From the Inside

by fromTOKIOtoMARS & !Moody | NC17, AU, Twincest not Related, Adult Content, Slash, Comico, Erotico, Angst (lieve)

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  1. PinaKaulitz88
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    Uhhh **
    Leggerò presto!
     
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  2. Valii
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    Evviva, capitolo :D :D :D
     
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  3. Ginger-
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    Ciao sono una nuova lettrice mi piace moltissimo la tua storia non vedo l'ora del prossimo capitolo! :3
     
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  4. !Moody
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    Grazie mille ^^
     
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  5. persefone87
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    tom non avrebbe dovuto affidare la sua "missione" a georg, immaginavo che non sarebbe stato discreto :rofl:
    riguardo la dichiarazione di gustav, fa un pò uno strano effetto, però sono carini!!
    up per il prossimo!!!
     
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  6. !Moody
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    Io, personalmente, non gli chiederei neanche di prendermi un caffè ahahaha
    Io stessa (anche se non ho scritto il capitolo), che sono una delle autrici, penso siano qualcosa di strano loro due, ma un strano bello che ci può stare :)
    Personalmente parlo XD
     
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  7. fromTOKIOtoMARS
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    Prima di tutto, grazie mille a tutte voi (un bacio speciale alle nuove lettrici :superlove:), scusatemi per il ritardo nel rispondervi ma sono stata super occupata!

    CITAZIONE (persefone87 @ 12/11/2013, 21:40)
    tom non avrebbe dovuto affidare la sua "missione" a georg, immaginavo che non sarebbe stato discreto :rofl:
    riguardo la dichiarazione di gustav, fa un pò uno strano effetto, però sono carini!!
    up per il prossimo!!!

    Come ho già detto dall'altra parte, Tom è stato assuefatto dall'euforia del suo piano...se ci avesse riflettuto a mente fredda sono certa che avrebbe preferito affidare il regalo a Kyle piuttosto che a Georg! Ma è andata così, che ci può fare ormai?
    Grazie per il commento, a presto.

    Il vostro affetto nei confronti di questa storia mi emoziona, sono seria. Grazie mille, di nuovo.
     
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  8. !Moody
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    Ragazze mi spiace tanto per tutto questo tempo d'attesa :(
     
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  9. persefone87
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    tranquilla! :-(
     
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  10. fromTOKIOtoMARS
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    Capitolo 10

    "La notte dei desideri"


    La sauna del Phoenix era come al solito piena, soprattutto in quel periodo dell'anno, ma l'atmosfera non era distesa come sempre. Il caldo sembrava più opprimente del solito, e si percepiva chiaramente una leggera nube di fastidio tra i presenti.
    Un ragazzo dai capelli ricci si stiracchiò, poi sbuffò. - Ma Kaulitz che fine ha fatto?-
    Il tipo accanto a lui, un colosso dal bell'aspetto, tutto muscoli e poco cervello, sollevò le spalle. - L'ultima volta che ha fatto la sua "apparizione pubblica"- ed enfatizzò le ultime parole virgolettando con le dita, - era al party dello ShwuZ, poi più niente.-
    Il biondo di fronte a loro li guardò entrambi. - E' strano che non si faccia vedere. Non è neanche più venuto qui!-
    Un paio di teste più in là annuirono, e un uomo un po' avanti con l'età, brizzolato, decise di prendere la parola. - E' stato visto al "Lorenz", qualche giorno fa. Pare avesse un appuntamento.-
    Si levarono dei mugolii sconvolti. "Un appuntamento? KAULITZ?", "No, non ci posso credere!"
    - Sì!- disse un ragazzo dai bellissimi occhi chiari. - C'è chi sostiene che sia stato con lo stesso ragazzo con cui è sparito al party!-
    Qualcuno sbuffò, delle teste si scossero. "Non è possibile", "Ragazzo fortunato!"
    Un ragazzino mulatto abbassò il viso, sconfitto. Il suo sogno era sicuramente svanito.
    Kaulitz sembrava appartenere a qualcuno, ora.

    Il suo piano era semplice, ma allo stesso tempo geniale. Solo Georg aveva fatto storie, ma fondamentalmente se ne fregava: gli doveva un sacco di favori, quello era niente per ripagarlo.
    Lo aveva implorato di essere discreto, e sentiva che niente sarebbe potuto andare storto.
    Sorrise sornione, soddisfatto di sé stesso.
    Oltre i finestroni del suo ufficio calava la sera.
    Aveva deciso di prendersi tutta la giornata per sistemare le ultime faccende prima delle vacanze di Natale; Kyle stava con Gustav, ma quella sera sarebbe stato tutto suo: nessun programma, era nelle mani del suo cucciolo.
    Era tutto perfetto.
    Neanche le note di "I will survive" dal suo Iphone riuscirono a scalfire il suo umore giulivo, ma il sorriso si incrinò appena come lesse il nome di Bill sullo schermo.
    - Pronto?- rispose, titubante.
    - Ciao Tom! Emh, disturbo?- il suo tono era divertito, fin troppo divertito, e l'architetto cominciò a preoccuparsi seriamente.
    Perchè era quasi certo del motivo della chiamata?
    - Ma no, figurati. Posso fare qualcosa per te?- l'immagine di loro due il giorno dell'appuntamento fece capolino nella sua testa, ma la cosa non lo rilassò affatto.
    Bill dall'altro capo del telefono rise leggermente. - Nah, niente di particolare. Mi chiedevo solo se sapessi per quale motivo il tuo amico mi segue da oggi pomeriggio... Devo preoccuparmi?-
    Tom sentì l'ultimo barlume di speranza prendere il volo e abbandonarlo per sempre.
    Come aveva potuto fare affidamento su quel troglodita rivestito di stupidità e paillettes?
    Cercò di pensare in fretta ad una cagata da rifilargli, ma l'unica cosa che uscì fu un "no" poco convinto, cosa che inquietò il moro - che dovesse preoccuparsi sul serio?!
    Si salutarono dopo qualche chiacchiera di circostanza (Bill, da vero gentiluomo, non era tornato sul discorso), e Tom si ritrovò a fissare il vuoto.
    Sollevò poi con rabbia la cornetta del telefono, digitando velocemente un numero. La risposta non si fece attendere molto, e la voce squillante di Georg sembrò perforargli il cervello.
    - Hello, honey!-
    Inspirò con ferocia. - Hello un cazzo, IO TI UCCIDO!-

    Strofinò con forza le mani tra di loro, soffiandoci poi sopra. Nonostante il riscaldamento stava congelando in quella dannata macchina, Cristo!
    Cosa li spendeva a fare Thomas tutti quei soldi in equipaggiamenti vari, se poi per qualche ora fermo lui moriva assiderato? Una vocina dentro di lui glielo urlò contro: "Vuole farti fuori!"
    Piagnucolò e rabbrividì, e stavolta non per il freddo.
    Sentì qualcuno picchiettare sul finestrino del lato passeggero, e aprì la portiera. Un intenso profumo di caffè avvolse l'abitacolo, e Georg accolse sorridente Gustav che gli porse uno dei bicchieri di Starbucks, mentre si chiudeva la portiera dietro di lui.
    Il piastrato prese un sorso generoso della sua bevanda calda e sospirò beato. - Dio, come ci voleva. Sei il mio angelo!-
    Gustav gli sorrise di rimando dietro il suo bicchiere di cappuccino.
    Rimasero in silenzio per qualche istante, la mente trasportata dalle note di Britney Spears in sottofondo.
    - Quanto mi odia?- chiese poi Georg, e il biondo rise. - Mah, sta solo valutando se è fattibile riempirti la stanza di serpenti velenosi, ma è probabile che opti per un cecchino.-
    Il castano sospirò, portandosi una mano al petto. - La Huston sia lodata, sono salvo!-
    Gustav osservò l'amico di sottecchi, e sentì il cuore accelerare. I battiti sembravano talmente potenti che aveva paura che Georg potesse sentirli.
    Aveva paura che, voltandosi, capisse tutto il mondo che gli nascondeva da tempo; che in un attimo collegasse tutti quei segnali che gli stava lanciando, ma che erano rimasti inascoltati.
    Aveva paura di subire un rifiuto, ma era stufo di rimandare.
    Quello era il momento giusto. C'erano solo loro due, nessuna distrazione.
    Inspirò profondamente. "Vai, Gustav!" si disse. Prese dalla Prada nuova di zecca il pacchetto che aveva preparato con immensa cura quel pomeriggio, e lo fissò intensamente.
    - Ehm, Georg?- lo chiamò piano, per attirate la sua attenzione. Quello si voltò sorridente nella sua direzione, e lui gli porse il regalo. - So che è un po' presto, ma era inutile fargli fare la muffa nell'armadio, no?-
    Gli occhi del piastrato si allargarono. - Oh, Gustav...- cominciò, - Ma io...- il biondo lo zittì subito, dicendogli "non ti preoccupare", e gli sorrise.
    La luce nella macchina era debole, e Georg non si accorse del rossore che imporporava le guance dell'amico. Buttò il bicchiere vuoto alle sue spalle e si concentrò sul regalo, scartandolo con cura: conteneva una scatola di Tiffany.
    - Non sarà mica quel diadema che volevo?- chiese divertito, aprendo la scatola. Ne estrasse una cornice fine, con un fiocco di diamanti sul lato, ma non fu quel dettaglio brillante a colpirlo.
    La cornice conteneva una foto di loro due. Si stupì, perchè quella foto era una delle più semplici che avesse mai fatto, se non addirittura l'unica: ritraeva loro due sul divano di casa di Tom, vicini, entrambi sorridenti verso l'obiettivo. Tutto qui. Niente boa piumati, nessuna tutina aderente e pizzo, nessun dildo e niente trucco, solo loro due e i loro sorrisi splendenti.
    E un semplice pensiero si insinuò nella sua testa: erano belli, insieme.
    Sollevò lo sguardo su Gustav, un accenno di batticuore nel petto, e il quel momento notò la sua espressione così diversa dal solito. Lo guardava come se fosse la cosa più bella e preziosa del mondo, e capì che stavano per addentrarsi in un terreno oscuro.
    Provò a dire qualcosa, ma la bocca sembrava cucita. Per la prima volta in vita sua, Georg Listing era a corto di parole.
    - Io...è un po' che ci penso. Ho fatto duemila congetture, pensato ad infinite opzioni per dirtelo, ma ho capito che non ce n'era bisogno.- Gustav prese aria, il cuore che gli rimbombava nelle orecchie. Gli occhi limpidi di Georg che lo scrutavano con paziente curiosità lo confondevano, ma ormai era in ballo.
    E allora balliamo.
    - Tutto quello che voglio è passare il resto della mia vita con te. Svegliarmi al tuo fianco ogni mattina, renderti felice con tutte le mie forze, perchè non c'è niente di più importante per me. Io ti amo, Georg. Ti amo come non ho mai amato nessun'altro. E mi ero preparato un discorso molto più lungo, ma ho dimenticato tutto.- mormorò, sforzandosi di ridere. Aveva gli occhi serrati, perchè non aveva il coraggio di vedere la faccia di Georg. Non era mai stato così imbarazzato, si sentiva nudo. Gli aveva offerto il suo cuore, ora era nelle sue mani.
    Georg era sbigottito, incapace di formulare razionalmente un pensiero. Le parole di Gustav gli martellavano nel cervello. Forte, sempre più forte. Gli veniva da piangere.
    E fece la sua scelta.
    Attirò con forza l'amico a sé, e lo baciò. Fu un bacio intenso, pieno di bisogno, nonostante la sorpresa del biondo. Georg si aggrappò a lui, alle sue labbra, come se la sua vita dipendesse da quello.
    Lo trascinò sui sedili posteriori, sentendosi molto Rose in Titanic, senza mai staccarsi dalle sue labbra. Le loro lingue combattevano voraci, le mani esploravano quei corpi che si conoscevano bene, ma mai così intimamente.
    Il castano non lo aveva detto, ma a Gustav sembrò di sentirlo, l'eco di quel "ti amo" dirompente come un fiume in piena. Georg sorrise contro le sue labbra, petto contro petto.
    E Bill, e Tom, e il freddo...tutto passò in secondo piano.

    Il pomeriggio seguente Tom accolse con fare circospetto i due amici, entrambi al settimo cielo e vicini. Fin troppo vicini.
    Sorvolò sulle mani unite, ben consapevole di quello che era potuto succedere la sera prima, ma un terribile pensiero lo colpì come un fulmine al ciel sereno.
    - Che avete combinato alla mia bambina?- Georg trillò, staccandosi dal biondo e gettandosi ad angelo sul divano. - Mettiamola così, Kaulitz... La tua macchina non è più vergine!-
    Tom si portò le mani alle tempie, inspirando profondamente. - Ok- disse, - Ok. La...la porterò a disinfettare. Adesso questo non è importante. Avete fatto quello che dovevate fare?-
    Il piastrato annuì. - Missione compiuta, capo. Tutto come previsto!- L'architetto sospirò sollevato, sedendosi accanto a lui.
    Georg si aspettava come minimo un bacino sulla guancia e infatti si protese verso di lui, ma quello che ricevette fu solo una cuscinata in pieno viso. - Non pensare di averla scampata così facilmente, stupida checca! Neanche il tuo fidanzatino può salvarti!- Il castano piagnucolò, stringendosi a lui.
    Gustav sorrise, non solo per la scena di ordinaria follia in casa Kaulitz, ma soprattutto perchè Thomas era ben lontano dalla verità.
    La realtà era che lui e Georg non avrebbero risolto un ben niente, se non fosse stato per l'arrivo provvidenziale della coinquilina di Bill.
    Stavano vagando da più di mezz'ora su e giù per il condominio, senza avere la minima idea di dove andare a sbattere la testa. Non sapevano il cognome del maestro -e chiederlo a Tom era fuori discussione!-, e sebbene il piastrato avesse detto di aver intravisto Bill dalla finestra, non riusciva minimamente a ricordare a che piano fosse. E il biondo non lo stava affatto aiutando!
    - Dannazione, Gu! E pensare che ti ho anche dato il culo! TI ODIO!- si stava lamentando da dieci minuti buoni, prendendolo a pugni sulla spalla. Gustav non faceva altro che sospirare e sistemarsi gli occhiali, studiando l'ennesima sconosciuta targhetta.
    Stavano quasi per mandare tutto a monte se non fosse stato per il soave -che di soave aveva ben poco- "Ma voi non siete gli amici di Kaulitz?" che era arrivato come una manna dal cielo a salvarli.
    Il piastrato si era buttato emozionato tra le braccia della ragazza, e in un impeto di gioia stava quasi per baciarla se non fosse intervenuto Gustav in tempo.
    - Tu sei la coinquilina di Bill, giusto?- le aveva chiesto speranzoso, e quella aveva annuito perplessa. - Cosa ci fate qui?-
    - Dobbiamo consegnare un regalo a Bill senza farci scoprire...è una sorpresa, da parte di Tom.- la ragazza (che gli avrebbe poi detto di chiamarsi Ayelèn) gli aveva allora sorriso, i lineamenti molto più rilassati rispetto a qualche minuto prima. Si era fatta seguire fino a casa, dove avevano lasciato la busta, e poi gli aveva offerto un thè. E si erano messi a parlare. Tanto, di qualsiasi cosa. Avevano scoperto che era un'artista alla ricerca del posto perfetto per la sua nuova esibizione, e lei aveva capito che tutti e tre (Kaulitz compreso) erano ricchi e famosi sì, ma anche persone alla mano e simpatiche. Per lo meno i due che aveva di fronte.
    E poi il loro discorso cadde su Bill e Tom, e tutti e tre si erano trovati d'accordo sul fatto che quei due erano assolutamente e irrimediabilmente cotti l'uno dell'altro, ma nessuno dei due aveva la palle per ammetterlo. Gustav stava quasi per dire che forse Thomas non lo aveva del tutto capito, ma fu zittito da un'occhiataccia di Georg, e quindi si era ritrovato a concordare con loro.
    Il biondo si ritrovò ad osservare l'amico, chiedendosi cosa lo bloccasse così tanto da non capire che forse un passo avanti poteva farlo, e che probabilmente Bill era la persona giusta. Sperava che Tom arrivasse alla consapevolezza che voler vedere il moro e voler stare con lui non era più dovuto a quella stupida scommessa. Voleva vedere l'amico felice, e sentiva nelle viscere che con Bill poteva esserlo.
    Tom intanto stava tentando ancora di tenere lontano quel polipo schifoso di Georg, quando sentì il cellulare vibrare nella tasca. Lo tirò fuori, e sorrise allo schermo. - DoppiaK, vieni a parlare con la mamma!-
    Dei giocattoli caddero con un tonfo a terra, e in un lampo l'architetto si vide addosso il figlio che riuscì a sfilargli velocemente l'Iphone dalle mani.
    - MAMI!- urlò, talmente forte che per poco a Nathalie non cadde il telefono dalle mani. - Cucciolo mio, come stai?-
    - Bene!- Annuì il piccolo, come se la madre potesse davvero vederlo. - Quando tonni mami?-
    Alla donna dall'altro capo brillarono gli occhi. - Perchè? Ti manco, amore mio?-
    - No.- disse risoluto Kyle, e Nathalie scoppiò quasi a piangere. - Mi manchi ma voglio stare con papino, mi divetto tanto! Le zie si fanno sempre gli scherzi, e poi ieri con papi siamo stati tutti soli. Mi ha cucinato la canne e le patatine fritte, ha fatto tutto lui, e poi abbiamo giocato, e prima di dommire mi ha raccontato la favola del Canto di Natale, e abbiamo dommito insieme nel suo lettone!-
    Nathalie ascoltava rapita il racconto del figlio, stringendo forte il telefono tra le mani. Era così orgogliosa di Tom. Nonostante le sue remore iniziali, stava affrontando egregiamente le sue paure.
    Era un gran padre.
    - Papà come sta? Che combina?- Il bambino si voltò verso l'uomo che continuava a bisticciare con zio Georg, e scoppiò a ridere. - Papi sta bene, e parla sempre del maetto Bill! Mi piacciono papi e il maetto Bill insieme, le zie dicono che è...dicono che è...cucinato perso! Sono pure usciti insieme, ma zio Guttav mi ha detto di non dillo a nessuno.-
    La donna aveva spalancato la bocca sconvolta.
    Tom stava finalmente riuscendo a soffocare Georg con un suo tanga leopardato quando Kyle gli si avvicinò con un gran sorriso, passandogli l'Iphone. - Mami vuole pallare con te!-
    L'uomo si portò il telefono all'orecchio e allungò le gambe sul divano per scacciare il piastrato e Gustav che gli si era buttato addosso. - Luce dei miei occhi, che mi dici?-
    - Cosa diamine stai combinando con Bill?!-

    Il giorno della Vigilia di Natale faceva dannatamente freddo, e Tom continuava a rimpiangere il calore del caminetto che aveva acceso con gran cura a casa.
    Kyle invece, ben saldo in braccio a lui, sembrava non accorgersi di nulla, troppo preso ad osservare estasiato tutto quello che lo circondava.
    "E' solo un bambino ed è tuo figlio" continuava a ripetersi l'uomo, "stai facendo tutto questo per lui!"
    Eppure il mantra, nonostante se lo stesse ripetendo da quando aveva messo piede fuori casa, sembrava non avere alcun effetto, anche perchè sapeva che Kyle in quella storia c'entrava ben poco.
    Ancora doveva capire cosa non andasse nel cervello di Georg e Gustav, perchè solo ad un pazzo poteva venire in mente di uscire il ventiquattro sera, e ritrovarsi imbottigliato in un mare di gente che a quanto pareva non aveva un cazzo di meglio da fare quel giorno, senza alcun motivo valido. Che poi, fosse stato solo per loro se ne sarebbe quantomeno fregato bellamente, ma le due merde avevano un asso nella manica: Kyle, che quel pomeriggio era andato da lui con tanto di occhioni che brillavano e vocina, e gli aveva detto che voleva tanto andare alla festa in piazza quella sera. E lui sapeva benissimo che sotto c'era lo zampino dei piccioncini -il figlio non sapeva neanche cosa fosse una festa in piazza!-, ma alla vista del suo bambino che gli si era accoccolato sulle gambe non era riuscito davvero a resistere.
    Stupido Kaulitz!
    Tutti e tre si stavano facendo avanti a spallate tra la folla, cercando di raggiungere i giardinetti che secondo Gustav erano più o meno immuni alla ressa. Quel "più o meno" non lo convinceva affatto, ma tutto era meglio di quello a quel punto, e quindi seguiva la coppietta senza fare storie -li avrebbe fatti fuori più tardi, e al diavolo la stupida credenza che vuole tutti più buoni a Natale.
    Il perchè i due avessero insistito così tanto per andare a quella maledetta festa quel giorno, a quell'ora, gli era oscuro ogni secondo di più.
    Solitamente loro le Vigilie le trascorrevano soli soletti a casa a festeggiare con alcool, musica e fumo. Qualche maschietto aitante che alla fine si portava solo lui a letto, e talmente tanto sballati da mancare per più e più volte i pranzi organizzati da Nathalie il giorno dopo. Era capitato raramente che andassero allo ShwuZ, ma a fine serata avrebbero preferito essere andati in Chiesa, tanto erano insoddisfatti e depressi. Negli ultimi anni stava cercando di darsi una regolata per Kyle e i pranzi non li mancava, ma le occhiaie parlavano per lui.
    Sbuffò e strinse il figlio a sé, per paura che cadesse. Si stava quasi violentando pur di sorvolare su quello stupido cappellino con tanto di naso rosso e corna da renna (fatto appositamente da Sue, maledetta megera dalle mani d'oro), pur di non ammettere che il suo bambino era adorabile anche così, e passare per il Grinch dal cuore tenero della situazione.
    Finalmente, dopo quello che sembrò un tempo interminabile, arrivarono al parchetto che circondava la piazza, che sì era meno affollato, ma comunque c'era ancora troppa gente per i suoi gusti.
    Fece scendere Kyle, che saltellò felice. Georg e Gustav, stretti come due ragazzini innamorati, puntarono un banchetto di dolci tipici e quasi trotterellando si diressero lì.
    Tom si guardò intorno, per poi posare affascinato lo sguardo sul riflesso della luna tra le acque scintillanti del laghetto artificiale, sovrastato da un instabile ponticello in legno.
    Quella chiazza pallida nell'acqua scura gli portò alla mente un'immagine ben definita, ma scacciò il pensiero quasi con rabbia.
    No.
    Si sentì tirare per la manica della giacca e si abbassò sulle ginocchia, concentrandosi su Kyle.
    - Papi, ci sono dei miei amichetti al pacco giochi... Posso andae?- Tom si voltò dove indicato dal figlio, riconoscendo dei suoi compagnetti e alcune mamme che vedeva spesso all'uscita di scuola. Acconsentì, facendosi giurare che non si sarebbe mosso da lì per nessuna ragione.
    Senza perdere mai d'occhio il figlio, si diresse velocemente dagli amici.
    - Avanti, cosa c'è sotto? Mi state sicuramente nascondendo qualcosa, me lo sento!-
    Georg sollevò gli occhi al cielo, riemergendo dal suo Krapfen al cioccolato. - Suvvia Kaulitz, un po' di spirito natalizio! Non vedi che bella atmosfera che c'è?-
    Tom scosse la testa, sbuffando del fumo dalla sigaretta che si era acceso poco prima. - L'unica cosa che vedo è la gente. Troppa gente. Sono anche certo che qualcuno mi abbia toccato il culo, e non è stato affatto piacevole!-
    - Stammi a sentire, Mr. Scrooge- disse Gustav, pulendosi alla bell'e meglio la bocca sporca di marmellata, - piantala di essere così...così...te stesso! Sorridi, apriti al mondo! Sia mai che succeda qualcosa di piacevole.- si scambiò subito un'occhiata d'intesa col compagno, e Tom li guardò inorridito.
    Cos'altro doveva succedere?
    Scosse la testa lasciandoli soli, e procedette a passo lento verso il ponte di legno, poggiandosi poi sul corrimano sdruccioloso. Da lì riusciva a vedere tutto: la piazza gremita di gente, i giardinetti pieni di coppiette, il parco giochi dove stava Kyle. Sentiva di avere tutto sotto controllo, aumentando così il suo senso di onnipotenza.
    Il Grande Kaulitz, col mondo nelle sue mani. Probabilmente era l'atmosfera, o l'eco lontano del chiacchiericcio della piazza...non lo sapeva, eppure riuscì ad estraniarsi, rifugiandosi nella sua bolla protetta.
    E pensò alla sua vita, a tutto quello che aveva perso e ottenuto. Georg, Gustav, Nathalie, Kyle... Soprattutto Kyle. Il suo bambino, la sua gioia più grande. Averlo con lui per tutto quel tempo era stato un regalo immenso, non avrebbe mai ringraziato Nath abbastanza. La felicità e la luce che aveva portato in quel mese erano state un toccasana, e gli aveva fatto capire che alla fine poteva essere una brava persona anche lui. Una persona matura e responsabile, perchè avrebbe dato la vita per proteggere suo figlio.
    Eppure negli ultimi giorni sentiva come un peso all'altezza del petto. Qualcosa che, seppur non intralciando con la sua vita, era sempre lì. Lo sentiva soprattutto in quelle fredde serate invernali, avvolto tra le coperte mentre inebetivo osservava il soffitto, attendendo l'arrivo di Morfeo ad accoglierlo tra le sue braccia. Un peso che neanche Kyle, il suo tesoro, riusciva a lenire.
    Gettò la cicca oltre il corrimano, osservando rapito i cerchi concentrici formatisi al contatto con l'acqua. Quasi si spaventò pensando che la sua fama, la sua importanza a livello lavorativo potevano diventare come quei cerchi: così grandi da dissolversi così, in un soffio, senza poter fare nulla per impedirlo.
    Era talmente preso da quella tragica prospettiva da non accorgersi del suo nome urlato a gran voce, prima che qualcuno non gli si buttasse letteralmente addosso.
    Tom urlò spaventato improperi che avrebbero fatto sbiancare il Signore, e stava quasi per staccarsi malamente l'estraneo di dosso, ma quel profumo inconfondibile gli sfiorò il naso, e prima di formulare il pensiero strinse Bill tra le sue braccia, confuso ed emozionato allo stesso tempo.
    Forse non ci stava col cervello neanche lui, perchè il Tom che pensava di conoscere sarebbe stato disgustato da tutta quella felicità che quel piccolo gesto gli stava dando.
    Felicità?
    Scosse la testa, sperando così di riacquistare un po' di buonsenso. Piazzò su, con difficoltà, il solito ghigno arrogante e sfiorò con la bocca l'orecchio del moro.
    - Buonasera, Bill.- soffiò suadente, e sentì il maestro irrigidirsi tra le sue braccia, prima di staccarsi velocemente da lui.
    - Io... Dio mio, scusami! Non so cosa mi sia preso, è solo che ti ho visto, e... Cristo, sono così imbarazzato!-
    Tom scoppiò a ridere e Bill gonfiò le guance lievemente offeso, e a lui ricordò tanto l'espressione che faceva Kyle quando voleva ottenere qualcosa.
    Tornò serio in un attimo.
    - Dunque- cominciò, avvicinandosi talmente tanto che Bill rabbrividì, - a cosa devo tutto ciò?-
    Il moro si ritrovò di nuovo in trappola tra le sue braccia, e gli tornò in mente la serata del loro appuntamento. E come allora sperò che l'architetto smettesse di parlare e lo baciasse. Si diede dello stupido, e si liberò da quella gabbia d'oro.
    - Volevo ringraziarti.- disse, percorrendo lentamente il ponte. Tom gli fu subito accanto.
    Quando un paio di giorni prima era tornato a casa dopo un ultimo insoddisfacente giro di compere natalizie, aveva trovato quel pacchetto rosso sopra il letto. Ayelèn aveva giurato di non sapere cosa fosse, né chi lo avesse portato, e lui era un tantino preoccupato all'idea che poteva trattarsi di una lettera minatoria o cagate del genere. Ma il pacchetto era incartato con cura, e al tatto poteva sentire la custodia di un CD.
    Senza troppe cerimonie lo aveva scartato emozionato, e alla vista di ciò che conteneva aveva trattenuto il fiato, per poi scoppiare a piangere senza ritegno.
    Ayelèn era accorsa spaventata in camera sua, ma quando lo aveva visto a capo chino sul regalo che teneva tremante tra le mani lo aveva lasciato solo, scuotendo sorridente la testa.
    Sentiva di aver ricevuto un grande tesoro, e non solo per quello che era, ma soprattutto per chi glielo aveva fatto avere. C'era una sola persona che doveva ringraziare.
    - Mi hai regalato un sogno. Non ti sarò mai abbastanza riconoscente.- terminò, quasi commosso.
    Tom era sicuro di dover sfoderare una battuta piccante di risposta, perchè sentiva che doveva esserci, ma non uscì niente. Abbandonò invece la maschera strafottente, e sorrise di cuore. In un moto di tenerezza, lasciandosi guidare solo dall'istinto, abbracciò nuovamente Bill che si aggrappò con tutte le sue forze alla sua schiena.
    L'idea gli era venuta in un lampo, ed era bastata una telefonata per realizzare tutto.
    Una telefonata a Miss Germanotta, e adesso si ritrovava col bel maestro tra le braccia. Per la seconda volta. E non c'era alcuna malizia in quel gesto, era semplicemente felice di trovarsi lì, con lui.
    Bill, quando aveva visto la copertina di Artpop era pronto ad urlare con quanto fiato aveva in gola, poi aveva notato la busta. Tremante ne aveva estratto due biglietti per uno showcase esclusivo che Lady Gaga avrebbe tenuto a Berlino per promuovere il nuovo CD. Aveva sentito le lacrime bagnare calde le guance, ma era letteralmente esploso quando aveva visto cadere dalla busta un foglio ripiegato, che si era rivelato essere una personalissima dedica della cantante diretta solo ed esclusivamente a lui. Con fatica era riuscito a leggere "A Bill, il mio adorato mostriciattolo. Ti auguro tutto il bene del mondo, ed un sereno Natale", e sotto, più in piccolo, sempre con quella calligrafia che conosceva così bene "Non lasciartelo scappare!"
    Tom non era a conoscenza di quel piccolo extra, Bill se lo sentiva. E sentiva anche che non avrebbe avuto più senso mentire a sé stesso.
    "Non lasciartelo scappare!"
    L'architetto si staccò da lui e gli accarezzo lievemente la guancia, catturando quella piccola lacrima all'angolo dell'occhio. Niente poteva rovinare quel trucco, quel viso.
    Lui.
    Bill si poggiò contro la sua mano proprio come il giorno dell'appuntamento. Tom, come quella sera, sentì l'aria cambiare. Sentì la mano fredda del maestro intrecciarsi con la sua, e abbassò lo sguardo, constatando che sembravano fatte l'una per l'altra.
    Un freddo fiocco, il primo dell'abbondante nevicata che ci sarebbe stata quella sera, andò a posarsi sulla fronte di Bill, che rise cristallino. Tom desiderò nuovamente di poterlo sentir ridere per sempre, mentre con delicatezza poggiò le labbra sulla fronte del moro, posandovi un delicato bacio.
    Forse non era del tutto conscio dei suoi gesti. O forse sì, ma a quel punto se ne stava fregando di tutto.
    Nessuna azione studiata a tavolino, nessun secondo fine. Voleva essere del tutto sincero almeno una volta.
    Almeno quella volta.
    Bill si sentì riscaldare nel profondo. Con un groppo alla gola talmente grande che sembrava far fatica a respirare passò leggero il pollice sul viso di Tom, sul suo naso, sulle guance, sulle sue labbra carnose, senza mai perdere il contatto visivo. Occhi negli occhi, le loro anime intrecciate indissolubilmente.
    E mentre il cielo veniva rischiarato dai fuochi artificiali che annunciavano l'arrivo del Natale, le loro labbra si unirono di desiderio, alienandoli da tutto e tutti.

    Note finali: BUON NATALE IN RITARDO a tutti quanti!
    Vi giuro, quasi non ci credo io stessa di aver terminato. Quando ieri ho messo l'ultimo punto per poco non scoppiavo a piangere. Con la socia abbiamo virtualmente stappato una bottiglia di champagne, fatevelo dire da lei.
    Tutto questo ritardo è imperdonabile, me ne scuso. Con tutto l'affetto che continuate a dimostrare è inaccettabile, ed è tutta colpa mia. Sono l'autrice che da più problemi, perdonatemi.
    Non sono del tutto soddisfatta dell'esito finale del capitolo, ma l'unica cosa che importa è che non vi abbia deluso, dopo tutto il tempo aspettato. Questo mi mortificherebbe.
    Grazie a tutte voi, vi voglio bene.

    PS: Non è stata mia intenzione fare campagna pubblicitaria a Lady Gaga, a me neanche piace xD Fate finta che l'album non sia ancora uscito, ecco spiegata tutta l'emozione di Bill.

    PPS: La mia dolcissima Nessie ci ha fatto dei regali che adoro, e vorrei ringraziarla di nuovo. Sei un tesoro, ciccia <3











    L'immagine che segue è un po' forte. La storia vuole che sia nata dopo averle riferito che il pisello è la parola chiave della FF.



    LOL

    Edited by fromTOKIOtoMARS - 29/12/2013, 21:06
     
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  11. !Moody
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    BABBO NATALE ESISTE!!!
    LODATELO!!!
    Ebbrava SociaM che hai postato <3
    In ogni caso adoVo i Banner di Nessie, tolto il primo e quello a luci rosse non li avevo visti!
    Liebe ti manderò un pacco bomba uno di questi giorni, magari al posto della calza della befana u.u

    Sono bellissimi, specialmente quello con DoppiaK (Il mio cucciolinoooooo <3)
    Grazie mille anche da parte mia :*
     
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  12. Mad_Queen
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    Oddiooooo!!! Ma dite dite.. solo io leggo e commento??
    Cioè come fai a non commentare tanta dolcezza, soprattutto di Natale?
    Oddio.. adesso mi sto ricordando che dovrei ultimare anche il capito della mia :P
    io vado... e intanto aspetto un altro capitolo zuccheroso!!
    Bella bella bella! :*
     
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  13. !Moody
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    Grazieee milleeee :))
    Ahahaha si sei rimasta solo tu mi sa ahahaha XD
     
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  14. Mad_Queen
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    bella m***a!
    NOn si fa così ragaaaa!!
    Le scrittrici vanno appoggiate! Poi a mio parere è impossibile che solo io legga questa storia: la leggono tutti..ma vi fanno male le dita a commentare?
     
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  15. !Moody
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    Ti ringrazio che prendi questa cosa a cuore per non preoccupart :)
    Sicuramente ci sarà qualche lettrice fantasma ma come ti ho già detto in questo periodo c'è carestia sia di lettrici che di scrittrici :(
     
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669 replies since 20/6/2011, 23:57   15939 views
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