From the Inside

by fromTOKIOtoMARS & !Moody | NC17, AU, Twincest not Related, Adult Content, Slash, Comico, Erotico, Angst (lieve)

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  1. !Moody
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    Volevo comunicare che ho appena terminato il capitolo e inviato tutto alla mia beta.
    Il tempo di sistemare delle cose se sono da sistemare, di farglielo betare e poi lo posto.
    Quindi ancora un pochino di pazienza e poi ci siamo :)
    Mi scuso anticipatamente dell'ennesimo ritardo :'(
     
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  2. Valii
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    Non preoccuparti per il ritardo, l'importante è il capitolo **
    Ahhhh non vedo l'ora! :D :D :D :D :D :D
     
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  3. !Moody
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    Ancora un pochino di pazienza ^^
     
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  4. !Moody
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    Capitolo 11
    "Cenoni e inaspettati aiuti"



    " E' stata la Vigilia di Natale più strana della mia vita, ma anche quella più speciale.Spero lo sia stato anche per te... Grazie Tom, buonanotte.

    Bill"

    Tom sorrise leggendo il messaggio del maestro.

    Altro che se lo era stato, stentava quasi a credere di aver provato sensazioni così diverse da quelle superficiali che sentiva tutte le altre volte.

    Era di circa una ventina di minuti prima, ma quando gli era arrivato era al volante a brontolare sul fatto che ogni volta i novelli fidanzatini gli scroccassero i passaggi in macchina.

    Poco dopo aveva sistemato con dolcezza Kyle sul lettone, togliendogli le scarpe e i jeans per farlo stare più comodo e coprendolo con il piumino fin sopra il mento.

    Si era addormentato in macchina, esausto.

    Sorrise ancora di più saltellando verso il bagno e lasciandosi perdere tra i ricordi di quella magica e bizzarra notte.

    Dopo quella che era sembrata un'eternità si era staccato dalle morbide labbra di Bill, quando aveva sentito qualcuno tirargli i jeans.

    Abbassando lo sguardo si era accorto che il suo bambino lo guardava con gli occhioni sgranati, ma senza traccia di paura nel volto.

    Sembrava così tranquillo, come se la cosa per lui fosse assolutamente normale.

    Aveva sorriso timido al suo maestro, e poi si era rivolto a lui.

    - Papi...- pigolò, dondolando sui talloni. - Zia Guttav dice che ora è Natale!-

    Tom aveva controllato l'orologio ed aveva constato che effettivamente era mezzanotte passata.

    - Allora buon Natale DoppiaK!- aveva esclamato prendendolo tra le braccia e questo tutto euforico gli aveva abbracciato il collo e gli aveva quasi rotto un timpano urlando un "Anche a te papi!" che però gli aveva fatto gonfiare il cuore di orgoglio.

    Poi il bambino si era voltato verso Bill e si era lanciato tra le sue braccia strillando - Buon Natale maetto Bill!-

    Il poveretto per poco non cadeva all'indietro, sbilanciato, ma poi era scoppiato a ridere e stringendosi il piccolo tra le braccia aveva ricambiato gli auguri con dolcezza.

    Quella scena a Tom provocò una sensazione di puro benessere, come quando si guardava una fotografia che immortalava uno dei momenti più incredibili della vita.

    Ne fu, per la seconda o millesima volta quella sera, stupito.

    Non credeva si potessero provare emozioni così forti per qualcosa di apparentemente così banale.

    Eppure era felice di provarle in quel momento con Bill e con suo figlio.

    Ricordò di aver pensato che forse erano proprio quelle cose a mancargli nella vita e a farlo sentire strano nelle ultime settimane.

    Non gli riuscì proprio, in quel momento, di pensare alla sua scommessa o alla semplice voglia di portarsi a letto il ragazzo.

    Specialmente quando, con un sorriso dolcissimo, il moro gli aveva accarezzato una mano e mormorato un semplice - Felice Natale, Tom.-

    Era sicuro di aver avuto il viso in fiamme e aveva balbettato - A-anche a te!- in una maniera così ridicola da aver fatto ridere non solo Bill ma anche suo figlio.

    A ripensarci moriva ancora di vergogna, che diavolo gli era preso?

    Ma a ripensarci il peggio era venuto subito dopo quando Kyle, senza il minimo imbarazzo, chiese - Zio Georg mi ha detto che pima vi 'tavate scambiano le caramelle, è vero?- riferendosi sicuramente al loro bacio.

    Bill si era di colpo ammutolito, diventando di un colore molto simile alle ghirlande appese qua e là e Tom aveva soffocato un colpo di tosse. - Ehm, più o meno.-

    Poi, grazie a qualche divinità celeste, le acque si erano calmate e si erano riuniti con Gustav e Georg che avevano a dir poco gli occhi a cuoricino.

    Si era limitato a fulminarli e brontolare un "Buon Natale stupide checche" poco convinto.

    Il resto della serata era leteralmente volata via. Lui e Bill non avevano fatto altro che giocare con Kyle o scherzare con i due fidanzatini e bere cioccolata calda accompagnata da qualche altra schifezza.

    E in qualche occasione, mentre tutti gli altri erano troppo distratti per badare a loro, si erano dati qualche breve bacio.

    Si erano separati solamente quando Kyle era crollato tra le braccia di Tom, e l'uomo si era nuovamente stupito nell'aver pensato che se fosse dipeso da lui sarebbe rimasto ancora e ancora.

    Si asciugò il viso dopo essersi lavato i denti e silenziosamente andò a prendere le borse piene di regali nel suo studio per poi scendere in salotto e posizionarli sotto l'enorme albero di Natale vicino al camino.

    Sorrise mettendo in evidenza i sei enormi regali colorati che aveva preso per il suo cucciolo e poi tornò a letto, stringendosi al petto Kyle che dormiva beato, perso in chissà quale bel sogno.

    Quella sera era stata davvero strana per lui che mai si era comportato in un modo così sdolcinato con qualcuno che non fosse stato Kyle.

    Ma la verità, per quanto gli sembrasse surreale, era che si era trovato bene e in tutto quello che aveva fatto era stato sincero.

    Conoscendosi più avanti si sarebbe fatto mille paranoie e domande, chiedendosi se quel che faceva era giusto ed era quello che realmente desiderava ma in quel momento proprio non ci pensava.

    Si stava ancora godendo quella strana beatitudine che aveva in corpo.

    Si leccò le labbra. Gli sembrava quasi di sentire ancora il sapore di Bill.

    Era stato uno dei baci più belli che avesse mai dato e ricevuto, se non l'unico.

    Non solo perchè Bill era innegabilmente bravo, ma perchè gli aveva trasmesso qualcosa di vero e concreto.

    Non era stato solo un gioco di lingue e scambio di saliva.

    Era stato qualcosa di più profondo e intenso che non aveva mai provato e non riusciva a spiegarsi.

    Sapeva solo che gli era piaciuto ed era stato bene, e per il momento il resto non contava.

    Afferrò il cellulare e rientrando nella conversazione di Bill digitò con un sorriso la risposta, poi tornò a stringersi alla sua scimmietta e chiuse gli occhi.

    Il sonno arrivò subito.




    Bill si svegliò sentendo il gridolino eccitato di Ayelèn provenire dal salotto - evidentemente aveva trovato i regali che aveva messo durante la notte.

    La sua migliore amica amava le tradizioni, nonostante ormai a Babbo Natale non ci credesse più da un pezzo.

    Si lasciò sfuggire uno sbadiglio per poi ridacchiare.

    Aveva passato una delle serate più...più strabilianti della sua intera vita. Ancora ora non riusciva a capacitarsene, e tanto meno a capire dove aveva trovato tutta la sua spavalderia e voglia di baciarsi con Tom - colui che fino a poco tempo prima considerava solo il più squallido dei playboy dei gay.

    Anche se... Passo dopo passo era riuscito a fargli cambiare idea sul suo conto.

    Senza parlare del suo magnifico regalo.

    Si mise a sedere, stiracchiandosi e poi con un enorme sorrisone afferrò il suo cellulare mezzo scassato per controllare i messaggi.

    Appena arrivato a casa aveva scritto a Tom, solo che non era proprio riuscito ad aspettare la risposta; ma appena vide l'icona lampeggiare per poco non si mise a ballare la samba.

    "Devo ammettere che anche per me è stata la stessa cosa, ma il nostro bacio è stato un bellissimo regalo di Natale... Il migliore. Auguri anche a te :)"

    Sorrise ancora decidendo che gli avrebbe risposto più tardi.

    Era la mattina di Natale e sicuramente aveva qualcosa da fare.

    Controllò l'orologio appeso alla parete.

    Tra due ore sarebbero arrivati per pranzo i genitori di Ayelèn e doveva ancora iniziare a fare tutto.

    Era in ritardo marcio.

    Schizzò a farsi una doccia veloce e poi andò in salotto dove Ayelèn era ancora sul pavimento a sbavare dietro ai regali.

    - Pelandrona è tardissimo! Muoviti!- esclamò.

    Ayelèn alzò finalmente lo sguardo su di lui e alzò un sopracciglio. - Buon Natale anche a te Bill...-borbottò. - Si da il caso che la SOTTOSCRITTA abbia già preparato gli antipasti e la crema per i biscotti.- aggiunse.

    Bill soffocò una risata e la abbracciò forte. - Oh, auguri Ay!- disse.

    L'amica gli lanciò un'occhiatina con il tipico sorriso di chi la sapeva lunga, e Bill capì che l'amica aveva intuito molto più di quello che voleva dare a vedere.

    Si lasciò sfuggire una risatina, si alzò e le porse una mano che lei accettò per rialzarsi.

    - Credi che arriverò vivo a domani?- le chiese.

    La mamma di Aylèn, la signora Carmen, lo adorava e ogni volta che lo vedeva non mancava mai di fargli notare quanto fosse magro, anche se la colpa non era del tutto sua, e lo riempiva di cibo fino a farlo scoppiare.

    Senza poi tenere conto del cibo extra che avrebbe portato sua madre Simone.

    La ragazza si attorcigliò una ciocca bionda su un dito con fare giocoso e con la stessa espressione superba. - Non starai mica cercando di cambiare discorso?- esclamò, fintamente offesa.

    Bill si morse un labbro, maledicendo l'amica che ancora una volta sembrava conoscerlo come le sue tasche.

    Non è che non gli andasse di parlare di Tom, ma perchè era...imbarazzante.

    E perchè, nonostante i netti passi avanti che avevano fatto negli ultimi giorni, non riusciva davvero a capire a che punto fossero arrivati.

    - Ecco io... Noi...sì, abbiamo passato una bella serata. Molto bella, direi...- balbettò.

    Al solo ripensare alle labbra di Tom sulle sue, alle sue mani calde sulle spalle o sui fianchi, al suo sorriso, al suono sensuale della sua voce e ai suoi dannati occhi magnetici arrossì violentemente e l'amica se ne accorse scoppiando a ridere.

    - Una vigilia di Natale bollente, insomma!- alluse lei, dondolando giocosamente sui talloni.

    Bill avvampò e porse in avanti le mani, scuotendole come se stesse scacciando qualche insetto fastidioso.

    - Assolutamente no!- esclamò. - C'era suo figlio, e anche i suoi strambi amici!-

    Di sicuro, conoscendo cosa nascondesse Tom sotto i pantaloni, l'idea non gli sarebbe proprio del tutto dispiaciuta.

    Scosse la testa. - Abbiamo passato una serata tranquilla, solo qualche bacio e sorriso...e togliti pensieri strani!-

    Ayelèn gli fece l'occhiolino e poi sorrise, senza secondi fini . - Sei stato bene?-

    Bill si mordicchiò un labbro.

    Ripensò al regalo, a quella serata, ai gesti dolci.

    Malgrado la confusione che aveva nella testa e anche nel cuore sui sentimenti nei confronti di Tom, doveva ammettere che era stato bene.

    Lo aveva fatto stare bene.

    Si aprì in un ampio sorriso. - Sì!- ammise felice.

    L'amica sorrise ma poi si fece seria. - Bill io sono felice che tu stia bene, ma non dimenticarti chi è... Non sono così sicura su di lui. Non voglio metterti ansia solo...rimani ben attento.-

    Bill sospirò. Sapeva che da un lato aveva ragione e non poteva darle torto.

    Annuì solamente senza aggiungere altro: per lui il discorso poteva chiudersi lì.

    Non voleva avere pensieri negativi il giorno di Natale.




    - OH OH OH! Buon Natale mie piccole caramelline al miele!- trillò allegro Georg entrando nel salotto di casa Kaulitz.

    Quando Tom alzò lo sguardo dai nuovissimi Lego con cui stava giocando con Kyle per poco non inorridì.

    Georg era la brutta copia di un Babbo Natale gay.

    Si era arricciato le punte dei lunghi capelli castani e vestiva con un dolcevita rosso e bianco, dei pantaloni di pelle nera strettissimi e dei discutibili Ugg marroni.

    Tom decise che fosse meglio sorvolare sulle unghie laccate di rosso con gli adesivi a forma di fiocco di neve, e posò gli occhi su Gustav alle sue spalle.

    Tra le mani teneva un grosso sacco dall'aria pesante e sulla testa aveva il tipico cerchietto natalizio con le corna di renna luminose.

    - Mio.Dio.-commentò solo mentre suo figlio urlacchiava felice "Regali! Regali!"

    Georg sorrise trionfante. - Sono un genio vero?- chiese, facendo un giro su se stesso.

    Tom invece fece una smorfia. - Neanche dopo aver preso LSD ho visto qualcosa di così...allucinante!- si trattenne solo perchè c'era Kyle.

    Il castano lo fissò sconvolto e fece per ribattere quando Gustav si mise tra loro. - Consegna regali!-

    Kyle urlò più forte e cercò di aprire il sacco che teneva in mano il biondo, e questo lo aiutò consegnandogli una decina di regali di varie dimensioni. - E con questi sarai impegnato per un'oretta.-mormorò con un ghigno.

    E poi ne consegnò due a Tom.

    L'uomo li prese imbarazzato e indicò l'enorme albero di Natale vicino al caminetto. - I vostri sono quelli sotto lì. Prendeteveli, ci sono i nomi.-

    Dicevano che a Natale si era più buoni ma lui era l'eccezione alla regola.

    Le smancerie lo imbarazzavano, ma fortunatamente i suoi amici lo conoscevano e sapevano quanto in realtà gli piacesse farli contenti.

    Non finì quasi di dirlo che Georg si fiondò sotto l'albero a cercare quello con il suo nome. - Speriamo sia il più grande! Sai che mi piacciono le cose grandi!-

    Tom ridacchiò sotto i baffi iniziando a scartare i suoi.

    Quello con la carta rosa e a pois fucsia doveva essere di sicuro di Georg.

    - È solo un pensiero!- lo sentì infatti dire, ancora seduto vicino l'albero.

    Erano un paio di occhiali da sole firmati Louis Vuitton.

    Si voltò verso l'amico che alzò con noncuranza le spalle mentre ammirava la sua nuova borsa blu elettrico. - Ho pensato che un po' di stile in più ti sarebbe servito con il bel maestrino Bill!-

    Tom lo guardò male e Kyle alzò lo sguardo dai suoi nuovi giocattoli. - Anche tu sei cotto del maetto?- chiese innocentemente.

    Georg si lasciò sfuggire un sospiro, facendogli "pat pat" sulla testolina bionda. - Un bel bocconcino, non c'è che dire. Ma è troppo...femminile, per me.- spiegò.

    Tom strinse i pugni. - Dannata checca, io ti strozzo con le lucine dell'albero di Natale se non te ne stai zitto!-sbraitò facendo ridere Kyle.

    Quando papi si arrabbiava con le zie era sempre uno spasso e lo faceva tanto divertire.

    Ancora meglio se poi li colpiva con quelle cose di gomma colorata.

    A distrarre Tom dall'uccidere uno dei suoi migliori amici ci pensò il suono insistente del campanello alla porta.

    Sorridendo corse subito ad aprire.

    - Chi sarà mai?- chiese Gustav confuso, raccogliendo la carta dei regali a terra.

    Georg tese l'orecchio e appena sentì gli auguri strillati da una voce femminile piuttosto conosciuta sospirò. - È arrivata la befana...-




    Bill trattenne a stento un rutto, premendosi con forza il tovagliolo sulla bocca.

    Non avevano ancora finito di pranzare nonostante le prima quattro, immense portate di antipasti e primi misti colombiani e tedeschi.

    Era così pieno da sentirsi quasi come una donna incinta al nono mese e di nascosto, complice la tovaglia lunga, si era aperto il bottone dei jeans.

    In più sentiva il collo pungere terribilmente a causa dell'ennesimo maglione, orribile, fatto a mano dalla madre di Ayelèn.

    Era molto tenera ma lui era delicato in fatto di tessuti e la lana concentrata gli faceva venire il rossore sulla pelle, ma non aveva il coraggio di confessare a Carmen quanto odiasse i maglioni che ogni anno gli rifilava.

    Tralasciando il fatto che neanche sua nonna gli aveva mai regalato maglioni a Natale.

    Lo trovava antico fuori dai moda ma Carmen era fatta così, di una bontà e innocenza infinita e non aveva davvero il coraggio di dirgli la verità.

    Anche alla figlia gliene aveva portato uno, forse ancora più terribile del suo ma almeno lei le aveva detto chiaro e tondo che non lo avrebbe messo.

    - E ora passiamo al tacchino!- trillò allegra Carmen con quel suo adorabile accento sudamericano, battendo le piccole mani. - I due tacchini mia cara!- la corresse Simone con affetto.

    Da sempre le loro madri erano andate d'accordo, erano complici in così tante cose che potevano essere al pari di due sorelle

    Bill trattenne un gemito.

    - Mio Dio, ma volete ucciderci?- chiese ironica Ayelèn facendole ridere.

    Carmen le fece l'occhiolino. - Dai tesoro, bevi un po' di sabajòn che è la miglior cura per la pancia piena.-
    - Ci credo, con tutto l'alcool che c'è dentro!- commentò divertito Adrian, il padre di Ayelèn.

    Il sabajòn era una bevanda colombiana con un miscuglio di tequila, uova, latte, vino e whisky dal sapore dolciastro che faceva sempre girare la testa a Bill.

    La prima volta che l'aveva assaggiato, qualche anno prima, gli era davvero piaciuto e ne aveva bevuto a volontà, per poi ritrovarsi qualche ora dopo chinato sulla tazza del water a vomitare.

    - Non hai ossa per reggere il sabajòn, mio caro.- aveva commentato Carmen in quell'occasione.

    Ayelèn invece lo beveva come se fosse acqua, tutti lo facevano nella sua famiglia.

    Simone invece non ne andava pazza, per cui era abbastanza furba da evitarlo come la morte facendo sempre trovare il bicchiere pieno di qualche altra bevanda.

    - Allora tesoro, stavamo parlando del tuo lavoro, no?- riprese Simone mettendogli un bella fetta del suo tacchino nel piatto.

    Bill annuì facendo posto anche quello della signora Carmen. - Sì, procede bene e la paga non è così male essendo un privato.-

    - E non è solo la paga a non essere male, anche il papà di un certo alunno...- commentò maliziosa Ayelèn, con un sorrisetto che la diceva lunga.

    Bill avvampò e la madre sgranò gli occhi. - Bill!- esclamò sconvolta, - Non starai mica cercando di metterti nei guai, vero?-

    Il ragazzo scosse forte la testa, tanto che per un momento gli salì su tutto il cibo fermo nello stomaco.

    - Oddio mamma, no! Ci stiamo solo frequentando, che c'è di male?- sbottò, sbocconcellando la carne che aveva nel piatto.

    La donna gli rifilò un'occhiata eloquente, versandosi frettolosamente del vino. - C'è che lavoro e vita privata non dovrebbero mischiarsi!- commentò.

    Bill sbuffò annoiato.

    Sua madre alcune volte sapeva essere così bigotta che molto spesso si chiedeva come avesse potuto accettare con tanta facilità la sua omosessualità e rompere le palle per argomenti molto meno importanti.
    - Mamma rilassati, che non ti fa bene alle coronarie agitarti.-

    - Le mie coronarie stanno benissimo, figliolo.- rispose lei cominciando a mangiare.

    - Sapeste chi è poi questo papà...- ridacchiò Ayelèn, rigirando il coltello nella piaga.

    Bill la fulminò. Tom non le era mai andato a genio, come mai ora sembrava così aperta nei suoi confronti?

    Tutti li fissarono curiosi.

    La ragazze trattenne una risata, giocando con i lunghi capelli e allo stesso tempo mangiando qualche verdurina.

    Rimase zitta facendo capire a Bill che avrebbe dovuto comunicarlo lui.

    Sospirò maledicendola.

    Alla faccia che a Natale si doveva essere tutti più buoni!

    - Kaulitz... Tom Kaulitz.- confessò.

    Adrien per poco non gli sputò addosso quello che aveva in bocca. - L'architetto? Quell'architetto?-esclamò sconvolto.

    Carmen fissò il marito confusa. - E chi cavolo sarebbe?-

    "Beata innocenza" pensò sconsolato Bill, e poi annuì all'uomo.

    Simone si portò una mano alla bocca con gli occhi scuri sgranati.

    - Mio Dio Bill!- trillò, saltando quasi sulla sedia.

    - Mamma rilassati, le coronarie...- gli ricordò Bill tirando un calcio da sotto il tavolo alla gentilissima amica.

    - Tesoro mio hai la mia benedizione! Va' e procrea!- disse Simone con un sorriso trionfante.

    Bill la fissò sconvolta.

    Era forse impazzita?

    - Non credo che arriveremo mai a questo punto, mamma.- balbettò.

    Gli aveva bloccato la crescita.

    - Insomma tesoro, è un gran pezzo di manzo e ha un conto in banca a sei zero... Se avessi anche io quello che hai tu tra le gambe e vent'anni di meno ci avrei già fatto un pensierino!- ammise con limpida sincerità la donna.

    Tutti risero, tranne Bill bianco come il muro.

    - MAMMA!-




    Tom osservò accigliato Nathalie e Georg urlarsi dietro, seduti sul tappeto davanti al camino.

    Da quando era entrata in casa, per tutto il pranzo e gran parte del pomeriggio quei due non avevano fatto altro che punzecchiarsi e bisticciare.

    Tom le aveva anche contate: venticinque volte, senza tenere il conto di quando era andato a controllare l'oca in forno e delle le volte in cui era dovuto andare in bagno.

    Erano un vero spasso.

    Ventiquattro di quelle volte Nath gli aveva rinfacciato quanto fosse idiota e irresponsabile, e quanta cattiva influenza avesse in primis su suo figlio e poi anche su di lui.

    Come se anche Tom avesse avuto quattro anni.

    L'unica volta in cui aveva ignorato il piastrato era quando il suo adorabile figlio le aveva accidentalmente parlato dello scambio di caramelle tra lui e Bill.

    La donna lo aveva fissato glaciale. - Non dobbiamo andare a condire i fagioli?- aveva sibilato nella sua direzione.

    Tom si era fatto piccolo piccolo. - Veramente...- aveva tentato di dire, ma Nath si era letteralmente inviperita. - I FAGIOLI, THOMAS!- e lui era scattato come un fulmine in cucina.

    Una volta lontano da Kyle e dai due fidanzatini, Nathalie aveva iniziato a strillare come una pazza, brandendo un forchettone per girare la carne come se fosse stato una sciabola. - Come puoi cercare di portarti a letto il maestro di tuo figlio? Sei completamente impazzito? Vuoi che Kyle sia cacciato da quello stramaledetto asilo per colpa del tuo altrettanto stramaledetto uccello? Io... IO TI AMMAZZO! TI FACCIO INGOIARE LE PALLE, KAULITZ!-

    Tom si era spiaccicato addosso al muro.

    Aveva sentito Georg e Gustav ridacchiare appena dietro la porta che Nathalie non mancò di colpire con un calcio. - Sparite insetti!- aveva gridato.

    Non aveva mai visto la sua migliore amica tanto furiosa, nonostante di cazzate nella vita ne avesse fatte a bizzeffe.

    - M-Ma angelo mio, io non sto affatto cer...- per una seconda volta la donna lo aveva interrotto. - Angelo mio un cazzo! Che diavolo di intenzioni hai?!-

    Tom aveva deglutito e poi aveva preso un po' di coraggio. - Nath, calmati! Ci stiamo solo vedendo. Starò attento a Kyle, te lo prometto!-

    E quella era una promessa che intendeva mantenere. Avrebbe fatto di tutto per non fare qualcosa che avrebbe potuto mirare a suo figlio.

    Nathalie lo aveva scrutato per istanti che a lui sembrarono interminabili, minacciandolo con il forchettone alle parti basse.

    Sapeva che avrebbe funzionato più lì che alla gola.


    - Va bene Kaulitz, farò finta di crederti. Ma sei avvertito: combina una cazzata, UNA SOLA, e ti castro usando le mie forbicine per le unghie.- poi aveva sorriso, più tranquilla, posando l'arma. - Ti aspetto di là, e porta i fagioli.- e se ne era andata dalla cucina.

    Gli ci erano voluti diversi minuti per riprendere il controllo di sé stesso e poi era tornato al tavolo, sperando che nel frattempo Nathalie si fosse resa conto che non erano previsti fagioli.

    In quel caso avrebbe dato la colpa a Georg.

    Per tutta la durata del pranzo, fortunatamente, non avevano più toccato l'argomento.

    In quel momento invece i due stavano litigando su chi avesse più diritto a coccolarsi Kyle ma erano così ubriachi da non rendersi conto che quello che si contendevano tirando prima qua e poi là era il povero Gustav.

    - Sono sua madre razza di decerebrato!- strillò Nathalie, tirando Gustav verso di sè.

    Georg invece cercò di trattenerlo. - E io sua zia! Lo sto crescendo io!- urlò a sua volta.

    Kyle sembrava non farci caso e si strinse maggiormente al petto di Tom.

    Era seduto sulle sue gambe, tra lui e la chitarra che quasi lo nascondeva.

    - Cosa ti suono, piccolo?- chiese Tom decidendo di ignorare quei tre poveri pazzi.

    Ogni Natale che passavano assieme, solitamente a casa dell'amica, era una loro usanza suonare e canticchiare insieme qualsiasi cosa gli passasse per la testa.

    A farlo gli veniva il buon umore e si sentiva molto vicino a suo figlio.

    Era una bella cosa da condividere specialmente per lui che come padre aveva sempre fatto schifo.

    Il bimbo sembrò pensarci su e poi fece un sorrisetto. - La vecchia fattoia papi! Tu fai il cane! Bau bau!-

    Tom rise. - Mi sa che lo stai facendo tu!-

    Kyle rise piano a sua volta, portandosi le manine alla bocca.

    Tom gli diede una bacio sulla nuca e poi iniziò a suonare una canzoncina di un qualche cartone che ricordava, sapendo che a suo sarebbe piaciuta.

    Chiudendo gli occhi si lasciò trasportare dalla sua stessa melodia e dal calore emanato da quel corpicino contro il suo.

    Quando Kyle era nato il suo primo istinto era stato quello di scappare, spaventato come non mai da quella nuova ed importante situazione che la vita gli stava presentando.

    Se ne vergognava come un ladro ma era innata la sua dote di scappare davanti alle nuove situazioni, quelle che rischiavano di destabilizzare il suo equilibrio, il suo cerchio perfetto della vita.

    Poi gli avevano messo in braccio quella creaturina dalle guance paffute e dalla smorfietta buffa che tanto gli ricordava un sé stesso neonato in una foto appesa nel salotto dei suoi genitori, e all'improvviso gli fu tutto chiaro.

    Per la prima e forse unica volta nella vita.

    Non sarebbe stato affatto facile ma si promise che avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per non essere un fallito come padre e per sentire dire un giorno a quel tesoro che teneva tra le braccia che era fiero di lui.

    Nessuno gli avrebbe mai fatto male, nessuno lo avrebbe mai fatto soffrire.

    A pensarci Kyle sembrava adorarlo - nonostante non lo ammettesse lo sapeva benissimo-, e non vedeva l'ora di stare un pò con lui, anche se per solo un pomeriggio.

    Anche se con alti e bassi, e il senso di colpa ad accompagnarlo, era sulla buona strada per adempiere alla sua promessa.

    - Un'altra papiiii!- disse Kyle accarezzando le corde della chitarra.

    Tom sorrise e in silenzio pensò ad un'altra canzone.

    Iniziò quasi subito a pizzicare le corde, e ne usci una melodia che aveva sentito solo qualche ora prima.

    Sapeva che era di una canzone che andava in voga ultimamente, ma in quel momento gli venne in mente di averla sentita dopo essersi staccato dalle labbra di Bill.

    Quando tutto il mondo intorno a loro aveva ripreso a muoversi e a fare rumore.

    Bill.

    Quel ragazzo lo stava facendo diventare pazzo.

    Quando aveva incrociato i suoi occhioni cioccolato la prima volta aveva giurato che se lo sarebbe portato a letto.

    A distanza di qualche settimana non riusciva a capire cosa voleva fare per davvero, se il suo obbiettivo fosse rimasto immutato.

    Una parte nella sua testa gli urlava di sì, mentre quell'altra, che non sapeva bene da che parte della sua coscienza uscisse, gridava invece il contrario.

    Che gli piacesse più di qualsiasi altro ragazzo avesse mai scopato o frequentato (e poi scopato) era assolutamente certo, ma poi?

    Poteva davvero esserci qualcosa di più? Era veramente possibile che lui, Thomas Jay Kaulitz, potesse volere qualcosa oltre al semplice sesso?

    Gli sembrava impossibile, un pensiero lontano anni luce da quello che era sempre stato e da quello che aveva sempre pensato.

    Eppure non sapeva darsi una risposta certa.

    Che Bill fosse una di quelle travolgenti situazioni da cui dover scappare?

    Smettendo di suonare si rese conto che il suo bambino si era addormentato sul suo petto, stanco dalla lunga giornata.

    Sorrise intenerito e calcolando ogni movimento mise giù la chitarra e lo prese in braccio.

    - Lo porto a letto.- disse passando davanti a Nath che ancora si litigava Gustav con Georg.

    Non rimase a guardare la scena pietosa ma trattenne a stento una risata quando sentì l'amica esclamare: - Se solo mio figlio non pesasse come un facocero lo porterei a nanna io!-

    Mise Kyle a letto, levandogli le scarpe, e pendendo una pesante coperta nell'armadio lo avvolse bene per non fargli prendere freddo.

    Gli bacio dolcemente la testolina bionda e fu in quel momento che notò il suo cellulare sul comodino.

    Lo aveva lasciato lì tutto il giorno, troppo preso dalla giornata di Natale per ricordarsene l'esistenza.

    Prendendolo notò un messaggio di Bill.

    Si mordicchiò un labbro. Forse il moro aveva pensato che era uno stronzo dato che non lo aveva calcolato praticamente mai quel giorno.

    "Ma che penso? Non ci sentiamo mica ogni minuto" si disse gonfiando il petto come un galletto.

    Lesse il messaggio, curioso.

    "Sto scoppiando. La mamma della mia coinquilina mi ha quasi ammazzato con la sua montagna di cibo. Spero tu abbia passato una bella giornata. Buon Natale anche a te Tom."

    Ridacchiò pensando stupidamente ad un Bill con le guanciotte piene di cibo come un criceto.

    Si fece pena da solo.

    Grattandosi una guancia iniziò l'arduo compito del rispondere ad un messaggio molto semplice.

    Ci mise più di dieci minuti, cancellando e riscrivendolo infinite volte.

    "Ci terrei a vederti ancora vivo domandi pomeriggio, alle 16.00, al Melitta ;)"




    Erano da poco passate le vacanze natalizie e il piccolo appartamento era silenzioso, contrariamente all'intera città che era tornata completamente in movimento.

    Al suo interno si potevano udire imprecazioni soffocate da rumori di tasti schiacciati.

    Ayelèn si trovava davanti al suo pc e ad ogni minuto che passava il suo sconforto aumentava a dismisura.

    Erano giorni che passava le ore davanti al computer nella speranzosa - e ormai quasi vana- ricerca di una location nuova per la sua mostra, dato che quella grandissima stronza di Tori le aveva impedito di usare la sua serra.

    Ma tutti i posti che le sembravano adatti erano troppo lontani o troppo costosi o già occupati e intanto mancava poco più di un mese alla data di scadenza.

    E doveva ancora far stampare i suoi cento volantini pubblicitari a prezzo scontato da un suo amico!

    Si portò il bicchiere di vino rosso alle labbra, guardando con profonda amarezza lo schermo del pc.

    Cercare quella nuova location si stava rivelando una totale causa persa.

    Il cellulare prese a suonare: numero sconosciuto.

    Rispose con un borbottio.

    - Sono Tom Kaulitz, parlo con Ayelèn Klein?-

    Per poco non gli cadde il bicchiere dalle mani.

    Tom Kaulitz stava chiamando lei?

    Come diavolo aveva avuto il suo numero?

    No, non lo voleva sapere. La sua giornata era già abbastanza schifosa.

    - Uhm, sì. Sono io- rispose titubante, - Cosa posso fare per te?-

    Dall'altro lato del telefono ci fu qualche attimo di silenzio.

    - So che cerchi un posto per la tua mostra, e forse ne ho trovato uno.- disse lui.

    Ayelèn soffocò una risatina.

    - Ah sì? Stai forse cercando di guadagnare qualche punto con Bill?- chiese sarcastica.

    Sentì l'uomo sussultare. Lo aveva fatto arrossire, ne era certa.

    - Non... Non cerco niente.- sbottò lui.

    Ayelèn ghignò. Piccolo bugiardo.

    - Senti, sono sotto casa tua. Scendi e vieni con me oppure no?- domandò lui subito dopo.

    La ragazza si alzò, afferrando il suo cappotto colorato. - Arrivo.- disse, mettendo poi fine alla chiamata.

    Tom Kaulitz la aspettava appoggiato ad una lucidissima Cadillac nera.

    Appena la notò le sorrise cordialmente non mancando però di scrutarla e poi le porse la mano. - Piacere, Tom.-

    Ayelèn socchiuse gli occhi davanti a quell'affermazione ovvia e a quel sorrisetto.

    Ricambiò debolmente la presa. - Ayelèn. Vogliamo andare?-

    Tom annuì e aprì la portiera facendola accomodare, e poi partirono immettendosi nel traffico di quel primo pomeriggio.

    Cosa voleva Tom Kaulitz da una come lei?

    Perchè la stava aiutando?

    In lei si insinuò nuovamente il maligno pensiero che la stesse usando per i suoi loschi scopi verso Bill.

    D'altro canto lei era la sua migliore amica e Tom sembrava volesse fare bingo con la sua improvvisa bontà d'animo.

    Il principale problema era che Tom Kaulitz non aveva la minima idea di quanto carogna lei potesse essere.

    - Il posto è appena fuori città.- la informò Tom dopo qualche minuto di silenzio.

    Ayelèn si sistemò nel sedile. - Posso sapere di che si tratta?-

    Il ragazzo sorrise furbetto, girando per una stradina più tranquilla. - Sorpresa, ma penso ti piacerà.-

    Ayelèn chiuse il discorso con un'alzata di spalle.

    Dubitava che quel cretinello potesse intendersene così tanto di arte da riuscire a trovare un posto davvero adatto per una mostra.

    Purtroppo era talmente disperata che, bello o meno, era costretta ad accettare.

    Dopo circa un quarto d'ora complessivo di viaggio entrarono con la macchina all'interno di un enorme, curato e coloratissimo giardino privato dove qualche metro dopo Ayelèn potè scorgere un enorme villa contemporanea.

    - Wow!- dovette ammettere una volta scesa dalla macchina osservando la grande struttura in pietra e vetro.

    Tom sorrise facendo roteare sul dito un mazzetto di chiavi. - E' una delle mie prime creazioni, una cosetta così, tanto per iniziare.- spiegò, pavoneggiandosi come uno stupido galletto.

    Ayelèn non potè fare a meno di seguirlo sgomenta nella dimora.

    All'interno l'ambiente era molto luminoso grazie alle pareti in vetro posizionate nella casa in maniera strategica.

    L'arredamento era sobrio e ben curato, in perfetta armonia con la struttura dai muri dipinti con colori caldi ma non troppo accesi.

    Tom la guidò dentro una stanza che si rivelò essere il salotto - anch'esso molto ben studiato e arredato.

    La ragazza notò che una parete, quella in vetro, si estendeva per qualche metro all'esterno, nel giardino, come una sorta di serra ma invece che le piante c'era un tavolino per il thè.

    - Il suo propietario, Griffin Dixon, è un mio vecchio amico. E no, non me lo sono scopato.- borbottò Tom vedendo la sua faccia.

    Ayelèn incrociò le braccia al petto osservando il ragazzo biondo e dal sorriso dolce nella foto appesa sopra il caminetto in marmo dove Tom si era sgraziatamente appoggiato.

    - Meglio,- commentò sfacciata, - perchè è carino.-

    Il ragazzo la osservò per qualche secondo, sembrava in dubbio se rispondergli o meno.

    Alla fine optò per il no.

    - Griffin è via per lavoro in America e mi ha dato il permesso di usare la sua villa. Mi deve un sacco di favori, non aveva molta scelta.- spiegò, - A patto che ovviamente non venga rotto, rubato e modificato niente in maniera permanente. Che ne pensi?-

    Ayelèn si diede un'occhiata in giro, studiando la stanza ed immaginando un'ipotetica mostra dentro quelle mura, quadri appesi alle colonne in marmo rosa, nei piedistalli in mezzo a quella specie di serra, volantini poggiati sui vari tavolini, il buffet davanti al caminetto.

    - Può andare.- decise alla fine. - Non è certo quello che più desideravo, ma sì. Piuttosto di niente...-

    Non gli avrebbe dato troppa soddisfazione, dopotutto parlava sempre con Tom Kaulitz.

    Tom si staccò dalla parete e fece qualche passo avanti. - Se c'è un modo per migliorare, dimmi.-

    Ayelèn sospirò accomodandosi sul divano in pelle chiara. - Non ho molti contanti.- ammise cercando di non usare un tono di voce troppo lagnoso, non era parte di lei.

    Tom giocherellò con l'anellino sul labbro. - Bhè,- mormorò con cautela, - su quello non devi preoccuparti, posso sovvenzionare tutto io. Questa è comunque pubblicità, per me.-

    La ragazza rise, portandosi una mano alla bocca. - Pubblicità con la mia piccola e sconosciuta mostra?-
    Tom inarcò un sopracciglio. - Tutti sanno da chi è stata fabbricata la villa, ma facendo la mostra qui verrà gente molto più importante di quanto credi, anche se il tuo nome è pressoché sconosciuto. Un vantaggio per entrambi, non credi?-

    La donna lo fissò.

    Era furbo il ragazzo e probabilmente era arrivato ad avere tutto ciò che aveva e ad essere quello che era grazie a quel suo lato.

    Si alzò. - Va bene, Diabolik.- concesse alla fine, - Cercherò di essere brava e farti spendere fino all'ultimo centesimo.- commentò ironica, strappandogli però una leggera risata.

    - Possiamo andare oppure vuoi parlarmi di Bill?- chiese ancora.

    Tom sbarrò leggermente gli occhi e poi con un colpo di tosse cercò di nascondere l'imbarazzo. - Possiamo andare.- rispose avviandosi verso la macchina, - Possiamo farlo strada facendo.- aggiunse poi quando fu fuori dal suo campo visivo.

    Ayelèn ridacchiò seguendolo.

    Quel ragazzo aveva proprio la faccia come il culo.

    Però, contrariamente ad ogni aspettativa, iniziava ad essergli quasi simpatico.

    - Senti, apprezzo il tuo aiuto, davvero. Però non aspettarti che io diventi la tua postina di cuore con Bill, capito Kaulitz?-




    Bill sorrise consegnando nuovi colori ai bambini che stavano disegnando in classe parlottando distrattamente tra di loro.

    Adorava i suoi alunni, adorava vederli crescere giorno dopo giorno e sapere di contribuire un minimo alla loro educazione.

    Posò gli occhi su Kyle che colorava la tonda faccia di quello che doveva essere suo padre.

    Un po' si sentiva in colpa nei suoi confronti. I piccolo non sembrava scontento che si vedesse con il suo papà, ma non ne era sicuro.

    Però non avrebbe mai potuto fargli del male.

    Sorrise. Avrebbe visto Tom il pomeriggio seguente e non nascondeva che era eccitato all'idea.

    Gli preparava sempre nuove attività da svolgere, gli mostrava posti nuovi e con lui si divertiva un mondo.

    Non ricordava una persona che lo avesse mai fatto ridere tanto in vita sua.

    Ad interrompere il flusso dei suoi pensieri fu la suoneria del cellulare.

    Non lo spegneva mai in caso ci fosse qualche emergenza ma di solito metteva la vibrazione per non disturbare troppo i bambini.

    Molti di loro smisero di disegnare, guardandolo e con un sorriso gentile li tranquillizzò facendoli tornare a colorare.

    A chiamarlo era Ayelèn.

    Era consapevole che non avrebbe dovuto rispondere al lavoro ma l'idea che magari potesse essere successo qualcosa gli fece pigiare il verde.

    - Bill!- esclamò la ragazza. Aveva il tono scocciato. - Ti vieto categoricamente di parlare ancora di me con Kaulitz! Lui mi ha salvato il culo per la mostra e tu gli vai a dire che non lo sopporto?-

    In un primo momento Bill decise di sorvolare sul fattore mostra di cui non era assolutamente a conoscenza, e si concentrò sulle ultime parole dell'amica.

    In effetti era capitato durante i loro appuntamenti di parlare dei loro amici.

    Tom gli aveva raccontato di quanto Georg e Gustav gli facessero venire i capelli bianchi e cercassero di fargli scoppiare la prostata per loro cazzate e lui invece gli aveva detto di quanto Ayelèn fosse importante nella sua vita e che da sempre era stata molto protettiva nei suoi confronti e quindi...

    Oh merda.

    - Tesoro- iniziò con un respiro profondo. - Non è colpa mia se lo fulmini dalla finestra ogni volta che mi riaccompagna a casa, e se hai attaccato un cartello alla porta con su scritto "vietato l'ingresso a Tom-Thomas-Tommy-Tomislav e ai gatti"...-

    Ayelèn borbottò qualcosa di incomprensibile e poi esclamò - C'è una spiegazione a tutto ciò che tu ovviamente hai travisato! Tom è molto gentile e gli piaci. Forse riesci pure a levarti le ragnatele dalle mutande, tienitelo stretto!- e mise giù il telefono senza dargli modo di replicare.

    Bill sbattè le palpebre osservando confuso il display del cellulare.

    Che gli prendeva alla sua migliore amica? Fino alla sera prima non aveva fatto altro che insultare Tom dicendo che, nonostante fosse palese che erano cotti, lo avrebbe sempre e comunque fregato ed ora spendeva quelle parole dolci per lui?

    Sentì un brivido lungo la schiena, rimettendo via il cellulare e tornando dai suoi piccoli alunni.

    La cosa lo preoccupava, e non poco.

    Che quei due avessero tramato qualcosa alle sue spalle?

    Decise di non pensarci troppo per il bene della sua sanità mentale.


    Note: L'ennesimo ritardo :patpat:
    Scusateci tanto, ormai non facciamo atro che farvi invecchiare mentre aspettate nostre notizie!!
    Comunque al fine ci siamo riuscite e spero che il capitolo valga almeno un minimo la vostra attesa!
    Alla prossima!!:)
     
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  5. persefone87
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    finalmente il capitolo!!! bill è riuscito a conquistare l'attenzione di tom, anche da un punto di vista sentimentale, nonostante tom ancora non riesca ad ammetterlo... . sono curiosa di sapere cosa ha organizzato di preciso in quest'ultima parte del capitolo! postate presto!
     
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  6. Valii
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    Finalmente sono riuscita a entrare sul forum con calma e a commentare!
    Comunque... Adoro il capitolo e mi piace come la storia si sta evolvendo, non vedo l'ora di poter leggere il prossimo capitolo **
    A presto :)
     
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  7. !Moody
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    Scusate il ritardo con cui vi rispondo ma sto passando settimane difficili e sinceramente la voglia di pensare e scrivere From ma anche Severance (la mia prossima ff) sta sotto le scarpe...
    Mi salvo solo sapendo che non devo scrivere io il prossimo XD
    Comunque vi ringrazio di cuore di aver letto e lasciato un commentino.
    AH Tom...chissà cosa combinerà....
    Baciiiii
     
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  8. Valii
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    Non ti devi preoccupare, le cose vanno fatte quando si sente di volerle fare, altrimenti si fanno male! Prima di tutto il tuo benessere fisico e psicologico e poi il resto, quando starai meglio, se ne avrai voglia, continuerai :)
    Noi, almeno io, aspetteremmo la continuazione, che sia domani che sia tra mesi :)
     
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  9. !Moody
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    Ti ringrazio per la comprensione e penso le stesse cose anche io!
    Per fortuna il prossimo capitolo non dipende da me (giuro non saprei come avrei fatto) e Severance e in pieno cantiere quindi sto tranquilla per ora..
     
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  10. PinaKaulitz88
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    Ho due capitoli da recuperare, sono imperdonabile e lo so :( ma li leggerò e commenterò entrambi. Promesso!

    Non ho abbandonato la storia.

    Un bacio ad entrambe :cuore:
     
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  11. PinaKaulitz88
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    Eccomi ^_^
    Devo dire che il regalo ha avuto davvero l'effetto sperato (?), anche se comunque si vede che per Tom è difficile lasciarsi andare e persino provare delle emozioni e una serenità molto semplice che ogni persona desidera. Penso che stia capendo molte cose, fra cui quella di dare valore anche a gesti che potrebbero sembrare banali; Bill gli sta dando davvero tanto anche se ancora non lo sa.
    Insieme sono davvero troppo carini :love: entrambi impacciati e colti si sorpresa da ciò che provano. La loro potrebbe diventare una gran bella storia d'amore, ma so che non è così facile come sembra leggendo gli ultimi capitoli... Credo che qualcosa comincerà presto a non filare liscio, anche se il gesto di Tom verso Ayelèn mi è davvero piaciuto e penso (e, soprattutto, spero) che non sia invece portatore di nuvole all'orizzonte.
    Anche Georg e Gustav mi sono piaciuti, che teneroni!!!
    Aspetto il prossimo, continuate così :D :applauso:
     
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  12. !Moody
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    Grazie mille per il commento e scusami per il ritardo con cui lo faccio :(
    Il capitolo procede, anche se al rilento per mancanza di tempo e anche per problemi personali piuttosto complicati...
    Spero che, nonostante i tempi TROPPO lunghi, continuiate a seguirci.
    Mi scuso a nome di entrambe per, l'ennesimo, mostruoso ritardo.
    Baci a tutte :)
     
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  13. persefone87
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    up :woot:
     
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  14. fromTOKIOtoMARS
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    Buongiorno fanciulle, come va?
    Perdonate la lunga attesa, ma ho attraversato un periodo piuttosto complicato, che mi ha portato ad abbandonare completamente il capitolo. Le cose stanno andando un pochino meglio adesso, e di conseguenza è tornata la voglia di scrivere.
    Il capitolo procede. A rilento, ma procede. Non so quanto impiegherò a terminarlo, ma per come stanno le cose adesso non credo mi manchi molto. Confido ancora nella vostra infinita pazienza, vi voglio bene <3
     
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  15. fromTOKIOtoMARS
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    BUONE NOTIZIE!
    Capitolo concluso. Non so quando riuscirò a trascrivere tutto su pc, ma confido di farlo entro la fine di questa settimana (e se non è questa, la prossima).
    A presto!
     
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669 replies since 20/6/2011, 23:57   15939 views
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