Waiting In The Light

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  1. *Rabbith~
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    Titolo: Waiting In The Light
    Autore: xAliasphire
    Rating: NC17
    Genere: Romantico; Sci-Fi; Paranormal; Introspettivo; What if?
    Avvisi: Adult Content; AU; Drug Use; Violence; Smut.
    Disclaimers: Anche questa volta i Tokio Hotel non mi appartengono. Non scrivo a scopo di lucro e questa storia non viola i diritti di privacy dei personaggi -realmente esistenti- né è a scopo di diffamazione. Ogni avvenimento che segue non è realmente accaduto. Tutto ciò che è scritto è solo frutto della mia fantasia.
    Riassunto: - Ma cosa ti ho fatto? -
    Chiese Bill urlando mentre il suo cuore si faceva man mano sempre più stretto.
    - Sei nato -

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    Questo/a opera è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.






    Era sempre, perennemente, instancabilmente nella sua testa.
    Era questo che gli psichiatri che lo seguivano da anni non riuscivano a capire. Se era la realtà o semplicemente il suo cervello malato ad ossessionarlo.
    Fatto sta che erano passati diciassette anni, tre mesi e venticinque giorni e, genitori o no, LUI, l'altro tornava ogni notte a fargli visita.
    Bill non ci aveva mai intrattenuto alcuna conversazione che non andasse oltre un perchè di tutto quello. Non aveva mai capito cosa lo spingesse a torturare lui e non chi, in quel lontano 1989, l'aveva fatto morire.
    No.
    Bill di tutta quella storia era riuscito a capire solo come si chiamasse quell'essere. Tom.
    Tom Kaulitz, il gemello mai nato, quello che ha dato tutta la sua vita per salvare il piccolo Bill durante il parto.
    E quella vita voleva solo riprendersela.
    Ma no, non era lui il gemello cattivo.







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    • Waiting In The Light •





    Prologo.


    La pioggia.
    Il fruscio degli alberi.
    Il freddo.
    Il solito inverno.
    Il solito Natale.
    La solita vita.
    La solita paura.
    Bill correva veloce tenendo ben saldo il cappuccio sulla testa e si affrettava a tornare a casa dopo aver preso ripetizioni anche il giorno di Natale.
    La pioggia scendeva incessantemente da settimane su tutta la regione. Bill si concentrava sempre sul fruscio degli alberi quando l'acqua scendeva dal cielo, l'aiutavano a non pensare ad altro, alla notte. E si, faceva anche freddo, qualche grado sotto lo zero e non aveva neanche nevicato.
    Lui era un ragazzo perfetto in tutti i sensi della parola. I suoi voti a scuola erano pressocché buoni, era dotato di un fascino magnetico capace di attirare almeno i tre quarti delle sue compagne di classe. Non tralasciando i ragazzi.
    Non aveva molti amici, non voleva coinvolgere nessuno nella sua vita strana e ambigua e, di certo, sperava di non far incontrare Tom a nessuno. Insomma, che Bill aveva un problema lo sapevano solo sua madre, suo padre e Gordon, ma del fatto che il suo problema si chiamasse Tom lo sapeva solo lui, ma non aveva mai voluto raccontarlo a nessuno.
    Chi ci avrebbe creduto? Erano anni che si era affidato ad uno strizzacervelli che di lui non aveva capito neanche il nome.

    La sua vita era sempre la solita monotonia: la mattina andava a scuola, il pomeriggio quando non era dallo psichiatra aiutava sua madre al negozio, tornava a casa, buttava giù qualche riga e poi si preparava ad affrontare l'altro inconveniente. Quello che ogni singola notte da oltre diciassette anni si sedeva sul suo letto e lo guardava, tenendo gli occhi fissi nei suoi e facendogli male con la sola forza del pensiero.
    Si chiamava Tom, si.
    Di questo ne era stranamente sicuro. Simone gliel'aveva raccontato.

    Aveva detto che quando era incinta dei gemelli, i medici l'avevano avvertita che al 90% uno dei due non ce l'avrebbe fatta.
    Li avrebbe chiamati, appunto, Bill e Tom.
    Gli aveva raccontato che Bill non ci stava bene in quella pancia, non voleva entrarci e non voleva neanche uscirci, mentre Tom cercava in tutti i modi di dargli la forza di arrivare fino alla fine e iniziare a vivere.
    Le energie di Tom, però, non erano abbastanza. Così si indebolì sempre di più, mantenendo ben salda l'idea di far sopravvivere il fratello.
    Il giorno del parto nessuno dei due voleva uscire.
    Probabilmente Bill voleva restare con la sua metà, ma Tom non glielo permise. Gli cedette tutta la sua vita, uscì per primo tra le urla di Simone e i pianti che si stava facendo, avendo capito che quella sarebbe stata la prima ed ultima volta che lo avrebbe tenuto tra le braccia.
    Poi venne fuori Bill e, in quel momento, la vita del piccolo Tom finì così com'era appena cominciata.
    E Simone aveva raccontato a Bill che se ora ci fossero stati entrambi, sicuramente sarebbero stati attaccatissimi, lo erano già durante la gravidanza.

    Bill spalancò la porta di casa in contemporanea ad una saetta che illuminò il cielo.
    - Sono a casa -
    Si tolse la giacca, l'appese e si spettinò i capelli. Simone sbucò dalla cucina e guardò suo figlio che gocciolava da ogni lato.
    - Sei tutto bagnato. Vai a farti una doccia e scendi, saranno qui tra poco -
    Bill odiava il Natale, lo aveva sempre passato nello stesso modo, con la stessa gente, con le solite torture e con i soliti parenti rompipalle.
    Salì in camera e si spogliò velocemente, lasciando i vestiti a terra, convinto che Simone avrebbe messo tutto a posto.
    Si fiondò sotto la doccia e lasciò che l'acqua calda scorresse tra i suoi capelli.
    - Ti diverti? -
    Fece la solita voce rauca che veniva da chissà quale muro. Bill strabuzzò gli occhi e si guardò intorno, ma non abbastanza da vedere Tom dietro di lui.
    - Dove sei? -
    Chiese impaurito chiudendo l'acqua.
    Tom gli tirò una ciocca di capelli e il cuore di Bill iniziò a battere più forte del solito, non era mai andato a disturbarlo anche durante la doccia e, di certo, non di giorno.
    La sua testa venne sbattuta violentemente sul muro e i suoi capelli tirati. Non riusciva ad aprire la bocca per parlare e non riusciva neanche a muovere un muscolo.
    La luce si spense improvvisamente.
    I suoi perfidi giochetti funzionavano sempre e sempre facevano male.
    - Basta! -
    Riuscì ad urlare in un momento in cui Tom lasciò la presa.
    - Buon Natale, fratellino -
    Le sue ginocchia cedettero e cadde disteso lungo tutta la vasca.
    Tom otturò lo scarico e aprì l'acqua tenendo il viso di Bill schiacciato a terra. Acquisì le sue sembianze umane e iniziò a ridere perfidamente vedendo la testa del fratello galleggiare nell'acqua mentre la spingeva verso il basso.
    Lo tirò su.
    - Allora, ti diverti? -
    - Basta ti prego, ti prego, ti prego -
    Implorò il moro stringendo gli occhi ed inalando più aria possibile.
    Tom spinse di nuovo la sua testa verso il basso, una volta, due, tre, quattro... finchè non si annoiò.
    - Ci vediamo dopo, stronzetto -
    Bill non lo sentì, ma sentì la sua testa farsi più leggera e una risata isterica allontanarsi lentamente tra le mura del bagno. Riprese fiato e si alzò lentamente, tenendosi aggrappato al muro umido, con le gambe che tremavano come foglie.

    Simone si affrettò ad apparecchiare la tavola mentre il buon Gordon se ne stava seduto sul divano a leggere il giornale invece di aiutarla.
    Il campanello della porta si fece sentire con tre rumori squillanti. Simone si tolse il grembiule e lo gettò su una sedia, si spolverò la maglietta e si stampò un gran bel sorriso sulla faccia mentre Gordon provvedeva ad alzarsi velocemente e ad infilarsi le scarpe.
    - Buonaseeeera -
    Urlarono i vecchi pro pro zii catapultandosi dentro casa.
    - Dov'è il mio bel nipotino puccioso? -
    Domandò una donna di circa settant'anni, alta, bionda ed incredibilmente grassa. Se Bill l'avesse sentita sarebbe arrossito e avrebbe detto tante di quelle bestemmie nella sua testa da far arrabbiare addirittura il demonio di Tom.
    Simone fece accomodare il resto della famiglia e chiuse la porta.
    - Veramente non lo so', è sotto la doccia da ore -
    Sapeva benissimo che non erano ore e che non era neanche sotto la doccia, ma non voleva far destare sospetti anche ai parenti. Li conosceva bene da poter dire che il giorno dopo l'intera Germania avrebbe saputo del problema psichico del figlio.
    - Lo vado a chiamare -
    Aggiunse cercando di non far notare la sua preoccupazione.
    Si precipitò sulla rampa delle scale e le percorse velocemente salendo un paio di gradini alla volta.
    Non bussò alla porta di Bill ed entrò.
    Il moro era raggomitolato su se stesso, nudo e bagnato, sul letto, che si teneva le orecchie tappate e che canticchiava una canzone.
    Tutta quella situazione, Simone, aveva imparato ad accettarla anni prima, ma neanche quella volta le piacque.
    Bill non era un tipo da ricovero, erano rare le volte in cui si sentiva davvero male a causa dei suoi incubi; non faceva mai scenate, anzi, sembrava un ragazzo tale e quale a tutti gli altri. L'unica cosa che lo distingueva da loro era forse il trucco e i suoi modi effeminati.
    Simone sospirò e si sedette accanto al figlio sfiorandogli una spalla.
    - Non mi toccare! -
    Urlò Bill non avendo capito che si trattava di sua madre. Simone ritrasse la mano e la guardò, sentendola umida.
    Afferrò decisa il piccolo Bill indifeso e lo strinse sulle spalle, costringendolo a guardarla in faccia. Non si ritrasse, ne si spaventò.
    I suoi occhi erano rossi, gonfi, bagnati, contornati da due cerchi viola ben visibili e persi nel vuoto. Se non avesse sentito il suo respiro avrebbe potuto affermare che suo figlio era morto.
    - Che ti succede? -
    Chiese rimanendo fredda ed impassibile.
    - E' tornato -
    Simone non sapeva chi fosse tornato, non sapeva che la pena che passava Bill da anni si chiamava Tom ed era il suo gemello, il figlio che Simone aveva lasciato sprofondare subito nelle tenebre.
    Non lo sapeva, ma anche lei la notte lo sentiva e lo vedeva, ma credeva ancora che fossero solo sogni.
    Sospirò e lo fece mettere a sedere, non volle crederci, non voleva farsi rovinare un altro Natale.
    - E' Natale, Bill. Potresti scendere e non fare storie solo per oggi? -
    - No! -
    Affermò deciso. Simone si portò una mano sulla testa e strinse le tempie tra l'indice e il pollice. Sbuffò e uscì dalla porta, lasciandolo là.
    Che facesse come vuole, tanto lei non avrebbe potuto risolvere nulla arrabbiandosi.
    Bill la guardò finché non sentì il suo ultimo passo toccare la sala da pranzo.
    Il moro si sdraiò di nuovo sul letto, riflettendo se scendere o no. Ma abbandonò tutte le sue forze su quel cuscino e si addormentò.




    Le dita di Tom scivolarono lungo tutto il collo di Bill, che dormiva beato e ignaro della presenza dell'intruso.
    Tom scrutò attentamente ogni lineamento del fratello, immaginandosi come sarebbe potuto essere se non avesse aiutato quello stronzetto a venire al mondo. Si morse le labbra viola e fredde e spinse tutte e due le mani sul petto di Bill lasciandolo senza respiro.
    Bill spalancò gli occhi e cercò di alzarsi, senza alcun successo.
    - Ti piace rimanere senza respiro, Bill? -
    Domandò Tom diventando invisibile e poi di nuovo visibile. Quando era davvero arrabbiato, gli succedeva senza che ci pensasse.
    - Smettila, basta -
    - No! -
    Rispose con la voce più cattiva e terrificante che potesse fare. Bill doveva pagarla in qualche modo, doveva pagare il fatto di aver lasciato morire la sua metà senza fare nulla. Insomma, Tom si era impegnato per nove lunghi mesi pur di farlo sopravvivere e Bill per lui non aveva fatto nulla, probabilmente neanche sapeva che la storia che gli aveva raccontato sua madre era vera. Probabilmente pensava che era una di quelle storielle che si raccontano ai bambini per farli dormire in pace.
    Ma no, era tutto vero, cazzo.
    - Ma cosa ti ho fatto? -
    Chiese Bill urlando mentre il suo cuore si faceva man mano sempre più stretto.
    - Sei nato -
    Gli rispose Tom in preda a tutto l'odio che provava verso il suo gemello.

    Esatto Bill, sei nato e non dovevi farlo. E no, non è Tom il gemello cattivo.






    Capitoli:

    Chapter 1
    Chapter 2
    Chapter 3
    Chapter 4
    Chapter 5
    Chapter 6















    SPOILER (click to view)
    Note: Che dire di questa storia? Ero nel pieno di un'altra quando ho letto da Blockbuser il titolo di un film "Il Mai Nato" così ho deciso di scrivere una storia immaginando di cosa potesse parlare quel film. Ma mi sbagliavo ovviamente ù.ù comunque la mia teoria e la mia trama erano gia state fatte quindi ho continuato con quell'idea, totalmente diversa dal film.
    Il problema è che ho gia scritto circa 100 pagine di un'altra Fan Fiction e mi dispiace abbandonarla, stavo aspettando il momento giusto per postarla, ma è arrivata l'ispirazione per questa. Quindi credo che questa storia abbia dei tempi un po' lenti, ma mi impegnerò per continuarla diligentemente *momento latinista* ù.ù
    Avvertenza: è la prima volta che scrivo una storia in terza persona e che non sia angst. Insomma, per me l'angst è tutto quindi qualcosina ci sarà, non posso farne a meno xD
    Beeene, l'unica cosa è che se questa storia non riceve abbastanza commenti sarò costretta a cancellarla perchè l'ultima che ho postato è andata uno schifo ù.ù
    Mi scuso per l'attuale e non ufficiale banner, ma sto aspettando che mi rinstallino Photoshop ^^ e mi scuso anche per aver fatto un prologo un po' corto, ma d'altronde è solo il prologo, i capitoli saranno mooolto piu lunghi :olala:
    Presto arriverà anche il trailer u.u
    Ok, credo di aver finito. E' tutto nelle vostre mani allora ^_^
    A prestoooooooo (la prossima settimana)



    Edited by xAliasphire - 16/10/2010, 18:13
     
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  2. PinaKaulitz88
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    Prima lettrice :D
    Già da prologo, questa storia mi ha attirata subito. La trama è originale e coinvolgente e lascia con la voglia di saperne di più.

    Posta presto ^^

    Un bacio.
     
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  3. !Moody
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    Ok, la storia sembra davvero carina, come primo capitolo mi è piaciuto molto, davvero!
    Una cosa però, sbagli con i verbi! li confondi e usi il presente quando va l'imperfetto e altre cosuccie così!
    Io non sono una maestra, ma ti consiglio di trovarti una beta, perchè questi errori rovinano un pò la trama...
    Per il resto mi sembra ok ^^
     
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  4. PinaKaulitz88
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    Dei verbi me ne ero accorta pure io.
    Fai più attenzione nei prossimi capitoli o se no cerca una beta ^^
     
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  5. *Rabbith~
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    si lo so ho notato.. l'ho scritto un po velocemente e con la musica nelle orecchie ù.ù
    correggo subito e, se non va, giuro che cerchero una beta ^^
    grazie
     
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  6. PinaKaulitz88
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    Grazie a te che posti questa bella storia **
     
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  7. Mr.Black
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    *W*
    Ow...Bello Come Inizio e anche interesante come Prologo =)
    Bene. Posta Presto!
     
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  8. *Rabbith~
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    CITAZIONE (PinaKaulitz88 @ 12/7/2010, 23:04)
    Grazie a te che posti questa bella storia **

    ullallà quale onore ^^
    ringrazio io u.u
     
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  9. PinaKaulitz88
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    Up :D
     
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  10. *Rabbith~
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    Ovviamente non postero un ciufolo fino alla seconda pagina
    U_____________________________________U

    xx°°DD
     
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  11. !Moody
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    Tanto per curiosità...hai dei capitoli già pronti? la ff è già finita e devi solo postarla? XD
     
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  12. *Rabbith~
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    CITAZIONE (!Moody @ 15/7/2010, 17:49)
    Tanto per curiosità...hai dei capitoli già pronti? la ff è già finita e devi solo postarla? XD

    Si, ho qualche capitolo da parte ma sono pochi poichè ero concentrata su un'altra fan fic purtroppo.. Però no problem, non ci metto molto a scrivere 20 pagine xD
    Però ripeto, per avvertirvi in anticipo in caso non voleste continuarla, questa storia avrà dei tempi un po lenti.. Cioè un capitolo a settimana o uno ogni due purtroppo :(
    :B):
     
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    Perchè Ti Amo e Lo Farò Sempre. Anche Quando Ti Odierò Sarà Per Amore

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    Georg
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  14. !Moody
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    beh non è tanto quanto veloce proceda, purchè proceda XD io stessa per un capitolo ci metto settimane XD
     
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  15. vam zimmer 483
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    Wooow sembra fantastico davvero niente male...
    Mi piace è intrigante e Bill e già il mio preferito poverooo...
    Posta prestoo
     
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94 replies since 12/7/2010, 20:17   1534 views
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