La Posta In Gioco

Sospesa

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  1. baby_jumbi_89
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    Creative Commons License
    La posta in gioco is licensed under a Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Non opere derivate 2.5 Italia License.


    NOTE: Prima di tutto vorrei precisare che questa storia Non è mia. Ma è una storia veramente molto bella e diversa dalle altre,che mi ha compita moltissimo! L’autrice di questa fiction/twincest è di vaniag.85 che sta scrivendo questa storia su un altro forum,e le ho quindi chiesto il permesso di copiarla anche su questo forum.
    Ora vi saluto ragazze e buona lettura!



    Disclaimer:
    Tutto quello che state per leggere è frutto della mia fantasia.
    I Tokio Hotel non mi appartengono e tutto ciò che scrivo NON È ASSOLUTAMENTE a scopo di diffamazione o di lucro.
    (Rana docit!)



    La Posta In Gioco



    Capitolo Uno, Parte I.
    Una bellezza... di valore.

    Tavolo verde, mazziere, buffet nell’altra sala, odore di sigaro e alcolici, cinque individui che si conoscono, occhiali da sole, mimica facciale ridotta al minimo, bluff.
    Poker insomma.

    E’ giovedì sera e cinque giocatori accaniti si ritrovano in una villa per giocarsi quattro ore di mani.
    Optano per la variante “texas hold’em” molto a là page, molto trendy, in questo momento.
    Sono tutti a casa del biondo Andreas, schifiltoso figlio di papà a cui non va mai bene nulla, simpatico come applaudire con una mano sola e così bravo a giocare che, più di una volta, i suoi amici si sono morsi la lingua per non consigliargli di darsi all’ippica…
    Anche se è sempre bello avere un pollo da spennare, a volte pure loro si sentivano a disagio… salvo poi tornare in sé alla prima, orrida, battuta del biondo.
    I suoi tre amici sono descrivibili in: il ciccione brufoloso, lo scimmione peloso e il fighetto suo sfigatissimo clone.
    Questo è il massimo che si possa dire di loro se si escludono le belle macchine, le fighe che cambiano in media come se si cambiassero le mutande e i cognomi derivanti anch’essi da paparini molto influenti, molto assenti, molto figli di puttana a loro volta ed i vestiti dalle griffe ostentate in maniera scandalosamente volgare. Quindi, ribadendo, nulla da dire su di loro.
    Questo è ciò che si palesa a Tom Kaulitz nei primi due minuti di conversazione.
    Tom è un giovanissimo campione di poker, chiamato da Andreas per mostrare ai suoi amici quanto lui sia veramente “giusto”, uno che veramente si muove troppo bene tra la bella gente.
    Tom sa benissimo di essere un semplice parvenu , un nessuno che ha guadagnato dei soldi, e che deve stare molto attento, ma non è la sola cosa che sa su di loro.
    -Come cazzo fai a girare con quel bidone? Meglio un Gallardo! Vuoi mettere con una sportiva lanciata al massimo? Oddio è anche vero che ognuno sceglie il ferro in base alla guida che ha…-
    Tom sorride, il clone ha rotto subito il ghiaccio…
    -Vuoi mettere portarsi quattro o cinque belle sbarbine dietro al mio mega SUV o farsene una male sul Lamborghini? Però sì ognuno sceglie in base all’utilizzo che ne fa!-
    Zac! Che stoccata ragazzi!
    L’aria si riempie di gelo e nessuno osa muoversi.
    Andreas ride e anche gli altri dopo un attimo si aggregano.
    -Quel fottuto mazziere è in ritardo- dice il biondo all’indirizzo del professionista –sarà meglio che ci facciamo preparare qualcosa da bere-
    -Sì infatti! Giusto appunto, dov’è la Piccola Fiammiferaia? – ghigna il ciccionazzo, felice di aver sputato una battuta insieme a minimo dodici litri di saliva.
    -Dio solo sa a chi cazzo debba telefonare tutto il giorno.. EHI!- e si rivolge all’unica persona in quella casa che ancora non si è palesata –SCENDI A RENDERTI UTILE CHE QUI 5 MASCHIACCI HANNO SETE!- continua sorridendo,dopo il cambio di tono, con lo sguardo al soffitto.
    Nessuna risposta, solo il rumore di piedini nudi su di quello che Tom immagina sia un parquet.
    Una pausa… si starà infilando le scarpe? Poi passi sulle scale, il rumore di una porta che si apre, in distanza, e poi la figura compare nello studio.
    Bella… Tom non pensa a null’altro… Bella.
    Flash del carciofo ossigenato alla finale, che lo guarda, della sua dolce compagnia che segue a sua volta con interesse… molto ben simulato… ma che importa?
    Un secondo aveva incrociato quello sguardo… lui che solo ricordava Tette&Culi e Culi&Tette ricordava quella camicia blu notte con delle sottili linee bianche.. e che belli quei capelli mechati.
    - Oh buonasera!-
    -Buonasera! Sono…-
    -Oh so chi sei! Complimenti per la vittoria di… di…-
    -Las Vegas?- suggerisce tom trattenendo ancora la sua mano curata e fine.
    -Volevo dire di dieci giorni fa ma va bene!- sorride piegando la testolina da una parte,come fanno le brave ragazzine carine carine.
    -Lui è Bill- interviene Andreas, guardando fisso quel ragazzo vestito strano, mentre anche i suoi amici lo fissano curiosi, in attesa di una smorfia di disgusto del rasta… o anche di solo stupore.
    -E’ un piacere Bill.- dice enfatizzando quel nome che già conosceva e agitandogli la mano,sorridendo, senza simulare una stretta virile o senza abbandonargli la mano, rimanendo perfettamente tranquillo.
    “Pensavi che non lo sapessi eh stronzo, ti ho rovinato il giochino?” ghigna tra sé il campione.
    Effettivamente il biondo sembra un po’ sgonfiarsi, un po’ del divertimento della serata doveva venire anche da quello…
    Insomma sì sarebbe stato divertente avere la compagnia del neo campione della lega, però metterci un po’ di pepe non guasta mai… Ed il trucchetto di Bill/Billa aveva sempre funzionato come ottimo metodo per ghignarsela su qualche sfigato.
    Il fatto è che questo non è uno sfigato, non uno sfigato comune perlomeno.
    Quando Andreas aveva saputo di questo nuovo talento del poker sportivo aveva semplicemente sbuffato, annoiato. Uno dei tanti, avanti il prossimo.
    Invece questo tizio, venuto dal nulla, vince tornei su tornei, trova gente che lo finanzia, vince ancora di più, ed inizia a scopare qua e là modelle e modelline, subrettine e cantanti, con articoli e foto su di lui sui giornali di gossip.
    Tom Kaulitz all’uscita del Viper Room, Tom Kaulitz in macchina con la bad girl del momento, la ex di Tom Kaulitz si confessa <<oddiiiio è il dio del sesso! Conosce una donna meglio di una donna! E’ un vero Sex gott , come a lui piaceva essere chiamato durante…!>>, insomma, quel coso con addosso quelle cose abnormi che lui chiamava vestiti, era veramente il Nessuno del momento.
    Mentre Andreas valuta quanto sia ingiusta la vita di un giovane milionario che non viene abbastanza riverito, Tom continua a sbirciare sottecchi quella bella bambola di un metro e ottanta (o di più?) che ha accanto, senza nemmeno accorgersi dell’arrivo del mazziere né di non aver ancora lasciato la mano di Bill.
    -Questo fottutissimo idiota ci degna persino della sua presenza allora!- la voce irritante di Andreas si spegne mentre va ad aprire con un allegro ed accogliente–heyyy Roy! Allora ce l’hai fatta a venire!-
    “Ora o mai più” –Scusa Bill?-
    Sguardo stupito, mani all’altezza dello stomaco protese verso di lui, boccuccia lievemente aperta come un bocciolo di rosa, Tom prima di perdersi oltre nell’ammirazione più totale di quel viso continua –puoi indicarmi il bagno?-
    La splendida barbie inizia a muovere quelle suddette splendide mani che si ritrova –oooh certo! Vieni che ti accompagno- circonda il polso di Tom con due dita della mano sinistra –non vorrei mai che ti perdessi!- appena varcata la soglia, lontani dagli sguardi, un corpo girato di tre quarti, un sorriso. Il cuore del campione perde un battito.
    -Sei gentile…- ora Tom sfodera il suo sguardo tenero, quello che le ragazze adorano, perché nome o non nome, nessuna bambola può rimanere indifferente a ciò, nemmeno se si chiama Bill.
    Ma la suddetta preda che lo abbia notato o meno non lo lascia trapelare, continuando a guidarlo in un lungo corridoio.
    -Eccoci!- un altro sorriso, ma soprattutto due occhi fissi nei suoi, gli apre la porta e sosta quel secondo sulla soglia catalizzando ancor di più, se possibile,tutta l’attenzione su di sé.
    Le dita attorno al suo polso lasciano la presa e mentre lo supera quelle due Santissime dita sfiorano inavvertitamente la coscia di Tom che, dopo aver scoperto il vero significato della parola paralisi, si rintana in quel bagno grande quanto l’appartamento di un single.
    Ma che cazzo gli prende??
    “Calma Tom, calma.” Espira faticosamente, ha forse trattenuto il fiato fino ad ora? E per cosa? Perché ha visto un bel culetto?
    “basta, adesso esco e gli faccio il culo a questo branco di perdenti!”
    Mentre torna dagli altri si rende più che mai conto di quanto il suo cervello fosse scollegato quando quella bambolona l’ha accompagnato, come si fa a perdersi cazzo?
    La voce più irritante del pianeta però lo conduce fino allo studio –allora quel accattone mi guarda- è Andreas -io gli do un dollaro e lui quasi frigna! Appena le sue luride mani lo afferrano inizio a prenderlo a calci nelle costole, dovevi vedere come si muoveva quel coglione!- ed inizia ad imitare il muoversi scomposto di quel poveraccio.
    -Già che coglione!- sghignazza uno dei suoi amichetti.
    -oh ben tornato! Cosa ti faccio preparare? Un Rhum?-
    Tom, sullo schifato andante, butta lì con cenno svogliato della mano un –acqua tonica, grazie- mentre si accomoda sul divano dove gli altri si sono già sistemati in sua assenza.
    -La vuoi con ghiaccio?-
    Eccola lì, quella voce… Possibile che un maschio sia stato dotato di una voce simile ad una gatta che fa le fusa? Che basta un secondo di distrazione, un attimo in cui riacquisti la tua lucidità mentale che tutto va di nuovo in vacca?
    -Si grazie- ed il sorriso a Tom spunta in automatico sulle labbra.
    Quelle famose mani gli porgono il bicchiere, sono fini, sono femminili, con unghie smaltate di nero con una sottile mezza luna bianca sulla punta.
    La folata di profumo lo stordisce di nuovo, forse bere la fredda bevanda che tiene tra le mani lo aiuterà.
    “Calmati Tom, calmati. Te lo scoperai, ma adesso calma. Prima fotti tutti loro, poi passi allo zuccherino”
    Mentre beve, annuisce alle chiacchiere degli sfigati, fa un cenno all’ultimo arrivato “Ma chi è questo, uno degli elfi di Babbo Natale?? Cos’è erano finiti quelli seri e gli hanno rifilato un mazziere bonsai a questo imbecille??” e si rilassa.
    Tutto ovviamente col pilota automatico, senza realmente badare a loro: quelle gambe lunghe fasciate da jeans neri lo chiamano,il proprietario di essi se ne sta lì seduto sul tavolo verde a poca distanza (con presumibilmente un martini in mano),proprio di fronte a Tom.
    Il suo sguardo vira da una parte all’altra e le labbra fanno il loro lavoro, sorridendo alle stronzate noiose degli amici del suo uomo.
    -allora quando si inizia a far sul serio?-
    -il campione ha fretta quindi! Ti aspetta a casa qualche bel paio di tette?- il clone è riemerso… ma ovunque cazzo fosse stato fino ad ora, il suddetto campione ce lo avrebbe lasciato volentieri.
    -ovviamente sì, sai mi alleno un po’ con voi mentre si riprende- poi, guardando il padrone di casa –sai è così che sono diventato il migliore!-

    Sono pronti, seduti al tavolo verde –bene, sono le 20.35 mettiamo mezz’ora scarsa di pausa, facciamo che all’una si chiude. Tutti d’accordo?-
    E così si parte.
    Firmano assegni che vengono scambiati in pezzi di plastica colorata, Tom guarda i cocktails che stanno bevendo “dilettanti” pensa: lui non beve mai, rimane sempre lucido, anche con un branco di mezze pippe.
    Se si gioca a soldi tutto diventa una faccenda seria, soprattutto se si parte con 250.000 euro.
    Anche se c’è nella stanza qualcuno che non gioca, che avrebbe dovuto uscire se fosse davvero stato un incontro serio, un qualcuno che lo ha inebriato e che spesso e volentieri lo guarda seduto su una poltrona in pelle chiara.
    Le carte vengono distribuite “almeno questo emerito idiota sa come si fa” se lo avesse fatto partendo da destra Tom se ne sarebbe andato, sicuramente.
    Che serata di merda!
    Nemmeno la soddisfazione di alleggerirli e di far loro abbassare la cresta gli fa passare l’insana intolleranza che lo pervade.
    Rilancia di 30.000 euro, ha una scala bilaterale per le mani e tutto viene da sé.
    Andreas rilancia ancora, il ciccione si ritira, il gioco continua.

    Vince l’ennesima mano, mentre fuma annoiato una sigaretta, è passata un’ora e mezza e le tasche di Tom ringraziano.
    Ora li ha capiti per bene: i tic, i movimenti, gli sguardi.
    Non hanno già più segreti: il clone è un idiota, il ciccionazzo è molto conservatore ma se la cava, il diretto sottoprodotto della scimmia è riflessivo ma quando ha una buona mano gli scappano delle puntate troppo alte.
    Il padrone di casa gioca come Tom, è un aggressivo, peccato che non abbia un minimo di talento ed abbia l’innata capacità di perdere denaro a fiumi.
    Il campione gioca senza sforzo e senza stimoli, nascosto dietro lenti scure e cappellino da baseball d’ordinanza.
    Il miglior giocatore in assoluto, però, è sicuramente quel confettino adagiato su di una fortunatissima poltrona: corpo magro e flessuoso, estremamente armonico, occhi truccati di nero che seguono annoiati una partita che sa di già visto.
    Se la famosa camicia aveva sconquassato gli ormoni di un eterosessuale certificato, dalla prestanza comprovata, il gilè nero con scollo a V e soprattutto la maglia nera trasparente che porta sotto, danno il colpo di grazia a Tom.
    La suddetta maglia a maniche lunghe, i cui polsini vengono torturati da dita che lui desidererebbe su una parte qualsiasi del proprio corpo,porta degli strategici buchi, uno particolarmente sexy sul petto.
    Mentre il branco di cazzoni gioca una partita insipida, Tom nella sua mente sta giocando con la lingua, passandola sulla circonferenza dello strappo, sulla pelle che sicuramente deve essere liscissima.
    Lo avrebbe fatto mugolare a lungo,alla prima occasione propizia, con in sottofondo una musica lounge, mentre quella graziosa creatura si sarebbe mossa sinuosa tra la seta del suo letto, languida.
    Immagina di rotolarsi sul letto della sua villa ultramoderna, stringendolo, accarezzando quelle natiche alte e sode sopra i jeans, se lo immagina piccolo sotto le sue grandi mani, intimidito da lui, dolce e bellissimo.
    Le lenti nere lo lasciano guardare indisturbato quella bella preda che volge il suo sguardo fuori, verso il giardino illuminato dalle luci esterne della casa.
    Una casa vecchia, dall’arredo pomposo, una specie di museo pieno di vecchiume, dove una figura così esile, elegante si staglia sul desolantemente pacchiano sfondo.
    -Finalmente le cose iniziano a girare! Hai visto?- e il vincitore, finalmente Andreas, fa tornare l’invitante confettino tra loro.
    -Lo sapevo!- sorride, batte le mani tra loro, la testa di nuovo si piega da una parte, l’erezione di Tom Kaulitz, invece, rimane dritta così com’è da quando ha posato gli occhi su quella delizia.
    -Allora, pausa?- il ciccione ha fame quindi.
    -Mancano ancora sei minuti, facciamo in tempo per un’altra mano veloce- lo stoppa subito il proprietario di abiti XXXL. Dove cazzo pensa di essere eh? Alle elementari? Qui l’intervallo non si discute, Mr. Poker non transige le cazzate.
    -Ha ragione il nostro campione qui, rimettiti a sedere stronzo -
    Tom nota benissimo il tono poco lusinghiero di Andreas “vuoi giocare per non perdere la fortuna eh? Bene adesso ti spiego come Tom sistema quelli come te” ed il rasta parte all’attacco.
    Intanto il sorriso di quella eccitante creatura si spegne, e per un secondo incatena il suo sguardo sai sembra dirgli il mio fidanzato… è un coglione, prima di tornare ai suoi modi di bambolina, al suo ruolo di ultima ruota del carro.
    Le carte gli sono favorevoli in maniera imbarazzante, scala di colore, e gioca duro, punta volutamente alto “me lo posso permettere, no?”, labbra assottigliate in un ghigno tirato e nervoso.
    Ha voglia di una pausa, vorrebbe solo farli sparire con un cenno, ma si impone di non pensarci oltre.
    E’ quasi fatta.
    Rimangono, come spesso capita in questa serata, solo Tom ed Andreas, a contendersi il piatto.
    Andreas butta di fronte a sé 40.00 euro, Tom le vede senza sforzo. Bazzecole per lui.
    Arriva l’ultima carta sul tavolo, le carte dei due si scoprono, la fortuna dell’ossigenato è già scomparsa all’orizzonte, quelle due cartine prima nelle sue mani vengono spinte oltre con violenza.
    - E’ tutto pronto di là?-
    -Sì Andreas-
    -Bene, allora si va a mangiare- detto questo il padrone di casa si alza stizzito, passa davanti a quella fata senza nemmeno degnarla di uno sguardo.
    Bill non si è ancora alzato e Tom lo attende al varco: un gesto, una parola, qualsiasi cosa pur di ritrovare il contatto.
    Quando sono solo loro due, soli, il ragazzo dagli abiti fuori misura si concede di guardarlo apertamente, sorridendo e ricevendo un timido movimento delle labbra in cambio.
    Tom si alza e, avvicinandosi, toglie gli occhiali da sole continuando a guardarlo fisso, come se temesse che l’unico motivo per cui è lì possa andarsene.
    La bambola solleva un sopracciglio, uno splendido sopracciglio forato e schiude quelle labbra molto più carnose di quanto aveva notato prima.
    Quegli occhi lo avevano ammaliato tanto da non avergli dato modo di osservarlo attentamente.
    Quando si alza, nota quanto sia molto più imponente, sì sicuramente è più di un metro e ottanta e non è solo un effetto dei capelli così voluminosi ma lisci, non sparati ovunque come lo aveva visto la prima volta… e tutte le altre in cui lo aveva segretamente spiato.
    - L’hai trovata una partita noiosa?-
    - Mmmm, beh ad essere sincero non più del solito: almeno stasera c’è un professionista all’opera da osservare!- e sorride, ricominciando con la sua magia -Vieni di là a mangiare qualcosa?-
    -Tra un attimo, faccio una telefonata e arrivo-
    -Bene Tom- e, sicuramente conscio della tempesta ormonale da lui creata con sole tre lettere T O ed M, la bambola si dirige verso il buffet, con un movimento così morbido dei fianchi, un ancheggiare così ipnotico che a Tom non resta che sedersi, nuovamente.
    La poltrona lo accoglie, il calore di quel morbido corpo che un attimo prima la occupava lo incatena, sente la propria pelle bruciare quasi.
    Deve svegliarsi, in fretta.
    Recupera il cellulare, rigorosamente spento, appoggiato sul tavolo.
    - Hey sono io.-
    - All’una. Se dopo dieci minuti non esco, tu sai cosa fare.-


    Piccole Note dell'autrice: grazie a Marty per avermi fatto riprovare la gioia della scrittura, spronandomi al massimo e per avermi donato tanta felicità.
    Grazie ad Hel per la grande persona che sei, per avermi donato questo titolo e per l'immenso lavoro di betaggio a cui ti ho costretta!
    Grazie Sara per le risate e per la tua infinita dolcezza, perchè mi fai emozionare sempre più.
    Ringrazio anche, in modo cumulativo ma sentitissimo!,tutte voi per essere entrate nella mia vita e per tutto ciò che mi avete donato da quando ho messo piede qui!
    Vi amo da morire!!


    Note mie:
    beh spero vi sia piaciuta!!^^
    per ora vi saluto..
    e se leggerò tanti commenti penso posterò il prossimo capitolo venerdi sera!! ^^
    ora vi saluto..bacioni a tutte!


    Capitoli:
    Capitolo I, parti I-II ; Capitolo II, parte I
    Capitolo II, parti II-III
    Capitolo II, parte IV ; Capitolo III
    Capitolo IV, parte I
    Capitolo IV, parte II
    Capitolo IV, parte III
    Capitolo V, parte I
    Capitolo V, parte II
    Capitolo V, parte III
    Capitolo V, parte IV
    Capitolo VI, parte I
    Capitolo VI, parte II

    Edited by baby_jumbi_89 - 25/3/2009, 17:13
     
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  2. {~Vale<3Tomi~}
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    *_*
    mi piaceeee ^^
    continua prestoooo
    <3
     
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  3. gagy~ {Yo!}
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    mi piaceeeee!! ^^
    continua continua continua!!
     
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  4. ~ Sunshine
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    Oddio ma io amo alla follia questa storiaaaa!
    Guarda sto aspettando sull'altro forum ogni secondo per vedere se posta ç_ç.
     
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  5. SpitfulAngel
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    wooooooooooooow!! continua subitissimamente!!!! :D
     
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  6. baby_jumbi_89
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    ragazze ho già detto che posterò venerdi..cioè domani..
    credo sulle 22.00..
    mi dispiace!!
    continuate a commentare miraccomando eh!^^
    ciau
     
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  7. faith_kaulitz
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    COMUNICAZIONE DI SERVIZIO





    Salve, sono faith (Anche se si legge dal nick lo ribadisco, ecco u.ù).
    La ragazza che pubblica questa storia, baby_jumbi_89, mi ha informata che putroppo per ora non riesce ad accedere al sito e che quindi, per forza di cose, non può pubblicare.
    E mi ha gentilmente chiesto di avvertirvi, quindi prendetene atto, gentili donzelle, e abbiate pazienza U_U
    Detto questo, vi saluto XD

    -faith <3
     
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  8. baby_jumbi_89
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    ragazze mi scuso con voi per il mio ritardo,ma non per quale motivo non riuscivo più a entrare nel forum! sorry
    ringrazio comunque faith_kaulitz per la "comunicazione" e NeideLunare per avermi per cosi dire sbloccata!!
    grazie!!

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    Disclaimer:
    Tutto quello che state per leggere è frutto della mia fantasia.
    I Tokio Hotel non mi appartengono e tutto ciò che scrivo NON È ASSOLUTAMENTE a scopo di diffamazione o di lucro.
    (Rana docit!)


    La posta in gioco




    Capitolo Uno, Parte II

    Fatto, ora non resta che rifocillarsi, poi avrebbe finito di trucidare i suoi avversari e si sarebbe portato a casa quello per cui era venuto a giocare questa sera.
    Li trova subito, nella stanza attigua: chi mangia con una tale voracità da disgustarlo, chi spizzica qualcosa, altri due che già sono passati ad un rhum invecchiato ed infine, su di una sedia imbottita, l’ossigenato siede tenendo in equilibrio precario un piatto di pasta fredda in una mano, la forchetta nell’altra ma soprattutto, sulle sue ginocchia e racchiuso nel cerchio delle sue braccia, tiene quella fantastica bambola dagli occhi del colore tentatore e voluttuoso del cioccolato.
    Lo guarda da brava fidanzatina innamorata, con il viso nell’incavo del suo collo, come può un uomo stare lì ad ingozzarsi mentre ha un nasino del genere puntato sulla propria guancia? E come può quella bocca, che sicuramente deve dare baci morbidi ed infuocati, essere così ignorata in favore di cibi così spartani ed a suo confronto così insapori?
    Tom non trova alcuna risposta al dilemma, così si serve un paio di voul au vent ripieni e poco altro.
    - Vieni amico, siediti qui con noi-
    “Amico a chi sottospecie di ameba scolorito dalla candeggina????”
    Tom si accomoda e si avvicina alla meraviglia ed al suo compare. Fortunatamente quelle sexy ginocchia, sì anche quelle possono essere arrapanti, sono rivolte dal lato opposto a lui, ma il pensiero che basterebbe che quella testa mora ricadesse all’indietro per averla sulla propria spalla, non gli dà pace.
    -Sei veramente un manico sai? Come fai a rimanere così impassibile?-
    Che palle… L’intervallo non dovrebbe servire a snebbiare la mente? Evidentemente per quel perdente non è così palese –il gioco del poker è tutta psicologia, interpretazione degli avversari a tuo vantaggio, capacità di bluff e-
    -Sì ma cazzo, avevi una faccia che non ti dico, vero raga?-
    Gli altri annuiscono con forza, abbandonando le loro incredibili occupazioni e radunandosi attorno al loro re, adoranti.
    Peccato non ci sia nessuna regina, peccato ci sia solo un accessorio, un simpatico pendaglio a cui nessuno degni nemmeno uno sguardo.
    Se ne sta lì, una figura bellissima e immota, aggrappata docilmente a quello che dovrebbe innalzarla sopra ogni cosa ed invece non fa nulla per renderla partecipe.
    -Sì infatti avevi un espressione inquietante- ovviamente il clone non poteva non sostenere il suo idolo unico, sempre ovviamente con un’uscita insulsa come se stesso.
    -Già è vero, sembravi assorto, gli unici movimenti che facevi erano muovere il piecing al labbro-
    La bambola ha parlato! Suonino le trombe, rullino i tamburi: HA PARLATO!
    Peccato la guardino con un misto di disapprovazione e… cos’altro? A Tom sembra di notare uno sguardo quasi canzonatorio, irridente.
    Andreas volge gli occhi al cielo prima di tornare a guardare il protagonista della discussione e, con suo rammarico e disappunto, della serata.
    Una bambola non ha diritto di parlare? Come cazzo deve stare una persona se ogni cosa che dice viene tacciata con un muto rimprovero?
    Cos’è non è abbastanza maschio per poter partecipare ad una discussione? O forse per la bella casa, i bei vestiti e quanto altro lo stronzo possa offrire, il prezzo è di limitare le proprie azioni a servire drink, sculettare e fare la carina?
    SuperTom, il supereroe che protegge e difende i culetti più appetitosi, giunge in immediato soccorso -E’ una cosa che faccio spesso, nemmeno me ne rendo conto, è uno di quei gesti che ti scivolano fuori così- guadagnandosi prima un’occhiata stupita, quasi fosse incredibile che qualcuno gli risponda e poi un sorrisino impacciato.
    “Allora non sei tanto fatalona ed intoccabile come sembri…”
    Che quella immagine di bellezza irraggiungibile ed inscalfibile nasconda una piccola crepa?
    “Vuoi essere la fidanzatina perfetta o solo perfetta e basta, piccola Bill?”
    Sì, lo sa che Bill è un ragazzo ma, Cristo!, guardatelo: come poteva un qualunque Dio donare tutto ciò ad un maschietto?
    E’ favolosA! E poi se ti trucchi così, fai l’amante sensualona del riccone di turno (per lo meno non è un cinquantenne con la panza, almeno questo!) e ti fai pestacchiare come l’ultima delle troie raccattate in uno sperduto paesino del Brasile, è logico che il qui presente Tom non ti veda come l’emblema della virilità.
    Oddio, se proprio vogliamo essere cavillosi, lì di uomo ce né solo uno: Lui il Mitico Tom Kaulitz!
    Lui che di giamaicano non porta addosso solo i capelli ma anche un incredibile e celebratissimo, com’è che lo chiamano là? Big bamboo!
    Il proprietario di codesti pensieri reprime un ghigno, ma evidentemente qualcuno deve aver intercettato i suoi pensieri e così si ritrova ad essere osservato da uno sguardo furbetto da parte proprio dell’oggetto dei suoi desideri, che accarezza lievemente il collo di uno slavato ventenne milionario.
    Ma i suoi occhi, quegli occhi tanto truccati e dalle lunghe ciglia guardano lui.
    E’ probabile, secondo il giudizio di Tom, che tali atteggiamenti possano essere scoperti dagli altri, ma è altrettanto probabile che l’unica opera d’arte presente in quella pacchiana casa, delizi spesso e volentieri le novità che passano di lì con qualche gesto carino.
    Sicuro della forza del suo fascino, l’esile e slanciata figura dai capelli neri si alza verso il pesante tavolo imbandito, sentendo sopra di sé tutti gli sguardi, ma soprattutto uno che gli fa provare un brivido lungo la schiena. Un brivido caldo.
    -Ora che la zavorra mi ha liberato del suo ingombrante peso, che ne dici di bere un rhum anche noi, magari con un buon cubano?-
    -Buona idea-
    La zavorra si limita a girarsi con un sopracciglio inarcato prima di miagolare un –beh non mi pare che l’altra sera ti desse così fastidio il mio “ingombrante peso” mentre eravamo nel lettone….-
    Ohhh… se solo si potesse descrivere la faccia paonazza di Andreas, che apre la bocca, no la spalanca, con un grido muto.
    Boccheggia cercando le parole ed aria per dar sollievo ai polmoni.
    Tom ridacchia apertamente portandosi una mano agli addominali ma qualcosa, mentre si piega a ridere, lo blocca.
    E’ il sorrisetto di Bill, impagabile, ma ciò che sconvolge di più il nostro eroe sono quelle labbra da cui esce la punta affilata della sua rosea lingua, più un sexy sopracciglio alzato, più uno sguardo predatorio e… ed un piercing, il piercing più sexy della storia proprio su quella lingua, che tramuta automaticamente Bill nella persona a maggior rischio di stupro su questa terra e Tom in un budino tremante.
    Mai, questi lo sa, avrebbe dimenticato quel viso. Quella espressione sarebbe rimasta congelata ed immobile nella sua testa, per sempre. Non se ne sarebbe mai andata, torturandolo e deliziandolo insieme.
    Evidentemente non è il solo maschio, rigorosamente eterosessuale, rimasto colpito: tutti in quella sala sono talmente rigidi e imbambolati da sembrare statue di sale. L’immobilità generale è sovrana.
    Persino il clone perde la sua totale devozione per Andreas in quel viso mostruosamente magnetico, sbattendo le palpebre e deglutendo a fatica.
    Lo vogliono, tutti, senza mezzi termini.
    Gli altri fidi sgherri del padrone di casa però si ricompongono in modo celere, cercando subito di rimediare, distraendolo verso l’attrezzata vetrinetta degli alcolici; così il demone Bill, forte della sua vittoria e salvo da sguardi che non desidera, ne approfitta per versarsi un bicchiere d’acqua.
    Gesto apparentemente innocuo no?
    Sì, lo sarebbe, se non fosse che sta lo bevendo così avidamente da sembrare quasi disidratato. Un secondo prima di terminare il contenuto cristallino del suo bicchiere, ancora non pago, sferra l’ultimo attacco: alza lo sguardo verso Tom, ignorato fino a quel momento, per poi rivolgergli un sornione sorriso.
    Un sorriso dalle labbra bagnate e scintillanti, che le fa apparire ancora più appetibili e turgide.
    Questo spettacolo è per lui solo, Tom è basito, completamente spiazzato e con lo sguardo fisso, non si rende nemmeno conto della sua bocca semiaperta e della sua lingua che tormenta il piercing.
    Ha gli occhi lucidi, le labbra si muovono leggermente, le narici inspirano ed espirano dilatandosi un poco, dopo l’espressione di prima qualunque cosa sarebbe stato troppo... Ma questo è stato decisamente mortale!
    -Allora con un buon rhum ci vuole un sigaro alla sua altezza-
    Tom non sa come ma riesce, macchinalmente, a rispondere al padrone di casa – spero non sia un Cohiba, odio il loro odore-
    -No figurati! Solo Montecristo in questa casa!-
    L’ultima fugace occhiata mentre posa il proprio piatto, Bill addenta angelicamente una fettina di quiche lorraine, perfettamente tranquillo e con lo sguardo rivolto verso resto del cibo.
    L’avrà mica sognato? Cioè l’aveva fatto no? Tom è sicuro che prima…
    Okay è meglio andare a bere qualcosa. A stomaco vuoto.
    Proprio lui che prima di una partita non beve, né durante.
    Sì ma quello che ha visto prima, se lo ha visto veramente, ribalta ogni legge divina! Anzi qualunque legge: quello è da arresto!
    Sfila dalla tasca il suo immancabile zippo d’oro e si avvicina ad Andreas che gli porge il sigaro.
    La fiamma larga e potente aiuta le sue quattro o cinque tirate ad accendere il cubano, accetta il bicchiere dall’ambrato contenuto e lascia che la sua gola si scaldi grazie ad esso.
    Il retrogusto di bruciato gli invade il palato ma il sapore lasciatogli in bocca da Bill è ancora lì, non gli ha fatto nulla eppure l’ha rapito. Non l’ha toccato eppure Tom sente ogni fibra del suo corpo palpitare.
    -Sarebbe tutto perfetto: poker, sigaro, un po’ di alcool che non fa mai male, mancano solo le solite troiette Andy- ma lo scimmione poco avvezzo alla ceretta non poteva restarsene muto?
    -Volevo ma il qui presente Tom Kaulitz aveva solo voglia di giocare a carte stasera-
    -Già però tu Andy la tua te la sei portata, bello!-
    Le solite troiette? Cioè quelli si portavano delle troie per spassarsela tra una mano e l’altra? Allora non era solo una battuta quella al telefono, quando Andreas gli aveva proposto la partita.
    Ma soprattutto: QUELLO si scopa qualcun altro con quella meraviglia per le mani???
    Magari proprio con quella creatura al piano di sopra, con quel profumo celestiale, che sente o immagina tutto mentre lo aspetta sul letto, ingoiando dolore e stringendo forte tra i pugni il lenzuolo.
    Tom è sconcertato, guarda Bill che non mostra emozione e poi guarda gli altri, con le loro facce da cazzo e prende parola –ti sbagli bello, non mi sembra di vedere tua madre in ginocchio a prendersi cura di lui!-
    Lo scimmione spalanca la bocca, colpito e affondato!,gli altri sghignazzano e Bill se la ride: una risata di cuore, di pancia, è paonazzo e con gli occhi lucidi, scosso da un’ilarità irrefrenabile.
    La sua voce melodiosa riempie tutta la stanza, facendo ancor più ridere il suo soccorritore.
    Quando si riassesta si avvicina a loro e prendendo il bicipite di Tom annuncia : -Non sarete felici di saperlo… ma io ho deciso che prima o poi me lo sposo questo bel maschione!-
    Di nuovo tutti giù a ridere, come compagni, amici di vecchia data in un divertente dopocena fatto di aneddoti e scaramucce.
    Ovviamente il clima disteso non poteva restare tale ed il finto Andreas, il famoso clone, rammenta che è ora di tornare a giocare.

    Ognuno con bicchiere e sigaro in mano si riposiziona nel proprio posto attorno al tavolo da gioco.
    Tom sta ancora sogghignando per la battuta di prima e per il “bel maschione” con relativa strizzatina al seguito, mentre l’incrocio tra un orango e un mammut lo fissa torvamente.
    Prima di tornare a proiettare la sua mente sulla sola partita, l’unico professionista del poker sportivo presente si concede un’altra divagazione mentale… Come si spiega l’incredibile cecità di Andreas, che non nota i non pochi segnali lanciati da Bill?
    Che siano forse una coppia aperta?
    No, decisamente no, quel viziato insopportabile sembra uno che si fa gli affari propri ma che mai cederebbe qualcosa che reputa suo. E poi che cosa ha fatto quella sensualissima strega di tanto riprovevole?
    “Una malia, ecco cosa!”
    Qualcuno gioca rumorosamente e irosamente con le proprie fiches. E’ Andreas, evidentemente non ancora stanco di perdere.
    Il bottino di Tom, che si innalza davanti a lui sottoforma di tante colonne a creare una muraglia, è piuttosto alto e nessuno dei presenti ha nemmeno un terzo di questo denaro davanti.
    Si chiede se il biondo abbia imparato la lezione dopo la sua ultima fallimentare mano: mai tentare di bluffare con Tom Kaulitz e mai credere di aver capito la sua strategia.
    Ma soprattutto: cambia hobby! Datti ad un corso di uncinetto estremo piuttosto!
    Carte distribuite, fiches giocate, il clone che si cava fuori ed un Andreas che non vuole rischiare di nuovo e fa lo stesso.
    All’abbandono dello scimmione, rimangono solo Tom e il ciccione brufoloso.
    Tre carte scoperte sul tavolo verde. 7 10 9
    Continuano a studiarsi i due, il mazziere posa sul tavolo una nuova carta, proprio un 2, al che il ciccione piazza 25.000 euro e Tom rilancia di 20.000 per il call.
    Ora il sospetto di Tom aumenta di volume nella sua testa “rilancio molto corposo… me le vuol far pagare care le sue carte”
    Guarda la sua coppia di J, gioca con un mucchietto di fiches, studia l’avversario, vede la vena del collo pulsare quel tanto di troppo per fargli capire al volo la situazione.
    Fa il gesto di gettare le carte in segno di resa, nota l’espressione dell’altro e si ferma. Sorride.
    Questo è il vero Tom! Tom lo showman!
    Adora fare queste cose, non tanto per studiare l’altro ma per essere il protagonista principale di questa grande commedia che è in realtà il poker.
    Il ciccione abbassa lo sguardo, il clone sbatte gli occhi,gli altri due si guardano imbarazzati ed il campione, stavolta per davvero, abbandona la mano.
    L’altro, come volevasi dimostrare, aveva in mano Asso e J.
    L’intuito di Tom non fallisce mai e nemmeno la sua capacità di studiare e carpire anche il più impercettibile movimento del corpo degli avversari.
    L’hanno guardato tutti, a bocca aperta, anche la sua bambola l’ha fissato.
    Anzi, quella continua ad osservare tutto, soprattutto lui e questo lo rende più che mai fiero: già alla finale aveva capito quanto (poco) Miss Meraviglia fosse interessata al gioco, ma ora lui è riuscito ad avere tutta la sua attenzione, concentrata tra le labbra ed il mento (uniche parti scoperte del suo viso), le braccia e le mani.
    Sbatte quegli occhioni da cerbiatto e Tom gli sorride, con le labbra incurvate in una espressione da vero gangsta’ mentre passa la lingua sul piercing.
    “Chi gioca adesso bellezza? E chi suda freddo eh piccoletta?!”
    Avrà pure abbandonato, ma sicuramente il vero vincitore della mano è lui, specialmente dopo aver visto l’espressione di Bill: pienamente preso dalle sue labbra, fino a quando distoglie lo sguardo girando il viso con imbarazzo ben dissimulato, accarezzandosi con i palmi le cosce mentre le apre e le chiude,per poi tornare lanciargli un’ultima occhiata fugace.
    In poche parole: la ragazzina si è presa una bella cotta!
    Eh beh, chi può resistere a questo bad boy? Gli sarà pure scappato prima, quando ha usato i suoi occhioni per sedurlo, ma l’ha riacciuffato adesso!
    Tom, sotto al suo cappellino, gongola in tutte le mani seguenti, primeggiando ed intrattenendo come se fosse in diretta televisiva.
    Persino quei perdenti sembravano affascinati e divertiti: con quel tipo dai vestiti enormi era impossibile prendersela troppo.
    Ma non tutti la pensano così: Andreas suda, il suo volto è tirato, le mani riproducono movimenti veloci ed a scatti, le spalle sono tese, gli occhi sembrano quasi febbricitanti.
    -Portami altro da bere-
    -Cosa ti porto di bello?-
    -Che cazzo pensi possa volere, eh genio? Una tisana? Hai visto cos’avevo nel bicchiere, portamene ancora e muoviti che non abbiamo tutta la notte-
    -Andreas…- azzarda lo scimmione –forse dovresti calmarti… riprendere tra un po’ e bere qualcos’altro-
    -Chi cazzo sei mia madre? Sei a casa mia e se non ti sto bene puoi anche cavarti dalle palle-
    Prima che qualcun altro dica nulla, Bill torna ed appoggia velocemente il bicchiere (forse più pieno del dovuto) alla sua destra, portando via quello vuoto.
    -Voi desiderate qualcosa?- con voce fievole e chiara, cercando di distrarre l’attenzione dalla figura estremamente alterata che siede con noi.
    -La solita acqua tonica, grazie!- e Tom sorride, complice di quel segreto.
    Non vedo. Non sento. Non parlo.
    -Riprendiamo checche?-
    Strano che proprio lui, lui che si fotte uno splendido lady boy, abbia donato loro quel “simpatico” epiteto.
    Ma il patto viene rispettato, tutti sorvolano e tacciono, l’acqua tonica di Tom arriva con ghiaccio e limone.
    - Grazie –
    -Di nulla!-
    “E’ proprio una brava bambina”.
    Il termine Lady Boy gli scorre nel sangue, riscaldandolo come un fluido bollente, e gli fa immaginare una schiena nuda, una testa di capelli lunghi neri,sciolti, gettata all’indietro e delle mani dalle unghie smaltate che li muovono, per poi li tirarli su lasciando scoperta la nuca.
    Ma Tom sa di non potersi permettere il lusso di distrarsi troppo dalla sua missione: vuole tornare a casa col premio che dice lui, quei vili quattro soldi non contano nulla. Il suo obiettivo è molto, molto più ambizioso.
    Tom dà il massimo, giocando come se fosse la finale di un torneo, il cui premio è un milione e mezzo di dollari, altro che fantadollari!
    Proprio come l’ultima volta che ha giocato, ma con gente seria però, non con quattro cretini e con un mazziere palesemente improvvisato e non del mestiere.
    Andreas aveva voluto strafare, cercando di fare cosa, di intimidire Tom Kaulitz?
    L’unico risultato è che tutto è apparso finto, preparato e confezionato per l’occasione, rendendo il tutto ridicolo con le sue rozze mancanze e palesi imprecisioni.
    Sono solo quattro pesci piccoli che giocano a fare gli adulti danarosi, che in realtà sono i loro genitori.

    L’una meno un quarto.
    Ci siamo.
    E’ l’ultima mano, le somme stanno per essere tirate.
    Tom guarda la sua gigantesca muraglia, butta un occhio sulle esigue cifre di fronte agli altri, concentrandosi sui miseri 30.000 euro di Andreas: è decisamente quello messo peggio, almeno nella seconda parte gli altri hanno contenuto i danni, diventando ancor più se possibile noiosi, ma giocando senza quel modo quasi da kamikaze del loro amico.
    -Avanti muoviamoci e facciamola finita- esorta proprio il biondo, sicuramente leggendo negli occhi dell’altro biondo, con i rasta, un’occhiata lievemente canzonatoria .
    -Non sei molto sportivo, vedo…-
    -Senti pokerista dei miei coglioni, scommetto che così tanti soldi non li hai mai visti in vita tua, quindi finiamo tutta questa merda, va bene?-
    Tom sorvola su questa uscita: tutti sanno con che cifre gioca lui, non c’è bisogno né di rispondere né di mettere i puntini sulle “i”.
    Una cosa su cui però non può tacere è la mancanza di spirito sportivo, nemmeno da parte di una persona che ha bevuto e perso tanto.
    -Visto che abbiamo giocato solo noi, che ne dici di giocarci l’ultima a due grand’uomo?-
    Gli altri lo guardano dubbiosi, poi osservano i loro magri rimasugli e Tom punta a questo per convincerli –infondo non vi è poi andata così male, perché non tornate a casa con quello che vi resta? Nessuno vieta di cambiare un po’ le regole, tra amici…-
    Iniziano a spostare gli sguardi l’uno sull’altro, evitando il padrone di casa fino a quando l’espressione eloquente sui loro visi non lascia spazio ad interpretazioni di alcun tipo.
    -Perché no Tom Kaulitz? Però se le regole si possono infrangere, gradirei scambiare un altro assegno, tutti d’accordo?-
    Ormai ha già la penna in mano, intento a scribacchiare con gesti stizzosi.
    -lo puoi intestare direttamente a me bello, tanto lo sappiamo tutti e due come finirà-
    -lo vedremo campione.- risponde con il viso completamente deformato in una maschera d’ira e feroce risentimento.
    Il mazziere gli passa le fiches, 100.000 euro, ed il suo ghigno rimane lì.
    Di qualunque cifra a Tom non importa granché, non gli importa di nulla in realtà, perché comunque vada per lui finirà comunque bene.
    Tutta questa cosa inizia a suonare vagamente surreale anche a lui, tanto che non si cura nemmeno troppo della sua bambolona.
    Tanto sarà sua, per amore o per forza.

    Tom scruta le due carte appena ricevute, Asso e due, entrambi di fiori e l’espressione ansiosa dell’altro. Di Bill.
    Chi invece dovrebbe preoccuparsi, perché nemmeno immagina cosa si abbatterà su di lui a breve, rimane semplicemente teso e privo di espressione.
    “finalmente l’hai capita di non mostrarmi che carte hai, vero? Meglio tardi che mai.”
    Lancio di 40.000 euro di Tom, call di 20.000 per Andreas.
    Arrivano sul tavolo verde le attesissime tre carte.
    “Forza Tom, che cazzo avrà mai? Asso e due, stiamo andando forte, forza Tom” si recita come un mantra il rasta.
    Solo lui sa cosa prova, cosa gli sta passando per la testa e che brividi gli percorrono la schiena.
    Sta sudando, l’attesa lo sta uccidendo.
    10 8 e 7.
    10 di quadri, ma 8 e 7 di fiori.
    Entrambi gettano 20.00 euro sul tavolo.
    A seconda della mossa successiva dell’altro, dopo la prossima carta, il rasta saprà se agire o meno: se muoversi con l’azione che mentalmente ha vissuto e rivissuto durante l’arco di tutta la partita, o se tornare a casa solo mezzo felice.
    Una goccia di sudore viene intrappolata dalla fascia che porta sotto al cappellino.
    “Calma, calma” si esorta Tom.
    Quarta carta sul tavolo : J sempre di fiori.
    E’ fatta!!
    Perfetto ha fatto colore!
    Quello che Tom non sa però è che anche Andreas ha fatto lo stesso: tra le sue mani detiene un 9 ed un 4 sempre di fiori.
    Intuisce qualcosa, lo sguardo dell’ossigenato appare meno teso per una frazione di secondo.
    Rilancio di Andreas, Tom va All In con il suo incredibile capitale, buttando quindi nel piatto tutte le fiches in suo possesso.
    Ora è Andreas a sentire puzza di bruciato, non più troppo convinto delle sue carte.
    Se uscisse un 10, sempre di fiori, non ce ne sarebbe per nessuno.
    Ma quante possibilità ci sono che una cosa simile accada?
    Se il campione ha messo tutto sul tavolo è evidente che ha la vittoria in mano.
    E ora?
    Beh, ormai il danno è fatto no?
    Sta per aggiungere delle fiches al suo carniere grazie ad un assegno, ma un cenno del rasta blocca il suo movimento a mezz’aria.
    -Aspetta un momento-
    -Sì?- ora è speranzoso il padrone di casa. Infondo non è una partita seria no? Magari l’altro potrebbe, sì potrebbe far finta di nulla, che quella mano non sia mai esistita no?
    -Ho una proposta che ti chiedo di valutare attentamente- pausa, assolutamente d’effetto.
    L’altro con uno sguardo stupito lo esorta a continuare.
    -Perché non scambiamo le tue fiches sul tavolo, e quelle che arriveranno col tuo imminente rilancio, con qualcos’ altro?-
    -Cioè?- “dio fa che non sia la mia macchina, fa che non sia la moto che ho in garage…”
    Ha perso troppo stasera, troppo persino per i suoi standard abituali e se la proposta fosse buona sarebbe un’ottima soluzione ai suoi problemi.
    Magari gli avrebbe appioppato quell’orribile scultura di quel suo amico, quella che lui spacciava per pura arte….
    -Voglio quello!- e Tom indica esattamente dove è posizionato Bill.
    “Cazzo no, non posso!!!!” si rammarica l’ossigenato –sai quello no, non puoi chiedermelo- spiega –è il dipinto preferito di mia madre…-
    -Non hai capito- e si schiarisce la voce –voglio quel bel culetto, per un intero weekend- dichiara calmo, tranquillo.
    Andreas lo guarda con occhi strabuzzati, gli altri, dopo un’iniziale immobilità, si lasciano sfuggire dei sorrisini tesi, imbarazzati.
    -LUI????-
    Tom non si premura di rispondere, non è tanto chiaro?
    -Ma… cioè lo sai che lui è…- Andreas non può crederci, sposta lo sguardo alternativamente sul rasta e Bill, in attesa che forse qualcuno lo svegli da un insolito sogno.
    -Certo che lo so, ma che vuoi farci?! Mi và di farlo strano-
    -A-Andreas…- timidamente una voce cerca di ottenere un po’ di attenzione su di sé, è la forse futura posta in gioco che parla.
    Per evitare che nasca un contatto visivo che mandi tutto a rotoli, Tom riprende parola – ovviamente considererò comprese nel prezzo anche tutte le puntate che hai fatto, ciò che di tuo hanno vinto i tuoi amici lo scalerò dalla mia vincita. Che ne pensi? Un assegnino di, diciamo 190.000 euro dovrebbe essere il giusto, no?-
    -CI STO!- urla gettando sul tavolo le proprie carte, alzandosi in piedi.
    -ANDREAS!!! Oh mio dio, Andreas, ANDREAS!!! Non… non- il piatto della serata pare ribellarsi, ovviamente con tutte le ragioni del mondo
    -Zitto! Sta muto e non azzardarti nemmeno a respirare.- poi, voltandosi verso il campione – bene, continuiamo!-
    E’ raggiante, ma mai quanto Tom, che intanto si è tolto gli occhiali.
    Ora non si bluffa più.
    La quarta carta va a posarsi sul tavolo.
    No, non è un 10 di fiori ma la carta di Tom Kaulitz: un Asso di cuori.
    Tom ribalta le proprie carte, prima coperte: Asso e 2.
    Andreas non fa assolutamente nulla, il mazziere, timidamente, mostra le carte del biondo: 9 e 4 di fiori.
    -Però… non male. Avevi anche una buona mano… Ma tornando a noi, direi che ho vinto giusto?-
    -Mmm- mugugna egli in risposta.
    -Quindi direi-
    -TU NON DEVI DIRE UN CAZZO!!! Cosa… che cazzo pensate di fare???- interrompe con la sua voce ed il suo scatto fino lì la bambolona, appena passata di proprietà da un giocatore ad un altro.
    -In effetti…- prova a dare man forte il ciccione, che viene fermato prontamente non dal vincitore ma, a sorpresa, dal vinto –io pago i miei debiti di gioco e va bene così. Infondo dopo tutto quello che ho dato a questo frocetto del cazzo, non mi sembra un grande sacrificio vero?-
    -Allora siamo d’accordo, manderò qualcuno a prelevarlo domani sera, alle 18 precise. Lunedì te lo rimando-
    -Puoi tenerlo se ti và, per quel cazzo che me ne frega...-
    -FIGLI DI PUTTANA!!!!- il suddetto frocetto non la pensa esattamente così e istericamente inizia a strattonare il suo… ehm, fidanzato? –tu non puoi, TU NON PUOI!!! Io non faccio un cazzo di niente!!!
    -Hey, calmati baby. I debiti di gioco vanno pagati. Dunque portati questi vestiti, mi piacciono, magari anche un bel bikini sexy, okay?- sogghigna Tom, più famelico di sempre.
    Mentre con un gesto plateale la bambola di casa scappa al piano si sopra, loro uomini sistemano i conti.
    Per assurdo il più felice sembra il biondo ossigenato, che annuisce con vigore alla domanda –allora posso farci ciò voglio, giusto?-
    Un bel sorriso illumina il viso del campione Tom Kaulitz, neo re del poker sportivo.
    Ed ora che inizi la vera partita.



    ****
    Piccole note e ringraziamenti dell'autrice:
    Grazie come sempre ad Hel e Martina che mi sostengono, mi fanno sentire amata e protetta.
    Hel non ho parole per ciò che fai per me! Sia a livello tecnico per questa fic sia, anzi soprattutto, per ciò che mi doni umanamente.
    A Martina, cuore del mio cuore, vanno tutti i miei baci ed il mio affetto, sei grande!
    Ringrazio tantissimo Sara per la grande autrice e la persona speciale che è. Ti adoro amore!
    Un grazie sentitissimo a tutte le persone che si sono avventurate nella lettura di questa strana fic, mi avete riempita di gioia! (soprattutto ad angeldark87 che mi ha donato il mio primo POSTA!!)
    Grazie a tutte ma non per i commenti: per essere entrate a far parte della mia vita!



    mie note:
    spero leggerete in molte!
    il prossimo capitolo lo posterò (sperando non avere altri problemi^^)..martedi di pomeriggio..forse dopo la scuola!!
    bacioni a tutte!!
     
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  9. gagy~ {Yo!}
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    O_______________________________________________________________O
    CAZZOCAZZOCAZZOCAZZOCAZZOOOOO
    POSTA IMMEDIATAMENTEEEEEEE!
     
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  10. erytommina
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    bellissima!!
    troppo bella per essere vera!
    è esattamente il tipo di twincest che piace a me
    :shifty:
    scrivi divinamente! *ò*
     
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  11. baby_jumbi_89
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    CITAZIONE
    bellissima!!
    troppo bella per essere vera!
    è esattamente il tipo di twincest che piace a me

    scrivi divinamente! *ò*

    vorrei Ridire che la fic non è mia ma di vaniag.85!!
    è lei che scrive divinamente!!
     
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  12. erytommina
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    good!!
    allora scrive divinamente xDD
     
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  13. baby_jumbi_89
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    CITAZIONE
    good!!
    allora scrive divinamente xDD

    eh lo so! :))
    image image
     
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  14. baby_jumbi_89
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    !iao ragazze..a questo punto dovrei dire "ciao" solo a quelle poche ragazze che leggono questa ficcy!
    Ma vabè..che ci posso fare io? Niente < è questa la risposta! eheh
    Spero solo che il numero di lettrici aumenti,perchè questa storia merita,davvero!
    Beh,buona lettura!^^

    Disclaimer:
    Tutto quello che state per leggere è frutto della mia fantasia.
    I Tokio Hotel non mi appartengono e tutto ciò che scrivo NON È ASSOLUTAMENTE a scopo di diffamazione o di lucro.
    (Rana docit!)



    La posta in gioco



    Capitolo Due, Parte I
    Il bello ed il tigrotto


    Il taxi era entrato tranquillamente, il cancello era aperto, segno che li stavano aspettando e che forse non sarebbe finita male, ipotesi che ovviamente era stata vagliata in precedenza.
    Ora si trova lì di fronte alla porta, attendendo che una figura di poco più di un metro e ottanta, o una allampanata dai capelli platinati, venga ad aprire.
    Niente servitù gli era stato detto.
    - Và ad aprire, tanto è per te.- voce stridula, maschile, poi un’altra molto più bassa e poco udibile.
    - Muoviti e falla finita.-
    La porta si apre e fa la propria comparsa la figura lievemente sconcertata, dai capelli neri con striature bionde, che gli era stata descritta.
    -Il signor Kaulitz l’aspetta.- annuncia con voce incolore l’uomo alto circa come Bill, ma decisamente largo il doppio, fermo davanti alla porta. Un bodyguard forse?
    -Bene.-
    Lo scorta fuori mentre il tassista lo saluta ossequiosamente prendendo il borsone griffato Louis Vuitton ed un beauty case della stessa marca.
    Dal taxi esce colui che ha dato il via a tutto: immancabili occhiali da sole, maglietta larga azzurra e bianca in stile rapper americano ed un paio di giganteschi jeans azzurro chiaro.
    -Buonasera!-
    -Hmmmm-
    Wow che accoglienza!
    Ma infondo che ci si può aspettare?
    La sua bambola è lì solo perché forzata, non certo perché ha accettato un invito galante.
    Fa segno a Tobias di entrare nella vettura ed invita Bill a fare lo stesso posandogli una mano sulla spalla.
    Cominciamo bene, l’ha solo toccato appena appena e si è già beccato un’occhiataccia.
    Sospirando segue Bill, ed il viaggio inizia nel silenzio.
    L’unica figura truccata del trio sistemato sui sedili posteriori, si torce le mani nervosamente, è in trappola.
    Con un gorilla alla sua sinistra ed il figlio di puttana alla sua destra non gli è possibile nemmeno pensare di fare qualcosa.
    Poi lo spazio è così microscopico che è obbligato a sentire ai lati del proprio corpo il calore degli altri due, per non parlare dello sguardo fisso e bruciante che il figlio di puttana continua a piantargli addosso.
    Decide di affrontarlo quantomeno visivamente, mostrandosi in tutta la sua algida bellezza cercando di esprimergli tutta la sua freddezza ed il suo assoluto distacco.
    Evidentemente questo emerito idiota che ha di fianco non capisce e pensa bene di appoggiare un gomito sullo schienale del sedile, lasciando mollemente cadere una mano sulla sua clavicola.
    Vicino, schifosamente vicino, arriva quel viso al suo orecchio – non mi hai ancora salutato per bene…-
    Occhi negli occhi, Tom sposta cautamente le proprie labbra da quel lobo, tutto da mordicchiare, in favore della guancia. Sente la spalla della sua bella tendersi, poi diventare di marmo quando l’altra mano del rasta prende tra due dita il suo mento affilato, per posargli poi un morbido bacio sulla guancia, strofinando le labbra teneramente, accarezzando lo zigomo appena accennato con la punta del naso.
    -Mi piace l’odore della tua pelle- sussurra.
    Niente.
    Ma proprio nulla!
    Cioè lui prova a fare il dolce e cosa gli regala questa Divetta? Nemmeno uno sguardo!
    Se ne sta lì con il suo sopracciglio alzato, lo sguardo obliquamente verso sinistra e la boccuccia storta in una espressione di totale disapprovazione!
    Ma che cazzo!!
    La prossima volta gli spara subito due metri di lingua in gola così, se non lo caga neanche in quel caso, almeno si è preso una soddisfazione!
    Però… Quella espressione smorfiosa non è mica tanto male… Lo attizza, decisamente.
    -Non hai caldo con la giacca in pelle?-
    -No, grazie.-
    Tom nemmeno ci bada a quel “grazie” odioso e gli abbassa un po’ la zip del giubbottino, abbastanza per vedere che non porta la maglietta con lo strappo dell’altra volta.
    - Non eravamo d’accordo sui vestiti, zuccherino? Non dovevi metterti quelli di ieri sera?-
    Già, solo ieri sera… Sembra passata una vita mentre sono solo poco più di 17 ore.
    - Hai detto di portarli e così ho fatto.-
    -Bene- e prende ad infilare la mano sotto il giubbottino, toccando il petto fasciato da una maglietta viola chiaro.
    Mica è davvero una ragazza, non si metterà ad urlare di togliere la mano da lì!
    “mmm è persino un po’ definito questo torace…” ovviamente non come il suo, ci mancherebbe!, però rimane piacevolmente colpito.
    Chissà che gioco armonico di muscoli deve avere, sì, armonico.
    -Hai sparato qualche ciocca qua è là vedo- sfiora le punte setose che fino ad un attimo prima gli solleticavano la mano, ma senza spostare l’altro arto che si occupa del torace –stai molto bene così-.
    Quantomeno stavolta si è guadagnato uno sguardo non troppo raggelante, il confettino sbatte un po’ le ciglia, prendendo poi a fissare il braccio immerso in parte nella pelle nera.
    “Se pensi che tolgo la mano solo perché mi guardi ti sbagli di grosso, carina” ma forse non è questo l’intento di Bill: sembra preso da altri pensieri, lontanissimo.
    A Tom non importa granché e prende ad infilare più a fondo proprio quel braccio, facendolo scivolare sotto la cucitura della manica corta per posare una mano su di un sexy osso sacro.
    Ora attirarlo a sé è molto più agevole, e gli viene naturale mettere l’altra mano sul collo, attirando anche quella massa di capelli verso il proprio corpo.
    -Shhh…-
    E’ un suono inutile: Bill non fiata, non guarda, non parla e se non fosse che l’estrema vicinanza gli fa avvertire tutto, penserebbe quasi che nemmeno respiri.
    Dentro di sé l’ha chiamato in mille modi, ma “bambolina” è l’unico che possa rappresentarlo: una bambola di carne, ossa,sangue e nervi.
    Ma senz’anima, senza il diritto di una vita propria.
    Però è così bello stare a guardare questa meraviglia, sentirla accanto a sé, che nulla può sciupare questo momento agli occhi di Tom, nemmeno il sospetto che questo silenzio sia dovuto a mesi, o forse qualche anno?, in quella orrida casa dove il suo ruolo era quello di soprammobile.
    E’ lì, con lui.
    Sente il suo profumo, la pelle liscia al confine estremo tra schiena e sedere…
    Sedere… uhm… sedere!!!!
    “Sarà morbidino? Avrà le fossette??”
    Nonostante il momento possa creare un’atmosfera romantica, Tom è sempre Tom, e qualcuno deve essersi accorto di qualcosa perché i suoi occhi vengono fissati da due iridi sospettose.
    Effettivamente pensare a certe parti anatomiche l’ha fatto distrarre e si accorge della sua mano, molto meno delicata, che stringe un fianco di Bill.
    “se solo sapessi cosa stringerei io…”
    Ma l’altro torna a fissare davanti a sé, più precisamente la nuca del taxista, il quale sta dialogando amabilmente con lo scagnozzo di Tom.
    “Toooom??? Da quando lo chiamo Tom? Chiamiamolo col suo nome: figlio di troia.”.
    A scanso di equivoci: no, non la città. Decisamente non quella.
    Un pollice gli accarezza la sottile linea dell’addominale, il più vicino al fianco.
    Non sembra un gesto troppo famelico, sembra più un giochetto con le dita per ingannare il tempo.
    “Bene, prima finocchietto mezzo mantenuto, poi zoccola in vendita e, per finire, mi trattano come una pallina antistress. Bene Bill, di bene in meglio, cazzo!”
    Andreas non lo aveva minimamente considerato dalla notte precedente, si ritrova a pensare.
    Anzi sì, gli aveva rivolto la parola per cacciarlo fuori dal letto, spedendolo a dormire in un’altra stanza.
    Esausto, distrutto ed in un mezzo stato di shock, aveva dormito sul materasso nudo, usando le proprie braccia come cuscino, imbrattandosi di eyeliner.
    Per colazione gli era stato servito il seguente appunto: <<raccatta le tue cose, viene per le 6.>>
    Poi, probabilmente aggiunto dopo <<e vedi di non rompermi le palle.>>.
    Favoloso.
    Le aveva provate tutte per incontrarlo, vederlo: si era appostato nella stanza attigua al bagno più vicino allo studio, dove Andreas si era rintanato, e lo aveva assalito con tutti gli sguardi più da gattino che avesse mai fatto.
    Ma niente, l’aveva solo guardato con disprezzo.
    Poi, quando era uscito, Bill gli si era strofinato addosso come una gatta in fregola e nemmeno il suo viso contro la patta dei pantaloni del pigiama aveva smosso qualcosa, a parte un braccio che lo aveva spintonato via.
    Per tutto ciò che rimaneva del giorno, cioè un pomeriggio, il biondo non era uscito dal luogo dove si era trincerato, nemmeno per mangiare qualcosa.
    Bill, facendo i bagagli, aveva fatto più casino di un’orda di adolescenti sconquassate da ormoni impazziti, ma nessun suono gli era arrivato all’orecchio da parte dell’altro.
    In piena crisi emotiva aveva persino tirato un pugno a quella porta, mentre ci passava davanti per andare in cucina,per poi cambiare strategia, riducendosi a supplicarlo di parlargli, arrivando persino a fare qualche mugolio contro la stessa porta, per provare a solleticarlo un po’ ma anche lì non aveva ricevuto risposta.
    -Non vuoi approfittare un po’ di me tesoro?- aveva provato, usando il tono suo più tentatore e più da lolita, strofinandosi contro la porta e graffiandola con le unghie.
    No, l’aveva rifiutato, senza nemmeno un “vattene!” o un virile vaffanculo. Nel silenzio.
    Lì lo aveva definitivamente capito: quella sera non avrebbe potuto esimersi.
    Una frenata d’arresto fa tornare sia Tom, sia Bill, partecipi della situazione.
    Un aeroporto.
    -Non sperare minimamente che io lasci i miei trucchi qui!-
    -Perché dovresti bellezza?-
    -I controlli, pronto?!- gli risponde gesticolando stizzosamente con le mani.
    -Nessun controllo: Io sono Tom Kaulitz, ricordi? Muoviti Diva, il mio jet ci aspetta.-
    Cosi lo prende per un braccio, prima di farlo scivolare energicamente attorno alla vita della sua bambola.
    Si gode gli sguardi stupiti ed invidiosi della gente mentre lui passa per la sua solita corsia preferenziale, con gli organi di sicurezza che lo salutano amichevoli, tenendosi ben stretto al fianco la sua sventolona da combattimento: occhi truccatissimi, sorrisetto e nasino da vera snob,culetto shakerato al punto giusto ed acconciatura eccentricamente provocante di quelle, per intenderci, che moriresti dalla voglia di strattonarti contro il pacco.
    In altre parole: perfetta.
    Bill, conscio dell’effetto che fa, sorride soddisfatto: ora che è tornato mezzo single, dovrà pure gettare la rete per acchiappare qualcun altro, no?
    “Seeee, come no, intanto vediamo di non farci acchiappare troppo da questo pezzo di merda.”
    Anche se, ad essere onesti, Bill prova una fitta d’orgoglio perché, per quanto odi questo immondo essere che ha messo al muro il suo uomo, adora essere ammirato ed adorato... Ma non da tutti, solo da chi è ricco e potente.
    Mai, mai lo avrebbe ammesso, ma essere barattato per una cifra così alta gli fa scorrere un’ondata di eccitazione nelle vene.
    Lui vale davvero così tanto?
    Beh per questo imbecille sì. Un imbecille però pieno di donne che stravedono per lui, pronte a gettarsi ai suoi piedi.
    Un sorrisetto malizioso gli spunta sul viso, mentre il rasta gli mostra il gigantesco pezzo di ferro in cui si rinchiuderanno.
    -Ti piace?- chiede raggiante, orgoglioso. –ha anche la camera da letto sai?- sussurra al suo orecchio mentre la sua mano si appoggia al sedere sodo, fasciato dai jeans blu aderentissimi.
    Il suo zuccherino tenta di divincolarsi, ma Tom non ha intenzione di sentire “no” questo weekend.
    Così lo stringe forte tra le sue braccia, facendo trasalire la figura esile e tanto ammirata –ti ho capito sai?- continua a sussurrare al suo orecchio, posando un bacio sul collo ed entrambe le mani sul suo sedere, stringendo forte.
    Appurato che il portatore sano di quelle belle chiappette ha capito come vanno le cose, il pokerista decide che si può anche andare.

    Nemmeno saliti sul jet Bill prende parola per primo, anche solo per chiedere la meta. Possibile che sia così alienato? Che non lo smuova proprio nulla?
    Il pilota e Sandy, la sua assistente, li salutano e Tom si gode il bel sorriso che la sua bambola regala, assieme ad una stretta di mano, ai due.
    “Sì sciogliti un po’… Adesso arriva Tommy a farti felice, vedrai come ti smuovo…”
    Ma il sorriso scompare velocemente, dando prova sia che era finto, sia della bravura della sua bambola a lasciarti credere ciò che vuole.
    L’attenzione di quegli occhi da cerbiatto è tutta per l’arredamento interno del jet privato: dietro la cabina del pilota vi è una porta che spalanca di fronte a lui un salotto gigantesco, almeno per un aereo, o comunque in confronto all’appartamento che aveva tempo fa!
    Ci sono due poltrone appena varcata la soglia, rivolte in avanti, poi, più in dietro ed alla sua sinistra un mega divano disposto ad U con in mezzo un tavolo splendido.
    Tutto ha i toni del beige chiaro e dell’oro, persino le cinture di sicurezza hanno il colore chiaro del divano, nulla stona, è semplicemente bellissimo.
    Bill si lascia sospingere gentilmente verso il divano, chiedendosi se la camera da letto è dietro quella porta dallo specchio gigantesco, alla fine della stanza.
    Sedendosi si rende conto anche della ricchezza dei tappeti che adornano il pavimento, ovviamente senza lasciar trasparire nessuna emozione.
    Bimba ingenua sì, ma sprovveduta mai!
    Tobias prende posto su una delle due poltrone, dando loro le spalle.
    Di solito accade il contrario, è Tobi alle spalle di Tom per controllare tutto, ma stavolta non viaggia solo ed ha bisogno della maggior privacy possibile.
    -Sandy portaci qualche rivista, arte, gossip, quello che ti pare.- poi, dopo una breve e pensosa pausa aggiunge –e due flute di Veuve Clicquot, aprilo tu semmai.-
    La ragazza, Bill le dà attorno ai ventisette anni, torna servizievole e con tutto ciò che le era stato richiesto.
    -Le riviste le appoggio sui questi sedili- informa prima di posarli sul posto vuoto accanto a Tom – e… Ecco a lei- così Bill si ritrova con in mano dello champagne, della marca che peraltro adora ed a cui preferisce solo il Crystal , con lo stomaco che rivendica la sua assoluta astinenza da cibo.
    -ecco Tom, vi ho portato anche qualcosa da mangiare, ve lo metto qua-
    -grazie Sandy-
    -Sì, grazie mille- ed un sorriso illumina il più bel viso della terra, quello della sua fata, affabile e tenera, educatissima, anzi addirittura gentile!
    Al che la sua assistente, si squaglia definitivamente, -oh di nulla! Io vado… vado…-
    -Di là?- suggerisce Tom magnanimo, ancora reduce egli stesso degli stessi effetti Post-Bill della sera precedente.
    -sìsìsì! Se avete bisogno sono là! E mi raccomando, le cinture!-
    -Tranquilla, lui ha la sua di D&G ed io la mia!- la canzona il rasta, senza la minima intenzione di mettersi la cintura di sicurezza.
    Il sorriso equivoco, provocatorio e sensuale di Bill è ancora lì e gli occhi ardenti scrutano la sua vittima di spalle, mentre se ne va.
    Non ha nemmeno fatto caso alla battuta di Tom.
    -Uhm… ti piace Sandy forse? C’è qualcosa che non so riguardo all’attrezzo in dotazione al tuo fidanzatino?-
    -Mpf!- si divincola Bill da quel discorso, con un gesto della mano.
    Vuole solo divertirsi un po’, che male c’è?
    Dopo una giornata da Uomo Invisibile, il suo ego vuole un premio.
    -Beh, passiamo al brindisi, và! Mmm… a che brindiamo bellezza?-
    Tobias sogghigna, questo copione lo conosce benissimo!
    La ragazza di turno di solito lo dedica a Tom o a sé stessa o….
    -Ad Andreas!-
    -Eh???- “che cosa??????”
    -Cin!- si limita a rispondere Bill, facendo tintinnare i bicchieri.
    Ma che cazzo no!!!
    “Cioè ma dimmi te se questo… “
    -Al tuo amato e “dotatissimo” fidanzatino allora!- esclama Tom, mentre fetentissimamente regala una vigorosa manata, con relativa palpatina, agli attributi assolutamente non femminili di Bill.
    -PHHHFFFFFFFFFFFRRRRR!!!!-
    -Che c’è, ti è andato di traverso dolcezza?- se la ride Tom vedendo tutto il liquido imbrattare praticamente ovunque.
    La sua bambola prova a togliergli la mano -Tu… TU…- intanto dice,ma lui non molla la presa.
    -Ma dai non parliamo solo di me,Bill, parliamo di te! Soprattutto delle tue doti nascoste magari…- per sottolineare il concetto già chiaro, stringe piano un ultima volta, con un sorriso lascivo.
    Tolta la mano, ma solo perché di sua spontanea volontà, Tom lo osserva mettersi più comodo ed affondare maggiormente nel morbido divano.
    -Togli la giacca-
    -Sto bene così.-
    -Non ti ho chiesto se hai caldo o freddo, voglio che la togli.- Tom usa il suo tono più risoluto… fallendo miseramente.
    Nemmeno con suo nipote di quattro anni ha mai funzionato, che poteva aspettarsi?
    -Dai…- riprova cambiando tono –sei molto più carino senza.-
    Che amore! Ora lo guarda dolcemente negli occhi, sciolta finalmente, prende il suo viso tra le mani e le sue labbra si aprono per donargli un tenero…
    -E tu saresti molto più cariiiiino con un bel palo ficcato su per il culo sai?- mollando istantaneamente il suo viso e girandosi dall’altra parte.
    Cioè, gli ha detto proprio quello? QUELLO?????
    Dopo il primo momento di sbigottimento, con in sottofondo Tobias che sghignazza facendolo incazzare ancora di più, Tom lo afferra per una manica del giubbottino tirando verso il basso e facendo atterrare Bill contro il proprio torace.
    -GRRRRRRRRRRR!!! LASCIAMIIIIIII! Mi fai maaaaaaaaaalEEEEEEEE-
    Tom si prepara all’assalto: braccio sotto le ascelle dell’impiastro, mano in difesa del viso ed utile ad abbassare la zip dell’indumento intralciante, bocca pronta al morso stile cobra ed occhi in assetto da incenerimento.
    -Sta fermo gattaccio rognoso!!!-
    Le unghiacce del randagio graffiano, lasciando segni rossi sul braccio che gli circonda il petto e su quello che ha messo mano alla zip.
    E poi morde cacchio!!!
    Tom vorrebbe ripagarlo con la stessa moneta, ma dove lo può mordere, tutto così bardato com’è?
    Mica gli può addentare il collo!!!
    -Buono, sta buono e calmati bestiaccia!-
    -GRRRRRRRRRRR!!!!-
    Adesso però basta!!!! Lo sta scarnificando… e gli tira i capelli!
    Così si alza trascinando Bill, mentre Tobias li guarda sorridendo – e dammi una mano tu, ti pago per questo!!!!-
    -Tom tu non mi paghi abbastanza per venirti in soccorso in caso di attacchi di animali feroci! Arrangiati tu con la tigre!-
    -Mollami!!!!- ordina, sgomitando furiosamente, il tigrotto -Togliti la giacca!- ribatte l’altro.
    -Lasciami!!!-
    - LE VA LA!- prova ad ordinare Tom, trascinandolo giù dal divano.
    Tenta di mettersi per terra su un fianco ma finisce sdraiato, con addosso 50 inviperiti chilogrammi ed una massa incredibile di capelli in bocca.
    -GNO!- mugugna piccato il felino mentre azzanna il braccio che lo tiene fermo.
    -Togliti le mutande!- prova il rasta alzando il sopracciglio e sorridendo contro la sua nuca.
    Bill si ferma per un secondo, ma dopo l’attimo di silenzio imbarazzante, ed una guardata truce con la coda dell’occhio a Tom, ricominciano le urla disumane.
    -AHHHHHHHHHHHHHH!!!!!-
    -Che succede? Ma…- interviene l’assistente.
    -Sandy prendi l’estintore!-
    -Sì così se non lo stordisce con la schiuma lo prende a pacche! Ti và un caffè cara?- svia Tobias sorridendo.
    -Volentieri Tobi!- e, prendendolo beatamente a braccetto, la ragazza ed il bodyguard lasciano le due belve a scannarsi.
    -Sarà un viaggio lungo, decidi:o fai quello che dico io con le buone o te lo faccio fare con le cattive!-
    -Cosa fai, mi sculacci Tommy? Eh? E’ questo fai alle bambine cattive cattive? –
    Maledetta voce allusiva! E stupide ciglia troppo lunghe!
    -Non mi rispondi????-
    Tom approfitta del nanosecondo di tregua per aggranchiare tra le sue gambe il gracile corpo di Bill, che poi tanto gracile non è, vista la difficoltà riscontrata nel tenerlo fermo.
    -Adesso se non stai fermo, buono e docile ti tiro una pedata sui coglioni, capito bambolina?-
    -Uff…-
    -Bene! Ed ora togliamo ‘sta roba!-
    Dopo aver messo se stesso e Bill in posizione seduta,le mani finalmente aprono il tanto odiato capo in pelle, sfilandoglielo poi dai polsi e sbarazzandosene gettandolo da tutta altra parte.
    -Contento??- chiede, odioso.
    -Mmm… chiedilo all’amico su cui sei seduto!- ghigna il biondo, soddisfatto.
    Il ghigno dura poco: invece di liberarsi con uno strattone dalle mani appoggiate ai suoi fianchi, Bill inarca la schiena e pensa anche bene di dimenare un po’ il suo divino fondoschiena.
    -Ooh… ancora dai bambolina…- gli soffia Tom sul collo, in estasi.
    Della serie, non_aspettarti_nulla_di_scontato_dalla_bambola_che_ti_sei_faticosamente_sudato, Bill invece si alza, raccatta una rivista e torna al suo posto.
    A questo gangsta’ sconcertato non resta che alzarsi e fare lo stesso, infondo è andata persino meglio del previsto!



    ********
    Note dell'autrice:
    Dunque... spero vivamente che nessun rapper americano sappia l'italiano e legga il twincest, visto che ad uno di loro ho copiato l'arredamento del mega-super-iper-jet privato...
    Non è la parte che preferisco di questo capitolo, ma vabbè, cercherò di stupirvi con il seguito!
    Vi abbraccio, vi bacio e vi ringrazio tutte tuttissime per l'affetto ed il sostegno che mi date!
    Vi amo da morire, grazie!
    Ps. finalmente iniziate a capire perchè Hel ed io parliamo spesso di Bill in versione gatto! Ma visto che al peggio non c'è mai fine... sì non è finita qua!
    E sì, come al solito è colpa mia e sono sempre io che l'ho portata sulla cattiva strada!!!
     
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  15. ..::Ire::..
        +1   -1
     
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    User deleted


    Okay...O___O
    Devo dire che mi fa strano un sacco il modo in cui è narrata.

    Però la trama mi piace...*_________*

    A lot.

    Voglio il prossimo.
     
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1617 replies since 1/10/2008, 20:33   23731 views
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