From the Inside

by fromTOKIOtoMARS & !Moody | NC17, AU, Twincest not Related, Adult Content, Slash, Comico, Erotico, Angst (lieve)

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  1. fromTOKIOtoMARS
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    Ragazze, buone notizie (o per lo meno spero XD)
    Ho finito la Maturità (VIVA MEEEEEEEEEEEEEE), e quindi ora posso totalmente concentrarmi sulla storia! Solo il tempo di ringranare la marcia, e torniamo più pimpanti di prima!
    Grazie dell'attesa fino ad ora, siete formidabili.
     
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  2. Dakota.Auree.
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    Ora puoi respirare e goderti l'estate, come ci si sente?
    L'anno prossimo sarò io a penare ç__ç
     
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  3. fromTOKIOtoMARS
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    Guarda, è una sensazione strana, non te ne rendi pienamente conto. Probabilmente sentirò la botta a Settembre XD
    L'unica cosa che posso dirti è che passerà, nient'altro perchè odiavo quando mi dicevano "Ma va là, che è facile!" ._.
     
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  4. Dakota.Auree.
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    Una sola persona si deve azzardare a dirmi che è facile e le stacco la testa a morsi, giuro!

    Sì, sicuramente a Settembre ti renderai pienamente conto che hai terminato il liceo e che le giornate non saranno più scuola-casa-studio-uscite con amici (più uniche, che rare)-letto, ma ben altro ; )
     
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  5. fromTOKIOtoMARS
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    Quello è certo! ;D
     
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  6. !Moody
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    LIBERTààààààààààààààà <3
     
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  7. persefone87
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    complimentiiiii!!!! goditi l'estate, che poi una volta arrivata all'università fino ad agosto patirai...!! XD
     
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  8. !Moody
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    Povera socia u.u
     
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  9. fromTOKIOtoMARS
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    Perchè D:
     
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  10. PinaKaulitz88
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    Up ^_^
     
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  11. Dakota.Auree.
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    Up up : ))
     
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  12. !Moody
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    Perchè dopo dovrai rinchiuderti all'università u.u
     
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  13. fromTOKIOtoMARS
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    Lo dici tu u.ù
     
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  14. fromTOKIOtoMARS
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    Capitolo 6

    "Superheroes as Christmas' gift"


    Quando le luci si riaccesero, nella saletta scoppiò una vivace baraonda.
    Georg si era sollevato in piedi urlando sguaiatamente "bravo cucciolo!" neanche fosse al concerto di Madonna, tanto da far sobbalzare spaventata una vecchina che aveva cominciato a recitare anche il rosario, e Gustav continuava a martoriare una povera donna accanto a lui, tirando di tanto in tanto su col naso commosso, bofonchiando "la stella cometa è il mio nipotino!" con occhi lucidi.
    Tom invece se ne stava tranquillo al suo posto, facendo finta che accanto a lui non ci fosse nessuno. Era perso ad osservare il suo angelo, che in quel momento agitava energicamente la mano nella sua direzione, e ricambiò goffamente.
    Si sentiva un pesce fuor d'acqua in quell'ambiente, ma non gli interessava. Sorrise teneramente al figlio, poi il suo sguardo cadde sul maestro.
    Successe qualcosa, in quel momento. Qualcosa di strano, ma che ancora non era in grado di spiegarsi.
    E si ritrovò a pensare di averne visti pochi, di sguardi intensi come quello.

    Il moro sorrise alla madre che aveva di fronte, consegnandole uno dei lavoretti che avevano preparato i bambini per Natale. Stava andando avanti così dalla fine della recita, mentre le altre maestre erano occupate a fare chissà cos'altro.
    Non doveva mancare ancora molto comunque, aveva consegnato quasi tutti i pensierini, e poi se ne sarebbe andato.
    Grazie a Dio, doveva aggiungere! Sentiva che gli stava per venire una paralisi al viso, doveva fumare, e per giunta Ayelèn era sparita, lasciandogli fare quello sporco lavoro tutto da solo!
    Che lei non c'entrasse niente in tutto quello, era un dettaglio assolutamente irrilevante.
    - Grazie mille.-
    Il cervello di Bill si bloccò. Stava procedendo automaticamente, senza rendersi conto di chi aveva ora davanti. E la sua mano a mezz'aria, che non stringeva più nulla, era il chiaro segno di una figura di merda colossale.
    La ritrasse velocemente, quasi stizzito, e celò quel momento di imbarazzo dietro un colpo di tosse.
    Tom intanto se la godeva bellamente.
    Riusciva a metterlo in confusione, e questo era un buon segno.
    Ci stava pensando!
    - Complimenti per la recita. E' stata...interessante.- borbottò, rigirandosi il lavoretto tra le mani.
    Il moro aveva ritrovato il completo controllo della situazione, ed ora lo osservava tranquillo. - Non è merito mio, ma solo dei bambini. Dovrebbe congratularsi con Kyle.- mormorò, incrociando le braccia al petto. L'architetto sbuffò una risata, fissandolo col suo solito cipiglio strafottente. - Sempre sulla difensiva, eh? Riuscirai mai a darmi del tu?- sussurrò, avvicinandosi a lui.
    Bill rise, scuotendo la testa. - Queste moine non funzionano con me, signor Kaulitz. Piuttosto che credere alle sue parole, preferisco illudermi...chessò, del fatto che quel suo amico possa tornare etero un giorno!- disse, indicando con lo sguardo Georg pochi metri più in là, che si vantava con un gruppo di signore del suo tesorino tutto guance e dolcezza che se la rideva sulle sue spalle.
    Tom ghignò, ritirandosi. Tese una mano al moro, che afferrò, anche se leggermente titubante. - I muri sono fatti per essere abbattuti. A presto, Bill.-

    Si stava finalmente godendo la sensazione della nicotina che scorreva nel suo corpo, quando un tonfo alle sue spalle lo fece sobbalzare spaventato, facendogli cadere rovinosamente la tanto agoniata sigaretta. Si voltò furibondo, ma due mani lo spinsero con forza contro il muro, intrappolandolo.
    Bill fissò sconvolto Ayelèn di fronte a lui, che col suo sguardo da maniaca lo osservava con tanto d'occhi. - Ma sei scema? Ahio!- urlicchiò, togliendosela di dosso.
    La ragazza piantò le unghie sulle sue braccia, incenerendolo. - Bill! Tom Kaulitz, quel Tom Kaulitz è qui! Perchè non me l'hai detto?-
    Il moro la fissò confuso. - Era qui anche oggi pomeriggio, pensavo te ne fossi accorta! E poi, cosa ti interessa se c'è "quel Tom Kaulitz"?- la canzonò, col chiaro intento di sfotterla. - Devo forse ricordarti delle sue tendenze sessuali?-
    Ayèlen sbuffò, dandogli uno schiaffetto sulla spalla. - Ma chissene frega! Non capisci, poteva diventare il mio nuovo migliore amico!- piagnucolò, poggiandosi a lui. Il moro se la tolse di dosso sconvolto. - Hey, potrei un attimo offendermi!-
    - Ma taci, inutile checca! Quello è ricco, e dannatamente importante! Gli avrei fatto vedere i miei lavori, lui li avrebbe mostrati ai grandi critici e sarei diventata FAMOSA! Già me le vedo, tutte le prime pagine dedicate alle mie mostre...- sospirò sognante la ragazza, abbandonandosi alla ringhiera della grande porta-finestra accanto a loro.
    Bill scosse la testa, prendendo un'altra sigaretta dal pacchetto. - Non ti sembra di correre un po' troppo? Intanto, non è neanche detto che voglia conoscerti!- ridacchiò, accendendola e sbuffando del fumo al vento.
    - Perchè, secondo te esiste qualcuno sulla faccia della terra che non voglia essere mio amico?- borbottò quella, scontrosa.
    - Io. In questo momento.-
    I ragazzi si fissarono per un secondo prima di ridacchiare, Ayèlen dando una leggera spallata al moro, rubandogli la sigaretta dalle labbra.
    Ognuno si perse nei propri pensieri, scrutando il cielo scuro.
    Era tutto stranamente calmo. La luna illuminava argentea i profili solenni dei palazzi, il vento invernale scuoteva flebile i rami spogli degli alberi, facendo cadere di tanto in tanto della neve che vi si accumulava sopra.
    L'aria portava con sé l'odore delle vacanze, e a Bill sembrò tornare indietro nel tempo, quando osservava quello stesso paesaggio dalla finestra della sua camera, con la mamma che gli portava una bevanda calda, e insieme trascorrevano le nottate a parlare di tutto o di niente, non era importante. A volte gli mancava tutto quello.
    - Se ne sta andando...-
    Il moro si svegliò dallo stato di terpore in cui era caduto, e seguì lo sguardo dell'amica, capendo così a chi si riferisse: Tom era appena uscito dal piccolo teatrino che li ospitava, e stava raggiungendo la sua macchina con passo lento, quasi studiato. Teneva Kyle per mano, e le loro risate cristalline erano arrivate fino a lui, trasportate dal vento.
    Sembrava così diverso.
    Dietro di loro, a ciarlare sguaiatamente c'erano gli scagnozzi di Tom, Georg e...il biondo. Non ricordava come si chiamasse.
    - Sai che hai avuto alcune delle persone più ricche e influenti della Germania a vedere la tua recita?- borbottò Ayèlen, sbuffando.
    Bill non rispose. Continuava a seguire con lo sguardo Kaulitz che, dopo aver sistemato il figlio sul sedile anteriore ed essersi guardato intorno alla ricerca di chissà cosa, era entrato nella Cadillac e con un rombo era sparito nell'oscurità.
    Sapeva che erano persone importanti. Non era uno sprovveduto, seguiva la televisione, e li leggeva anche lui i giornali. E poi, lo si capiva dagli sguardi timorosi degli altri genitori alla recita, che li avevano fissati per tutto il tempo con un misto di odio e ammirazione negli occhi. Lo sentiva come un brivido scorrere lungo la schiena.
    Si chiese nuovamente perchè, ma anche stavolta non riuscì a darsi una risposta.
    La ragazza intanto osservava di traverso l'amico. Sapeva cosa stava pensando, lo aveva capito. Quello che mancava era farglielo capire anche a lui, ma non voleva infierire. Non ancora, per lo meno.
    - Certo che è davvero bello...-
    Bill osservò un'ultima volta la strada, poi scosse la testa voltandosi e allontanandosi da quella finestra.
    - Già...-

    Le fiamme scoppiettavano nel caminetto, illuminando vermiglie il profilo di Kyle, che osservava incantato le lingue di fuoco che sembravano rincorrersi, per poi sparire nel nulla.
    Tom era sdraiato sul divano, con la testa poggiata sulle gambe di Gustav. Teneva tra le mani un periodico internazionale di architettura, l'ennesimaìo con la sua faccia in copertina. Amava fare la collezione di ogni rivista che parlava, in un modo o nell'altro, di lui. Lo faceva sentire potente.
    Si sentiva il Tony Stark dell'architettura, ma più bello.
    Sentì Gustav sospirare nuovamente (non aveva fatto altro tutto il tempo), mentre giocherellava con una delle sue treccine. Abbandonò la rivista sul petto, sollevando lo sguardo sull'amico. - Hey, Teddy...che c'è?-
    Il biondo sorrise debolmente, sorvolando persino sul nomignolo. L'uomo sospettò che ci dovesse essere qualcosa di grave, sotto. - Problemi.-
    L'architetto corrugò la fronte, sollevandosi sui gomiti e voltandosi nella sua direzione. - Di lavoro?-
    Gustav rise, senza allegria. - Ma ti pare?-, poi tornò serio, osservando l'amico. - Peggio.-
    Tom lo squadrò, preoccupato. Che fosse di salute? Perchè non glielo diceva subito, Cristo! Se solo avesse avuto l'- - Mi sono innamorato.-
    L'architettò sbattè più volte le palpebre, guardandolo interrogativo. Poi collegò le parole del biondo al loro significato.
    Come risposta ebbe una pesante cuscinata in faccia.
    - Ma sei cretino?! Razza di imbecille, mi hai fatto prendere un dannato accidente!-
    Gustav piagnucolò, buttandosi tra le braccia dell'amico, cercando di proteggersi dalle cuscinate. - Guarda che è GRAVISSIMO!- pigolò, cercando quel sostegno che Tom sembrava non volergli dare.
    Effettivamente, se lo tolse di dosso senza pietà, neanche avesse una malattia infettiva.
    - E no, eh! Non ci provare neanche! Non sei mio figlio, quello sguardo non ha un cazzo di effetto su di me!-
    Il biondo tirò teatralmente su col naso, sfregandosi gli occhi che non erano neanche un po' lucidi. Tom lo osservò di traverso, stizzito. Alla fine sbuffò, sconfitto.
    - D'accordo, ho capito. Allora, di chi si tratta?-
    Gustav lo guardò intimorito, e Tom iniziò a trovare tutta quella situazione surreale. - Stupida checca, non osare fare quella faccia! Non ha senso vergognarsi, non quando ti sei fatto vedere completamente nudo dal sottoscritto!- quasi ringhiò, tirandogli l'ennesima cuscinata.
    Il ragazzo si parò alla bell'è meglio, poi chiuse gli occhi. Prese un lungo respiro, neanche dovesse esibirsi alla Royal Accademy di New York, e poi piantò il suo sguardo da cucciolo bastonato in quello dell'amico.
    - Di Georg.- bisbigliò, talmente piano che in un primo momento Tom sembrò esserselo immaginato. Poi vide le sue guance tirgersi di un colpevole rosso, ed ebbe invece la conferma.
    Sgranò gli occhi.
    ...e scoppiò a ridere senza pietà.
    Il biondo lo prese a pugni, urlicchiando "Sei una merda!" senza ritegno, colpendo senza alcuna forza Tom, che era arrivato addirittura alla lacrime. Kyle vide il padre divertirsi tanto, e si unì a quell'inconsapovole presa in giro dello zio senza alcun sostanziale motivo.
    - Questa è la cosa più ridicola ed inquietante che io abbia mai sentito!- riuscì a bofonchiare tra una risata e l'altra, col solo intento di uniliare ulteriormente l'amico.
    Perchè, andiamo...era così fottutamente divertente!
    Infondo un'uscita del genere se l'aspettava già da un po'. Solo un cieco, o un coglione come Georg, non si sarebbe accorto degli sguardi che il biondo gli lanciava. E anzi, sul primo avrebbe avuto dei dubbi, perchè era estremamente evidente.
    Ma sentirglielo dire...Dio!
    - Tom! Dai, è una questione seria! Che dovrei fare, secondo te?-
    L'architetto cercò di riprendersi, con scarsi risultati. Distese il viso, prendendo un respiro, poi guardò l'amico. Si morse il labbro inferiore a sangue per non scoppiare a ridere nuovamente.
    - Semplice,- cominciò poi, dandogli una pacca alla schiena. - diglielo.-
    Il biondo boccheggiò, scioccato.
    - E certo, perchè io infatti sono te. TOM! Per Barbra Streisand, sii serio! Non posso uscirmene con "Hey Georg, sai che c'è? Ti amo!"-
    Tom lo osservò, col fiatone e rosso in viso. E capì che forse la situazione era seria.
    Avrebbe tanto voluto aiutarlo, ma non sapeva come fare. Non sapeva come ci si compartava in situazioni del genere – grazie a Dio era sempre scampato a simili disgrazie.
    Rimasero in silenzio, il ticchettio dell'orologio fallico come unico rumore a circondarli.
    Tom abbracciò Gustav, che si strinse maggiormente a lui.
    Era l'unico aiuto che poteva dargli.
    - RAGAZZE, notizie incredi...oh, interrompo qualcosa?-
    L'acuto prorompente di Georg, che era entrato in casa come una furia sventolando alcuni fogli, interruppe quell'istante di pace assoluta.
    I due si staccarono immediatamente, sotto lo sguardo colpevolizzante del piastrato; Gustav arrossì, Tom lo trascinò sul divano tra di loro.
    - Allora, che c'è?- disse poi, rubandogli uno dei volantini dalle mani.
    Il piastrato si illuminò, battendo felice le mani, neanche avesse avuto l'età di Kyle.
    - E' tornato! Sai, non avevo fatto tanto caso il periodo, e infatti quando mi sono ritrovata i cartelloni pubblicitari in faccia mi è preso quasi un colpo! Non ho niente da mettermi!- piagnucolò poi, facendo le fusa contro Gustav, che scosse indispettito la testa.
    Tom abbassò lo sguardo sul volantino, e sul suo voltò spuntò un ghigno malizioso.
    - "Superheroes... -

    - ...as Christmas' gift"
    ? Sarebbe?!-
    Bill osservò sbigottito Ayelèn, che si rigirava senza sapere cosa farsene il volantino tra le mani.
    - Dico, ma dove vivi? E' il party più in di Berlino!-
    La ragazza scosse la testa. - Per voi, forse! Che io sia etero ti dice nulla?-
    Il maestro la guardò con aria di sufficienza, incrociando le braccia al petto e spostando tutto il peso su una gamba. - Comunque...- cominciò, poi. - Mi serve il tuo vestito da Catwoman!-
    Ayelèn spalancò la bocca, sconvolta; aveva colto perfettamente quella luce negli occhi dell'amico.
    - Cosa vorresti fare tu?!-

    - Ci vado.-
    I ragazzi osservarono straniti Tom, che intanto si era sollevato, diretto in cucina.
    - Scusa?- chiese allora Georg, sperando di aver capito male. Tom optò per un Martini; buttò un paio di cubetti di ghiaccio nel bicchiere, e poi lo riempì fino all'orlo con la bevanda.
    - Ho detto che ci vado. Devo vedere solo dove ho messo l'occorrente per fare Zorro.-
    I due amici si osservarono, poi guardarono Kyle. Si osservarono di nuovo, poi il loro sguardo si posò nuovamente su Tom. Gustav rise sconfortato, Georg si sollevò, puntandogli accusatorio un dito contro.
    - Devo forse ricordarti io che hai un figlio? Per tutti i dei, THOMAS!- alzò la voce, non ottenendo l'effetto sperato.
    Tom difatti lo osservò noncurante, prima di terminare con una lunga sorsata il drink. - Naturale che so di avere un figlio, per chi mi hai preso? Infatti lo lascio con voi.-
    Il piastrato si rilassò, portandosi la mano al petto. - Oh, bene. Per un attimo avevo creduto che...COSA?!-

    - Ho deciso di prendere una serata per me, è chiedere troppo? Stare ogni giorno dietro ai marmocchi ha distrutto la mia vita sociale!- sospirò Bill, poggiandosi all'amica.
    Ayelèn rise, dandogli una spallata. - Che stronzata colossale!-
    Bill rise con lei, aprendo la finestra e poggiandosi alla ringhiera. Tirò fuori dal pacchetto una sigaretta, che si accese, aspirandone una profonda boccata.
    - Vero!- mormorò poi, buttando fuori del fumo. - E' solo da troppo che non libero il vero Bill! E Dio, ho un dannato bisogno di...-

    - ...fottere.-
    Gustav tappò prontamente le orecchie a Kyle, che se la rideva ignaro di quello che stava succedendo. Georg tirò una cuscinata a Tom, che non lo sfiorò minimamente.
    - Ma ti pare!- urlicchiò il biondo. - Tu hai bisogno di...- guardò il piccolo sotto di lui, e scosse la testa. - Comunque! Sei la più grande puttana di Berlino, Thomas, cosa ti cambia se per una sera fai riposare quel tuo dannato uccello?-
    Tom gli lanciò un'occhiataccia, poi tornò a concentrarsi sulla rivista precedentemente abbandonata. - Io non vado mai in vacanza. Vedila così, questa sarà la mia buona azione di Natale per la comunità gay.-

    - Mi sembra un ottimo desiderio per Natale, effettivamente.- convenne Ayelèn, accendendosi anche lei una sigaretta.
    Bill sorrise malizioso, sbuffando del fumo che si disperse nel freddo berlinese.
    - Dici che il costume mi starà bene?- chiese poi, spegnendo la cicca nel posacenere.
    - Al diavolo, ti starà da Dio. Probabilmente, sarai anche più sexy di me. Ti odio per questo, sai?- borbottò la ragazza. Bill sollevò le sopracciglia, avvicinandosi lentamente a lei, osservandola suadente. Quella gli sbuffò del fumo in faccia per allontanarlo.
    - Credo che ci sia bisogno di cambiare la parte sopra, però. Sai, io ho le tette, tu ancora no!- disse poi, buttando quello che rimaneva della sigaretta dal balcone e chiudendo con un fremito la finestra. Bill provò quell'irrefrenabile impulso di farle notare che non differivano poi molto, ma preferì tacere. In una notte così fredda, voleva evitare di trascorrerla fuori casa.
    - Forse potrei trovare qualcosa al Leather Shop...dici che quello all'angolo della strada è aperto?-
    Gli occhi di Ayelèn si illuminarono, adorava quel posto!
    Presto furono entrambi alla porta.

    - Ma non è giusto! Anche io e Gustav vogliamo andare alla festa!- si lamentò Georg, battendo a terra i piedi come una diva capricciosa.
    - Piantala, Ge! Io ci andrò, e questo è quanto. Voi due dovete rilassarvi, ci andrete l'anno prossimo. Vi consiglio di parlare.- disse Tom, poi raggiunse le scale, seguito a ruota da Kyle. Lo prese in braccio, dandogli un sonoro bacio sulla guancia. - E tu acqua in bocca con la mamma, eh!-
    Gustav lo osservò sparire al piano superiore. A Georg stava per venire una crisi mistica, ma poco gli importava.
    Sorrise lievemente.
    - Grazie...-

    La sera del party era arrivata.
    Il cielo scuro era carico di nuvole, e il meteo aveva annunciato una bufera di neve durante la nottata.
    Tirò fuori la sua pelliccia sintetica leopardata, che buttò su letto accanto la pochette, contenente tutto il necessario per la serata – portafoglio, gloss e tubetto usa e getta di lubrificante.
    Si rimirò un'ultima volta alla specchiera, voltandosi e rivoltandosi per controllare che tutto fosse in ordine.
    Si passò leggero un dito sotto l'occhio, per correggere una piccola sbavatura del trucco magistralmente applicato: aveva pazientemente seguito, passo dopo passo, un video-tutorial su YouTube per apparire assolutamente perfetto. Il risultato era impeccabile.
    Schioccò la lingua, dalla quale brillò argenteo il piercing.
    Con un gesto veloce delle mani vaporizzò i capelli, poi si infilò gli stivali – quelli lunghi fino al ginocchio, i suoi preferiti per serate del genere.
    Sorrise malizioso al suo riflesso.
    - Meow!-

    Luce. Buio. Luce.
    La musica pompava nelle casse della discoteca, circondando i corpi sudati dei supereroi che avevano invaso la pista da ballo.
    C'era tanta gente. Molta di più, rispetto agli altri anni.
    Tom cercava in qualche modo di seguire il ritmo, anche se Superman di fronte a lui, che aveva preso a percorglierli con la lingua la vena pulsante del collo, rendeva le cose un tantino difficili.
    Gettò la testa indietro, sospirando di piacere. La mano tra i suoi capelli dorati, cercando poi il suo sguardo, sebbene la sua ricerca fu interrotta prima. Due gambe, lì sul divanetto poco lontano da loro: sensualmente accavallate, e fasciate da stivali vergognosamente lunghi.
    La luce, sebbene fosse soffusa, era sufficente quel tanto che bastava per rivelare a Tom che il proprietario di quelle gambe era incredibilmente sexy. Spostò la testa del biondo, che per un attimo lo aveva privato di quella visione, e vide il ragazzo sorseggiare lentamente un cocktail.
    Da dietro la sua maschera da Catwoman, lo stava osservando.
    Tom sollevò l'angolo della bocca in un ghigno malizioso, e abbandonò Superman solo sulla pista da ballo, che lo fissò sbigottito. Se ne fregava: ciò che aveva di fronte era decisamente migliore.
    Lo raggiunse lentamente, quasi a passo con la musica, schivando quel paio di corpi che lo dividevano da lui.
    Gli si sedette accanto, sotto lo sguardo profondo del ragazzo, che poi sorridendo tornò a guardare di fronte a sé, portandosi provocatoriamente il bicchiere alla bocca.
    Tom si avvicinò al suo orecchio, poggiandogli spavaldo una mano sulla gamba.
    - Ciao!- urlò, cercando di sovrastare la musica di sottofondo, riuscendo a risultare comunque sensuale.
    Senza voltarsi, il ragazzo sorrise ancora, umettandosi le labbra. L'architetto lo prese come un chiaro invito a proseguire.
    - Come mai tutto solo qui?-
    Provò una strana sensazione, come in una sorta di déjà vu. Ed un particolare odore lo colpì. Era un profumo che conosceva. Si guardò intorno, ma poi si diede del cretino.
    Non poteva essere.
    Non in quel momento, non in quel posto.
    Intanto il ragazzo si era avvicinato al suo orecchio, poggiando delicatamente la mano sul suo viso, accostandolo più alle sue labbra. Sentì il suo respiro caldo infrangersi sul suo volto, contrastando la freddezza delle sue dita.
    - Aspettavo che venissi da me.-
    Tom sorrise, facendo scivolare la mano su quella del ragazzo. Si sollevò, trascinandosi dietro anche lui. Sempre per mano, lo portò al centro della pista, facendo aderire il suo corpo diafano al suo.
    Respiro contro respiro, pelle contro pelle.
    A tempo di musica, ondeggiarono insieme. Il ragazzo facendo scorrere leggero una mano sul suo braccio possente, Tom percorrendo con un dito il suo fianco nudo, facendolo rabbrividire di piacere.
    Il moro si voltò, ancheggiando voluttuosamente contro il suo inguine. L'architetto sospirò pesantemente, mordendosi il labbro inferiore e chiudendo gli occhi.
    Quel profumo tornò a farsi sentire insistentemente.
    Artigliò i suoi fianchi, seguendone i movimenti. Percorse col naso la spalla. Poi, piano, su...su per il collo, inebriandosi del suo profomo. Quel profumo che inconsciamente faceva male, ma non gli importava. Gli mordicchiò piano il lobo dell'orecchio, sentendolo gemere e gemendo con lui. Un altro colpo d'anca, e sorrise contro la sua pelle.
    Si muovevano ancora, e ancora. La mano di Tom scivolava calda sul corpo di quel ragazzo senza nome, leggera come una colomba. Ne tracciava percorsi infiniti, cercando di conoscerlo il più possibile al solo tocco. Sulla pancia piatta e poi giù, sui fianchi e giù ancora, verso il sentiero delle meraviglie.
    Il moro tornò a guardalo, faccia a faccia, la sua mano ora sulla sua schiena. Si avvicinava piano al suo viso, con gli occhi chiusi, ed un sorriso libidinoso sulle labbra.
    Fece scorrere un dito sulla sua bocca, tastandone flebilmente la morbidezza e giù, sul suo pomo d'Adamo che si alzava e abbassava irregolarmente, e poi ancora giù, in avanscoperta di quel corpo che voleva sentire contro il suo.
    Tom fremette a quel tocco, poggiando la fronte sudata contro quella dello sconosciuto. Ansimò, sentendo l'erezione cominciare a pulsare nei pantaloni.
    Intanto la mano del moro scendeva leggera sulla camicia di lino, sbottonandola per lasciare che solo quel corpo nudo la incontrasse. E ne tracciò linee immaginarie, seguendo quelle degli addominali scolpiti e su, sul petto virile, che si muoveva al ritmo col suo. Poggiò la mano sul suo cuore, che batteva forte, tamburellando come i bassi della musica.
    Tom lo strinse violentemente a lui, petto contro petto, di nuovo.
    Cuore contro cuore.
    Le sue mani navigarono fino al suo sedere sodo, stringendolo possessivamente, come fosse roba sua. Il moro artigliò la sua schiena, graffiandola.
    Gli sarebbero rimasti i segni, eppure non gli importava.
    Si osservarono intensamente, e un desiderio recondito nel loro mare cioccolata venne a galla.
    Tom prese il suo braccio, trascinandolo lì dove sarebbero stati soli.
    Nella Darkroom illuminata da una fioca luce rossastra, lo spinse contro la parete, bloccandogli il passaggio con le braccia. Il ragazzo lo osservò, e sorrise. Una pallina argentata brillò alla luce del neon.
    L'architetto non si chiese neanche perchè quel piercing, quei capelli, quel profumo gli ricordassero qualcuno. Non si chiese niente. Azzerò la sua mente al contatto con la bocca dell'altro.

    Note finali: E ce l'ho fatta! *balla la conga*
    Prima di tutto, perdonatemi IMMENSAMENTE per il ritardo, ma capitemi, c'erano gli esami di mezzo XD Secondo poi...posso dirlo? Lo dico? Lo dico! Siamo entrati in una nuova fase della storia! *stappa lo champagne*
    Spero solo di non aver deluso le vostre aspettative, ci ho messo l'anima in questo capitolo (e stranamente, non mi fa poi così schifo come al solito XD)
    Vi ringrazio per la pazienza che avete avuto, siete fantastiche. Vi voglio bene.
    A presto *abbraccia*
     
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  15. !Moody
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    perchè domandi alla gente se devi dire le cose e poi le dici lo stesso?
    Bah u.u
     
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669 replies since 20/6/2011, 23:57   15939 views
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