The Meridian Hour

traduzione by cynical_terror-undrockroll

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    ancora nullaa T.T
     
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    Stop Babe

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  12. PinaKaulitz88
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    Ma il capitolo? ç_____________ç
     
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  13. Sayuri_the_Vampire
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    Ecco ragazze... ho promesso di postare oggi e lo faccio anche se il capitolo non è betato... Ci penseremo dopo... :lol: :lol: :lol: ho cercato di fare meno errori possibili ma... beh vedete voi xDDD poi lo modifico


    buona letturaaaa



    Titolo:
    The meridian hour
    Autore:cynical_terror,undrockroll
    Rating: Nc 17,Het
    Avvisi: Adult Content,Crossdressing,Heavy Kink
    Genere: Drama, Romance,Sex Change,Twincest,angist
    traduttrice: **stern**
    beta: MorgieStorm
    link storia originale: The Meridian Hour
    image

    Capitolo 8

    Tom entrò nella camera di Bill con la sua chitarra, strimpellando stupidamente. Lei alzò lo sguardo dal quaderno che stava scarabocchiando e rise. “Hei.” disse.
    “Ciao.” mise la sua chitarra per terra affianco al letto e baciò il collo di Bill.
    “Mi hai letto nel pensiero. Stavo giusto venendo per lavorare su alcune nuove canzoni. Vedi, ci siamo ancora capiti.” Tom fece un movimento fra loro, sorridendo di sghembo.
    “Nuove canzoni?”.
    Bill abbassò lo sguardo. Tom doveva aver pensato che stesse lavorando sui testi delle canzoni perché stava scrivendo sul suo solito quaderno degli appunti. “Oh, si. Forse più tardi. Sto lavorando su una specie di qualcos'altro ora.”.
    “La tua carriera da solista?” Tom fece una smorfia “Anche per quello avrai bisogno di un chitarrista, un bassista, e un batterista. A che serve?”.
    Bill roteò gli occhi. “Ho già avuto una carriera da solista, si chiamava Tokio Hotel.”.
    “Ouch.” Tom si sedette e avvolse le sue braccia intorno a Bill, stringendola e baciandola sul collo. Sorrise, appoggiandosi contro Tom ed inarcando la sua schiena, con orgoglio, ma timidamente, mettendo in mostra i suoi nuovi seni che Tom sembrava amare così tanto.
    Mise una mano su una di loro e la strinse delicatamente; Bill si lasciò sfuggire un piccolo gemito, sorprendendo entrambi.
    “Calma.” disse Bill , spingendo la spalla di Tom con il suo naso.
    “Su cosa stavi lavorando?”.
    “Niente.” Bill arrossì con veemenza, improvvisamente si sentiva in completo imbarazzo. “Vai via, Tom.”.
    “Stavi scrivendo qualcosa su di me?” sorrise “'Caro diario, Tom è il ragazzo più figo della scuola. È così fantastico e penso che potrei avere una cotta per lui. Oggi mi ha sorriso e io ero cosìììì imbarazzato.'”.
    “Esattamente.” Bill abbracciò il quadernetto al petto.
    “Se stai cercando di nascondere quel quaderno, stai andando nella direzione sbagliata” disse Tom, sogghignando e passando una mano lungo la clavicola di Bill, facendola cadere sulla rotondità del suo seno.
    “Dio, Tomi, sei così arrapato ultimamente.” confessò diventando rossa. Non si spostò scostò da Tom, anzi, lasciò che gli prendesse il seno fra le mani e lo strizzasse.
    “Cosa credi?” disse Tom, afferrando il quaderno di Bill, con una qualche lotta, mettendolo da parte. Tom s'inginocchiò, aprendo le gambe di Bill pressando tra di loro. Afferrò i seni di Bill con entrambe la mani e gemettero tutti e due. “Bill, tu mi fai diventare pazzo.”.
    “L'adulazione non è prevista.” disse Bill, sorridendo compiaciuto. Tenne il volto di Tom fra le mani, osservando la lussuria e il desiderio negli occhi di suo fratello. “Ma potrebbe essere accettata.” mormorò Bill, e spinse indietro Tom con mani salde.
    Tom barcollò e cadde sulla schiena, battendo i piedi, colpendo la scrivania di Bill. Il quaderno che stava scrivendo cadde sul pavimento vicino la testa di Tom, ma nessuno dei due gemelli se ne curò.
    “Sarai serio non appena...” Tom era sconvolto. Anche se lui e Bill erano stati più vicini ultimamente, lei non faceva saltar fuori cose di questo tipo. Aveva lasciato che Tom la baciasse, forse per sentirlo un po’, ma che si offrisse nel praticargli del sesso orale, beh questo era fuori dalle carte. Tom era in estasi. “Davvero, Bill?”.
    Bill annuì e strisciò fra le gambe di Tom “Dov'è mamma?” chiese.
    “Che importanza ha?” gracchiò fuori Tom. Fece scivolare le mani sulle sue cosce, pressando in mezzo, massaggiandogli l'erezione attraverso i jeans.
    “Non lo so, tu lo sai?” domandò. Si leccò le labbra, il suo piercing alla lingua scintillò e Tom deglutì.
    “Sta preparando la cena.” disse Tom con voce aspra.
    Bill abbassò la testa strofinò il muso contro l'inguine di Tom “Allora sarebbe meglio fare subito, eh?”.
    Tom non poteva che annuire mentre Bill tirava giù la sua cerniera, nel contempo il ventre stava pizzicando, e stringendo le sue cosce e il culo. Era così duro che era sicuro sarebbe venuto senza pensarci, e lo voleva per ultimo.
    L'unico sollievo che aveva trovato per mesi -a parte pochi, e dolorosi incontri, da far torcere l'intestino, con la bocca e la mano di Bill- era la sua mano, e il suo corpo voleva di più.
    La mano di Bill s'infilò nei pantaloni, trovando il suo cazzo e accarezzandolo.
    “Dio, sei così duro.” disse “Sei così caldo, Tomi. Voglio farti venire.”.
    Bill abbassò di nuovo la sua testa bagnò appena con la sua lingua l'ombelico di Tom, facendo movimenti circolari. Le sue mani rimasero sul cazzo di Tom, leggere, facendolo impazzire nella stretta.
    Tom serrò la mascella e buttò la testa di lato, continuando a fissare il tappeto sul pavimento. Il quadernetto di Bill giaceva a pochi centimetri dalla sua faccia e si concentrò su di esso. Bill non aveva scritto dei testi in effetti, aveva scritto...
    “Bill, cos'è?” chiese Tom, afferrando il quaderno.
    Bill aveva tirato fuori l'uccello di Tom, stava per leccarlo e Tom si alzò, spingendo via Bill.
    “Tom, lasciami succhiare.” disse Bill dando un occhiata all'agenda, andando nel panico. “Lasciami fare, lo voglio così tanto.”
    “Stronzate.” Tom guardò il taccuino e si accigliò, dimenticando completamente la sua erezione. Cacciò via le mani di Bill e tirò su la cerniera, fissandolo intensamente. “Bill... che diavolo è questo?”.
    “Una lista.” disse Bill molto tranquillamente.
    Tom lesse. Era una lista di nomi. Nomi da ragazza. Dei nomi davvero femminili.
    “Bill... Victoria?”.
    “Sta' zitto.” borbottò Bill, nascondendo la sua faccia.
    “Gisela?” Tom si accigliò “No. No, nessuno di questi. Bill, ma che cazzo?”.
    “È qualcosa a cui devo pensare.” rispose Bill altezzosamente “Devo, non posso essere ancora... Bill.”.
    “Perché?” la voce di Tom era così piena di disperazione che per poco non le lanciò una sberla in faccia. “Bill, perché? Perché vorresti liberarti dell'ultimo pezzo di te?”.
    La mascella di Bill cadde a terra e corrugò le sopracciglia “Scusa?”.
    “Cazzo, Bill, cazzo!” disse Tom con rabbia “È troppo.”.
    “Mi dispiace.” rispose Bill, fissandolo “Ma non posso rimanere un fottuto ragazzo per te.”.
    Tom si alzò in piedi, alzando il braccio, e si sentì come se fosse stato riportato a quasi un anno fa, quando entrambi erano ancora ragazzi, quando discutevano e avrebbero voluto prendersi a pugni a vicenda, in modo terribilmente violento.
    Bill si ritirò un po’, e Tom lasciò cadere subito il suo braccio.
    “Wow.” mormorò Tom. “Wow, non so.”.
    “Se avevi intenzione di colpirmi?” chiese Bill, seduta sulle ginocchia “Davvero?”.
    “No, stavo solo...” Tom raggiunse Bill sporgendosi in avanti e lei indietreggiò di nuovo.
    “Io ti amo come una ragazza, sai che lo faccio, non puoi accusarmi per questo.” si avvicinò in avanti e le accarezzò il viso, ma lei si staccò con ferocia, schiaffeggiandolo rapidamente su di una guancia.
    “Cazzo, Bill!”.
    “Non posso essere una ragazza di nome Bill!” scattò lei. “E non toccarmi!”.
    La rabbia aumentò in Tom, e gettò di colpo le braccia in aria. “Ma tu puoi colpirmi? Perché ora sei una ragazza? Tutto è cambiato così tanto? Merda! Sono stato manipolato piuttosto bene ultimamente, no?”.
    “Io non voglio che tu debba farlo.” disse Bill “Io voglio che tu voglia farlo, senza alcun problema.”.
    “Certo che è un problema.” disse Tom “Ti ho chiamata Bill per tutta la mia vita. Tu sei Bill, tu sei Billi. Io amo Bill.”.
    “Puoi amare... Victoria.” disse Bill, incrociando le braccia, serrando le labbra “O Gisela.”.
    “Andiamo, Bill.” disse, il suo tono si addolcì un po’ “Billi, questo è un nome da ragazza, no? Non puoi essere Billi?”.
    “Odio quel nome.” disse Bill mettendo il broncio.
    Le spalle di Tom si piegarono in avanti e sprofondò indietro, accanto a Bill. “Non lo fare.” disse. “Bill, per favore, io ti amo. Hai sempre avuto intenzione di essere Bill, sei sempre stata Bill. Come dici tu, questo è sempre stato dentro te. Sei sempre stata una ragazza, la mia sorella Bill. No?”.
    “Bill è un nome noioso.” fu tutto ciò che disse “Non è carino o attraente.”.
    Tom afferrò la spalla di Bill, stringendola “Tu sei così attraente, Bill.”.
    “Lo sai che non mi sento così.” disse Bill “Sono una ragazza con un cazzo.”.
    “Non mettere in mezzo il tuo cazzo adesso.” sospirò Tom.
    “Beh, ma è lì, cazzo.” sputò fuori Bill “Lo odio. Bill ha un uccello, Tom. Sono un mostro.”.
    “Bill ha le tette.” Tom la fissò “E per quel che mi riguarda io l'ho conosciuta lo scorso anno perciò, Bill non ha un uccello.”.
    “Vabbè.”.
    “Sì.” disse Tom, scuotendo la testa alzandosi di nuovo. Andò verso la porta. “Ho intenzione di andare a farmi una sega perché sì, io ho un cazzo.”.
    “Lo so che ce l'hai!” urlò Bill, alzandosi e stringendo le sue nocche.
    “Non toccare la mia chitarra, l'ho appena accordata.” Tom si voltò per andarsene e sbatté la porta dietro di lui.
    Bill rimase a fissare la porta e sentì come se dovesse piangere, ma le lacrime non caddero.

    **

    Tom si guardò intorno nel club, sentendo un ronzio nella sua testa con una leggera ebbrezza. Era fuori da casa, veramente fuori, per la prima volta dopo settimane. Era rimasto nascosto con Bill dopo l'intervento al seno, e anche prima d'allora non era veramente uscito.
    Non era da sé non tornare a casa, dato che se l'avesse fatto si sarebbe perso nel nuovo mondo di Bill. Aveva bisogno di uscire, altrimenti sarebbe diventato pazzo.
    Dal momento che il seno di Bill aveva cominciato ad aumentare, c'era stata molta tensione in casa. Tom aveva pensato che le cose sarebbero andate meglio dopo l'intervento chirurgico, che le cose si sarebbero perfezionate. Bill si stava aprendo sempre più, sopratutto con Tom.
    Pensava che forse le cose stavano tornando alla normalità. Certo, Bill non gli si era gettata addosso, era ancora a disagio col proprio corpo, ma si era lasciata toccare, baciare da Tom che aveva passato solo un po’ di tempo con lei; giusto quel poco tempo che bastava per mantenerlo sano mentalmente.
    Era un ragazzo dal sangue bollente e naturalmente aveva bisogno di soddisfare le proprie necessità che non venivano eseguite e perciò era frustato.
    L'intervento aveva reso Bill ancora più solitaria, facendola sentire ancor più in imbarazzo col suo corpo essendo apparentemente bloccata tra l'essere un ragazzo e una ragazza. Bill non aveva ancora lasciato che Tom vedesse i suoi seni, infatti stava morendo dalla curiosità, stava morendo dall'eccitazione per Bill. Voleva una Bill cattiva poiché lo era stata pochissimo ultimamente.
    Dopo la discussione sul suo cambiamento di nome, Bill non gli avrebbe nemmeno permesso più di baciarla.
    Era ovvio che Bill aveva paura di far vedere il suo corpo a Tom ed era comprensibile che non si sentisse sexy ultimamente, ma perché avrebbe dovuto reagire in modo avverso contro di lui? Tom era sempre lo stesso, no?
    Forse Bill non voleva toccarlo perché ora trovava poco attraente anche il corpo di Tom?
    Tom non si era mai sentito così insicuro prima d'ora; aveva bisogno di scopare, di venire, e la sua mano non ne era in grado. Ecco perché era fuori, doveva ammetterlo: aveva bisogno di sesso, e Bill non voleva neanche guardarlo.
    “Allora... cos'hai combinato?” gli chiese Georg. Erano entrambi in piedi, vicino al bar, ed era stato l'unico a convincerlo ad uscire di casa, e Tom gli era più che grato.
    “È solo una delle solite cose.” Tom rabbrividì “Lei.”.
    “Lei?”.
    “Lei, sì.” Tom scosse la sua testa “È cambiata molto.”.
    “Quanto molto?” chiese Georg “Quando è potuto cambiare?”.
    “Un sacco.” disse “Voi ragazzi non vi siete fatti sentire per niente.” sbottò Tom con amarezza e la faccia di Georg si oscurò. Entrambi avevano bevuto un po’, e Tom sapeva che non era il momento giusto per iniziare una discussione.
    Ma quando sarebbe stato il momento giusto? Georg e Gustav erano praticamente spariti dalla loro vita, dopo aver preso la pausa.
    “Bill non vuole vederci in realtà. Vero?” Georg sembrava annoiato e Tom buttò giù in suo drink e cercò di sorridere.
    “Non è un grande problema.” disse, cercando di cambiare conversazione con qualcosa di più allegro, ma Georg non volle.
    “È un grosso problema.” disse. “Queste sono le nostre vite, Tom. Non ho più una vita da quando la band si è sciolta.”.
    Le sopracciglia di Tom si aggrottarono “La band non si è sciolta, è solo una pausa.”.
    “Non fare lo stupido, sai cosa stanno pensando tutti, sai che la band è finita. Come potremmo andare avanti?”.
    “Parli come la casa discografica.” disse Tom.
    “Infatti la casa discografica sa di cosa stanno parlando. Chi comprerebbe mai un nostro cd dopo...”
    Dopo l'intervento chirurgico.
    “Basta, so cosa intendi dire.”.
    Era stufo di girare intorno a quel tema, stufo di ricevere dell' astio da parte dei suoi amici.
    “Bill ci ha fregati, e tu lo sai. La mia carriera è finita, è solo ridicolo ora. Il gruppo è uno zimbello e Bill-”.
    “Non chiamarla ridicola.” lo interruppe Tom “Non osare dirlo ancora. Lei ha solo seguito il suo cuore.”.
    “Come al solito! Bill ottiene sempre ciò che vuole. Non credevo che gli avresti lasciato fare questo.”.
    “Io?” la mascella di Tom cadde “Non è mio compito farla sentire una merda.”.
    “Voi due potete andare avanti e fare quello che volete.” continuò Georg “Gustav e io siamo fottuti.”.
    “Questo non-”.
    “Sì, Tom.” Georg alzò gli occhi e scosse la testa “Tu e Bill, come sempre siete tu e Bill. E la band?”.
    “Non posso parlare di questo.” era ben evidente, per Georg, che a Tom ribollisse il sangue nelle vene.
    “Tu non sai cosa sta passando. Tu non hai idea di quanto cazzo faccia male. Voi non la vedete tutti i giorni, voi non l'amate come lo faccio io, voi non...”.
    Tom si bloccò, stava per dire cose che non avrebbe dovuto dire. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo “Tu non vedi, Georg. Non le sei vicino e non è colpa tua... non proprio.”.
    “Non proprio?”.
    “Bisogna essere invadenti con Bill, lo sai. Potevi chiamarla o provare almeno a venire a trovarla. Lei pensa che voi la odiate.”.
    Guardò intorno, ai corpi che si contorcevano sul pavimento. Improvvisamente si vergognò di esser voluto uscire e scopare, mentre Bill si deprimeva a casa.
    Era un egoista.
    “Non potrei mai odiare Bill.” disse Georg con un sospiro “Ma la band è finita, dovresti saperlo.”.
    “Lei sta scrivendo canzoni, diglielo tu. Vieni a vedere come sta e dille che non può farlo, dille che ha rovinato tutto.”.
    Tom spinse il bicchiere vuoto contro Georg, fissandolo negli occhi.
    “Forse siamo degli egoisti dato che vogliamo che lei resti così com'è, non credi? Stiamo mettendo a confronto il nostro successo con la sua felicità, la sua salute.”.
    “Parli come se non ci fosse altra scelta, come se Bill fosse davvero una ragazza.”.
    “Non hai ascoltato un cazzo!” gridò Tom “Se Bill avesse avuto un'altra scelta non credi avrebbe messo al primo posto la band? Come ha sempre fatto? Sai almeno cosa cazzo sta passando? Prova ad immaginare, solo immaginare. Non puoi, vero? Sembra stupido, no? Probabilmente stai pensando che Bill avrebbe solo dovuto indossare un vestito per uscire fuori dal suo corpo. Ma lei non può farlo, deficiente!”.
    “Va bene!” disse Georg alzando le mani in senso di sconfitta sembrando, però, ancora arrabbiato “Non ho intenzione di discutere con te.”.
    “Scusa.” disse Tom più tranquillo, ora “Ma... non è solo per Bill, capito? Io sono con lei ed è fottutamente dura.”.
    Il compagno annuì, evitando il suo sguardo.
    “Vebbè.” mormorò Tom “Io vado. Parleremo più tardi.”.
    Tom si voltò e andò via non dicendo niente, camminando dritto senza fermarsi, fino alla sua macchina. Mentre stava tornando a casa, la sua compassione per Bill ritornò, irritandolo.
    La band era fallita, per causa di Bill. Non c'era altro da dire. Tom si sentiva male ed era stanco dei continui rifiuti da parte di lei. L'ultima volta che aveva provato a toccarlo era stato per farlo distrarre. Non lo voleva in realtà.
    Tom era in fermentazione, quasi traboccava non riuscendo a vedere cosa ci fosse davanti. Quando prese la sua strada fu estremamente grato, perché non era sicuro di quanto a lungo sarebbe riuscito a guidare.
    Parcheggiò davanti casa e s'incamminò all'interno, senza neanche prendere le chiavi e chiudere la sua auto. Non gli importava se ci fossero stati dei paparazzi in agguato, pronti a poter avere delle foto del cazzo. Ormai era con un piede nella fossa.
    Gemette quando capì che i suoi genitori non erano a casa; Bill era stata sola tutta la notte e Tom si preoccupò per una frazione di secondo, prima di ricordarsi di essere arrabbiato.
    Non voleva parlare con Bill, non voleva vederla. Si trascinò in camera sua con passo pesante, senza spiare nella sua camera, volendo che fosse lei ad accorgersi che era rientrato, ma non voleva parlarle.
    Bill lo stava ormai evitando da giorni, quindi non si sarebbe preoccupato più di tanto se lei non fosse venuta. Si tirò via il suo cappello e lo buttò sul letto.
    “Gesù.” sibilò. Non sapeva cosa pensare: era incazzato nero con Georg, incazzato con Bill e incazzato con se stesso.
    Lo era così tanto, ma non credeva che loro lo meritassero.
    Bill colse quel momento per precipitarsi nella sua camera con i capelli arruffati e gli occhi stanchi. Tom aveva dimenticato che fosse così tardi e che aveva fatto così tanto rumore.
    “Tom,” borbottò “è tardi.”.
    “Non è così tardi.” sbottò “È solo l'una di notte.”.
    “Cristo, mi dispiace.” disse Bill incrociando le braccia “Qual è il tuo problema?”.
    “Tu.” Tom sbatté le palpebre fino a quando non mise a fuoco la sua figura, facendo un passo verso di lei e cercando di non notare quant'era bella; Tom l'aveva sempre adorata quando era al naturale. “Cazzo, Bill! Sei tu!”.
    “Io?”.
    “Hai rovinato tutto!” gridò “Ora Georg ce l'ha con me e...”.
    “Georg?” Bill incrociò le braccia ancora di più e si ritrasse “L'hai visto stasera? Perché non me l'hai detto?”.
    “Ti vedo sempre! Volevo uscire, andare via! Far sesso!”.
    “Oh?”.
    “Si!” Tom non voleva trattare più di tanto quell'argomento “Si, lo volevo. Mi stai facendo diventare pazzo e ovviamente non riesco a scopare qui. Sono andato a trovare qualche ragazza che pensi che io sia attraente.”.
    “Tom.” mormorò, abbassando lo sguardo “No.”.
    “Non hai mai detto che non potevo, quale sarebbe il problema? Io posso fare quel cazzo che voglio!” disse ostinatamente, sentendosi improvvisamente bambino. Non sapeva perché voleva decimare Bill, ma era così difficile smettere una volta iniziato. “Cazzo. Cazzo. Ti amo, non ho intenzione di cambiare questo ma io sono pur sempre un ragazzo. Ho bisogno di certe cose.”.
    “Lo so che lo sei.”.
    “No, non lo sai. Tutto quello che sai ora e che tu non sei più un ragazzo.” le orecchie di Tom erano arrossate e voleva prendere a pugni qualcosa. “Sono così fottutamente arrapato, sempre teso solo per colpa tua. Tieni le mie palle in una morsa, Bill. Sono stanco di... sono stanco di agire con la mia mano, come se stessi bene!”.
    “Allora esci e scopa!” disse Bill a bassa voce “Capisco.”.
    “Io no, pensi che potrei farlo?”.
    “Non lo so, se sono così orribile perché non potresti?”.
    Tom s'infilò le mai fra i rasta, sentendosi prudere. “Non sei orribile, Io proprio... io...” Tom sentì le sue lacrime pizzicargli gli occhi e si allontanò da Bill, coprendosi gli occhi con i pugni.
    “Tomi.” disse Bill avvicinandosi con passo pesante “Perché sei così arrabbiato con me? Pensavo capissi, pensavo che fra noi andasse meglio.”.
    Bill mise la sua mano leggera sulla spalla di Tom e lo fece cadere sul letto, continuando a singhiozzare dal pianto. Gli si sedette velocemente affianco, avvolgendo le sue braccia intorno alle sue spalle.
    “Non voglio che tu diventa qualcun altro.” disse fra le lacrime, sentendosi più piccolo, come lo era un tempo. Mentre Bill lo teneva fra le braccia, si sentiva come se nulla fosse cambiato, come se suo fratello fosse ancora suo fratello.
    “Sai che non accadrà, Tomi sei così sciocco.”.
    “Non chiamarmi così.” disse bruscamente, pentendosene subito dopo. Il viso di Bill si rattristì ma teneva ancora stretto Tom. “Scusa. Io... tu non ha mai voluto niente di più, Bill. O Gisela. O chiunque tu voglia essere.”.
    Bill rise, in realtà stava scoppiando dal ridere e strinse violentemente Tom. “Bill. Solo Bill. Gisela, t'immagini?”.
    “Davvero?” chiese “Hai intenzione di rimanere Bill?”.
    “Sono un po' attaccato ad esso, Tomi. Saremo sempre Bill e Tom, giusto?”.
    Tom non poteva più essere arrabbiato, non quando Bill lo chiamava Tomi ed il suo calore era tutto su di lui.
    “Sempre.” rispose Tom. L'afferrò, posando la sua testa sul petto e accoccolandosi al suo seno. Bill lo lasciò fare mentre a Tom faceva male tutto. “Non era solo perché volevi cambiare il tuo nome Bill, vero?”.
    Gli baciò la fronte con affetto “No, volevo cambiare il mio nome ancora di più dopo la nostra discussione, solo per dimostrarti che potevo.”.
    “Bill...”.
    “Ma, Dio, non riesco ad immaginarmi con un nome da ragazza.”.
    Tom sbuffò “Tu sei una ragazza, Bill.”.
    Il suo cuore gli faceva male e la faccia di Bill s'illuminò. “Puoi chiamarmi Billi, se ti piace.”.
    Le braccia di Tom serpeggiarono intorno al suo corpo, spostandola sul suo grembo e lei squittì. “Povero Tomi, non ti senti molto amato ultimamente, huh?”.
    Tom fece il broncio, in realtà fece un'espressione triste e Bill gli baciò le labbra dolcemente.
    “Ti voglio.” disse Bill. “Questo non è cambiato. Sono solo spaventato.”.
    “Mi sembra che tu non voglia mai... con me.” Disse, cacciando vampate di calore “So che non ti senti, umh, sexy ultimamente, ma tu... mi fai impazzire.”.
    Ora Bill era rossa e calda, dimenate nel grembo di Tom. “Come, io sono...”.
    “Eccitante.” Tom non poteva capacitarsi di ciò che gli aveva detto, spostò le sue mani su, dal grembo al petto. “Bill...”.
    “No.” disse velocemente, indietreggiando e scendendo da Tom. Si fermò davanti a lui, incrociando le braccia al petto e il fratello sospirò.
    “Scusami. Io proprio...”.
    “Lo so, lo so, idiota!” disse sorridendo appena. Si morse le labbra, sentendo le sue dita pizzicargli. “Io non sono eccitante.”.
    “Si che lo sei.” disse onestamente Tom “Ora più che mai.”.
    Bill aprì la bocca per dire qualcosa ma Tom le lanciò un sguardo tagliente e lei si lasciò sfuggire appena un piccolo sospiro. “Hmm.”.
    “Possiamo solo... posso solo sfregarmi contro di te, o qualcosa del genere?” Tom si odiò per averlo anche chiesto, si sentiva come un bambino che sbavava e voleva scoprire il sesso. “Cazzo, mi dispiace.”.
    “No.” rispose tranquillamente; sciolse le sue braccia e accarezzò il volto di Tom facendo scivolare le sue dita sotto l'orlo della sua mini t-shirt. Lentamente la tirò su e Tom rimase a bocca aperta.
    “Bill, tu non devi.”.
    “Taci.” espose il suo ventre e Tom intravide il suo tatuaggio a stella; rimase tranquillo tenendola d'occhio, cercando di non sembrare troppo impaziente. Non voleva spaventare Bill e sapeva che per non farlo, doveva essere paziente.
    Ma poi Bill portò rapidamente sulla testa la sua maglia e la lasciò cadere a terra. La mascella di Tom cadde e si sporse in avanti con la bocca leggermente aperta: i seni di Bill erano nudi proprio davanti a lui ed erano perfetti.
    “Bill...” non riusciva a smettere di fissare. Bill incrociò le mani dietro la schiena e distolse lo sguardo, un evidente rossore imporporò le sue guance. Tom si alzò e fece un passo avanti fissando avidamente le sue tette.
    “Porca puttana, Bill!”
    “Sì,” pronunciò a bassa voce “sono...”.
    Tom annuì, prima che una delle sue mani scivolo lungo la sua vita. Le sue tette erano piccole, perfettamente tonde e i suoi capezzoli erano rosei. Non aveva mai visto niente di meglio, anche se dal vivo non né aveva viste molte, sapeva che quelle di Bill erano le migliori, le più perfette.
    “Non so cosa dire.” disse stupidamente Tom.
    “Non dire niente.” rispose “Solo... sai... toccale.”.
    “Sei sicura di volere che io lo faccia?” ma ne aveva già afferrato uno, coprendolo. Si adattava perfettamente alla sua mano e ricordava come le aveva sentite l'ultima volta, l'unica volta, che gli aveva permesso di toccare i suoi nuovi seni. Ora li stava vedendo ed era totalmente differente.
    “Non c'è bisogno di essere gentile.”.
    Tom la spinse giù sul letto così che entrambi fossero seduti. La tirò di nuovo in grembo e afferrò tutti e due i seni, lamentandosi mentre lei gemeva.
    “Ti voglio così tanto. Mi sento come se avessi di nuovo tredici anni... la prima volta che noi... Dio.” le strinse un capezzolo ed i suoi fianchi la urtarono, facendola rimanere a bocca aperta; era aperta per un sospiro e lui le baciò la gola. Le sue labbra erano bagnate mentre la baciava lungo il petto.
    “Puoi metterti sulla schiena, Bill?” chiese, i suoi occhi erano oscuri “Per favore!”.
    Bill esitò per un attimo ma poi annuì posizionandosi sul materasso di schiena, il suo seducente corpo disteso, con i seni che ondeggiavano mentre lei si muoveva, Tom quasi sbavava. Le si posizionò di sopra, attento a non far toccare i propri corpi e le baciò più dolcemente che poté i seni.
    Rabbrividì sotto di lui, chiudendo gli occhi “Tomi, tu davvero...”.
    “Così tanto...” disse con voce rotta. Si mise a proprio agio accanto lei e accarezzandole i fianchi su e giù. “Posso...?”.
    “Solo non... non andare più in basso, oltre la vita.” disse Bill con gli occhi chiusi. Si morse il labbro e Tom la baciò.
    “Okay, per me va bene... sopra la vita.” Disse, sorridendole contro.
    “Affare fatto! Pensi davvero che siano okay?”.
    “Sono fottutamente belle. Sono delle... sono terribilmente buone.” rispose stringendone una.
    “Avevo paura che non lo fossero...”.
    “Come?” le pizzicò un fianco e lei cigolò “Cazzo, Bill. Amo le tette.”.
    “Bene, perché...” Bill arricciò il naso, baciandogli il collo “Mi piace averle.”.
    “Mmh.” mormorò Tom, scendendo e pressando un bacio sulla rotondità del seno sinistro. Bill rabbrividì e Tom lasciò che la sua lingua leccasse leggermente di lato, per poi arrivare al suo piercing. Aveva un sapore dolce e lei si dimenò, lui intanto gemette e l'afferrò per fianchi con le sue braccia. “Bill... sono così duro, tu mi rendi così fottutamente duro!”.
    “Le mie tette lo fanno, non io.”.
    “No, sei tu!” disse con fermezza “Cazzo, sei… posso solo...”.
    “Caccia il tuo uccello fuori.” sussurrò Bill “Posso sentire come è duro così. Lasciami fare qualcosa.”.
    “Tu?”.
    “Sì, io!” Bill lo prese per il mento e lo tenne saldamente “Non azzardarti a dirmi di no!”.
    “Sei tu il boss.” disse slacciandosi la cintura, sibilando mentre faceva cadere i jeans e i boxer lungo le cosce. Il suo cazzo balzò di scatto in avanti, caldo e insoddisfatto. Tom fece un sospiro di sollievo mentre Bill lo toccava. “Oh, Bill...”.
    “Io lo adoro.” disse lei a bassa voce guardandolo “Non pensare più che non lo faccia. È così perfetto!”.
    Tom annuì chiudendo gli occhi mentre le dita di Bill scivolarono intorno alla base del suo cazzo e lo strinsero.
    “Dio, Bill.” gemette “Verrò in un secondo.”.
    Bill si spostò, inarcando la sua schiena “No.”.
    “Bill...” rantolò vicino a lei strofinandosi sul suo fianco, sibilando quando il suo cazzo venne a contatto con la pelle della sua vita. “Piccola...” si strofinò diventando ancora più duro e afferrò uno dei suoi seni.
    Bill si contorse sul materasso e permise a Tom si sfregarsi contro di lei. “Tom, per favore.” si lamentò. In risposta, il fratello, la strinse più forte volendo solo girarsi e mettersi su di lei e...
    Le loro bocce s'incontrarono e Tom strisciò su di lei, si strusciò contro il suo fianco e il suo stomaco amando il modo in cui Bill gemeva e si aggrappava a lui. Pressò la faccia nei suoi seni, spingendosi violentemente contro la sua pelle liscia.
    “Ti amo, io... Cazzo, Bill.”.
    Bill annuì, tirandoselo addosso in modo che il suo corpo si strofinasse contro la curva dei suoi fianchi. “Lo so, lo so, Tomi.”.
    “Mmh.” sibilò schiacciandosi nuovamente contro di lei desiderando che anche i suoi pantaloni fossero a terra, le spianò una mano sul ventre, afferrando di nuovo il suo seno, stringendolo più forte questa volta, mentre sua sorella gemeva ad alta voce. “Si, Bill, gemi per me... urla.”.
    “Oh.” piagnucolò e Tom la strinse di nuovo; quasi urlò, torcendosi ancora di più, spingendo il suo fianco destro contro il cazzo caldo di Tom, lo raggiunse spostando la sua mano verso il basso afferrandolo in un pugno e tirando le palle. Premette la guancia contro il suo seno, chiudendo la bocca intorno ad un capezzolo, succhiandolo.
    Si muovevano insieme, scivolando e ansimando grazie al sudore dei loro corpi. Bill lo strinse ancora una volta, accarezzandolo, andando giù. Tom si tirò in avanti, venendo violentemente sul suo fianco per poi spostare il suo cazzo sui suoi seni imbrattandolo con il suo seme.
    “Oh, mio Dio!” urlò Bill, buttando la testa indietro sorridendo “Oh, cazzo, Sì!”.
    “Uuuh.” Tom era ancora stordito dall'orgasmo, la guardò sotto di lui: così bella e bagnata per via del suo seme. “Oh, cazzo. Ti amo. Ti amo. Scusami, Bill. Scusami piccola.” le disse baciandola.
    “Cosa? Per cosa?” gli prese il volto fra le mani e si accigliò confuso.
    “Io proprio... io voglio essere buono con te, capito? Ho intenzione di esserlo. Te lo prometto. Non permetterò a nessuno di... sarò il meglio!” respirò pesantemente “Permettimi di essere buono, Scusami.”.
    “Tomi, no!” gli baciò le labbra “Non scusarti tu! Dovrei farlo io! Non mi rendevo conto... oppure l'ho fatto, ma sono stato talmente egoista.”.
    “Non lo sei, Dio, no, che non lo sei!” si tirò indietro e la fissò incantato. Era perfetta e non poteva solo che migliorare; il solo pensiero lo fece tremare tutto.
    “Mi piace quando mi tocchi, puoi farlo qualche volta, okay? Non voglio essere un moralista.”.
    “Va bene, devo solo lavorarci un po’ su, sono una sorta di...”.
    “Ragazzo arrapato?”.
    Tom rise e sprofondò accanto a lei “Sì, una cosa del genere; ma solo per colpa tua.”.
    “Una cosa del genere?”.
    Sorrise e le baciò la spalla “Vuoi restare?.”
    “Mamma e Gordon sono fuori per la notte, ma...” si morse le labbra coprendosi il petto con le braccia “Resto, voglio solo... mettermi la maglia, nel caso in cui tornino a casa.” arrossì caldamente.
    “Ah, davvero?” si accigliò Tom.
    “Puoi ancora sentirle, io...” lo guardò con occhi tristi “Tomi?”.
    Annuì, abbassandosi sul pavimento per prendere la maglia. La infilò proprio mentre Tom dava un'ultima occhiata alle sue tette. Era deluso, ma sentì che qualcosa stava cambiando fra loro e, che finalmente, si sarebbero potuti vedere molto più spesso d'ora in poi.

    note traduttrice:Allora è stato un vero e proprio parto con tanto di travaglio! Gesù! Non ne potevo più! Uno perchè era lunghissimo, due perchè c'erano delle espressioni del tipo "che razza di lingua è? arabo?" spero di avervi reso l'idea di quello che si dice. Se qualcosa non va, vi prego ditemelo perchè mi servirebbero tanto i consigli ^^
    I nomi Bill e Tom, Tom e Bill sono stati ripetuti 516568468465168 nell'originale. Io ci ho fato un bel taglio -_- -_- mi avevano rotto :DDDD hahahaha vabbè la finisco ragazze! a voi la parola! u.u

    Edited by **stern** - 24/5/2011, 16:00
     
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    a voi la parola!

    Il più è trovarla.

    E' uno dei capitoli che più mi sono piaciuti nella versione originale, anche se sì i loro nomi sono ripetuti all' infinito, e non credo a caso.
    Penso fosse un modo per accentuare l'attenzione su di loro e sul momento importante che stavano vivendo.

    Provo quasi "compassione" per Tom, la sua frustrazione è ormai a livelli stratosferici, ma d'altronde anche per Bill (sono felice che abbia deciso di non cambiare il nome!) essere a metà dev'esser devastante.

    Si sono un pò ritrovati, speriamo che duri!

     
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