Library “Treasure Island”

NC17, Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP, Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)

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  1. supermary
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    uffy ç__ç
     
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  2. selly-bill
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    Up Up
     
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  3. ~Sara!
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    CITAZIONE (supermary @ 21/11/2011, 19:56) 
    uffy ç__ç

     
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  4. supermary
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    ma nel suo forum ha postato il 12???-.-
     
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  5. cico90th
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    siiiiiiiiiiiiiiiiiiii e stupendo
     
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  6. ~Maryon‚
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    Titolo: Library “Treasure Island”
    Autore: ~Maryon‚
    Beta: †Odin's Nemesis†
    Rating: Nc17
    Avvisi: Twicest not related, AU, OOC, Angst (lieve)
    Genere: Romantico, Fluff, Fantasy, Smut, Chanslash, Long Fic.
    Riassunto: -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli.
    -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill.

    Disclaimers: Non possiedo nè i Kaulitz nè i Tokio Hotel, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.






    Dodicesimo Capitolo

    -If this is love... I love you-







    Simone sbuffò per l'ennesima volta, tamburellando le dita sul materasso del figlio sul quale era seduta mentre quest'ultimo controllava ormai da un paio d'ore di aver messo tutto in valigia. Avrebbe avuto per quattro giorni la casa tutta per sé, l'idea di essere totalmente sola l'aveva impaurita. Il suo piccolo bambino non sarebbe stato con lei per quattro giorni; per lei sarebbero stati quattro anni.
    Forse aveva dato troppo velocemente il suo consenso a Bill e Tom, infondo di Tom sapeva che era un bravo ragazzo, dedito al lavoro e molto vicino alla famiglia, e poi? E se fosse stato un killer? Un pazzo o quant'altro? Doveva lasciargli il suo piccino tra le mani così?

    Le sue amiche l'avevano rassicurata, infondo sapeva che Tom non era niente del genere ma dentro di sé cercava una scusa per poter incatenare a sé il figlio, possibilmente per tutta la vita. Gli aveva dato il permesso di andare visto che con i pochi soldi che guadagnava e che gli rimanevano tra bollette, tasse, condominio, cibo e shopping sia suo che di Bill, i risparmi erano ben pochi. Per questo non l'aveva mai potuto portare chissà dove, non che Bill si lamentasse o chiedesse qualcosa di estremamente costo, sapeva in che condizioni vivessero e per quel motivo l'amava. Era sempre stato un figlio modello.

    Spesso aveva sentito dire dalle sue colleghe, donne che guadagnavano come lei ma che in aggiunta avevano lo stipendio di un marito sul quale poter contare, che i loro figli e figlie spendessero soldi e soldi per niente, per oggetti che non usavano mai, per abiti che indossavano una volta e mai più. Bill non era mai stato quel tipo di persona, lui aveva sempre fatto di tutto per lei... Già, forse quei quattro giorni in campagna dopo tutto se li era più che meritati.

    -Mamma ma mi ascolti!?- Esclamò a gran voce Bill risvegliando Simone dai suoi pensieri.

    -No, scusami, ero sovrappensiero.- Ammise alzandosi e si avvicinò a lui intento a rigirare i vestiti nella borsa. -Cosa succede?- Chiese poi.

    -Non trovo il maglione blu, pensavo di averlo messo ma non lo trovo.- Si lamentò il ragazzino saltando sul posto, controllando l'ora; a breve Tom sarebbe andato a prenderlo per partire e lui era ancora lì a guardare la valigia.

    Simone arricciò le labbra e si portò un dito alle labbra pensando, cercando di ricordare se era a lavare o meno. -Aspetta, lo so!- Trillò uscendo velocemente dalla camera.

    Bill la guardò uscire e sospirò sedendosi sul letto, indossò gli scarponi e infilò nella tasca con la zip della valigia la carica del cellulare, lo spazzolino e il dentifricio, assieme ad altra roba che gli sarebbe potuta essere utile in campagna.

    -Eccolo, lo avevo indossato io la scorsa volta che sono uscita.- Affermò Simone rientrando nella camera del figlio con il maglione blu tra le mani.

    Il moro le andò incontro stappandoglielo dalle mani e lo piegò con cura, poggiandolo nella valigia prima di provare a chiuderla. Imprecò sollevando gli occhi al cielo e provò ancora senza alcun successo; dal canto suo Simone stava ridacchiando di fronte a quella scena e si avvicinò al figlio, fermandolo.

    -Siediti sulla valigia ed io la chiudo.- Affermò e Bill annuì.

    Si sedette sulla valigia stracolma facendo penzolare i piedi e Simone si abbassò a chiuderla, poggiandola poi a terra spalancando gli occhi per quanto era pesante. Tutta quella roba si era portato?

    -Tesoro sono quattro giorni, non due mesi!- Disse sbalordita e Bill scosse il capo.

    -Tutta roba che mi serve, ti giuro.- Mormorò mentre qualcuno -anche se sapeva benissimo chi fosse- suonava il campanello e urlacchiò, prima di correre ad aprire. Aprì la porta senza nemmeno chiedere chi fosse e sorrise vedendo Tom con il suo giaccone nero.

    -Pronto ragazzino?- Gli domandò il libraio vedendo Simone arrivare con la valigia del figlio, anche se per lo più la stava trascinando.

    -Bill, ti sei portato tutto l'armadio?- Domandò Tom scoppiando a ridere e l'altro si imbronciò borbottando a bassa voce, erano sempre tutti contro di lui. In un modo o nell'altro.

    -No.- Mormorò sbuffando.

    Tom si sporse a prendere la valigia di Bill guardando il ragazzo per poi scuotere la testa: dal peso del bagaglio sembrava che invece tutto l'armadio fosse proprio lì dentro ma evitò di insistere, anche se quel broncio era adorabile.

    -Ci accompagni sotto Simone, così saluti Bill prima di partire?- Propose il ragazzo alla donna che annuì, afferrò il proprio giubbotto, indossandolo, e passò al figlio il suo che infilò prontamente per poi urlare quando non riuscì più a vedere.

    -Mamma, non vedo!- Disse provando a togliersi il cappellino di lana che la donna gli aveva infilato senza nemmeno aspettare che fosse pronto.

    -Fuori fa freddo, devi coprirti.- Ribatté Simone mettendogli poi attorno al collo la sciarpa, infilandogli nella tasca del giubbotto un paio di guanti.

    -Mamma, dai.- Si lagnò il figlio, imbarazzato, mentre il libraio ridacchiava: era buffo vederli comportare a quel modo. Simone sembrava molto più protettiva del solito.

    Quando finalmente Bill fu libero di tornare a vedere e non soffocare, i tre scesero con l'ausilio dell'ascensore e arrivarono di fronte alla macchina di Tom che sistemò la borsa del compagno nel bagagliaio, mettendosi in disparte mentre madre e figlio si salutavano.

    -Mi devi chiamare ogni giorno, almeno quattro o cinque volte! Se stai male o ti fai male mi chiami e io corro subito da te. Va bene?- Domandò la donna mentre sistemava il cappuccio del giubbotto del figlio che era leggermente paonazzo, colpa sia del freddo che dell'imbarazzo.

    -Sì mamma, non mi succederà nulla comunque.- Ripetè Bill per la quarta volta.

    Simone gli prese il volto tra le mani, guardandolo, e lo abbracciò, stringendolo a sé con un sospiro e il figlio sorrise abbracciandola a sua volta.

    -Mi mancherai anche tu, vedi di non piangere.- Mormorò il moretto al suo orecchio facendo ridere la madre che scosse il capo, baciandogli un ultima volta la guancia prima di lasciarlo andare con gli occhi lucidi.

    Non era abituata a stare senza di lui, da quando era nato gli aveva dedicato la propria vita. Era la sua gioia, l'unica cosa buona che aveva fatto nella sua vita.

    Bill le baciò la guancia prima di salutarla e salire in macchina, aspettando che Tom facesse lo stesso. Il libraio aprì lo sportello e fece per salire prima di essere richiamato dalla donna, così portò gli occhi su di lei.

    -Riportamelo intero.- Lo pregò. Gli occhi ancora lucidi ma decisi, occhi di chi avrebbe fatto pazzie se Tom gli avesse riportato il figlio con qualche osso rotto.

    -Lo prometto, starò attento a Bill.- Promise il ventinovenne prima di salire in auto e mettersi la cintura, uscendo dal parcheggio.

    Simone rimase a guardare la macchina allontanarsi e sollevò la mano salutando il figlio che gli sorrideva da dietro al finestrino, saltellando felice sul sedile contento di quella vacanza lontano dalla città. Quando ormai la macchina non fu più visibile ai suoi occhi si strinse nel giubbotto, sospirando, e si girò verso il condominio per rientrare. Ora sarebbero iniziati i quattro giorni di angoscia.











    Il viaggio era durato delle ore, Tom non aveva mentito: per arrivare alla casa del nonno in campagna ci era voluta tutta la mattina e alla fine Bill si era addormentato accoccolandosi sul sedile, con il giubbotto del libraio che gli faceva da coperta. Si stropicciò gli occhi mettendosi a sedere, vedendo l'auto ferma e vuota. Chiedendosi dove fosse il compagno, aprì lo sportello e scese tenendosi addosso il suo giubbotto; lo vide seduto su una panchina di legno proprio attaccata alla casa, sicuramente quella di suo nonno.

    Bill si avvicinò lentamente attento a non fare rumore e osservò l'espressione serena di Tom, gli occhi chiusi mentre si godeva i raggi del sole sul proprio viso. Si sistemò tra le sue gambe aperte, inclinò il capo di lato e posò la mano delicatamente sulla guancia del libraio che riaprì gli occhi, fissando il moretto con l’aria serena di chi era nella pace dei sensi.

    -Ti sei svegliato.- Mormorò Tom cingendogli la vita con il braccio e, con un leggero movimento, lo fece sedere sulle proprie gambe.

    Bill si accoccolò al suo petto e posò il capo sulla sua spalla rimanendo a fissare il suo profilo prima annuire, sfregando la mano aperta sul suo petto freddo per riscaldarglielo.

    -Non è meglio entrare? Stai diventando un ghiacciolo.- Affermò e Tom andò a posare il volto nell'incavo del suo collo facendolo rabbrividire visto che la sua pelle era fredda come il ghiaccio.

    -Questo posto è stupendo, non trovi?- Gli chiese poi.

    Il sedicenne gli accarezzò la guancia guardandosi attorno: non era una casa grande ma il bello stava nel fatto che fosse immersa nel verde, dovunque li posasse, i suoi occhi venivano riempiti da alberi maestosi e prati un po' ingialliti per colpa dell'inverno. Annuì baciando lo zigomo di Tom per poi stringere la sua mano nella propria, tirandolo.

    -Fammi vedere com'è dentro.- Disse alzandosi seguito poi dal compagno.

    Tom infilò la chiave nella serratura facendola scattare un paio di volte, aprì la porta ed entrò andando subito ad aprire le finestre per permettere all'aria chiusa di uscire, cancellando così quell'odore di stantio. Bill guardò all'interno, curioso, entrando lentamente e percorse il corridoio trovandosi tre strade da seguire. Se fosse andato a destra sarebbe entrato in cucina dove Tom era intento ad avviare in contatore della luce; se fosse andato dritto, invece, avrebbe dovuto prendere le scale e sicuramente lì dovevano esserci le camere da letto e il bagno. Infine, i suoi occhi si posarono sulla porta aperta a sinistra e si fermò sul ciglio di quella notando che il salone conteneva più di due librerie colme di libri. Era proprio una passione quella.

    -Vado a prendere le nostre borse, tu aspettami qui.- Affermò il libraio e Bill annuì distrattamente mentre si levava il giubbotto, posandolo con quello di Tom su una sedia.

    Si tirò su le maniche del maglione e andò verso la finestra ancora chiusa, aprendola, agganciando le persiane affinché non sbattessero con il vento. Prese poi a togliere le lenzuola che proteggevano i vari mobili dalla polvere, le piegò posandole su una sedia del tavolo e si fermò al centro della sala guardando meglio la stanza, finalmente libera da quegli ingombranti teli e illuminata dal sole.

    -Tutti questi sono i libri preferiti di mio nonno.- Disse Tom entrando nella stanza, posando per terra le borse. Lasciò ricadere gli occhi su quei mobili tanto cari e carichi di ricordi.

    Bill lo raggiunse prendendolo per mano e lo tirò. -Lo avevo immaginato. Com'è il piano di sopra?- Chiese gentilmente e l'altro, senza dirgli nulla, gli fece strada verso il piano superiore mostrandogli la propria camera, seguita da una per gli ospiti e quella dei suoi nonni.

    Il ragazzino entrò in quest'ultima, sorridendo di fronte al caminetto che la rendeva così romantica e calda, sopratutto la notte. Si avvicinò ad esso e sfiorò con le dita le rose dipinte sul cornicione, guardando poi Tom chiedendo spiegazioni: non erano del camino quindi qualcuno doveva averli fatti dopo, forse era stato lui anche se non gli sembrava opera sua.

    -Le ha fatte mia nonna.- Mormorò andando ad abbracciarlo da dietro, posando il mento sulla sua spalla e sorrise portando la mano sulla sua intrecciando assieme le loro dita.

    -Tu hai preso tutto dai tuoi nonni, l'amore per i libri e la passione per il disegno.- Affermò il moretto ridacchiando, riuscendo a far ridere il compagno.

    -Lo dice anche mia madre, non assomiglio molto ai miei.- Disse arricciando le labbra in una strana smorfia che non scappò agli occhi attenti del ragazzino, ma preferì però passarci sopra, almeno per il momento.

    -Credi che... Credi che potremmo, qui?- Domandò arrossendo piano e si rigirò tra le braccia di Tom, guardandosi attorno mentre gli cingeva il collo con le braccia stendendo le labbra in un timido sorriso.

    Il libraio lo guardò sorpreso della scelta della stanza, aveva pensato che avrebbe preferito nella sua e non quella dei suoi nonni che, ad ogni modo, era vuota ormai da anni. Gli andò a mettere una ciocca di capelli dietro l'orecchio accarezzandogli lo zigomo con il pollice, amando quel tenue rossore sulla sua pelle per poi abbassarsi a baciarlo sulle labbra.

    -Credo proprio di sì.- Sussurrò sulle sue labbra, sorridendo a sua volta. -Iniziamo a pulire la casa però, altrimenti saremo ricoperti di polvere tra po...- Provò a dire ancora, venendo però interrotto dal ragazzo.

    -Tom.- Disse Bill tenendo gli occhi fissi in quelli del libraio che stava attendendo che parlasse. -Non voglio alcuna protezione.- Sussurrò mentre stringeva tra le dita il suo maglione.

    -Bill, sei sicuro?- Domandò abbracciando il ragazzino che si sollevò sulle punte dei piedi, annuendo, sicuro di ciò che aveva detto.

    -Tu lo hai sempre fatto con il preservativo, vero? Non hai niente.- Suppose il sedicenne mordendosi nervosamente il labbro inferiore, ansioso della sua risposta. Voleva con tutto sé stesso sentire Tom venire dentro di sé, il suo calore reale e non quello dietro a un involucro di plastica che gli impediva di percepirlo realmente.

    -Sì, l’ho sempre fatto con.- Rispose Tom sospirando e prese a giocare con il piercing al labbro inferiore, notando negli occhi del moretto la risposta che voleva e che attendeva.

    -Nelle ultime analisi che ho fatto, non avevo nulla.- Ammise poi, infondo lui faceva circa ogni sei mesi un controllo perchè la sicurezza per lui era sempre al primo posto, insieme alla sua peculiare mania di perfezione.

    Nuovamente le labbra di Bill si stesero in un sorriso felice e i suoi occhi brillarono, si sollevò più che poté sulle punte dei piedi e andò a baciare Tom per poi staccarsi da lui, girando su sé stesso mentre si dirigeva verso la porta. Sarebbe saltato dalla gioia ma si stava contendendo giusto per non sembrare uno stupido di fronte a lui.

    -Allora, cosa aspetti? Andiamo.- Pigolò il moretto facendo l'occhiolino al libraio prima di uscire dalla stanza.

    Tom rimase a fissare la porta e si portò la mano al viso, sorridendo come un ebete, incredulo di quella situazione surreale eppure così vera, con Bill era sempre tutto così. -Se questo è amore... Mi hai fottuto alla grande, Bill.- Mormorò da solo prima di corrergli dietro, volendo stargli attaccato tutto il giorno, per tutto il tempo durante la permanenza in quel posto.












    Tom sbadigliò allungando le braccia verso l'alto e sorrise riaprendo gli occhi, vedendo il soffitto della casa di suo nonno ricordandosi in quel momento dov'era. Abbassò il capo percependo un peso sul proprio petto e vide Bill con la schiena appoggiato a lui, intento a leggere un libro che chiuse appena sentì il libraio risvegliarsi dal suo sonnellino.

    Avevano pulito e sistemato la casa per tutto il pomeriggio, dopo si erano messi ai fornelli e come una coppietta di fidanzatini avevano cucinato insieme tra un bacio e l'altro, riuscendo a cucinare qualcosa di commestibile. Per riprendersi dalla stressante giornate avevano deciso di mettersi sul divano, Bill aveva preso un libro consigliato dal compagno e questo era rimasto ad accarezzare i suoi lunghi e morbidi capelli finché il sonno non aveva preso il sopravvento.

    -Ben svegliato, riposato bene?- Chiese il moro posando il libro sul mobile lì vicino, mettendosi sulle ginocchia permettendo a Tom di mettersi seduto e stiracchiarsi ancora.

    -Mi ci voleva.- Rispose passandosi la mano sul volto stanco dopo le lunghe ore di guida e Bill ridacchiò avvicinandosi a lui, notando come sulla panchina del loro palazzo erano quasi nella stessa posizione.

    Portò le braccia attorno al suo collo, posando le labbra su quelle del ragazzo che lo guardò per qualche istante confuso, per poi sorridere e rispondere al bacio con dolcezza passando le lunghe dita tra i capelli di Bill che emise delle deboli fusa, come un gatto sotto le dita del suo padrone. Strofinò il naso freddo contro la guancia del ventinovenne che lo guardò con la coda dell'occhio, trovandolo come al solito deliziosamente dolce.

    -A cosa devo questo bacio?- Domandò ricevendo come risposta un semplice perchè sei tu.

    Il sedicenne rimase a fissare per qualche minuto Tom per poi alzarsi dal divano e guardare l'ora sull'orologio, stringendo le sue mani. Riportò gli occhi fissi in quelli dell'altro attendendo che capisse cosa voleva in quel momento. Cosa voleva che iniziasse. Il libraio lo tirò per le mani decidendo di attendere ancora qualche minuto, facendolo ricadere su di sè per potersi dedicare alle labbra di Bill, ricoprendole con le proprie, avvolgendole e divorandole con estrema attenzione percorrendo la sua schiena con le mani.

    -Sempre convinto?- Chiese a Bill che lo guardò per poi annuire. -Non chiedermelo più.- Affermò scappando dalle sue braccia.

    Subito dopo morse il naso di Tom, ridendo, e corse su per le scale fino al bagno, chiudendocisi dentro lasciando a Tom il tempo di sistemare la stanza dove avrebbero fatto per la prima volta l'amore. Dove lui avrebbe perso la sua verginità, dove finalmente si sarebbero uniti.

    Si specchiò osservando ogni angolo del proprio viso cercando qualche difetto e, sospirando, poggiò le mani sulla maniglia del lavandino. Fece leva sulle punte dei piedi per sollevarsi, facendo pressione sulla maniglia mentre chiudeva gli occhi e poggiava la fronte contro lo specchio, tirando un lungo respiro. All'improvviso sentiva le budella contorcersi e non avevano nemmeno iniziato. Come si sarebbe sentivo quando invece...?

    Quel pensiero gli fece tingere le guance di rosso e sollevare le labbra in un sorriso timido e innocente.

    -Il mio Tomi.- Soffiò riaprendo gli occhi e si morse il labbro inferiore.

    Si specchiò ancora mentre il cuore gli batteva velocemente e spezzava il silenzio del bagno. Sapeva che non doveva preoccuparsi né agitarsi, Tom aveva detto che avrebbe reso tutto perfetto e non avrebbe mai permesso che quel giorno potesse essere brutto. Sarebbe stato indimenticabile.

    Annuì a sé stesso e sollevò la maniglia del rubinetto, peccato che non avesse controllato la forza e, visto che la maniglia di certo non era tra le più nuove, si staccò e il ragazzo finì per ritrovarsela tra le mani. Spalancò la bocca per poi strizzare gli occhi quando di scatto l'acqua iniziò a schizzarlo, bagnandolo. Lasciò così ricadere per terra la maniglia, portando i palmi aperti di fronte al viso cercando di fermare il getto e iniziando ad urlare il nome di Tom per un aiuto.

    Il ventinovenne che si trovava in camera da letto ad accendere le ultime candele corrugò la fronte sentendo le sue urla e spense il fiammifero posandolo poi sul tavolo. Uscì velocemente dalla stanza dirigendosi in bagno dove, aprendo la porta, si ritrovò a vedere un Bill completamente bagnato, con indosso solo una maglietta bianca del tutto attaccata al suo corpo magro. Stava provando a fermare l'acqua con le mani e, quando vide la maniglia per terra, capì tutto e si trattene dal ridere all'ennesimo urlo del moretto.

    -Aiutami.- Pigolò il ragazzino prima di scivolare per terra sbattendo con il sedere.

    -Bill!- Esclamò il libraio spalancando gli occhi e afferrò gli asciugamani appesi gettandoli sul rubinetto fermando il getto.

    Si abbassò verso il mobile tirando fuori la scatola dagli attrezzi che stava proprio dietro a quella del pronto intervento e tirò fuori la chiave inglese. Si inginocchiò davanti al rubinetto, iniziando a stringerlo da sotto, riuscendo a bloccare l'acqua. Sospirò asciugandosi la fronte bagnata e si volse verso Bill, trovandolo ancora per terra intento a massaggiarsi il fondoschiena, finendo per ridere senza volerlo.

    -Mi verrà il livido.- Mormorò Bill tendendo le mani verso il compagno che si avvicinò a lui, si rialzò e lo aiutò a sollevarsi scansandogli i capelli appiccicati al viso.

    -Sei un piccolo disastro lo sai?- Domandò al ragazzino che arrossì abbassando lo sguardo, chiedendo con voce flebile perdono dell'inconveniente e che gli avrebbe ridato, in qualche modo, i soldi per i danni.

    Tom scosse la testa e afferrò l'ultimo asciugamano asciutto poggiandolo sul capo di Bill, lo prese per mano conducendolo fuori dal bagno. Avrebbe asciugato la mattina dopo. Lo condusse fino alla camera da letto, fermandosi di fronte al caminetto acceso iniziando a sfregare l'asciugamano sul capo di Bill così da poter asciugare i suoi capelli umidi.

    -Sei adorabile.- Disse all'improvviso prendendogli il volto tra le mani, ancora circondato dall'asciugamano, e posò le labbra su quelle di Bill lasciandolo interdetto dal suo comportamento.

    Solo in quel momento si guardò attorno osservando com'era adornata la stanza. C'erano delle piccole e bianche candele sui mobili della camera da letto oltre al caminetto accesso, il cui fuoco illuminava e riscaldava la stanza. Notò poi che i rami che formavano il baldacchino del letto erano stati circondati da mille piccole luci, sempre bianche, che davano un'aura preziosa e romantica al letto. Quasi gli vennero le lacrime agli occhi vedendolo.

    Si portò le mani alla bocca soffocando un singhiozzo e guardò dritto negli occhi Tom, mentre una lacrima scappava dalle sue ciglia. Per lui, aveva fatto tutto per lui. Si aspettava qualcosa di bello, ma non così bello come quello che stava vedendo. Perchè, cosa aveva fatto di tanto bello per meritarsi tutto quello? Per meritarsi Tom? Il libraio inclinò il capo regalandogli un sorriso talmente dolce che sembrava che fosse quello ad illuminare la stanza e gli asciugò con il pollice la lacrima, facendola scomparire dal suo viso.

    -Non piangere.- Affermò con voce bassa e dolce, in grado di far vibrare l'intero corpo del moretto. -Togliamo questi abiti bagnati.- Aggiunse facendo ricadere l'asciugamano per terra.

    Bill annuì perdendosi nell'osservare gli occhi di Tom e sollevò le braccia verso l'alto, lasciandosi sfilare la maglia bianca mostrando il petto magro ed esile. Sospirò nel sentire le mani del compagno accarezzare la sua pelle e chiuse gli occhi, abbandonandosi a quei tocchi, lasciandosi spingere all'indietro mentre si aggrappava alla maglia del libraio.

    Infilzò la sua schiena con le unghie quando ricadde sul letto morbido e portò il capo all'indietro, lasciandosi scappare un gemito lieve sentendo le labbra di Tom depositare dei baci umidi sul suo petto, scendendo pian piano verso il suo intimo. Osservò nuovamente le luci che circondavano il letto e sollevò il bacino quando percepì le dita del compagno sfiorare l'elastico dei suoi boxer. Quando non sentì più quel tessuto ricoprire il suo corpo mettendo in mostra il suo membro già duro, causato dai baci del maggiore, arrossì e aprì la bocca per dire qualcosa ma incrociando nuovamente gli occhi di Tom la richiuse.

    Sorrise mordendosi il labbro inferiore e allungò la mano accarezzando la guancia di Tom. No, non servivano parole in quel momento perchè erano i gesti e gli sguardi a parlare per loro. Si mise a sedere lasciando il libraio inginocchiato tra le proprie gambe aperte e sollevò il capo, posando un bacio sulle sue labbra carnose, circondandogli il collo con le braccia. Lo tirò lasciandosi ricoprire dal suo corpo muscoloso mentre si stendeva e sospirò di piacere sentendolo sfregarsi contro la propria coscia. Era duro, lo sentiva. Duro come lo era lui.

    Allungò la mano abbassandogli dopo qualche tentativo i pantaloni assieme ai boxer, rimanendo così finalmente entrambi nudi, pelle contro pelle come avevano sempre desiderato. Bill chiuse gli occhi e accarezzò l'ampia schiena di Tom mentre questo gli baciava il collo, alternandoli a piccoli morsi lasciando increspare la sua pelle bianca.

    Il moretto squittì appena sentendo le dita dell'altro contro la propria apertura, insinuandosi poi dentro di lui e schiuse le labbra piegando meglio le gambe per poter rilassare i muscoli mentre le lunghe dita di Tom scivolano lentamente dentro di lui, toccando punti che le piccole dita del ragazzino non erano mai riuscite a solleticare. Le sue pareti interne si contraevano ogni volta che Tom riusciva a toccarli, troppo sensibili, facendo squittire il moretto.

    -Tomi.- Singhiozzò Bill per colpa del piacere.

    Piegò il capo di lato portandosi la mano alla bocca, mordendosi due dita cercando di non urlare per così poco; era sicuro che il vero piacere doveva ancora arrivare. Intanto il ventinovenne era inginocchiato tra le gambe di Bill, la mano libera era poggiata sul suo polpaccio per tenerlo fermo mentre guardava l'espressione di piacere del ragazzino. Aggiunse un terzo dito allargandolo maggiormente, voleva farlo abituare perchè quando sarebbe stato dentro di lui, lo avrebbe allargato molto di più rispetto alla dilatazione ottenuta con le dita.

    -Per favore, amore...- Singhiozzò ancora il moretto con gli occhi lucidi, allungando la mano verso di lui, cercandolo.

    Tom sorrise a quella parola e portò la mano sulla sua, facendogliela poggiare sulla propria guancia nello stesso momento che sfilava le dita da dentro di lui. Si avvicinò poggiandosi al suo corpo facendo sfregare i loro petti e posò le labbra su quelle di Bill, avvolgendole e massaggiandole con le proprie coinvolgendolo in un bacio lento e desiderato. Quel momento che avevano atteso entrambi a lungo era finalmente arrivato.

    -Sono qui, amore.- Sussurrò il libraio al suo orecchio, con voce calda e bassa, e Bill chiude gli occhi godendosi appieno il respiro del ragazzo che accarezzava il suo apparato uditivo.

    -Fammi tuo.- Sorrise l'altro circondandogli il collo con le braccia, puntando gli occhi in quelli di Tom, osservando poi il suo sorriso. Le sue labbra erano stese verso l'alto sollevando i suoi zigomi e Bill era sicuro che quel sorriso era il più bello che esistesse a quel mondo, ed era solo per lui.

    Tom annuì posando un nuovo e casto bacio sulle sue labbra e afferrò dal mobile il lubrificante, se ne versò una buona dose nella mano spalmandosela sul membro turgido e sull'apertura di Bill, per poi abbassare il volto verso i loro bacini -gesto che fu imitato dal moretto-, posando poi una mano sul suo interno coscia allargandogli di più le gambe e afferrò il proprio membro portandolo contro l'apertura di Bill che fremette. Questo si morse il labbro inferiore prendendo ad osservare i movimenti lenti e calcolati del compagno e schiuse le labbra corrugando la fronte, sentendo il respiro mozzarsi il gola mentre Tom si spingeva dentro di lui.

    Gli occhi erano fissi sui loro bacini e il suo petto era fermo, l'aria bloccata nei polmoni e infilzò le spalle del libraio sentendo la propria apertura venire dilatata come non mai. Iniziava a sentire il dolore invadere il suo corpo e strizzò gli occhi, sibilando, portando il capo all'indietro affondandolo nel materasso morbido, respirando velocemente quando poi Tom fu completamente dentro di lui e si fermò, aspettando che Bill si abituasse.

    Questo lasciò andare con una mano la spalla del libraio, stava tremando e respirava lentamente con gli occhi chiusi, cercando di non pensare al dolore che stava provando. Doveva pensare ad altro, metterlo in secondo piano. Riaprì lentamente gli occhi vedendo Tom fissarlo con l'espressione di chi stava facendo di tutto per trattenersi, anche in quel momento stava pensando al benessere di Bill e non al proprio piacere. Era sempre il suo primo pensiero.

    Quel fatto riusciva solo a farlo emozionare di più, a fargli battere il cuore tanto velocemente come un colibrì batteva le sue ali.

    -Amami.- Sussurrò Bill tirandolo così che toccasse il suo petto, respirando sulle sue labbra carnose.

    Tom sorrise piegando il capo di lato, facendo congiungere alla perfezione le loro bocche iniziando a rincorrere la sua lingua con la propria, tirando indietro il bacino uscendo quasi del tutto per poi riportarlo in avanti affondando dentro Bill che fremette, rafforzando la presa sul suo collo trattenendo quei piccoli gemiti di dolore. Doveva solo aspettare, sopportare fino a quando il piacere non sarebbe arrivato.

    Il libraio portò la mano sul suo fianco per tenerlo fermo sul materasso e al contempo spingerlo contro al proprio bacino riuscendo così a penetrarlo meglio, sentiva i muscoli del moretto contrarsi ad ogni spinta facendo tremare il suo intero corpo e stava cercando di muoversi il più lentamente e dolcemente possibile dentro di lui per fargli provare meno dolore possibile. Portò la mano libera sul materasso all'altezza della spalla del ragazzino e strinse le lenzuola tra le dita, sollevandosi con il petto riuscendo ad avere maggior facilità dei movimenti, e si elettrizzò quando all'ennesima penetrazione vide Bill inarcarsi chiudendo gli occhi, liberandosi in un gemito finalmente di piacere.

    -Lì?- Domandò in un sussurro al suo orecchio, ricevendo solo un cenno di assenso da parte del ragazzino che infilzò la sua nuca con le unghie, facendolo sibilare.

    Così il librario sorrise iniziando a spingersi su quel punto sensibile in grado di strappargli gemiti e ansimi, riempiendo la stanza; aumentò lentamente la forza dei movimenti del bacino affondando con maggior vigore nel corpo di Bill che schiuse le labbra lasciandosi spingere al di sopra delle lenzuola da Tom. La sua schiena sudata era completamente appiccicata al tessuto che copriva il letto e continuava a muoversi assieme al ventinovenne avanti a indietro, venendo scosso come una bambolina nelle sue mani.

    Continue ondate di piacere gli percorrevano la colonna vertebrale arrivandogli dritte al cervello, cancellando ogni traccia di dolore. Un nuovo gemito e urlo spezzato dal piacere si mescolavano a quei ringhi e gemiti che Tom emetteva accompagnando i suoi. Bill spalancò gli occhi e la bocca alla spinta più violenta rispetto alle precedenti, incarnandosi all'improvviso sentendo l'intero corpo tremare dalla testa ai piedi, senza riuscire a contorcersi sotto al libraio.

    -Sei bellissimo.- Gemette il ventinovenne mentre afferrava il compagno dal retro delle cosce sollevandogli le gambe e portandogliele sulle proprie spalle. Lo tirò per i fianchi avvicinandolo a sé mentre affondava in lui velocemente, avendogli sollevato con quella posizione maggiormente il bacino, riuscendo così a colpire la sua prostata con facilità.

    -Tom... Tom.- Ripetè Bill con voce spezzata dal piacere mentre il suo corpo era scosso da continui fremiti di pura estasi, facendogli stendere le gambe verso l'alto e arricciare le dita dei piedi.

    Gettò all'indietro le braccia facendole finire fuori dal letto e si aggrappò al lenzuolo, urlando, piegando il capo contro il proprio braccio non riuscendo a controllare quell'immenso calore che si stava concentrando nel suo ventre, sentiva che quando sarebbe esploso non si sarebbe più contenuto. Piegò le braccia tirando le lenzuola e spalancando la bocca per urlare di nuovo mentre strizzava gli occhi per via del piacere, sentiva la testa così leggera e il corpo ormai andare a fuoco. Era completamente sudato e aveva caldo, tanto caldo.

    Inoltre i baci bagnati e delicati che Tom gli stava lasciando sul petto, marchiandolo con i denti, di certo non lo aiutavano; portò una mano sulla schiena del libraio accarezzando i suoi muscoli tesi e poté percepire sotto le dita le goccioline di sudore che scivolano lungo la sua schiena incurvata e tesa. Sollevò il capo riuscendo a guardare lo stato nel quale si trovava Tom e finalmente incrociò i suoi occhi neri, colmi di piacere, e la mascella contratta per lo sforzo fisico che stava facendo. Il suo intero corpo era teso mentre lo possedeva, mentre lo dominava e lo faceva suo.

    Quale essere umano non si sarebbe eccitato di fronte a quell'ammasso di muscoli tesi e luccicanti per via del sudore che si contraevano ad ogni movimento?

    Gli avvolse il collo con il braccio e percepì le mani di Tom posarsi sulle sue cosce sollevandogli nuovamente le gambe, portandogliele questa volta attorno alla propria vita e gliela strinse allacciandosi al suo corpo. Rimase a quel modo, a fissare il suo uomo unirsi con lui.
    Lo stava riempiendo non solo fisicamente ma con tutto il suo cuore, e rilasciando in un sussurro il suo nome decise di non pensare più, di non cercare di memorizzare ogni cosa con gli occhi ma di abbandonarsi completamente a quella situazione e a quelle sensazioni.

    Tom strofinò il viso contro la sua guancia arrossata per il piacere e sorrise, sentendo il ragazzino tremare ad ogni spinta e passò la mano lungo il suo gracile e magro petto arrivando al suo bacino, sfiorò con le dita il suo membro e lo avvolse con la mano iniziando a pomparlo a ritmo con le proprie spinte facendo urlare sorpreso Bill che conficcò le unghie della mano nel suo collo. Era sicuro che si sarebbe ritrovato pieno di graffi il giorno dopo, ma era felice di essere marchiato a sua volta.

    Lo sentiva stringersi a lui, aggrapparsi a lui, e ogni volta che lo penetrava percepiva i suoi muscoli avvolgere il suo membro fino a divorarlo. Non capiva se era lui a divorare Bill o era Bill a divorare lui, il resto del mondo era sparito dalla sua mente. Sarebbe potuto scoppiare un incendio per quanto ne sapeva e non se ne sarebbe accorto, le fiamme non sarebbero mai state in grado di bruciare la sua pelle come stava succedendo in quel momento ogni volta che il moretto accarezzava il suo braccio, il suo fianco, la sua schiena.

    -E' questo l'amore Bill?- Gli chiese respirando affannato al suo orecchio, permettendogli per la prima volta di scoprire quali erano le paure e i quesiti che si faceva.

    Il sedicenne lo guardò con gli occhi lucidi e arricciò le labbra riuscendo solo a gemere, annuendo appena mentre aumentava la forza attorno al suo collo con il braccio. Tom sorrise seguendo con le labbra stese la linea della mascella di Bill, ripetendo quella domanda in un sussurro spezzato dai gemiti, mentre l'altro lo seguiva con gli occhi persi per lui. Dovunque andasse il libraio gli occhi di Bill lo seguivano, senza mai perdere un suo gesto.

    -E' questo l'amore, Bill?- Chiese ancora Tom rafforzando la presa sul membro del ragazzino che schiuse le labbra in un che riempì l'intera casa, mentre si liberava nella sua mano venendo investito dal piacere che si era concentrato nel suo corpo. Quell'orgasmo che aveva atteso e che adesso lo aveva distrutto, lo stava ricostruendo dandogli nuova vita.

    Tom mosse ancora la mano accompagnando il suo piacere senza smettere di penetrarlo ed uscì da dentro di lui, dando alcuni colpi più decisi contro la sua prostata ormai fin troppo sensibile ad ogni suo tocco e quando sentì le pareti di Bill contrarsi di colpo contro il suo membro, stringendolo in una morsa di dolore piacevole, il suo respiro si mozzo in gola costringendolo a fermarsi, liberandosi dentro di lui.

    Il moretto socchiude gli occhi sorridendo quando sentì il rilascio caldo del compagno invaderlo e avvolse il suo collo anche con l'altro braccio, facendolo appoggiare a sé impedendogli di uscire e mosse piano il bacino per farlo sistemare meglio su di sé. Il ventinovenne posò il viso nell'incavo del suo collo, respirando affannato sentendosi come non gli era mai capitato, nemmeno alla sua prima volta. Anzi, era come se quella fosse anche per lui la prima volta visto ciò che aveva provato.

    -Se questo è amore, se questo lo è...- Iniziò a dire deglutendo stanco, premendo le labbra contro il suo orecchio.

    Bill chiuse gli occhi rimanendo fermo, lasciandolo parlare, attendendo quelle parole che avevano fermato il suo cuore.

    -Se questo è amore, allora io ti amo.- Soffiò Tom sorridendo e posando la mano sulla guancia del ragazzino che portò la propria mano sulla sua, intrecciando le loro dite assieme rilasciando un sospiro di felicità.

    Il suo cuore aveva ripreso a battere, con forza, forse a voler scappare dal suo corpo per andare a rifugiarsi tra le braccia del libraio come lo era lui in quel momento così intimo e solo loro. Condusse la mano del ventinovenne sul proprio petto all'altezza del cuore e gli fece sentire questa volta lui il battito del proprio cuore, volendo fargli sentire che tra i battiti erano rinchiuse quelle parole che gli aveva appena rivelato all'orecchio, come il più personale dei segreti.

    Tom strinse le sue dita con decisione e scostò di poco il volto permettendo a Bill di girare il suo verso di sé, fissandosi per interminabili minuti in silenzio, respirando l'uno contro le labbra dell'altro senza perdere quel sorriso che adornava i loro visi sudati e rossi.

    Il moretto si avvicinò al suo viso cancellando quei pochi centimetri che li distanziavano e posò le labbra su quelle del libraio, rubandogli un bacio dolce e puro, come lo erano i loro sentimenti.

    -Se fossimo in un libro questo sarebbe il momento più romantico della storia, dove i due innamorati si giurano amore eterno subito dopo aver fatto l'amore per la prima volta.- Sussurrò Bill sulle labbra del compagno che annuì tenendo gli occhi fissi nei suoi.

    -Poi la scena si concluderebbe con noi che ci addormentiamo, l'uno stretto all'altro. Forse i libri tendono troppo a creare delle false illusioni alle persone, facendo pensare che potranno anche loro un giorno vivere quel momento e sentirsi la persona più felice sulla terra.- Sospirò posando le mani sul petto di Tom accarezzandoglielo con i polpastrelli.

    -A volte pensavo che era inutile sperare che mi sarebbe successo, che in questo mondo non succede. Non avrei mai trovato quell'uomo che mi avrebbe accarezzato i capelli mentre dormivo, che mi sussurrava che mi amava e che mi asciugava le lacrime con le sue labbra ma... Da quando ci sei tu ogni scena che avevo cancellato dalla mia mente si è realizzata, mi chiedo se tu sia realtà o frutto di una mia fantasia e se mi sveglierò di nuovo da solo nel mio letto. Vuoto e privo di tutto quello che mi stai facendo provare da quando ci conosciamo.- Pigolò Bill tirando su con il naso, sentendo le lacrime all'improvviso inondare i suoi occhi e se li sfregò velocemente, voleva fare un bel discorso senza piangere e ora stava per succedere.

    Tom schiuse le labbra per dire qualcosa ma il ragazzino lo fermò posando la mano sulla sua bocca. -Se mai tutto questo finirà, se mai tutto questo è solo una mia pazzia, un mio sogno e tu sei ancora lì in quella libreria a vendere libri, io saprò che anche se starò male è un male così bello perchè è parte di te. Perchè sei il mio primo amore, il primo amore c'è chi dice che finisce sempre male, ma non mi interessa. Io sono pazzo di te...- Sussurrò lasciando che le lacrime scendessero lungo le sue guance, seguite dalla mano di Tom che si posava su esse per asciugarle e Bill rise piano stringendosi a lui.

    -Io sono innamorato di te, io ti amo.- Affermò nascondendo il volto contro il suo petto strizzando gli occhi e Tom lo abbracciò con forza, premendo le labbra contro i suoi capelli sentendosi stordito dalle sue parole. -Cavolo, non volevo piangere.- Disse il moretto tra un singhiozzo e l'altro sollevando poi il viso e spalancò gli occhi quando il libraio lo sorprese baciandolo, zittendolo e interrompendo anche lo scorrere delle lacrime.

    Bill sorrise a quel gesto improvviso, chiudendo gli occhi, e lasciò che quella fosse la loro risposta ad ogni paura, a quelle paranoie che si facevano entrambi. Non si era mai sentito così simile a Tom, non c'era diversità di età, di carattere, erano loro due. Uguali, due volti della stessa medaglia e comunque fosse andata tra loro sapevano che quello era il vero amore che entrambi avevano sempre voluto. Avrebbero lottano affinchè nessuno lo rovinasse, con i denti e le unghie avrebbero protetto quel sentimento a loro così caro.

    Entrambi riaprirono gli occhi, cercandosi come sempre, e sorrisero interrompendo quel contatto tra le loro labbra, ridendo piano e cullandosi a vicenda rendendo interminabile quel momento troppo importante per addormentarsi e lasciarsi andare al sonno. Avrebbero vissuto quella notte ancora e ancora, fino a quando non sarebbero stati pieni l'uno dell'altro.





    Note dell'autrice: Spero vivamente che questa scena d'amore sia di vostro gradimento e che rispecchi alla perfezione il sentimento di questa bella coppietta c-c Perdonatemi la lunga attesa. <3
     
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  7. ~Sara!
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    Oddio oddio oddio oddio, hai postatoooooooooooo!
    Che capitolo stupendo, lo aspettavo da tanto, ma è sicuramente valsa la pena di attenderlo.
    Non vedo l'ora di leggere il continuo, complimenti, ♥.
     
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  8. ~Maryon‚
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    Mi dispiace per la lunga attesa, sono felice che ti sia piaciuto. (:
     
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  9. selly-bill
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    Oh mamma... è fantastico, ogni singola cosa che facciano quei due è fantastica, rendono tutto cosi bello e facile, davvero è bellissima, mi sono innamorata di questa bellissima storia, spero di leggere presto il seguito. Complimenti anche a te, che sei divinamente fantastica, complimenti.
     
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  10. °Däkee°
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    Awww finalmente è arrivato il momento che tutti aspettavamo. Leggendo la descrizione della libreria del nonno di Tom, sono raffiorati alcuni miei bei ricordi. Mi ha fatto stare bene questo capitolo! Un Tom premuroso come sempre e un Bill alle prime armi. Teneri ahahah
    Complimenti per il capitolo. L'ho adorato dall'inizio alla fine : )
     
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  11. Morph.
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    mamma che spettacolo **
     
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  12. ~Maryon‚
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    Grazie a tutte per i commenti, ve ne sono veramente grata sia che vi piaccia questa storia che il capitolo. <3
     
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  13. jada.1984
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    è bello e pieno di sentimento mi è indubbiamente piaciuto tutto dalle gaf di bill al sentimento che sprigionano, una nota negativa è che ora passeranno altri due mesi per legere un continuo è stressante e veramente seccante perchè devi sempre andare a riguardare i post vecchi fosse solo per quello avrei già lasciato la storia, ma è bella però io dico un parere mio da lettrice... non sono sicura di arrivare alla fine perchè passa veramente tanto tempo tra un capitolo e l'altro
     
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  14. PhantomRider92
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    Ma che bello!!!!!!!! *.* Complimenti!
     
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  15. ~Maryon‚
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    CITAZIONE (jada.1984 @ 23/11/2011, 21:42) 
    è bello e pieno di sentimento mi è indubbiamente piaciuto tutto dalle gaf di bill al sentimento che sprigionano, una nota negativa è che ora passeranno altri due mesi per legere un continuo è stressante e veramente seccante perchè devi sempre andare a riguardare i post vecchi fosse solo per quello avrei già lasciato la storia, ma è bella però io dico un parere mio da lettrice... non sono sicura di arrivare alla fine perchè passa veramente tanto tempo tra un capitolo e l'altro

    Mi dispiace se non seguirai più la storia allora, purtroppo non sempre ho la voglia di scrivere. Io scrivo d'istinto e con lo stato d'animo giusto, non sono una di quelle scrittrici che si mette in un momento qualunque e scrive. Amo inserire i sentimenti e se facessi nel modo che ho appena esposto allora non sarebbe uscito questo capitolo, ma un ammasso di lettere fredde e senza sentimento.
    Poi come ho detto fai come vuoi jada, non costringo nessuno a leggere le mie storie. (: E' stata comunque un piacere leggere i tuoi commenti e sapere che fino a qui ti è piaciuta la storia.
     
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1304 replies since 22/10/2010, 18:29   40589 views
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