POISON

Au,Twincest not related,Angst,NC17,Romance

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  1. Leben
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    CITAZIONE (Leben @ 11/5/2011, 18:18)
    Ok lo so sarò noiosa e quant'altro ma i tuoi commenti sono
    sempre così profondi, mi ci perdo leggendoli
    e ti do assolutamente ragione su tutto.

    ps: come sta il tuo braccino?

    Adoro analizzare ogni cosa e, valuto più che altro ciò che spinge una persona a svolgere determinate azioni. inoltri ci si potrebbe trovare anche alleati di questi loschi tranelli e fare il tifo per puffetta.
    Io batto bandiera puffo coccolosa. Sono sicurissima che farà cadere Bill con il suo sorriso. L'autrice con le proprie idee ispira profondi pensieri :sìsì:
    Per il braccio va vedrò di resistere una settimana -8 flebo e finirò siiiii
     
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  2. [.KraHliiza Dreamer.]
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    CITAZIONE (Leben @ 12/5/2011, 15:14)
    CITAZIONE (Leben @ 11/5/2011, 18:18)
    Ok lo so sarò noiosa e quant'altro ma i tuoi commenti sono
    sempre così profondi, mi ci perdo leggendoli
    e ti do assolutamente ragione su tutto.

    ps: come sta il tuo braccino?

    Adoro analizzare ogni cosa e, valuto più che altro ciò che spinge una persona a svolgere determinate azioni. inoltri ci si potrebbe trovare anche alleati di questi loschi tranelli e fare il tifo per puffetta.
    Io batto bandiera puffo coccolosa. Sono sicurissima che farà cadere Bill con il suo sorriso. L'autrice con le proprie idee ispira profondi pensieri :sìsì:
    Per il braccio va vedrò di resistere una settimana -8 flebo e finirò siiiii

    Ufficialmente ti adoro U_U :superlove:
    Dai che faccio il tifo per te, resisti allora che hai quasi finito!
     
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  3. Sere_KeY
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    è venerdì non posti?
     
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  4. [.KraHliiza Dreamer.]
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    ho un problema con il pc, sto cercando di risolvere e poi posto, massimo domani tanto è tutto pronto! ^^
     
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  5. Sere_KeY
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    ok ;) up allora!
     
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  6. [.KraHliiza Dreamer.]
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    -CAPITOLO 11-




    Non sapeva per quale motivo avesse deciso di accettare l'invito di Trümper, forse si trattava di pura curiosità o, semplicemente, sperava che quel finocchio portasse delle buone notizie.

    Georg si appoggiò al muro e aspettò che Trümper facesse capolino; non tardò molto infatti ad arrivare. Indossava una camicia nera attillata e un paio di jeans altrettanto scuri, e ancheggiava verso di lui. Georg gli andò incontro.

    «Allora Trümper, che vuoi?» chiese minaccioso.

    Bill si sfilò elegantemente gli occhiali e sorrise.

    «Quanta fretta, Listing! Nemmeno si saluta?».

    Georg alzò gli occhi al cielo, imprecando mentalmente.

    «Senti, io non ho tempo da perdere. O mi dici cosa vuoi o, prima ti spacco la faccia e poi me ne vado..»

    Bill inarcò un sopracciglio.

    «Non ti ha mai detto nessuno che con la violenza non si risolve nulla?».

    Georg stava cominciando a spazientirsi e non riusciva a capire come mai si stesse trattenendo dal riempirlo di pugni e andarsene seduta stante.

    Il moro sorrise ulteriormente e mise gli occhiali dentro la borsa che teneva gelosamente sotto braccio.

    «Sono qui per parlarti di Tomi...».
    «Tomi?!».

    Georg dovette combattere contro se stesso per non scoppiare a ridergli in faccia, Bill sbuffò evidentemente seccato.

    «Sì, Tomi. Ok? Sono venuto a chiederti di lasciarlo in pace.».

    Il castano si avvicinò pericolosamente, afferandogli un polso e stringendolo.

    «E chi lo dice? Tu, lurida puttanella?».

    Il moro digrignò i denti.

    «Lui non vuole avere più nulla a che fare con te.» disse lentamente, prima di sputargli dritto in faccia.

    Georg gli afferrò anche l'altro polso e strinse più forte, questa volta facendogli davvero male, tanto che il moro fu costretto a girarsi di spalle nel tentativo di liberarsi; fu totalmente inutile, il ragazzo lo strinse con maggiore energia a sé.

    «Il tuo Tomi dovrà dirmelo in faccia, hai capito?».
    «Georg lasciami, mi fai male!».

    Georg rise così forte da far riecheggiare la sua risata in aria.

    «Trümper, ci riprenderemo Tom. Ficcatelo in testa!».
    «Questo è da ved-ahia!».

    Georg gli stava facendo roteare il polso, quando qualcuno lo afferrò per le spalle e lo scaraventò violentemente a terra mettendosi a cavalcioni sopra di lui e colpendolo in viso mentre il castano cercava di parare i colpi con le braccia.

    «Che cazzo pensavi di fare, mh?».

    Tom era furioso, ma Georg non era certo intenzionato a prenderle.

    «Cristo, Tom!».

    Gustav era apparso dal nulla e si era buttato nella mischia, cercando di dividere i due mentre Bill dall'altra parte si massaggiava i polsi doloranti.

    «Lasciami, Gus!».

    Il biondo era riuscito a togliere il rasta da sopra Georg e adesso lo stava bloccando per le braccia.

    «Tom, guarda che non è come pensi.» disse Georg, alzandosi da terra e pulendosi i pantaloni ormai impiastrati di terra e ghiaia.

    «Ah, no? E che dovrei pensare, stronzo!» strillò il rasta.

    Georg sbuffò seccato.

    «È colpa sua.» disse, indicando il moro.

    Bill dall'altra parte aveva cominciato a singhiozzare: era la prima volta che Tom lo vedeva così e il cuore gli divenne piccolo piccolo.

    «Cazzo, sta fingendo Tom!» implorò un ultima volta Georg «Quel frocio ti sta prendendo per il culo!».

    Tom strinse forte i pugni e gli si lanciò nuovamente contro, non riuscendo a trattenersi e colpendolo con forza, facendogli sanguinare il naso.

    «Sei uno stronzo!» gli urlò, prima di ricevere un pugno dritto sull'occhio.

    Gustav cercò nuovamente di dividerli, stavolta con successo; ma aveva notato il sorrisetto beffardo che contornava il volto del moro che, invece, era rimasto impassibile nello stesso punto.
    Georg cercò di pulirsi dal sangue che ancora grondava dal suo naso con una manica e poi si avvicinò a Tom.

    «Questa me la paghi, Kaulitz!» sputò gelido, prima che Gustav lo trascinasse via.

    Il rasta si limitò a fulminarlo con lo sguardo mentre ancora respirava a fatica.

    Tom si voltò verso il moro che gli si gettò tra le braccia.

    «Scusami, Tomi! Georg mi ha chiamato e pensavo volesse chiarire, non immaginavo che...» singhiozzò più forte.

    «Shhh.» sussurrò il rasta, cullandolo tra le sue braccia.

    **

    «Tesoro, posso chiederti una cosa?».

    Jorg si morse un labbro nel momento esatto in cui Simone si era voltata e l'aveva guardato con quegli occhi nocciola, gli stessi occhi di Bill.

    «Certo, cosa c'è che ti preoccupa?».

    la donna sorrise candidamente e gli fece cenno di continuare.

    «Non credi che Bill e Tom ultimamente siano diventati molto intimi?».

    Simone ci pensò su.

    «Adesso che mi ci fai pensare... Sì, è vero Jorg, sono molto vicini, stanno spesso delle ore chiusi in camera.».

    L'uomo a quell'affermazione perse colore, non ci aveva fatto caso.

    «E questa cosa non ti preoccupa?» chiese, lasciando trapelare il nervosismo che lo assaliva.

    Simone inarcò un sopracciglio.

    «Dovrebbe?!» chiese, ora visibilmente preoccupata.

    Jorg sbuffò.

    «Io non lo so... Bill è gay.».

    Simone sospirò spazientita

    «E il fatto che Bill sia gay ti da fastidio?» domandò. La sua voce era dura, quasi a volerlo rimproverare.

    «No, certo che no, ma...».
    «Ma non si sognerebbe di andare a letto con suo fratello se è questo che ti turba.».
    «Cristo Simone, non sa nemmeno che Tom è suo fratello!».

    Simone strinse forte i pugni.

    «Il fatto è che tu non riesci accettare l'idea di avere un figlio gay!» urlò alzandosi dal divano e allontanandosi da lui.

    «Simone, aspetta!».

    Si morse un labbro e le corse dietro, non poteva permettere a stupide paranoie di prendere il sopravvento.

    **

    «Ti fa male, vero?».

    Tom stava fissando Bill che se ne stava seduto sul suo letto, massaggiandosi i polsi. Alzò lo sguardo verso di lui e gli sorrise teneramente.

    «Non più ormai...».

    Il rasta gli si inginocchiò di fronte e gli strinse le mani, portandole all'altezza del viso; gli sorrise di rimando e gli baciò i palmi, le dita, i polsi... percorse ogni lembo di pelle disponibile finché non raggiunse le labbra rosse del moro e si divorarono a vicenda, prima che il rasta sorridesse languido e lasciasse che Bill si sdraiasse completamente supino sul letto.

    «È ora che io faccia qualcosa per te... che ti aiuti a rilassarti.».

    Il moro fremette mentre Tom gli sollevava la maglietta e si accingeva ad esplorare il basso ventre, fermandosi incuriosito sulla stella che contornava il suo bacino. Si passò la lingua tra le labbra e cominciò a baciare ogni centimetro di quel tatuaggio, risucchiando la pelle al centro di esso.

    «Mmm… Tomi, giù.».

    Il rasta si affrettò a slacciare la cintura e a sbottonare i jeans, mentre il moro si liberava da essi. Tom liberò il pene duro dai boxer e lo accarezzò con il palmo aperto.

    «Fa quello che devi fare... ti prego.» ansimò il moro.

    Per un attimo fu tentato di penetrarlo con un dito, ma avrebbe rovinato quel momento perché Bill si ostinava a chiudersi a riccio ogni qualvolta si parlasse di sesso.

    Decise quindi di concentrarsi sui testicoli. Un ghigno gli dipinse il volto mentre andava a stuzzicarli con la punta della lingua; lo sentì fremere mentre percorreva la sua lunghezza, per fermarsi sulla punta. Bill sopra di lui si dimenava attraversato dagli spasmi, mentre il suo pene pulsava dolorosamente, chiedendo di essere racchiuso nella bocca del rasta.

    «Tomi?!» ansimò il moro, sperando che il suo desiderio venisse esaudito.

    Tom sfregò violentemente il suo pene contro il letto e poi finalmente diede sollievo anche a Bill, risucchiando il suo sesso completamente dentro la bocca; sentiva il moro gemere ad ogni suo tocco: era la sinfonia più dolce che potesse esistere.

    **

    Si guardarono a lungo negli occhi prima che Tom lo prendesse per mano, avviandosi lungo i corridoi della scuola, proprio durante l'ora “x” in cui tutti gli studenti si riversavano nei corridoi per i cambi d'ora. Tom spesso si divertiva a sputtanare qualche mal capitato, nonostante sapesse che più della metà della scuola lo stesse guardando, ma era proprio questo il punto: vedendolo nessuno avrebbe osato mettersi contro di lui o contro i suoi amici.

    Amici che oggi gli avevano voltato le spalle.

    Strinse con maggiore energia la mano del moro. Adesso tutti gli occhi erano puntati su di lui, ma la situazione si era ribaltata perché quello ad essere sputtanato sarebbe stato lui e la sua reputazione.

    Tutti guardavano incuriositi la scena che si propinava loro: il “super macho” stava attraversando il corridoio mano nella mano con un ragazzo; sembravano lontani i tempi in cui passeggiava mano nella mano con una nuova conquista donna.

    Tom vide gente parlottare tra sé e sé e qualcuno sorridergli, ma solo perché sottomano aveva niente di meno che Bill Trümper: la nuova stella tedesca; poi vide i suoi amici: Gustav appoggiato all'armadietto con le braccia conserte, incrociò il suo sguardo ma non riuscì a leggerne quasi nulla perché Gus era estremamente bravo a nascondere i suoi stati d'animo, e poi Georg insieme ai suoi compagni di rugby.

    «Kaulitz, da quando sei diventato finocchio?».

    Georg aveva digrignato i denti non appena il capitano della squadra gli aveva rivolto quell'insulto e si era dileguato, dirigendosi chissà dove.

    Tom sentì le risa della gente alle spalle e chiuse gli occhi; infondo non era da solo, Bill era al suo fianco.

    Quei minuti che precedettero la campanella parvero essere interminabili; odiava che gli occhi di tutti fossero puntati su di loro, ma lo doveva a Bill, lo doveva a se stesso: lui non si vergognava di amare Bill, non si vergognava della persona che era; Tom era semplicemente Tom, più autentico che mai ora che aveva Bill.

    Il moro lo guardò negli occhi e gli sorrise, completamente a suo agio: era abituato ad avere i riflettori puntati e non gli dispiaceva affatto, nemmeno in quel frangente.
    Del resto Bill era rispettato e non aveva nulla da temere, ma solamente perché era considerato davvero “qualcuno”. Tom sospirò: in un'altra circostanza non avrebbe avuto vita facile a Loitsche.

    I pregiudizi cadevano come massi sulle teste dei comuni mortali, e Bill non poteva capire.

    Si guardò ancora una volta intorno e fu felice nel constatare che l'unico sorriso sincero in mezzo a tutta quella folla era solo uno: quello di Vivian Schafer.

    **

    Qualcuno aveva suonato alla porta, Tom si era trascinato svogliatamente lungo le scale, urlando «Arrivo arrivo!», aveva sbuffato e subito dopo aveva aperto la porta.

    «Ciao, Tom...».

    Il rasta aveva spalancato la bocca, non sapendo esattamente cosa aspettarsi, dal momento che Gustav si trovava immobile di fronte a lui.

    «Entra.» proferì infine, non poteva e non voleva chiudergli la porta in faccia.

    Gustav superò il gradino e si ritrovò all'interno del salotto, particolarmente luminoso dal momento che il sole filtrava attraverso le tende arancioni; si guardò intorno e notò una graziosa sedia a dondolo posta tra la poltrona e il divano, sorrise tra sé e sé per aver notato quel piccolo particolare che l'ultima volta non c'era.

    «Accomodati, vuoi qualcosa da bere?» chiese il rasta, asciugandosi le mani sudate contro i jeans.
    «Sì, grazie.» rispose.

    Tom sparì in cucina e tornò subito dopo con due bicchieri di aranciata, ne porse uno a Gustav e si accomodò sulla sedia a dondolo, sorseggiando di tanto in tanto dal suo bicchiere.

    «Sei solo?» chiese il biondo, appoggiando il bicchiere sul tavolino di vetro.

    «Sì, papà sta facendo delle commissioni e Simone e Bill sono andati a fare la spesa.».
    «Niente più allenamenti?» azzardò il biondo.

    Tom sospirò.

    «Li riprenderò prima o poi.».
    «E tuo padre?».

    Il rasta cominciò a dondolarsi nervosamente sulla sedia, provocando degli scricchiolii fastidiosi ogni qualvolta si muovesse.

    «Parlerò anche con lui... prima che riprenda ad allenare.».

    Gustav annuì e riprese il suo bicchiere, sorseggiando la sua aranciata; Tom aspettò che lo posasse nuovamente prima di porgli la domanda.

    «Gustav, perché sei qui?».

    A Gustav per poco non andò di traverso l'aranciata, poi si ricompose.

    «Sono tuo amico no?».

    Tom lo guardò di sottecchi.

    «Sì, ma l'altro giorno non sembrava, visto che mi avete voltato le spalle.» rispose duro.
    «Nessuno ti ha voltato le spalle, non io almeno, ma tu non permetti a nessuno di parlarti... di ragionare.» rispose pazientemente il biondo.

    Il rasta si alzò e si avviò verso la finestra, spostò leggermente la tendina e fu colpito in pieno volto da un violento raggio di luce, poco dopo Gustav si alzò a sua volta.

    «Tom, Georg non ha nessuna colpa,» iniziò «o meglio, ce l'ha in parte perché non è riuscito a controllarsi...».

    «Ah certo, la colpa è di Bill, no?» il suo sguardo si era fatto minaccioso.

    Gustav abbassò gli occhi verso terra.

    «Bill ha chiesto a Georg di incontrarsi.».

    Tom si girò di scatto, i suoi occhi ancora una volta non promettevano nulla di buono.

    «Grandioso! Ti sei schierato totalmente dalla parte di Georg, mh?».

    Il biondo sospirò spazientito.

    «No Tom, c'ero anche io quando Bill l'ha chiamato...».

    Tom scaraventò un calcio violento contro la poltrona, ma Gustav non fece una piega rimanendo fermo, esattamente come prima.

    «Georg si deve fottere, è uno stronzo, è un pezzo di merda. Bill non c'entra! Andatevene a fare in culo!».

    Gustav si avvicinò, poggiandogli una mano sulla spalla, ma venne scansato malamente.

    «Non so a che gioco stia giocando quel Trümper, ma stai attento.» azzardò «Comunque non ho smesso di esserti amico.».

    Si diresse verso la porta d'ingresso e la richiuse immediatamente alle sue spalle, lasciandolo da solo, in quella casa immensa, con il cuore che gli scoppiava mentre una marea di dubbi lo attanagliavano.

    **

    «Hai sentito?».

    Gustav fissò Georg, la sua espressione era dura e non gli sarebbe certo servita una risposta per capire.

    «Purtroppo si.» rispose gelido.

    Gustav si morse un labbro e portò una mano all'altezza della sua spalla.

    «Coraggio, andiamo.».

    Georg non si fece pregare, lanciò un ultimo sguardo sprezzante alla casa di Tom e si avviò.

    **

    «Tomi, sei in casa? Tomi!».

    Bill appoggiò le borse e i pacchettini che aveva in mano sul tavolo in cucina e si precipitò per le scale, in direzione della camera di Tom; un sorriso gli si accese non appena vide il rasta impegnato al pc.

    «Tom, ma non mi hai sentito?» chiese indispettito.
    «Sì, ti ho sentito».

    Il moro inarcò un sopracciglio.

    «Mi hai sentito e non mi hai risposto?».

    Tom scattò immediatamente in piedi e si posizionò di fronte a lui.

    «Credi che ad ogni tuo richiamo io debba correre solo perché ti chiami Bill Trümper?» rispose, alzando il tono di voce.

    Gli occhi di Bill saettarono in qualunque direzione in cerca di una risposta al comportamento del rasta: d'improvviso Kaulitz aveva smesso di essere il suo cagnolino e si era ribellato? No, non poteva permetterlo, era ancora troppo presto.

    «Dico, ma sei impazzito?».
    «Cazzo, Bill! Perché mi stai facendo questo?» urlò il rasta in preda al panico, mentre gli occhi si riempivano di lacrime.

    Bill fece un passo indietro mentre uno strano groppo gli si formava allo stomaco.

    «Tom…» disse a mezza voce.

    Il rasta tirò su col naso, sentendosi un perfetto idiota.

    «Hai chiamato tu Georg? Dimmi la verità, ti prego. Sto perdendo i miei amici per te, mio padre probabilmente perderà il suo lavoro... me lo merito, no?».

    Per un attimo Bill fu tentato di abbracciarlo, di stringerlo forte a se e di sussurrargli che tutto sarebbe andato a posto.

    «Nonna...quando torna la mamma?».

    Bill teneva un gelato di zucchero in mano; glielo aveva dato la mamma per non vederlo piangere.

    «È a lavoro, Bill.» gli aveva risposto pazientemente la donna, accennando un sorriso.
    «E papà?» aveva richiesto con quegli occhi da cerbiatto. Lo chiedeva sempre più spesso
    Ormai; non che non amasse stare con la nonna, ma il suo papà gli mancava parecchio.

    La donna lo guardò compassionevole, ormai era grande abbastanza da sapere.

    «Bill, certe volte ci sono degli uomini cattivi che sono invidiosi della felicità altrui, e così si portano via la cosa più preziosa che un uomo possa avere, per provare ad essere felice.».

    Il piccolo Bill ascoltava rapito le parole della nonna.

    «Che cos'è questa cosa preziosa, nonna?» chiese, innocentemente.
    «La vita, Bill; per quanto dura possa essere, è l'unica cosa che ci permette di riscattarci; tienilo sempre a mente: senza la vita non potremmo mai avere un'altra chance, finiremmo solo nell'oscurità con il rimpianto di non aver tentato.».

    Gli accarezzò la testa teneramente.

    «E papà la vita non ce l'ha più?» chiese ancora, mordendo la punta del gelato e sentendo immediatamente lo zucchero sciogliersi sulla lingua.

    «No piccolo, ma il tuo papà non è nell'oscurità, il tuo papà è in paradiso insieme agli angeli e ti guarda.».


    Afferrò le spalle di Tom e lo fece indietreggiare di forza contro al muro.

    «Tom, ci tengo a te, mi sto innamorando di te, come potrei mentirti?».

    Tom alzò lo sguardo, alcune lacrime erano rimaste incastrate tra le sue ciglia.

    «Me lo giuri?» chiese titubante.

    «Te lo giuro, Tom; non mi importa nulla degli altri... voglio stare con te, e i tuoi amici devono accettarlo.».

    Tom abbassò nuovamente lo sguardo, mentre Bill portava l'indice e il medio sul suo mento per fare incontrare i loro occhi.

    «Me lo fai un sorriso?» chiese, mentre gli baciava la punta del naso.

    Era bastata una parola, una sola e le incertezze di Tom erano crollate, alzò lo sguardo e gli sorrise timidamente, il moro lo strinse in un abbraccio

    «Sei troppo importante per me, Bill... ti prego, non farmi male, non lo sopporterei.».

    Bill lo strinse più forte, cercando di ignorare la sua coscienza che si stava risvegliando.

    “Scusami Tom, ma devo.”.

    Note: Ciao :) beh riguardo a questo capitolo non ho nulla da dire credo che sia tutto abbastanza chiaro, lascio a voi la parola.
    Alla prossima!
     
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  7. Leben
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    Adesso come la mettiamo? Il cerchio si sta stringendo mentre l’immagine di Bill si sta offuscando. E’ come un interruttore ormai guasto. Prima riusciva, a suo piacimento, gestire i momenti di ombra e luci ora invece, si ritrova con un fratello innamorato di lui ( come da copione) quello però che non rientrava nei patti è il coinvolgimento emotivo che spingerà Bill a prendere seriamente una decisione per la vita. In fondo tutto si può recuperare, anche se, nessuno potrà ridargli indietro la vita dell’uomo che considerava un padre. Quello che mi lascia perplessa è il nostro puffo coccoloso. E’ troppo sentimentalmente colpito da questa nuova “relazione” troppo dentro da non capire effettivamente che qualcuno sta tramando alle sue spalle. Questa persona è proprio sangue del suo sangue. In fondo per chi crede…secoli e secoli fa vi furono due fratelli Caino e Abele. Il più forte Caino o ciò che credeva di essere uccise il più debole Abele. Chi uccide, chi trama vendetta è solo il più debole. Bill è l’anello debole
     
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  8. Sere_KeY
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    Bene bene!
    CITAZIONE
    “Scusami Tom, ma devo.”

    questa frase mi ha colpito, Bill sta cambiando atteggiamento verso Tom! Mi ha fatto una tenerezza infinita il modo in cui hai descritto Bill che chiede alla nonna di suo padre!
    up!
     
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  9. [.KraHliiza Dreamer.]
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    CITAZIONE (Leben @ 15/5/2011, 11:19)
    Adesso come la mettiamo? Il cerchio si sta stringendo mentre l’immagine di Bill si sta offuscando. E’ come un interruttore ormai guasto. Prima riusciva, a suo piacimento, gestire i momenti di ombra e luci ora invece, si ritrova con un fratello innamorato di lui ( come da copione) quello però che non rientrava nei patti è il coinvolgimento emotivo che spingerà Bill a prendere seriamente una decisione per la vita. In fondo tutto si può recuperare, anche se, nessuno potrà ridargli indietro la vita dell’uomo che considerava un padre. Quello che mi lascia perplessa è il nostro puffo coccoloso. E’ troppo sentimentalmente colpito da questa nuova “relazione” troppo dentro da non capire effettivamente che qualcuno sta tramando alle sue spalle. Questa persona è proprio sangue del suo sangue. In fondo per chi crede…secoli e secoli fa vi furono due fratelli Caino e Abele. Il più forte Caino o ciò che credeva di essere uccise il più debole Abele. Chi uccide, chi trama vendetta è solo il più debole. Bill è l’anello debole

    a questo punto è proprio così!
    eh si puffo coccoloso ormai ci sta troppo dentro ed è
    letteralmente offuscato da Bill...ma come si dice? L'amore
    rende ciechi!

    CITAZIONE (Sere_KeY @ 15/5/2011, 15:25)
    Bene bene!
    CITAZIONE
    “Scusami Tom, ma devo.”

    questa frase mi ha colpito, Bill sta cambiando atteggiamento verso Tom! Mi ha fatto una tenerezza infinita il modo in cui hai descritto Bill che chiede alla nonna di suo padre!
    up!

    Si anche a me faceva tenerezza mentre lo immaginavo piccolo e fragile ^^
     
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  10. Sarah TH
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    Ok. Ammetto che mi sono persa dei capitoli, e tu lo sai, ma non aspettavo di essermi persa tutto questo popò di roba D:
    Ma dico io Tom si è bevuto il cervello? Ormai è talmente acceccato dall'idea dell'amore che non riesce neanche a fare 2+2? E poi tonto io chiederei a Georg di fargli vedere le chimate in entrata u.u Poi vediamo chi mente e chi no.
    Bill è un piccolo esserino senza cuore, anche se nell'ultimo capitolo sembra essere dotato di una coscienza, anche se questa a volte lo fa agire con rabbia.
    Bè cosa posso dirti se non altro di continuare??

    Brava Paolettus veramente brava u.u
     
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  11. [.KraHliiza Dreamer.]
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    Come dicevo, a volte l'amore rende ciechi e Bill si sarebbe incavolato se Tom avesse fatto un passo del genere, lui si fida a priori di Bill!

    Bill vi stupirà U_U non dico altro x)
     
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  12. °Däkee°
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    Zan Zan Nuova lettrice all'appello! :)
    Questa storia mi intriga molto, bella bella bella.. UUUP
     
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  13. [.KraHliiza Dreamer.]
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    CITAZIONE (°Däkee° @ 16/5/2011, 19:41) 
    Zan Zan Nuova lettrice all'appello! :)
    Questa storia mi intriga molto, bella bella bella.. UUUP

    benvenuta ^^
     
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  14. Sarah TH
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    Uppi <3
     
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    Cavolo Tom! Sveglia! Non lo conosci neanche e ti metti contro tutti e tutto per lui. Nono v.v non va bene, anche se fino alla fine Bill sarà innamorato perso di lui, deve farsi rispettare e credere ai suoi amici.
    L'ultimo verso del capitolo è stato bellissimo*___*
    "Scusami Tom ma devo"
    :cry: è amore*.*dopo questa affermazione è semplicemente amore. Ora Jorg deve solo scoprirli (muhahahaha) ed il gioco e fatto ù.ù
     
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589 replies since 28/2/2011, 16:48   7663 views
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