From the Inside

by fromTOKIOtoMARS & !Moody | NC17, AU, Twincest not Related, Adult Content, Slash, Comico, Erotico, Angst (lieve)

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  1. °Däkee°
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    ahahahahahahaha non ho avuto l'onore di sentirla!
     
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  2. !Moody
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    meglio XD
    Comunque forse sta sera si posta :D
     
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  3. !Moody
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    Capitolo 3

    "Vogue in faccia fa male"


    Quando si sentì avvolgere dal confortevole tepore di casa, Bill esalò un flebile sospiro di sollievo, nonostante i suoi denti battessero ancora per il freddo.

    Farsi tutta la strada a piedi era stato un vero schifo. La sua macchina era finita nuovamente dal meccanico, e Dio solo sapeva quando ne sarebbe uscita quella volta; quindi, mentre la mattina riusciva a scroccare un passaggio fino a scuola, il pomeriggio era costretto a prendere il pullman.

    In teoria avrebbe dovuto farlo anche quel giorno, se non fosse stato per quel simpaticone di Kaulitz che, a causa del suo ritardo, era riuscito a fargli perdere anche l'ultima corsa che lo avrebbe riportato a casa.

    Sbuffò innervosito, lasciando la borsa e il cappotto sulla poltrona del piccolo salotto.

    Che poi l'uomo gli avesse offerto un passaggio, era un dettaglio totalmente irrilevante. Col cavolo che ci rimaneva un minuto di più con quel tizio!

    Casa sua aveva il tipico aroma di frutti di bosco, l'unico profumo che la sua coinquilina riuscisse a sopportare.

    In quel momento la sentiva canticchiare in camera sua, in preda a chissà quale raptus artistico che doveva averla colta.

    Se doveva essere sincero, casa sua non era che un gigantesco colpo d'arte di Ayelèn, ma non si lamentava affatto. Si guardava intorno, e non poteva ritenersi più che felice.

    Si diresse in cucina, dove mise a bollire dell'acqua, e poi si rilassò contro il bancone, guardandosi distrattamente intorno. Gli sembrava di vivere ancora in un sogno, se ripensava alla sua vita.

    Era nato e cresciuto in un paesino dimenticato da Dio, ma nonostante tutto non gli era mai mancato nulla.

    Suo padre, Gordon Trϋmper, era proprietario di una macelleria in centro che aveva un discreto successo, e questo aveva permesso alla famiglia di arrivare sempre tranquillamente a fine mese.

    Ricordava che fin da piccolo si divertiva a fare compagnia al padre in bottega, aiutandolo molto spesso in cassa, ma solo perché amava stare a contatto con la gente. A volte riusciva a far fare all'uomo delle figuracce, ma Gordon lo adorava troppo per potersi arrabbiare con lui.

    Col padre aveva un rapporto ottimo, molto più che con sua madre, ma non perchè non la sopportasse o altro; semplicemente, era molto più simile caratterialmente al suo vecchio.

    Era alle medie che conobbe Ayelèn. La prima volta che la vide l'aveva trovata bellissima, con la sua pelle ambrata e i suoi capelli color del grano. Andando avanti col tempo, non l'aveva considerata che una grande amica, e nulla più.

    Ayelèn era per metà tedesca e per metà colombiana; sua madre si era innamorata di suo padre durante una vacanza studio in Germania, e un paio di anni dopo era nata lei.

    Fin da subito c'era stata alchimia tra loro: trascorrevano la maggior parte del tempo insieme, e col tempo avevano anche preso l'abitudine di andare loro due soli in vacanza.

    Lei era stata il suo scoglio quando Gordon morì durante una rapina in macelleria. Non aveva neanche compiuto 15 anni.

    Ricordava come fosse ieri quella sera. Era appena rincasato da un'intera giornata al Luna Park con Ayelèn e la sua famiglia, e ad accoglierlo, seduta su uno sgabello in mezzo alla cucina, c'era Simone, pallida e tremante.

    Lo aveva fissato con occhi scuri e privi di vita, e con la voce spezzata era riuscita a sibilare un flebile “tuo padre non c'è più”, prima di scoppiare a piangere.

    Bill aveva sentito le gambe farsi molli, ed un grosso peso gravargli sulle spalle Si era fiondato, come mai aveva fatto prima, tra le braccia magre di sua madre, ed insieme si donarono quel conforto di cui avevano bisogno in quel momento.

    La sua amica gli era rimasta accanto nei giorni e nelle settimane successive, cercando di colmare quel vuoto che sembrava squarciargli il petto.

    Suo padre gli mancava terribilmente, tutt'ora.

    Comunque sia, i Trϋmper non si erano pianti addosso. Non appena sia lui che sua madre erano riusciti a riprendersi dal trauma, in un modo o nell'altro, cercarono entrambi un lavoro che gli permettesse tirare avanti degnamente.

    Diedero via la macelleria (esserci ancora legati era un dolore troppo grande da poter sopportare), e Simone trovò posto come bidella nella scuola materna del paese. Bill invece dopo scuola lavorava in una libreria, così da potersi mantenere gli studi da solo, senza dover gravare sulle spese della famiglia.

    In questo modo sia lui che sua madre erano riusciti a risollevarsi, e con loro il anche il loro rapporto.

    Bill fece scivolare la bustina di thè nella teiera, e ci versò poi dentro l'acqua bollente. Riempì due tazze, e ancora fumanti le portò nella stanza della coinquilina.

    Dopo essersi diplomato, con Ayelèn aveva deciso di trasferirsi a Berlino per frequentare l'università. Gli aveva fatto male lasciare Simone da sola a Magdeburgo, ma aveva bisogno di staccare, di andare via. La madre lo aveva capito, e quindi non aveva fatto nessuna storia quando il figlio glielo aveva detto. Con lei si sentivano ogni giorno, per forza.

    Il moro aveva sempre saputo quale sarebbe stata la sua strada, e quindi, contro ogni aspettativa, era riuscito a laurearsi senza problemi in Psicologia infantile. Aveva lavorato in diverse scuole materne prima di arrivare, voglia anche la fortuna, a “Gli angeli azzurri”. E da lì, da ormai sei anni, non si era più mosso.

    Ayelèn ballava sconnessamente, come solo lei sapeva fare, agitando a tempo di musica il pennello contro la tela di fronte a lei. Bill ridacchiò e con un po' di difficoltà sfilò l'auricolare dall'orecchio dell'amica

    - Buon pomeriggio, principessa.- gli sussurrò.
    La ragazza si voltò di scatto, facendo svolazzare in giro un po' di tempera blu, e sorrise radiosa. -Billy!- urlicchiò, cingendogli le braccia attorno al collo, cercando di non sporcarlo.

    - Hey, piano!- esclamò il ragazzo cercando di salvare le tazze e il pavimento lucidato da poco.

    Ayelèn ridacchiò afferrando la sua tazza a forma di rana, il suo animale preferito, e prese a soffiarci sopra lentamente. - Sai, è stata una giornata pallosa...-

    Bill sorseggiò il suo thè, fissandola. - Ah sì? Ancora problemi con Tori?- chiese, comprensivo.

    Al solo nominare quel nome, la bionda ringhiò, stringendo forte la tazza tra le mani. - GIA'! Dio, quanto la odio! Non capisco che problema c’è se usiamo la sua dannatissima serra per fare la mostra! Se non vendo i miei quadri come diavolo mi guadagno da vivere io, eh? Vendendo carote?!- strillò.

    Bill alzò un sopraciglio. - Bhè, non sarebbe una cattiva idea ques...- si interruppe subito, cogliendo l’occhiataccia dell’amica, e sospirò. - Ma principessa, non potete cercare un’altra location? Ok figlia dei fiori, ma così mi sembra un tantino esagerato...- borbottò.

    Ayelèn sospirò, bevendo un po' del suo thè. - Non è questione di essere figlia dei fiori o meno, è il posto Bill! È...è perfetto! Per il tipo di mostra, per le luci, per lo spazio! Hai idea di che figurone faremo se solo Tori non rompesse le palle?-

    Bill sorrise fissandola.

    La sua amica era sempre stata così, testarda e cocciuta come un mulo.

    Quando aveva qualcosa in testa non c’era verso di farle cambiare idea, doveva essere come diceva lei e basta.

    Doveva ammettere però che la serra di Tori era veramente un bel posto per l’imminente mostra di quadri di Ayelèn, ma era più che sicuro che alla fine si sarebbe fatta lì.

    La ragazza sapeva come convincere le persone.

    - E tu invece? Mi sembri sbattuto come un calzino, e sei decisamente in ritardo rispetto al solito!- disse l'amica ridacchiando sotto i baffi, e Bill sbuffo sedendosi sul letto a gambe incrociate. - Non sai che giornata oggi! Tolto il fatto che i bambini erano più agitati del solito, un cretino insolente mi si è presentato davanti alla classe con un' ora di ritardo!- strillò, muovendo freneticamente la mano libera.

    Ayelèn alzò un sopraciglio. - Parli di un genitore, vero?-

    - Logico! Non parlerei mai male dei miei angioletti! Comunque dicevo, arriva lì e mi blatera qualcosa sul fatto che la sveglia non ha suonato! Ma dico, sembro un cretino per caso? Non me la bevo neanche se gli venissero le piaghe di Cristo sulle mani!- disse velocemente, rischiando di sporcarsi la maglia col thè che ancora non aveva finito di bere.

    - Ma quanto sei logorroico! Magari è vera la storia della sveglia, sai quante volte capita...- ammise la bionda alzando le spalle, e Bill la fulminò. - Ah sì? Aveva scritto “bugiardo” a caratteri cubitali sulla fronte, Ay!-

    Ayelèn rise, poggiando la tazza vuota sulla sua scrivania disordinata. - Dimenticavo che tu esci da Lie to me, Billy...- commentò sarcastica, e Bill suo malgrado si lasciò sfuggire un risolino. - L’ho sempre detto che Tim Roth è un incapace, ci metto molto meno io a capire le cose.-

    La ragazza rise ancora e poi ritornò a dipingere. - Ritornando a noi, che stavi dicendo su questo tizio?- chiese senza però staccare gli occhi dalla tela.

    Il moro annuì, finendo il thè, e poi riprese a parlare. - Sì, bhè...non so, mi ha dato una sensazione strana. Non sono il tipo che ha voglia di dare ginocchiate sulle palle a tutti ma a quel tizio...mio Dio, se avessi potuto lo avrei preso sotto con la macchina! Sai la tipica faccia da sberle? Quelli da "io sono perfetto, e tu una nullità"? Ecco! Credo che abbia anche cercato di farmi il filo...insomma, mi ha fatto una radiografia completa e mi guardava in quel modo un po'...così, ecco! Sì, mi guardava come se volesse mangiarmi! E poi il bambino? Aveva il rossetto! Ayelèn, il ROSSETTO, cazzo!- sbottò, e Ayelèn annuì ancora portandosi l’estremità del pennello alle labbra, pensierosa. - Non so, la tua descrizione mi fa venire in mente una persona...- ammise. - Come hai detto che si chiama?- chiese subito dopo spostando gli occhi chiari sull'amico, che scosse la testa. - Non te l'ho detto, comunque... Timmy...no, Thomas Kaulitz! O qualcosa del genere, credo. Sai che non ho memoria coi nomi...- borbottò leggermente imbarazzato.

    Subito vide l'amica bianca in volto e con gli occhi sbarrati, e sussultò. - Principessa, stai bene?- chiese punzecchiandole un fianco con il dito indice.

    Ayelen si riscosse e lo fissò incredula. - Hai la MINIMA idea di con chi dannazione hai parlato?- quasi urlò, gettando all'aria il pennello e i colori.

    Bill scosse la testa e ancora più confuso la vide correre fuori dalla stanza per poi rientrare poco dopo con un volume recente di Vogue.

    Giornale che immediatamente gli finì in faccia.

    - Ahio, ma sei pazza?- strillò il moro, afferrando la rivista e massaggiandosi il naso dolorante.

    - Guarda lì, razza di stupido!- urlacchiò la bionda.

    Bill abbassò lo sguardo e sbarrò gli occhi vedendo quel fottuto sorriso straffotente in prima pagina.

    - Che diamine ci fa quel coglione su Vogue?- esclamò sorpreso, e Ayelèn sbuffò seccata. - Ma dove vivi? Sotto terra? Stai parlando di quel Thomas Kaulitz! 29 anni appena compiuti ed è l'architetto più IN di mezzo mondo!- esclamò, e Bill arrossì. - Non credo di averne mai sentito parlare...- bofonchiò timido.

    - Bhè, ci credo, tu ancora dormi col pigiamino con gli orsetti! Quel coglione lì ha progettato l'ultima villa di Madonna e il palazzo più alto di Berlino, giusto per dirtene alcuni! È stato persino invitato al compleanno di Lady Gaga, Dio santissimo! Quel...quel cazzone è ovunque! OVUNQUE ti dico! E tu hai suo figlio a scuola, cazzo! Come diavolo fai a non conoscerlo?- sbottò agitata, andando su e giù per tutta la stanza.

    Bill sbarrò nuovamente gli occhi. - Lady Gaga? Come cazzo ha fatto ad essere invitato al suo compleanno?- piagniucolò lanciando via la rivista, arrabbiato sia con Kaulitz, che con Vogue che non aveva niente di meglio da pubblicare.

    Ayelèn sbuffò per la millesima volta, sistemandosi un ciuffo dietro le orecchie. - Puoi dimenticare giusto per un momento la tua adorazione stra-maledettamente gay per quella vacca della Gaga e ascoltarmi?- sbottò irritata, e il moro la fulminò con lo sguardo. - Non è una vacca! E comunque che cavolo dovresti dirmi? Non me ne frega niente di lui...-

    L'amica gli si sedette imparte e lo fissò. - Tu hai detto che ti guardava un po' così...se ti ha fatto un sorriso amicante, se ha usato la voce un po' rauca e si è stuzzicato quel dannato piercing al labbro allora, mio caro Bill, vuole solo scoparti!- lo avvertì, senza nessun giro di parole.

    Il moretto sbiancò, fissandola. - E come diavolo lo sai?- chiese spaventato, e lei alzò le spalle. – C'è scritto lì, e Vogue non mente mai!-

    Bill sussultò. - Sant'Iddio, hai ragione!- urlacchiò balzando in piedi col cuore che batteva a mille, ma dopo qualche secondo scosse la testa. - Un corno! E' solo una stupidissima rivista! Quel babbeo truzzone non mi può aver fatto il filo!- disse, cercando di mantenere la calma.

    - Ah sì?- mormorò Ayelèn, incorciando le braccia al petto. - E come puoi esserne sicuro?-

    Bill bocheggiò per qualche secondo.

    Lui per primo aveva pensato che l'uomo gli avesse fatto il filo, e per di più tutte le cose elencate da Ayelèn gliele aveva fatte!

    M-ma insomma, non poteva realmente solo volerselo portare a letto! Lui era...

    - Perchè sono il maestro di suo figlio!- esclamò convinto, annuendo a se stesso ma l'amica fece un cenno vago con la mano. - Sai cosa gliene frega ad uno come lui di questo...-

    Bill si sgonfiò, sconfitto, tornando a sedersi vicino a lei. –Ah, dannazione. Credo tu abbia ragione, ma giuro sulla copertina di Born This Way che non riuscirà a portarmi a letto! Lo ostacolerò in tutti i modi possibili, lo costringerò a leccare dove cammino e alla fine lo distruggerò!- sentenziò, per poi scoppiare a ridere da solo.

    Ayelèn si fece piccola piccola accanto a lui, fissandolo terrorizzata.

    Quando il moro giurava qualcosa sulla copertina di quel dannato cd era sicuro che avrebbe fatto di tutto per ottenere ciò che voleva.

    Per Thomas Kaulitz non sarebbe stato un compito facile. Anzi, Bill sembrava aver dato inizio ad una vera e propria guerra che non ammetteva altri vincitori se non lui.

    - Se ti getto addosso dell'acqua, ti sciogli come le Streghe di Oz, Billy?- chiese cauta, e per tutta risposta fuori iniziò una vera e propria bufera di neve.


    Tom si trovava nel suo studio casalingo da quasi due ore.

    A prima vista poteva sembrare uno scansafatiche, ma non lo era affatto.

    Quando doveva lavorare lo faceva seriamente, e se si trovava indietro con qualche progetto lo terminava a casa, nella piccola mansarda che lui aveva trasformato bellamente in uno studio.

    Quando si trovava lì dentro, tutti sapevano che non dovevano andarlo a disturbare.

    Non solo per la scritta "Fuori dalle palle cazzoni" che aveva attaccato alla porta, ma anche e soprattutto per evitare lo scazzamento che l'uomo avrebbe sicuramente avuto per tutto il giorno seguente.

    L’unica eccezione ovviamente era Kyle. A Tom non recava mai alcun disturbo.

    Suo figlio non era mai stato un bambino particolarmente tremendo; certo era vivace, ma mai troppo chiassoso o irruento. Se gli diceva di stare fermo Kyle obbediva.

    In quel momento se ne stava tranquillamente seduto sul tappeto a giocare con i nuovi soldatini che Tom gli aveva comprato quel pomeriggio, emettendo dei suoni così bassi e dolci che riuscivano persino a rilassarlo.

    L'uomo però non era del tutto concentrato sul lavoro.

    Era da circa mezz’ora che provava a disegnare il progetto di una stupida casa che doveva elaborare per un avvocato spocchioso con la puzza sotto il naso; continuava però a pensare al culo sodo e piccolo del dolce maestrino di Kyle.

    Bill stava diventando una dolce ossessione per lui, anche se aveva come la sensazione che non sarebbe stato facile come tutte le altre volte.

    Ok che lui era Tom Kaulitz, e neanche un troglodita sarebbe stato capace di resistergli, ma sembrava che il ragazzo avesse un bel caratterino.

    Sorrise, disegnando un'inutile linea retta.

    Non ne era del tutto dispiaciuto alla fine. Lui amava le sfide.

    Lasciò cadere la matita e si stiracchiò e poi, quasi in automatico, si tastò i jeans per prendere il cellulare che però non trovò.

    Imprecò a mezza voce, attirando su di sé l'attenzione di Kyle.

    Sorrise al figlio. - Tranquillo DoppiaK, papà ha dimenticato il cellulare giù. Me lo vai a prendere?- domandò, dolcemente.

    Kyle scattò in piedi, felice di poter accontentare il suo papi, e corse giù, strappando l'ennesimo sorriso a Tom.


    Georg si stava andando a prendere una bottiglia di birra nel frigo del treccinato, con fare annoiato.

    Gustav si era addormentato guardando Bambi, Tom era in mansarda a lavorare e Kyle era lì con lui.

    Per un po' si era divertito a flirtare col vicino di casa del suo migliore amico, ma quando si era reso conto che di quel passo non avrebbe concluso nulla si era stancato ed era rientrato in casa.

    Aprì l'enorme frigoriferò e afferrò la bevanda quando sentì il cellulare di Tom squillare.

    Alzando un sopracciglio lo prese su, sbirciando il mittente della chiamata.

    "Nath <3"

    Sorrise. Di certo Tom non si sarebbe arrabbiato se rispondeva lui.

    - Nath! Tesoro!- esclamò acuto, una volta premuto il verde.

    Sentì un leggero gridolino. – Listing!- strillò infatti questa, - Perchè rispondi tu? Dov’è Tom?-

    Il piastrato ghignò.

    Conosceva l’opinione che aveva Nathalie su di lui, ma non gli aveva mai dato realmente fastidio. Anzi aveva un divertimento infimo e bastardo a giocarci sopra.

    - Bhè, suonava il cellulare e Tom è...bhà, credo di sopra.- disse, rimirandosisi le unghie della mano.

    Era per caso un unghia rovinata quella?

    Sentì il respiro della ragazza aumentare. - Credi? Razza di checca decelebrata, dove diavolo è Thomas?- ringhiò agitata.

    Georg ridacchiò piano. - Ma sì Nath, è in mansarda a lavorare e fumarsi trecento sigarette tutte insieme, e Kyle è con lui! L'ultima volta l'ho visto che correva di sopra con delle forbici in mano urlicchiando che voleva tagliarsi i capelli...in effetti è da quel momento che non lo vedo né lo sento.-

    - COSA? Con le forbici? Il mio bambino!- piagnucolò Nath. - Sapevo che se lo avessi lasciato al barbone sotto casa mia sarebbe stato più al sicuro! Sono una madre orribile! ORRIBILE!-

    Il piastrato sospirò, aprendosi la sua birra. - Ma no, ma no tesoro! Non è colpa tua se hai deciso di avere un figlio con quel ninfomane incompetente.-

    - No, siete tu e quell'altra tua amichetta che me lo traviate! Tom avrebbe anche un cervello più o meno decente se non avesse voi tra i piedi!- ringhiò la bionda. - Ora trovami mio figlio! SUBITO!- ordinò.

    Il piastrato sbuffò. - Ok, ai suoi ordini regina...- mormorò sarcastico.

    Proprio in quel momento, per sua fortuna, entrò il diavoletto biondo che si arrampicò come una scimmietta sopra il bancone in cerca di qualcosa.

    - DoppiaK! Che stai cercando?- domandò Georg con Nath che continuava ad urlare "Passamelo! Passamelo!" nel suo orecchio, senza quasi prendere fiato.

    Il bimbo lo fissò. - Il cellulare di papi!- trillò e l'uomo ridacchiò, porgendoglielo. – Tieni! C’è quella dolcissima donna di tua madre al telefono!-

    Le labbra di Kyle si aprirono in sorriso enorme, mentre afferrava l'oggetto e se lo portava all'orecchio. - Mami!- urlò felice, scendendo dal bancone.

    - Tesoro mio! Stai bene? Hai giocato con le forbici?- chiese Nath tutta trafelata, e Kyle scosse la testa come se la doona potesse vederlo. - No mami! 'tavo giocando coi soldatini che mi ha compato papi!- spiegò, e la bionda lanciò un sospiro di sollievo, sorridendo. - Ti ha comprato i soldatini?- chiese dolcemente, e Kyle sorrise iniziando ad avviarsi verso le scale. - Sì, per non ditti che mi ha lasciato a 'cuola da solo oggi con il maetto Bill!-

    Nath sussultò. - Ti ha dimenticato all'asilo, Kyle?- domandò, e il bambino si morse un labbro. - Non posso dittelo mami!-

    La ragazza sospirò. - Ok tesoro, non preoccuparti. Ti diverti a casa di papà? O devo chiamare i nonni?- chiese preoccupata.

    Kyle scosse ancora la testa. - No! Volio stare da papi!- esclamò deciso entrando nella mansarda dove Tom lo fissò confuso. - Chi è al telefono, piccolo?- chiese, e il figlio sorrise –Mami!-

    - Tesoro mi passi il papà? Ci sentiamo domani, ok? Un bacione tesoro!- lo salutò la madre e il bimbo sorrise, mandandogli un bacio attraverso il telefono, che poi passò a Tom, prima di tornare a giocare con i soldatini sul tappeto.

    - Amore!- esclamò Tom felice, rilassandosi sulla poltrona. Trasalì però non appena la sentì ringhiare. – Amore un corno Thomas, sei assolutamente nei guai!-


    Pigiò con forza il tasto rosso, chiudendo la chiamata dopo 35 minuti di pura agonia.

    Nath aveva strillato davvero tanto, ripetendogli un'infinità di volte che “un bravo genitore con un cervello non si dimentica il proprio figlio a scuola, ma forse tu hai dei pesciolini rossi che guarda caso si accoppiano dentro quell'ampolla che hai attaccata alle spalle!”

    Si massaggiò le tempie pensando che sicuramente aveva fatto la figura del perfetto idiota davanti a suo figlio, che tuttavia sembrava più impegnato a giocare che altro.

    Non era riuscito a completare neanche una frase perchè borbottava come un cretino e per di più la sua migliore amica lo aveva castigato come un poppante!

    "Non andrai per un bel mesetto in quel posto di perdizione che è la SPA di Listing, chiaro? Vediamo se lo lasci ancora a scuola!"

    Dire che gli era cascato il mondo addosso era poco! Dannazione, quel posto per lui era come una tisana per una vecchia!

    Non andare? Ma stava dando i numeri!

    Si opponeva! Si opponeva con tutto sé stesso! Persino i singoli capelli all'interno delle sue singole treccine si opponevano!

    Ci sarebbe andato eccome!

    "Sì, però..." pensò, abbassando le spalle sconfitto. "Se scopre che ci sono andato mi trancia i cosidetti...e a me servono!"

    Sospirò affranto.

    Nath sapeva come abbatterlo senza il minimo sforzo.

    Per sua fortuna quel posto non era l’unico che gli offriva scopatine facili.

    Ghignò malignamente.

    Guardò Kyle, molto più felice. Non poteva avercela con lui, infondo era solo un bambino.

    - DoppiaK, che ne dici se ce ne andiamo a giocare a Just Dance?- chiese sorridendo, e il bimbo scattò in piedi entusiasta, lasciando tutto in disordine e seguendo il padre giù dalle scale.

    - Tanto ai miei giochi ci pensa zia Georg!- disse il piccolo, giustificando i pupazzetti sparsi ovunque, e Tom ridacchiò soddisfatto.

    Kyle gli somigliava davvero tanto. E cazzo se ne andava fiero!



    Note finali: E finalmente, per chi era davvero curiosa, questo capitolo, scritto da me medesimo, racconta un pò di Bill e sicuramente vi siete fatte un'idea su di lui!
    Tom invece non so voi, ma a noi fa pena XD
    Cioè vi rendete conto che cosa meschina che gli ha inflitto Nath??? :patpat:
    Comunque non c'è molto da dire se non che speriamo via sia piaciuto anche questo capitolo :rox:
    Alla prossima :)
     
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  4. Capricorn2187
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    CITAZIONE
    ti guardava un po' così...se ti ha fatto un sorriso amicante, se ha usato la voce un po' rauca e si è stuzzicato quel dannato piercing al labbro allora, mio caro Bill, vuole solo scoparti!- lo avvertì, senza nessun giro di parole.

    Perspicace la ragazza u.u :nerd:
    CITAZIONE
    giuro sulla copertina di Born This Way che non riuscirà a portarmi a letto! Lo ostacolerò in tutti i modi possibili, lo costringerò a leccare dove cammino e alla fine lo distruggerò!-

    Domani :patpat:
    CITAZIONE
    sentenziò, per poi scoppiare a ridere da solo

    :lol: :rofl: :lol: caneridens 2j4excgjpg





    No :indif: :mmm:

    CITAZIONE
    Kyle gli somigliava davvero tanto. E cazzo se ne andava fiero!

    Io se fossi in Kyle mi preoccuperei :ehsì:

    Gerog è un grandissimo bastardo xD
     
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  5. !Moody
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    Ahaha ma ti è piaciuto il capitolo?
    Comunque Kyle vuole tanto bene a Tom quindi per lui andrebbe bene tutto XD
     
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  6. Capricorn2187
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    Eccerto che mi è piaciuto,io di solito non commento con "bello,bellisssimo ecc." faccio dei commenti del genere se invece non mi dovesse piacere bhe,dipende dal capitolo.


    Appunto,non so quanto può essere giusto.
     
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  7. !Moody
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    No va bene se fai il commento così, di certo non sono quella che viene a dirti come commentare solo che non riuscivo a capire se ti piaceva o meno o una via di mezzo ecco XD
     
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  8. persefone87
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    mi aspettavo un bill diverso, non così gayo e fan di lady gaga, ma devo dire che così è molto meglio di come l'ho immaginato!!! penso che ci sarà da divertirsi, soprattutto dopo che l'amica di bill ha messo in chiaro chi è tom e cosa vuole da lui!!!
    bill deve far vedere a tom che non tutti gli cadono ai piedi solo perchè è ricco e famoso!! non vedo l'ora di leggere il prossimo, spero che arrivi prestissimo! :superlove: :superlove:
     
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  9. !Moody
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    Grazie del commento :)
    Beh Bill è Bill ecco, ma voglio precisare che non tutti, anzi che nessuno, cade ai piedi di Tom perchè è ricco e famoso ma solo perchè lui è bello, ha fascino e ci sa fare, poi ovviamente lui gioca sul fatto di essere ricco, ma è solo una cosa secondaria :)
    Comunque siamo felici che ti sia piaciuto ^^
     
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  10. Capricorn2187
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    Mi piace mi piace,se non mi fosse piaciuto avrei solo scritto,senza faccine.
     
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  11. !Moody
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    ok bene a sapersi :)
     
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  12. Capricorn2187
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    :nerd:
     
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  13. persefone87
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    io ricomincio con gli up!
     
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  14. !Moody
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  15. PinaKaulitz88
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    Bill è stata una bella sorpresa... Adoro il suo caratterino :ehsì:
    Anche se credo che non resisterà molto di fronte al fascino di Tom XD di certo, ne vedremo delle belle!
    Tom si è preso una strigliata più che meritata a mio parere *Nath power* :rox:

    Bel capitolo :D molto divertente. Complimenti!

    Un bacione :wub:
     
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669 replies since 20/6/2011, 23:57   15939 views
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