Library “Treasure Island”

NC17, Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP, Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)

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  1. ~Maryon‚
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    Note iniziali: Finalmente eccomi qui, con la mia prima long interamente fluff ma che comunque, non è normale del tutto la trama no? (:
    Okay, spero vivamente che vi piaccia, mi sto facendo delle seghe mentali assurde *-*

    Titolo: Library “Treasure Island”
    Autore: ~Maryon‚
    Rating: NC17
    Genere: Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash*, WIP.
    Avvisi: Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)
    Disclaimers: Non possiedo nè i Kaulitz nè i Tokio Hotel, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.
    Beta: Prologo betato daHachiBLOOD~, capitoli da 1 a 9 SalatAlien, 10 betato da ••Giulia••, dall'11 in poi †Odin's Nemesis†
    Riassunto: -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli. -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill.





    - Primo Capitolo, Monsoon.
    - Secondo Capitolo, What were we going to do?
    - Terzo Capitolo, Just a Dream.
    - Quarto Capitolo, Don't wake up.
    - Quinto Capitolo, It is beautiful.
    - Sesto Capitolo, Would you go out with me?
    - Settimo Capitolo, Written in the stars.
    - Ottavo Capitolo, You're like oxygen
    - Nono Capitolo, Ila ed Eracle.
    - Decimo Capitolo, What do I feel?
    - Undicesimo Capitolo, Do you want to come with me?
    - Dodicesimo Capitolo, If this is love... I love you.
    - Tredicesimo Capitolo, Breathe.






    Prologo
    -Destinati a incontrarsi-









    Libri impolverati, appartenenti a scrittori, uomini di cultura di tutto il mondo, a partire dalla città più sconosciuta alla grande città. Uomini e donne diversi e simili tra loro in tutto e niente; chissà quante persone si ritrovano a leggere gli stessi libri senza però conoscersi, passandosi accanto e nemmeno calcolandosi. La libreria era spesso considerato un luogo nel quale rifugiarsi, dove le persone che amavano rinchiudersi in mondi o nelle fantasie altrui potevano farlo con facilità, semplicemente sfogliando le pagine dei libri tenuti ordinatamente negli scaffali. Sulla via principale di Berlino, sorgeva una piccola libreria che si chiamava “L'isola del tesoro”. Era un nome buffo che richiamava il cartone Disney di Peter Pan nella mente delle persone che ci passavano davanti; ma in fondo, quando si leggeva non si tornava un po' bambini? A parte il nome del locale, essa era fra le più rinomate della città, non solo per il fatto che qualsiasi autore si cercasse lo si poteva trovare lì, ma era una libreria che riusciva perfino ad anticipare le mode dei giovani, trovandosi così avvantaggiata rispetto alle altre. Forse il merito era in realtà del proprietario; solitamente a una persona che possedeva quel genere di negozio lo si immaginava con grossi occhiali da lettura, un po' grassottello per via della vita sedentaria e magari, anche secchione. Invece il proprietario dell'Isola del Tesoro non era assolutamente così. L'anno prima il proprietario era morto lasciandola in eredità al giovane nipote ventinovenne, laureato in lettere e filosofia da circa quattro anni alla Humboldt-Universität zu Berlin, la più antica della città. Proprio questo suo amore per le lettere, o forse, perchè da piccolo rimaneva rinchiuso in quella libreria per ore e ore con il nonno, lo aveva fatto divenire il padrone di quel luogo. Chiunque lo vedesse, avrebbe sicuramente detto che era un modello o forse, una rock star.
    Come ogni giorno, alle sei in punto di mattina, un giovane dal fisico modellato come un attore si presentava davanti al negozio e tirava su la saracinesca. Prendeva in mano il lucchetto e la chiave con la quale la chiudeva riposandoli nella propria tracolla, si levava gli occhiali da sole puntando i suoi grandi occhi ambrati verso il cielo. Socchiudeva le palpebre respirando a pieni polmoni l'aria ancora pulita -visto l'assenza di macchine a quell'orla-, facendo tremare le ciglia dorate e sorrideva, distendendo le labbra carnose. Un piccolo raggio scendeva giù dal cielo e quasi a volerlo farlo a posta, andava a battere sul piercing al labbro inferiore posto a sinistra del ragazzo facendolo brillare. Questo dopo qualche istante riapriva gli occhi, si guardava attorno ed apriva la porta finestra andando prima a disattivare l'allarme e poi andando ad aprire le tende color crema delle due grandi vetrine poste davanti al negozio. Sistemava i libri, in caso fossero caduti, e poi si dirigeva verso il bancone, apriva la cassa e il proprio pc portatile, andava per una buona mezz'ora in giro fra gli scaffali aprendo tutte le altre finestre presenti nella libreria al piano terra e al piano superiore al quale si arrivava grazie a due scale a chiocciala, sistemate ai lati estremi della libreria. Si soffermava a volte a rileggere una o due pagine di libri che conosceva a memoria, ma a cui comunque lui era legato grazie a un flebile e appena accennato ricordo nella sua mente. Tornava al piano inferiore e girava il cartellino che diceva “aperto” sulla porta, andava a sedersi dietro il bancone, controllando la sua posta su internet, in attesa che come sempre, quel posto si riempisse di gente.










    Bill ricontrollò il modellino compilato la sera prima e lo piegò sospirando. Infilò quel pezzo di carta dalla busta -dove già era stato messo il foglio delle raccomandazioni dei professori- e strappò via il nastro che copriva l'adesivo, chiuse con cura la busta e poi la lasciò ricadere nella cassetta della posta. Si guardò attorno e strinse la tracolla della propria borsa; era appena uscito due ore prima da scuola, visto che la sua professoressa di filosofia aveva deciso di partorire proprio a metà ottobre e sua madre non sarebbe tornata a casa prima delle tre. Tanto valeva andare un po' in giro, pensò. Si tirò su le maniche della giacca di pelle che indossava e sbuffò, prendendo a camminare con calma per le strade del corso di Berlino; quel giorno il sole splendeva e i suoi raggi racchiudevano in sé ancora un po' del dolce calore estivo dei mesi precedenti. Non era andato da nessuna parte assieme alla madre, anzi erano rimasti in una città piena di turisti a divertirsi. Si fermò davanti a una vetrina sporgendosi appena verso essa con il volto, leccandosi le labbra rosee alla vista di quella deliziosa torta al cioccolato. Fece ruotare la pallina del piercing alla lingua sulle labbra, facendole poi schioccare. Afferrò il portafoglio dalla borsa controllando se avesse preso tutti i soldi quella mattina e decise di entrare dentro il bar, pagò ed ordinò una fetta della torta vista in precedenza, accompagnata da una tazza di tè freddo. Non dovette aspettare più di tanto che la sua ordinazione gli venisse servita e gemette di piacere quando sentì la cioccolata sciogliersi sulla propria lingua.
    -Che buona.- Sussurrò fra sé e sé leccandosi nuovamente le labbra con voglia. Chiuse gli occhi un istante, per poi riaprirsi spezzando un altro pezzettino dalla fetta di torta e mangiandola felice. Mentre mangiava con passione il suo dolce iniziò a pensare al modellino che aveva spedito poco prima. Era una richiesta per poter continuare e finire i propri studi in un liceo privato di Vienna, tra l'altro uno dei migliori in circolazione. Sperava di vincere la borsa di studio, ma per saperlo, avrebbe dovuto aspettare Aprile dell'anno prossimo per poter iniziare a Settembre -casomai l'avessero preso- il suo quarto anno nel nuovo liceo. In fondo Bill aveva compiuto giusto un mese prima sedici anni. Alzò lo sguardo dal proprio piatto specchiandosi nella vetrina, si controllò velocemente la matita che metteva attorno agli occhi e poi i capelli corti neri come l'inchiostro portandosi una ciocca di essi dietro l'orecchio; forse si notava che il moro, per essere un ragazzino, aveva un look particolare, molto eccentrico e che si notava anche da lontano, anche se fosse stato in mezzo a una folla lui si sarebbe notato. Ma il suo aspetto rispecchiava chi era lui, così amava dire alla gente che gli chiedeva perchè si vestisse a quel modo. Mentre giocava con la forchetta con l'ultimo pezzettino di torta rimasto guardò fuori dalla finestra, osservando la libreria lì davanti. Quel giorno la professoressa di tedesco aveva assegnato alla sua classe un compito: innanzitutto, si sarebbero dovuti dividere i vari paesi per trovare un autore di tale paese, leggere un suo libro e dopo il semplice relazionarlo. In seguito, la classe avrebbe scelto un giorno in cui avrebbero dovuto fare una specie di “conferenza” in cui loro sarebbero stati i relatori e il pubblico. Fin qui tutto bene, lui amava leggere, ma del paese che gli era capitato, ovvero il Giappone, non ne conosceva scrittori famosi. Infilzò quel pezzettino di dolce e lo mangiò velocemente, afferrò la propria tracolla ed uscì dal bar, andando alla libreria. Lesse velocemente l'insegna di legno sopra esso. -L'isola del tesoro.- sussurrò e poi posò la mano sulla maniglia della porta, la girò velocemente e spinse la porta verso l'interno entrando dentro il negozio; immediatamente si guardò attorno curioso, aveva sentito tanto parlare di quel posto eppure non ci aveva mai messo piede. Si strinse nella giacca di pelle quasi spaventato da quella maestosa semplicità e ad ampie falcate si avvicinò al bancone, suonò il campanello un paio di volte mentre i suoi occhi vagavano ancora curiosi all'interno di quel posto. -Sono qui sopra.- Rispose Tom dal piano superiore mentre era intento a posare una pila di libri. -Dove?- Chiese Bill inarcando un sopracciglio, aveva detto sopra va bene, ma da quale parte? -Se sei davanti al bancone e dai le spalle alla porta allora sono in alto a sinistra.- Spiegò il proprietario della libreria ridacchiando, divertito dal dover dare le giuste indicazioni del posto in cui si trovasse, quasi come il navigatore di una macchina. Il moretto assentì andando verso la propria sinistra, salì la scala percorrendo il piccolo corridoio pieno di scaffali guardandosi attorno alla ricerca del commesso, quando Tom gli comparve davanti e Bill strillò preso alla sprovvista. -Dio, ma così si arriva?- Domandò riprendendo fiato e portandosi una mano sul petto guardando il ragazzo dai cornrows davanti a sé, che si morse la labbra scusandosi. -Mi dispiace, non volevo spaventarti.- Ammise guardando il ragazzino. -Comunque, come posso aiutarti?- Gli domandò e Bill si posò alla ringhiera guardando di sotto, per poi tornare a guardare quello trovandolo un bel pezzo di ragazzo. -Io... cercavo un libro, su qualche scrittore Giapponese, devo leggerlo per scuola e non ne conosco.- Ammise sbuffando e alzando le spalle guardando speranzoso il ragazzo. -Allora, ce ne sono tanti ma magari uno contemporaneo è meglio...- Iniziò a dire Tom facendogli segno di seguirlo. -Banana Yoshimoto, è una scrittrice molto conosciuta e letta anche tra gli adolescenti, quindi dovrebbe essere facile da leggere.- Disse fermandosi davanti a uno scaffale e facendo scorrere l'indice sui libri. -Banana si chiama?- Domandò Bill curioso e il librario rise scuotendo la testa. -No, si chiama Mahoko, ma ha iniziato ad usare lo pseudonimo di Banana, che se non sbaglio significa carino e prepotentemente androgino... non ricordo se è proprio questo il significato, lo avevo scoperto un paio di anni fa... ehm.- Si fermò voltandosi a guardare il ragazzo non sapendo come chiamarlo. -Bill.- Disse il moretto annuendo e sorrise, Tom ricambiò il gesto e gli disse il suo nome per poi tornare a cercare un libro della scrittrice che aveva nominato. -Oh, eccolo.- Disse il librario afferrando un libro e guardandolo.
    -Presagio triste, si intitola.- Iniziò a spiegargli Tom mostrandoglielo. -E' la storia di una ragazza che si chiama Yayoi e che, all'inizio sembra che la sua vita sia felice e senza problemi, anche se qualcosa la turba. Così decide di andare a stare un po' dalla zia Yukino che è un insegnate di musica e che vive in una casa triste e disordinata.- Continuò porgendogli il libro e il moro osservò la copertina che raffigurava il volto in bianco di una donna, circondata da una specie di arcobaleno. -Qui la ragazza trova serenità quando però, un giorno la zia scompare e la nipote inizierà a cercarla, l'aiuteranno il fratello Tetsuo, per il quale lei prova più di semplice amore fraterno e un ragazzo di nome Masahiko.- Disse infine il librario osservando il volto del moro.
    Il ragazzino arricciò le labbra rigirandosi il libro fra le mani e sorrise. -Sembra interessante, lo prendo!- Esclamò sorridendo radioso a Tom, che annuì. -Bene, allora andiamo di sotto a pagarlo.- Disse e scesero velocemente al piano inferiore, dove però la cassa sembrava dare qualche problema e il librario sbuffò. -Ogni tanto si impalla, scusa.- Mormorò Tom alzando le spalle e afferrò una pila di libri. -Ti dispiace se mentre si sblocca vado a posare questi?- Chiese e il moro scosse la testa, proponendo di segurlo per non rimanere da solo. -Posso fare una domanda?- Chiese Bill portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, mentre seguiva il proprietario della libreria al piano di sopra. Quello assentì sorridendogli e percorrendo la scala a chiocciola per poi prendere a camminare lungo il corridoio che avevano percorso momenti prima. -Tu sai perchè si chiama l'isola del tesoro questo posto?- Domandò il moretto. Intanto Tom si fermò davanti allo scaffale iniziando a posare i libri mettendoli al loro posto. Il ragazzo si passò la lingua sopra le labbra inumidendole e bagnando il proprio piercing con la saliva mentre il piccolo quindicenne lo guardava in attesa della sua risposta. -Non lo so.- Ammise il proprietario sorridendo e sbattendo i palmi fra loro per levare la sensazione d'inchiostro impressa su essi. -Questa libreria era del padre di mio nonno, perciò chissà per quale stramba idea lo abbia scelto. Anche se, una volta l'ho chiesto a mio nonno e mi ha risposto che questo posto racchiude in sé un tesoro, che è impossibile da trovare se non si cerca bene fra le pagine dei libri.- Rispose annuendo e voltandosi verso di lui sorridendo. Bill si morse il labbro inferiore ed annuì, non aveva capito molto, ma era sicuro che anche Tom non sapesse la spiegazione a quella frase, chissà se il tesoro era del denaro o qualcosa di più. -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli. -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill. Il proprietario del negozio sorrise e gli fece segno di seguirlo mentre tornavano al piano inferiore. -Allora sei un ragazzino.- Affermò sapendo di stuzzicarlo. Infatti Bill aggrottò la fronte, arricciando il labbro inferiore. -E tu sei vecchio.- Ribatté, per poi fermarsi davanti al bancone. Tirò fuori dalla tracolla il proprio portafogli, mentre l'altro passava il libro alla cassa, lesse il prezzo e pagò il libro che gli venne dato da Tom in una busta rossa di plastica con il logo della libreria. -Comunque stavo scherzando.- Aggiunse all'improvviso Tom sedendosi sullo sgabello dietro al bancone incrociando le braccia sul bancone osservando il moretto che, intanto, posava la busta con il libro nella borsa. Le guance bianche di Bill si tinsero di un leggero strato di rosso e sorrise. -Io no.- Mormorò facendo ridere entrambi. -E' stato un piacere conoscerti, passa quando vuoi.- Consigliò l'uomo scrollando le spalle e annuì concorde, anche a lui aveva fatto piacere conoscerlo. -Casomai mi servisse qualche altro consiglio su cosa leggere, so a chi chiedere.- Ammise portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e Tom gli sorrise gentilmente. -Ciao.- Disse ancora il ragazzino alzando una mano dirigendosi verso la porta. L'aprì voltandosi a guardare l'uomo che agitò la mano per salutarlo. Subito dopo Bill uscì sorridendo divertito, pensando che quel Tom non sembrava per niente un vecchio trentenne, forse più un venticinquenne buffo. Intanto nella libreria si sentì lo squillare di un cellulare e Tom rispose velocemente, annuì all'uomo dall'altra cornetta e ben presto, dopo aver afferrato la propria roba, quel giorno la libreria “l'isola del tesoro” fu costretta ad anticipare la propria chiusura.











    Bill infilò le mani in tasca muovendo la testa a destra e a sinistra a ritmo con la musica proveniente dalle cuffie del suo fidato iPod blu elettrico, stretto nella mano. Si fermò vicino casa notando un grande furgone bianco fermo davanti al vialetto del condominio in cui abitava. C'erano uomini che stavano trasportando mobili e pacchi dentro il palazzo e il moretto si chiese chi mai si fosse trasferito, l'unico appartamento libero era quello al piano superiore al suo. Avanzò curioso cercando di vedere qualcuno che potesse assomigliare -secondo i suoi standard- a una persona che aveva comprato casa, ma l'unica cosa che vide fu altri scaricatori. Uno fra questi attirò la sua attenzione, aveva dei pantaloni di tuta grigio chiaro e una canotta, teneva lo scatolone sulla spalla e così Bill non riuscì a vedere la sua faccia, ma francamente, i suoi occhi scesero più in basso. Seguì la curvatura della schiena e del petto intravedendo -grazie alla maglia stretta- i suoi muscoli tesi per lo sforzo. Scese ancora più in basso osservando i fianchi e il sedere sodo. Dio se era bello quel ragazzo, pensò il moretto. Subito dopo scosse la testa, vedendolo scomparire dentro al palazzo; si risvegliò dai suoi pensieri e, stringendo la tracolla, tornò a camminare entrando nel vialetto del condominio per poi entrare dentro. Provò a salire le scale -non si sarebbe affaticato, visto che abitava al terzo piano,- ma venne fermato dalla signora Strüber. Bill osservò i capelli bianchi della donna stretti in una coda mentre i suoi occhi di un azzurro spento lo guardavano dritto nei suoi. -Buon giorno signora Strüber, come va oggi?- Le domandò il ragazzino fermandosi e sorridendole. -Io sto bene Bill, tu invece, oggi è andata bene a scuola?- Chiese lei posandogli una mano sul braccio e indietreggiando facendogli segno di spostarsi dalle scale visto che stavano salendo e scendendo gli scaricatori del trasloco. -E' andata come sempre, noiosa e stancante.- Rispose lui alzando le spalle e la donna ridacchiò, annuendo. -Gli anni passano, ma la scuola è sempre una scocciatura.- Mormorò e Bill rise assieme a lei dandole ragione. -Comunque non prendere le scale, oggi prendi l'ascensore.- Consigliò lei al ragazzo indicandogli poi la rampa. -Ci sono gli uomini con le scatole che fanno su e giù per le scale, saresti d'intoppo e non vorrei che dessero fastidio al mio ragazzo preferito.- Disse prendendo con due dita la guancia di Bill e pizzicandola piano. Il moro mugugnò di dolore senza darlo a vedere e si staccò dalla sua presa stranamente ferrea. Annuì e velocemente la salutò, premendo il pulsante per richiamare l'ascensore. Appena questo arrivò entrò e si poggiò con la schiena. Sospirò passandosi una mano fra i capelli, portandoseli all'indietro e puntò gli occhi fuori, mentre le porte dell'ascensore si stavano chiudendo e si sporse quando vide una gamba ricoperta da un pantalone grigio. Era quello di prima! Cercò di vedere il suo volto, ma prima che fosse del tutto nel campo della sua visuale le porte si chiusero davanti a lui lasciandolo a bocca aperta. -Ma merda, no.- Sbraitò Bill sbuffando rumorosamente, sbattendo un piede per terra. -Per una volta che ne avevo visto uno carino.- Pigolò mordendosi il labbro inferiore con i denti, guardando il proprio riflesso davanti a sé. Aspettò in silenzio di arrivare al proprio piano per poi dirigersi verso la porta dell'appartamento, l'aprì con le chiavi e annusò l'aria sorridendo davanti al profumo di pasta e pesto. -Mamma, sono a casa.- Esclamò a voce alta per farsi sentire; attaccò il giacchetto all'appendi abiti e posò nell'angolo vicino all'entrata la propria tracolla, andando verso la cucina, dove trovò la madre sorridente pronta a posare la pentola colma di pasta sul poggia pentola sul tavolo. -Finalmente sei tornato.- Disse Simone avvicinandosi al figlio e baciandogli la fronte -come faceva ogni volta- per poi guardarlo in faccia. Lui alzò le spalle spingendola via scherzosamente e si sedette al tavolo annusando l'odore delizioso che proveniva dalla pentola. -Hai visto che qualcuno è venuto ad abitare al piano superiore?- Intervenne alzando gli occhi verso la donna che si stava raccogliendo i lunghi capelli color biondo rame. Questa annuì, avvicinandosi alla tavola e iniziò a fare le porzioni per entrambi. -Sì, però non ho visto chi ha comprato l'appartamento.- Disse lei inarcando un sopracciglio quando il figlio gli fece segno di aggiungere altra pasta alla propria porzione e lei, sbuffando una piccola risata, fece come aveva chiesto. -Speriamo un bel giovanotto.- Scherzò Bill ricevendo uno scappellotto dalla madre che si sedette al suo fianco. -Sempre ai ragazzi pensi.- Affermò lei divertita arrotolando alcuni spaghetti attorno alla forchetta, mentre il moretto ricopriva la pasta di parmigiano, leccandosi le labbra, pregustando già il suo ottimo pranzo. -Ho sedici anni, a chi dovrei pensare?- Domandò lui per poi riempirsi la bocca di pasta guardando la madre. -Alla tua bellissima mamma.- Rispose Simone dando una piccola pacca al figlio sulla schiena, dicendogli poi di assumere una posizione più corretta con la schiena.
    Bill sbuffò e si avvicinò di più al tavolo con la sedia, mettendosi perfettamente dritto facendo comparire un piccolo sorriso sul volto della madre. -Preferisco i ragazzi e poi, non mi risulta che mia madre sia tanto bella.- Mormorò lui ridacchiando e Simone assottigliò gli occhi. Decise di non rispondere e mangiò in silenzio ridendo però dentro di sé, sapendo che il figlio non avrebbe resistito davanti al suo muso. Infatti, il moro l'osservò con gli occhi bassi e la fronte corrugata, si morse le labbra e si sporse appena abbracciandole un braccio e posando il mento sulla sua spalla. -Va bene, sei bellissima, la più bella fra tutte.- Sussurrò facendogli gli occhioni dolci e Simone scoppiò a ridere, spettinandogli i capelli. -Lo so!- Esclamò contenta, lasciando di stuccò il figlio, che riprese a mangiare dopo averle fatto una linguaccia. Continuarono a mangiare ridendo e scherzando come due amici; il loro rapporto era così, non sembravano affatto da madre e figlio, non c'era purtroppo da anni un signor Trümper in quella casa, ma a nessuno dei due, francamente, mancava. La vita era molto più semplice da quando Simone e Jorg si erano separati, Bill non aveva mai smesso di sorridere contento.












    Tom intanto era con la fronte corrugata e stava stringendo fra le labbra la lingua concentrato a non far cadere la vite che stava avvitando con cura. Fece poi un passo indietro e osservò la targhetta dorata appena fissata alla porta, sulla quale c'era scritto Thomas Kaulitz. Sorrise divertito e si asciugò la fronte vedendo anche l'ultimo traslocatore uscire di casa; pagò l'uomo della ditta che aveva chiamato per

    Edited by ´märyon‚ - 23/2/2012, 21:12
     
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  2. Phèdre NòDelaunay De Montrève
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    mi piace un sacco...sei migliorata noto! ora però non postare ogni 4 mila anni ryon.

    adoro il personaggio di tom e il modello che hai scelto per fare andreas è troppo figo.


    anche il panda è troppo figo. lo voglio. nao.



    voglio che si innamorino +_+

    Edited by Phèdre NòDelaunay De Montrève - 22/10/2010, 22:36
     
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  3. aissha75
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    oddio sono la prima....
    allora che dirti? l'inizio mi piace ... che Tom abbia 29 anni e Bill solo sedici non mi scandalizza ... non vedo cosa ci sia di male.... di solito a quell'età gli interessi sono talmenti diversi che è difficile "incontrarsi".. ma se funziona, perchè no! in fin di conti a 16 anni non si è poi così immaturi (di questi tempi)..di solito chi è immaturo a 16 anni a 18 non è che cambi poi molto...
    A parte questa digressione, la cinquina di ben venuto mi aveva il sapore di casalinghe disperate... e ho avuto la bizzarra riflessione che tutti gli uomini presenti in quella riunione fossero o bizex o gay... strano...
    l'idea della libreria è carina..
    attendo il resto... mi piacerebbe leggerla...

     
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    YunJae

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    O madonnina mia santa .. Maryon, hai finalmente postato questa bellezza (:
    Ma quanto sei brava, sorellina? xD
    La differenza d'età che corre tra i due rende la cosa semplicemente :ops: .. non mi esprimo, finirei per essere scurrile .. xD
    Chanslash questo avviso mi garba assai .. xD
    Scrivi e anzi, sei diventata molto più brava dai tempi di CDUA (ps sì, devo ancora finire di leggerla ç-ç chiedo venia)
    La storia, come ti avevo la storia mi aveva colpito già dagli avvisi e leggendolo .. ne sono rimasta a dir poco impressionata!
    Braverrima, Ryon!

    Commenterò decentemente più in avanti,
    Eire

     
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  5. durchdienacht
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    oddio che colpo! O.O

    leggoleggoleggo *W*
     
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  6. V a l e ~
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    Oddio non posso crederci che inizi un'altra twincest..questa..questa storia mi piace un casino..no, cioè..la storia è bellissima mi intriga un macello! *O*
    La tua idea mi piace molto.. Tom grande, sexy e adulto mentre Bill piccolo, inesperto e tenero
    ___________________ sisi questa storia secondo me verrà fuori proprio benissimo ù.ù aspetto con ansia il prossimo capitolo tesoro, e mi raccomando presto per favore ç___ç
    baci baci <3
     
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  7. ~Maryon‚
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    CITAZIONE (Phèdre NòDelaunay De Montrève @ 22/10/2010, 20:12)
    read


    CITAZIONE (aissha75 @ 22/10/2010, 20:33)
    oddio sono la prima....
    allora che dirti? l'inizio mi piace ... che Tom abbia 29 anni e Bill solo sedici non mi scandalizza ... non vedo cosa ci sia di male.... di solito a quell'età gli interessi sono talmenti diversi che è difficile "incontrarsi".. ma se funziona, perchè no! in fin di conti a 16 anni non si è poi così immaturi (di questi tempi)..di solito chi è immaturo a 16 anni a 18 non è che cambi poi molto...
    A parte questa digressione, la cinquina di ben venuto mi aveva il sapore di casalinghe disperate... e ho avuto la bizzarra riflessione che tutti gli uomini presenti in quella riunione fossero o bizex o gay... strano...
    l'idea della libreria è carina..
    attendo il resto... mi piacerebbe leggerla...

    Beh XD non credo che una madre vorrebbe che il proprio figlio sedicenne si mettesse con un uomo di tredici anni più grande di lui XD diventata tutto più difficile stare insieme u-u

    CITAZIONE (Eire @ 22/10/2010, 20:48)
    O madonnina mia santa .. Maryon, hai finalmente postato questa bellezza (:
    Ma quanto sei brava, sorellina? xD
    La differenza d'età che corre tra i due rende la cosa semplicemente :ops: .. non mi esprimo, finirei per essere scurrile .. xD
    Chanslash questo avviso mi garba assai .. xD
    Scrivi e anzi, sei diventata molto più brava dai tempi di CDUA (ps sì, devo ancora finire di leggerla ç-ç chiedo venia)
    La storia, come ti avevo la storia mi aveva colpito già dagli avvisi e leggendolo .. ne sono rimasta a dir poco impressionata!
    Braverrima, Ryon!

    Commenterò decentemente più in avanti,
    Eire

    Visto che brava.

    Scurrile, volgare e mentalmente depravata direi u.u

    Sì, lo noto pure io che sono migliorata rispetto a Cdua (che devi finire è_é muovi il culo) e mi fa piacere *-* vuol dire che scrivere storie serve a qualcosa XD
    Grazie tesoro *-*
    CITAZIONE (durchdienacht @ 22/10/2010, 20:59)
    oddio che colpo! O.O

    leggoleggoleggo *W*


    CITAZIONE (V a l e ~ @ 22/10/2010, 21:02)
    Oddio non posso crederci che inizi un'altra twincest..questa..questa storia mi piace un casino..no, cioè..la storia è bellissima mi intriga un macello! *O*
    La tua idea mi piace molto.. Tom grande, sexy e adulto mentre Bill piccolo, inesperto e tenero
    ___________________ sisi questa storia secondo me verrà fuori proprio benissimo ù.ù aspetto con ansia il prossimo capitolo tesoro, e mi raccomando presto per favore ç___ç
    baci baci <3

    èwé evvai, ti intriga!
    Fino al capitolo cinque sono pronti... poi no u.u

    ahahah grazie *-*
     
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  8. durchdienacht
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    ma è cretino??? ma una persona normale (ovvero io) entra in una libreria con Tom per proprietario e non lo salta addossoo??? :Q__ o gesu!!!
    Bando alle ciance quando si dice il destino v.v tutte le fortune a bill! <.<
    Non ho molto da dire il tuo stile lo amo *-* compe potrei mai rinnegare la prima autrice letta? giammai! *-*
    Non vedo l'ora di scoprire questa storia, quando scrivi tu sono tutti misteri! XD
    Bravissima *----* e posta prestooo!! <3<3
     
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    YunJae

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    '-' mi sembrava di averlo scritto e invece no.. DISAPPROVO A PIENO MERITO quel legame tra TOM E GEORG '-' IO ODIO il TORG. CCCCChifo!
    ANDREAS AL ROGO!
     
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  10. durchdienacht
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    ma ma geroggg ç.ç è così ... georg!
    ANDREAS E' IL MALE! BASTA.
     
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    YunJae

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    GEORG Sì. TORG NO!
     
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  12. durchdienacht
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    ma tanto bill e tom stanno insieme v.v
    però ammettilo ge e tom sono pucci *-*
     
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  13. bibi_kaulitz
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    La storia sembra già fantastica anche solo leggendo gli avvisi...

    Il fatto che Tom sia molto più grande di Bill rende le cose ancora più interessanti, voglio vedere come Bill riuscirà a far innamorare Tom di sè.

    Per ora non mi esprimo sui personaggi perchè è ancora troppo presto per poter dare un opinione su di loro, posso solo dire che li amooooooooooooooooooo


    Complimenti come ogni tua stoira è fantastica ma questa credo sarà la migliore.


    Kiss Kiss Flory<3
     
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    Il bisogno d'amore d'entrambi è stupendo. Già li vedo a pomiciare tra gli scaffali.. *--------* più che altro aspetto il food play xD

    NO. Niente pucci -.-
    Mi fa cccchifo! Non è colpa mia .. ç______ç
    DETESTO I PAIRING ALTERNATIVI CON PERSONAGGI FAMOSI, me li fanno odiare e non lo sopporto t-----t
    Se sono persone inventate ODIO A VOLONTà .. ma se sono famosi NUOOOO!
     
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  15. durchdienacht
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    hahaha oddio!
    a me fa schifo billxandreas! lo odio!
    ma poi non sono così allegrica ai pairing alternativi, li leggo in caso di esaurimento scorte haha
     
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1304 replies since 22/10/2010, 18:29   40584 views
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