Library “Treasure Island”

NC17, Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP, Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)

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  1. cico90th
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    io upo domani *W*
     
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  2. •Verdammt Prinzessin•
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    Prego Maryon ^^
    è la verità!!
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  3. aissha75
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    Maryon scusa, guardavo la foto delle braccia di Bill nella tua firma...
    secondo te è reale o è stata "ritoccata"? Perchè da quello che mi risulta loro sono biondi (o comunque castano chiaro) e quindi si dovrebbero quasi non vedere.. te lo dico perchè mio marito ha quel colore miele scuro.. e lil pelo sulle braccia e sulle gambe quasi non si nota anche se c'è... scusate l'OT..
     
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  4. • Saki
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    Up di ritorno dalla scuola *w*
     
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  5. •Verdammt Prinzessin•
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    uuuuuuupppppp

     
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  6. ~Maryon‚
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    Stasera si posta u.u
     
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  7. cico90th
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    oddio siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii upi upi
     
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  8. .Lulli_Style.™
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    Sììì *Q*
     
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  9. ~Maryon‚
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    Titolo: Library “Treasure Island”
    Autore: ~Maryon‚
    Beta: SalatAlien
    Rating: NC17
    Avvisi: Twicest not related, AU, OOC, Angst (lieve)
    Genere: Romantico, Fluff, Fantasy, Smut, Chanslash, Long Fic.
    Disclaimers: Non possiedo nè i Kaulitz nè i Tokio Hotel, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.
    Riassunto: -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli. -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill.





    Primo Capitolo

    -Monsoon-







    Bill sbuffò tenendo la testa appoggiata al braccio di Andreas, che intanto, con la mano destra -che era quella che poi usava per scrivere- stava prendendo appunti sulla lezione. La voce della professoressa Horizfer sembrava non passare mai, almeno, questo valeva per il moro, che non era mai stato di certo un genio in chimica.

    -Mi annoio.- pigolò il moretto guardando con i suoi occhi da cerbiatto l'amico, che storse il naso sventolando la mano davanti al suo volto per zittirlo, visto che non riusciva a prendere appunti se lo distraeva. Bill gonfiò le guance e corrugò la fronte, per poi spostare lo sguardo fuori dalla finestra, attaccata al loro banco.

    -Ti odio.- Mugugnò il moretto andando a mordere il braccio dell'amico da sopra la maglia che indossava. Quello gemette di dolore ad alta voce, portando così gli occhi di tutti i loro compagni su di loro, compresi quella della professoressa che li osservò accigliata.

    -Va tutto bene lì dietro?- Chiese ai due ragazzi.

    Bill intanto ridacchiava ritrovandosi per fortuna coperto dai due ragazzi seduti al banco davanti al loro, mentre il platinato si stava massaggiando il braccio.

    Andreas annuì. -Sì professoressa, scusi il disturbo.- Disse, e la donna tornò a riprendere la sua lezione. Andi si alzò la manica della maglia fin sopra il morso per poi puntare il dito indice sul segno della dentatura del moro lasciata sulla propria pelle.

    -Cosa?- Domandò Bill sorridendo radioso facendo finta di niente e l'amico corrugò la fronte indicandogli ancora il segno del suo morso lamentandosi con versetti di gola, cercando di non farsi beccare ancora dalla donna. Il moro ridacchiò e si sporse a baciargli la guancia, per poi tornare a guardare fuori tenendo il capo appoggiato alla mano, con gli occhi chiusi, godendosi i raggi del sole sul volto.

    Andreas lo guardò poi sbuffò un sorriso e gli andò a pizzicare la guancia per poi poggiare la propria spalla a quella del moretto e il capo alla sua, rilassandosi durante l'ora. Per fortuna la lezione fini poco dopo e Bill saltò giù dalla propria sedia tirandosi dietro.

    Fuori dalla classe, il platinato corse verso il bar che veniva puntualmente allestito durante la ricreazione. Si fermò davanti ai due banchi sistemati sul corridoio dove sopra il commesso del bar davanti alla scuola aveva appoggiato i vassoi pieni di cibo e bevande.

    -Siamo arrivati primi.- Cinguettò felice Bill giocando con la banconota da cinque euro mentre nella propria mente decideva cosa mangiare.

    -Oggi offri tu?- Domandò Andreas all'amico che annuì.

    -Un panino al salame e una Fanta.- Chiese questi e il ragazzo del bar gli diede la sua ordinazione.

    -Io una piadina.- Disse Andreas, prendendo poi quella che gli aveva dato l'uomo. Bill pagò la colazione di entrambi, ricevendo come resto due euro.

    -Oggi non c'è la tua ragazza?- Domandò il moretto addentando il suo panino, andando verso una finestra lì vicino, mentre il bar si riempiva.

    Andreas scosse la testa. -Andava a fare shopping con la sorella al centro commerciale, dall'altra parte della città, non so quale negozio lì c'è che qua non si trova.- Spiegò alzando le spalle mangiando a sua volta la sua colazione.

    -Comunque ho sentito dire che c'è un pub molto carino, dove fanno musica dal vivo e karaoke.- Iniziò a dire il moro senza però riuscire a continuare, visto che il platinato sorrise iniziando a parlare a sua volta. -E immagino che tu ci voglia andare questa sera.- Affermò ricevendo una risposta affermativa dall'altro.

    Andreas scoppiò a ridere ed annuì. -Va bene, ci andiamo.- Disse prima di ritrovarsi il moro fra le braccia che gli riempiva le guance di baci.












    -Georg, non hai da lavorare oggi?- Domandò esasperato Tom mentre dava lo scontrino ad una ragazza che uscì poco dopo dalla libreria. Il moro portò l'incasso nella cassa chiudendola, poggiando i gomiti sul bancone e sostenendosi il capo con le mani, osservando dritto negli occhi il piastrato che si soffiò i capelli cadutigli davanti agli occhi.

    -No, oggi c'erano dei controlli all'impianto elettrico ed è rimasto mio padre.- Rispose il castano sorridendo radioso; aveva un negozio di musica che fruttava molto alla sua intera famiglia.

    -E quindi hai deciso di scassare a me le palle, per l'intera giornata?- Gli chiese il librario riuscendo a far ridere l'amico, anche se non era quello il suo intento.

    Georg si voltò dando le spalle al bancone e ci si sedette sopra piegando il capo all'indietro. -Non mi fai fare una bella figura davanti ai clienti, se entrando vedono te in posa come a prendere il sole.- Sbottò il moro tamburellando nervosamente le dita sul tavolo e Georg mandò completamente la testa all'indietro facendogli una linguaccia.

    -Casomai affascino i clienti e così comprano più libri.- Disse ridendo e Tom si strofinò una mano sul viso mentre si sedeva meglio sullo sgabello.

    -Casomai me li terrorizzi e non mi comprano proprio niente.- Specificò questi andando a controllare l'ora sul proprio PC: ancora due ore con quello scemo? No, non ce l'avrebbe fatta.

    -Comunque stasera usciamo, visto che ieri mi hai detto di no.- Decise il castano scendendo dal tavolo e aggirando il bancone, sedendosi sul secondo sgabello accanto all'amico.

    -Ah sì? E io quando ho detto per questa sera sì?- Domandò il moro inarcando un sopracciglio guardando l'altro, che prese a giocare con una matita abbandonata sul piano liscio di legno.

    -Questa mattina all'alba ti ho fatto la domanda e tu hai detto di sì.- Disse Georg ridacchiando e il librario lo sgridò, dicendogli che la sua risposta non valeva, perchè pur di dormire diceva qualsiasi cosa.

    –Va bè, tornado al punto di uscire, andiamo al nostro solito pub, così mi suoni qualcosa.- Mormorò allegro il castano e, davanti a quel sorriso scemo, gli occhi verdi che brillavano come quelli di un bambino davanti a una caramella, Tom non seppe dire di no.

    -Va bene, però non mi va di tornare troppo tardi a casa.- Lo pregò, ma l'altro non lo ascoltò, iniziando a parlare da solo e Tom si domandò mentalmente se sarebbe bastato un pungo in testa per spegnerlo.

    Quando finì il proprio turno alla libreria, Georg diede un passaggio al moro riportandolo a casa.
    -Mi raccomando, alle nove fatti trovare pronto.- Disse il castano mentre l'altro scendeva dall'auto sbuffando.

    Si girò a guardarlo dallo specchietto mostrandogli il medio per tutta risposta. -No mi dispiace, all'una è troppo tardi per passare.- Lo prese in giro Georg ridacchiando e Tom si portò una mano alla faccia, poggiando la fronte contro lo sportello.

    -Perchè sei così deficiente? Cosa ho fatto per meritarmi te?- Domandò sospirando e l'altro gli sorrise sornione.

    -Io lo so, nella nostra vita passata eravamo innamorati ma tu -indicò il librario- mostro che non sei altro, mi hai tradito spezzandomi il cuore.- Iniziò a spiegare il castano portandosi una mano al petto con fare teatrale. -Così io ti ho maledetto, costringendoti ad avermi tra i piedi finché non ti farò soffrire nello stesso modo in cui ho sofferto io!- Esclamò infine, mentre Tom lo guardava allibito, con la bocca aperta.

    -Quando te la sei immaginata tutta questa storia? Sei sicuro di non fare uso di sostanze che danneggiano il tuo cervello?- Domandò pacatamente il moro, sospirando afflitto scuotendo la testa.

    -Non è una storia, è vera.- Rispose l'altro imbronciandosi.

    -Certo, e io in realtà sono Lady Gaga.- Ribatte Tom mettendosi dritto. -Ora vattene, ci vendiamo alle nove.- Disse dando le spalle alla macchina dell'amico e dirigendosi verso il palazzo.

    -No, no, no.- Urlò Georg aprendo lo sportello e scendendo velocemente dalla macchina, correndo dietro al moro abbracciandolo da dietro, riuscendo così a fermarlo.

    -Sei Lady Gaga? Cristo, ma sei una favola dolcezza.- Lo prese in giro il piastrato e Tom gemette a voce alta, mugolando con fare lamentoso.

    -E staccati.- Disse all'amico provando a camminare, ma l'altro si lasciò trascinare pesando completamente sulla schiena del librario, che dopo pochi passi si fermò di nuovo. -Georg staccati da me.- Gli ordinò sbattendo un piede per terra, agitandosi fra le braccia del castano che ridacchiò, iniziando a posare dei delicati baci sul suo collo. Tom socchiuse gli occhi sospirando, rilassandosi immediatamente; Georg sapeva perfettamente che bastava sfiorare, seppur debolmente, il collo del librario e questi si calmava, sciogliendosi come un ghiacciolo al sole.

    Il piastrato continuò a massaggiare quella zona delicata del librario, lanciandogli poi uno sguardo trovandolo ad occhi chiusi che sorrideva, godendosi quelle attenzioni.

    -Mi raccomando, non farti troppo bello per me.- Esclamò Georg prima di lasciargli un ultimo bacio sulla nuca e lasciarlo andare. Tom si girò verso di lui e alzò gli occhi al cielo, sorridendo di nuovo.

    -Vai vai, prima che decida di salire sulla tua auto e investirti.- Dichiarò.

    Il castano rise divertito e scosse la testa, agitando i suoi lunghi capelli lisci; salì poi di nuovo in macchina e partì, lasciando finalmente solo il moro, che se ne andò a casa sua, già mentalmente stanco all'idea di passare l'intera serata fuori con Georg.











    -Esci?- Domandò stupito Bill alla madre mentre tagliava la sua cotoletta ricoperta sia di maionese che di ketchup, e la donna assentì sorridendo al figlio.

    -Sì, è uscito un film che July vuole andare a vedere e poi andiamo a cena fuori.- Spiegò Simone e prendendo il proprio tovagliolo e pulendosi le labbra per poi afferrare il piatto e le stoviglie, posandole nel lavandino e lavandole, per poi asciugarli con lo strofinaccio e metterli al loro posto.

    -Come fai a finire sempre prima di me?- Di lamentò il figlio, che non era ancora a metà della sua cena e la madre rise alzando le spalle.

    -Sei una lumaca e parli troppo, così mentre tu parli io mangio.- Rispose Simonee avvicinandosi a lui e baciandogli il capo. -Vado a prepararmi, tu sistema il casino che hai combinato.- Disse, riferendosi ai barattoli di maionese e ketchup aperti sul tavolo, con alcuni schizzi di quest'ultimo.

    Bill assentì e la madre uscì dalla stanza dirigendosi nella propria camera da letto, mentre il figlio finiva di cenare, per poi lavare le stoviglie e posarle come aveva fatto la donna, ripulendo il tavolo con la pezza umida e spazzando infine il pavimento.

    -Tesoro, vieni a darmi una mano?- Domandò Simone dalla propria stanza e il moretto velocemente la raggiunse trovando la madre vestita con un vestitino nero che arrivava a metà coscia, le lunghe gambe fasciate con dei collant e degli stivaletti di pelle lucida, tutto del medesimo colore dell'abito. I lunghi capelli biondo chiaro erano legati in una coda con un ciuffo lasciato cadere di lato e, mentre Bill la squadrava dalla testai ai piedi, la vide stringersi una cinta sottile e nera sopra al vestitino.

    Simone guardò il figlio e sorrise, girando su sé stessa. -Troppo?- Domandò indecisa e quello scosse la testa, andandole accanto e facendola sedere sullo sgabello davanti allo specchio.

    -Il rossetto vero?- Chiese Bill e la madre assentì, non sapeva mai quale scegliere. Il moro prese un rosso accesso e alzò il viso della madre, colorando le sue labbra per poi sorridere. La madre infilò le mai nel collo del vestito tirando fuori una collana con un pendolo a forma di cuore, in argento; regalo che il figlio le aveva fatto il Natale precedente e che Simone non si scordava mai di mettere, perché ci teneva troppo.

    Bill sorrise senza farsi vedere e andò verso l'armadio della madre tirando fuori un giacchino di pelle bianca e una sciarpa di semplice cotone a quadri bianca e nera, li passò alla madre e quella li accettò senza dire niente, sapeva che il figlio aveva molto più occhio di lei in certe cose.

    -Come vado?- Chiese Simone girando nuovamente su sé stessa e il figlio sorrise raggiante.

    -Sei bellissima.- Rispose sincero, e la madre non nascose quel leggero rossore sulle proprie guance, lo ringraziò sussultando poco dopo quando qualcuno suonò al campanello.

    -Saranno loro.- Disse riferendosi alle amiche. -Io vado, tu non fare tardi con Andreas, spero non ti trattengano fuori troppo questa notte.- Soffiò la donna sorridendo di nuovo al figlio, che le augurò di divertirsi e di trovarsi un uomo, facendola ridere di gusto.

    Poco dopo Bill andò nella propria stanza svestendosi e scegliendo gli abiti da indossare per uscire, ovvero dei jeans bianchi molto stretti e una maglia, quasi trasparente, con stampe nere sui due fianchi e sopra ad essa, una felpa sempre nera lasciata aperta. Appena Andreas arrivò al piano inferiore accompagnato dalla madre in macchina, Bill scese giù sorridendo, non vedendo l'ora di divertirsi un po’.

    -Salve Katrin.- Disse salutando la signora Gühnner, che guardò il moro dallo specchietto retrovisore per poi girare la testa e sorridergli.

    -Bill, sei splendido.- Si complimentò con lui che, come ogni volta, arrossì davanti a un complimento.

    -Grazie.- Sussurrò, per poi ricevere una gomitata da Andreas, che allargò le braccia. -Un abbraccio no, eh?- Disse falsamente offeso e il moretto scoppiò a ridere scuotendo la testa, gettandosi fra le braccia dell'amico che lo avvolse con esse, stringendolo al proprio petto.

    Bill sfregò il viso contro la sua maglia, stando attento al trucco e sospirò. -Ciao.- Mormorò per poi alzare lo sguardo sul volto del biondo che gli sorrise raggiante, baciandogli la punta del naso.

    -Ci divertiremo alla grande.- Sussurrò all'orecchio di Bill, che annuì pensandola allo stesso modo.

    Nel frattempo Katrin era partita avviandosi verso il pub dove i ragazzi avrebbero trascorso la serata. -Bill, poi viene tua madre a prendervi?- Chiese la donna guardando la strada; Bill lanciò uno sguardo all'amico che annuì.

    -Sì Kat, ha detto che sarebbe venuta lei.- Mentì corrugando la fronte davanti al sorriso divertito dell'amico. Katrin annuì e dopo una mezz'oretta arrivarono al pub. Li lasciò li davanti dicendo ai due di non fare tardi e poi si allontanò con la macchina.

    -Dio, è andata.- Sbuffò Andreas allungando le braccia verso l'alto stiracchiandosi, per poi sorridere radioso.

    -Perchè mi hai fatto mentire?- Domandò Bill incrociando le braccia al petto e inarcando un sopracciglio, mentre l'amico incassava la testa nelle spalle e infilava le mani in tasca.

    -Ho voglia di divertirmi, se fosse venuta lei non avrei potuto bere.- rispose come per discolparsi.

    -Sai che mia madre non può venire.- disse ancora il moretto e il biondo annuì distrattamente, scalciando un sassolino.

    -C'è la fermata dell'autobus qua vicino, fino all'una passa.- Disse concedendo un piccolo sorriso a Bill che era con il volto imbronciato.

    -Non mi piace mentire a tua madre.- dichiarò iniziando a battere nervosamente un piede sul marciapiede.

    -E dai, perdona questo povero bel ragazzo che vuole divertirsi.- pigolò Andi andando ad abbracciare l'amico, prendendo ad accarezzare i suoi capelli e Bill si sciolse di colpo. I capelli erano il suo punto debole, bastava che qualcuno glieli accarezzasse per passare da “infuriato con il mondo” a “gattino pronto a fare le fusa”. Infatti, il moretto strusciò il viso contro il collo del biondo sorridendo dolcemente, rilassandosi sotto quelle lente carezze.

    -Perdonato?- Domandò Andreas e l'altro annuì. -Ora possiamo entrare?- Chiese ma Bill negò, stringendosi meglio al biondo sussurrando che voleva altre coccole. Andi non poté fare altro che alzare gli occhi e accettare la sua richiesta, non voleva che si infuriasse, altrimenti i suoi timpani sarebbero stati messi a dura prova dalle urla isteriche di Bill.











    Tom si sistemò il colletto della sua camicia rossa a righe bianche, da boscaiolo avrebbe detto il suo migliore amico, per poi osservare la maglia nera che indossava sotto. Aveva anche un paio di jeans chiari e non troppo stretti, a vita bassa e strappati sulle cosce che lasciavano intravedere appena la sua pelle abbronzata.

    -Ho bisogno di trovarmi qualcuno da scopare.- Si lagnò Georg al suo fianco poggiando il mento sul tavolo e guardandolo l'amico, che in tutta risposta ruotò gli occhi facendo sbuffare il castano. Questo fece vagare i propri occhi nel locale per poi notare la porta che veniva aperta e due ragazzini entrare ridendo. Inarcò un sopracciglio per poi assottigliare gli occhi per guardarli meglio, gli sembrava di riconoscere il più basso fra i due.

    -Ehi, quello non è il ragazzino gay?- Domandò allegro Georg dando una gomitata a Tom, che tossì visto che stava bevendo e l'aveva quasi fatto affogare.

    -Dove?- Chiese il librario seguendo lo sguardo del castano, per poi notare Bill accompagnato da un ragazzo più alto di lui, con dei lunghi capelli biondi. Ridevano assieme. Tom osservò com'era vestito il moretto, notando grazie alla maglia bianca trasparente che indossava, che il ragazzino aveva un piercing al capezzolo sinistrino. Osservò i due ragazzi guardarsi attorno cercando un tavolo, e quando Bill incrociò gli occhi di Tom, questo gli sorrise e alzò una mano facendogli segno di avvicinarsi. Andreas si abbassò verso l'amico chiedendogli se conosceva il librario e questo gli spiegò chi fosse, lasciando il platinato sorpreso, andando poi verso il tavolo di Tom e Georg.

    -Ehi, ciao.- Disse timidamente Bill.

    -Anche tu qua? E' una bella coincidenza.- Mormorò Tom sorridendo cordiale, facendo segno ai due ragazzini di sedersi al loro tavolo per fargli compagnia.

    -Oh, lui è Andreas, il mio migliore amico.- Disse il moretto indicando il platinato, che sorrise ai due.

    -Anche tu sei minorenne?- Domandò Georg sporgendosi appena verso il platinato e questo scoppiò a ridere annuendo.

    -Mannaggia, che peccato.- Disse il castano sorridendo. -E sei gay?- Chiese ancora al biondo che scosse la testa ridendo. -Doppio mannaggia, allora non ci posso proprio provare.- Mormorò Georg sbuffando una risata, mentre Tom gli dava uno scappellotto alla nuca richiamandolo. -Cosa?- Chiese il piastrato corrugando la fronte.

    -Che fosse o meno gay, tu non potevi provarci perchè è minorenne! Andreas ha... ha...?- Domandò Tom non sapendo in effetti l'età del platinato.

    -Sedici anni- Rispose questi ridacchiando.

    -Ecco, sedici anni e perciò tieni il tuo amico calmo, intesi?- Domandò il librario prendendo il suo bicchiere di scotch, ed i cubetti di ghiaccio tintinnarono contro il vetro. L'uomo osservò il proprio drink per poi avvicinarlo all'amico seduto accanto a lui.

    -Lo farò, se lo farai anche tu.- Disse Georg prendendo in mano la sua birra battendola piano contro il bicchiere del librario che sorrise annuendo.

    -Perfetto, affare fatto.- Mormorò Tom poggiando le labbra sul bordo del proprio bicchiere iniziando a bere il suo drink. Fece vagare lo sguardo nella sala per poi portarlo nuovamente su Bill, seduto proprio di fronte a lui, che lo stava osservando con le labbra premute fra loro. I loro occhi si incontrarono e Bill arrossì sussultando, per poi spostare lo sguardo da un'altra parte, mentre Tom sorrise piegando la testa più indietro, continuando a bere. Staccò la bocca qualche istante dal bicchiere per riprendere fiato e si leccò le labbra assaporando il gusto dello scotch per poi riprendere a bere, continuando ad osservare il profilo del moretto, la fronte corrucciata mentre sbatteva le ciglia assottigliando gli occhi, cercando di vedere nelle zone dove la luce batteva di meno. Il nasino e le labbra arricciate verso l'alto, che inumidiva ogni tanto e Tom notò che ogni tanto il ragazzino, si divertiva a far passare la pallina del piercing sulle labbra.

    -Quando tocca a te?- Domandò Georg picchiettando un dito sul braccio del librario che si girò a guardare il castano, con le sopracciglia sollevate segno che non l'aveva ascoltato. Georg sbuffò e gli ripeté la domanda, ma proprio in quel momento un faro illuminò un pianoforte vicino al piccolo palco e Tom sorrise. -Ora, tocca a me.- Rispose mentre i due ragazzini di fronte a loro lo guardavano confusi.

    -Che cosa?- Chiese Bill tamburellando le dita sul tavolo.

    -A suonare, ora tocca a me.- Spiegò Tom alzandosi. Si diresse verso il pianoforte, parlò con una donna che impugnava un violino e che sorrise annuendogli, andandosi a mettere vicino a lei per poi sistemare il violino aspettando che il librario iniziasse a suonare. Bill osservò con attenzione le mani dell'uomo che sfioravano delicatamente i tasti bianchi mentre il faro illuminava il suo volto, facendo brillare non solo il suo piercing al labbro ma anche i suoi occhi.

    Questo però li chiuse all'improvviso ed iniziò a premere i tasti mentre una dolce melodia si alzava e invadeva le pareti del pub, Tom sorrise mentre suonava muovendo agilmente le mani sui tasti, con la donna che lo accompagnava con il violino; nessuno osò parlare. C'era qualcosa di magico in quel momento e tutti lo sapevano. Tom prese a muovere più velocemente le mani e riaprì gli occhi osservando davanti a sé, muovendo appena la testa mentre le sue spalle si alzavano e si riabbassavano ritmicamente, facendo intravedere i muscoli tesi da sotto la camicia.

    Bill sentì il proprio cuore battere con forza mentre si mordeva le labbra. C'era qualcosa di toccante e malinconico in quella melodia, triste e lenta, quasi da far struggere il cuore. Entrambi i mori chiusero gli occhi nello stesso istante, senza sapere che, nella mente di entrambi si stava ricreando la stessa identica fantasia. Il rumore delle onde del mare mentre si scontrava contro gli scogli e un vento fresco, ma possente, che contrastava la potenza del mare, era così forte quella immagine. L'immagine di una persona che si trovava in mezzo ad entrambi questi elementi, trovandosi in una guerra senza vincitore, ma intanto il suo intero corpo era scosso da una forza invisibile che non sapeva riconoscere.

    Quando Bill riaprì gli occhi stava sorridendo, mentre Tom, quando riaprì i propri pochi istanti dopo, girò il capo e lì puntò non volendo in quelli del moro, anche se non riusciva a vederlo visto che l'unica luce presente in sala in quel momento puntava su di sè. Il moretto percepì una lunga scarica elettrica invadere il proprio corpo e si strinse con una mano i jeans, mentre la donna con il violino si fermava lasciando campo libero a Tom, cosicché suonasse solo lui.

    Questo riportò gli occhi sulla tastiera sorridendo, sentendo il proprio cuore battere a ritmo con la propria musica e sorrise al ricordo della persona per il quale l'aveva scritta. La donna riprese a suonare con lui, mentre il silenzio era ancora padrone del pub. Tom suonò lentamente le ultime note, dando l'impressione che una fiamma si fosse spenta finché non cessò del tutto, e gli applausi iniziarono mentre le luci si riaccendevano.

    Il librario si alzò ringraziando la donna e poi il pubblico, tornando subito dopo al proprio tavolo ricevendo una pacca sulla spalla da parte di Georg, che sorrideva radioso. Lui aveva conosciuto la nascita di quella melodia e i sentimenti che l'avevano creata.

    -Sei bravissimo.- Affermò Bill mentre guardava Tom con gli occhi lucidi, qualcosa dentro di lui era scoppiato e sentiva il proprio corpo tremare, ancora invaso dalle sensazioni che avevano suscitato in lui la canzone di quello.

    Tom gli sorrise sincero. -Grazie.- Rispose mentre il moretto scuoteva la testa. -Quella canzone era... non lo so nemmeno io. Ad un certo ho chiuso gli occhi e mi sono immaginato un mare in tempesta, con una persona ferma sugli scogli mentre veniva bagnata e un vento forte e gelido, che lo investiva da dietro.- Confessò Bill con occhi sognanti lasciando tutti di stucco, sopratutto Tom che stava sorridendo.

    -Non so spiegarlo, era come se la persona volesse buttarsi, farsi abbracciare dal mare però non ne aveva il coraggio, ma...- Provò a dire il moretto senza però finire, visto che Tom lo anticipò. -Il vento lo spingeva affinché lo trovasse, gli infondeva coraggio, era un secondo abbraccio di cui la persona non riusciva a fare a meno. Il vento lo spingeva, ma allo stesso tempo lo tratteneva a sé, rendendo tutto troppo difficile da mollare. Voleva farlo, ma allo stesso tempo no, c'era qualche ragione che non riusciva a capire ma che lo teneva stretto alle rocce.- Raccontò con voce pacata il librario, lasciando a bocca aperta il ragazzino che poté solo annuire concordo.

    -E' esattamente quello che ho provato ed immaginato.- Disse timidamente Bill arrossendo, sorridendo all'uomo davanti a sé. Non avrei saputo spiegarlo meglio, pensò il moretto mordendosi le labbra, ma come lo aveva spiegato l'altro lo aveva di certo colpito.

    -E' lo stesso che provo ogni volta io che suono questa canzone.- Ammise Tom notando che i cubetti di ghiaccio nel proprio drink si erano sciolti.

    -Vado ad ordinare qualcosa.- Affermò Georg e il librario si alzò per farlo alzare, questo prese le ordinazioni per tutti per poi essere seguito da Andreas, che aveva detto che di certo non avrebbe potuto portare assieme quattro drink.

    Bill osservò il librario guardare perso il suo drink finito e notò che i suoi occhi erano tristi. Forse avrebbe solo dovuto rimanere zitto ma non lo fece, qualcosa lo spinse ad aprire la bocca. -Come si chiama la canzone?- Domandò con voce flebile risvegliando l'altro dai propri pensieri.

    -Monsoon.- Mormorò questi in risposta sorridendo. Iniziò subito dopo a raccontare l'idea di come era nata, di come quando il nonno era morto aveva sentito un pezzo di sé morire con lui, ma che quell'uomo gli aveva dato un'intera vita ricca di meraviglie e sapeva che si sarebbe infuriato con lui se l'avesse sprecata, per questo aveva voluto dedicare una canzone a suo nonno. Il perchè del titolo? Gli aveva domandato Bill e Tom rise appena, spiegandogli che il titolo del libro preferito di suo nonno era “monsone” dove, uno dei due personaggi si chiamava proprio Tom e per questo, visto che il libro era un insieme di avventura, mistero e amore, quel titolo gli era sembrato perfetto per la sua canzone, che pensava racchiudesse perfettamente i tre sentimenti elencati. Bill gli diede ragione e poco dopo vennero interrotti dai loro due amici che tornarono, con i drink in mano.

    -Ecco qui i drink.- Disse Georg posando davanti al suo migliore amico l' Irish Whisky che aveva ordinato, per sé invece un Grey Groose all'arancia. Tom si spostò verso il lato del muro portando con sé il drink, strisciandolo sul tavolo così da non doversi alzare e fece sedere Georg al posto che aveva occupato fino a pochi istanti prima. Lo stesso fece Bill volendo rimanere davanti a Tom, sperando di poter continuare il discorso di prima, ma era più sicuro che con la discussione fosse finita lì, per ora almeno. Andreas posò sul tavolo il suo Sex on the Beach staccando lo stuzzicadenti che teneva salda una fetta di limone e la succhiò appena, leccandosi le labbra, per poi posare il suo Angelo Azzurro davanti a Bill i cui occhi si spalancarono di gioia.

    -Me lo hai preso.- Cinguettò stringendo il bicchiere di vetro, mentre il suo drink era di un azzurro accesso, con una cannuccia nera e una scorza di limone al lato. Il moretto lo prese in mano facendo tintinnare i suoi cubetti di ghiaccio, mentre il platinato sorseggiava il proprio drink dalla cannuccia.

    -Ehi ehi, fermi voi due.- Intervenne Tom allontanandogli i rispettivi drink lasciandoli a bocca aperta.

    -Perchè gli hai preso questi? Sono troppo forti per loro due.- Affermò serio guardando il proprio migliore amico, che alzò le spalle bevendo il suo Grey Groose, che alla fine era solo una delle tante varianti della vodka e intanto i ragazzini si ripresero i loro drink bevendoli tranquillamente.

    -Ma sei scemo, poi questo soprattutto.- Affermò Tom indicando quello di Bill. -E' troppo forte veramente.- Disse severamente e Georg sbuffò.

    -Che sarà mai, siamo qui noi a controllarli.- Rispose tranquillo adocchiando qualche ragazzo carino all'interno del locale.

    Il librario sospirò e guardò i due ragazzi bere tranquilli, sorridendo contenti. -Mi torneranno ubriachi a casa, già lo so.- Mormorò il ragazzo dai cornrows sospirando, prendendo a bere il proprio drink.













    Andreas e Bill scoppiarono a ridere come due pazzi mentre cadevano per terra sedendosi sul marciapiede. Il moretto si portò una mano davanti alla bocca ridendo più forte, indicando con l'indice l'amico a cui erano caduti tutti i capelli davanti al viso.

    -Sembri il cugino Itt della famiglia Addams.- Urlacchiò Bill per poi battere le mani sembrano un bambino di cinque anni davanti a un cartone. Il biondo gonfiò le guance osservando da sotto l'ammasso di capelli il suo migliore amico e gli mostrò il medio, per poi soffiare contro i propri capelli che anche se si alzarono, tornarono a coprirgli gran parte del viso.

    -Li hai visti che bellini?- Domandò Georg a Tom, che era in piedi al fianco dei due sedicenni guardandoli. Il piastrato sembrava divertito dalla loro compagnia mentre Tom, oltre a dover badare al proprio amico ora si ritrovava due minorenni ubriachi da gestire, anche se doveva ammettere a sé stesso che Georg la maggior parte delle volte arrivava ad avere mentalmente sedici anni o anche meno.

    Il moro sospirò portandosi una mano alla fronte. -Sono così... mhm, pucciosi!- Esclamò Georg osservando i due ragazzini ancora per terra.

    -Sono ubriachi.- Precisò il librario scuotendo la testa. -Io prendo Bill, tu prendi Andreas.- Disse poi andando dietro al moretto e gli portò le mani sotto le ascelle, sollevandolo di peso. Peccato che la stabilità del ragazzino in quel momento fosse veramente bassa cosicché, appena Tom lo mise dritto e lo lasciò, quello ricadde quasi per terra, se non fosse che si aggrappò alla maglia del librario. Tom agitò le braccia preso alla sprovvista, rischiando di cadere sul ragazzino.

    -Ehi!- Esclamò il moro guardando male il ragazzino che lo guardò a sua volta, per poi corrugare la fronte e arricciare le labbra, e Georg scoppiò a ridere.

    -Oddio, sta imitando la tua espressione.- Disse ridendo mentre il librario boccheggiava sconvolto.

    -Non faccio quella faccia.- Affermò sbattendo un piede per terra, e Bill si aggrappò alla sua maglia stringendola con le dita.

    -Hai preso tu i miei tesorini?- domandò con voce flebile, sbattendo le lunghe ciglia.

    -Chi?- chiese confuso Tom.

    -I miei tesorini, i teddy tesorini.- ripeté il moretto facendo tremare il labbro inferiore. -Voglio i miei teddy tesorini.- urlicchiò Bill prendendo a scuotere -per quanto la sua poca forza glielo permettesse- Tom.

    Andreas intanto si fece aiutare da Georg per rialzarsi, andandosi a sedere sul cofano di una macchina chiudendo gli occhi osservando le stelle. -Ma chi sono?- domandò ancora più perplesso il librario.

    Bill incrociò le braccia al petto per poi singhiozzare. -I miei orsetti gommosi, sono i miei teddy tesorini.- disse in un piccolo momento di lucidità, per poi portarsi una mano alla fronte strizzando gli occhi, sentendo un conato di vomito arrivare. Fece per muoversi, ma prima che ci riuscisse Tom posò le mani sulla sua fronte, pigiando i pollici sulle sue tempie e prendendo a muoverle circolarmente.

    -Shhh.- sussurrò il moro al ragazzino, che sentendo quei leggeri tocchi contro la propria pelle sorrise piano, rilassando quasi subito.

    -Quando torni a casa li trovi i tuoi teddy tesorini.- lo rassicurò Tom.













    -Su, dai cammina.- Affermò Tom stringendosi al petto Bill che stava ridacchiando come uno scemo, per il semplice fatto che era appena caduto sulle scale facendosi male al sedere.

    Andreas ormai era sulla via di casa in macchina di Georg accompagnato da questi.

    -Mi fa male il sedere.- Disse Bill ridendo e cingendo le spalle dell'uomo, che sorrise divertito. Gli cinse la vita tirandolo di nuovo su, visto che le gambe del giovane cedevano ogni secondo.

    -Ti sei fatto quattro gradini in discesa sul sedere, non so come, ma lo hai fatto! Perciò credo sia normale.- Spiegò Tom ridendo al ricordo della caduta del moro, questi arricciò le labbra per poi farle scoccare e rise assieme a lui aggrappandosi alle sue spalle larghe.

    -A che piano hai detto che stai?- Domandò il librario all'altro, che gli mostrò quattro dita dicendo però di stare al terzo.

    Tom rise ancora e visto che il ragazzino non riusciva a camminare, lo prese in braccio come una principessa e questo si accoccolò a lui sbadigliando, sfregando la guancia contro il suo petto, trovandolo dannatamente caldo.

    -Sei morbidoso, come il mio pupazzo.- Cinguettò il moretto e l'altro sorrise, riprendendo a salire le scale, fino a quando non arrivò al terzo piano davanti alla porta della casa del ragazzo. Suonò il campanello aspettando che la madre venisse ad aprire ma non fu così.

    -La mamma è uscita.- Esclamò Bill riprendendo un attimo di lucidità e riuscì a poggiare i piedi per terra rimanendo dritto. Tirò fuori dalla tasca dei jeans la chiave e cercò di inserirla nella serratura, con pochi risultati così Tom posò la mano sulla sua aiutandolo, girarono assieme la chiave ed aprirono la porta. Entrarono in casa e il librario continuò ad aiutare il ragazzino a camminare.

    Questo lo condusse nella camera da letto spiegandogli cosa faceva lui durante le sue giornate, procurando un sorriso dolce sul volto del più grande. Gli ricordava tanto se stesso alla sua età.

    Finalmente giunsero nella camera del ragazzo, che si gettò immediatamente sul letto sprofondando il volto nel cuscino, sbadigliando e abbracciandolo.

    -Bene, ti ho portato sano e salvo in casa, ora ti lascio e vado nel mio appartamento.- Affermò Tom. Fece per allontanarsi dal letto, quando Bill lo afferrò per la maglia tirandolo.

    -Aiutami a spogliarmi.- Lo pregò il moretto mettendosi con difficoltà a sedere. Tom si morse le labbra valutando la sua richiesta. Se Simone fosse arrivata mentre lui spogliava il figlio, per altro ubriaco, avrebbe potuto pensare male e non voleva di certo essere preso per un pedofilo.

    -Aiuto.- Mugugnò Bill dopo aver singhiozzato per via dell'alcool e Tom riportò lo sguardo sul ragazzo, trovandolo senza maglia o per meglio dire, con la testa incastrata nel foro più grande della maglia. Il librario sbuffò una piccola risata e gli fece levare le mani, così che non lo intralciasse, e lo aiutò a levarsela, gliela piegò e la posò sulla scrivania lì vicino. Quando si girò, trovò Bill che si levava le scarpe gettandole per terra seguite dai calzini e ridacchiò, per poi vedere il moretto intento a slacciarsi la cinta, si aprì i pantaloni cercando di levarseli ma sbuffò due volte per poi lasciarseli addosso.

    -Non ci riesco.- Piagnucolò sbattendo le mani sul letto e Tom gli tornò vicino, gli afferrò i pantaloni tirandoglieli piano fino alla fine, per poi piegarsi e posarli vicino alla maglia. Bill sorrise mettendosi sul fianco e abbracciando nuovamente il cuscino e il librario si avvicinò a lui e lo riprese fra le braccia accarezzando senza volerlo. Con una mano le cosce del ragazzo e con l'altra la sua schiena, tirò le lenzuola e poi depositò nuovamente il ragazzo sul materasso coprendolo con le lenzuola.

    -Grazie.- Biascicò il moretto posando il volto sul cuscino e addormentandosi qualche istante dopo. Tom lo guardò e sorrise, avvicinandosi ancora alla scrivania. Scrisse un bigliettino al ragazzo, giusto casomai si fosse chiesto come era arrivato lì. Glielo poggiò sul comodino e poi uscì dalla casa, andando verso il proprio appartamento, dove in breve tempo si levò i propri indumenti e si gettò sul letto quasi come aveva fatto Bill appena entrato nella propria stanza.

    Tom sorrise al ricordo del ragazzo e si stiracchiò nel letto, osservando il soffitto. -Che ragazzino buffo.- Ammise sbadigliando, crollando subito addormentato.






    Note autrice: Dio che cosa dire? Trovo che quella cover di Monsoon sia davvero dolce, ma allo stesso tempo triste. Spero di essere riuscita a descrivere al meglio quello che mi ha fatto provare questa canzone. Fatemi sapere. (:
     
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  10. °Ric@
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    CITAZIONE
    I loro occhi si incontrarono e Bill arrossì sussultando, per poi spostare lo sguardo da un'altra parte, mentre Tom sorrise piegando la testa più indietro, continuando a bere.

    Sappi che in questo punto hai decretato la mia morte celebrale *________* ho immaginato la scena e ... Tom che sorride piegando la testa all'indietro e quindi automaticamente mettendo in bella vista il pomo d'adamo *ççççççççç* ahhh dio!
    Beh il capitolo mi è piaciuto molto,loro due sono carinissimi insieme anche se non è scattato ancora nulla,o perlomeno non da parte di Tom...Bill invece lo stanno ancora rianimando col defibbrillatore,poraccio lo capisco :patpat: spero che nel prossimo Tomino si apra un pò di più,e apriti Tomi,apriti :shifty:
     
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  11. ~Maryon‚
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    CITAZIONE (°Ric@ @ 29/10/2010, 22:02) 
    CITAZIONE
    I loro occhi si incontrarono e Bill arrossì sussultando, per poi spostare lo sguardo da un'altra parte, mentre Tom sorrise piegando la testa più indietro, continuando a bere.

    Sappi che in questo punto hai decretato la mia morte celebrale *________* ho immaginato la scena e ... Tom che sorride piegando la testa all'indietro e quindi automaticamente mettendo in bella vista il pomo d'adamo *ççççççççç* ahhh dio!
    Beh il capitolo mi è piaciuto molto,loro due sono carinissimi insieme anche se non è scattato ancora nulla,o perlomeno non da parte di Tom...Bill invece lo stanno ancora rianimando col defibbrillatore,poraccio lo capisco :patpat: spero che nel prossimo Tomino si apra un pò di più,e apriti Tomi,apriti :shifty:

    ahahah dio io amo il pomo d'Adamo di Tom *çççç*
    u.u speriamo si apra sisi, ma non saprei dirvi u.u

    Grazie di aver letto (:
     
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  12. cico90th
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    o dio bill e troppo figo in quelle condizioni, mi piace proprio sta storia anche se siamo solo al secondo cap
     
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  13. ~Maryon‚
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    CITAZIONE (cico90th @ 29/10/2010, 22:29) 
    o dio bill e troppo figo in quelle condizioni, mi piace proprio sta storia anche se siamo solo al secondo cap

    *-* mi fa piacere che ti piaccia.
     
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  14. ..::[KampfDerLiebe]::..
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    Salvee, sono una nuova lettrice!
    Questa storia è davvero fantastica, complimenti!
    Continuerò a seguirla sicuramente!
    ^.^
     
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  15. ~Maryon‚
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    CITAZIONE (..::[KampfDerLiebe]::.. @ 30/10/2010, 12:37) 
    Salvee, sono una nuova lettrice!
    Questa storia è davvero fantastica, complimenti!
    Continuerò a seguirla sicuramente!
    ^.^

    Benvenuta : DD
    Sei gentilssima, grazie cara :3
     
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1304 replies since 22/10/2010, 18:29   40589 views
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