Qualcosa di più

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  1. {Ely.Humanoid‚
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    Titolo: Qualcosa di più
    Autore: {Ely.Humanoid,
    Genere: AU, Angst, Drama, Romance, Crossover, Suspense.
    Avvisi: Twincest not related, Adult Content, Crossover, Abuse, Language, Violence, a little bit of: Blood.
    Raiting: NC17
    N.D.A.: Salve popolo. Innanzitutto, due anni fa ho iniziato a scrivere questa TW, senza mai finirla e non sono mai stata pienamente soddisfatta della trama in sè. Non vi garantisco, come al solito, una cosa grandiosa, perché io non credo di saper scrivere bene come molte di voi. Di solito nelle mie FF tutto si concentra sui fatti, non molto sulle descrizioni e/o i pensieri di un personaggio, se avete notato, ma non riesco a superare questo gradino, non riesco a far migliorare il mio linguaggio ed espanderlo, purtroppo. “Con l’età si acquisiscono i termini e mano a mano si imparano ad usarli meglio” diceva un’insegnante. Ha ragione…
    Continuerò a scrivere questa Long (che tanto Long non sarà xD) in parallelo all'altra (Don't wanna belive in this), scritta alla meno peggio. °-° Beh, al solito, commentate in tante, e soprattutto ditemi sinceramente cosa ne pensate. Buona lettura. <3
    Disclaimers: I fatti di questa storia non sono mai realmente accaduti. I Kaulitz non mi appartengono in nessun modo, e alcuni nomi di personaggi non sono reali. Tutto quello che è scritto è solo frutto della mia fantasia.
    Locandina:

    image


    Qualcosa di più di {Ely.Humanoid, è sotto la licenza della Creative Commons Attribution 3.0 Unported License. Creative Commons License

    Beta: MorgieStorm
    Elenco capitoli:
    • Capitolo 1: Una persona speciale (quì sotto)
    • Capitolo 2: Addio.
    • Capitolo 3: Tu non sei nessuno.








    CAPITOLO 1
    Una persona speciale



    Il moro se ne stava seduto sulle scale bianche - finemente ornate dai tulipani piantati l’anno prima da sua madre Simone - con il mento poggiato sulle piccole mani unite l’una all’altra; osservava le sue scarpe, quelle che usava sempre per giocare e saltare nelle pozzanghere dopo la pioggia, ormai forse un po’ troppo vecchie, sporche e piccoline per i suoi piedi.

    Osservò il cielo: il sole stava tramontando, lasciando via libera alla dolce danza del venticello fresco che spingeva le nuvolette rosa tra le splendide sfumature di arancio. Gli piaceva il tramonto. Per lui, era un fenomeno inspiegabile, di come il cielo, le nuvole e persino il sole, possano cambiare colore e sbizzarrirsi in così tante fantasie. Per lui era una magia. Che in verità, avrebbe voluto condividere con qualcun altro. Lui si sentiva così solo. Essendo figlio unico, un bambino di dieci anni e mezzo e non avendo moltissimi amici lì a Loitsche, si annoiava quando tutte le sue idee per scacciare la noia erano esaurite.

    Sospirò continuando ad ammirare il verde del giardino fiorito davanti a lui ed il bellissimo tramonto. Ormai, esso era diventato il suo “compagno” per passare il tempo. Non era un divertimento, ma era piacevole. Era abituato a stare da solo, dato che aveva pochi amici lì, e i pochi che aveva, neanche lo calcolavano. Lui sentiva il forte bisogno di una persona, appunto.
    Una fidanzata?
    Ci aveva riflettuto spesse volte, e aveva provato a fare il filo ad una sua compagna di scuola, invano. Era come se lo snobbassero, e questo atteggiamento lo rendeva così triste... A scuola giudicavano anche il suo abbigliamento, e spesse volte lo prendevano in giro; così lui odiava la scuola, e i compagni. Anche se materie come la Musica, e l’Arte gli erano sempre piaciute. Come minimo, desiderava avere un amico o un’amica sul quale poter confidarsi e scherzare o giocare tutto il giorno.







    La porta dietro di lui si aprì lentamente, e una candida voce lo chiamò.
    «Bill, tesoro entra dentro, ti raffreddi.»
    La mano di Simone si poggiò dolcemente sulla sua testa accarezzando i capelli corvini. Il bambino obbedì alzandosi ed entrando insieme alla sua mamma, per poi sedersi su una sedia in cucina, togliendosi le scarpe.
    «Mamma… Ho i piedi gelati.»pigolò.
    «Ora ti prendo un paio di calze più pesanti…»lei fece per andare in lavanderia a prendere della biancheria.
    «Posso mangiare un biscotto?»
    «Si, ma solo uno: tra un pochino ceniamo. Ecco le calze…»
    Simone gli porse le calze, aiutandolo ad infilarle nei piccoli piedini congelati per il freddo. Lei lo osservava, pensando di avere un bambino bellissimo.
    E che finalmente, non si sarebbe più sentito solo.
    Doveva dirglielo.
    Quel momento che il suo figlioletto tanto aspettava, stava per arrivare.
    «Bill…»
    «Sì?»
    «Hai mai… Pensato di volere un fratellino?»
    «Un fratellino?»
    «Sì. Ti piacerebbe?»
    «Uhm…»lui ci pensò un attimo guardando il soffitto poggiando un dito sulla bocca. Poi sorrise.«Sì…!»
    «Bene.»sorrise Simone.«Domani devi farti bello, abbiamo visite da una persona speciale.»
    Il moretto agitò la testa annuendo felice, schioccando un bacio sulla guancia di sua madre. Prese il biscotto alla cannella, sempre accuratamente preparato da sua madre, e gli diede un morso piccolo, come quello di un uccellino. Dopo averlo finito, si leccò le dita una ad una per assaporare le ultime briciole rimaste su di esse e, anche se la tentazione di prenderne un altro era forte, si ordinò mentalmente di non farlo e si lavò le mano ancora umide di saliva.
    Sua madre era intenta a stirare i panni appena ritirati, e lui curioso la osservava. Gli piaceva vedere quando Simone cucinava, stirava e si occupava di una qualsiasi faccenda casalinga. Dopo un po’ si sedette sul divano del salotto attendendo che la cena fosse in tavola e approfittandone per godersi il bel caminetto nel quale bruciava sempre legno di fragranti alberi di pino, e il loro odore era delizioso, a parere della sua mamma. Anche a Bill piaceva molto. Così avvicinò le piccole manine al fuoco. Sua madre gli aveva sempre raccomandato di non bruciarsi, e per sicurezza vi mise davanti una grata in ferro decorato. Il moretto sospirò sorridendo e ripensando alla giornata seguente. Sarebbe venuto qualcuno, ma non una persona qualsiasi. Quella persona speciale sarebbe stato il suo nuovo fratellino? Bill non era sicuro del fatto che Simone si riferisse a lui. Un fratellino tutto per me, pensò. Finalmente avrebbe potuto giocare con qualcuno che non sia né troppo piccolo o troppo grande per lui, e che magari fosse anche divertente; ma Bill non sapeva che età avrebbe avuto. Di questo non se ne preoccupò, solo l’idea di avere un fratello, lo eccitava da morire. Sorrise divertito battendo – più che altro tra sé e sé – le mani velocemente.
    «Se papà potesse vederlo domani…»sospirò Bill. Il suo papà, Gordon Kaulitz, era andato a lavorare in America e così, se fosse stato vero che il suo fratellino sarebbe arrivato il giorno dopo, non avrebbe potuto accoglierlo insieme a lui.
    Ma un lampo gli attraversò la mente. Che quella persona speciale fosse suo padre? Era probabile, non vedeva il suo papà da mesi. Lo aveva sentito più o meno una o due volte a settimana per telefono, non di più. E poi una volta ha mandato pure una cartolina da New York, una delle tante città che Bill desiderava visitare. Ad ogni modo, non stava più nella pelle; finalmente, se quella persona fosse stato Gordon, lui sarebbe stato felicissimo lo stesso.
    I suoi pensieri furono interrotti dalla voce della madre che lo stava chiamando per andare a tavola.
    «Arrivo!»squittì il bambino.




    Il giorno dopo sarebbe dovuto essere perfetto. Sapeva che qualcuno doveva arrivare e, come gli consigliò la madre il giorno prima, avrebbe dovuto prepararsi per bene. Con un sorriso radioso si alzò più presto del solito e andò nel bagno per lavarsi, vestirsi e profumarsi. Dopo essersi guardato ripetute volte allo specchio fissando i suoi capelli con il gel, uscì allegro dalla stanza e andò in cucina accolto dal buon profumo della colazione squisita che gli aveva preparato Simone.
    «Oh, Ciao Bill.»
    «Ciao mamma!»il bambino tese le mani al collo della madre per farla chinare e darle un rumoroso bacio.
    «Piccolo mio. Hai dormito bene?»
    «Sì, sì!»annuì dando un sorso alla tazza fumante con del latte sul tavolo.
    «Ecco i biscotti alla cannella. Oggi ne farò altri, non preoccuparti.»lo rassicurò la madre accarezzandogli la spalla.
    «Grazie mamma.»
    Ancor prima che Simone potesse aprir bocca, il campanello suonò e lei si allontanò dalla cucina per aprirlo. Bill non si mosse dalla sedia, non prima di aver finito i suoi amati biscotti! Poi sentì mamma salutare felice un uomo, che aveva una voce molto familiare. Incerto, si alzò dalla sedia incamminandosi timidamente all’ingresso e di spalle, riconobbe il suo papà. Allora è tornato!
    «Papà!!!»esclamò il moretto e tutto contento corse verso il genitore stringendolo forte a sé.
    «Bill! Ometto mio. Quanto tempo, eh?»rise divertito nel vedere il proprio figlio.
    «Papino…Mi sei mancato!»
    «Anche voi mi siete mancati. Ora non me ne andrò più… E potremo stare soli, io, te e la mamma.»
    Simone gli diede una leggera gomitata e gli lanciò un’occhiata alzando le sopracciglia.
    «Cioè… Io, tu, la mamma e…Tom.»
    «Tom?»chiese confuso il moro.
    «Sì, il tuo fratellino.»
    La sua espressione incerta si trasformò in un grande sorriso. Tom. Ora conosceva il suo nome, era felicissimo. Già immaginava i pomeriggi passati con lui e la sua voce che richiamava la sua attenzione, modificando di tanto in tanto il nome in “Tomi”. Gli piaceva il suo nome. Chissà fisicamente come sarebbe stato.


    ***




    Quella mattina aveva il giorno libero, e così decise ugualmente di uscire presto per fare la spesa. Uscì di casa infilando le mani in entrambe le tasche del lungo cappotto nero. Faceva molto freddo, e ogni volta che espirava del “fumo” usciva dalla sua bocca. Si strinse nelle spalle, aumentando il passo, schivando un bambino che raggiunse la propria mamma. Era un bambino carinissimo, biondo, occhi azzurri e un po’ paffutello, con la camminata da paperotto. Anche lei avrebbe voluto un altro bambino, però, che fosse coetaneo di Bill, in modo che i due si sarebbero potuti trovare meglio insieme. A metà strada dal supermercato, diede un’occhiatina all’orfanotrofio, un modesto edificio apparentemente somigliante ad un collegio. Osservò il palazzo dall’alto in basso, assottigliando gli occhi a causa del venticello freddo; la sua amica Gesine le aveva consigliato quel posto, di darci un’occhiata. Simone aveva anche parlato con Gordon molte volte di questo argomento. Lui, ci aveva pensato, e l’idea di adottare un bambino, non era malvagia, anzi. Specialmente per Simone. Si era accorta del bisogno di un qualcuno per Bill. E poi, lei amava i bambini. Sembrava che la porta la incitasse ad entrare. Si fece avanti, forse facendosi convincere una volta per tutte dal pensiero delle discussioni fatte con il marito. Una donna di mezza età le aprì, e la salutò facendo un cenno con il capo. Esplorò i corridoi lentamente, strofinandosi le mani avvolte dai guanti lilla. Arrivò davanti una specie di reception, dove una donna, che pareva abbastanza seria, anche lei non giovanissima, cambiò la sua espressione dapprima concentrata su alcuni fogli, in un sorriso.
    «Posso aiutarla?»
    «Sì, grazie. Io… Una mia amica, Gesine, la conosce?»
    «Oh, si, certo.»
    «Ecco. Mi ha consigliato di venire qui. E vorrei consultarmi con qualcuno, perché vorrei adottare un bambino non troppo piccolo, e non ci sono molti orfanotrofi con bambini dai nove anni in su da queste parti…»
    «Capisco. Beh, lei può benissimo rivolgersi a me. Sono la signora Giada Brennet, piacere.»
    «Piacere tutto mio, Simone Kaulitz.»
    «Oh, la signora Kaulitz. Gesine, mi ha parlato di lei e di suo figlio Bill. Ho avuto modo di conoscerlo, un bambino adorabile.»
    «La ringrazio.»le gote di Simone si rosarono.
    «Io credo di aver capito di che tipo di ragazzino cerca. Anzi, in verità, c’è solo un ragazzino maschio su quella fascia di età, di femmine almeno una decina. Le piacerebbe adottare un ragazzino, vero?»
    «Sì.»
    «Venga con me…»la signora uscì dal bancone e le fece segno di seguirla.
    Attraversando un corridoio, giunsero in una specie di giardino al coperto.
    «Una volta era una serra. Facciamo giocare qui i bambini quando c’è brutto tempo fuori…»
    Simone osservò ogni bambino che era presente da dietro i vetri. Ma non notò all’inizio nessun bambino che potesse avere la stessa età di Bill.
    «Ah, eccolo lì. Tom Trümper.»
    La signora indicò un bambino seduto da solo in un angolino che giocherellava con delle pietre; aveva i rasta biondi con sfumature leggere di castano, un piercing al labbro, magrolino, ma che vestiva con abiti più grandi della sua taglia.
    «Oh… Sembra… Carino.»
    «Sì, lo è. E’ molto dolce, ma… Non è mai riuscito a superare l’abbandono dei suoi genitori, e quindi ha come delle crisi psicologiche, cambi di umore… A volte potrebbe diventare un po’ aggressivo, ma è normale, con tutto quello che ha passato. Era così felice quando gli abbiamo permesso l’altroieri di fare il piercing come quello di suo papà. Ci teneva moltissimo.»
    «Capisco…»
    A Simone faceva un po’ pena immedesimandosi in lui. Chissà quale sarebbe stata la sua reazione nell’avere un nuovo fratello? Era, però, un bel bambino. Lo osservò insistentemente, finché lui non si voltò e incrociò i suoi occhi. Lei sorrise, lui attese un attimo, poi ricambiò. Quel gesto da parte del biondino, fece addolcire il suo cuore. Quel bambino aveva qualcosa di speciale. Il suo sesto senso le diceva che quello sarebbe stato quello giusto.



    ***




    A lui non piaceva l’orfanotrofio. Ogni anno aveva sempre più desiderio di scappare via di lì, quella era come una prigione; e poi, odiava le visite delle suore che una volta a settimana venivano per farli pregare. Era rinchiuso lì da quattro anni, e non faceva mai amicizia con nessuno. Tom parlava solo ed esclusivamente con lei, e la signora Brennet lo incitava sempre a socializzare con altri. Ma con chi poteva farlo? Erano tutti piccoli, e così stupidi. Lui era un bambino abbastanza sveglio, e un po’ ribelle. La signora Brennet si era personalmente occupata di lui, sua madre era una sua grande amica, per lei è stata un grande dolore la perdita dei genitori del bambino. Voleva cercare di continuare a fargli vivere la sua vita come ogni bambino della sua età, cercando di esaudire quasi ogni suo desiderio; lo trattava come un figlio e Tom le voleva bene. Ma lui, non riusciva a togliersi quel gran peso di dosso, la morte dei propri genitori non è una cosa che si dimentica facilmente. Ogni giorno i ricordi riaffioravano nella sua mente: era in macchina nel sedile posteriore e stava cantando una canzoncina con sua madre che gli sorrideva felice, e il padre rideva contento alla guida: ad un certo punto due luci piccole da lontano vengono verso di loro sempre più velocemente nel buio, diventando sempre più grandi. Il padre dilatò gli occhi, realizzò troppo tardi che era un’auto che veniva in contro senso a tutta velocità; cercò di sterzare, la madre gettò un urlo, Tom osservava la scena in silenzio, con i suoi occhi spalancati e le labbra dischiuse. Il clacson suonò, le gomme strisciarono, la luce più intensa, poi più niente…
    Si era risvegliato in un letto che odorava di antibiotico. Era infastidito, sentiva tubi e dolori dappertutto e gli occhi appannati. Una donna, del quale realizzò poco dopo mettendo a fuoco la vista, essere la signora Brennet che piangeva, gli accarezzò la testa per poi asciugarsi con la punta de dito in un fazzoletto le lacrime.
    Da quel giorno non vide più i suoi genitori. Era stato difficile dirgli che mamma e papà non c’erano più.
    Ora, era solo. Aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi. Ma lui non voleva proprio conoscere nessuno, finché un giorno, quando lui aveva otto anni, durante la colazione una bambina che era lì da due settimane, Kiki, era seduta a terra che piangeva. Sembrava che avesse la sua stessa età, o forse un po’ di meno. Tom si avvicinò a lei piegandosi sulle ginocchia, e dando un morso al dolce che aveva in mano.
    «Perché piangi?»
    «…Il mio muffin è caduto a terra, e adesso non c’e n’è più!»piagnucolò, tirando su con il naso.
    «Tieni, prendi il mio.»
    Lei smise di piangere e guardò Tom negli occhi che le stava sorridendo. Tom trovava che lei fosse molto carina. I suoi capelli color oro e gli occhi verdi la rendevano davvero bella ai suoi occhi.
    «Grazie…Ma questo è tuo, lo devi mangiare tu.»
    «Facciamo a metà. Prendi.»
    «Come… Come ti chiami?»chiese la bambina sistemandosi meglio.
    «Tom. Tu?»
    «Kiki.»
    «Io e te saremo amici?»
    «Sì, lo siamo già. Ti voglio bene.»disse lei, e lo abbracciò.

    Così i due bambini diventarono l’uno dipendenti dall’altro, e si volevano un bene immenso. Lui la proteggeva sempre da tutti i bambini che si permettevano di darle fastidio, e anche lei, a modo suo cercava di farlo. Facevano tutto insieme, proprio tutto. L’unica cosa, era che lei era una femminuccia, e i maschietti non potevano stare nella stessa parte del dormitorio con le bambine; quindi dormivano separati. Almeno, questo era quello che credeva la signora Brennet e tutto il personale del collegio-orfanotrofio. Una notte Tom non riusciva a prendere sonno, c’era il temporale e i lampi non riuscivano a farlo dormire. Così decise di recarsi, quando tutti furono a dormire nel bel mezzo della notte, nella stanza della piccola Kiki. Lui cercò di attraversare i corridoi senza fare il minino rumore, camminando in punta di piedi. Bussò piano alla porta. Poco dopo la bambina aprì la porta mettendosi una mano alla bocca per lo stupore.
    «Shh.»il biondino si mise un dito davanti alla bocca guardandosi dietro.
    «Che ci fai qui? La signora Brennet non vuole che i maschi vengano…»
    «Non riesco a dormire.»
    «Neanche io.»Kiki storse il naso.
    Ci fu un attimo di silenzio, poi Tom parlò.
    «Posso entrare?»
    «Sì.»si convinse alla fine con un leggero sorriso.
    Tom entrò e Kiki chiuse la porta dietro di sé. Il biondino era già seduto sul suo letto, dove lei lo raggiunse guardandolo negli occhi. Tom amava quegli occhi verdi.
    Si immerse per qualche attimo nelle sue bellissime iridi che brillavano alla luce della luna, e lei fece lo stesso, rimanendo tutti e due senza dire una parola. Non c’erano bisogno di parole. Dopo un interminabile silenzio, Kiki sorrise.
    «Ti voglio bene.»
    «Anche io… Noi due non ci separeremo mai, vero?»
    «No, staremo per sempre insieme, e un giorno una bella signora e il suo marito ci verranno a prendere, e saremo una famiglia.»
    «Sarai mia sorella?»
    «Sì.»Annuì lei con poca convinzione.
    «Dormiamo… Insieme?»propose lui.
    «Io e te?»ridacchiò mettendo una mano davanti la bocca.
    «Perché ridi?»chiese lui arrossendo leggermente.
    Aveva visto dormire insieme un maschio e una femmina solo nei film. Ma non capiva perché ogni volta che iniziava a vedere questi film, la signora Brennet spegneva la TV o cambiava canale su uno di quegli stupidi documentari sugli animali. Una volta era riuscito a vederne uno, e i personaggi facevano movimenti strani, che neanche lui riusciva a spiegarsi. Che stavano facendo? A volte credeva che stessero giocando. Sembrano due animali che vogliono mangiarsi, pensò. Si leccavano anche, forse perché avevano un buon sapore? Fissò lo schermo leccandosi un lembo di pelle dell’avambraccio. Beh, non sapeva proprio di niente, solo di bagnoschiuma all’albicocca. Forse lo fanno perché così possono sentire il sapore del bagnoschiuma, dato che non si può mangiare. Non ne aveva la più pallida idea. Però voleva fare quei giochi con Kiki. Giocavano sempre allo stesso modo, e questo sembrava divertente, una specie di lotta. Però non nudi. Sì, perché nei film erano nudi. Lui si vergognava di stare nudo perfino davanti a uno specchio, lui da solo in una stanza. Kiki aveva riso forse perché credeva che quei film fossero stupidi o ridicoli?
    «Mia mamma mi ha detto che i fidanzati dormono insieme.»spiegò lei.
    «I fidanzati?»
    «Sì…»sbadigliò lei per poi infilarsi sotto le coperte.
    «Allora per dormire insieme devo essere per forza il tuo fidanzato?»chiese lui ingenuamente.
    «No… Io voglio dormire con te e basta.»rispose lei sorridendo e tirandolo piano giù per il braccio.
    Lui ricambiò il sorriso ficcandosi tra i piumoni caldi, e si ritrovarono uno di fronte all’altro. Si riguardarono intensamente di nuovo; Tom le prese con un movimento lento e dolce, la sua mano, che era sotto il suo cuscino.
    «Buona notte, sogni d’oro Tomi.»
    «Sogni d’oro anche a te.»
    Detto questo chiusero tutti e due gli occhi e si addormentarono.
    A Tom era piaciuto dormire con lei, avrebbe voluto rifarlo ogni sera; anche se doveva alzarsi un’ora prima, perché altrimenti la signora Brennet lo avrebbe scoperto quando sarebbe andato a svegliare Kiki. Ci andava quasi ogni notte, e ogni mattina la lasciava continuare a riposare, osservandola qualche minuto prima di andarsene. Poi si rivedevano all’ora di colazione, e poi giocavano insieme.
    Tom stava affacciato alla finestra ad aspettare che Kiki tornasse dal bagno. Fuori c’era una bella giornata, e passeggiavano molte persone. Notò una coppia di ragazzi, che si erano fermati vicino un muretto e avevano iniziato a baciarsi. All’inizio pensò, che schifo. Poi vide che loro due erano felici. Anche nei film erano felici. Urlavano dalla gioia!
    Kiki lo raggiunse chiamandolo e distraendolo dai suoi pensieri.
    «Vieni a giocare?»
    «Mh?...Sì,sì.»
    I due uscirono fuori in giardino per mano, e si sedettero sotto una enorme quercia. Kiki e Tom si dicevano tutto, non avevano segreti. Ma lui non le aveva ancora parlato di quelle cose. Solo ora ricordava di averle chiesto cosa stavano facendo quando un giorno ne capitò uno in TV, e lei rispose: “L’amore”. Lui non capiva. In tutti questi anni non gli avevano mai insegnato queste cose.
    Oggi, a parere suo, lei era bellissima, più del solito. Le piaceva così tanto… Avrebbe voluto baciarla. Ma non sulla guancia, in bocca. Come quei due ragazzi che aveva visto fuori dalla finestra. I baci che gli dava lei gli piacevano, ma gliel’aveva sempre dati sulla guancia.
    «Kiki…?»
    «Sì?»
    «Posso darti un… Un bacio?»
    «Certo.»lei mostrò la sua guancia sorridendo.
    «Eem… Io dicevo… In bocca.»si spiegò lui arrossendo.
    «In bocca?»chiese conferma lei, arricciando il naso.
    Ma Tom non sprecò altro tempo e chiudendo gli occhi le baciò velocemente le labbra. Lui si staccò subito diventando rosso come un pomodoro, e lei rimase immobile spalancando i suoi enormi occhi verdi. Tom si stava quasi per pentire di quello che aveva fatto. Ma dovette ricredersi quando Kiki sorrise.
    «Tomi…»
    «S-sì?»
    «E’ stato bello.»



    Note finali: Beh, cosa ne dite? :eah:
    Lettura abbastanza scorrevole, i concetti si capiscono? Spero di sì.
    Bene, avrete capito adesso un po’ la situazione iniziale. Per esempio, anche se il personaggio di Tom – ma anche Bill – non è molto definito, potrete capire che nessuno si è curato di insegnargli quelle cose, difatti ne sa più Kiki di lui, che è arrivata più tardi; evidentemente la piccola ha avuto modo di indagare un po’ sulla cosa. Che ne pensate dei personaggi e dei loro comportamenti? Altra domanda – specialmente, diretta a Lisa xD – c’è qualche personaggio che vi fa antipatia o simpatia? Perché? Non è un questionario di Italiano, ma è solo che voglio vedere cosa pensate della FF. xD Commentate in tante!!!*_*
    E un’altra cosa importante: l’idea a proposito della “lotta” tra i fidanzati a letto, l’ho acchiappata da una battuta del GDR da Lisa xD
    PS: Ah, credo che posterò solo una volta alla settimana come massimo – questa volta aspetterete un bel po’ perché il capitolo è abbastanza corposo u.u. .-. Chiedo perdono, ma la scuola mi uccide. >_<
    A presto, vi voglio beneee. ♥

    Edited by {Ely.Humanoid‚ - 29/3/2011, 15:07
     
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  2. *sophye*
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    E' molto, molto carina! :) sono felice di essere la prima! sei molto brava a scrivere, mi piace infatti come descrivi i personaggi e anche le scene. E Bill è cosi' tenero, e anche Tom lo è... posta presto il secondo!!
     
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  3. MorgieStorm
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    inizua in modo molto triste! :(
    povero bibi tutto solo senza neppure un amico...
    ma la storia di tom è ovviamente peggio....
    quella kiki già mi s di guai!

    in ogni caso non è che possa dire molto dal momento che non so la trana...
    comunque la scritturs è molto migliorata, più ordinta e incisiva...
    probabilmente a don't want to believe in this fai le cose frettolosaemntte perchè hai perso fiducia nella fic...

    comuqnue voglio il prossimi! *.*
     
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  4. *sophye*
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    Scusa la domanda ma cosa intendi per Crossover? :)
     
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  5. {Ely.Humanoid‚
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    CITAZIONE (*sophye* @ 23/2/2011, 19:42) 
    E' molto, molto carina! :) sono felice di essere la prima! sei molto brava a scrivere, mi piace infatti come descrivi i personaggi e anche le scene. E Bill è cosi' tenero, e anche Tom lo è... posta presto il secondo!!

    Grazie mille!! *-* Spero di postare presto il seguito, ma non vi garantisco niente dato che in questo quadrimestre devo impegnarmi per recuperare dei brutti voti T_T
    CITAZIONE (MorgieStorm @ 23/2/2011, 19:48) 
    inizua in modo molto triste! :(
    povero bibi tutto solo senza neppure un amico...
    ma la storia di tom è ovviamente peggio....
    quella kiki già mi s di guai!

    in ogni caso non è che possa dire molto dal momento che non so la trana...
    comunque la scritturs è molto migliorata, più ordinta e incisiva...
    probabilmente a don't want to believe in this fai le cose frettolosaemntte perchè hai perso fiducia nella fic...

    comuqnue voglio il prossimi! *.*

    Grazie per aver letto *_* Già, sicuramente è migliore della precedente... Anche se questa la preparo da molto tempo. Speriamo che continui a venir fuori dignitosamente. xD
    CITAZIONE (*sophye* @ 23/2/2011, 19:57) 
    Scusa la domanda ma cosa intendi per Crossover? :)

    Una storia in cui sono coinvolti personaggi di altri fandom (gruppi musicali, libri, film...) ^^

     
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  6. jada.1984
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    uuuuuuuuuuuuuu mi piace sai!
     
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  7. kaulitz's wife
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    come sia io odio ogni forma femminile che si mette tra i gemelli muahah quindi beh la storia stupenda come ti ho già detto però spero che quella ragazzina si levi dalle scatole U.U me la vedo come migliore amica di Bill.
     
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  8. MorgieStorm
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    concordo co liz!
     
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  9.     +1   -1
     
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    YunJae

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    Allora .. eccomi qui, come promesso!
    Nulla contro la storia, ma è leggermente irreale. I pensieri di Bill seppur belli sono troppo profondi per un bambino di quell'età, te lo dico per esperienza vissuta; per quanto un bambino possa essere pacato e riflessivo lui è eccessivo. Anche l'acume che usa per arrivare a certe constatazioni sanno di finto.
    E il cambiamento all'entrata in scena della madre è paradossale xD da ragazzo diventa bimbo .. i discorsi da dolci, come probabilmente avresti voluto rendere, sono diventati sdolcinati, e il piccolo Bill ostenta troppa ingenuità.
    Contrariamente Tom è prematuro xD a otto/nove anni io giocavo a nascondino e tu descrivendolo in quel modo l'hai reso uno della nuova generazione >.< io, ad esempio, alcuni bambini che girano adesso li legherei e li costringerei ad imparare non solo l'educazione che la società gli sta negando ma anche il rispetto xD cose che sembrano essere diventati optional! è-è (scusa per la piccola parentesi!)
    Comunque .. dicevo: Tom è troppo traviato anche per essere TOM e ai miei occhi non è risaltato alcuna integrità per essere un under 10, e Kiki mi sa tanto di quella rompi scatole della moglie di Goku ._. io la odiavo! Non dico che la bambina sia antipatica ma sicuramente creerà un sacco di casini, a partire dal soprannome! Scommetto che, dopo essersi diviso da quella bambina, Tom riceverà un traura essendo richiamato con lo stesso nomignolo anche da Bill. Me lo immagino già che gli dice di non chiamarlo in quel modo perchè solo LEI può farlo, ferendo di conseguenza Bill .. ma queste sono solo supposizioni e vaneggiamenti D:
    L'adozione è troppo facile, ma non conosco le modalità in Germania per cui mi astengo dal dire che è sbagliato anche se qui in Italia una coppia deve essere sottoposta a diverse verifiche d'idoneità per avere la possibilità di un eventuale adozione .. ma come detto prima non so come funzioni in Germania >.<
    Con la sintassi non ci sono problemi se non per un paio d'errori, sicuramente di distrazione .. (:

    Scusami ma devo andare a studiare T-T
    Spero di non essere stata sgarbata o offensiva (:

    Eire.

    SPOILER (click to view)
    PS. So di non aver commentato l'altra tua storia ma non ho nemmeno letto e non vorrei che pensassi che non ho più commentato perchè sono una scansafatice ingrata, purtroppo ho troppe cose in troppo poco tempo da fare.
     
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  10. {Ely.Humanoid‚
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    @ Eire: *-* Sai che adoro i tuoi commenti. Sì, mi rendo conto di tutto... E involontariamente hai svelato un pezzo della storia °-° Comunque, non perdere tempo a leggere l'altra perchè fa schifo, ed è scritta a cazzo. xD In effetti come comportamenti sono un pò... Non molto adeguati rispetto alla loro età, ora che mi ci fai pensare. o.o xD
    Grazie mille per la tua disponibilità!^^

    @Lisa: Hehe, chissà perchè lo immaginavo xD
     
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  11. MorgieStorm
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    up up up up up up up up up
     
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  12. {Ely.Humanoid‚
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    Forse posto lunedì. u.u
     
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  13. *sophye*
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    allloraaaa posta
     
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  14. .KraHliiza.
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    Ma quanta tenerezza fa Bill?!
    E Tomi? *si commuove*


    aspetto il prossimo capitolo, questo devo dire
    mi è piaciuto, anche il modo in cui hai scritto.
     
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  15. {Ely.Humanoid‚
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    CITAZIONE (.KraHliiza. @ 27/2/2011, 21:31) 
    Ma quanta tenerezza fa Bill?!
    E Tomi? *si commuove*


    aspetto il prossimo capitolo, questo devo dire
    mi è piaciuto, anche il modo in cui hai scritto.

    Oh, ti ringrazio (:


    Sto riguardando il prossimo capitolo per bene, dato che per questa TW per ora non mi va di dipendere da una beta. Ci sono delle imperfezioni che vorrei sistemare, spero di postare stasera o domani!
     
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47 replies since 23/2/2011, 00:52   463 views
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