POISON

Au,Twincest not related,Angst,NC17,Romance

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  1. Sarah TH
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    Ok eccomi u.u

    Georg no, così mi deludi. Che fai picchi il povero Tom ch'è accecato dall'amore più grande della sua vita? No non si fa u.u Aspetta che sia lui a farsi male da solo e poi stai tranquillo verrà lui da te a chiederti direttamente scusa

    OMG sto ragionando come Bill xD

    Good Paolettus <3
     
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  2. °Däkee°
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    CITAZIONE (MorgieStorm @ 21/5/2011, 15:04) 
    BILL SEI PROPRIO UN GRAN FIGLIO DI PUTTANA, E SEI A TUA VOLTA UNA GRANDE PUTTANA!

    Ci sta, ci sta u.u
     
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  3. PinaKaulitz88
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    CITAZIONE ([.KraHliiza Dreamer.] @ 20/5/2011, 23:11) 
    CITAZIONE (PinaKaulitz88 @ 20/5/2011, 19:53)
    CITAZIONE ([.KraHliiza Dreamer.] @ 19/5/2011, 22:26) 
    :wub:

    Tu Pina scrivi?

    si si :D
    ci sono parecchie mie one - shot in giro e due ff, scrivo sia het che twincest!


    Appena posso leggo e commento il nuovo capitolo :sìsì:

    Ma in questo forum?

    Si :ehsì:
     
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  4. Leben
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    Povero puffo coccoloso tutto lividoso, che bruti i suoi “amici” non c’è più mondo e tutto per colpa di una puffetta troppo presuntuosa. Sono sicura però che ben presto le sue belle unghie si spezzeranno e capirà finalmente i veri valori della vita.
    Alla prossimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeee
     
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  5. PinaKaulitz88
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    Commento il capitolo ^^

    Togliendo il fatto che Bill si è avvicinato a Tom non perchè provasse qualcosa per lui ma semplicemente per mettere in atto la sua vendetta, mi fa davvero rabbia il comportamento di Georg e gli altri che smettono di essere suoi amici e, addirittura, lo pestano perchè lo considerano gay. E anche se lo fosse? Non merita un trattamento simile!!!
     
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  6. [.KraHliiza Dreamer.]
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    CITAZIONE (MorgieStorm @ 21/5/2011, 15:04)
    allora....

    qui c'è proprio da dirlo

    BILL SEI PROPRIO UN GRAN FIGLIO DI PUTTANA, E SEI A TUA VOLTA UNA GRANDE PUTTANA!

    ma che cazzo.. e mo vabbè vche vabbè... però non si regola...
    insomma, se l'ha organizzata lui la retata di gruppo a tom fa proprio schifo!
    cioè.. è che proprio non apprezza nulla... ora capisco che pensa che jorg gli abba portato via il padre, ma tom non centra niente, e anche volendo fare gli ignoranti... bill è proprio ung ran egoista, ingranto!
    dopo tutto l'amore che tom gli da, lui gli fa queste stronzate!
    lo tradisce, lo fa menare... allora scusa, jorg gli avrà anche portato via il padre (cosa che tra l'altro non ha fatto), ma lui gli sta portando via il figlio...
    a questo punto sarebbe giusto far soffrire simone così che ricada su bill??
    secondo la logica di bill si... quindi un bel calcio nella pancia farebbe bene anche a lui.. cisto che non mi sembra renderesi conto del mare che fa, quasi come se non avesse mai sofferto!

    La rabbia che ha è talmente tanta che usa Tom perchè se lui soffre automaticamente anche Jorg soffre!
    Comunque al prossimo si capirà se è stato lui o meno ^^
    Anzi te lo devo mandare ma non ho ancora finito xD

    CITAZIONE (Sarah TH @ 21/5/2011, 15:56)
    Ok eccomi u.u

    Georg no, così mi deludi. Che fai picchi il povero Tom ch'è accecato dall'amore più grande della sua vita? No non si fa u.u Aspetta che sia lui a farsi male da solo e poi stai tranquillo verrà lui da te a chiederti direttamente scusa

    OMG sto ragionando come Bill xD

    Good Paolettus <3

    oddio io muoio con i tuoi commenti!
    No U.U
    non miragionare come Billa malvagia eh! Guai!

    CITAZIONE (Leben @ 22/5/2011, 19:19)
    Povero puffo coccoloso tutto lividoso, che bruti i suoi “amici” non c’è più mondo e tutto per colpa di una puffetta troppo presuntuosa. Sono sicura però che ben presto le sue belle unghie si spezzeranno e capirà finalmente i veri valori della vita.
    Alla prossimaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeee

    Bill lo ha fatto cadere nella sua rete e adesso ci gioca
    ma chi lo sa cosa riserva la vita?
    Grazie come sempre a te!


    CITAZIONE (PinaKaulitz88 @ 22/5/2011, 19:24)
    Commento il capitolo ^^

    Togliendo il fatto che Bill si è avvicinato a Tom non perchè provasse qualcosa per lui ma semplicemente per mettere in atto la sua vendetta, mi fa davvero rabbia il comportamento di Georg e gli altri che smettono di essere suoi amici e, addirittura, lo pestano perchè lo considerano gay. E anche se lo fosse? Non merita un trattamento simile!!!

    Sono assolutamente d'accordo con te!




    Adesso vado a cercarmi una tua shot U_U
     
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  7. PinaKaulitz88
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    :superlove:
     
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  8. [.KraHliiza Dreamer.]
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    Ti ho lasciato un commentino, appena posso leggo anche l'altra però!
     
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  9. PinaKaulitz88
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    Letto e risposto :D grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!
     
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  10. [.KraHliiza Dreamer.]
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    figurati, sei davvero Brava comunque
     
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  11. Sere_KeY
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    Scusa il ritardo, sono piena di impegni e se riesco a connettermi e leggere è gia tanto! No no no io odio Georg! Ma perchè cavolo fa così, cavolo è un suo amico Tom! Bill l'avrei strozzato mentre faceva il cascamorto in pista e solo per fare soffrire Tomi! Però fantastica la scena in cui Bill gli si avvicina per farlo ballare!
     
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  12. PinaKaulitz88
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    CITAZIONE ([.KraHliiza Dreamer.] @ 24/5/2011, 20:30) 
    figurati, sei davvero Brava comunque

    Oh, grazie mille :agitato1:


    Up!
     
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  13. [.KraHliiza Dreamer.]
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    CITAZIONE (Sere_KeY @ 25/5/2011, 11:52)
    Scusa il ritardo, sono piena di impegni e se riesco a connettermi e leggere è gia tanto! No no no io odio Georg! Ma perchè cavolo fa così, cavolo è un suo amico Tom! Bill l'avrei strozzato mentre faceva il cascamorto in pista e solo per fare soffrire Tomi! Però fantastica la scena in cui Bill gli si avvicina per farlo ballare!

    Non ti preoccupare ;)
    Eh si li Bill è decisamente da sbav ;)
     
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  14. Sere_KeY
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  15. [.KraHliiza Dreamer.]
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    -CAPITOLO 13-



    Bill barcollava ancora quando raggiunse l'abitazione, prese le chiavi che custodiva nella borsa e fu grato del fatto che fosse riuscito a trovare la serratura al primo colpo ma, del resto, la sbornia era quasi completamente passata, lasciando però un terribile mal di testa.

    «Mamma!» esclamò non appena mise piede nel salotto, sperando con tutto il cuore che la donna seduta sul divano non fosse troppo arrabbiata; non avrebbe potuto biasimarla perché dopo tutto erano le sei del mattino, tre ore di ritardo.

    La donna alzò lo sguardo e Bill notò come le lacrime le stessero rigando il volto, si precipitò immediatamente in ginocchio sotto di lei; forse Jorg l'aveva lasciata…

    «Ehi, che succede?» domandò.
    «Tom.» rispose, tra le lacrime.

    Il moro spalancò immediatamente gli occhi.

    «Che è successo a Tom?!» domandò.

    Nella sua voce era possibile notare una nota di panico.

    «È stato aggredito!» singhiozzò la donna.

    Bill si alzò in piedi, avvicinandosi alla finestra. D'improvviso il mal di testa era passato, lasciando posto a un enorme senso d'angoscia che gli strinse il petto, facendogli mancare l'aria.

    **

    «Jorg, come sta Tom?».

    Per la prima volta, il moro si stava rivolgendo all'uomo di fronte a lui senza alcun tono di sfida.

    «L'hanno messo in coma farmacologico, ha ricevuto parecchie botte in testa e...».
    «Posso vederlo?» domandò il moro, quasi supplicando.

    Jorg annuì.

    Il moro si diresse a passi svelti verso la camera dove si trovava il fratellastro e prese un profondo respiro prima di entrare.

    Il rasta teneva gli occhi chiusi, sugli zigomi erano ancora visibili gli ematomi provocati dal sangue pestato e una benda gli racchiudeva il capo; Bill si fece più vicino e gli strinse la mano, una lacrima cadde dai suoi occhi.

    «Perdonami, Tomi.» disse, mentre le lacrime precipitavano una dopo l'altra incontrollabilmente.

    Abbassò la testa sull'addome fasciato del rasta, e fu in quel momento che capì che la sua vita non avrebbe avuto più alcun senso senza quell'odioso di Kaulitz, fu guardando il suo volto indifeso che capì di essersi innamorato; rise di se stesso perché forse finalmente quello era il primo passo per liberarsi dal passato.


    **


    «Cristo, Georg! Te l'avevo detto!».

    Il biondo stava camminando furiosamente avanti indietro davanti all'entrata dell'ospedale, mentre Georg, con gli occhi ancora gonfi di lacrime, tentava di entrare.

    «Devo vederlo!».
    «No! Saranno furiosi...» sbraitò Gustav.

    Il castano si portò le mani alla testa, cominciando a piangere come un bambino; Gustav gli si avvicinò e l'afferrò per il colletto.

    «Che cazzo piangi adesso, mh?».
    «Ti giuro Gus, io non volevo che lo riducessero così.».
    «Ah, taci idiota!».

    Trümper era appena apparso dal nulla, si era scaraventato contro Georg tenendolo stretto per il collo e incollato alla parete; se solo avesse voluto, il castano avrebbe potuto liberarsi tranquillamente, non sarebbe stato difficile sfuggire a Bill; ma gli occhi del moro erano talmente carichi di rabbia e rossi più del fuoco che non riuscì a muovere un solo muscolo.

    «Bill, ti giuro ho cercato di fermarli!».

    Il moro strinse le dita con maggior vigore, sentendo la rabbia crescere inesorabilmente dentro di sé.

    «Bill... lascialo.».

    Bill si voltò di scatto verso la bionda che lo guardava serio, poi tornò a concentrarsi su Georg.

    «Lasciarlo? Lo ha quasi ammazzato di botte!».
    «No! Gli ho solo dato un pugno, loro...».
    «Zitto!» tuonò ancora il moro, combattendo contro se stesso per trattenere le lacrime.
    «Bill…» ripeté candidamente Vivian.

    Il moro lasciò la presa mentre si lasciava cadere sul pavimento, Gustav lo guardava sbalordito e senza più alcun dubbio: Trümper, a modo suo, teneva davvero a Tom.

    La ragazza lo affiancò immediatamente, cingendogli le spalle in un abbraccio e facendogli posare la testa sulla sua spalla.

    «Georg ha sbagliato, ma hai visto anche tu che è stato il primo a chiamare i soccorsi mentre tutti lo hanno lasciato lì...».

    «Bill ti giuro, io non volevo. Perdonami…».

    Bill si alzò immediatamente dal pavimento e si asciugò il volto grondante di lacrime, sul suo viso era tornata quell'espressione dura e arcigna.

    «Non aspettarti il mio perdono, Listing.».

    Lo fulminò ancora una volta con lo sguardo e si allontanò immediatamente.


    **


    Il moro entrò dentro la camera del fratellastro, trovandola esattamente come l'aveva lasciata qualche sera prima di andare a ballare: sul letto c'erano diversi paia di jeans, probabilmente il rasta era stato indeciso fino alla fine su cosa indossare, le scarpe da ginnastica giacevano in un angolino in fondo alla camera; il suo sguardo vagò poi sulla custodia nera appoggiata all'armadio, si avvicinò e la prese, scoprendo l'amata chitarra che Tom custodiva gelosamente.

    «Tomi...» sussurrò.

    Sorrise, sedendosi sul pavimento e cominciando a strimpellare qualche nota a caso, poi chiuse gli occhi e cominciò a suonare, così, a caso, rivivendo tutti i momenti che aveva trascorso con Tom e arrivando alla conclusione che era stato soltanto uno stupido, uno stupido e nulla più, ma adesso avrebbe chiesto scusa, gli avrebbe chiesto scusa, gli avrebbe confessato tutto e insieme avrebbero ricominciato da capo. Fanculo a tutto, Bill non poteva nemmeno lontanamente permettersi di perdere Tom, ormai l'aveva capito, sarebbe stato come strappare tutte le stelle dal cielo, e allora sarebbe diventato insignificante senza quei piccoli puntini di luce brillare, sarebbe calata l'oscurità.

    «Bill, sei qui?».

    La voce ovattata di Simone gli arrivò dalle scale, ma non diede risposta.

    «Bill?».

    La donna aprì lentamente la porta. La camera era semibuia, ma non ci mise molto a riconoscere il figlio; era seduto per terra, davanti al letto, con la testa reclinata all'indietro e gli occhi socchiusi mentre canticchiava qualcosa.

    «Tesoro…» ripeté, e finalmente il moro si voltò, mostrando gli occhi leggermente arrossati, segno che aveva pianto, dopo anni Bill aveva versato delle lacrime.

    Simone sentì la necessita di stringerlo forte a sé.

    «Tesoro, non fare così... Tom si riprenderà e lo sai.».

    Il moro sorrise leggermente, ricambiando l'abbraccio della madre.

    «So che si riprenderà.».
    «E allora perché piangi, piccolo?».

    Il moro sospirò.

    «La vedi quella fotografia?» chiese, indicando la cornice in cui Tom sorrideva felice con la palla da rugby tra le mani, aveva all'incirca cinque o sei anni e Jorg gli stava accanto.

    Simone annuì.

    «Tom era felice insieme al suo papà ed io ho cercato di dividerli per una stupida vendetta.».

    Sorrise amaramente mentre la donna gli poggiava una mano sulla spalla.

    «Bill, che stai dicendo, amore?».
    «Dico che Jorg mi ha portato via papà senza alcuno scrupolo e io ne ho sofferto in questi anni, tanto da volere che anche lui soffrisse almeno un po’...».

    Gli occhi della donna si riempirono di lacrime, si portò il pugno chiuso alla bocca mordendolo e poi rivolse nuovamente lo sguardo verso il moro, lo attirò a sé e lo strinse così forte fino a farlo soffocare, come non aveva fatto mai.

    «Scusami amore, scusami davvero.» disse tra i singhiozzi.

    Bill si staccò lentamente da Simone e cominciò a guardarla interrogativo, si morse un labbro, aveva quasi timore nel chiedere cosa la turbasse tanto

    «Mamma non capisco...».
    «Jorg non ha ucciso nessuno.» prese un respiro profondo «Io e lui avevamo una relazione, Gordon l'ha scoperto... era malato di cuore da parecchio e non ha retto.».

    Gli occhi di Bill si riempirono di lacrime

    «Credevo che tu non volessi avere a che fare con lui... credevo avesse fatto tutto per ripicca, perché tu da giovane lo hai lasciato, io...».

    La donna abbassò lo sguardo

    «È quello che ha sempre pensato tua nonna, io non ho mai avuto il coraggio di dirle tutto, sono stata una codarda.» si portò entrambe le mani sul volto come a volerlo coprire per celare quella vergogna «C'è una cosa che devi assolutamente sapere a questo punto.».

    Il moro rimase senza espressione a fissare il vuoto. Aveva creduto per tutto questo tempo che Jorg fosse stata la causa della morte di Gordon, si era accanito su una situazione che era del tutto priva di significato.

    La donna alzò lo sguardo mentre il telefono del moro squillava ininterrottamente.

    «Non rispondi?» chiese insicura.

    Bill abbassò lo sguardo sul telefono, mentre ancora gli sembrava di essersi sognato tutto, ma non appena il nome di Jorg gli si figurò davanti allo schermo, Tom gli balenò nuovamente in testa.

    «Pronto?» rispose, mentre la paura si impadroniva di lui.
    «Hanno svegliato Tom!» esclamò l'uomo dall'altro capo del filo.

    Un sorriso contornò il volto del moro.

    «Arrivo subito!».

    Riagganciò e si precipitò immediatamente per le scale, ma poi tornò indietro. Non c'era più nulla che effettivamente gli interessasse sapere dopo la notizia di Tom.

    «Tom è sveglio!» urlò in preda all'eccitazione, prima di darsi un contegno e assumere un'espressione dura «Che devi dirmi?» chiese poi vedendo la madre ancora sul pavimento.

    La donna sorrise debolmente, mentre afferrava la borsa e lo raggiungeva.

    «Tom è più importante, ne parleremo dopo.».


    **


    Tom aveva aperto gli occhi ormai da mezz'ora, sorrise debolmente non appena vide che Bill era al suo fianco e gli stava stringendo la mano. Strizzò più volte gli occhi per mettere a fuoco l'immagine, ma la vista risultava ancora parzialmente annebbiata, non sentiva nessun dolore particolare se non quello alla testa che pulsava fastidiosamente.

    «Bill.» provò a dire.

    «Shhh, non sforzarti troppo. Vedrai, tra qualche giorno starai meglio e ricominceremo da dove abbiamo interrotto.» rispose il moro.

    Tom annuì, mentre Bill sorrideva; era proprio vero: solo quando si perde una persona se ne capisce il valore, e fortunatamente, il moro aveva solo rischiato di perdere Tom, ma aveva capito quanto importante fosse per lui.


    **


    «Andi, ti prego, dimmi che non è vero.».

    Il biondo se ne stava seduto con le braccia conserte a fissare la parete bianca di fronte a lui.

    «Andi!» urlò Vivian «Potresti almeno rispondermi!».

    Il biondo abbassò lo sguardo, poi si alzò e le fu accanto.

    «Davvero credi a quello che Georg ha detto?».
    «Ci credo dal momento che c'era un tuo messaggio sul suo cellulare!».
    «Vivi ho sbagliato... ».
    «È finita Andi! Pensavo di essermi innamorata di un ragazzo dolce e sensibile e non di uno stronzo; quello che avete fatto a Tom è imperdonabile.».

    Andreas cominciò a ridere convulsamente tanto che la ragazza pensò che fosse diventato pazzo.

    «Tu lasci me?» disse tra le risate «Non m'importa, non ho bisogno di te, troverò facilmente qualcuna che ti rimpiazzi!».

    Vivian si accasciò al suolo non appena Andi ebbe chiuso la porta alle sue spalle, con un tonfo sonoro. Non era possibile che quello era il ragazzo di cui si era innamorata, dov'era finito il suo carattere dolce e sensibile?

    Si morse un labbro mentre si sforzava a tutti i costi di non piangere. Perché improvvisamente Andreas aveva sentito il bisogno di tirare fuori gli artigli? Possibile che fosse sempre stato dentro di lui? Forse non ci aveva mai fatto caso...

    No, non voleva crederci.


    «Vivi sei in casa?!».
    «Sono qui!» rispose, con la voce rotta dal pianto, per quanto avesse combattuto non era riuscita a trattenere le lacrime.

    Il biondo corse immediatamente in camera della ragazza e la trovò nello stesso modo: rannicchiata sul pavimento, con le guancie rosse e le lacrime che sgorgavano dai suoi occhi.

    «Vivi, che è successo?» urlò, affiancando la sorella e cercando di trattenere un attacco di panico.
    «Andreas...» singhiozzò lei.

    Lo sguardo di Gustav si irrigidì all'istante. Era possibile captare il disgusto in quegli occhi.

    «Che ti ha fatto?» chiese, provando a stare calmo.
    «È finita… e mi ha riso in faccia solo perché gli ho detto che so tutto del piano per colpire Tom, e lui mi ha umiliata dicendo che non ha più bisogno di me.».

    Il biondo si avvicinò e la strinse teneramente in un abbraccio; non lo faceva mai, ma le voleva veramente bene e nessuno poteva permettersi di trattarla in quel modo. Strinse forte i pugni, prima di parlare.

    «Adesso vado a parlargli!».

    Fece per alzarsi ma Vivian lo bloccò all'istante.

    «No, non voglio più avere a che fare con lui e non devi nemmeno averci a che fare tu.».

    Gli occhi di Gustav vagarono per un attimo nell'incertezza più totale; non era possibile che Vivian volesse farla passare liscia a quel verme.

    «Ma...».
    «Promettimelo.» chiese poi, asciugandosi il viso e liberandosi dalle lacrime.

    Il biondo sospirò rassegnato.

    «Se è questo quello che vuoi... te lo prometto.».

    Vivian sorrise debolmente, prima di alzarsi in piedi.

    «Allora hai novità?».
    «Beh, sì... Tom si è svegliato!» rispose il biondo.

    Un sorriso illuminò il volto della ragazza.

    «Davvero?» chiese.
    «Davvero!» rispose il biondo.

    Vivian si buttò immediatamente alle braccia del fratello, sorridendo felice.

    «Ma è fantastico!» esclamò.


    **


    «Bill mi passeresti un po' d'acqua?».
    «Certo Tomi! Un attimino!».

    Tom sospirò. Aveva la bocca impastata e si sentiva stanco come non lo era mai stato; osservò il moro che si avvicinava verso l'armadietto per prendere la bottiglia d'acqua e versarne un po’ nel bicchiere.

    «Bill, perché fai questo?».

    Il moro si bloccò con il bicchiere a mezz'aria, mentre osservava il viso del rasta.

    «Perché tengo a te, Tomi...».
    «Cos'è cambiato, Bill? Ti senti in colpa per esserti scopato la tua amichetta in discoteca?».

    Bill abbassò lo sguardo. Tom non aveva tutti i torti, nell'ultimo periodo si era comportato veramente da stronzo nei suoi confronti; come poteva sperare di risolvere tutto solo con la gentilezza?

    Non era nemmeno sicuro di farlo nel modo giusto, non che fosse stato gentile ogni giorno.

    «Tom, non devi agitarti.».
    «Cristo, non mi devo agitare, Bill? Mi tradisci, le prendo per colpa tua, e non mi devo agitare?Ahia!» urlò, toccandosi una costola.
    «Ti prego Tomi...» si morse un labbro «Sono stato stronzo, è vero… ma non ti ho tradito, non lo farei mai.».

    Il rasta non cambiò espressione. Stavolta era arrabbiato sul serio. Si voltò a guardare la parete bianca di fronte a lui, prima di rigirarsi verso il moro.

    «E come faccio a crederti, mh?».
    «Devi credermi perché io Ti amo.».

    Tom spalancò gli occhi incredulo.

    «Che hai detto?!».
    «Ti amo Tom Kaulitz, ti amo davvero e non mi importa se non mi credi.».

    Il rasta si morse un labbro. Bill non gli aveva mai detto che lo amava e se quello era un sogno non aveva alcuna intenzione di svegliarsi.




    NOTE: Salve U.U non mi sembra vero di essere riuscita a postare questo capitolo in tempo x) L'ho finito di scrivere solo ieri, proprio non avevo idee xD o meglio non sapevo come metterle giu'
    e a dirla tutta come capitolo non è che mi piaccia molto V.V

    Però c'è stata la tanto attesa svolta! Nel momento in cui Bill stava per perdere Tom ha capito che lo ama *esulta*
    Ora iniziano i problemi U.U

    Alla prossima, grazie a Giò che come sempre è stata puntualissima!
     
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