Tra finzione e realtà 3

Una nuova avventura

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    Alessandra alla cassa numero Bill
     
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  10. katarina stratford
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    Sono a corto di idee, scusate...

    Capitolo 3

    Amburgo, 27 Aprile 2009, ore 16.59

    “ Ok ho capito, Gabrielle era in ospedale ieri sera e tu non l’ hai vista, ma calmati!! Cosa credi di risolvere spaccando tutto quello che ti capita a tiro?!”
    “ Alice ti ho detto di lasciarmi in pace, che cazzo ne sai tu di come sto io?!”
    “ Oh Tom, è difficile non immaginare il tuo umore!! Sono giorni che non fai altro che il pazzo!!”
    “ Sono pazzo, va bene, ma smettila di rompermi le palle e di starmi sempre appresso! Non sei la mia balia!!”
    “ Certo, scusa allora se mi sono preoccupata per te, se tutti ci stiamo preoccupando di te!!”
    “ Nessuno ve l’ ha chiesto! So badare benissimo a me stesso!!”
    “ Come no! E si è visto come! Sei solo uno stupido egocentrico! Hai ragione, non vale la pena preoccuparsi di qualcuno che pensa solo a far del male a se stesso!!”
    “ Chi sei tu per sputare sentenze? Credi di saper tutto della vita solo perché sei la moglie di mio fratello? Per averla spuntata contro migliaia di ragazze che sarebbero onorate di farti la pelle?”
    Alice fu scossa da un tremito prima che la sua mano si alzasse e colpisse la guancia sinistra del cognato. Tom la fissò sbalordito, incapace di rendersi conto del gesto appena subito. Sentì una furia cieca salirgli nel petto tanto da afferrarla per le spalle e sbatterla al muro.
    “ Chi cazzo credi di esser ragazzina? Vuoi far la fine di quella stronza?”
    Gli occhi di Aly si riempirono di lacrime. Non avrebbe voluto farsi vedere così debole ed indifesa, ma ora le faceva paura. La porta si aprì all’ improvviso e Bill apparve sulla soglia. Stava parlando al cellulare, ma le parole gli morirono sulle labbra.
    “ Ti richiamo dopo…” Riuscì solo a dire, prima di precipitarsi verso i due litiganti.
    “ Che cazzo sta succedendo?!” Gridò, tirando a sé Alice con fare protettivo.
    “ Niente…” Brontolò il gemello, cercando di guadagnare l’ uscita.
    “ Tu non vai da nessuna parte, se prima non mi darai una spiegazione!”
    “ Chiedilo a tua moglie, visto che il segno rosso che ho sulla guancia sono le sue 5 dita!”
    Alice si era accasciata sul divano quasi svuotata. Sentiva di aver perso, di aver fallito su tutti i fronti. Si era ripromessa di mantenere il sangue freddo in quella circostanza e di aiutare Tom in quel momento così particolare della sua vita, senza considerare che lui non voleva esser aiutato. Aveva perso la sua famiglia, aveva guai con la giustizia, stava andando alla deriva, senza possibilità di appiglio. Neppure Bill era riuscito nell’ intento, se non a farsi mandare a quel paese.
    “ Tom, se Alice ti ha dato uno schiaffo credo che tu lo meritassi. Sono giorni che viviamo nell’ angoscia!”
    “ Scusa fratellino se a causa mia hai saltato la seduta dal parrucchiere!!”
    “ Vaffanculo Tom! Quando fai così ti ammazzerei con le mie mani! Fino a dove credi di poterti spingere? Non risolverai il problema allontanando tutte le persone che ti amano!”
    Si diresse verso la grande finestra del salone ed osservò il sole che ancora alto nel cielo inondava coi suoi raggi il giardino, la panchina dove lui e Gaby erano soliti sedersi, dopo aver passeggiato per un po’. Il suo pancione era diventato piuttosto ingombrante negli ultimi tempi e sovente era costretta a riposarsi. Il pensiero che tutto questo non ci fosse più era peggio di un coltello che gli trafiggeva il cuore.
    Senza proferire parola uscì. I ricordi lo stavano sopraffacendo senza possibilità di scampo. Tolse il cellulare dalla tasca e compose il numero della moglie per l’ ennesima volta nella giornata, senza aspettarsi alcuna risposta. Era stato così fino a quel momento. Dopo alcuni squilli, una voce lo stupì con un energico “ Hallo”.
    “ Tom, Gabrielle non vuole parlare con te. Sta bene, non preoccuparti…”
    “ Josh, per favore passamela…” Supplicò.
    “ Sta dormendo, lasciala in pace…” Il click che interruppe la conversazione fu devastante al pari di una fucilata. Non avevano avuto modo di parlare, di discutere, Gaby si era chiusa in se stessa rifiutandolo a priori. Certo aveva compiuto più sbagli lui in due ore che un altro qualsiasi esser umano in tutta la sua vita. Sperava solo che la questione con la stalker si risolvesse in tempi brevi, almeno avrebbero potuto volare in America e finire l’ album. Era certo che il lavoro avrebbe risolto parecchi dei suoi problemi esistenziali e appianato le divergenze coi familiari. Persone che lo amavano ma che lui non era in grado di contraccambiare.
    Si voltò verso la grande casa e non fu sorpreso di vedere le figure della cognata e del fratello osservarlo attraverso i vetri.
    Era una merda, stava mandando a puttane tutta la sua vita.
    Si accese l’ ennesima sigaretta e aspirò il fumo a pieni polmoni.
    “ Morirai presto…” Una voce alle sue spalle lo fece sobbalzare.
    Georg serio in volto lo stava osservando a braccia conserte.
    “ Che ci fai tu qui?”
    “ Nulla, un giro. Mi piace il tuo giardino…” Disse con un sorriso sghembo. Che mai poteva fare lì, se non visitare il suo amico disperato?
    “ Dovresti smetterla con tutte quelle sigarette…”
    “ Per quel che mi importa…”
    “ Magari a te no, ma là fuori c’è qualcuno che si aspetta qualcosa da noi. Qualcuno che non capisce il dramma che stai vivendo, ma che ha voglia di ascoltare la nostra musica e rivedere le nostre facce in circolazione…”
    “ Io vorrei solo che ritornasse tutto come prima, rivoglio Gabrielle e la mia famiglia…”
    “ Allora vattela a riprendere e riconquista ciò che hai perso. Non ti riconosco più Tom! E fai qualcosa per i tuoi capelli, sei uno schifo così.”
    Doveva immaginare che Georg prima o poi avrebbe parlato, anzi si era stupito che ancora non avesse commentato gli ultimi avvenimenti. Si era messo in disparte, acuto e silente osservatore, lasciandolo volutamente grogiolare nel proprio dolore. Parlare con lui gli era mancato, lo capiva solo in quel momento.
    “ Hagen che devo fare?” Chiese speranzoso.
    “ Vai da Gaby e riportala qui. Dio solo sa quanto lei lo desideri…”
    “ Che vuoi dire?”
    “ Quello che ho detto.”
    “ Non capisco…”
    “ Avete bisogno di stare un po’ insieme. Solo tu e lei senza pressioni, né gente intorno.”
    “ Come fai ad esserne così sicuro?”
    “ Sensazioni. Tra me e Noemi ha funzionato…” Rispose, dandogli una pacca sulla spalla.
    Perché aveva improvvisamente voglia di credere alle parole dell’amico?
    “ Grazie ci proverò, anche se al momento mia moglie si rifiuta di parlare con me anche al telefono…”
    “ Dalle tempo, non sei l’ unico che soffre…” Gli faceva un certo effetto seguire i consigli di Georg, ma dovette convenire che molto probabilmente aveva ragione.
    “ Vuoi entrare?”
    “ No devo andare, Noemi mi sta aspettando a casa per andare in clinica a trovare Benedetta e la piccolina.”
    “ Salutale, domani andrò anche io…”
    Domani. Pronunciare quella parola gli era più facile. Il futuro appariva un po’ meno nero, grazie alla loro chiacchierata.
    “ Ci vediamo Tom, e mi raccomando stai su. Ci serve ancora un chitarrista!” Esclamò battendo il “cinque” sulla sua mano.
    Alice sorrise osservando la scena. Il litigio di poco prima era già un ricordo. Era felice che avesse ritrovato momentaneamente il buonumore. Se solo Gabrielle fosse stata meno cocciuta ed avesse accettato di dividere quella grande sofferenza con lui, forse non sarebbero arrivati a quel punto.
    La porta si aprì e Tom entrò. Sul suo volto un misto di imbarazzo e senso di colpa.
    “ Scusa…” Dissero contemporaneamente l’ uno all’ altra.
    Si guardarono e scoppiarono a ridere. L’ abbraccio che seguì fu meglio di qualsiasi altra parola.
     
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  13. ~Automatisch ;
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    Lo sapevo, vale la pena
    aspettare.
    Il capitolo è fantastico.
    La scena del litigio è davvero reale.
    Tom e Gaby si trovano bene perchè entrambi
    sono molto cocciuti, e ovviamente arriva Georg a salvare la situazione
    Sono rimatsa colpita dal pezzo in cui Tom
    dice a Aly che se non avesse finito di parlare le avrebbe fatto fare la stessa fine della stalker.
    CITAZIONE
    Tom la fissò sbalordito, incapace di rendersi conto del gesto appena subito. Sentì una furia cieca salirgli nel petto tanto da afferrarla per le spalle e sbatterla al muro.
    “ Chi cazzo credi di esser ragazzina? Vuoi far la fine di quella stronza?”

    Certe volte è esagerato. Alice gli ha dato lo schiaffo perchè se l'è meritato, non per altro.
    Un po' lo capisco, anche io sarei distrutta dalla situazione che si è formata, ma avrei ascoltato i miei amici invece di allontanarli e litigare con loro.
    Bravissima mamy, continua presto!

    Edited by ~Automatisch ; - 19/10/2009, 18:06
     
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  14. .brokenINNOCENCE
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    Mh.
    Devo elaborare bene tutto ciò...
     
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    Stop Babe

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    Fa schifo, vero amò?
     
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827 replies since 10/10/2009, 18:24   12195 views
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