Hold on

In fase di scrittura

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  1. ElliSKA;
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    Ehi sciaou :tet:
    Ciao a tutte : D
    Sciaouuuu :occhioni:
    Ok, potrei andare avanti a salutare a lungo, ma non arriverei da nessuna parte. Oddio, quant'è brutto iniziare. Fortuna che questo non è un inizio. Nel senso, sì, è l'inizio di una storia, però è il continuo di un'altra, quindi non è propriamente un inizio. No?
    Beh, è il continuo di News?, che è un'altra storia e fra poco ci sarà un collegamento ipertestuale a quella parola, perché cioè... se non l'avete letta vi sconsiglio di leggere questa anche se non avete assolutissimamente niente da fare stasera. Cioè, in quel caso magari sì, però non so se ci capireste, cioè.
    Beh oh, comunque.
    Ahahah no ma è un buon inizio questo xD
    Sto sfasando, è stata una domenica massacrante (non è vero, non ho fatto niente)
    Vabè, tornando alle cose serie (?) Forse non ne ho da dire di cose serie. L'ho scritto abbastanza di getto, così come era nata l'altra (: e vabè dai, il resto alla fine.
    <3


    Titolo: Hold on
    Autore: Elli
    Rating: NC17.
    Genere: Commedia; Angst; Lemon
    Avvisi: AU; OOC; Drug Use; Language; Twincest Not Related
    Disclaimer: Non possiedo nessuno dei personaggi e non scrivo a scopo di lucro o diffamazione.



    Hold on



    19sc29
    Fatto da Clio <3



    I'm permanently blue for you
    Stava iniziando a pensare che gli avessero perso la valigia e aveva cominciato a fantasticare sulla conseguente scenata che avrebbe fatto. Come poteva vivere in quel paese senza i suoi vestiti? Come avrebbe potuto vivere in qualsiasi paese senza i suoi vestiti? Semplicemente non avrebbe potuto, quindi o la sua valigia si muoveva a spuntare da dietro quelle stupide ed inutili e nere e sporche e di plastica, dannatissime... frange, oppure lui avrebbe iniziato a correre per quella parte dell'aereoporto urlando qualcosa di molto scocciante e appariscente.
    Si illuminò quando vide spuntare la sua valigia verde pisello, davvero terrificante, passare sul tapis roulant e appena fu di fronte a lui, la tirò giù, avviandosi subito verso l'uscita.
    Fortunatamente non trovò la solita massa di persone che attendeva qualcuno del suo volo, e passò oltre quei due o tre che stavano aspettando chi sa chi di molto importante per la loro vita, quando vide l'uscita ancora in lontananza ed iniziò ad incamminarsi verso essa, trascinandosi dietro il trolley verde pisello.
    Improvvisamente si sentì travolgere con potenza da un corpo in movimento, che lo centrò in pieno, e per poco non cadde per terra. Ondeggiò leggermente e quando riuscì a ristabilire un equilibrio guardò con odio alla sua destra, dato che aveva visto che chi gli era andato addosso era lì, pronto a cominciare un'accesa discussione, ma quando si rese conto di chi aveva di fronte non potè non trattenere un sorriso e si gettò a sua volta addosso all'amico, abbracciandolo – Oddiooo! Oddio, oddio, oddio! - esclamò, stringendolo forte.
    Andreas Reid si mise a ridere, non riuscendo a contenere la sua felicità e ricambiò l'abbraccio del suo amico, stringendoselo forte addosso – Non puoi capire. - commentò lui, lasciando poi andare piano Bill.
    - Cosa non posso capire? - ribattè l'altro, guardandolo contento.
    - Non lo so. - si mise a ridere il biondo, non riuscendo a credere di poter finalmente rivedere il suo migliore amico.
    Bill fece segno di no con la testa, sorridendo – Sei pirla, Endi. -
    - Che è? Ancora non sei tornato e già mi insulti? -
    - E ci credo! Con questi capelli... - obiettò la nuova capigliatura dell'amico, prendendo due ciocche fra le mani e tirandole leggermente – Sul serio, cos'avevi fumato quando non te li sei tagliati? - scherzò, facendo un giro attorno a lui per osservarlo meglio e prendendo poi di nuovo in mano il suo trolley, iniziando a camminare verso l'uscita.
    Andreas alzò gli occhi al cielo – Non ti ricordavo così schizzinoso e perfettino. - gli disse, iniziando a seguirlo.
    - Oddio, Endiuccio, sono i francesi. È tutta colpa dei francesi. Ti giuro che all'inizio il mio gay radar non capiva assolutamente niente. Sembrano tutti gay. Tutti! -
    Reid si mise a ridere – Il tuo cosa, scusa? -
    - Il mio gay radar, non dirmi che non sai cos'è. -
    - Se vuoi non te lo dico, ma resta il fatto che non ho assolutamente idea di che cosa sia. - rispose pacatamente.
    Il moro lo guardò sconvolto e anche abbastanza schifato, poi distolse lo sguardo e disse – Oddio, quasi quasi me ne torno in Francia. - velocemente.
    - Ah, ah, - annuì il biondino – provaci e prendi tante di quelle botte... -
    Bill si mise a ridere e guardò il suo amico divertito, il quale ricambiò lo sguardo sorridendo.
    - Ecco, mettila qui. - disse Andreas, aprendo il baule della macchina.
    - Wow, ma hai cambiato auto? Che figata! - esclamò, buttando dentro la propria valigia e perdendosi poi nell'osservare il veicolo.
    Reid lo guardò soddisfatto, richiuse il baule e si avvicinò a lui – Bella, vero? - si vantò.
    - Quanto ti è costata? - si illuminò il moro, ammirando tanta magnificenza.
    - Sai che non lo so? È un regalo di mio padre, ce l'ho da quattro mesi e tre giorni. -
    Bill sorrise – Mi sai dire anche i minuti? - lo prese in giro, cercando di sbirciare dentro. Sarebbe bastato aspettare qualche secondo, ma così dava l'idea di essere qualcosa di molto più prezioso di ciò che in realtà era e la cosa lo divertiva.
    - No, i minuti no, ma solo perché non ho nessunissima voglia di fare un calcolo di quel tipo. Me l'ha regalata alle 15.30 del 4 aprile, penso che non me lo scorderò mai. -
    - Finché non te ne regalerà una più bella. - gli disse, aprendo poi la portiera del guidatore.
    - La risposta è no. - fece subito Andreas, spiccio e coinciso.
    - Dai. Esco solo dal parcheggio. - cercò di convincerlo.
    - No, non lo faresti. E mi ricordo come guidavi il motorino, non ti lascerò la mia macchina neanche se fosse l'unico modo per salvarmi la vita. -
    Il moro lo guardò con gli occhi appena sgranati e ridacchiò – Ma dai, non te la sfascio. E poi ora sono maturato, non sono più il ragazzino di qualche tempo fa. - continuò.
    - Non ci credo. -
    - Dai. -
    - No. -
    - Eddai. -
    - Ho detto di no, Bill. - disse ancora sorridendo e cercando di intromettersi fra Bill e la sua auto.
    - Tipregotipregotipregotiprego. - lo scongiurò il moro, afferrandogli i polsi fra le mani e costringendolo a guardarlo negli occhi mentre sperava di riuscire a fare uno sguardo vagamente somigliante al gatto con gli stivali di Shreck.
    Il biondino alzò gli occhi al cielo, forse Trumper non gli era mancato così tanto – Va bene. - disse alla fine.
    Bill si aprì in un sorriso a trentadue denti e portò le mani dietro la schiena, attendendo il momento in cui avrebbe ricevuto le chiavi. Andreas prese il lucchetto-portachiavi dall'asola dei jeans attillati e gliele consegnò – Guarda che se non guidi piano e fai un incidente, prima ti faccio pagare i danni recati all'auto e a me, e poi ti uccido se non sei già morto da solo. -
    Il moro si mise a ridere mentre Reid faceva il giro dell'auto per arrivare dall'altra parte – Avanti, Endiuccio, da qui a casa tua è giusto qualche km. -
    Il platinato aprì la portiera senza rispondere, già pentendosi di aver lasciato la sua macchina nelle mani di un disgraziato.
    Si sedettero e contemporaneamente si allacciarono la cintura, poi il biondino guardò l'amico mentre infilava le chiavi e metteva in moto, uscendo dal parcheggio in retromarcia.
    Andy non disse niente, un po' perché in fondo si fidava di Bill, un po' perché voleva vedere cosa sarebbe arrivato a fare. Tanto i soldi per ripagargli la macchina li aveva.
    Un attimo dopo essere uscito dal parcheggio dell'aereoporto, Trumper si fiondò in superstrada, aumentando la velocità e arrivando a sfiorare il limite.
    - Sai che non sono mai riuscito a superare l'esame per prendere la patente? - disse una volta che ebbe acquistato una velocità costante.
    - Cosa? - si allarmò l'altro, girandosi di scatto verso di lui.
    - Però me la cavo benissimo comunque, non trovi? - gli sorrise un attimo dopo, staccando per qualche secondo gli occhi dalla strada.
    - Sì, stai andando bene. - affermò l'altro.
    Trumper fece una smorfia con le labbra, seccato dal fatto che il suo scherzo non fosse andato in porto – Non è vero, l'ho presa la patente. -
    - Lo so. - rispose il biondino.
    - E come lo sai? -
    - Ma me l'hai scritto in una mail! - si mise a ridere Andreas.
    - Aaah, cazzo. - si lamentò il moro, appoggiando la testa sul poggiatesta e pigiando di più sull'acceleratore.
    Reid continuò a ridere – Sei un idiota. - commentò.
    - Tu invece sei un figo. - gli disse sinceramente, appena sorridendo.
    - Non è mica una novità. -
    - No, ma guarda che sono serio. - continuò il moro, tenendo lo sguardo fisso sulla strada davanti a sé – Trovo che questo tuo nuovo stile indie si accompagni perfettamente alla tua personalità frastagliata e tormentata, sai cosa? Mi ricordi quasi... ehm, come si chiama? Ratzinger! Sai chi è Ratzinger? -
    - Il papa? - domandò di rimando l'altro, non riuscendo a seguire quel ragionamento.
    - Ah cazzo, allora non era Ratzinger. - mormorò a bassa voce – Era Hiram Flaversham! Sai chi è Hiram Flaversham? -
    - Uhm, un indie dalla personalità confusa e frastagliata? - tentò di indovinare.
    - No, è un topo. - rispose stancamente e vagamente annoiato – Devo uscire qui, vero? -
    Andreas distolse lo sguardo preoccupato che gli stava rivolgendo per guardare la strada – Sì, qui. Ma cosa c'entra il topo? -
    - Il topo? Che topo? Hiram Flaversham? -
    - Sì. - annuì il biondino.
    - Con la tua personalità controversa e questa macchina meravigliosa assolutamente niente, ma Andy, mi devi raccontare un sacco di cose. -
    Lui si mise a ridere, senza essere riuscito a cogliere il senso di ciò che aveva detto, ammesso che ce ne fosse uno – Io qualcosa ti dicevo per mail, tu invece non mi hai raccontato assolutamente niente. -
    - Questo perché non c'è niente da raccontare. È stata una parentesi nella mia vita, questa cosa della Francia e di Paris, e di “Je suis un perfait gay français qui parle français perfaitment et qui se donne parfait mines du français”.
    Andreas rise di nuovo – Che hai appena detto? -
    Anche il moro rise – Ma niente di che. - rispose, per poi continuare subito dopo – Allora? Mi racconti qualcosa sì o no? -
    - Ah, aspetta, qui gira a sinistra. - lo interruppe.
    - Perché? - domandò Trumper, facendo come gli era stato detto – Tu non abiti da questa parte. -
    - Devo passare dal mio spacciatore. - gli rispose sinceramente.
    - Dal tuo cosa? - fece l'altro pacatamente – Andy, cosa mi sono perso? -
    Reid rise piano – Tranquillo, non mi drogo frequentemente, però una cannetta al giorno non guasta... -
    Bill rimase oggettivamente impassibile a quelle parole, ma lasciò andare con moderazione il pedale dell'acceleratore – Cosa vuol dire quello che hai appena detto? - gli pose la domanda con apparente tranquillità – Che ti fai una canna al giorno e ogni tanto assumi droghe pesanti? -
    - Sì. - rispose coinciso quello – Qui a destra. -
    - Ti sei completamente rincretinito? -
    - Oh Bill, avanti. - fece quello, iniziando a scocciarsi – Non è vero, non ne fumo una al giorno e... veramente rarissimamente ho preso degli acidi. Ma non ti preoccupare, non è grave. -
    - Ah no, figurati. Il mio migliore amico si droga e io non mi devo preoccupare perché non è grave. - ironizzò, per poi mandarlo a fanculo a bassa voce.
    - Mi hai appena chiamato “il tuo migliore amico”? - si stupì il biondino, non potendo far a meno di notare quelle parole.
    - Certo. - disse Bill con ovvietà – Qui dove? -
    Andreas si perse nell'osservare il cruscotto dell'auto e non sentì neanche la domanda di Bill. Si sentì vagamente in colpa per quell'affermazione. Lui aveva passato un anno e mezzo a odiarlo e neanche troppo di nascosto, nei primi tempi in cui il moro se n'era andato era persino arrivato a detestarlo con tutte le sue forze e si era detto che lui non sarebbe mai più stato amico suo, che se lo poteva scordare. Ovviamente tutto quell'astio nei confronti di Trumper si era dissolto con il tempo, eppure aveva anche pensato che lui, per Bill, non era nessuno di importante, che lui l'avesse solo usato per tutto quel tempo, che una volta tornato non lo avrebbe più neanche preso in considerazione.
    - Andy? Mi dici dove cazzo devo andare? - domandò di nuovo Bill.
    - Uhm? Ah... - si riprese l'altro – Devi... qui... a sinistra e poi parcheggia. -
    Il moro fece come gli era stato detto e una volta parcheggiata l'auto si slacciò la cintura e scese dalla macchina, come stava facendo l'amico – Andy, - lo chiamò, lanciandogli poi le chiavi e cominciando a camminare sul marciapiede.
    - Cosa? - fece lui, chiudendo l'auto da lontano e agganciandosi il lucchettone all'asola dei jeans.
    - Perché ci sei rimasto male? Pensavi che tu per me non fossi un amico? Oppure non lo sono più io per te? - gli domandò, in un tono tremendamente serio e guardandolo di sbieco, in un modo che quasi fece rabbrividire il platinato.
    Reid rimase zitto per qualche secondo, e Bill non lo forzò a parlare – Vuoi sapere la verità? - domandò, poi.
    - Sì. -
    - Non credevo più che tu tenessi a me. Non... pensavo di poterti considerare amico. - gli disse onestamente, chiedendosi però se avesse fatto bene. Subito dopo si rispose di sì. Se avesse mentito, Bill se ne sarebbe sicuramente accorto.
    - E sono bastate due parole per farti ricredere? - lo mise alla prova, senza guardarlo.
    - Mi è bastata la semplicità con cui le hai dette. Magari sei anche cambiato in questi mesi, ma... ehi, ti conosco come le mie tasche. - gli fece notare, riuscendo a strappare un mini sorriso al volto serio di Trumper.
    - Perché l'hai pensato? - domandò però – Non che mi piaccia farmi gli affari tuoi, - iniziò a premettere, bloccandosi all'improvviso – No sì, mi piace un sacco, però te lo sto chiedendo perché... non lo so, credevo di essermi sempre comportato da amico. -
    - Lo sai che sto per tirare fuori la tua fuga in Francia? -
    - Ora lo so. - rispose quello, capendo il tutto e facendo una smorfia scocciata.
    - Te ne sei andato in un momento in cui non avresti dovuto farlo, ti avevo anche non chiesto, ma supplicato di rimanere, ma ovviamente te ne sei fregato, e... -
    - Ok, ho capito. - lo interruppe – Ma sei ancora arrabbiato? - gli domandò.
    Reid sorrise e lo guardò con sguardo complice – No. - rispose, passandogli un braccio attorno alle spalle – Ora sei qui, ho di nuovo il mio amico perfetto accanto. -
    Il moro ridacchiò piano e gli cinse anche lui le spalle con un braccio, pensando di essere molto lontano dall'ideale di amico perfetto, ma sorrise sapendo di averne a fianco uno che ne valeva mille, di amici perfetti.


    ***

    Tom quel giorno tornò a casa correndo. Pensò che fosse l'unico modo possibile per sfogare tutta la rabbia che aveva in corpo e in mente, e durante la corsa non potè far a meno di pensare di nuovo a Bill, a quando gli aveva detto che la pioggia era molto più bella del sole, perché quando c'è il sole, nessuno se lo ricorda, mentre se piove, qualsiasi avvenimento diventa memorabile. Poi aveva iniziato a dire che è sempre meglio quando c'è la pioggia, se no il classico “correre sotto la pioggia”, non avrebbe avuto senso. E in quel momento lo capì, in quel momento si trovò a desiderare che venisse giù il mondo. Voleva correre sotto il diluvio, non sotto un sole sciapo che poteva far vedere a tutti la disperazione che aveva in viso e che non sapeva di avere.
    Si fermò a prendere fiato nei pressi di una fontanella. Era a poco più di metà strada. Schiacciò il bottone per far scendere l'acqua e tirò un calcio alla fontana quando vide che non usciva acqua. Era inverno. Odiava l'inverno. E da quel momento avrebbe sempre odiato tutti gli inverni. E solo per colpa di Bill.
    Lo odiava. Solo pensare a lui gli veniva voglia di rompere qualcosa, magari la sua faccia, gli faceva venire voglia di gridare, prendere a pugni qualsiasi cosa o qualsiasi persona, sentiva l'odio e la rabbia ribollirgli dentro e sentiva di doverli sfogare in qualche modo.
    Strinse forte i denti e si sentì uno schifo quando si rese conto che i suoi occhi si stava inumidendo e iniziando a bruciare. Strinse forte i pugni e sbattè le palpebre senza pensarci, così che le lacrime che si stavano preparando poterono dare libero sfogo di sé e le prime caddero e gli rigarono le guance, facendo capolinea sul suo mento.
    Si sentiva abbandonato. Deriso. Umiliato. Usato. Perso.
    Ma prima che conoscesse Bill, lui cosa faceva nella vita? Quale pensiero occupava la sua mente? Forse prima non c'era stato nessun pensiero. Forse prima non faceva davvero niente. O forse lo faceva, solo che in quel momento gli sembrava totalmente di nessuna importanza.
    Si asciugò gli occhi con i palmi delle mani e ricominciò a correre lentamente verso casa. Pensò che sarebbe riuscito a superare tutto quello. In fondo chi era Bill? Era uno stupido ragazzino che si credeva il Dio del mondo, ma in realtà non era nessuno e non aveva nessun diritto di far sentire lui, Tom Kaulitz, così tanto uno schifo. Lui non si sentiva uno schifo, infatti. Doveva autoconvincersi di stare bene, solo così lo sarebbe stato davvero. Quasi per masochismo ripensò al viso del moro, che si presentò davanti a lui sorridente e spensierato e a lui venne di nuovo da piangere. Ma non poteva, non doveva. Bill era come morto per lui, non ci doveva pensare, non poteva lasciare che una sua debolezza intaccasse la sua vita.
    Ripensandoci, un giorno di depressione se lo poteva concedere, ma una cosa era chiara. Anzi, erano due le cose chiare. Per primo: lui non si sarebbe mai più fidato né innamorato di nessuno. Per secondo: se Bill Trumper avesse di nuovo, per pure casualità, intralciato il suo cammino, avrebbe provato sulla sua pelle cosa vuol dire la parola vendetta.



    ***

    - Mio Dio, Endi. - si lamentò il moro, appena entrato in casa.
    - Cosa? - fece l'altro, chiudendo la porta e accendendo le luci.
    - Ma... come vivi? Qui dentro è terrificante! -
    - Cosa è terrificante? - si stupì il biondino, non riuscendo a seguire i discorsi dell'amico.
    - Per prima cosa, - iniziò Trumper spegnendo la luce – È un caldo pomeriggio d'agosto, il sole è ancora alto e le luci devono stare spente. -
    Andreas roteò gli occhi, ma Bill non potè vederlo, e decise di avventurarsi dall'altra parte del soggiorno per alzare le persiane. Fortunatamente non andò a sbattere contro niente e tirò più volte il cordoncino per alzarle.
    Il platinato sbuffò, lasciandosi cadere sul divano – Cara, mi puoi portare il mio solito bicchiere di whisky? - lo prese in giro.
    - Ah, ah, molto spiritoso. Andy, c'è una cappa di fumo allucinante. - lo riprese, spalancando le finestre.
    - Bah, io non la sento. - fece quello alzando le spalle e mettendosi a sedere.
    - Non la senti perché ci sei troppo abituato. Si vede, addirittura! -
    - Ok, ok. - gli disse l'altro, non aveva proprio voglia di ramanzine. Si mise a sedere e aprì il suo zainetto – Guarda. - disse sorridente, tirando fuori un sacchetto pieno dell'erba che aveva da poco comprato.
    - L'ho già vista, c'ero anche io. - gli fece notare.
    - Sì, ma guarda quant'è bella. - disse in adorazione, con gli occhi che brillavano dalla gioia. Aprì il sacchetto e annusò l'odore, sospirando subito dopo – Tu non fumi proprio più? -
    Il moro sorrise – In realtà... -
    - Aaah! Lo sapevo! - sorrise subito l'altro.
    - No, stai fraintendendo. E lascia che ti racconti questa cosa. -
    - Di'. - lo incitò Reid, prendendo il pacchetto di winston blue dallo zaino e portandosene una alle labbra.
    - In Francia, dopo circa due mesi che ero lì, mi sono messo con-
    - Ti sei messo con uno? Cioè, eravate fidanzati? - lo interruppe subito, senza essersi ancora acceso la sigaretta.
    Il moro rise – Non lo so, non l'ho capito in realtà. Però non è molto importante, tanto ci siamo frequentati per due settimane e basta. - spiegò, sdraiandosi sul divano sul quale si era seduto precedentemente – Comunque, lui era... un fattone di prima categoria, non so se mi spiego, uno di quelli che se ne fumano una decina al giorno di norma più gli straordinari, uno di quelli che è perennemente fatto e che il suo primo pensiero alla mattina quando si sveglia non è “Ehi, ho un Bill Trumper nudo nel letto che vuole fare sesso”, è “Facciamoci su una canna”.
    Andreas si mise a ridere – Dev'essere stata una terribile umiliazione, per te. -
    Anche Bill rise – No, lui era un tipo a posto, era sempre tranquillissimo e sempre contento. Un po' svogliato, magari, però ho passato due settimane fatte di sesso e marijuana e tanto cibo chiuso in camera sua. Voglio dire, due settimane stupende. Poi mi ha lasciato e non ho più toccato una canna da allora. -
    Reid alzò un sopracciglio sorpreso e espirò il fumo della sua sigaretta – Ti ha lasciato lui? -
    - Perché sei sempre così sorpreso quando sono gli altri a scaricarmi? No, perché sono sempre stati gli altri. - gli fece notare, per niente afflitto dalla cosa.
    - Tranne che con uno. - sorriso il biondino, allungandosi verso il tavolo per schiccherare nel posacenere.
    A Bill si bloccarono le parole in bocca, e venne così facilmente zittito dall'amico, che nel frattempo se la stava ridendo sotto ai baffi.
    - Ti ho spento. - fece quello lentamente, fiero di sé.
    - Non è carino da parte tua. - lo riprese Bill, non riuscendo, chi sa perché, a contenere il sorriso.
    - Quando vai da lui? - gli domandò subito dopo – Non per cacciarti, ma ti sento strano, e penso che dipenda da questo. -
    - Perché mai dovrebbe dipendere da questo? E poi... non sono strano. - fece l'altro, sentendosi punto nell'orgoglio.
    - Avanti, Bill. - lo esortò Andreas – Non prendere in giro né me né te. -
    - Ma cosa stai dicendo? -
    - Lo so che mi ami alla follia, ma sei tornato per lo stesso motivo per cui te ne sei andato, no? E quindi vattelo a prendere, 'sto cazzo di motivo. - disse, alzando la voce.
    Il moro guardò in basso e alzò la testa all'improvviso – Tu e le tue ragazze, invece, come state? - domandò, sperando di colpire un punto che per Andreas sapeva essere debole.
    - Bene, ora. Sto uscendo con una ragazza che è qui solo per agosto, ma sono fidanzato con un'altra che in questo momento è a Chieti in visita parenti. -
    - Che cazzo è... Chieti? - domandò subito il moro, cercando di nascondere il suo stupore.
    - È una città nel nord... sud... nord. Sì, nord Italia. - gli disse, dando luce a tutta la cultura che viveva in lui.
    - Un'italiana? Ma sei scemo? Sono tutte... -
    - E vaffanculo! - scherzò quello, lanciandogli un cuscino – E dillo che ci sei rimasto! - esclamò ancora, lanciandogli un altro cuscino e lasciando andare il mozzicone di sigaretta nel posacenere mentre raggiungeva Bill dall'altro capo della stanza e si buttava sopra di lui.
    - No! No no no no no, non mi picchiare! - provò a difendersi.
    - Ero solo stato assalito dalla voglia di farti tantissimo solletico, però se non vuoi che io ti picchi, allora... - mormorò sorridendo e dando uno pugno sulla spalla all'amico per scherzare.
    - Non farlo, non farlo, non farlo! - ripetè Bill velocemente – Rientra nei miei diritti da indigente e umile cittadino tedesco quale sono, non sei autorizzato, i tuoi atti sono incostituzionali e assolutamente non tollerati da nessun tipo di autorità pubblica. Non disponi della facoltà di malmenarmi in questo modo vandalo e incivile. Denuncerò i tuoi peccati alla CIA! -
    - Guarda che io faccio parte della CIA e siamo tutti contro di te. -
    - Cazzo, mi sono inemicato la CIA. - disse Bill abbattuto, spiaccicandosi una mano sulla fronte mentre il suo amico era ancora sopra di lui, ma non lo stava più picchiando.
    - Sì, perché ti fumi le canne senza di me. Sei uno stronzo. -
    - La prossima volta ti chiamo, te lo giuro, ma mi perdoni oh possente Dio Andreas. - gli disse con tono umile.
    - Mmm, iniziamo a ragionare. - commentò il biondino dall'alto.
    Bill si girò di scatto verso destra e lo fece cadere per terra, scoppiando poi a ridere.
    Gli era mancato, gli era mancato tantissimo.

    ***


    Andreas gliel'aveva detto che il suo arrivo in casa di Tom non sarebbe stato ben accolto, eppure una qualsiasi parola se l'aspettava.
    - Beh, direi di sì. - si rispose da solo, guardandosi attorno – È simile a casa tua di prima. Dico, come è strutturata. Qui il soggiorno, lì la cucina. Lì di fronte il bagno e scommetto che ai lati ci sono due camere da letto. - disse sorridente, fiondandosi poi per il corridoio – E la tua è questa. - disse ancora, entrando nella stanza a sinistra, quella che nell'altra casa apparteneva a Georg.
    Tom chiuse la porta lentamente e rimase immobile senza fare niente. Non perché non riuscisse a fare niente, più perché non sapeva assolutamente come comportarsi. Cosa doveva fare? Doveva cacciarlo? Di certo non gli avrebbe chiesto spiegazioni, e cacciarlo sarebbe stato un po' come dire che provava rancore per ciò che gli aveva fatto. E lui ne provava, di rancore, lui lo odiava ancora, eppure appena lo aveva visto non aveva potuto impedire al suo cuore di iniziare a battere forte e alla sua mente di annebbiarsi.
    Si incamminò lentamente verso il corridoio, varcando poi la soglia della sua stanza e trovando Trumper intento nell'osservare uno dei pochi quadri appeso alle pareti.
    Doveva comportarsi con naturalezza, perché era quello che Bill non si immaginava. Doveva sorprenderlo, non doveva lasciargli dominare il gioco. Doveva metterlo in imbarazzo, se ci riusciva.
    Si appoggiò allo stipite della porta e si mise le mani in tasca, rimanendo fermo e zitto ad osservarlo, dando anche l'idea di essere annoiato.
    - Ne ho uno dello stesso pittore. - disse Trumper, continuando a volgergli la schiena – Valgono tantissimo i suoi dipinti. -
    - È una riproduzione, infatti. Arrivo appena a fine mese, di certo non vado a spendere soldi in quadri. - rispose prontamente, congratulandosi poi con se stesso.
    - È vero, come ho fatto a non accorgermene? - si rimproverò da solo, notando solo in quel momento che il quadro non era un originale.
    - Stai bene con i capelli corti. - si complimentò il rasta, dicendo quella frase come se stesse dicendo che c'era un bel sole.
    - Grazie. - sorrise Bill, e si girò verso di lui – Mi sento molto più maschile, così. -
    - Non è che magari ti senti molto più maschile perché non ti trucchi? -
    - Forse. - sorrise di nuovo – Magari è l'insieme. - disse poi, avvicinandosi a lui.
    Nella mente di Tom continuava a ripetersi la stessa frase “Stailontanostailontanostailontano”, mentre sentiva la finta sicurezza che si era costruito intorno sfracellarsi ai suoi piedi. Sperare che Heike tornasse all'improvviso era sperare troppo, vero?
    - Comunque anche tu stai bene... - iniziò la frase, portandosi poi di fronte a lui – Senza maglietta. - precisò, passando poi un dito in mezzo ai suoi pettorali.
    Tom gli bloccò la mano e la accompagnò fino a dove doveva stare, per poi dire, cercando di rimanere calmo – Grazie. -
    Il moro alzò gli occhi al cielo, come se fosse seccato da quel comportamento, come se stesse pensando “Ah che palle, era ovvio che avrebbe fatto così.”
    - Vivi con una donna? - gli domandò, andando a sbirciare nell'altra stanza, ma Tom si mise di fronte a lui e glielo impedì.
    - Sì. E non entrerai in camera sua, è sua. - gli disse chiaramente, guardandolo duramente negli occhi.
    - Ok, ok, scusami. - fece l'altro, alzando le mani fino all'altezza della testa e tornando di là.
    - Perché, comunque? -
    - Perché è tutto pulito, ordinato e profumato. - disse con ovvietà – Mi offri un caffè? Ti va? -
    Tom sospirò, chiedendosi perché e si indirizzò verso la cucina, prendendo una caffettiera – Prego, siediti pure. - gli disse senza voltarsi.
    Bill si sedette su una delle quattro sedie in cucina, percependo l'astio con cui Tom si rivolgeva a lui. Forse non era stata una buona idea quella di venire a trovarlo. Forse Tom era una parentesi che non andava riaperta.
    Aspettò concentrato nei suoi dubbi che Tom finisse di preparare la caffettiera e si risvegliò quando lui si sedette nella sedia accanto a lui. Alzò lo sguardo e incrociò quello del biondo che lo guardava intensamente.
    Rimasero zitti. Kaulitz voleva chiedergli tantissime cose. Voleva chiedergli perché se n'era andato, perché era tornato, a cosa stava pensando, cosa voleva da lui, come stava, com'era andata in Francia; voleva sapere se era fidanzato, se aveva un lavoro, dove viveva, se lui gli piaceva ancora. Ma non lo fece, si limitò a guardarlo, sperando che Bill iniziasse a parlare e risolvesse ogni suo dubbio.
    - E... perché stai zitto? - chiese infine Bill per rompere quel silenzio che iniziava a metterlo in imbarazzo.
    - E cosa ti dovrei dire? -
    - Boh. Come stai, ad esempio. - provò a dirgli.
    - Bene. - rispose quello prontamente.
    - Quasi quasi mi aspettavo qualcosa della serie “Bene, prima che arrivassi.” - borbottò, maledicendo quell'antipatia nei suoi confronti. Non si ricordava che Tom fosse così cattivo.
    - Anche se fosse vero di certo non te l'avrei detto. -
    - Già... - sospirò il moretto, tamburellando le dita sul tavolo. Fu tentato dall'alzarsi immediatamente, dire qualcosa del tipo “Forse non sarei dovuto venire” o “Mi sono dimenticato di mungere la mucca” e andarsene via da quella casa, andarsene da Tom. Si sarebbe dovuto aspettare un comportamento del genere, eppure non l'aveva fatto. Non era bello da dire, era anche un po' umiliante, ma quell'incontro se l'era immaginato completamente diverso.
    - Comunque, Bill, dai... - provò a dire il rasta, svaccandosi sulla sedia – Raccontami un po': com'è andata in Francia? -
    - Beh, bene. Diciamo che all'inizio ho avuto un po' di problemi per via della lingua. -
    - Ah già! Tu non lo sai il francese. - sorrise quello, mentre gli veniva in mente quel piccolo dettaglio.
    - Non sapevo il francese, ora lo so alla perfezione. -
    - Eh beh, per fortuna... - commentò.
    Bill sorrise di nuovo – Beh, sì. Comunque ho finito il liceo in una scuola privata, e... mi sono diplomato. -
    - Ti sei pagato il diploma. - lo corresse.
    - Neanche, pensa. Il nonno ha pagato il diploma. -
    - Ancora peggio. - commentò.
    - Sì, però non avevo molta scelta. In una scuola pubblica non ci sarei riuscito. -
    - E finire la scuola qui era fuori discussione. - disse poi, maledicendosi subito dopo. Non doveva tirare fuori la vecchia storia, non doveva assolutamente. Così faceva solo capire a Bill che ci pensava ancora.
    - Sì, completamente fuori discussione. - provò a chiudere la parentesi il moro.
    - Perché, Bill. - gli chiese infine Tom, non riuscendo a trattenersi. Lo voleva sapere, ne voleva parlare.
    Il moro abbassò lo sguardo. Non si aspettava questa domanda, non voleva tornare sull'argomento, voleva solo ricominciare il rapporto con il suo ex insegnante da capo. Non voleva parlare del passato.
    - Oh guarda, il caffè! - si illuminò, alzandosi di scatto in piedi e andando alla caffettiera. Spense il fuoco sotto e iniziò a cercare le tazzine – Amo il caffè. Anche solo l'odore mi dà felicità. A te no? - domandò, ma al vuoto, dato che non ottenne risposta.
    Si girò per chiedere a Tom dove fossero le tazzine, perché non le riusciva a trovare, ma il rasta non era seduto al suo posto, era esattamente di fronte a lui e lo guardava fisso.
    Bill avrebbe indietreggiato, se dietro di lui non ci fosse stato niente. Tom appoggiò le mani al mobile, ai lati di Trumper, sperando di farlo sentire in qualche modo in trappola, o sperando di sentirlo in qualche modo ancora suo.
    - C'è un motivo? Dimmi almeno se c'era un motivo. - domandò a bassa voce.
    - Tom... -
    - Cazzo. Tu... non sai quanto tempo è passato prima che io riuscissi a dimenticarmi di te. E ora tu torni in questo modo? Senza dire niente? Senza darmi una motivazione valida? Chi credi di essere? Non puoi fare così. -
    Non era una situazione difficile da cui uscire. Avrebbe potuto benissimo dire qualche cavolata, passare sotto il braccio di Tom e continuare a parlare del più e del meno. Era certo che non avrebbe insistito tanto, eppure non voleva farlo.
    - Mi rispondi, cazzo? - alzò la voce Kaulitz, avvicinandosi di più a lui.
    - Per quello che vale, io non ci sono mai riuscito a dimenticarmi di te. - disse velocemente e con un filo di voce, poi, inaspettatamente, si sporse di poco in avanti, attaccando le proprie labbra a quelle del rasta e spingendo con la mano sulla sua nuca per impedirgli di andare indietro.
    Si staccò subito dopo, prima che Tom avesse l'accortezza di respingerlo e sfruttò il momento per togliersi da lì. Si avvicinò velocemente alla porta e la aprì. Voleva dire qualcosa, ma qualsiasi cosa avesse detto sarebbe risultata fuori luogo, quindi uscì e se la richiuse alle proprie spalle. L'ultima cosa che vide fu Tom che si girava verso di lui, guardandolo come lo aveva guardato un anno e mezzo prima, quando sotto casa sua Bill stava scappando da lui in motorino.



    Note Finali
    Beh.
    Oddio, ricomincia l'era del "dico tutto nelle note finali" e poi non si ha niente da dire.
    cioè, in realtà sì però non lo so... nel senso, il mio piccolo endi è cambiato ): e non ha più senso niente, ecco.
    Eppoi non lo so no niente, cioè, per il momento è niente ahaha
    Dai oh, almeno il seguito c'è davvero (:
    (Il titolo è preso da una canzone, si chiama: Bruises)
    Invece il titolo di tutto vuol dire "Tieni duro" e si scoprirà poi a che se refiere, insomma. Oh dai, spero che la leggerete e che vi gustarà almeno un pochino (:
    <3





    Link ai capitoli:
    2 - Love is the answer, that's what they say
    3 - Dubito
    4 - Essere razionali mentre ti gira la testa
    5- Goodbye blue sky
    6- Chiudi gli occhi
    7- Tutte le brave puttane sanno fare ottimi pompini
    8- Uhuh
    9- Amando
    10- Domenica
    11- Geloso
    12- Frufrullì Frufrullà
    13- It is not good for you
    14- Il primo
    15- Pubblicità progresso
    16- Mi hai dato parole e storie e un bicchiere robusto e profondo.
    17 - Sensi di colpa
    18 - Chissenefregadeisogni
    19 - Capitolo 19 (perché non ha un titolo?)

    Edited by ElliSKA; - 9/9/2013, 15:34
     
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  2. [F]ottutamente~Stefy[89]
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    O MIO DIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO HAI POSTATOOOOO

    Cioè ma io ti amo ti amo ti amoooooooooooooooooooooooooo
    Li adoro cazzo. Elly la tama c'è io la vedo, la sento, e già la amo. Amo tutti i personaggi amo la rabbia di Tom, e amo i comportamenti ambigui di Bill.
    Perché, cazzo, si vede che soo innamorati.
    Madò Elly ti giuro sono euforicaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bravissima!!!
     
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  3. ElliSKA;
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    Oooh Stefy <3
    Ma davvero? **
    Cioè, non sai che cosa tipo bella vedere te così cioè ç_ç
    cioè, è tipo una cosa bellissima (:
    e io amo te, io amo l'amore e amare *____* (oddio momento amore)

    Amore della mia vita, pino del mio abete e stella del mio cielo, domani tipo ci si sente o hai impegni più importanti della tua dolce metà di cittàquaggiù? D:

    SPOILER (click to view)
    zzzzzia ha postato!!
     
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  4. terabithia
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    CHE BELLO SONO CONTENTA DI LEGGERE IL SEGUITO DI NEWS.... MI ERA PIACIUTA DA MATTI!!! BRAVA!!!
    SCUSA, MI PRESENTO, SONO LISA E NON HO MAI COMMENTATO NULLA, MA ORA NON POTEVO PROPRIO FARNE A MENO!!! COMPLIMENTI. CIAO!
     
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  5. [F]ottutamente~Stefy[89]
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    Lisaaaa ciaooo!!

    Elly oggi ci sono fino alle 2 e mezzo poi vado a lavoro XD
    Magari dopo le 21:30 sono a casa, spero -.-
    Zia sì ho letto uhuhhhhuuh *W*

    Ma non puoi capì che effetto mi ha fatto vedere Hold on qui, così presto. Cioè è stata una sorpresa troppo bella!!! Ti giuro se già dal primo capitolo il sequel mi ha preso così, non oso immaginare come sclererò con gli altri ciappy ahahah XD
     
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    waaaaaaaaaaaaa siiisiiisiiiiiiii!!!!!!ma tu lo sai che mi hai faata urlare nel belmezzo della lezione di diritto?????!!?:cry: infatti mi ha interrogata-__-"tuuto per colp tua>.>xD
    Vabo....ù.ù sono supermegaultra feeelice:D :D
    Non ceesevo avessi ripreso cosí presto nello scrivereeee:superlove:
    Mi piaceee Bill sempre stronzo-puttana-sexy lo amo*____*però Uff Tommolo:( perché fa così?????non potevano che so' "holdONare" insieme xD?????
    Eh...sarebbe stato bellissimoooo*____*
    Il mio sesto senso però dice che presto ci sarà...ù.ù
    okei la smettooo^.^
    ciaozz ziaaaa
     
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  7. MorgieStorm
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    oddio siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
    sequel sequel sequel!
    sequel sequel sequel!

    ok, ok!
    cioè all'inizio pensavo che avresti raccontato della vita di bill in francia....
    cioè...amamle!

    poi invecec'era il dolce Andreas.... -dimmi che lo hai pensato bruno!-
    ch eè tanto cambiato...
    lo vedo un pò più stronzo sinceramente!
    mi piaceeeeeeee!

    poi c'è Bill che spesso mi fa incazzare a morte con i suoi modi...
    ma dico io no?
    provi una cosa? ma perchè la devi negare?
    nuoce solo a te!
    scemooooooooooooo!

    e poi Tom... *.*
    lui è sempre un grande...
    credo che sia riuscito a colpire Bill nel profondo...
    anche perchè rimanendo impassibile fino alla fine, sarebbe stato veramente poco credibile...
    invece ha cercato di imporsi...

    ora c'è da vedere nel prossimo capitolo come apprenderà le parole di Bill! *.*

    up up up up
     
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  8. ElliSKA;
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    Ciao lisaaaa (:

    ahahah stef io ti sto aspettando ma sto tipo morendo di sonno ORA. la vedo dura. ahahah
    ahah e tu non puoi immaginare quanto mi facciano piacere le tue parole, cioè **


    ODDIO, diritto! e com'è andata?
    eh ma tom è abbastanza incazzato xD mi sa che non glielo darà per un po' ahahah
    <3

    ma ti dico, mi sarebbe piaciuto però cioè, la storia doveva andare avanti e tom era in germania quindi uhm : S
    CITAZIONE
    -dimmi che lo hai pensato bruno!-

    in che senso? xD
    sì è più stronzo D:

    trallalàààààà (:
     
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  9. MorgieStorm
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    nel senso che andreas ha i capelli bruni ora....
    ed è proprio bono!
     
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  10. ElliSKA;
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    aaah xD
    eh no qui è ancora biondo S: mi spiace xD
     
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  11. MorgieStorm
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    nuuuuuuuuuuuuuu....
    io adoro andreas!

    andreas moro!
     
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  12. ElliSKA;
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    ahahah e allora continua a vederlo moro (;
     
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  13. [F]ottutamente~Stefy[89]
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  14. MorgieStorm
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    lo farò nel prossimo capitolo...
    che ariverà presto...vero?!
     
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  15. [F]ottutamente~Stefy[89]
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    penso che sia ora di iniziare una rivoluzione per il prossimo capitolo, che ne dite? :rofl:
     
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1037 replies since 16/1/2011, 22:46   27665 views
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