sapere che ti ha preso?” Incalzò Tom sempre più confuso.
    “ Non mi ha preso nulla, diciamo che io non ho voglia di prendere parte a questo teatrino, né di subire ulteriori interrogatori. Non l’hai nemmeno incisa la canzone e già vengo accusato di essere interessato a te solo perché diventerai famoso, da uno che nemmeno mi conosce! Come può anche solo pensarlo quel pallone gonfiato di Jason?”
    “ Lui non lo pensa, ti ha solo messo alla prova e direi che tu abbia superato l’esame a pieni voti. Ora per favore, puoi salire in macchina? Stiamo attirando l’attenzione di tutti.”
    “ Sai che mi importa?! Io non ho nulla da perdere, sei tu la celebrità!”
    “ La vuoi piantare? Mi stai facendo incazzare!” Tuonò Tom, trattenendolo per un braccio.
    “ E incazzati. Io prendo un taxi. Ti saluto.” Concluse Bill, liberandosi dalla stretta e attraversando la strada di corsa per fermare il taxi che stava sopraggiungendo dalla parte opposta.
    Tom lo osservò parlare concitatamente con il tassista e poi salire sul sedile posteriore. Non sarebbe servito a nulla cercare di fermarlo ancora una volta e tentare di ricondurlo alla ragione.

    Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

    Edited by *billaly* - 3/2/2015, 15:40
     
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    Capitolo 36





    Bill spense l’ennesima sigaretta della giornata affondando il mozzicone nella terra morbida di uno dei vasi di gerani multicolore che Aileen teneva sul terrazzo. Sapeva che si sarebbe arrabbiata, ma in quel momento poco gli importava, anzi, si stava giusto chiedendo come avesse potuto fare amicizia con persone come lei e Alex. L’avevano entrambi bastonato, dandogli del pazzo, dell’ egocentrico, del sociopatico, della diva capricciosa e dello stupido - non ricordava in che ordine -, ma nessuno gli aveva offerto conforto. Aveva sempre odiato la gente e mai come ora era coerente col suo pensiero. Tutti pronti a giudicare, tutti prodighi di buoni consigli e poi?
    Sbuffò, sistemandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e cercando di trattenere la rabbia che gli provocava la tachicardia. Come potevano pensare che l’unico ad aver torto fosse lui? Che Tom non meritasse affatto di esser lasciato lì, su due piedi, come un allocco sul ciglio della strada? Era così in balia delle sua nuova vita da non accorgersi se qualcuno veniva ferito? Alex gli aveva detto che era stato un cretino, che non avrebbe assolutamente dovuto fargli quella piazzata assurda e che se lui fosse stato in Tom,l’avrebbe mandato al diavolo sul serio e definitivamente. Era un adulto ed era giunto il momento di cominciare a “vivere nel mondo reale e non con il cervello perso nelle sue fantasie…”, testuali parole, prima di invitarlo ad uscire dal locale e farsi una passeggiata solitaria per rimettere in ordine le idee. Era tornato alla sua abitazione, aveva raccolto le sue cose e aveva chiamato Maria, la donna delle pulizie, perché andasse a sistemare e a chiudere la casa e poi era andato da Aileen. E l’amica non era stata certo da meno, anche se in modo più gentile, aveva puntualizzato sul fatto che dovesse imparare a gestire i suoi rapporti interpersonali, smettendo di pensare a se stesso come fosse il centro dell’ universo.
    Possibile che nessuno capisse invece che lui voleva semplicemente un rapporto normale? Tom gli sarebbe piaciuto anche se avesse venduto bibite sulla spiaggia… e tutta questa storia del suo futuro come cantante era solo una complicazione!

    “ Sei arrabbiato, Bill?…” La vocina squillante di Matthew lo riportò alla realtà. Il biondo si girò verso di lui, abbozzando un sorriso, mentre il bambino tendeva le braccia verso di lui per esser preso in braccio.
    “ Non sono arrabbiato Matt, solo un po’ triste. Ma passerà! Allora campione, ti sei divertito con Parker oggi?” Chiese, cercando di cambiare discorso. L’allegria del piccolo sperava potesse contagiarlo.
    “ Moooltissimo!!! La sua mamma ci ha preparato il gelato alla fragola e suo papà ha costruito per noi un aquilone gigante a forma di drago! Poi sua sorella è caduta in piscina vestita mentre rincorreva il cane che aveva mangiato una delle sue bambole! “ Raccontò il ragazzino, ridendo a crepapelle.
    “ Un pomeriggio movimentato, non c’è che dire! E poi come è finita?” Chiese ancora, sedendosi su una delle sedie e mettendosi il bambino sulle ginocchia.
    “Britney si è messa a strillare e a piangere così forte che suo padre è uscito per andarle a comprare un’altra bambola, pur di farla stare zitta. Bleah, le ragazze, non mi piacciono neanche un po’!!! Concluse, con la faccina schifata.
    “ Non dire così. Un giorno, quando sarai grande, ti piaceranno, eccome!”
    “ Non ci penso neanche! Tu sei grande e non ti piacciono!” Esclamò il piccolo.
    “ Chi ti ha detto questo?” Incalzò Bill. Ci mancava anche che dovesse spiegare il perché dell’ omosessualità ad un ragazzino di quattro anni!
    “ Nessuno. Però se ti piacessero, avresti sposato la mia bellissima mamma!” Spiegò Matthew.
    “ Matt, non è così semplice…”
    “ Lo so, deve scattare la scintilla.” Disse saccente. Bill spalancò gli occhi. Evidentemente le bistecche di brontosauro cucinate da Alex avevano accelerato il processo di crescita cerebrale di quel bambino!
    “ Ma chi ti ha detto tutte queste cose?” Chiese guardingo.
    “La mamma. Mi ha spiegato che alle persone per volersi bene deve scattare la scintilla. Quando incontri la persona giusta, te ne accorgi perché vedi le stelline nel cielo e gli arcobaleni e il cuore batte forte come dopo una corsa. E io credo che il tuo cuore stia battendo così forte perché il tuo amico ti piace e sei triste per lui. Se avete litigato, dovreste fare la pace.” Rispose, posando l’ orecchio contro il suo petto e circondandolo con le sue piccole braccia. Bill deglutì, ricacciando indietro il magone che gli serrava la gola.

    Era stato un idiota? Probabilmente sì. E la cosa più incredibile era che lo aveva capito grazie ad un ragazzino di quattro anni.


    °°°




    Tom entrò in casa e si diresse senza battere ciglio verso la sua stanza per raccogliere le proprie cose per poi ritornare in città. Non sarebbe rimasto un minuto di più in quella casa al mare, con il rischio di incontrare nuovamente Bill e finire poi col chiedergli scusa per una colpa non sua, pur di far ritornare il sereno tra di loro. Era vissuto senza di lui fino ad un mese prima, non sarebbe stato impossibile dimenticarlo e proseguire per la propria strada. Aveva davanti a sé un brillante futuro e come gli aveva detto Jason, un rapporto di difficile gestione poteva rivelarsi solo una spiacevole complicazione e un intralcio alla carriera, se non si era in grado di tenerlo sotto controllo. E Bill era complicato e richiedeva troppe attenzioni. Non poteva permetterselo.
    Sospirò rumorosamente. Il suo fisico tradiva i suoi pensieri e un brivido gli aveva percorso la schiena, non appena davanti ai suoi occhi era comparsa l’immagine del biondo steso accanto a lui nel letto, o mentre lo ascoltava raccontare del dramma di suo padre.
    Ok, gli era stato di grande aiuto, però era anche un grande rompipalle!
    Si buttò sul letto e si coprì gli occhi che pizzicavano con un braccio. Doveva pur esserci un modo per far funzionare tutto, senza ricorrere ai sistemi drastici consigliati da Jason o dover discutere per ogni singola situazione spiacevole che si presentava. Non era molto pratico di questioni amorose, ma Bill ne era totalmente a digiuno! Non poteva cavillare su ogni cosa o pretendere di esser sempre in cima alla lista delle sue priorità! Diede un pugno sul materasso e si sfregò gli occhi con il dorso della mano, prima di accorgersi della presenza di Mia che, appoggiata allo stipite della porta, lo osservava divertita.
    “ Che succede? “ Chiese la ragazza, entrando.
    “ Niente…” Borbottò Tom, rimettendosi in piedi.
    “ Un niente che significa: holitigatonuovamenteconbillestodimerda?”
    “ Sì, più o meno, ma non ho voglia di parlarne.”
    “ Ok, allora ascoltami. Io e Josh questa sera ritorniamo in città. Revon e Andy volevano rimanere, ma non ne hanno voluto sapere di pagare di propria tasca i pochi giorni di soggiorno rimasti e li abbiamo quindi praticamente cacciati di casa. Sono due stronzi galattici quando ci si mettono! Mi aspetto rappresaglie, credo che ormai la nostra amicizia si sia incrinata definitivamente. Tu che fai? Torni con noi o stai qui a leccarti le ferite per qualche altro giorno?” Disse, tutto ad un fiato.
    “ Torno anche io. Sto già raccogliendo le mie cose.”
    “ E Bill?”
    “ Bill cosa?”
    “ Che è successo, Tom? Hai una faccia da paura.”
    “ Non mi va di parlarne, davvero…”
    “ Dovresti, invece. Tenersi tutto dentro alimenta solo il rancore.”
    “ Io non ho rancore! E’ solo che lui pretende di essere il centro dell’ universo, vuole esser amato senza condizioni ed esser la cosa più importante della mia vita! Non accetta che io abbia una carriera in campo musicale e oggi ha avuto una discussione con Jason che ha insinuato che lui stesse con me solo per interesse, mentre invece sono certo che lo volesse solo mettere alla prova! Odio tutto questo e accidenti a me che mi sono innamorato!” Buttò fuori, quasi gridando.
    La sorella sorrise e lo abbracciò. Tom la sovrastava di parecchi centimetri, ma era infinitamente piccolo in quel momento. Lo cullò per qualche secondo, accarezzandogli le spalle e poi allungandosi verso di lui per baciargli una guancia.
    “ Se poi volevi parlarne…” Gli sussurrò, prendendolo bonariamente in giro.
    “ Scusa…”
    “ Ehi, sono tua sorella, ricordi? Quella a cui hai ridotto a brandelli il suo peluche preferito!”
    “ Tu mi avevi buttato nella spazzatura la scatola dei Lego della stazione di polizia!”
    “ Era tutto a pezzetti, che ne sapevo io, che si poteva anche montare? Avevo solo quattro anni!” Rispose lei, falsamente indignata.
    “ Il tuo peluche era caduto e si era rotto da solo.”
    “ Bugiardo.” Rise Mia, facendogli il solletico.
    “ Hai pianto così tanto che anche i vicini sono accorsi per vedere che era successo.”
    “ Sei un bastardo di fratello. L’avevi tagliato con le forbici! Il mio Tammy!!!”
    “ Papà te ne ha comprò subito uno nuovo!” Esclamò il chitarrista.
    “ E a te invece regalò il Lego della stazione dei pompieri che montato occupava quasi per intero la tua stanza e per mesi non mi ci hai fatto giocare!” Ricordò la sorella.
    “ Papà sapeva sempre come aggiustare le cose, ma in quel caso l’avevamo messo davvero a dura prova! Non ci siamo parlati per settimane! Eravamo davvero arrabbiati!”
    “ Davvero Tom, io credevo che fosse un giocattolo rotto…” Si scusò Mia.
    “ Ora lo so, ma quando a sei anni, ti trovi ad osservare il camion della nettezza urbana mentre porta via il tuo gioco preferito, è un trauma che ti segnerà per tutta la vita!” Disse Tom, ridendo a sua volta.
    “ Mi manca papà…” Sussurrò la ragazza, di nuovo seria.
    “ Anche a me, tantissimo. Ma finalmente ora lo posso ricordare senza provare rimorso.” Rispose il chitarrista, stringendola a sé.
    “ Grazie a Bill che ha compiuto il miracolo. Tom, lui è un bravo ragazzo, non fartelo scappare. Forse quello che a te sembra egocentrismo in fondo sono solo insicurezze.”
    “ Non può condizionare la mia vita…”
    “ Non lo farà, se tu gli dirai che lo ami. Dammi retta. A volta l’amore compie giri tortuosi prima di arrivare a destinazione. Guarda me e Josh. Fino a qualche giorno fa non ci consideravamo nemmeno.”
    “ Josh è cotto di te da anni.”
    “ Tu lo sapevi?!”
    “ Certo che sì! Ma non ha mai voluto che te ne parlassi!”
    “ Bastardo anche lui! Se non fosse stato per quel video del cavolo…”
    “ Non voleva che tu fossi in un qualche modo condizionata.”
    “ Ti sembro una che si fa convincere da te? Piuttosto il contrario. E ora quindi tu andrai da Bill.”
    “ Non credo che…”
    “ Vai e non cercare scuse. Dovete chiarirvi. “
    Tom alzò gli occhi al cielo, sorridendo a Mia che ancora lo abbracciava. Le baciò la fronte e staccatosi da lei, uscì dalla stanza dirigendosi verso la casa di Bill.

    Edited by *billaly* - 7/4/2015, 15:11
     
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  12. LalliG14
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    Dopo 9 pagine e 36 capitoli arrivo anch'io a commentare!
    La prima cosa che ti dico è..continua continua continua! Ho letto tutto in pochi giorni e ormai mi sono affezionata ai personaggi e alla trama...voglio sapere come va avanti! :D Specie adesso che si devono chiarire! Sono curiosa di sapere se Bill rivelerà finalmente il suo segreto e che soluzione troveranno per rimanere insieme anche durante il tour. Insomma, fino adesso era facile perchè ogni volta che finivo un capitolo c'era subito pronto il prossimo..ora invece dovrò aspettare :cry:
    Spero deciderai di continuare a scriverla...se così fosse, sappi che troverai in me una fedele lettrice fino alla parola "fine"! ^_^
     
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    Una nuova lettrice! *saltella
    Ti ringrazio Laura! Purtroppo non ho molto tempo per scrivere, ma vedrò di arrivare alla fine!
     
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  14. LalliG14
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    Aspetterò pazientemente allora :sìsì:
     
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    Capitolo 37




    “ Buonasera… io cercavo Bill…” Esordì Tom, guardando con sospetto la donna ispanica intenta a spolverare uno dei mobili del soggiorno.
    “¡Hola Tom, Bill non c’è, è partito.” Rispose l’altra, per nulla sorpresa di vederlo.
    “ Lei sa chi sono?” Chiese il chitarrista stupito.
    “Certamente, vi ho visto insieme e Alex è un grande chiacchierone.” Rispose placidamente la donna.
    “ Alex?! Che c’entra lui?”
    “ Io sono la domestica di Alex e ho un accordo per venire a pulire questa casa un paio di volte la settimana. Piacere mi chiamo Maria, e dalla tua faccia direi che ti aspettassi di trovare Bill e non me. ” Disse a Tom che la fissava stranito. Evidentemente in quel posto era sport nazionale farsi gli affari degli altri.
    “ Beh sì, e dove sarebbe andato?” Chiese titubante.
    “Quién sabe? Mi ha solo chiamato dicendo di venire a pulire e a chiudere la casa.”
    “ Ok ho capito, grazie Maria...” Rispose deluso, congedandosi. Solo in quel momento realizzò di non conoscere nemmeno il suo indirizzo in città. Aveva solo un numero di cellulare per rintracciarlo, che al momento risultava irraggiungibile.
    Attraversò quel lembo di spiaggia che divideva le due abitazioni e rapidamente raggiunse la sua stanza per terminare i bagagli. Probabilmente Alex conosceva il suo indirizzo e avrebbe quindi potuto far un salto al ristorante per chiederglielo, anche se a quell’ ora lo avrebbe sicuramente trovato impegnatissimo in cucina a licenziare i suoi collaboratori per l’ennesima volta.
    “ Allora? Come mai sei già qui?” Le voci della sorella e di Josh lo distolsero dai suoi pensieri.
    “ Bill non c’è. Se ne è andato.” Si limitò a dire.
    “ Andato dove? Sarà da Sweetie a strafogarsi di dolcetti!” Esclamò l’amico sorridendo.
    “ Maria mi ha detto che è partito.”
    “ Chi è Maria?!” Chiese Mia.
    “ La donne delle pulizie.”
    “ Chiama Alex, forse lui sa dove è andato.” Suggerì la ragazza.
    “ Farò di più, passerò di là e se ho fortuna magari lo troverò a rimpinzarsi di dolcetti per davvero!” Concluse Tom, mettendo la sua sacca sulla spalla con ritrovato entusiasmo.

    °°°



    Bill non pensava che il tenero abbraccio di Matt avesse il potere di calmarlo ed ora che il piccolo, spossato dalla giornata trascorsa con l’ amichetto, si era addormentato tra le sue braccia, poteva farsi cullare dal suo respiro contro il proprio petto. Sentiva di non esser più arrabbiato e sebbene continuasse a considerare Jason un egocentrico da strapazzo, non poteva certo incolpare Tom del suo comportamento scorretto e invadente. Uno dei motivi per cui aveva sempre evitato accuratamente di uscire allo scoperto era proprio quello. Non sopportava l’invasione della propria privacy, le persone malfidate, l’invidia inevitabile, l’alterigia e la falsità che animava quelle persone accecate dalla fama. Era molto più semplice concentrarsi sul proprio lavoro e assistere da spettatore al proprio successo, inoltre gli piaceva quella sorta di mistero che avvolgeva B.T. Truman e l’entusiasmo dei fans che avevano accettato di parlare con lui attraverso un blog senza pretendere altro. Non avrebbe cambiato il suo modo di vivere per nessuna ragione al mondo e se avesse dovuto dimostrare qualcosa a qualcuno, quello non sarebbe stato di certo Connor! Al diavolo lui e le sue false supposizioni! Se lui e Tom erano destinati a stare insieme, nulla avrebbe potuto dividerli!... O forse sì? Quell’ atroce dubbio l’assillava! Il suo cuore mancò di un battito e Matt si mosse tra le sue braccia in cerca di una posizione migliore, sbavando un po’ di saliva sulla sua camicia candida.
    Lentamente si alzò dalla sedia, dirigendosi verso la stanza del bambino. Lo depose sul letto togliendogli solo le scarpe e i calzoncini. Aileen avrebbe brontolato, - mai andare a dormire coi vestiti addosso,- ma il piccolo guerriero avevo perso la sua battaglia contro il sonno e sarebbe stato un vero peccato svegliarlo per infilare il pigiamino e far contenta la mamma. Lo baciò delicatamente sulla fronte e rimase ad osservarlo ancora qualche istante mentre sul suo faccino passava l’ombra di un sorriso, prima di spegnere la luce, socchiudere la porta e andare in cucina dove la sua amica stava preparando un dolce.
    “ Ho messo a letto Matt, si era addormentato mentre lo tenevo in braccio.” La informò, sedendosi sullo sgabello di fronte a lei.
    “ Ma doveva fare il bagno!” Protestò la donna, versando del latte sul tavolo.
    “ Ecco vedi ti deconcentri così! Che vuoi che succeda se per una volta va a letto senza aver fatto la doccia e vestito?” Replicò lo scrittore, affondando un dito nella crema pasticcera e rimediando uno schiaffo sulla mano da Aileen.
    “ Ti sei lavato le mani?!... Come vestito?!” Esclamò la donna, brandendo un cucchiaio di legno a mò di scimitarra e colpendolo di nuovo, ma sulla testa.
    “ Gli ho lasciato solo la maglietta! E dai Leen, sei peggio di una zitella inacidita! Che sarà mai!” Sbuffò Bill, massaggiandosi la parte colpita.
    “ Io zitella inacidita?! Senti chi parla! Quello che ha fatto irruzione qui dopo una sceneggiata isterica ad un ragazzo che vorrebbe santificato solo per il fatto di averti degnato di uno sguardo! Io parlo a ragion veduta: mani e abiti sporchi sono un ricettacolo di germi, mentre tu dai aria ai polmoni coi tuoi vaneggiamenti e getti alle ortiche l’amore della tua vita, solo perchè qualcuno ha osato intaccare le mura che hai costruito intorno a te.”
    “ Io non ho costruito nessun muro! Sei stata tu a dirmi che se volevo continuare a vivere tranquillo, avrei dovuto rinunciare a diventare un personaggio pubblico!” Esclamò Bill, infiammandosi.
    “ Shhhh!! Non gridare o sveglierai Matt! Io non ti ho mai detto di chiedere la porta in faccia all’amore, ma tu lo stai facendo. Potresti vivere la tua storia come Bill Trumper, correttore di bozze e aspirante scrittore, semplicemente fregandotene di quello che dice la gente e invece tu non fai che usare questo pretesto per poter fuggire da un qualcosa che nemmeno tu sai definire, ma che ti fa paura.”
    “ Che cazzo ti salta in mente ora? Io non ho paura!” Replicò Bill stizzito.
    “ Sì che ce l’hai. Una fottuta paura di non essere all’altezza delle sue aspettative. Tom non ha stima di B.T.Truman come scrittore e tu sei terrorizzato all’idea che lui non voglia più saperne di te una volta scoperta la verità, se deciderai di raccontargliela, giusto perchè vuoi esser sincero con lui. Allora tu che fai? Lo attacchi, cerchi qualche suo punto debole, lo metti alla prova per giustificarti, per aver qualcosa da poter sfruttare a tuo favore, nel caso le cose si mettessero male per davvero.” Gli spiegò la donna, accantonando i suoi progetti culinari e continuando ad agitare con aria minacciosa il cucchiaio di legno.
    “ Tu sei pazza.” Riuscì solamente a dire Bill e senza attendere replica uscì dalla cucina e poi dall’appartamento, sbattendo la porta.
    Matt nel suo letto sussultò al violento rumore, svegliandosi di soprassalto, ma ancor prima di poter realizzare cosa fosse successo, Aileen era già entrata in camera per prenderlo tra le sua braccia e tranquillizzarlo.
    “ Mamma, c’è il temporale?” Chiese il fanciullo assonnato, stringendosi a lei.
    “ No Matt, è stato il vento che ha fatto sbattere la porta.”
    “ Ma non c’è il vento! Dov’è Bill?”
    “ E’ andato a casa.”
    “ Era triste, poteva dormire qui da noi.” Disse il bambino preoccupato.
    “ Doveva fare delle cose, ma tornerà presto.”
    “ Domani?”
    “ Non lo so amore mio, ma lo rivedrai prestissimo.” Asserì la donna, “ e con il capo cosparso di cenere, ne sono certa.” Concluse tra sè.

    °°°



    Tom imboccò Manson Street e rallentando l’andatura, cercò il civico numero 12. Era stato più facile del previsto farsi dare l’indirizzo da Sweetie, ancora su tutte le furie per il comportamento infantile di Bill, ma felice che Tom, nonostante tutto, avesse deciso di ricondurlo sulla retta via. Si fermò di fronte ad un’ elegante villa e osservò incuriosito il giardino curatissimo che la circondava. Aveva già dedotto dai vaghi racconti del biondo che fosse benestante, ma la sua abitazione denotava un tenore di vita al limite del lusso.
    Evidentemente aveva omesso qualche dettaglio e in realtà la sua famiglia era più ricca di quel che gli aveva fatto credere.
    Non che gli importasse a dire il vero, non era certo il conto in banca di Bill ad attrarlo, ma indubbiamente scoprirlo così, faceva un altro effetto. Scese dall’auto e attraversata la strada si avvicinò al pesante cancello automatico in ferro battuto, ovviamente chiuso. La casa era al buio e chiaramente non abitata, anche se l’impianto di irrigazione stava innaffiando le aiuole, rilasciando nell’aria profumo di fiori e di terra bagnata. Si diresse verso il cancelletto di entrata e il nome del biondo sulla cassetta delle lettere gli diede ulteriore conferma che quella fosse la sua casa, grande almeno dieci volte l’appartamento che condivideva con la sorella.
    No, non gliela aveva raccontata proprio giusta il caro Bill.
    Non era solo benestante, ma bensì ricco sfondato! Ripeteva a se stesso che quello era un dettaglio insignificante ai fini del loro rapporto, ma un ragionevole dubbio si faceva strada nella sua mente. Quanti altri particolari gli aveva tenuto nascosto? E soprattutto perchè?

    Bill aveva girovagato in auto per la città, cercando di calmare i nervi e riflettere su ciò che Aileen gli aveva detto, prima di decidere di rientrare a casa.
    Ammettere le proprie paure non era facile, ma doveva dare atto che in parte le parole dell’ amica corrispondevano al vero. Era terrorizzato all’idea che Tom potesse ridere di lui una volta saputa la verità che potesse così non ritenerlo più alla sua altezza. Non lo conosceva abbastanza da esser certo che lui avrebbe potuto scindere il Bill che aveva incontrato su una spiaggia di Malibù, dal Bill scrittore di romanzi fantasy di successo, senza pregiudizio alcuno. Dopotutto era di lui che si era innamorato!
    Ma era poi innamorato per davvero? Non ricordava che si fosse mai dichiarato in tal senso e forse il suo era l’ennesimo volo pindarico.
    Aveva ragione anche Alex allora, quando lo invitava a rimettere i piedi a terra e smettere di far galoppare la fantasia.
    Una morsa dolorosa alla bocca dello stomaco lo costrinse ad afferrare il volante con entrambe le mani e a mordersi il labbro, in attesa che la fitta cessasse. Ci mancava pure la gastrite!!! Ma poi ricordò di non aver mangiato nulla la sera, quindi si diresse verso casa nella speranza di trovare un antiacido e magari qualcosa di commestibile.

    Quando l’ auto di Bill si fermò davanti all’ ingresso, mentre il cancello automatico lentamente si apriva, istintivamente Tom cerco di nascondersi dietro un grande SUV in sosta. Attese che Bill parcheggiasse e poi prima che il cancello si richiudesse completamente sgattaiolò nel cortile. Il garage, grande quanto il suo appartamento, era posto sul lato della casa e da lì si poteva accedere direttamente alla casa dal suo interno.
    Il biondo scese e aperto il baule, scaricò i propri bagagli e si diresse stancamente verso la porta interna, mentre il basculante iniziava a chiudersi. Tom entrò in fretta urtando contro delle casse di legno che si rovesciarono sul pavimento e solo in quel momento lo scrittore si accorse di lui.
    “ Cazzo, mi hai spaventato, che ci fai qui?!” Chiese Bill in un modo molto scortese, di cui si pentì immediatamente.
    “ Potrei domandarti la stessa cosa, ma mi limiterò invece a dirti che volevo solo parlarti.” Rispose Tom cercando di mantenere la calma. La reazione di Bill non era stata come se la sarebbe aspettata e anche se magari poteva ancora esser arrabbiato con lui, l’espressione dipinta sul suo volto era quella tipica di chi era stato colto con le mani nel sacco.
    Era forse giunto il momento di fare un po’ chiarezza.
     
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