Coccole-machine

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  1. -hinagiku-
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    Titolo: coccole-machine
    Autore: Hinagiku
    Pairings: Tom/Bill
    Rating: PG
    Avvisi: nessuno, perchè siamo sotto natale u.u
    Disclaimers: non possiedo i gemelli kaulitz e non ricavo niente da quanto scritto. xD
    Riassunto: Bill ha sempre bisogno di un po' di sostegno, soprattutto dopo che i bulletti della sua classe hanno deciso di coalizzarsi contro di lui. E questo non è sempre un male... talvolta, c'è un lato positivo.

    Coccole-machine.
    If You Have a Bad Day



    Bill tornò da scuola col muso. “Tesoro, qualcosa non và?” la voce preoccupata della mamma giunse fino all'ingresso, dalla cucina in cui preparava il pranzo probabilmente, solo che Bill non era ancora pronto a parlare con qualcuno della sua triste giornata.
    Lei comunque non avrebbe capito, d'altronde, non lo faceva mai.
    “Sto alla grande,” gridò in risposta, inboccando le scale. Aprì la porta della sua cameretta e sperò seriamente di morire soffocato nel letto, magari avrebbe anche fatto contento qualcuno.
    Quel giorno era stato anche peggio degli altri. L'avevano preso in giro fino all'uscita per i suoi nuovi capelli, ora tinti di un bellissimo color pece, dicendogli tra le risate “brutto mostro.”
    Faceva male, nonostante si ripetesse mille volte al giorno che prima o poi qualcosa sarebbe cambiato nella sua vita (sperava quella parte, sinceramente) e allora avrebbe avuto tutto: fama, soldi, amici, amore, rispetto. L'amore in realtà lui già l'aveva trovato, però...
    Okay, pensò affondando maggiormente nelle pieghe del copriletto con i delfini che la nonna gli aveva fatto trovare sotto l'albero, forse non avrebbe avuto proprio tutto-tutto.
    “Bill?” Tom spinse la porta, lo zainetto colorato che penzolava da una spalla. Era evidente che si fosse fiondato lì, da scuola. Non capiva perchè, Tom aveva degli amici con cui intrattenersi nel tragitto.
    “Bill?” ripetè, stavolta più forte. “Lo so che non stai dormendo, è ora di mangiare e la mamma sta scandando un po' di lasagne..”
    Il bambino si girò verso di lui, con quel broncio tipico di chi vuole le coccole. E si dava il caso che Tom fosse sempre disponibile ad accontentarlo, nonostante ufficialmente – davanti agli altri amichetti con cui giocava al campo – odiasse le smancerie. Roba da bambine, non da lui.
    Tuttavia, poteva fare un'eccezione solo per il fratellino minore. “Sono triste, Tomi, lasciami stare e vattene a ingozzarti! Tu non mi capisci,” mormorò, tirando su col naso.
    “Bill,” sospirò Tom, avvicinandosi al letto. “Lasciali perdere, come dice anche mà, non meritano il tuo affetto.. poi sono convinto che si accorgeranno di quanto sono fighi i tipi come te molto presto.”
    “Abbraccione?” propose Bill, fingendosi scosso. In realtà ci credeva, se a dirglielo era il suo Tomi.
    Quello, per tutta risposta, si avvicinò con un sorriso pieno d'affetto al letto. Scalciò le scarpe da ginnastica, con un po' di fatica, e finalmente potè strisciare indisturbato accanto al fratellino.
    Li separavano dieci minuti all'anagrafe, ma Tom si sentiva molto più grande e forte di Bill, così da poterlo difendere come un vero principe avrebbe fatto con la sua principessa in difficoltà.
    Sapeva che suo fratello faceva quelle scene solo per vederlo piombare nella camera, consolarso con paroline dolci, per poi farsi stringere fino a che la mamma avrebbe gridato loro di scendere a mangiare.
    Tom aprì le braccia, e, come da copione, il moretto ci si fiondò contento dentro. “Meglio, così?” gli chiese, interessato dal calore che si spandeva ogni volta nello stomaco quando stringeva il gemello. “mmh”
    Bill si appallotolò tutto contro il petto del maggiore, quasi adorava essere preso in giro dai compagnetti!, perchè dopo sarebbe arrivato Tom con quel borriso buffo e pieno di magia a riaggiustare il suo cuore ammaccato.
    Si strinse maggiormente a lui. “Tomi?” pigolò flebilmente, alzando il visetto tondo dalla sua spalla per farsi guardare negli occhi. “Tu, non hai mai baciato nessuno oltre me vero? Cioè, vero.” chiese timoroso.
    Tom aveva avuto tre fidanzatine in tutto, anche se ogni giorno spuntava una bambina nuova che voleva mettersi con lui, ma non aveva mai permesso a nessuna di loro di premere le labbra contro le sue, un po' pensava fosse stupido e un po' aveva paura di cancellare il sapore del gemello.
    “No,” rispose, con onestà. Sentì Bill rilassarsi alle sue parole, così si permise di baciarli i capelli arruffati dal vento. “Sanno sempre di frutta...” lo disse sovrapensiero, senza rendersene conto.
    “Cosa?” Bill alzò ancora la testa. Il suo sorrisino era di pura soddisfazione, quel punto sapeva di già visto.
    Ora Tomi gli avrebbe fatto un complimentone, no? Li amava come amava non doversi alzare la domenica mattina per andare all'inferno, come amava la storie della mamma, la chitarra di Gordon –
    Tom non aveva idea a cosa Bill si stesse riferendo. “Oh,” capì, alla fine. “È solo che i tuoi capelli sanno sempre di qualche frutto, buono però...” mormorò immergendo la punta del naso nella fonte.
    Era bello sentirsi così coccolati.
    Bill si sentiva al sicuro solo quando Tom era nei paraggi, anche se magari non stava parlando con lui... gli bastava che fossero nella stessa stanza per star davvero bene. Si sentiva meno sbagliato, se suo fratello era lì a guardarlo.
    “Tom, Bill” gridò Simone, dalla tromba delle scale. “Ho fatto le cose che vi piacciono tanto, scendete dai!” era una bugia, dal momento che il suo moretto non mangiava praticamente niente. Dopotutto, Tom...
    Se convincevi il maggiore dei gemelli, allora arrivava anche Bill come un razzo.
    “mmh, ho famissima” disse Tom, improvvisamente animato. “E poi mamma è una cuoca davvero brava, non mi perderei i suoi soliti manicaretti per nulla al mondo.”
    Bill si sentì offeso da quelle parole. “Ugh. Nemmeno per fare le coccole con me? Dico, preferisci ingozzarti come Scotty davanti alla pappa che stare con me?”
    Sospirando, Tom si ributtò tra le coperte.
    “No, permalosone mio, e non sono un cane quindi il paragone non vale!” ci tenne a specificare prima di vedersi trascinare da quel cosetto infagottato ancora dalla mattina in un abbraccio senza fine.
    Alzò le spalle. Dopotutto, Simone sarebbe salita a cercarli entrò qualche minuto e lui poteva godersi il tepore del gemello senza dover necessariamente rinunciare al cibo.




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  2. MyAngelGabriel
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    Leggermente un pò troppo pucciosa e ripucciosa..però è scritta benissimo!! E mi è piaciuta!
    complimenti... :)
     
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1 replies since 10/12/2011, 20:15   312 views
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