°_Come Il Sesso Ti Cambia_°

In fase di scrittura/{Cinema Bizarre}{NC17},Fluff, Adult Content, Language, Smut, Voyeurism.

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  1. ragasimpa
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    Questa storia è sotto licenza dalla Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia License,quindi:
    Non puoi usare quest'opera per fini commerciali.
    Non puoi alterare o trasformare quest'opera, ne' usarla per crearne un'altra.


    Come Il Sesso Ti Cambia by ragasimpa/Helly_Kaulitz is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.

    Creative Commons License


    Autore: ragasimpa/Helly_Kaulitz
    Rating: NC17
    Avvisi: Fluff, Adult Content, Language, Smut, Voyeurism.
    Genere: Introspettivo,Generale, Molto, (Molto) Soft Romantico

    Disclaimer: I Cinema Bizarre non mi appartengono in nessun modo ( porca putt**a! ) e tutto quanto c'è nella storia è frutto della mia fervida e perversa immaginazione. Quanto è scritto non è assolutamente a scopo di lucro, in quanto scrivendola io non ci guadagno un ciufolo a parte la mia felicità mentale ( xD ).



    Ok, ho deciso di postare qui la mia FF sui CB, se non è la sezione adatta... Cancellatela pure.
    Spero che vi piaccia... La scrivo da gennaio, tra una cosa e l'altra, ed è una FF molto spinta...
    Accetto sia commenti positivi che negativi, ma se dovete criticare PESANTEMENTE... Statevene a casina, ok? xDD
    Buona lettura e... Incrocio le dita!
    Rock
    *Helly


    {*xXx[CoMe il sEsSo tI CaMbIa]xXx*}



    CHAPTER 1



    Avevo solo 13 anni quando lui se n’è andato.
    Non avrei mai pensato che potesse provocare un trauma così grande.
    Credo che sia causato dal fatto che non avevo mai conosciuto qualcuno come lui prima di allora.
    Era il mio migliore amico e l’unica persona con la quale io avessi mai legato così tanto.
    Prima di partire mi aveva detto: “ Non ci perderemo mai, ci sentiremo tutti i giorni”, e io come una stupida ci avevo creduto.
    Ma si sa, sono quelle promesse che non valgono niente alle quali tu credi sempre.
    Dopo la separazione dei suoi genitori niente era più stato lo stesso; avevo sentito Tim tutti i giorni nel primo mese, ma poi la lontananza aveva iniziato a dare i suoi problemi, la scuola era diventata impegnativa, soprattutto per me che dovevo ancora sostenere l’esame di terza media e oltretutto lui aveva iniziato le prove col suo nuovo gruppo, finalmente, e l’impegno era cominciato a diventare una cosa seria.
    Aveva sempre avuto una gran passione per la batteria sin da piccolo e se già a 15 anni era davvero bravo, ora lo sarebbe stato ancora di più, ne ero certa.
    Erano passati circa quattro anni dall’ultima volta che ci eravamo sentiti. Non sapevo più nulla di lui, ma tutte le notti prima di andare a dormire lo pensavo, pregando che nella sua vita stesse andando tutto bene, che era riuscito, almeno lui, a realizzare i sogni di cui avevamo parlato così tanto.
    Io avevo 17 anni e ormai mi sentivo di non poter fare più niente della mia vita.
    Vivevo ad Hannover, a nord della Germania e la mia famiglia non aveva nessun ruolo nella mia vita: quando i genitori di Tim vivevano ancora qui, i nostri avevano un legame come il mio e il suo e si sentivano molto tranquilli a lasciarci insieme, forse perché aveva due anni più di me e gli attribuivano una maggiore responsabilità... o forse era dovuto al fatto che si interessava più ai maschi che alle femmine; loro lo chiamavano omosessuale, ma io sapevo bene che non lo era.
    Ne avevamo sempre parlato di questo e lui trovava l’amore come una forza inarrestabile, senza controllo, alla quale non si può impedire nulla. Per questo motivo non c’erano stati problemi tutte quelle volte che Tim aveva provato attrazione per altri maschi! Era il motivo per il quale si dichiarava pansessuale e non gay. Ero sempre stata una persona aperta a tutto,anche se non avevo mai visto due maschi...baciarsi, e nemmeno due ragazze. Forse sarebbe stato istruttivo entrare in quel mondo, almeno avrei capito per cosa ero nata. Quando lui mi raccontava di un ragazzo che gli piaceva o di uno che aveva baciato, a me venivano le farfalle dentro lo stomaco e non era difficile immaginare ogni suo racconto nella mia testa.
    Allora avevo solo 13 anni, ma ancora adesso le cose che tutti gli adulti catalogavano come “strane” a me affascinavano tantissimo, e a volte credevo di farne parte anch’io.
    Se Tim fosse stato qui avrei di certo avuto una risposta adesso.
    Lui si era trasferito a Stoccarda e per me era stato sin dall’inizio impossibile raggiungerlo.
    Erano più di cinque ore di macchina e l’avevo visto soltanto tre volte... poi... era sparito.
    Ero sparita io, era sparito lui e quello che rimaneva della nostra amicizia stava infondo ai nostri cuori, almeno lo speravo. Lo pensavo sempre, non sapevo come stessi facendo ad andare avanti senza di lui... Tim mi aveva insegnato tutto quello che i miei genitori avrebbero dovuto insegnarmi!
    Mi aveva trasmesso la passione della musica, in particolar modo il canto, tecnica che avevo affinato da sola...
    Era divertente cantare mentre lui batteva con le mani sul tavolo, sul divano, sulle pentole di casa sua...
    Ricordavo ogni pomeriggio passato in sua compagnia.
    Non vi è davvero mai capitato di trovare la persona della vostra vita, la persona che siete sicuri ci sarà per sempre e vedervela portare via dalle mani?
    Quando l’attimo prima è assieme a te e l’attimo dopo ti scivola fra le dita....
    È qualcosa che io non credo avere mai accettato...

    La mia vita sarebbe stata perfetta se fossimo rimasti insieme, infatti prima avevo iniziato a pensare che questa non facesse così tanto schifo come dicevano “i grandi”, ma non appena successe ciò non ne fui più tanto sicura; che senso aveva per me continuare? Non facevo niente che mi impegnasse sul serio. Ascoltavo buona musica, per maggior parte tedesca e giapponese, e cantavo in giro per casa! Solo una volta avevo partecipato ad una serata karaoke, ma ero svenuta prima di arrivare al microfono.
    Ero sicura che Tim si ricordasse bene di quella serata!
    Mi aveva portata in giro per una settimana intera!
    Erano bei tempi quelli.. ero una ragazze allegra e felice, molto aperta con tutti a suo contrario, ci completavamo abbastanza... ma ora mi ero chiusa in me stessa tenendo le distanze da tutte le altre persone e non permettendo a nessuno di avvicinarmi.
    Avrei voluto solo vederlo ancora una volta, avevo bisogno di lui...



    Era il 27 settembre 2008. Me ne stavo in soggiorno a poltrire sul divano, con indosso il mio pigiama blu, in compagnia di un buon libro: non avevo voglia di studiare e presto avrei smesso del tutto, quindi...
    << Hai già finito i compiti?>>, mi chiese mia mamma. Ero consapevole che sarebbe iniziato un vero e proprio interrogatorio.
    << Si ho fatto...>>, mentii.
    << Di già? Cos’hai per domani?>>.
    << Non ho nessun compito scritto Mutti>>.
    << Sei interrogata?>>.
    << Mamma che palle! Ho detto che non c’è niente! Perché insisti? Che palle!>>.
    << guardare che se non vai bene neanche quest’anno, il prossimo ti mando a lavorare!>>. Cosa avevo detto io?.
    << Senti non rompermi il cazzo>>, scontrosa come sempre mi alzai controvoglia dal divano e salii le scale dirigendomi in camera mia.
    Avevamo una bella villa in mattoni con giardino, la casa era troppo dispersiva persino per me e di certo non conteneva una famigliola felice. Non era la sua grandezza a farne la felicità.
    Il telefono squillava ininterrottamente anche quassù, ma io ora non avevo voglia di rispondere.
    Mia madre alzò la cornetta e disse: “ Pronto?”. Ci fu un lungo istante di silenzio seguito da un “Cosa? Davvero?”, io incuriosita come poche mi alzai dal letto sulla quale ero seduta avvicinandomi alle scale, cercando di seguire quella conversazione ambigua. Non capii molto di quanto stavano dicendo, ma parlava con papà e gli diceva “ Congratulazioni”.
    Quando la chiamata terminò scesi velocemente le scale e la raggiunsi!
    << Mamma che succede?>>, dissi calma. Con un sorriso si girò verso di me e disse:
    << Tuo padre ha ottenuto quella promozione! Ci trasferiamo!>>
    << Che cosa?!>>, rimasi spiazzata. Trasferirci?
    << Non sei contenta tesoro? Dici sempre che questo posto non fa per te!>>
    << Si, ma... perché adesso? Proprio ora che incominciavo a farmi una vita...>>, mentii. Volevo saperne di più di tutta questa storia.
    << Ma tesoro... non sei contenta per tuo padre? E poi una volta trasferiti anche tu sarai più felice!>>.
    << Si certo come no...>>.
    << Non sei felice di rivedere Tim?>>. Il mio cuore perse un battito.
    << Che c’entra Tim con tutto questo?>>.
    << Tuo padre lavorerà a Stoccarda!>>.
    << Che... cosa?>>.
    << Sono sicura che si ricorda ancora di te!>>.
    << Ma certo che si ricorda di me! Come potrebbe? Sono la sua migliore amica!>>.
    << Helen sono passi quattro anni dall’ultima volta che...>>.
    << Senti smettila di rovinare tutto! Andremo a Stoccarda fine! ... Quando?>>.
    << Tuo padre deve presentarsi lì lunedì questo...>>.
    << Ok...>>.
    Mancavano solo tre giorni a lunedì. Io non avevo niente da perdere.
    Non avevo alcun tipo di legame qui, ma Stoccarda era grande, come potevo avere la certezza di vederlo?
    Avrei dovuto sorridere a questa opportunità che il destino mi stava offrendo, ma per qualche motivo mi sentivo come se niente sarebbe stato uguale a prima! Mia madre forse aveva ragione: erano passi ben quattro anni, non era tutto come una volta... sicuramente non sarebbe stato così.
    Chissà che cosa stava facendo, con chi usciva... non sapevo se stava bene, non avevo più il suo numero, il telefono di casa non ce l’aveva... era stato impossibile per me rintracciarlo e adesso lo sarebbe stato doppiamente.,
    la sera non mangiai molto, ero preoccupata per quel trasloco.
    Come ho già detto, negli ultimi anni non avevo fatto altro che pensare a lui, come amico, ogni sera a pensarlo, ogni cosa mi riportava a lui e me lo metteva continuamente in mente... Che cosa significava questo trasferimento? Sarebbe stato importante o no? Ma soprattutto, ci saremo visti? Perché se così non fosse stato, era pressoché inutile preoccuparsi.
    Mia madre mi aveva messo un’altra idea in testa; se lui non si fosse davvero ricordato di me? Io non avrei potuto accettarlo.
    Andando a letto mi addormentai con quei pensieri tormentati, sperando che il giorno dopo la mia mente sarebbe stata più lucida che in quel momento.


    Sabato 28 settembre.

    Tirandomi su dal letto svogliatamente aprii le serrande: Hannover si era innevata durante la notte. Questo mi fece sorridere.
    La neve era sempre stata qualcosa di magico, una proiezione di un mondo perfetto difficilmente raggiungibile... il modo in cui scendeva dal cielo per raggiungere la terra, la luce che emetteva facendo brillare i nostri occhi... era tutto come una magia.
    Perché avrebbe dovuto scendere dal cielo infondo? Si rovinava solamente a cadere... rimaneva perfetta per così poco tempo... ogni movimento dall’esterno la infrangeva... e questa era proprio la dimostrazione di come niente durasse per sempre; era come quando il cielo piangeva... dove andavano a finire quelle lacrime? Il giorno dopo si sarebbero già asciugate e pensandoci questo non aveva senso: una volta cadute sarebbero dovute perdurare in eterno... invece niente era così.
    Come la nostra vita: perché dovevamo morire? Non sarebbe stato bello poter vivere per sempre?
    Il rischio della morte non era tanto l’essenza che andava a perdersi, ma non riuscire a fare ciò che è più importante per te prima di andartene.

    L’esempio vi sta parlando adesso: non potevo andarmene prima di rivederlo.
    So bene che potrebbe sembrare una scialba dichiarazione d’amore, ma non è da confondere con l’amicizia.
    Contrariamente a quanto tanti pensino, esiste un abisso enorme tra le due cose: entrambi sono dei legami forti, se veri, ma c’è differenza: l’amicizia significa prendersi cura l’uno dell’altro, sacrificandosi per la felicità dell’amico che la chiede.
    L’amore è questo assieme a elementi come la passione e la gioia.
    Quando si è innamorato si arriva allo sconvolgimento totale della persona, scoprendo parti di sé stessi che mai si è immaginato di avere. Ecco cos’è l’amore: è mettere a nudo se stessi e questo non lo fai in amicizia quanto in amore, perché tu senti la necessità di essere amato e un amico spesso non ti basta più.

    Tim mi bastava però. Ma per bastarmi sul serio io dovevo vederlo, dovevo riaverlo.


    Passavano i giorni e ben presto si arrivò a domenica.
    Il giorno seguente avrei già iniziato a “studiare” nella scuola nuova: nuovi insegnanti, nuovi compagni... non credevo di esserne pronta, ma era soltanto il pensiero di raggiungere Stoccarda che non mi faceva avere paura.
    Io avevo iniziato a fare le valige già da un po’ e stavo per finire... però, non credevo di avere così tante cose! Sette borse e avevo svaligiato quasi tutta la camera! Nemmeno fossi un componente di un gruppo continuamente in movimento!
    Quella notte andai a letto tardi, terminando i miei lavori e pensando a lui.
    Chissà che aveva da pensare lui nella sua testa al posto mio...
    Mi addormentai riflessiva, non sapendo ancora che cosa sarebbe successo.
    In meno di un mese sarebbe cambiato tutto e per allora... sarei stata pronta.

    END OF CHAPTER 1
    WATING FOR CHAPTER 2...
     
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