Waiting for Your return.

Conosco vite della cui mancanza, non soffrirei affatto, di altre invece, ogni attimo di assenza.. mi sembrerebbe eterno.

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  1. »Empty__™
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    Autore: »Empty__™
    Genere: Angst
    Raiting: G/PG
    Avvisi: Nessuno.
    Disclaimers: Bill e Tom Kaulitz non mi appartengono, tutto ciò che leggerete qui sotto, è una specie di realtà basata sulla vita dei gemelli, quindi, io non ci guadagno nulla e neanche ho intenzione di ricevere qualcosa in cambio.
    Note dell’autore: Salve, sono di nuovo io, me, Cri v.v E’ da molto tempo che non scrivevo una One Shot, quindi non so esattamente come sia venuta fuori… so solo che c’ho messo circa due mesi per scriverla, perché volevo che uscisse perfetta dalla mia mente contorta e dalle mie ditina che, attentamente hanno pigiato i tasti neri colorati di bianco della tastiera xD Perché? Perché anche questa è dedicata a lei = ) Come molti di voi ben sapranno, questa persona per me è molto importante e probabilmente oggi non starei qui, bella, sorridente e pimpante se non fosse grazie a lei. Lei che per me c’è sempre stata e che spero continuerà ad esserci… nonostante tutti i miei sbagli, lei, è sempre riuscita a perdonarmi, chiudendo magari entrambi gli occhi e porgendomi la mano con un sorriso, perché lei ha cuore per me e mi ama e probabilmente nessuno riuscirebbe a farlo meglio di lei. Lei che per me è tutto nella vita, lei che è il mio cuore e che manda avanti la mia vita, una vita che ora come ora, non posso vivere al 100% e lei sa il perché ; ) Con lei ho vissuto di tutto, dalle cose più semplici e futili, sino a quelle cose che nella vita valgono probabilmente un’intera esistenza e che non si scordano facilmente e questo, è accaduto soprattutto negli ultimi tempi… negli ultimi tempi, dove abbiamo conosciuto persone, dove ci siamo affezionate a persone, dove abbiamo litigando sempre e solo con quelle persone… dove per un po’, le vie che avevamo in comune con quelle persone, si sono divise, ma io sapevo che non sarebbe stato per sempre, ne ero certa. Per questo motivo, ho deciso di scriverti l’ennesima OS, dedicata solo a te… e probabilmente un po’ tutti noi, per festeggiare i nostri due anni, e il nostro primo anno assieme = ) Forse un po’ in ritardo, ma c’è xD Ah… solo per informarti xD ho cominciato a scriverla – la OS – il giorno dopo prima che andassero via! Ti amo Stellina (L)
    Ps: tutto ciò che è scritto sulla destra e, alcune cose scritte in corsivo all'interno del testo, sono citazioni di canzoni o frasi celebri = ) buona lettura!



    Waiting for Your return.




    « "Conosco vite della cui mancanza non soffrirei affatto, di altre invece.. ogni attimo di assenza mi sembrerebbe eterno." Emily Dickinson, grande donna.»
    ¬«Grande scrittrice, ma sai che le parole sono solo parole Evi, nella vita occorrono i fatti!»
    Alzai gli occhi dal piccolo libro bordoux che avevo tra le mani e lo osservai mentre poggiava in terra la seconda valigia finita. Bill era da sempre stato un ragazzo che con le parole ci sapeva fare, non aveva mai avuto grandi problemi a giostrarle, non per questo faceva il cantante e gran parte delle idee che si racchiudevano poi in un disco, erano sue, ma come mi aveva detto qualche istante prima, per lui ciò che contava sul serio erano i fatti e non potevo dargli torto. Si è bravi a parlare, a mettere delle frasi fatte assieme per formulare un discorso, ma il vero amore sta nelle piccole e grandi cose che una persona dà, che una persona dimostra ad un'altra, per far capire lei quanto conta sul serio. E' anche vero però che delle volte le parole aiutano..
    «Già, ma non credi che in alcune situazioni una bella frase detta col cuore possa far capire ancor di più quel che si prova?»
    Amavo fare questi tipi di discorsi con lui; eravamo capaci di perderci per ore ed ore su un argomento del genere, litigando anche, facendo subentrare qualche battuta di tanto in tanto, ma alla fine ci ritrovavamo tra le mani e nella mente, dei ragionamenti straordinari che, molte volte, né Tom né Fi riuscivano a comprendere. Non per la complessità, ma per l'immenso giro di parole che facevamo.
    «Certo, su questo non ci piove..» Cominciò a dirmi mentre riempiva la terza valigia. «..Ma devi anche pensare che al mondo ci sono tante persone, molti si soffermano su una singola, solo per la paura di continuare a vivere e scoprire nuove cose che magari, potrebbero far bene loro. Qui entrano in gioco le parole, fingono di amare quell'unica persona, perché non hanno il coraggio di incontrarne altre. In quel caso una frase non serve a molto, perché non c'è amore.»
    «Non pensi che si possa imparare ad amare col tempo?»
    «Ovvio che si può imparare ad amare col tempo, ma non puoi imparare ad amare una persona se dapprima non provi neanche un pizzico di bene nei suoi confronti, di un affetto particolare, diverso dagli altri.. non so se hai capito.»
    Concluse girandosi verso di me e facendo una strana smorfia. Io annuii persa nei miei pensieri e tornai ad osservare le parole scritte nel piccolo libro che ancora stringevo fra le mani. Bill aveva ragione: nella vita si può imparare ad amare a seguito di molte cadute, ma non puoi imparare ad amare una persona da un giorno all'altro, anche se questi dì, si trasformeranno in anni. Quello sarà semplice affetto e l'affetto, è ben diverso dall'amore. L'amore è tenersi per mano durante la vita, è l'imparare a non essere esigenti, né a chiedere l'impossibile. L'amore è quando impariamo ad essere contenti delle persone che siamo.. due persone che un po’ si amano e un po’ no, che ogni tanto sono pazzi l'uno dell'altra. In amore, è già tanto essere in due e avere qualcuno da amare, giorno dopo giorno.
    «A che punto siamo qua fannulloni?»
    Sentii la voce cupa di Tom e quando rialzai nuovamente gli occhi dalle righe che guardavo senza vedere, me lo ritrovai in tutta la sua goffaggine avanzare all'interno della stanza.
    Ecco, lui era l'esempio perfetto di ciò che amavo. Con lui si trattava di tutto e di niente, perché anche il niente che lui compiva nel silenzio di un bacio, per me in realtà valeva tutto.
    «Ancora con quel libro in mano Evi? Ma non ti stancherai mai di leggerlo?»
    Mi domandò sorridendo, mentre si stravaccava sul letto e riusciva a farsi passare il braccio sinistro dietro il collo, per poi grattarsi la guancia destra. Che tipo... pensai.
    «No, è bello, ci sono scritte cose molto profonde. Cose che certamente tu non capiresti mai!»
    Affermai sfidandolo con lo sguardo e cercando con tutte le mie forze di trattenere una risata. Mi piaceva prenderlo in giro cercando di mantenergli testa, ma era difficile guardarlo negli occhi e non sorridere tranquillamente. Era tutto ciò di cui avevo bisogno e io non potevo pretendere altro dalla vita. Seppur si comportava continuamente da burlone e in tv molte volte faceva battute poco fini nei confronti delle presentatrici.. sapevo che quella era la sua immagine e non il suo cuore. Poche persone conoscevano Tom e quelle, potevano darmi tranquillamente ragione.
    «Tu, piccola topetta insignificante..» Mi urlò, puntandomi il dito indice contro. «..Porta rispetto! Sono un grande uomo io!» Finii, puntualizzando il pronome personale alla fine.
    Li scoppiai a ridere e chiusi definitivamente il libricino bordoux che avevo tra le mani, piegandomi in due sulla sedia che occupavo.
    «Ehi!!!»
    Aggiunse subito dopo. Scivolò sul letto e quando mi ricomposi lo vidi dirigersi verso di me; io - da finta spaventata - mi alzai di scatto e corsi verso la porta, ma lui pronto mi afferrò per i fianchi e mi tirò a se, stringendomi forte e facendomi nuovamente piegare in due per paura che mi potesse fare chissà quale delle sue mostruose torture. Sapeva benissimo qual'era il mio punto debole e di certo non si sarebbe fatto così tanti scrupoli nell'agire contro di me. Era sadico! Sadico tanto da volermi un'infinità di bene e avere paura che potessi versare una sola lacrima dai miei occhi.. per questo motivo aveva incaricato Fi di tenermi costantemente sotto controllo, ora dopo ora, quando lui era in viaggio per il mondo. Non sopportava minimamente l'idea di sapermi stare male e mi conosceva sin troppo bene, per sapere che quando lui non c'era, era più il tempo che passavo chiusa in me stessa che in giro per casa o per qualunque locale a ridere e scherzare con tutti i nostri amici. Ma era più forte di me.. non riuscivo a star bene al 100% quando lui non era al mio fianco. Era come se una parte di me che, seppur piccola, era sin troppo importante per mancare tutto quel tempo, ma era anche vero che la musica era la sua vita, era il sogno che da sempre aveva custodito con gelosia dentro il suo cuore e io non potevo mettermi davanti a lei. Se solo l'avessi fatto, l'avrei perso per sempre e preferivo star male un anno, più tosto che lacerarmi una vita intera.
    «Dai Tom, smettila! Ahaha!»
    «Ritira quello che hai detto, piccoletta!»
    «Ma se non ho fiatato! Ahaha!»
    «Si, ma l'hai pensato!»
    «Cos'è ora è vietato anche pensare? Ahahaha!»
    «Dai Tom, lasciala, dobbiamo finire di fare i bagagli.»
    Disse improvvisamente Bill e Tom, come d'incanto, terminò di muovere incessantemente le sue mani sulla mia pancia, provocandomi un fastidioso solletico. Alla coda dei miei occhi rimasero alcuni residui delle risate appena cessate e quando mi calmai, notai con piacere che Tom non accennava a mollare la presa. Sorrisi, perché intanto aveva preso persino a parlare col fratello, ma le sue mani erano ancora lì, ferme sulle mie. Si muovevano lentamente, accarezzandomi lievemente le nocche della mano, scendendo poi alle dita affusolate. Per il mio cuore bastava il suo petto, per la sua libertà bastavano le mie ali e dalla mia bocca arrivò fino al cielo ciò che era addormentato nella sua anima.
    «Evi! C'è la mia borsa lì?»
    Sentii la voce di Fi provenire dal piano inferiore, ma presto udii dei passi che percorrevano le scale e neanche il tempo di poter rispondere al quesito che mi aveva posto qualche secondo prima, che era già sotto lo stipite della porta a fissarmi in attesa che potessi darle le informazioni che cercava.
    «E' qui la tua borsa.»
    Disse improvvisamente Bill.
    Io e Tom ci girammo contemporaneamente verso di lui e lo osservammo mentre afferrava la borsa in pelle di Fi e gliela gettava contro, sicuro che lei l'avrebbe presa e di fatti, così fu. Presa quella, la mia amica tornò al piano di sotto e non osò fiatare.
    «Sei un'idiota!»
    Affermò improvvisamente Tom, rompendo il contatto tra noi due. Lo osservai avvicinarsi alla scrivania e afferrare il pacchetto di sigarette che vi era su, estraendone una dall'interno e accendendola. Quando poi mi andai a voltare verso Bill, mi si strinse forte il cuore: il modo in cui lo osservava, i suoi occhi ristretti in piccolissime fessure e quell'elettricità che emanava anche ad un solo piccolo sguardo, non riuscivo a vederla più. Dal nulla in quella stanza, comparve il gelo e io non mi sentii me stessa. Era come se tutto ad un tratto, qualcuno mi avesse strappato ciò che io ero dentro e che l'ambiente che ospitava il mio corpo, non mi apparteneva per niente al mondo. Fu una sensazione sin troppo orrenda.
    Inspirai profondamente, cercando di aiutarmi a recuperare la forza di volontà per ragionare e per muovermi verso la sedia su cui ero seduta qualche istante prima. Quando espirai, mi sentii già un po’ meglio, ma l'atteggiamento di Bill era cambiato e questo di certo non poteva passare inosservato. Rimasi lì ad osservarlo in ogni suo singolo movimento: come gettò l'unica maglia che stringeva fra le mani, come afferrò il cellulare posto di fianco la valigia e come sbatté la porta della camera, per poi lasciare soli me.. e Tom.
    Quando lui si girò allo sbattere della porta, fissò questa con le labbra semischiuse e gli occhi colmi di tristezza. Stava succedendo qualcosa in quella casa, qualcosa in quell'amore fraterno, qualcosa tra Bill e Fi, che ormai era iniziato da tempo e chiunque se n'era accorto. E io, testimone di ogni singola parola, di ogni più piccolo sguardo, complice di tutto.. soffrivo nel vedere quella rabbia repressa, quel tacere e non guardarsi negli occhi, per dire: "Scusa, amore mio."

    ***



    «Ho sempre pensato che tutto ciò che è fatto per amore.. è sempre al di là del bene e del male
    Scesi gli scalini uno ad uno, mentre il leggero venticello estivo, mi induceva a stringermi le braccia attorno il mio stesso busto.
    Dopo un lungo discorso con Tom, quella sera avevo deciso di farmi avanti io con Bill. Sapevo benissimo che lui non ce l'avrebbe mai fatta ad attaccare Bill per fargli capire dov'è che stava sbagliando. Gli avrebbe lasciato compiere i suoi errori, cadere e ricadere su uno stesso punto, aiutandolo magari a rialzarsi, ma non avrebbe mai trovato il coraggio di guardarlo negli occhi e dirgli: "Ora basta, devi crescere. E fin che non sarai cresciuto, io non ci sarò." Era carne della sua carne, sangue del suo sangue, ogni singolo respiro, c'era perché Bill esisteva. Non gli avrebbe mai voltato le spalle, mai. Per questo motivo avevo deciso di prendere la situazione nelle mie mani. Delle persone sin troppo importanti per me, si stavano facendo male senza neanche accorgersene e io non potevo sapere, né sopportare tutto quello sperpetuo inutile; perché quello che Bill non riusciva proprio a capire, era che tutte quelle lacrime versate da ormai troppo tempo, non sarebbero servite a nulla. Fi lo amava troppo per rinunciare a lui e le avrebbe potuto urlare di tutto contro, ma fin che non l'avrebbe guardata negli occhi, dicendole: "Io di te non ho bisogno.", lei sarebbe stata sempre lì, ad aspettare, a consumarsi anno dopo anno, perché quando l'amor vuol parlare, la ragione deve tacere.
    «Evi, scusa, ma 'stasera non sono dell'umore giusto per fare uno dei soliti dibattiti.»
    Mi disse subito, portandosi entrambi i palmi delle mani ai rispettivi occhi, strofinandoli senza cura, ma io sorrisi e osservandolo in silenzio, mi appoggiai al tronco dell'albero che s'innalzava dinanzi a lui.
    «Non voglio fare un dibattito Bill, voglio solo parlare.»
    Sentendo quelle parole, alzò gli occhi verso di me e mi guardò confuso. Non volevo ferirlo, ma se volevo che le cose tornassero come prima, dovevo prenderlo di petto ed essere cruda nelle mie intenzioni.
    «Si conosce di più l'amore attraverso l'infelicità che procura.. che per la felicità che dà. Ma se non fosse così... non sarebbe amore, no?! Solo che ora c'è un'infelicità ingiusta, che per quanto possa essere nata col cuore, deve essere distrutta.»
    «Evi che vuoi dirmi?»
    «Niente... vorrei solo farti capire che è sbagliato quello che stai facendo. Temere l'amore è temere la vita e chi teme la vita.. è già morto per tre quarti.»
    «Io non temo l'amore..»
    Lo guardai negli occhi e ci scoprii più di quanto potessi immaginare. Sapere che un uomo possa soffrire così esageratamente per una donna, è la cosa più sublime che possa vivere sulla faccia della terra. Di solito gli uomini quando sono tristi non fanno niente: si limitano a piangere sulla propria situazione<i>, lui invece lottava per essere forte, lottava per continuare a vivere giorno per giorno quello che il destino gli aveva dato dopo tanto sudore. Cercava di combattere contro se stesso e pur essendo consapevole che sarebbe stato tutto inutile, continuava a camminare, nonostante i piedi gli facessero male. Perché? Perché amava.
    «Evi, domani mattina ho un aereo da prendere, Los Angeles mi aspetta per lavoro, non-»
    «Ricorda solo che <i>le peggiori sofferenze di un uomo, s-
    »
    «..Sono quelle che egli teme. Etty Hillesum.»
    Ci guardammo negli occhi per minuti interminabili credo. Quello doveva essere il nostro momento, doveva essere il suo momento. La mattina dopo sarebbe partito per L.A. e per almeno una settimana non ci saremmo visti, né si sarebbero visti. Non avrebbero avuto modo di parlare e la situazione sarebbe solo andata a peggiorare. Ormai c'era tensione da mesi e quei mesi per tutti noi... parevano anni.
    «Hai mai pensato a come lei possa sentirsi senza di te? Hai mai pensato di chiederle un'opinione su questa tua scelta? Le decisioni si prendono in due Bill, non puoi decidere per tutti. Fi è adulta e vaccinata, se ti ha detto o ti ha fatto capire determinate cose, deve esserci un motivo, come so che c'è una spiegazione al tuo comportamento.. hai paura di farle del male? Cerca di essere sincero almeno con me... perché sai che puoi prendere per il cu*o tutti, ma non me.»
    Mi guardò e prima di aprire bocca deglutii.
    «Cosa vuoi che faccia Evi? Seppur lo ammettessi non cambierebbe nulla... la mia vita, non cambierebbe. Domani sarò a L.A. per definire le ultime cose dell'album e tra pochi mesi ci sarà il lancio definitivo e avrò così tanto lavoro che neanche troverò il tempo per respirare. Lascia che le cose restino come ora, sarà meglio per tutti noi.»
    Sapevo che quello non era Bill Kaulitz, non era il ragazzo che conoscevo. Era un bimbo chiuso in se stesso, con la paura di aprire gli occhi e affrontare un immenso mondo davanti a se. Decisi perciò di lasciare le cose così come stavano, ogni bambino un giorno diventerà uomo.
    «Come vuoi, 'notte Bill.»
    Avanzai verso la porta d'ingresso e me la richiusi alle spalle lasciandolo solo nel giardino. Ero pronta per tornare a casa, col sorriso sulle labbra.

    ***



    Aspetterò qui per sempre, solo per vedere il tuo sorriso.. perché è vero, io non sono niente senza di te.
    E terrò stretto questo momento, dove tutto è niente.. senza di Te.



    «Cos'è, ora ti isoli da tutti?»
    Quando alzai il volto ebbi giusto il tempo di veder sedere Tom accanto a me.
    Lo guardai dritto negli occhi e socchiusi le labbra; desideravo dirgli tante di quelle cose che mi appartenevano, che ci appartenevano, senza che neanche lui lo sapesse. Gli avrei voluto dichiarare amore eterno e dirgli che ero sua, che gli appartenevo per sempre, ma sapevo che semmai l'avessi fatto, tutto quello che possedevo.. l'avrei perso in un battito di ciglia. Noi non stavamo assieme, non eravamo una coppia.. non ci eravamo neanche mai baciati. Il nostro rapporto si basava su delle promesse, su occhiate d'intesa, su segreti tenuti con gelosia dentro di noi, che appartenevano a noi, e nessun altro. Ma se solo avessi avuto il coraggio di fare il primo passo senza temere di perderlo..
    «Evi, ricordati quello che mi hai promesso.»
    Tremai a quelle parole, come se guardandomi negli occhi, mi avesse letto nell'anima. Sapeva che prima o poi sarei scoppiata in lacrime e che da un momento all'altro avrei avuto un cedimento devastante, perché da sempre era così. Non voleva che piangessi e io mai piangevo, ma come poteva pretendere così tanto da me? Io avevo un cuore che batteva e se continuava a pompare sangue per l'intero corpo, era solo grazie a lui. Era grazie a quelle promesse, a quelle occhiate d'intesa, a quei segreti tenuti con gelosia dentro di noi, che io continuavo ad aspettarlo. Mia nonna mi diceva sempre: "Si può amare anche stando lontani e quell'amore, se puro, non morirà mai."
    «E tu non dimenticarmi mai, Tom.»
    "E tu non abbandonarmi mai, Tom." Cambiare un semplice verbo e tutto si sarebbe assopito col tempo dentro di me, tutto avrebbe fatto meno male. Il cuore avrebbe cessato di stringersi sempre di più e la gola non si sarebbe fatta sentire così spesso e gli occhi... non avrebbero bruciato continuamente.
    Per una semplice bugia, quante cose possono tramutarsi.
    «Io non ti dimentico, perciò non farlo neanche tu, ricordati sempre di noi
    Mi disse sussurrandomi all'orecchio. Socchiusi gli occhi e lasciai che le labbra si distendessero in un semplice sorriso, mentre la pelle rabbrividiva per il suo delicato tocco. Se avessi potuto, avrei fermato il tempo per rimanere in quell'istante una vita intera.
    «Tom! Sono arrivati!»
    La voce di Bill, però, arrivò alle orecchie di entrambi e Tom cautamente si allontanò da me, voltandosi poi verso le scale, dove Bill scese seguito dalla madre e Andreas.
    «David e gli altri sono qui fuori, sei pronto?»
    Aggiunse ancora, fermandosi davanti a noi con una borsa fra le mani e una felpa nera.
    «Si.»
    Rispose alzandosi e io senza perder tempo lo imitai, mentre lui mi prese la mano e me la strinse forte... io - ovviamente - ricambiai.
    Ci avviammo verso la porta d'ingresso e Fi silenziosamente ci raggiunse, uscendo finalmente dalla cucina.
    «Allora mi raccomando ragazzi, finite presto quel che avete da finire, che noi vi aspettiamo qui!»
    Affermò Simone, dando un abbraccio a ciascuno dei gemelli; io rimasi in parte e li guardai col sorriso sulle labbra. Era un piacere vedere quella donna con i figli. Non era la solita madre apprensiva o attaccata esageratamente ai soliti primogeniti maschi; era tranquilla e sapeva starsene in parte quando serviva e come se non bastasse, aveva preso di famiglia anche me e Fi. Era una donna eccezionale!
    Dopo di lei toccò ad Andreas ed infine, mentre io stringevo forte Bill, Fi salutò Tom.
    «Mi raccomando Evi, io non deludo te.. tu non deludi me.»
    Mi disse staccandosi da me e correndo poi in macchina. Lo osservai dalla soglia di casa confusa, non capendo a cosa si stesse riferendo, ma da come fuggii subito dopo aver detto quella frase, pensai e fui quasi sicura, che l'avrei capito io col tempo.
    «Allora piccoletta..» Tom mi portò alla realtà e quasi frastornata, presi a guardalo in viso. «Non ti faccio le solite raccomandazioni, perché credo che tu già le conosca sin troppo bene.» Iniziò col dire, mentre mi osservava dolcemente e mi accarezzava capelli e viso. «Ricordati che quando vuoi sono sempre con te e che puoi chiamarmi sempre, io cercherò di fare il possibile. Okay?»
    Annuii senza dire nulla e lasciai che le sue labbra si posassero sulla mia fronte, dopo di che, mi voltò le spalle e s'incamminò verso l'auto che lo aspettava tra il cancello e il vialetto d'uscita.
    Quell'uomo era tutta la mia vita e avrei fatto di tutto pur di saperlo sereno e tranquillo.
    In quel momento, nonostante avessi l'angoscia completamente unita all'essere che ero io, mi sentii forte. Sapevo che come io avrei aspettato lui.. lui avrebbe aspettato me e non c'era certezza più bella nel mondo.
    Sorrisi, ma quasi mi stavo dimenticando quel che avevo deciso di lasciargli durante quella settimana. Corsi verso di lui e estraendo il piccolo libro borduex dalla tasca posteriore del jeans, lo fermai giusto in tempo.
    «Stavo per dimenticarmi questo! Vai a pagina 14, c'è scritto quello che penso. Ciao amore!» E così dicendo, gli poggiai la mano destra sulla spalla, lo feci abbassare e gli stampai un sonoro bacio sulla guancia.

    Come è nobile chi, col cuore triste, vuol cantare ugualmente un canto felice, tra cuori felici.



    ***



    Baby, non parlarmi, sto cercando d'andarmene.
    Non amarti è più difficile di quanto tu sappia. Perché ragazza... mi stai facendo diventare matto.
    E farò la telefonata, perché sto partendo e partire... anche questo mi fa diventare matto.
    Mi mancherai.. perché ti amo, baby.



    Era perso completamente nel tempo, ogni singola concezione dello scorrere delle ore, per lui era ormai annullata. Non faceva altro che starci male, non faceva altro che sentirsi stupido per tutto quel dolore che lo stava lacerando e come se non bastasse, il dubbio che tutto quello che aveva fatto fino a quel momento era stato nettamente inutile, gli stava lentamente divorando persino la ragione.
    Sbuffò, passandosi una mano fra i capelli appena asciugati. Erano morbidi come i suoi.. piaceva ad entrambi stendersi sul letto, starsene in silenzio, mentre lui le toccava i capelli. Erano i pochi attimi d'intimità che avevano, in quei gesti c'era tutto il loro affetto e tutto l'amore che nutrivano l'uno, nei confronti dell'altra.
    Gli faceva impazzire la sua risata sbarazzina, quando le sere senza lavoro, tutti loro si riunivano a casa di uno dei tanti, o passavano quei pochi minuti per i pub e poi stufi, dovevano lasciare il posto perché la folla stava cominciando ad affluire, eppure lei non si era mai lamentata.
    Seppur nei suoi occhi vedeva la tristezza ogni qual volta che prendeva un aereo, non aveva mai accennato alcuna frase colma di dolore o tristezza e neanche mai gli aveva detto per scherzo: "Dai, non partire domani."
    Lui però capiva quel silenzio dei suoi occhi e non poteva sopportarlo. Lei meritava solo il meglio e lui il meglio, non poteva donarglielo.
    Le uscite il sabato sera, i week-end in montagna o al mare, una semplice passeggiata in primavera mano nella mano... lui quelle cose non poteva farle e per questo motivo, non voleva privare anche lei di quelle piccole cose che creano la felicità.
    Cercava di evitarla, cercava di non guardarla negli occhi. Lottava secondo dopo secondo per non parlargli.. tutta quella guerra lo stava facendo diventare pazzo. Cercava di evitare il telefono, cercava di evitare ogni singola cosa che gli ricordava lei, ma il punto era, che l'intero universo gli ricordava lei.
    "Non puoi far finta che per te lei sia nulla, perché sai che non è così." Gli aveva detto il fratello, ma che ne sapeva lui? Avrebbe voluto urlare, il problema era che lui capiva meglio di tutti messi assieme.
    Sbuffò ancora e fece ricadere lo sguardo sul cellulare posto di fianco a lui. La voglia di fare una qualsiasi cosa con quell'oggetto che potesse metterlo in contatto con lei, gli stava annebbiando la vista, il senso del sapere di ogni cosa.
    Si morse il labbro, finche prese una decisione.


    ***



    Erano passati tre giorni dalla loro partenza, ma nessuna chiamata, nessun sms da parte sua.
    Sapeva che aveva da fare e sapeva bene quanto si sarebbe arrabbiato se solo fosse venuto a conoscenza della voglia matta che aveva di chiamarlo, ma non possedeva il giusto coraggio per farlo. Non voleva disturbalo e visto che lui in tre giorni dalla sua partenza non aveva trovato alcun modo per contattarla, questo significava che aveva sin troppo tempo occupato, una ragazzina come lei gli avrebbe solo incasinato ulteriormente le cose.
    Scese dal davanzale della finestra e andò in cucina, aprendo il frigorifero ed estraendovi la bottiglia contenente il tè freddo; faceva sin troppo caldo in quei giorni ad Amburgo e lei il caldo non riusciva a sopportarlo per niente al mondo.
    Prese il bicchiere contenente la bevanda e stava per uscire sulla terrazza che affacciava alla città, quando sentii Fi rientrare dalla sua corsetta pomeridiana.
    «Com'è andata?»
    Le chiesi facendo il primo sorso e osservandola.
    Fece spallucce e poi apostrofò una smorfia: aveva il fiatone, ma a me non ingannava. Sapevo benissimo qual'era il motivo di così tanto silenzio e la cosa che mi mandava più in bestia, era che io più che parlare, parlare e parlare ancora... non potevo fare altro.
    Con Bill già avevo avuto a che fare, ora bisognava solo attendere la sua prossima mossa, ma con Fi mi ritrovai davvero in serie difficoltà. Oltretutto, era un carattere abbastanza particolare: orgogliosa al punto da far salire i nervi anche alla persona più quieta sulla faccia della terra, puntigliosa e precisa su ogni singola virgola che le riguardava e pretendeva sincerità. Semmai avessi azzardato a dirle qualcosa che possibilmente Bill mi aveva detto, a lei sarebbe semplicemente entrato da un orecchio, e uscito dall'altro. Gliel'avrebbe dovuta dire lui quella cosa, le mie parole contavano poco sulla loro situazione, nonostante fossi la sua migliore amica.
    «Tutto okay?»
    Domandai per spezzare quell'assordante silenzio. Quella volta non mi rispose con delle spallucce o con qualsiasi altra frase.. cominciò a sorridere, poi ridere dolcemente, sino a far diventare il tutto, una vera e propria risata isterica.

    Come puoi mancarmi se non ci sei mai stato?
    Hai detto di aver bisogno di tempo,
    ma dentro di me ora c'è solo angoscia e dolore.
    E se tu non mi vuoi allora.. suppongo che io dovrò andarmene.



    «Fi...»
    «Io... Io cerco di dare davvero il meglio di me stessa.»
    Disse calmandosi, ma continuando a sorridere. Continuai ad osservarla, cercando innanzitutto di capire a cosa si stesse riferendo. Pensai qualsiasi cosa, ma non che riguardasse Lui.
    «Ho cercato.. di dare il meglio di me stessa, ma fino ad adesso ho ricevuto solo pugni in faccia.»
    Alzò il volto e mi guardò negli occhi.
    «E sai qual è la cosa che mi da più fastidio? La cosa che mi crea giorno dopo giorno sempre più dolore?»
    Mi chiese.
    Io scossi negativamente le testa, completamente esterrefatta da quel comportamento tutt'altro che aspettato.
    «E' che io sono ancora qui.. Io... io non so neanche cosa sono per lui, cosa sono stata e cosa sarò. Non so cosa ho significato o se ce lo avevo un significato. Mi ha urlato in faccia di aver bisogno di tempo, mi ha urlato che quasi non si fidava più di me e ora lui sta bello e tranquillo a Los Angeles, mentre la cretina è ancora qui che aspetta.»
    Quando capii che era per Bill, mi sentii una stupida. Avrei dovuto capirlo sin dal primo momento che si trattava di lui, perché con Fi.. si era sempre e solo trattato di lui. Lui, l'unico centro del suo universo, l'unico motivo per rimanere ancora lì, in quella città. Avrebbe dato la vita per lui.. Lui che in quel momento, era praticamente dall'altro capo del mondo.
    «E' passato così tanto tempo che neanche sono sicura se mi desidera ancora... e dovrei andarmene, ma sono ancora qui.»
    Nulla è più triste che il trovarsi in una cosa, dove le persone e le cose che dovrebbero essere le più intime.. ci sono quasi sconosciute. Fi si era come estraniata dall'intero mondo e l'unica persona che poteva riportarla tra noi, era la stessa che in quel medesimo istante l'aveva portata lontano da tutto.
    Stavo quasi per risponderle, quando mi arrivò un sms e lei in silenzio salii al piano di sopra.
    Sbuffai e mi avvicinai al tavolo in vetro del soggiorno, afferrai distrattamente il cellulare e vidi il mittente del messaggio. Ah.. parli del diavolo e spuntano le corna, pensai. Scossi la testa in segno di disapprovazione e aprii l'sms.

    - "Io non deludo te, tu non deludi me." Te l'affido Evi, tu sai che non voglio che stia male per me... Ti voglio bene pulce." -

    Rimasi con le labbra schiuse a leggere e rileggere il contenuto di quell'sms. Non poteva essere vero... anche quella volta ero riuscita a capire la mente contorta di Bill Kaulitz!

    ***



    Erano tre giorni che erano lì a Los Angeles ed erano tre giorni che non la sentiva. Non una chiamata, non un sms.. delle volte si domandava se per lei era così importante come Bill gli faceva credere.
    Non dubitava di lei, questo mai e, se non lo cercava, questo poteva semplicemente significare che stava bene fondamentalmente e non ci soffriva così maledettamente per la sua lontananza. Meglio così, pensò.
    Eppure questo dubbio lo assaliva: e se mentre lui era via, si fosse sentita con un altro? Se durante la sua lontananza l'affetto che provava nei suoi confronti si andava a diminuire sempre di più? Si portò i palmi della mano agli occhi e se li stropicciò con non curanza, poi sbuffò. Perché doveva farsi tutte quelle domande? Perché non poteva continuare a lavorare tranquillamente, senza torturarsi la mente in quel terribile modo? Delle volte si sentiva un bambino.
    Fece un altro tiro di sigaretta, per poi spegnerla definitivamente. Cosa poteva fare in quel momento? In Germania erano le 17.00 e di solito a quell'ora... lei poteva fare qualunque cosa. Era iperattiva quando passava il tempo con Fi, Ina e Lia. Quattro pazze che a prima vista ingannavano tutti coi loro visini d'angelo.. sorrise, pensando alla sua Evi. Sua? Sua piccola topetta...
    Distese del tutto le labbra in un dolce sorriso, mentre gli occhi si perdevano nel vuoto dei ricordi. Fondamentalmente erano tre giorni che non la vedeva, ma gli mancava già il suo contatto, la sua pelle liscia e morbida come quella di un neonato. Bianca come la neve.. Gli mancava stendersi accanto a lei mentre dormiva e accarezzarle di nascosto le guance, mentre silenziosamente, la osservava estasiato da quella bellezza quasi impossibile. Gli mancava il suo odore e i suoi teneri sguardi paurosi di dare sempre un po’ di più...
    Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta solo per lui. Si chiama disperazione. Per Tom era la disperazione di non poterla avere lì con se. Era la disperazione di non poterla abbracciare, di non poterla accarezzare, di non poterla osservare. La disperazione di non poter ricevere quegli sguardi.. era la disperazione della sua assenza.
    Sbuffò ancora e scocciato si accasciò al tavolo, poggiando la fronte sulle sue stesse braccia incrociate; chiuse gli occhi e si perse ancora una volta, nell'ammirare l'immagine ricordata di Evi: sorrideva, rideva e gli occhi le brillavano..
    "...Vai a pagina 14, c'è scritto quello che penso. Ciao amore!"
    «Il libro!»
    Affermò sobbalzando dalla sedia. Si accasciò a prendere il proprio zaino in cuoio e spostando ogni singola cosa che vi era al suo interno, trovò il libricino bordoux che Evi gli aveva dato cinque istanti prima di partire. Lo estrasse e sorridendo soddisfatto, si riaccomodò silenziosamente sulla sedia.
    Non lo aprii subito, rimase qualche minuto ad osservare la copertina un po’ rovinata.
    Quel libro era molto importante per Evi e il fratello; quando non erano in viaggio, vi passavano ore ed ore a leggere e commentare ogni singola sillaba trascritta in quelle pagine. Adoravano fare i filosofici, trovare aforismi sull'amore e sulla felicità dell'uomo. Non erano esageratamente pesanti, ma per loro era come una passione segreta, di cui solo alcuni erano a conoscenza.
    Era il loro piccolo segreto.
    Sorrise e sfogliò la prima pagina; osservò distrattamente il suo interno e poi viaggiò fra le pagine, sino a trovare quella che interessava a lui: pagina 14! Ah... che bella pagina, pensò.
    Respirò profondamente e con la calma dovuta, cominciò a far scorrere i propri occhi sulle righe.
    Il cuore gli batteva forte e le mani gli tremavano poco. Era quasi emozionato nella consapevolezza di sapere che presto avrebbe letto ciò che lei pensava dell'amore. Del sentimento che nutrivano l'uno nei confronti dell'altra, senza mai esserselo detti negli occhi.
    Tutto taceva e ancora una volta, Tom si perse nei ricordi, nei pensieri e nei battiti del suo cuore.

    E sto abbracciato a te,
    senza chiederti nulla,
    per timore che non sia vero,
    che tu vivi e mi ami.
    E sto abbracciato a te,
    senza guardare e senza toccarti.
    Non debba mai scoprire con domande,
    con carezze, quella solitudine immensa..
    d'amarti solo io.



    Ah.. l'amore.

    ***



    Se tu dovessi venire in autunno,
    mi leverei di torno l'estate con un gesto stizzito,
    ed un sorrisetto,
    come fa la massaia con la mosca.

    Se entro un anno potessi rivederti,
    avvolgerei in gomitoli i mesi,
    per poi metterli in cassetti separati,
    per paura che i numeri si mescolino.

    Se mancassero ancora alcuni secoli,
    li conterei ad uno ad uno sulla mano,
    sottraendo, finché non mi cadessero
    le dita nella terra della Tasmania.

    Se fossi certa che, finita questa vita,
    io e te vivremo ancora,
    come una buccia la butterei lontano,
    e accetterei l'eternità all'istante.

    Ma ora, incerta della dimensione
    di questa che sta in mezzo,
    la soffro come l'ape-spiritello,
    che non preannuncia quando pungerà.



    Delle volte mi soffermavo a pensare su quello che possedevo, che potevano essere ricordi, oggetti… o persone. Riflettevo sulle promesse fatte e scambiate, invecchiate dal tempo o fresche di memoria. Promesse che il più delle volte, mi hanno vincolato nella vita, sulla quale però io ero cosciente dei pro e dei contro che avrebbero potuto portare, eppure le avevo chiuse a chiave nel mio cuore, quelle promesse, senza temere nulla, ma quando mi fermavo e scavavo, scavavo in profondità, sussultavo provando paura. Perché? Perché il solo pensiero di aver promesso qualcosa di impossibile per me, mi torturava mente e cuore. Semmai un giorno, col tempo, a distanza di anni, avessi avuto il solo più piccolo cedimento, sarei stata il dispiacere di tutti, io personalmente avrei portato rancore a vita e questo non mi avrebbe fatto godere di un’esistenza serena.
    Socchiusi gli occhi, rigirandomi su di un lato e lasciando che i miei occhi potessero godere di un paesaggio tranquillo, sereno, pulito e dolce. Il cielo di Amburgo era limpido, tempestato di stelle brillanti, piccolissime all’occhio, ma pur sempre belle e uniche da desiderare. Mi lasciai sfuggire un piccolo sussulto: sarei riuscita a sorreggere tutto quel dolore? Sarei stata per sempre fedele al suo cuore, al suo amore che in tutto quell’arco di tempo, a modo suo, non aveva fatto altro che giovare alla mia salute, facendomi sentire quella donna che non era e che non ero mai stata, fondamentalmente?! Eppure, il solo pensiero di sentirmi ancora una volta, quella sensazione, quell’emozione, quell’elettricità e quella sensibilità, scorrermi nelle vene, quando le sue braccia avvolgevano il mio corpo, mi faceva stringere il cuore, sentendo un vuoto dentro che sembrava non finire più. Ecco… quel vuoto che si creava sempre, ogni qual volta che lui mi lasciava per inseguire la sua musica, io sarei riuscita a sopportarlo una vita intera? Non lo sapevo e anche se io continuavo a ripetermi si, anche se l’intero mondo.. continuava a ripetermi si, io non ne avevo la certezza, fondamentalmente.
    Sospirai, chiudendo gli occhi e stringendoli forte, portandomi il cuscino al petto e annusando quell’odore che poteva ricordarmi solo lontanamente lui… Lui, quel lui che tutte le donne aspettano. Quel lui che sa farti toccare il cielo con un dito, come si sol dire, ma lui, lui era molto di più di questo, lui era l’intera fatica di una vita, lui era la soddisfazione dopo ogni sacrificio, lui era quel tremore al cuore che si ha prima, durante e dopo il primo vero bacio. Lui era quella sofferenza che si sente dentro le ossa, quando un amore finisce, quando non sei pronta a voltare pagina e quando sei costretta a farlo, solo per te. Lui era quel vuoto che si formava dentro di me… che io riuscissi ad ammetterlo, o meno, lui era tutto questo.
    Sussultai, quando un soffio di vento dalla finestra semi aperta mi accarezzo bruscamente la pelle delle braccia nuda, ma rabbrividii, quando un tocco caldo mi avvolse a se.
    «Allora è vero… che vuoi isolarti da tutti!»
    Mi girai istintivamente nell’udire quella voce e quando i miei occhi mi diedero la conferma di ciò che pensavo, collegai immediatamente quell’abbraccio caldo improvviso, che aveva dolcemente sommesso il tocco freddo del vento e sospirai, mentre quelle lacrime che avevo represso all’interno della mia testa e della mia mente, del mio cuore, delle mie labbra secche, dei miei occhi imploranti perdono, solcavano i confini che le promesse che io tanto temevano, avevano disegnato.
    «Non piangere piccola mia… non serve.»
    Sussurrò dolcemente, quasi tremante e sofferente nel vedermi in quello stato, ma io non ero triste, ero semplicemente atterrata magicamente tra le sue braccia, senza neanche rendermi conto che mi ero messa in viaggio, nello stesso istante in cui lui era andato via.
    «P-piango perc-hè sono… sono felice…» Annaspi, cercando di riprendere fiato tra un singhiozzo ed un altro. «Sono sollevata…» Sospirai. «Piango… perché ora sono sicura di una mia paura.»
    Mi guardò esitante, come per cercare di capire quella mia ultima frase. Mi scrutava il volto, cercava di leggere all’interno dei miei occhi umidi, colmi di lacrime sino a sopra la pupilla, tanto che riuscivo a vedere il suo volto solo in modo sfocato, ma non mi importava, perché continuavo a sentire le sue mani sul mio volto e il suo corpo poggiato delicatamente sul mio, senza farmi mai male.
    «Sicura di una tua paura? Quale? Dimmi! E’ successo qualcosa?»
    Sorrisi, sentendo subito il tono della sua voce allarmata. Ma deliziai il palmo della mia mano, della sua guancia paffutella, accarezzandolo lentamente, mentre combattevo contro l’emozione, nel far ritornare indietro le lacrime. Dolcemente, con il terrore che da un momento all’altro si fosse mosso di un solo centimetro da lì, lasciandomi scoperta. Poi sospirai, ancora… e osservandolo, ‘sta volta quanto meglio mi era possibile, mi resi conto che non potevo continuare per sempre su quella strada, fermandomi anni ogni qual volta riscontravo un pericolo, ma dovevo affrontarlo, non perdendo mai più tempo. Così finalmente mi feci coraggio e affrontai il mio tormento…
    «Ho avuto la certezza perfetta, esatta, di riuscire ad affrontare la tua assenza. Senza di te… tutto divento complicato e contorto il triplo e per quanto io cerchi di essere forte, le mie armi diventano pesanti, perché le mie forze sembrano essersi arrese a tutte le difficoltà che mi ritrovo improvvisamente ingigantite rispetto a me, piccola e insignificante… ma quando ti stringo così, come ora, tutto questo sembra diventare acqua fresca, mentre il mondo muore di afa e calore… è per questo che piango. Perché so che il tuo ritorno mi fa affrontare la tua lontananza.»
    Rimasi ad osservarlo in silenzio, mentre i miei occhi si erano lentamente asciugati, lasciando solo piccole goccioline salate sulla punta umida delle mie ciglia lunghe, ormai tramutatesi a fasce nere. Annaspai, cercando di mantenere vivo quel coraggio che si era improvvisamente manifestato, ma più il tempo passava, più i secondi si scandivano all’interno delle mie orecchie, dettati da un orologio invisibile e più lo sentivo indebolirsi… quel coraggio. Pregai Dio, che potesse darmi una qualsiasi risposta.
    «Ti amo… dolce amore della mia vita
    Sorrisi, finalmente il mondo non faceva più paura.

    ***



    E' così difficile dire che mi dispiace,
    metterò a posto tutte queste cose che ho fatto.
    Cosa sono diventato? E dove ho sbagliato?
    Non intendevo ferirti, volevo metterti al primo posto.
    Non ti dirò bugie, resterò l'imputato con la mia mano, sul mio cuore.
    Sto solo cercando di dire che mi dispiace, significhi così tanto per me.
    Risolverò tutto quello che ho fatto. Se potrò iniziare da capo, getterò tutto via.. alle ombre dei rimpianti, e avrai il meglio di me.



    Era da così tanto tempo su quella terrazza, che aveva perso ogni cognizione del tempo, ma non le importava. Niente e nessuno l'aspettava e sarebbe potuta morire lì su.
    Le piaceva l'idea di starsene sola, in un luogo totalmente isolato dal mondo, mentre tutto continuava a scorrere. Poteva sentirsi quasi privilegiata, ma delle volte si sentiva frustrata, usata sino a sentirsi consumata.
    Ogni singola cellula del suo corpo doleva e sapeva di sanguinare dentro. Bruciavano quei tagli così profondi, così calcati più e più volte, da quelle pesanti parole che, imperterrite, continuava ad echeggiare dentro la sua mente.
    "Io mi sono fidato di te e tu mi hai sbattuto tutto in faccia!" Gli aveva urlato.
    Tutto scorre, tutto cambia, tutto passa. Ti affezionerai, soffrirai.. non potrai farne a meno. Una qualunque cosa, una qualunque persona, oggi c'è, domani non più.
    Si sentiva inutile.. una semplicissima goccia salata, nel bel mezzo dell'oceano infinito. Cosa poteva contare lei nella vita per davvero? Quale altra vana speranza c'era per continuare a sorridere come se niente fosse successo?
    Delle volte, per uno stupido errore, si pagano le pene più atroci e scottanti e dopo, non sai più che via prendere per uscire da quell'inferno che via via si restringe sempre di più. Lei si sentiva così: inutile in un universo troppo stretto, senza alcuna via d'uscita.
    "Ora come ora ho bisogno solo di tempo."
    Il tempo, che grandezza infinita, che grandezza spettacolare, così prezioso quanto poco delle volte. Eppure a lei, ora che Lui non c'era... tutto le sembrava durare il doppio, il triplo. Ogni singola cosa, perdeva il sapore, il significato, la specialità che essa possedeva. Aveva sbagliato, si sentiva in colpa e un romdio ormai non c'era più.
    Cosa avrebbe fatto allora? Lui era tutto ciò che aveva della vita.
    «È sempre accaduto che l'amore abbia ignorato quanto fosse profondo fino al momento del distacco
    Fi si girò automaticamente, senza neanche pensare alle parole o alla loro provenienza. Si sarebbe aspettata di tutto, ma non di vederlo lì quella sera.
    Era bellissimo... la sua pelle così bianca, le gote terribilmente marcate per la troppa magrezza, gli occhi così profondi da poterti perdere in quel nocciola così immenso. Riusciva a vedere quanto brillassero quella, ma la forza di andare oltre non l'aveva.
    Le tremava pericolosamente il cuore e se avesse potuto dire una sola parola, non l'avrebbe fatto per paura di rovinare tutto ancora una volta. Si sentiva così debole nell'averlo lì di fronte a se. Sapeva che possedeva tutta la sua forza dentro, perché se l'era portata via nello stesso momento in cui le aveva voltato le spalle quel giorno.
    Quanto ci era stata male e quanto ancora ci stava male.. se avesse potuto, avrebbe cancellato ogni singolo passo falso compiuto, solo per non perderlo ancora. Perché perderlo ancora, sarebbe stato a significare morire una seconda volta.
    «So che sono un po’ in ritardo, perché sono passati ben quattro mesi, due settimane e cinque giorni.. da quando abbiamo litigato, ma spero che potrai perdonarmi, perché non ho il coraggio di mentirti ancora e non ho il coraggio di lasciarti sola.»
    Si fermò, come se dovesse riprender fiato, ma non per le troppe parole dette, quello che aveva da dire era ancora tanto, ciò che aveva pronunciato era nulla. Non perché aveva corso, aveva semplicemente camminando, pensando a come sarebbe stato riguardarla negli occhi dopo tutto quel tempo. Doveva riprender fiato, perché la sua presenza e i suoi occhi, gli rubavano ogni singola forma d'energia e per essere forte, doveva starle accanto.
    «Non hai sbagliato tu Fi... Tu sei sempre stata perfetta, hai sempre taciuto davanti alla sofferenza e non credere che non me ne sia mai accorto, perché lo vedevo nei tuoi occhi e lo avvertivo nelle tue parole. Ero consapevole che nelle tue carezze c'era la paura di restare sola e credo che sia stato soprattutto per questo, che ho deciso di allontanarmi da te.»
    La verità, da che mondo è mondo, ha sempre fatto male, ma per amare... la verità è l'essenza di tutto.
    «Credevo che allontanandomi da te ti avrei solo fatto del bene. Non volevo che tu soffrissi per me, non volevo che soffrissi in generale, per noi... sai che la vita che ho io è sin troppo complicata e contorta, non ho un briciolo d'intimità, non ho la padronanza d'uscire un sabato sera senza avere la paura che i miei amici finiscano su una copertina... sette o otto mesi all'anno viaggio per il mondo e non ho tempo da dedicare alle persone che amo... non volevo diventassi una vittima della mia vita, non volevo che finissi risucchiata anche tu in questo buco nero.»
    Per amore si è disposti a togliersi del tutto la vita, lasciando che tutto scorra inesorabilmente attorno a noi. Ma tutto può fermarsi e solo noi potremmo rimanere vivi, dentro una morte comunque certa.
    Per amore si è disposti ad abbandonare la nostra vita, pur vedendola nelle mani d'un altro. Per amore.. per amore... quante cose per amore? Togliersi il sorriso, per amore.
    «So che ho sbagliato ed è difficile farti capire quanto cuore c'abbia messo in quello che ho fatto... volevo solo vederti felice. Ti ho messo al primo posto Fi... che tu te ne sia accorta o meno, sei sempre stata lì.»
    'Sta volta in quegli occhi ci vedeva una speranza sin troppo viva, ma non poteva fare a meno di amare ogni singola luce di quegli occhi, di quella persona così fantastica che in quel momento era lì a chiedere perdono per averla fatta soffrire, soffrire per il suo bene..
    Bill possedeva una marea di difetti.. cercava sempre di prendere il controllo della situazione, desiderava prendere lui tutte le scelte, con la consapevolezza magari di sbagliare, ma l'ultima parola doveva esser sua.
    Fi sapeva che era strafottente, cocciuto, sicuro di se sino all'esasperazione, delle volte anche un po’ stronzo.. ma lei si era innamorata di quei difetti e anche se delle volte la mandavano in bestia, erano le cose che amava più di lui, perché quando ci pensava, sorrideva e sorridere stando al suo fianco, per lei era il paradiso.
    Avrebbe potuto farla cadere altre mille volte, lei non si sarebbe mossa, perché gli apparteneva. Sapeva che era così, ne era sicura.
    «Sei giorni..»
    Disse finalmente, mentre l'espressione di lui quasi si sollevò nel sentirla parlare, ma non capii a cosa si riferisse dicendo quella frase.
    «Sono quattro mesi, due settimane... e sei giorni.»

    Che l'amore è tutto,
    è tutto ciò che sappiamo dell'amore.



    Le corse in contro, la strinse forte e la sollevò al petto.
    S'inebriò immediatamente del suo profumo, dell'odore dolce che emanavano i suoi capelli morbidi. Lasciò che le braccia si coccolassero della sua pelle e liberò il cuore, per depositarlo definitivamente nelle sue mani, perché si fidava e sapeva che non l'avrebbe mai abbandonato. E seppur un giorno fosse accaduto, non si sarebbe pentito di quella scelta... Quale colpa, amarti più di tutto?.
    «Come puoi aver pensato che non avendoti vicino sarei potuta stare solo meglio? Io ho bisogno del tuo amore Bill, ho bisogno della tua presenza e ho bisogno di te, solo di te... amore mio.»
    Che si poteva sentir una goccia salata, nel bel mezzo dell'oceano, non c'erano dubbi... ma quell'unica goccia, se morta, diminuiva un infinito blu.
     
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  2. ·•Effy__»
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    Amore mio C______________________________________C
    oddio è bellissima C________________________C
    tu sai quello che penso C_C
    ti amo amore mio sei la mia vitina il mio cuore sei il mio tutto <3
     
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  3. »Empty__™
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    Sei il mio cuore e senza cuore non c'è vita.
    E' finita C.C non smetterò mai di ripeterlo quei giorni sono stati esasperanti ò.ò ahah xD Ti amo stella (L)
     
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  4. Gretokia92
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    Non potevo non leggerla..
    Sono rimasta senza fiato
    Bellissima....
    CITAZIONE
    Che si poteva sentir una goccia salata, nel bel mezzo dell'oceano, non c'erano dubbi... ma quell'unica goccia, se morta, diminuiva un infinito blu.

    L'ultimo capoverso è un capolavoro
    quasi mi mettevo a piangere
    Bella davvero
    Complimenti!
     
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  5. »Empty__™
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    Grazie Gre *-* sono contenta che ti sia piaciuta, anche perchè era abbastanza personale come hai potuto intendere x) Grazie ancora = )
     
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  6. Gretokia92
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    Si ^^
    Ma di solito i lavori personali sono sempre i più belli.
    Anch'io ho scritto la mia One shot in modo personale non è un capolavoro come il tuo ma ti riempie di soddisfazioni quando senti che ci hai messo i tuoi sentimenti ^^
    Per cui di niente è stato un piacere ;)
     
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  7. »Empty__™
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    Si, perchè in un giro di parole o in un altro, riesci per davvero a esprimere ciò che vuoi, mentre in una storia inventata, scrivi molto, ma alla fine non riesci nell'intento. ma di solito quando scrivi qualcosa, c'è sempre qualcosa di tuo, un setimento che ti appartiene dentro!
     
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  8. Va_Le_The_MitaH
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    Cri spero che Jeje mi perdonerà e anche la moglie ma io ti ho amata in questa ff
    per ogni singola sillaba espressa
    mi sei arrivata al cuore e mettendo da parte l'orgoglio dico
    che mi hai fatto piangere tanto da annebbiarmi la vista
    in cuor mio vorrei che l'intensità dei sentimenti
    che si esprimono in ogni storia
    possa essere vissuta almeno una volta nella vita da tutti
    perchè non c'è vita se non c'è amore
    siamo tutti affamati di amore
    e le frase <3 le ho amate
    grazie vorrei dire di più
    grazie davvero.
     
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  9. »Empty__™
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    Oddio, grazie.. grazie davvero MitaH, sei stata gentilissima e dolcissima, davvero! Sono contenta che ti sia piaciuta così tanto, tanto da farti emozionare! *-*
     
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  10. Va_Le_The_MitaH
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    si si ma basta!!!!stò diventando troppo sentimentale
    U__________________________________________U
     
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  11. »Empty__™
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    Ti sto facendo trasformareee! Riuscirò a far trasformare la MitaH in una sentimentalona v.v
     
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  12. Va_Le_The_MitaH
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    giammai o DonnaH!U____U
     
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  13. »Empty__™
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    Ohssssi, invece
     
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  14. Va_Le_The_MitaH
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    convinciti tesoro :P
     
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  15. »Empty__™
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    ò.ò ovvio v.v
     
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14 replies since 6/4/2010, 21:22   201 views
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