The Meridian Hour

traduzione by cynical_terror-undrockroll

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    Ragazze io posto lo stesso, Giorgia è improvvisamente scomparsa o.o un attimo che arriva ^__^ speriamo seza orrori! xDD
     
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    miticaaaaaa
     
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    titolo: The meridian hour
    autore: cynical_terror,undrockroll
    raiting: Nc 17,Het
    avvisi: Adult Content,Crossdressing,Heavy Kink
    genere: Drama, Romance,Sex Change,Twincest,angist
    traduttrice: **stern**
    beta:quella santa di MorgieStorm
    link storia originale: The Meridian Hour



    12° CAPITOLO



    jpg

    Mise a fuoco lentamente il posto in cui si trovava. Bill sbatte le palpebre, muovendo la bocca, leccandosi le labbra. Ogni cosa era intorpidita e oppressa, ogni cosa si muoveva a rallentatore. Si sentì come se non sarebbe stata più in grado di muoversi, non riusciva a sentire più il suo corpo.
    “Bill, Bill.” disse una voce dolce e familiare.
    Guardò al suo fianco: suo fratello era lì, sorridente che le stava tenendo la mano. Perchè non poteva sentirlo?
    “Tom,” la sua voce era lievemente più bassa, bloccata nella sua gola. “Oh, Dio.”.
    “Shhh,” la tranquillizzò Tom, spostandosi dal suo posto per sedersi sul letto di Bill. Le strinse la mano e finalmente la sentì, sospirò, battendo appena le ciglia per focalizzare.
    Ci vollero alcuni istanti prima di capire dove fosse e ciò che le era accaduto. Le pareti scialbe dell'ospedale la circondavano insieme ad un tintinnio incessante; era attaccata ad alcune macchine. “Tomi...” alzò lo sguardo leggermente nel panico.
    “Va tutto bene,” mormorò accarezzandole il viso. “Va tutto bene, Bill, sei stata bravissima. Hanno detto che il tuo intervento è andato benissimo.”.
    “Dov'è mamma?” guardò dall'altra parte, ma la stanza era buia e vuota, eccetto per Tom.
    “Lei e Gordon sono giù, a bere del caffè. Ti stavamo lasciando dormire, ma io non volevo andare.” rispose lui. “Dobbiamo far sapere a qualcuno che ti si svegliata.” Bill scosse la testa aggrappandosi alla mano di Tom, sentendo nascere alcune lacrime negli occhi.
    “Bill, shh.” disse a bassa voce, baciandole la fronte. “Va bene, puoi piangere. Hanno detto che devi farlo.”
    Cercò di muovere le gambe, sentendo dolore ovunque e piagnucolò. Un impeto di dolore fece strada dentro di lei, così strinse forte la mano di suo fratello.
    “Tutto okay, piccola?” Tom abbassò la voce, portando la testa vicino a Bill. Era così dolce perfino quando era in quello stato incerto, lo riscaldava. “Vuoi qualcosa?”
    Lei annuì. “Ho sete.” mormorò.
    In un istante Tom si alzò, lasciando andare la sua mano per un attimo alla ricerca di una tazza di acqua che era su di un ripiano lì vicino. Glielo portò avvicinandolo alle labbra e accarezzandole i capelli mentre sorseggiava il liquido fresco. “Questa è la mia ragazza.” disse a bassa voce.
    “Mm,” canticchiò Bill, guardandolo e sorridendo appena un po'. “Si, Tomi? Ora? Sul serio?”
    “Sul serio.” ridacchiò. “E Anche fottutamente bella.”
    Alcune lacrime si riversarono lungo le guance di Bill e singhiozzò in silenzio afferrando di nuovo la mano di Tom che si accomodò sul letto, tenendola stretta e strofinandole le braccia.
    “Non piangere.” le disse con tono rassicurante. “Chiamo mamma, vuoi vedere mamma?”
    “E Gordon.”.
    “Li chiamo, saranno così felici di vederti.” le baciò le labbra e lei sospirò, non volendo che andasse via, ma non aveva alcuna forza per obiettare. Tom uscì dalla porta, chiudendola con un leggero click, alla ricerca dei loro genitori.
    Bill chiuse gli occhi ed emise un lungo e profondo respiro.
    Era fatta. L'intervento era completo e lei era...
    Deglutì, non voleva piangere. Sapeva che sarebbe dovuta essere felice, ma c'era un groviglio di emozioni dentro di lei che lottavano per il dominio. Non voleva che sua madre, Gordon e Tom la vedessero infelice- aveva lottato per questo, lo voleva per se stessa e aveva fatto soffrire molto tutti per ottenerlo.
    Lei era felice. Ci avrebbe messo solo un po' per sentirsi di nuovo completa.

    **
    A casa non si sentiva più come casa.
    Bill aveva deciso che Gordon la sistemasse nel suo letto, il suo stomaco si contorse mentre il suo cuore le faceva male. Lei era diversa e così tutto il resto. Era stata via solo per sette giorni, sette confusi, dolorosi giorni in ospedale, ma tutto era cambiato così tanto.
    Non importava se era alterata dagli antidolorifici e l'intera stanza girava ma tutto era emozionante, dentro era così piena mentre fuori era così intontita.
    Non si rese conto che stava piangendo fino a quando Gordon non la strinse fra le braccia e si ritrovò con la camicia zuppa.
    “Non voglio stare da sola qui, niente di mio sembra lo stesso.” schiamazzò nel suo collo. “Per favore. Voglio Tomi.”
    Apparentemente Tom le era vicino, perché Bill sentì immediatamente un calore familiare e le sue braccia confortanti. Gordon aveva indietreggiato, ed improvvisamente Tom era tutto, dopotutto, se lei non fosse stata così fuori di testa avrebbe realizzato che lui era sempre stato lì.
    “Hey, va tutto bene, è tutto okay.” le sussurrò Tom accarezzandole la schiena, il collo e i capelli mentre lei i scioglieva nel suo tocco.
    Tutto era cambiato ma non il suo Tomi.
    “Mi sono pisciata sotto oggi!” si ritrovò a dire. “Non riesco a capire come cazzo... anche pisciare adesso!” Avrebbe messo l'imbarazzo da parte, per qualsiasi altro momento, ma in quel preciso istante non le importava. “E ho questo dilatatore in me che mi fa male, cazzo se fa male!”
    Tom la strinse forte, senza dire una parola. Non sapeva che lui era pallido e sudato, a mala pena sapeva che era lì. Tomi era sempre lì.
    “E' in me.” disse e delle lacrime iniziarono ad uscire di nuovo. Si strinse così forte contro di lui che trasalì e lei scosse la testa.
    “Sei una ragazza.” fu tutto quello che Tom pensò di dire.
    “Si,” rispose fra le lacrime. “Si cazzo una ragazza e fa male.”.
    Le lacrime non vollero fermarsi fino a quando, stanca, non cadde in un sonno irregolare. Tom rimase con lei, lisciandole i capelli spenti, lasciando che il suo calore la proteggesse.

    **

    I dilatatori erano i nuovi nemici di Bill: tre angoscianti volte al giorno doveva inserire lo stant* di plastica sottile. Nonostante all'interno era ancora dolorante e infiammata; lei era tutte curve e fragile.
    Gli stant erano di forma lunga come dei proiettili sottili, con la punta all'estremità così liscia. Avevano lo scopo di tenerla aperta, per fermare il suo corpo dal rimarginare quella che riteneva una ferita; era funesto.
    Ma lei doveva ancora inserirli, doveva mantenere il suo nuovo corpo aperto altrimenti si sarebbe chiuso e avrebbe perso tutto quello per cui aveva lavorato; i dottori erano stati molto severi a riguardo: tre volte al giorno per due mesi; due volte al giorno per quattro mesi e poi due o tre volte a settimana per...
    “Il resto della mia vita.” si lamentò, affondando in profondità nella vasca. Quasi si addormentò l', l'avrebbe anche voluto se Simone non fosse entrata.
    “Tesoro.” pronunciò a bassa voce, assicurandosi di spegnere le luci mentre si avvicinava alla vasca. Bill era stata sola a casa per un paio di giorni ma a lei non piacevano le luci per via delle troppe emicranie, i troppi dolori dietro ai suoi occhi e naturalmente non voleva essere vista. Era molto insicura riguardo al suo corpo in fase di guarigione e la cosa buffa era che adesso né aveva a che fare più di prima.
    Simone doveva aiutarla con i dilatatori, almeno per i primi giorni; sua figlia a malapena riusciva ad usarli, così sua madre aveva deciso di prendere un occhio clinico per lei; infatti l'aiutava ad inserirli senza commenti, senza guardare più del dovuto e il più rapidamente possibile.
    Certamente doveva guardare ed era segretamente compiaciuta per i risultati. Avevano visto tutti le immagini date dal medico, erano tutti stati ai colloqui e sapevano che i risultati avrebbero potuto essere esteticamente non piacevoli, avrebbero potuto avere delle complicanze e Bill avrebbe potuto sottoporsi ad altri interventi chirurgici, successivi, per riordinare il tutto.
    Ma ciò che Simone aveva visto l'aveva tranquillizzata: Bill sembrava come una qualsiasi altra donna, era un po' gonfia, ma c'era da aspettarselo e aveva due cicatrici piccolissime e rosse dove le avevano fatto l'incisione.
    Bill finora si era rifiutata di guardare, era troppo spaventata, troppo sconvolta ma Simone sapeva che sarebbe stata contenta.
    Si sedette accanto alla vasca. “Hai preso gli ormoni oggi?” chiese. “Devi iniziare a prenderli di nuovo.”
    “Si, l'ho fatto.” sospirò. Affondò ulteriormente nella vasca. “Quando posso tirarlo fuori?”
    “Ancora cinque minuti. E' l'ultimo della giornata.”
    “Grazie a Dio.”
    Rimasero sedute in silenzio e poi Bill afferrò la spalla di sua madre con una mano bagnata. “Grazie... per l'aiuto, non dire nulla. E' imbarazzante; non riesco neanche a sopportare le infermiere che lo fanno nonostante sia il loro lavoro.”
    “Penso che tu voglia tenerle alla larga.” disse Simone con un sorrisetto. “Nessuno vorrebbe andare da loro.”
    “Io, infatti non lo voglio terribilmente.” scivolò ancora più in basso nella vasca. “Io solo non voglio guardare ma loro invece cercano di farmi vedere.”
    “Dovrai guardare qualche volta.”
    “Lo farò non appena non avrò bisogno dell'aiuto di qualcuno, quando potrò farlo da sola; quando è necessario.” disse Bill un po' scontrosa e Simone decise di cambiare argomento.
    “Dovrai andare all'ospedale domani, per incontrarti con il dottore. Non vuole fare chiamate a casa, non importa chi tu sia.”
    Bill gemette solo.
    “Bill,” le spinse via i capelli bagnati dalla fronte, nell'oscurità della stanza. “Non sei solo un po' felice dopo tutto questo?”
    “Io sono felice.” rispose. “Io solo... fa male e sono ancora così... emotiva.”
    “E' tutto normale. Il dottore ha detto che potrebbe durare settimane fino a quando tu ti senta più come la vecchia te stessa.”
    Bill calciò le gambe e si lamentò. “E' proprio questo!” disse miseramente. “Non voglio più sentirmi come la vecchia me!”

    **

    Il dolore oscillava fra il terribile e il non-terribile a giorni alterni. La tolleranza di Bill non era così alta, ma cercava sempre di trattenere le sue lamentele, tenendole al minimo. Era l'unica cosa che poteva gestire dopotutto.
    Era da sola nella sua stanza, sdraiata sul suo letto che emetteva sospiri pesanti. Aveva le gambe divaricate sotto le coperte e sentiva più dolore del solito. Aveva appena finito di gironzolare per un po' e poi era andata in bagno.
    Tutte quelle attività erano veramente faticose per lei.
    “Oddio!” si lamentò leggermente, chiudendo gli occhi, raggiungendo il comodino accanto al letto per i suoi antidolorifici. Guardò il bicchiere vuoto accanto alle medicine lagnandosi. Non riusciva ad ingoiare le pillole senz'acqua ed aveva un disperato bisogno di riprendersi.
    “Tomi!” urlò debolmente, la sua voce era appena al di sopra di un borbottio. “Tomi...”
    Raggiunse il suo cellulare e prendendolo lo aprì. Invio un messaggio con su scritto 'portami subito dell'acqua per favore' e lo inviò a suo fratello, lasciando cadere il cellulare sul copriletto.
    Allargò ancora di più le gambe, alleviando un po' di dolore e posò le mani delicatamente fra di loro. Rimase sotto le coperte e il primo vero brivido di eccitazione l'attraversò.
    Era tutta una ragazza, poteva sentirlo.
    “Bill,” la chiamò Tom col fiatone, correndo nella stanza. Aveva una bottiglia d'acqua e un impacco caldo**. Sorrise e lui le si sedette accanto. “Scusami, ero al piano di sotto.”
    “Va bene,” disse restando sempre a gambe divaricate; arrossì un po', avendo Tom nella stanza proprio in quel momento.
    “Stai bene?” le chiese dandole la bottiglia. Lei annuì liberandosi per afferrarla. Guardò il movimento delle mani sotto la coperta e Bill notò i suoi occhi lampeggiare un po'.
    “Sto bene, ho solo bisogno delle pillole.” rispose infilandone due in bocca ed ingoiando dell'acqua. “L'impacco caldo è un colpo di genio però!”
    “So' cosa piace alle ragazze.” ribadì strizzando un occhio. L'aiutò a far scivolare l'impacco sulla schiena e lo lasciò lì, osservando il suo sospiro soddisfatto. “Ti sentirai meglio in pochissimo tempo.”
    “Spero di sì.”
    Fece scivolare nuovamente la sua mano sotto le coperte tenendosi, più forte questa volta. Tom guardò con interesse, notando i movimenti lenti delle dita nascoste sotto il tessuto. Sapeva che non avrebbe dovuto fissare, ma non poteva farne a meno.
    Moriva dalla voglia di sapere com'era lì sotto, moriva dalla voglia di soddisfare i propri timori e curiosità.
    “Bill.” pronunciò a bassa voce facendole aprire gli occhi.
    “Hm?”
    “Um,” arrossì guardando finalmente altrove. “Ti senti meglio?”
    “Lo è stato solo per un minuto.” sorrise vagamente e chiuse di nuovo gli occhi, appoggiando la testa all'indietro. “Non preoccuparti, sono solo io che non sono in grado di gestire un po' di dolore.”
    “E' più di un po',” si spostò più accanto. “Ma non fa male come prima, giusto?”
    Bill scosse la testa muovendo un po' le dita. Non era bello, ma non faceva neanche male. Aveva paura di non poter sentire più niente dopo l'operazione; alcune donne trans lo dicevano. I medici le avevano detto che avrebbe saputo molto presto se poteva avvertire delle sensazioni, se sarebbe stata in grado di raggiungere un orgasmo.
    La maggior parte delle trans che raggiungevano l'orgasmo avevano i clitoridi molto sensibili, sin dall'inizio. Bill non sapeva se anche lei lo aveva, non aveva toccato come non aveva guardato.
    “Vuoi che me ne vada?” chiese Tom e lei scosse velocemente la testa.
    “No, no.” le sue guance bruciavano. Le dita si piegarono un po' più oltre il pigiama e sentì un piccolo spasmo di eccitazione. Bastava essere nella stessa stanza con Tom che in questo momento la faceva sentire un po' arrapata.
    E la sensazione era riconoscibile, era la stessa eccitazione che le faceva rotolare il ventre come quando era un ragazzo. Non era cambiata. Ma, appena pressò le dita più in basso e più forte, più intensamente di quando avesse più osato, trovando una piccolissima protuberanza fra le gambe, sentì qualcosa che non aveva mai provato prima d'ora.
    Non riusciva a spiegarlo ma rimase a bocca aperta girando la testa immediatamente. Tom si spostò in avanti, toccandole la gola e la spalla.
    “Va tutto bene?” sollecitò. “Fa male?”.
    Lei in risposta si morse il labbro, sentendo il dolore in un modo totalmente diverso. “No, io solo... Ho sonno.”.
    Lui si sporse in avanti baciandole dolcemente le guance. “Posso andare...?”.
    Sapeva che l'avrebbe capita proprio perchè, improvvisamente, era piena di strane emozioni e sentimenti. “Forse, sì!”. Tom annuì solo, baciandola ancora una volta e alzandosi in piedi.
    “Lancia un urlo se hai bisogno di qualcosa, sarò nella mia camera.” disse.
    Lei sorrise e lo guardò andare, tenendo ancora la mano lì, silenziosamente entusiasta per quello che sentiva fra le sue gambe. Non era ancora pronta, non ancora per toccarsi veramente, ma si sentiva lo stesso fiduciosa.

    **

    Quando Tom chiuse la porta dietro di sé, chiuse gli occhi e si appoggiò contro di essa, buttando fuori un lungo e pesante sospiro.
    Era stato bene nelle ultime due settimane. Aveva mantenuto a bada i propri istinti, accarezzandosi tranquillamente di notte ma, arrendendosi prima del colpo finale, prima di soddisfare tale bisogno.
    I pensieri di Bill non volevano lasciare la sua mente: erano freschi e allettanti e non poteva smettere di pensare a lei. L'avrebbe pensata nuda, in grembo, che si contorceva e lentamente scendeva sul suo cazzo duro. Si sarebbero combaciati perfettamente e lui avrebbe pressato la sua faccia fra le sue tette, inalando solo la sua fragranza di ragazza.
    L'avrebbe posata a terra e le avrebbe trascinato le mani lungo i fianchi, fermandosi solo quando avrebbe trovato il caldo. Si sarebbe pressato sul suo ventre guardando i suoi fianchi sporgenti, accarezzando il suo interno coscia.
    Il profumo del suo calore l'avrebbe inebriato, e lui bramava di respirarla, assaggiarla.
    Attraversò la stanza e si sdraiò sul letto, afferrando la sua vecchia chitarra acustica mettendola su, fin sopra allo stomaco, avrebbe messo da parte la frustrazione in questo modo, pizzicando le corde e strimpellando con noncuranza.
    Non aveva pensato più di tanto a come sarebbe stato vedere Bill toccarsi, pressando le sue dita, facendola guizzare e dimenarsi un po' per il dolore.
    Continuò a suonare e a pensare. Cazzo, la voleva, era così incasinata la cosa? Era così disastroso se era attratto da lei anche mentre soffriva, anche mentre stava guarendo?
    Quasi si strozzò, ma sarebbe dovuto passare del tempo prima di ottenerla.
    Strimpellò di proposito, solo per fare molto rumore cercando di non pensare. Non aveva mai voluto nessuno, così tanto, in vita sua.
    Ma Tom avrebbe aspettato lo stesso, per sempre.

    **

    “Ho bisogno della mia ciambella!” gemette Bill dal divano. “Gordon! Gordon! Voglio la mia ciambella!”.
    Dieci giorni a casa e Bill era di nuovo in piedi a dare ordini alle persone intorno a lei. Tom era fuori all'entrata della veranda con Georg e Gustav, ma poteva sentire Bill dall'interno della casa, era sempre stata così chiassosa e questo lo consolò.
    “Non sa che siete qui.” disse rivolgendosi ai suoi amici. Erano strapieni di fiori, regali e stranamente con un paio di palloncini.
    Georg aveva in mano due palloncini rosa con sonagli da bambino su di loro. “E' una ragazza!” affermò Tom roteando gli occhi.
    “Sono necessari?” chiese.
    “Pensavo che avrebbero fatto ridere Bill!” rispose Georg.
    “Non ha riso molto ultimamente, ha solo urlato.” disse lui serio. “Vado di lì a vedere cosa sta facendo e con gentilezza... con gentilezza le propongo l'idea che voi, ragazzi, venite a trovarla. Okay?”.
    “Ma pensavo glielo avresti chiesto.” disse Gustav.
    “L'ho fatto, ma lei solo...” Tom si strofinò gli occhi. “Cazzo, siamo tutti solo...”
    “Va bene. Tu vai a parlare con lei, noi ti aspettiamo, se per lei non va bene, non è un grosso problema.”
    Lui annuì, sorridendo debolmente verso di loro ed entrò in casa. Bill stava ancora urlando a squarciagola dal salotto e lui si avvicinò con cautela.
    “Tomi!” lo chiamò una volta entrato in salotto. “Ho bisogno della mia ciambella!”.
    “Io... non penso che ce ne siano.” lei fece una smorfia.
    “Non una ciambella! La mia ciambella. Sai, il cuscino che mi ha dato l'ospedale,”
    “Oh, si...” Tom rabbrividì, preparandosi alla potenziale crisi di Bill. “Non so dove sia.”
    “Merda,” borbottò. “Sto così scomoda e voglio solo mettermi seduta.” era sdraiata sulla schiena, sembrava triste. “E sono annoiata e ho tanta sete.”.
    “I ragazzi sono qui.” disse lui in fretta. Stava per proporlo gradualmente, ma Bill sembrava come se avesse bisogno di una distrazione. “Georg e Gustav hanno fatto un salto per vederti.”
    Bill sbatté le palpebre, toccandosi il viso. “Ora?”.
    “Si.”.
    “Oh mio Dio!” gemette coprendosi la faccia col cuscino su cui era sdraiata. “Sono una merda!”
    “Stai bene Bill! E a loro non importa,” disse a bassa voce. “Si preoccupano, Bill... Vogliono solo vederti di persona per vedere se stai bene.”
    “Tomi,” si lamentò pateticamente.
    Andò a sedersi accanto a lei, lisciandole i capelli. Aveva due trecce basse e Tom stentava a credere che lei era mai stata suo fratello. Era così dolce con gli occhi spalancati e lucidi. “Andiamo, Billi, non sei stufa di vedere la mia faccia?”.
    “Falli entrare.” borbottò. “E trova la mia ciambella!”
    “Per favore?”.
    “Ora,” fu tutto ciò che disse, mettendosi di nuovo sdraiata a fissare il soffitto.
    Tom combatté con la voglia di ridere un po' mentre si avviava lungo la veranda. Georg e Gustav erano seduti sembrando imbarazzati.
    “Se non è pronta.” disse Gustav.
    “Possiamo andare via,” aggiunse Georg. “Puoi darle tu tutti questi.”
    “Assolutamente no, le darete voi tutte queste cose!” rispose Tom tenendo la porta di casa aperta. “Solo... ditele com'è bella però non siate troppo...”
    “Tom,” lo interruppe Georg. “Ho già avuto a che fare con questo; so come parlare ad una fottuta ragazza.” sorrise un po' e Tom roteò gli occhi.
    Quando entrarono nel soggiorno, Bill era abbracciata al suo cuscino che già arrossiva. “Hey!”.
    Ci fu un attimo di silenzio, tutti e quattro a fissarsi stupidamente fra di loro.
    “Um. Sei bellissima.” sbottò alla fine Georg e Bill sorrise. Era da prima della chirurgia che Tom non sentiva la sua risata e questo lo fece felice.
    “Sta zitto!” rispose, allegra. “Ho l'aspetto di una che è passata in uno strizzatoio... Ed è così.”.
    “Beh, allora stai meglio di quanto dovresti essere.” affermò il bassista onestamente. “Ma tu sei disgustosamente attraente, così....”
    Lei arrossì e sorrise di nuovo. La prima reazione di Tom era di essere incazzato con Georg che stava filtrando con sua sorella, ma non poteva esserlo; non con sua sorella che sorrideva così tanto.
    “Ti abbiamo portato delle cazzate.” disse Gustav, porgendole i fiori e i regali. Georg tirò fuori i due palloni e gli occhi della mora si allargarono, non arrivando a crederci.
    Finì improvvisamente in lacrime. “Oh mio Dio!” si mise seduta asciugandosi il viso. Le lacrime continuavano a scendere e Tom lanciò uno sguardo ai suoi amici. Questo non era niente di nuovo. Si accovacciò accanto a lei, strofinandole la schiena.
    “Stai bene?”.
    Bill singhiozzò tornado a ridere e spingendo via Tom, sogghignando. “Dio, è così divertente!” continuò a ridere piangendo. “Cazzo, sei ridicolo!” disse a Georg.
    Tom si accigliò, ma gli altri tre erano scoppiati in una risata e lui ammiccò debolmente. “E' una ragazza,” disse stringendosi nelle spalle.
    Gustav si sedette in una poltrona e si sporse in avanti, i gomiti sulle ginocchia. “Come ti senti?”
    “Orribile,” rispose lei. “Io...” stava per entrare nei dettagli, ma poi si ricordò che ora era una vera ragazza, e le ragazze molto probabilmente non avrebbero parlato apertamente della loro pipì neanche fra di loro in un bagno. “Fa così male.” scelse di dire. “Sto cercando di uscire fuori dalla monotonia della mia mente. E ho bisogno della mia ciambella.” si spostò, facendo una smorfia. “Oh... ci sono seduta sopra. Cazzo, sto così male che non riesco neanche a dire se sono seduta sulla mia ciambella!”
    Tom ghignò.
    “Bene, noi abbiamo portato dei film.” annunciò Gustav. “Film da ragazza... e spettacoli televisivi.”
    “E alcuni film da ragazzi, per, um, Tom.” disse Georg strizzando l'occhio.
    “Grazie,” si trascinò al tavolo con sforzo; prese una piccola borsa e ci guardò detro. “Per me?”.
    Georg e Gustav annuirono.
    Lei contenta scavò, spingendo via la carta velina. Pescò una piccola busta e la tirò fuori fissandola. “Oh, mio Dio. Voi ragazzi.”
    Gustav ridacchiò. E Tom si sporse per osservare. “Oh per l'amor di Dio!”.
    Era un buono omaggio per Victoria's Secret. Lei annuì solo. “Grazie mille! Che altro?”.
    Passarono il resto del pomeriggio avendo, dopotutto una divertente visita. Bill scivolò in un modo confortante che non sentiva da tanto e prima che Georg e Gustav andassero via si addormentò sul divano.










    *Dopo l'operazione la vagina tende a chiudersi da sola; per questo, per mesi dopo l’operazione, lo stent vaginale - praticamente un dildo - deve essere inserito ogni giorno per mantenere la profondità ed evitare che stia chiusa.

    **Per chi, ignorante come me non sapesse cosa fosse scrivo cos'è. Praticamente sono delle garze, con oli e creme varie che, durante la gravidanza sopratutto, alleviano i dolori ai reni oppure i semplici mal di schiena come in questo caso- mah io sinceramente non né conoscevo l'esistenza o.o-

    Note finali: Non è betato e spero non faccia schifo! :cry: Ho semplicemente AMATO tradurre questo capitolo, non so... mi ha presa così tanto! Forse per via dell'operazione dato che amo la medicina** man mano che traducevo c'era sempre qualcosa che m'incuriosiva, tipo non so come si fa la vaginoplastica, in cosa consistono gli stant, come ci si sente dopo... e mi sono documentata trovando anche dei veri e propri video su operazioni di uomini che diventano donne e dire che è una cosa spettacolare è poco! La chirurgia fa veramente miracoli! E' incredibile come un uomo nasca diventando poi donna!
    Bene ora la finisco, divento paranoica quando una cosa mi prende così tanto :occhioni: non ho parlato per niente del capitolo!-.-
    Bhè Bill è isterica!ahhaha mi fa morire sembra una bambina viziata :ehsì: ma a Tomi piace così :cuore:
    Simone è... beh una mamma con la M maiuscola, qui ha dimostrato il suo amore incondizionato per la figlia e la trovo una cosa stupenda**
    Georg e Gustav... hahahah nonn siete morte dalle risate anche voi?? :ops: Georg che ci prova spudoratamente e poi i palloncini hahahah tipo da neonataaaa :agitato1:
    Tom gelosooooneeeee attento a Georg! u.u
    Vabien ora... ahh nonononoooooo dimenticavo una cosa importantissima!!!!! :angelo: VICTORIA'S SECRET!!!! Sono morta appena ho letto! Non oso immaginare Bill con un completino intimo dei suoi o_o tipo questo oppure quest'altro che lo trovo perfetto per lei -_- cioè sono perfetti!| Io andrei in giro con dei simili capi! u.u peccato che ti prendono per chissà cosa-.-
    Okay le mie note sono lunghissime u.u quindi la finisco xDD alla prossima! ^_^
     
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    Quando Tom chiuse la porta dietro di sé, chiuse gli occhi e si appoggiò contro di essa, buttando fuori un lungo e pesante sospiro.
    Era stato bene nelle ultime due settimane. Aveva mantenuto a bada i propri istinti, accarezzandosi tranquillamente di notte ma, arrendendosi prima del colpo finale, prima di soddisfare tale bisogno.
    I pensieri di Bill non volevano lasciare la sua mente: erano freschi e allettanti e non poteva smettere di pensare a lei. L'avrebbe pensata nuda, in grembo, che si contorceva e lentamente scendeva sul suo cazzo duro. Si sarebbero combaciati perfettamente e lui avrebbe pressato la sua faccia fra le sue tette, inalando solo la sua fragranza di ragazza.
    L'avrebbe posata a terra e le avrebbe trascinato le mani lungo i fianchi, fermandosi solo quando avrebbe trovato il caldo. Si sarebbe pressato sul suo ventre guardando i suoi fianchi sporgenti, accarezzando il suo interno coscia.
    Il profumo del suo calore l'avrebbe inebriato, e lui bramava di respirarla, assaggiarla.

    Un duro colpo per la mia parte twincester, ma comunque essendo un "mezzosangue" e quindi assolutamente lettrice e scrittrice anche di Fic Het, non posso far altro che dire che il capitolo è veramente intenso, vero e umano. Ci sono tutte le sensazioni, le frustrazioni, le illusioni e le delusioni che una situazione del genere può generare.
     
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  5. barby's
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    Spesso nella vita si è pronti a tutto per raggiungere un obiettivo tanto sentito, Bill ha rinunciato alla sua vita precedente per diventare ciò che sentiva dentro ed ora che è successo, viene travolta da mille dubbi e paure, dalla frustrazione e dalla curiosità di sapere come sarà veramente, perchè un conto è fantasticare su qualcosa, un conto è viverla sulla propria pelle... e tutta questa insicurezza viene descritta perfettamente nel capitolo, cosi come è adorabile Tom nel gestire la "nascita" della sorella... la parte finale è meravigliosa con i ragazzi che riescono a distrarla e Bill che fa un pò l'isterica, ma è tanto adorabile, non solo agli occhi di Tom
    Simone è davvero una madre esemplare sia nell'accettazione che nel metabolizzare tutto quello che sta travolgendo Bill, rendendolo anche per lei, tollerabile
    Mi è piaciuto tanto questo capitolo, mi sono piaciuti tutti
    Complimenti e grazie per la traduzione
     
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  6. Feffì
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    Quanto soffre Bill =0
    è stata stupenda la scena dove Georg e Gustav gli hanno dato i regali *-* aveva bisogno la compagnia dei suoi vecchi compagni <3 poi Georg ci sa fare sul serio hehe
    Bel capitolo!!

    CITAZIONE
    Non è betato e spero non faccia schifo!

    Naaaa, ma cosa dici!
    Traduci benissimo complimenti :3 * fa la ruffiana * posta presto <-*per questo fa la ruffiana*
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  7. Sayuri_the_Vampire
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    ma io ti amooooo ora leggo **
     
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  8. Sayuri_the_Vampire
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    forse è il capitolo che ho trovato più bello **

    diooooo è meraviglioso **
     
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  9. Zafirya
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    Oh, ho amato questo capitolo!<3
    E' il migliore per quanto riguarda le descrizioni tra quelli postati fino ad ora.
    Le autrici sono riuscite a cogliere alla perfezione tutto quello che un intervento di questa portata può generare in una persona.
    La parte finale è stata esilarante, mi piace un sacco questo rapporto che i ragazzi sono riusciti a creare con questa nuova Bill. Sono riusciti trovare da subito una buonissima sintonia.
    Alla prossima^^
     
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    Si io l'ho detto! A me è piaciuto tantissimo tradurre! Di solito, dopo due ore tre massimo inizio a dare di matto, invece questo beh è stato... non so "leggerissimo" direi per la mia mente xDD
     
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  13. PinaKaulitz88
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    Finalmente Bill è diventata una donna a tutti gli effetti, nonostante il dolore post-operatorio e l'umore instabile.
    Si sente scombussolata com'è normale che sia, ma la vicinanza di Tom, Simone, Gordon, Georg e Gustav fortunatamente l'aiuta a sentirsi meglio... Sono magnifici con lei :wub:
    Dovrà passare del tempo per raggiungere la felicità, però di certo ciò avverrà perchè finalmente può essere ciò che ha sempre desiderato e può farlo insieme al suo Tom che ama - e che la ama - tanto.
    Capitolo veramente bello ed emozionante, con descrizioni molto efficaci. Complimenti ^_^
     
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    CITAZIONE (**stern** @ 26/6/2011, 01:20) 
    Amo la tua firma*___*

    Dici a me?
    Se sì, grazie! :P

    E UP!
     
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  15. Sayuri_the_Vampire
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