Damned

In Fase di Scrittura

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  1. !Moody
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    AUTRICI:!Moody e fromTOKIOtoMARS
    RATING:NC17
    GENERE:AU-Fantasy-Paranormal-Death of Character
    BREVE SINTESI:"Uno lupo di giorno, l'altro gatto di notte, loro sono dannati"
    DISCLAIMERS:Qusta storia non si basa fatti realmente accaduti,non scrivo a scopo di lucro,i personaggi realmente esistenti non sono di mia propieta`,non ho diritti i Tokio Hotel.

    _______

    NOTE DI MOODY: Mmm...ecco una nuova ficci, un po` strana secondo noi...sisi...
    devo dire che e` la prima volta che scrivo assieme a qualcun altra ma ne sono felice, fino ad ora e` una bella esperienza, speriamo di non litigare mai per qualcosa XD
    Per quanto riguarda i capitoli ne posteremo uno a testa, il primo e` farina del mio sacco, con qualche aiuto della mia adorata socia *___*
    Beh io non so davvero che altro dire, spero solo che vi piaccia ^^


    NOTE DI FROMTOkIOTOMARS: allora...che dire.. bhè, non è la prima twincest che scrivo, ma è la prima in assoluto che viene pubblicata!!...l'esperienza di scrivere con qualcun altro è stata molto bella!..Moody è un fiume di creatività!! penso che da tutto questo flusso di cervelli sia uscito qualcosa di interessante...come ha ben detto la mia socia, la storia è strana...nessun problema se all'inizio non capirete molto!!!...vabbè, meglio evitare di rubare altro spazio!!!^__^ siamo in due a sperare che la storia piaccia!!




    image


    CAPITOLO 1

    La sveglia suono` alle sette in punto.
    Il suo propietario, addormentato sotto il suo piumone rosso e azzurro, mugugno` infastidito, tirando fuori solamente un braccio.
    A tastoni cerco` il malefico oggetto e quando la trovo` riusci`, con qualche imprecazione, a spegnerla.
    Ma non contento di essersi svegliato cosi` bruscamente la scaravento` addosso al muro, chiedendosi perche` non si fosse ancora rotta.
    Kevin si alzo`, rabbrividendo con il contatto dell’aria fredda che c’era in casa.
    Sbadiglio` sonoramente e con grazia si gratto` il sedere per poi scendere in cucina dove sentiva le posate sbattere contro le tazze o i piatti.
    Come previsto tutti erano gia` pronti e lindi per iniziare le loro giornate lavorative.
    Suo padre Samuel Evans, un ricco imprenditore di origini inglesi, beveva svogliatamente il suo caffe` leggendo il giornale.
    Samuel aveva quasi cinquant’anni ma era ancora un bell’uomo.
    I capelli biondi erano sempre perennemente tirati indietro con il gell e gli occhiali, dalla montatura nera, coprivano appena l’azzurro glaciale dei suoi occhi.
    La barba che solitamente a fine settimana copriva leggermente le sue guancie, quel lunedi` mattina era stata accuratamente tagliata.
    L’espressione era seria e concentrata su quello che leggeva, mentre meccanicamente si portava il caffe` alla bocca.
    Quella mattina era vestito in un completo grigio, lucido con la cravatta blu scuro con cucite le sue iniziali in bianco.
    La madre di Kevin, Elisabeth, ma chiamata Betty, era molto piu` giovane di suo padre.
    Aveva da poco compiuto trentasette anni, e all’inizio era stata nominata dai vicini come una “donnaccia”.
    Per avere il rispetto che aveva ora aveva dovuto lottare molto.
    Da quello che kevin sapeva, Betty, era sempre stata una donna bellissima, con dei capelli ondulati neri come le penne dei corvi e due occhioni marronni, le labbra rosee e la carnagione bronzea, particolare per essere una tedesca pura.
    Il corpo magro e minuto con delle forme sinuose e maliziose.
    Aveva conosciuto Samuel durante i suoi studi all’universita`, mentre lavorava in un bar per guadagnarsi da vivere.
    Era stato amore a prima vista.
    Lui aveva trenta anni e lei diciotto.
    Si erano frequentati, faticosamente, per un anno prima di sposarsi.
    Perche` lei era rimasta incinta.
    Nove mesi dopo, quando Betty aveva compiuto diciannove anni era nata Leila Margaret Evans.
    Poco dopo aveva messo al mondo anche lui, Kevin Benjamin Evans.
    Mentre Betty era diventata una donna seria, con carisma, carattere e una brava giornalista.
    Leila invece non mangiava mai il mattino perche` soffriva il mal d’auto e in pulman rischiava di vomitare.
    Lei e suo fratello non si somigliavano molto, se non per gli occhi azzurri.
    Leila era la copia sputata al feminile di Samuel.
    Teneva i capelli biondi sempre piastrati, lunghi fino alle spalle e il ciuffo quel giorno, tenuto imparte con delle forcine.
    Era una bella ragazza, troppo seria ma bella.
    Non aveva il ragazzo, la moda non gli interessava molto ed era perennemente con i libri in mano in vista degli esami di maturita`.
    -Buongiorno tesoro...- lo saluto` sua madre mettendogli le uova nel piatto.
    Kevin fece una smorfia, le uova non gli piacevano, ma Betty tendeva sempre a dimenticarselo, non gli dava una colpa poiche` sapeva quanto era impegnata con il lavoro e gia` trovare il tempo per essere una mamma cosi` dolce era notevole.
    Le sorrise, sforzandosi di mangiare il piu` possibile.
    Aveva un bel rapporto con sua madre, molto confidenziale e molte volte Betty tendeva ad essere una sua amica invece che sua madre.
    -Come hai dormito?- chiese Betty, sedendosi finalmente al suo posto iniziando a sorseggiare il caffe`.
    -Fa freddo...- ammise posando la forchetta sul piatto nel chiaro segno che smetteva di mangiare.
    Un altro po` e avrebbe vomitato.
    -Beh genio...- intervenne Leila, spostandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio –Questa notte ha nevicato, ma qui qualcuno dorme in boxer e canottiera anche a dicembre!!!-.
    Con sua sorella non andava daccordo, anzi con gran parte della sua famiglia non andava daccordo.
    Era visto come la macchia nera tra il bianco a causa del suo modo di essere.
    Per i vestiti, per la musica, per i capelli per tutto.
    Leila non era un’eccezione.
    Kevin alcune volte si chiedeva perche` non andassero mai neppure un po` daccordo, quando erano praticamente cresciuti assieme avendo un anno e pochi mesi di differenza l’uno dall’altro.
    Le fece la linguaccia dando mostra di quel pearcing che aveva solo causato l’ennesima lite tra lui e suo padre.
    -Kevin...- Samuel si decise a degnare suo figlio, posando il giornale sul tavolo e osservandolo attentamente con quegli occhi glaciali identici a quelli di Kevin –Quando pensi di tagliarti quel dannato ciuffo?- domando` duro.
    Il ragazzo lo guardo` pochi secondi, prima di abbassare lo sguardo giocherellando con gli avanzi della colazione.
    Era difficile tenere testa a suo padre perche` faceva paura.
    Era il classico padrone, colui a cui piaceva tenere tutto sotto controllo e con le sue regole.
    E Kevin era sotto quell’effetto, non osava mai dirgli di no, lo trattava sempre con un occhio di riguardo e stava attento ad ogni minima parola.
    -A me...piaciono cosi` i capelli...- sussurro` alla fine.
    Non capiva perche` Samuel non sopportasse il suo taglio di capelli, sopratutto il suo ciuffo.
    Anche Leila lo portava e forse era proprio questo il problema.
    Per suo padre era femminile.
    -Non mi interessa...sai che in giro si dice che te la fai con i ragazzi, e` vero?- continuo` duro, con le mascelle contratte per il nervosismo.
    Kevin si ritrovo` a mordersi la lingua per non mandarlo a fare in culo diretto.
    Era cosi` antico e fermo sulle cose ritenute “giuste” da fare schifo.
    Se scopriva che per lui maschi o femmine non facevano differenza come minimo lo crocifiggeva e lo metteva in camera come souvenir.
    -Samuel...ora basta....- lo riprese la moglie, alzandosi per prendere i piatti sporchi e metterli nel lavello.
    Betty era una donna che rispettava figli e marito, amava la sua famiglia ed era la corda che li teneva tutti uniti, ma non tollerava quando Samuel iniziava ad essere scorbutico ed antipatco, evidenziando la netta preferenza che aveva per Leila.
    -No Betty, ma come lo tiri su questo ragazzo?Dio solo sa quanto e`...sbagliato!!!- sbotto` l’uomo alzandosi dalla sedia su cui era seduto.
    La moglie lo fronteggio`, livida di rabbia –Tuo figlio non e` sbagliato!!!Segue un suo stile!!!- esclamo` -Si uno stile da frocio!!!- Samuel indico` il ragazzo che se ne stava seduto e a testa china, che pero` sentendo quelle parole sussulto`.
    -Papa` per favore...- si intromise Leila.
    Non amava particolarmente tanto Kevin da andare contro suo padre come un toro, ma c’era un limite anche per lei.
    -Per favore cosa?- sbotto` l’uomo passandosi una mano sui capelli liscissimi –La vita e` sua, se vuole essere omosessuola, etero o bisessuale sono affari suoi!!! Non vedo perche` deve farti cosi` male...- spiego`, tranquilla sorseggiando la sua tazza di the`.
    Gli occhi di Samuel si fecero due fessure, mentre le guancie si gonfiavano per l’ira –Mi farebbe vergognare...- ammise -Rimane sempre tuo figlio!!!- gli fece la moglie stringendo forte i pugni fino a far diventare le nocche bianche.
    L’uomo gli diede le spalle e mentre lasciava la stanza mormoro` -Non lo sarebbe affatto!!-.
    La stanza calo` nel silenzio mentre si sentiva la Mercedes di Samuel lasciare la casa ed allontanarsi.
    Betty si volto` verso suo figlio, in silenzio con lo sguardo vacuo a fissare chissa` cosa nella stanza.
    -kevin...-inizio` -No lascia stare mamma...io vado a lavarmi altrimenti faccio tardi...- la interruppe ancor prima che iniziasse e si alzo` lasciando velocemente la cucina, cercando di nascondere le lacrime.

    Usci` dalla doccia pochi minuti dopo tremante sia per il freddo che per la rabbia.
    Che suo padre andasse al Diavolo!!!
    Ne aveva abbastanza di sentirsi dire che era una vergogna per quella famiglia cosi` perfetta invidiata da tutta Berlino.
    Lui era quello che voleva essere, niente di meno e niente di piu`.
    La cosa sicura era il fatto che fosse stupido.
    Dannatamente stupido.
    Perche` aveva paura di dire a Samuel quello che sentiva dentro, cosa aveva paura di perdere?
    Sospiro` passandosi il Phon sui capelli neri.
    Lui pultroppo era fatto cosi`, tutti lo sapevano.
    Era Kevin Evans, il ragazzino timido e impacciato che se ne stava sempre sulle sue e che non aveva le palle di fare niente.
    Neppure rispondere indietro a suo padre.
    “Manco fosse Dio!!!” si ritrovo` a pensare.
    Ok, che fosse un po` strano lo sapeva anche lui.
    Certe volte, quando sentiva che stava succedendo qualcosa di brutto, ma veramente brutto, gli veniva male alla testa.
    Forte o meno a secondo della gravita` della situazione.
    E alcune volte la cosa gli faceva paura, perche` era convinto di avere qualcosa che non andava.
    Eppure, quando sua madre l’aveva portato a dei controlli medici, gli era stato assicurato che in lui non c’era nulla di anomalo, e che quegli attacchi di emicragna erano dovuti allo stress.
    Scosse la testa, allontanando quei pensieri.
    Dopo essersi asciugato e messo il cambio dell’intimo pulito si infilo` i jeans scuri, strappati sul ginocchio, a sigaretta e la maglia a righe grigie e nere e le Vans a quadretti bianchi e neri.
    Poi si sistemo` i capelli con il gell, piastrandosi poi il ciuffo davanti, sistemandolo in modo che non gli desse troppo fastidio.
    Si infilo` i suoi vari bracialetti in cuoio o a catena, si infilo` lo zaino rosso in spalla e senza avvertire usci`.
    Aveva gia` perso l’autobus da almeno dieci minuti, ed era in un ritardo pazzesco.
    Per arrivare a scuola in tempo aveva circa un quarto d’ora, forse meno.
    Prese a correre, rischiando di travolgere qualcuno e alla fine, quasi senza guardare la strada, entro` dentro il parco.
    Se tagliava da li guadagnava cinque minuti buoni.
    La milza gli faceva cosi` male da impedirgli quasi di respirare, tuttavia non si fermo`.
    Se arrivava in ritardo anche quella volta la professoressa di Chimica lo avrebbe seppellito vivo in giardino.
    -Evans!!!- si senti` chiamare sgarbatamente e Kevin si blocco`, imprecando tra i denti e maledicendo la sua sfortuna nera.
    Voltandosi si trovo` davanti tre ragazzi.
    Il primo, che stava davanti agli altri due, era sicuramente il capo.
    I capelli rossi, riccioluti gli ricadevano ordinati sulle spalle e gli occhi scuri lo guardavano.
    Il secondo leggermente piu` basso aveva i capelli castani, corti e tenuti apposto con il gell, due occhi verde scuro e un ghigno decisamente bastardo sul volto.
    Il terzo piu` magrolino era biondo con gli occhi azzurri e si scrocchiava le dita divertito.
    In ordine Tony, Joe e Max.
    Il suo incubo peggiore.
    E come se fosse stato un campanello d’allarme il solito mal di testa arrivo`.
    Prima una leggera fitta e poi sempre piu` frequente e piu` forte.
    Strinse le mani a pugno, cercando di mantenere la calma anche se sentiva chiaramente le gambe tremargli come budini.
    -Ma che ci fai qui tutto solo? Di nuovo in ritardo?- la voce di Tony era acuta e fastidiosa, sembrava prenderti per il culo anche quando non era cosi`.
    Gli altri due, alle sue spalle ridacchiarono divertiti mentre dalle loro bocche uscivano piccole nuvolette di fumo dovute al freddo, che li facevano assomigliare molto a tori inferociti.
    -Io...Devo andare a scuola...- ammise, con un filo di voce, tremando, la testa aveva preso a diventare terribilmente pesante e sembrava che dentro avesse dieci tamburi che suonavano tutti assieme.
    -Ha si?- fece Max affiancando Tony, subito imitato da Joe che aggiunse –E i soldi li hai?-.
    Scosse la testa, gemendo.
    I soldi li aveva per comprarsi la merenda nel bar della scuola, e aveva tutti i diritti di questo mondo per non dargli a quei tre idioti che lo picchiavano dalla mattina alla sera.
    Tony scosse la testa, muovendo l’indice a destra e a sinistra, mimando un no.
    -Bugia piccolo...- si fece pericolosamente vicino e Kevin si ritrovo` ad indietreggiare.
    -E a noi i bugiardi non piacciono vero ragazzi?- continuo` il rosso con un ghigno odioso stampato nel viso.
    Max e Joe annuirono e velocemente, quasi senza che se ne rendesse conto, lo afferrarono per le braccia.
    Max a sinista e Joe a destra, tenendolo ben saldo per le braccia con entrambe le mani.
    Kevin poteva cercare di opporre resistenza, di provare a scappare ma sapeva quanto inutile fosse come cosa.
    I tre ragazzi erano molto piu` grossi e forti di lui e anche volendo non avrebbe potuto fare niente.
    Insomma quei tre erano i tipici bulletti che se la prendevano con il piu` piccolo sapendo bene che cosi` non avrebbero avuto problemi.
    -Lasciatemi!!!- strillo` Kevin vedendo che nelle loro espressioni non c’era nulla, nemmeno la piu` piccola traccia, di rassicurante.
    Sentiva il cuore battere forte nella gabbia toracica e la testa scoppiare.
    Questo voleva dire solo una cosa, la sotuazione non era affatto buona.
    I tre risero –Dio sei proprio un frocio di merda Evans...- sputo` Joe dandogli uno strattone forte mentre Max quasi gli impiantava le unghie nel braccio sinistro.
    -Dammi i soldi, te lo chiedo gentilmente un’ultima volta...- Tony gli stava dando quello che si usava chiamare un ultimatum e Kevin sapeva bene quali erano le condizioni.
    O faceva la brava pecorella e dava al lupo cattivo quello che chiedeva, o questo lo avrebbe mangiato.
    Ma quella mattina il moro non voleva abbassarsi, sapendo che infondo avrebbe rimandato le botte solo per il pomeriggio, ritrovandoli nella strada del ritorno.
    Per cui voleva e pretendeva di tenersi i soldi, che erano suoi di diritto.
    -Non li ho i soldi...- esclamo` esasperato, sentendo gli occhi pungere.
    Era vergognoso e questo lo sapeva bene.
    Non aveva un benche` minimo di orgoglio, non riusciva farsi vedere calmo davanti ai suoi aguzzini.
    Stava facendo esattamente il loro gioco.
    Ma non ci riusciva, lui era debole, lo era sempre stato.
    Con loro, con suo padre o con chiunque fosse capace di mettergli i piedi in testa.
    Ammirava Leila, che al contrario suo, aveva un carattere forte, pronta ad affrontare tutto a testa alta e con orgoglio.
    Alcune volte desiderava con tutto se stesso essere come lei, in tutto.
    Il primo pugno lo colpi` dritto nello stomaco e lo costrinse a piegarsi a meta`, bocheggiando.
    Non ebbe neppure il tempo di riprendere a respirare che i due ragazzi che lo tenevano per le braccia lo rimisero dritto.
    E quel dannato mal di testa non accennava a diminuire, anzi peggiorava ancor di piu` la situazione.
    Kevin era agitato e dolorante, e non riusciva a mantenere neppure un po` di lucidita`.
    -Siamo stati sin troppo buoni con te Evans...- continuo` Tony e il secondo pugno lo colpi` nella bocca.
    Kevin gemette, mentre il sangue prendeva a colare lungo il mento, mischiato a saliva.
    -Ma ora ci siamo stancati, ancora lo devi capire che a ogni cosa che ti diciamo devi obbedire?- questa volta` lo afferro` per i capelli e lo fece inginocchiare sulla neve fredda che inizio` a macchiarsi di rosso, e a colpirlo con una ginocchiata alle costole questa volta fu Max.
    Il respiro gli mori` in gola e si ritrovo` ad annaspare alla ricerca di aria.
    -B...Basta...- sussurro`, senza fiato sputando un grumo di sangue e saliva cercando di non soffocarsi, portandosi poi una mano alla testa, quando una fitta particolarmente acuta lo colpi` alle tempie.
    Li senti` ridere, come se davanti a loro ci fosse un pagliaccio di un circo che inciampava in maniera buffa su una buccia di banana.
    E si senti` invadere da una rabbia forte, che gli strinse lo stomaco in un nodo pesante come un macigno.
    Come facevano a picchiare un ragazzo che non aveva fatto nulla a loro e guardarsi allo specchio il mattino?Come facevano a divertirsi mentre lui sputava sangue ai loro piedi?
    Kevin provo` ad alzarsi, bensi` il dolore alla testa e pressoche` su tutto il corpo, per scagliare un pugno a Tony, ancora davanti a lui, ma subito Joe e Max lo afferrarono per le braccia, bloccandolo nuovamente.
    -Ma che volevi fare brutta checca?Colpirmi?- chiese ironico il rosso afferrandolo per i capelli e stratonandogli la testa all’indietro –Mossa sbagliata moccioso!!!-.
    Fece segno agli altri due di lasciarlo andare e nuovamente riccade nella neve bagnata.
    Con la differenza che questa volta i calci e i pugni arrivarono contemporaneamente, da entrambi i tre ragazzi.
    Pugno dopo pugno, calcio dopo calcio finche` Kevin non perse la sesibilita` delle gambe e delle braccia e si lascio` cadere a terra.
    Sfinito fisicamente ed emotivamente, nuovamente battuto e calpestato nell’orgoglio.
    Eppure riusci` ancora ad evitare di piangere davanti a loro.
    Gli tolse quella soddisfazione.
    Almeno quella.
    Kevin si senti` risollevare e vide Tony tirare fuori un coltellino svizzero dalla tasca del giaccone grigio e puntarglielo addosso.
    E in quel momento il cuore manco` di un battito.
    Era la prima volta che Tony, o un suo amico, arrivava a tanto, addirittura putargli contro un’arma da taglio.
    E ne aveva fottutamente paura perche` sapeva arrivare a tanto.
    Lo vide avvicinarsi, infilandosi il coltellino tra i denti, mentre gli tirava su la manica della giacca sul braccio destro, riuscendo a scoprire gran parte dell’avambraccio.
    Lo vide ghinare mentre gli altri ridacchiavano sadici e lui non riusciva a far altro che tremare e scuotere la testa.
    Trattenne un grido quando la testa protesto, lasciandogli una fitta molto piu` potente delle altre, che quasi lo fece cadere sulle ginocchia se non fosse stato trattenuto dai due gorilla.
    -Tu sei solo un perdente Evans, un perdente e un frocio e non servi a nessuno...- Tony mormoro` solo quelle poche parole prima di iniziare ad incidere con la lama del coltellino una L sulla pelle chiara dell’avambraccio, a pochi centimetri dal polso.
    Non riusci` a trattenere un urlo mentre sentiva un forte bruciore invadergli tutto il braccio, mentre dentro alla testa era come avere un pugno di carboni ardenti.
    Tony non si fermo`, fece segno agli altri di tenerlo piu` saldo visto che iniziava a dimenarsi come un pesce fuori d’acqua nel tentativo di liberarsi e far cessare quell’agonia.
    Eppure quando Kevin senti` che le lacrime stavano per scendere, che stava per inziare a implorare di smettere, udi` un ringhio.
    Un verso forte e pieno di rabbia e senti` immediatamente le mani forti di Max e Joe lasciarlo, mentre strillavano impauriti e prendevano a scappare, continuando ad urlare.
    Il moro vide davanti a se` un enorme, quanto bellissimo, lupo dal manto bianco, che lo guardava con i suoi occhioni ambrati, come a volergli dire che ora era tutto a posto.
    Kevin si lascio` scappare un gemito ed indietregio`, lasciando un solco nella neve, per poi rannicchiarsi su se stesso quando si rese conto di essere troppo dolorante per muoversi troppo.
    Il sangue gli scendeva lungo il viso, sulla maglietta e sulla neve, mentre l’avambraccio pulsava come se ci fosse premuto sopra un filo rovente.
    Eppure percepi` chiaramente il dolore alla testa farsi sempre piu` debole, l’unica cosa positiva in quel momento.
    Il lupo si avvicino`, cauto, lanciando un versetto che sembrava tanto un mugolio e il ragazzo indietreggio` ancora, sempre piu` spaventato.
    Se prima rischiava di morire accoltellato, ora rischiava di essere sbranato da un lupo spuntato da chissa` dove.
    Poi si senti` avvolgere da due braccia esili ma calde e da un profumo fruttato, forte che gli riempi` le narici, e percepi` il suono di un campanellino.
    -Shhh, stai tranquillo non vuole farti del male...- quella voce dolce e melodica riusci` a calmarlo e finalmente scarico` le lacrime che si teneva dentro.
    Si aggrappo` allo sconosciuto senza neppure guardarlo, pensando che se lo stesse rassicurando non era poi cosi` cattivo.
    Singhiozzo` forte incurante se gli sporcava la maglia con le lacrime e il sangue e pianse tutto il suo dolore contro quel petto magro, ancora seduto sulla neve fredda.
    -Non piangere...e` tutto finito...- continuava il ragazzo, accarezzandogli ora la testa.
    E anche se Kevin non smise di piangere, riusci` a sentirsi piu` al sicuro, tra le braccia di uno sconosciuto e sotto gli occhi rilassati di un lupo bianco.


    Questo e` un disegno che ha fatto la mia socia, che io personalmente adoro

    Edited by !Moody - 15/2/2010, 18:23
     
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    YunJae

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    Storia interessante...
    Ho visto un film a cui somiglia questa storia.. non ricordo il nome ._.
    Non faccio un commento approfondito ance perchè siete agli inizi, attenderò il postaggio di qualche altro capitolo prima di dire se piace e se continuerò a seguirlo..

    Piacere Eire ^^
     
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  3. !Moody
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    Grazie ^^
    Siamo molto felici che la storia ti abbia interessato, almeno come inizio :)
    Un film? sinceramente non sapevamo ci fosse un film con un argomento simile...Boh...
    Speriamo che man mano che andiamo avanti ti piaccia e non smetterai di leggerla ^^
     
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  4. __Patty109
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    Uuuh davvero interessante come primo capitolo..Devo dire che mi è piaciuto molto (:
    Continuate presto mi raccomando v.v
    Bacioni <33
     
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  5. !Moody
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    Che belloooo, ne siamo felici ^^
     
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  6. Alice°
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    mmmh... sembra interessante. E' sicuramente differente da qualsiasi altra storia letta fino ad ora.
    Spero pesterete presto il secondo capitolo per poter capire qualcosa in più di questa storia.
     
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  7. !Moody
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    lo faremo al piu` presto tesoro!
    Grazie
     
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  8. Alice°
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    ^_^
    E' sempre un piacere cara
     
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  9. !Moody
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    Hihi ^^
     
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  10. Alice°
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    dunque... se ho capito bene il prossimo capitolo lo deve postare FROMTOkIOTOMARS, giusto?
    avete già deciso ogni quanto tempo postare? Lo so faccio sempre le stesse domande, ma io m'esaurisco non standoci mai, quindi se riesco ad organizzarmi una specie di calendario mi sembra di essere più presente.
     
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  11. !Moody
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    si lo posta lei ^^
    no mi dispiace, perche` lei ha i suoi impegni, io ho i miei con le altre ficci e quando riusciamo a trovare il tempo postiamo :(
     
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  12. Alice°
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    capito.... ok,dai... spero di leggere presto il nuovo capitolo comunque.
     
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  13. !Moody
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    ^^
     
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  14. THclari
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    major o minor chatarcter death?
     
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  15. !Moody
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    major u.U
     
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