Don't want to believe in this

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  1. {Ely.Humanoid‚
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    Titolo: Don’t wanna believe in this
    Autore: {Ely.Humanoid,
    Genere: Angst, AU, Drama, Romance, Suspense, a bit of: Humor.
    Avvisi: Twincest not related, Adult Content, Abuse, Language, OOC, Lemon.
    Raiting: NC17
    Disclaimers: I Tokio Hotel non mi appartengono in nessun modo, né posso essere una effettiva sostenitrice che il Twincest esista, scrivo solo per chi legge ò.ò
    Locandina:



    N.D.A.: Grüß dich Leute! *-* Questa non è la mia prima Twincest, ma almeno è la più dignitosa da leggere tra quelle che ho scritto. Durante la spiegazione di Educazione Fisica mi venivano strani flash che si collegavano tra loro, e così è nata una piccola trama che ho sviluppato in una storia. E’ una storia che comunque non mi ha richiesto moltissimo impegno e spero vi piaccia. E' una delle mie prime TW, e non è granchè... Non ho nemmeno il tempo per sistemarla per bene. Intanto leggete il prologo e ditemi se vi piace, così continuo! Buona lettura ^^
    PS: Se qualcosa non dovesse essere chiaro, ditelo pure!
    BETA: sghycietta

    Elenco Capitoli:
    • PROLOGO (quì sotto)
    CAPITOLO I
    CAPITOLO II
    CAPITOLO III
    CAPITOLO IV
    CAPITOLO V
    CAPITOLO VI
    CAPITOLO VII
    CAPITOLO VIII
    CAPITOLO IX





    PROLOGO



    Quel giorno pioveva, nella celebre città di Berlino. La pioggia oscurava i centinaia di tetti degli altissimi grattacieli e delle case popolari, portava sollievo a quel poco del verde che era rimasto, e invadeva le strade ancora intasate dai taxi e automobili delle sei di pomeriggio. Oramai neanche più i piccioni erano soliti a starsene lì ad osservare tutta quella gente, e a respirarsi quel dannato gas di scarico; era diventato tutto così monotono in quella città, quella vita era così pesante e stancante.
    Bill Kaulitz se ne stava poggiato con la testa sul suo banco, quasi interamente ricoperto di scritte, le quali aveva trascritto lui personalmente nei momenti noiosi. Diede uno sguardo alla finestra: cielo era così grigio e quelle ore sembravano non passare mai. Si voltò verso il suo compagno di banco, Sebastian, per chiedergli l'ora - era un vero secchione, e Bill parlava con lui solo ed esclusivamente quando aveva bisogno di copiare dei compiti che non aveva fatto, o appunto, per chiedergli l'orario. Beh, non che avesse poi un rapporto tanto differente con gli altri, ma non era nemmeno completamente un asociale. Non avrebbe mai perdonato la prof. di Tedesco per averlo diviso dal suo migliore amico Gustav Schäfer, un saggio e garbato diciassettenne con il quale Bill aveva trascorso l’intera infanzia e legato davvero moltissimo. Tuttavia, Gustav aveva un carattere molto differente da quello di Bill, nessuno riusciva a capire come quei due potessero andare tanto d’accordo. Gustav aveva tutto quello che mancava nella personalità di Bill, e viceversa; in un certo senso si completavano, e si comportavano proprio come due fratelli inseparabili.
    Bill era un ragazzo molto particolare, a causa del suo aspetto androgino, dei suoi lineamenti così delicati, e certi modi di fare forse troppo raffinati per un ragazzo, molta gente lo scambiava per una femmina. Così lo prendevano in giro, e anche se Gustav cercava di proteggerlo e di consolarlo, Bill tendeva sempre di più a chiudersi in sè stesso, e ad acquisire un atteggiamento spesse volte sgarbato, permaloso e altezzoso nei confronti degli amici. Poi c'erano anche i professori ovviamente. Si ritrovava spesso a litigare con loro, per via del suo look troppo appariscente. Ma alla fine, il suo stile lo rispecchiava e non poteva farne a meno.

    Anche quando i due ormai non erano più compagni di banco, spesso si scambiavano occhiatine d’intesa, e potevano stare insieme all’ora della ricreazione e pause pranzo passeggiando nel cortile della scuola e magari fumando una sigaretta vicino alla casa del custode, abbastanza lontana per non essere visti né disturbati.

    Una ciocca mechata di color platino che metteva in risalto i capelli neri cadde davanti al viso di Bill; sbuffò per mandarla di lato. Spesso, durante le lezioni, era solito a giocherellare con i capelli – oltre che a scrivere sul banco o scarabocchiare i quaderni – e a sfilacciarsi le doppie punte. In effetti, con tutto quel gel e lacca che utilizzava, i capelli si andavano rovinando. Oppure, in situazioni disperate, a grattare lo smalto nero con il quale si laccava le unghie. Ovviamente Sebastian ogni tanto lo fissava come se accanto avesse avuto un alieno. Se Bill notava che lo stava guardando, di tutta risposta gli mostrava il dito medio.




    Le sei in punto: tutti gli alunni finalmente liberi di uscire da quelle celle che erano le loro aule scolastiche. Tra la massa di studenti si faceva spazio la figura perfetta di Bill Kaulitz , che dopo aver salutato Gustav, sorpassando tutti velocemente si diresse alla fermata dell’autobus, che raggiunse dopo circa un chilometro e mezzo con il fiatone e i nervi a fior di pelle a causa del maltempo e delle noiosissime ore di scuola. Emettè un gemito di fastidio quando arrivato sulla vettura realizzò di essere completamente bagnato dalla testa ai piedi. Sua madre lo avrebbe di certo rimproverato ricordandogli che era stato proprio lui a non volersi portare appresso il misero peso di un ombrello ripiegabile. Lui le avrebbe risposto che era un ragazzo di diciassette anni, e che sapeva quello che faceva e basta. Suo padre, invece, lo avrebbe squadrato un attimo con aria interrogativa, e senza chiedergli niente, sarebbe uscito a lavorare o a sedersi un attimo per guardare la TV.

    «Dannazione.»
    Bill imprecava su sé stesso per non essersi portato un ombrello o un impermeabile – capo che comunque non avrebbe indossato perché troppo demodé – attendendo che il semaforo diventasse verde per attraversare sino al capo opposto della strada, dove vi era il suo palazzo.
    «Quanto ci mette…?»sbuffò facendo dondolare le braccia avanti e indietro.
    Lui odiava i semafori. Ci mettevano troppo tempo a cambiare colore, specialmente nei momenti meno opportuni. Per fortuna il verde finalmente scattò, e proprio mentre poggiò un piede sulle strisce pedonali, una macchina veloce come un razzo passò lo stesso schizzandogli l’acqua infangata di una pozzanghera davanti a lui. Il moro rimase immobile con la bocca spalancata per lo stupore.
    «Cazzo!»disse sbattendo i piedi a terra«ora ci manca solo una cacata di uccelli!»
    E quando finì di dire la frase un qualcosa di biancastro gli cadde sulla spalla dal cielo. Era proprio quella maledetta cacca di uccello.
    «Merda, merda, merda! Maledettissima merda!»urlò disperato.
    «Posso aiutarti figliolo?»una vecchina quasi cieca si avvicinò a lui sotto il suo piccolo ombrellino viola.
    «Eh...? Ma vaffanculo!»rispose malamente lui attraversando di fretta la strada e lasciando la povera signora scioccata.


    Saliti i quattro piani di scale – poiché l’ascensore era rotto – Bill arrivò alla porta di casa sua. Cercò nervosamente le chiavi nella borsa, ma sua madre Simone, che sentì i passi nelle scale, gli aprì prima che lui lo facesse, trovandosi davanti un Bill tutto bagnato fradicio e inzuppato di fango.
    «Oh mio DIO! Bill, che cosa ti è successo, figlio mio?!? Gordon! Gordon, Dio mio, guarda tuo figlio!»
    «Ciao Bill. Per caso hai giocato a calcio nella palestra fuori oggi?»chiese tranquillo il padre sistemandosi gli occhiali sopra il naso.
    «Certo che no, papà. E’ solo che…»
    «Hai dimenticato il tuo ombrello di nuovo! Caspita Bill, io non sono una macchina che può lavarti continuatamene vestiti e scarpe, ormai sei grande abbastanza per lavarti le cose da solo!»
    «Abbiamo la lavatrice. Ma io non ho dett…»
    «Ti prego, pulisciti i piedi sul tappetino e poi lava tutto quello che hai addosso, comprese le scarpe!»lo interruppe Simone.
    Il ragazzo roteò gli occhi sbuffando, ed entrò dopo essersi pulito le suole delle scarpe sul tappetino.
    Gettò la borsa - anch’essa bagnata – direttamente nel lavandino della piccola lavanderia dopo aver tolto i libri e tutto il contenuto e averlo messo su una sedia ad asciugare, per poi fare lo stesso con i capi che aveva indosso. Si diresse in bagno posizionandosi davanti allo specchio, osservando i suoi capelli corvini mechati qua e là, che aveva sistemato inutilmente la mattina con diversi prodotti abbastanza costosi. Prese una ciocca inzuppata con la punta dell’indice e del pollice della mano destra, guardandola inorridito. Quella melma schifosa era sui suoi bellissimi capelli! Magari con una doccia calda avrebbe potuto concedersi un po’ di relax. Aprì l’acqua e regolò la temperatura entrando nella cabina, iniziando a canticchiare una delle sue canzoni preferite, Ich werde dich lieben, prendendo il bagnoschiuma e shampoo in abbondanti quantità per spalmarselo sul corpo dalla chiara carnagione, magro e snello.



    Quella doccia gli era proprio servita, si sentiva come rinato. Però adesso doveva pagare le conseguenze di quella botta di freddo e acqua: già aveva starnutito tre volte, e il naso iniziava a colargli. Prese un fazzoletto e si soffiò il naso delicatamente. Sua madre bussò alla porta e poi entrò.
    «Bill, ti sei raffreddato!»
    «Lo so, mamma.»
    «Come devo fare con te?»sospirò la donna.
    «Mamma, è solo un raffreddore…E..E-e-etciù!»
    «Sì, un semplicissimo raffreddore. Ascoltami, ora tu ti prendi una bella minestra calda e poi vai a letto. Domani non andrai a scuola se stai così.»
    Simone teneva suo figlio come un gioiello. Anche perché Bill era figlio unico, a maggior ragione. Bill non poteva mica andare in quelle condizioni a scuola, avrebbe peggiorato la sua salute.
    «Non la voglio la minestra. E poi domani ho verifica di Inglese…»
    «Non sarà un dramma se salti la verifica. Tanto sei bravissimo in Inglese. Ora su, non fare il bambino, vieni a mangiare la minestra.»
    «Bleah, ti prego, è orrenda!»
    «Bill, vuoi migliorare la tua salute? Non vorrai mica prenderti la febbre!»
    «Non credo che una minestra cambi le cose.»
    «Caspita, Bill! Senti, fai quello che vuoi. E poi non venirmi a dire che hai fame perché non abbiamo altro oggi!»
    «Va bene, tanto non mi va di mangiare.»
    «Contento te!»disse, e uscì sbattendo la porta.
    Simone sapeva essere una donna severa, ma alo stesso tempo era sempre molto premurosa e affettuosa nei confronti della sua famiglia. Bill sapeva che la madre aveva mentito, gli avrebbe lasciato comunque qualcosa di buono da mangiare vicino al microonde. Ma tanto per adesso non aveva per niente fame. Lui teneva moltissimo anche al suo fisico, non poteva mica mangiare come un maiale, sennò sarebbe ingrassato, e al posto di camminare avrebbe rotolato; e poi, non avrebbe potuto indossare vestiti ad alta moda che potevano stare bene solo ad uno magro come lui.




    ***






    L’odore acido della vernice che fuoriusciva a spruzzi dalla bomboletta di Tom iniziava a dargli fastidio, poiché erano ben tre ore che stava facendo graffiti sul retro della scuola insieme a degli amici, senza protezioni. Ebbene sì, lo stava facendo di nuovo: fare graffiti sui muri della scuola era pericoloso, giravano sempre quei maledetti bidelli che riferivano tutto al preside. I suoi compagni lo avevano convinto a scrivere frasi poco carine sui professori, ma sapeva benissimo che la terza volta li avrebbero beccati.
    «Ragazzi, dovremmo andare…»
    «Sta zitto Tom. Cos’è, hai paura?»ridacchiò Andreas.
    «Io? Certo che no.»
    «E allora smettila di frignacciare e continua quello che stavi facendo.»continuò Ronald.
    «Tom! Il signor Steven sta venendo qui!»gridò Hans.
    «Filiamocela!»ordinò Andreas.«E queste le prendi tu.»
    Il platinato scaricò le bombolette a Tom, correndo via insieme agli altri.
    «Hey, aspettatemi!»li pregò Tom, proprio mentre una mano gli si poggiò pesantemente sulla spalla. Strizzò gli occhi immaginandosi già la figura del preside adirato come non mai.
    «Bene, bene, bene. Chi abbiamo qui? Mmh… Tom Trümper. C’era da aspettarselo da uno come te. Ti diverti ad imbrattare i muri eh?»
    «Beh ecco, io…»
    «Lo sai che questi muri li dipingo e li pulisco io signorino, lo sai? E tu li vai a sporcare?! Una bella chiacchierata con il preside non ti farà per niente male.»disse prendendolo per il polso.



    «Mi faccia spiegare!»supplicò il rasta.
    «Tom Trümper! Come devo fare con te? Da te ne esce una nuova ogni giorno, come è possibile? Dimmi, cosa dovrei fare a questo punto? Dovrei espellerti!»
    «No, la prego…»
    «Convocherò qui i tuoi genitori.»
    Il rasta sbuffò roteando gli occhi.
    «E ora fila in classe, scostumato!»
    Tom si alzò sbuffando ancora una volta e facendo ciò che il preside gli aveva ordinato.

    La scuola, la odiava. I professori, la maggiorparte dei suoi compagni – eccetto le ragazze che gli correvano dietro come delle possedute -, le materie. Sembrava che tutto andasse storto, che tutti ce l’avessero con lui. Questa già era la settima volta dell’anno che veniva richiamato dal preside per vari guai, che per giunta, non erano mai stati causati da lui. Si faceva sempre convincere dagli altri membri del suo gruppo di “amici”, se così potevano chiamarsi, e dalle ragazze che ogni qualvolta che venivano a sapere dei casini che combinava non facevano altro che dirgli di essere un figo pazzesco – cosa che poi gli faceva comodo. Ma menomale che c’era Georg, il suo migliore amico. Con lui si divertiva e la sua amicizia non poteva essere di certo sostituita con nessun’altra. Se Tom fosse stato una donna, Georg diceva sempre che si sarebbe messo con lui. Spesso si immedesimava nelle altre ragazze, e cercava di capire il perché lo trovassero tutte così attraente. Anche se Georg, beh, non era gay.



    «Io te lo avevo detto che rischiavi di nuovo a metterti nei guai, Tom.»
    «Lo so Georg, tu hai sempre ragione… E io sono uno stupido.»
    «No, ehm… Cioè, il problema è che ti fai sempre convincere da quel frocio di Andreas e quell’altro cretino….»
    «Già. Hey, ma da quando pensi che Andreas sia frocio?»
    «Da quando sbava dietro a Ronald. Ah sì, ecco, si chiama Ronald.»
    «Lo pensi davvero? Beh, in effetti da come si veste… L’hai visto, l’altro giorno aveva quei mocassini… Oddio, che oscenità!»
    «Aaah, sì, quelle nere di vernice. Ma non era emo?»
    «Sì, e la sua migliore amica è la piastra…»ghignò il rasta.
    «Hey, non insultare la signora Piastra. Lo sai che senza di lei i miei capelli sarebbero paglia!»
    «Lo so. Sai Georg, adoro sfotterti.»
    «Anche io, caro mocio per lavare a terra.»
    «Georg!»






    Note finali: Bene, spero vi sia piaciuto questo piccolo assaggio di questa Twincest. Non ho niente da dire. u.u xD

    Edited by {Ely.Humanoid‚ - 6/3/2011, 22:29
     
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    Sorella :lol: Ho letto.Maledetta,tu che non mi fai leggere a casa e devo venire fin quì per leggere sta cavolo di TW ç_ç
    Beh,si è carina...puoi fare sicuramente di meglio peròòò... Posta il continuo,anche se la leggo solo io,ti pregoooo ** cosi troverò buoni motivi per insultarti e dirti che fai schifo. u.u
    Ti voglio bene cacchetta ♥
    PS: muahahaha nessuno te l'ha cagata sta tw fino ad adesso xD
     
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  3. {Ely.Humanoid‚
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    Certo, per quelle poche volte che passi su forumfree. >_>
    Lo so, evidenetemente è vero che scrivo da schifo e quindi nessuno legge. xD
    Va beh, se entro due mesi non c'è più nessuno che viene a leggerla la faccio togliere, inutile che occupa spazio quì.
    Comunque grazie Cacchetta ** A casa non ti faccio leggere perchè sennò sarebbe troppo facile e leggeresti anche i capitoli dopo U___U
     
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  4. lalla_96
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    *-* STUPENDA mi piace tantissimo!!!!!!
    bravissima :applauso:
    POSTA PRESTISSIMO!!!!! :wub:
     
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    YunJae

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    Piccola curiosità prima di leggere: è Twincest o Not related??
     
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  6. {Ely.Humanoid‚
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    E' Twincest Not Related. Glielo scrivo immediatamente (:
     
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    YunJae

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    Allora leggo molto volentieri ;D Domani commento (:
     
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  8. {Ely.Humanoid‚
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    Oookay. ^^
     
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    YunJae

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    Allora, dovrei essere a letto o magari a studiare inglese '-' ma sono troppo pigra quindi, eccomi qui!
    La trama non si distingue di certo per l'originalità, ma ormai sono state scritte così tante storie ad ambientazione scolastica che aspetterò i prossimi capitoli prima di decidere se continuare o meno.
    La storia non è molto fluida, ci sono alcuni modi di dire che la rendono un po' meno scorrevole di quello che sicuramente potrebbe essere se rivisto da una brava beta (:
    Bill è proprio sfigato '-' poveraccio! Gustav e Georg ricoprono un ordinario ruolo da 'migliore amico' e non sono niente male (:
    Tom '-' è uno smidollato, anche il loro linguaggio non è propriamente colloquiale, se le persone normali dovessero parlare in quel modo sarebbe un problema capirli, non sono abbastanza naturali; Le frasi risultano costruite e non dette sul momento, ti consiglierei di semplificare la grammatica, e come detto prima una beta potrebbe esserti di grande aiuto (:
    Anndreas si è reso insopportabile fin da subito, ma al confronto sembra Tom quello che è 'checca' visto che gli va pure dietro ._.
    Attendo il prossimo capitolo e spero di non averti offeso in alcun modo (:

    Eire
     
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  10. {Ely.Humanoid‚
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    Grazie per esserti sprecata per leggere questa cosa orrenda. *__* No, lo dico perchè non è una TW che mi fa impazzire, come ho detto prima è un pò vecchia quindi dovrei rivedere i capitoli ogni volta, ma non ho il tempo .-.
    Sono d'accordo con quello cha hai detto comunque, non mi hai offesa (: Anzi, lo apprezzo molto, è importante per me che chi legge faccia certe considerazioni!(:
    Non so se poi ti andrà più di leggere...>_>
    E' molto semplice questa Fiction, nel senso che non è complessa e non si sofferma un granchè su determinate cose, come che so... GLi stessi pensieri dei personaggi. I fatti accadranno molto velocemente.
    Sì, Tom è esattamente uno smidollato. *___*
    E credo che prenderò una beta, ne sono sicurissssima!
    Grazie mille per i consigli. ♥
     
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  11. lalla_96
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  12. lalla_96
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  13. {Ely.Humanoid‚
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    Allora, contatterò subito una Beta. Intanto ho modificato il post iniziale del prologo correggendo alcune cose ed inserendo qualche frasetta in più. Per favore perdonatemi per il disagio. >.<
    Continuate a giudicare, ho bisogno di consigli. xD
     
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  14. lalla_96
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    PERDONATA (:
    e up XD
     
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  15. {Ely.Humanoid‚
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    Grazie. xD Forse domani o dopodomani posto (:
     
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135 replies since 27/10/2010, 12:13   1606 views
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