Library “Treasure Island”

NC17, Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP, Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)

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  10. ~Maryon‚
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    Mi dispiace per la lunga attesa donne, ma rieccomi.

    Titolo: Library “Treasure Island”
    Autore: ~Maryon‚
    Rating: Nc17
    Avvisi: Twicest not related, AU, OOC, Angst (lieve)
    Genere: Romantico, Fluff, Fantasy, Smut, Chanslash, Long Fic.
    Riassunto: -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli. -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill.
    Disclaimers: Non possiedo nè i Kaulitz nè i Tokio Hotel, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.
    .Capitolo betato da ••Giulia•• e non da SalatAlien Astronaut™.

    whatdoifeel

    Decimo Capitolo

    -What do I feel?-







    -Non vi siete detti altro se non che vi piacete?- Domandò Daniel girando il cucchiaino nella tazzina del suo caffè, avendoci buttato in precedenza lo zucchero per addolcire la bevanda.

    Tom scosse il capo girandosi ad osservare da dietro la vetrata del bar la gente che camminava velocemente sul marciapiede, seguendo senza volerlo ciò che la vita aveva in serbo per loro. Tamburellò le dita sulla tazza di thè e si inumidì le labbra, tornando ad osservare l'amico e accennando un sorriso. Non riusciva a non notare una certa somiglianza con il suo Bill. Forse la differenza era che Daniel aveva dei lunghi capelli neri che arrivavano a metà della sua schiena e aveva gli occhi del colore del ghiaccio.

    -Quando ammetterete entrambi che provate l'uno per l'altro qualcosa di molto forte?- Chiese l'amico al libraio che arricciò appena il naso, pensando a cosa poter rispondere.

    -So che l'età può essere un problema, sopratutto nell'esprimere i propri sentimenti non sapendo quanto quello che si prova l'altro possa capirlo e provarlo a sua volta. Ma ormai vi siete mossi, non potete bloccarvi a metà strada, il percorso è più difficile di così.- Esclamò il moro poggiandosi allo schienale della sedia e sorseggiando il proprio caffè.

    Tom lo guardò ancora e sospirò piano, stringendo il manico della tazza ed annuendo; concordava in pieno con l'amico. Esprimere i propri sentimenti per Bill sarebbe stato difficile, e lui non voleva fare il passo più lungo della gamba e rimanere fregato. E se avesse spaventato il moretto facendo in modo di farlo allontanare da lui? Avrebbe avuto la forza di sopravvivere a quel rifiuto? Non era poi così sicuro.

    -Non temere, da quello che mi hai detto di lui sono sicuro che è follemente innamorato come te e magari si metterà a piangere.- Aggiunse Daniel sorridendo sincero da dietro la tazzina.

    -Lo spero vivamente, ma non saprei come fare.- Affermò il moro dai cornrows aprendo finalmente bocca. -E' più difficile delle altre volte. Non ci ho mai realmente ragionato su, non ero mai il primo a dirlo e quando succedeva era come se me lo tirassero fuori a forza. Vorrei che fosse tutto tremendamente spontaneo, che succedesse come il cambio delle foglie in autunno, un procedimento che nessuno sa quando accadrà ma che succede all'improvviso.- Mormorò sollevando il volto verso l'alto con fare pensieroso.

    Daniel lo guardò inclinando il capo di lato e osservò la luce negli occhi di Tom, che da quando aveva incontrato Bill non smettevano mai di brillare. Era più che sicuro che si trattasse di quell'amore che si narra nelle favole per i bambini e che nemmeno Tom se ne stesse rendendo conto.

    -Magari è la tua anima gemella.- Soffiò all'improvviso il moro bevendo quell'ultimo goccio di caffè rimasto nella sua tazzina.

    -Mhm?- Mugugnò il libraio risvegliandosi dai suoi pensieri e guardandolo confuso, per poi dischiudere le labbra e mordersele. -Forse esageri.-

    -O forse sei tu a sminuire la cosa?- Ribatté l'altro allungando la mano e spezzettando la brioche che aveva ordinato per poi iniziare a mangiarla.

    Tom l'osservò con le sopracciglia incurvate verso il basso e le labbra premute l'una contro l'altra, facendolo sembrare un cane che chiedeva un po' di coccole. Daniel si ritrovò a pensare che se avesse avuto le orecchie e l'avesse sentito guaire avrebbe preso a fargli i grattini dietro l'orecchio.

    -Non fare quella faccia, se non rischi rimarrai con il dubbio per sempre. Cos'è lui per te?- Domandò e il libraio lasciò andare la sua tazza, poggiando le mani sulle proprie gambe sorridendo piano.

    -Lui per me?- Chiese tornando a fissare fuori dalla vetrata. -Lui è bellissimo come un fiore, profuma come un fiore, è delicato ed è fatale come un fiore... è il mio fiore che tengo sotto il cristallo come la Bestia, nel cartone Disney.- Mormorò sospirando allegramente; solo a parlare di Bill, del suo dolcissimo Bill si sentiva bene.

    Daniel si lasciò scappare un 'oh' decisamente da ragazzina innamorata facendo scappare una risata all'amico. -Che cosa carina che hai detto.- Disse e si alzò, lasciando i soldi per quello che avevano ordinato sul tavolo e afferrando il proprio giacchetto.

    -Su, facciamo una passeggiata.- Lo esortò e Tom annuì alzandosi a sua volta; uscirono da lì iniziando a camminare tranquillamente, parlando ancora di Tom. In tutti i modi Daniel cercava di convincerlo che quello che aveva fra le mani era così prezioso da non lasciare che i suoi dubbi lo fermassero, lasciandogli perdere la sua occasione.

    Arrivarono nel parco lì vicino e il libraio scherzò, dicendo che se fossero stati nel parco nel quale era andato con Bill gli avrebbe mostrato cosa questo aveva scritto sulla casetta per i bambini. Il moro si sedette su una panchina accendendosi una sigaretta e guardò l'amico rimasto in piedi, che osservava il panorama sottostante, essendo più in alto rispetto al resto della città.

    -Non lasciar scappare il tuo fiore, Tom.- Affermò Daniel dopo aver fatto un tiro dalla propria sigaretta. L'altro si voltò a guardarlo, poggiandosi alla staccionata di legno.

    -Forse hai ragione, ma perché tu allora non segui i consigli che dai?- Gli chiese il libraio lasciandolo senza parole. Daniel abbassò solo il capo scuotendolo.

    -E' ben diversa la faccenda.- Disse.

    Tom lo raggiunse e aggirò la panchina, abbracciandolo da dietro e posando il mento sulla sua spalla. -Dici a me di non aver timore, ma tu ti fai influenzare dal tuo passato ancora oggi.- Affermò notando che l'amico si stava toccando l'avambraccio destro dopo aver scoperto la lunga cicatrice che decorava la sua pelle bianca.

    Daniel accennò un sorriso. -Nemmeno lo conosci il mio passato, Kaulitz.- Scherzò chiamandolo per cognome e il libraio annuì.

    -Solo perchè tu non ne parli mai; credo sia qualcosa di terribile ma che comunque tu vai avanti sorridendo. Mi chiedo spesso quanta forza tu abbia Daniel, in questo corpo così gracile.- Disse girando il volto per guardarlo, osservando l'espressione vuota dell'amico.

    -Spero di non esaurirla questa forza.- Ammise e sorrise, voltandosi a sua volta a guardarlo. -Comunque la mia opportunità me la sono lasciata sfuggire, non fare il mio errore, per questo te lo dico.- Disse interrompendo quell'abbraccio e si alzò andando alla staccionata e appoggiandosi con le mani. Chiuse gli occhi ispirando a pieni polmoni l'aria.

    Tom l'osservò illuminato dal sole che stava tramontando dall'altra parte della città; Daniel era sempre stato una persona riservata, di buone maniere e con il sorriso sempre stampato sul volto anche se stava male. Teneva i propri sentimenti per sé, raramente si arrabbiava e sembrava che traesse la tranquillità da piccole cose. C'era un alone di mistero che lo circondava, ma ad ogni modo, sapeva di potersi fidare di lui.

    -Rendi partecipe Bill di cosa senti Tom, sono sicuro che non te ne pentirai.- Disse infine Daniel sorridendogli gentilmente e, senza aggiungere altro, i due ripresero la loro passeggiata silenziosamente, rimanendo da soli ognuno con i propri pensieri anche se camminavano l'uno accanto all'altro.
















    Qualcuno bussò alla classe di Bill e tutti staccarono la loro attenzione dal professore che stava spiegando, questi diede il permesso per entrare e un ragazzo con indosso un casco entrò nella classe, stringendo nella mano sinistra un foglietto e nella destra una rosa tanto di pacco.

    -Per caso qui c'è un certo Bill Kaulitz, avrei una consegna per lui.- Esclamò guardandosi attorno e il moretto spalancò gli occhi, mentre un leggero mormorio si alzava in classe e tutti lo guardavano. Le sue guance si tinsero di rosso ed alzò timidamente la mano destando l'attenzione del ragazzo della consegna.

    -S-sono io.- Balbettò alzandosi e avvicinandosi lentamente a lui.

    Il ragazzo sorridendo gli porse la rosa, stracciando il bigliettino sul quale si era scritto il nome e la classe di Bill per potergliela consegnare. Lo salutò e si scusò con il professore per il disturbo, prima di andare via e richiudere la porta dietro di sé.

    -Trümper hai un ammiratore o ammiratrice.- Disse il professore sorridendo contento per lo studente e quello annuì sorridendo radiosamente, prima di tornare al suo posto quasi saltellando.

    Poggiò la rosa sul banco accarezzando la plastica trasparente che la copriva e delicatamente l'abbassò, cercando di fare meno rumore possibile. Si abbassò ad annusarla e sospirò. Era un profumo che gli entrava dentro, proprio come faceva quello di Tom. Prese il bigliettino che era legato con un laccetto al gambo e senza staccarlo lo aprì.

    Sperando che questo profumo ti invada e ti faccia tremare,
    lasciami ricoprire il tuo corpo del mio odore e accarezzarti come
    i petali di questo fiore. Bacerò le tue labbra rosse impreziosendole
    delle mie parole sussurrate su esse, non lasciarmi appassire e morire solo.


    Il tuo,
    Morpheus

    -Oh.- Esalò Bill mentre gli occhi gli brillavano dall'emozione e sorrise mordendosi le labbra. Si riabbassò a respirare l'odore della rosa e quasi vi si appoggiò sopra, stando ovviamente attento a non schiacciarla. Oramai il professore poteva dire addio alla sua attenzione.

    Andreas, seduto accanto al moretto, l'osservò accarezzare quel fiore quasi come se fosse la cosa più preziosa che avesse avuto fra le mani. Si sporse verso di lui stando attento a non farsi vedere dal professore e toccò appena il suo gomito con il proprio, così il moro volse i suoi occhietti marroni verso quelli dell'amico.

    -E' stato lui?- Domandò e il moretto si morse le labbra, annuendo. -Poteva mandartene più di una.- Mormorò ridacchiando piano ma l'altro scosse il capo.

    -Una è perfetta, lo sa che non amo le cose troppo esagerate. Una... è come siamo noi, una cosa sola.- Soffiò il moro non vedendo l'ora che le lezioni per quel giorno finissero, così da poter tuffarsi fra le braccia di Tom e baciarlo. Voleva andare dal suo Tomi.

    Intanto Andreas si era sporto maggiormente per leggere il bigliettino e si era accigliato leggendo Morpheus; come faceva Bill a sapere che si trattava di Tom? Alzò le spalle; doveva essere una cosa loro perciò evitò di chiedere e tornò alla lezione, senza mancare di lanciare qualche occhiata al suo amico e sorridere felice.


















    Tom si morse le labbra vedendo quella marea di adolescenti uscire dal liceo. Lui non voleva nessuno di quelli; stava aspettando che uscisse lui, il suo Bill. Quando vide finalmente quella chioma nera varcare l'enorme portone dell'istituto le sue labbra si stesero verso l'alto. Bill stringeva tra le dita la rosa che lui gli aveva mandato e Tom attese che gli si lanciasse fra le braccia prima di stringere quel corpicino al proprio petto.

    -Grazie.- Mormorò Bill contro il suo maglioncino di lana che gli stava pizzicando appena il volto. Sapeva che quella rosa gliel'aveva mandata lui, ne era più che certo. Poteva avere milioni di ammiratori ma nessuno avrebbe mai fatto un gesto così semplice; la gioventù di quei tempi erano troppo influenzata dai film, credeva che le dimostrazioni teatrali e megagalattiche fossero il modo migliore per rivelare il proprio amore.

    Ma Tom no, lui sapeva che i piccoli gesti erano i più apprezzati e i più dolci.

    -Qualcuno ti ha regalato una rosa, hai un ammiratore.- Scherzo Tom fingendosi curioso nello scrutare il fiore, recitando la parte di buon amico felice per la persona a cui più tiene. Era l'unica cosa da fare, per non far capire agli altri che il regalo l'aveva mandato lui.

    -Sì, un ammiratore davvero galante.- Mormorò Bill portandosi la rosa al naso e coprendosi parte del viso con essa, mentre i suoi occhi erano volti il viso del libraio, che continuava a sorridere dolcemente.

    Quest'ultimo gli aprì lo sportello e lo fece salire, aggirò l'auto e salì partendo alla volta del palazzo dove abitavano. Non si rivolsero alcuna parola, Bill era troppo intento ad annusare il fiore e a squittire felice mentre l'altro guidava e stringeva la mano del moretto nella propria, posta sotto la propria, sul cambio.

    Quando arrivarono a casa Tom parcheggiò l'auto ed entrambi entrarono nel palazzo chiamando l'ascensore; quando arrivò Bill spinse il libraio contro la fredda parete d'acciaio e si sollevò sulle punte, circondandogli l collo con le braccia mentre gli respirava sulle labbra. Puntò gli occhi nei suoi e sorrise; amava perdervisi dentro, osservando quella luce che solo gli occhi di Tom avevano e che li rendevano unici.

    -Non mi aspettavo che mi mandassi una rosa.- Mormorò mentre il ventinovenne gli accarezzava lentamente la schiena.

    -Era una sorpresa, non dovevi aspettartela.- Soffiò l'altro posando un piccolo bacio sulle sue labbra; lui chiuse gli occhi, spingendosi in quel bacio che aveva desiderato tanto per tutto il tragitto.

    Tom ridacchiò contro le sue labbra e si strinse maggiormente a lui, ma il tempo non era amico in quel momento, dato che in un secondo fu costretto a separarsi da lui visto che le porte si aprirono. Sbuffò contrariato sopprimendo il sorriso che tanto avrebbe voluto mostrare, la sua sorpresa non era ancora finita e non poteva permettersi di recitare male facendo capire così tutto al ragazzino. Lo prese per mano tirandolo verso la porta del proprio appartamento e quando furono lì davanti la lasciò andare, tornando verso l'ascensore.

    -Mi sono scordato la borsa in macchina, torno subito.- Disse lanciando a Bill le chiavi della porta e sorridendo; entrò nell'ascensore e premette velocemente il pulsante del piano terra, lasciando che le porte si richiudessero e vedendo solo di sfuggita un Bill imbronciato fermo sul pianerottolo.

    -Non vale.- Borbottò stringendo in mano le chiavi della casa di Tom. Aprì la porta, entrò dentro e se la socchiuse alle spalle. Si voltò facendo per accendere la luce ma si bloccò, vedendo la casa già illuminata da miliardi di candele poste sul pavimento e sui vari mobili. -Ma cosa...-

    Si guardò attorno stringendo la presa sulla propria tracolla e avanzò lentamente, senza accorgersi ancora dei petali che ricoprivano il pavimento e che lui stava calpestando. L'aria nell'appartamento era impregnata di un delizioso odore provocato dalle candele profumate, che stava solleticando il fine olfatto del moro. Bill stese le labbra verso l'alto fermandosi di fronte al tavolino accanto al divano dove era posto una busta sulla quale era inciso il suo nome.

    Prese in mano la busta riconoscendo la calligrafia di Tom. Deglutì sentendosi emozionato come se avesse tra le mani il tesoro più prezioso del mondo, ma a dirla tutta per Bill lo era. Aprì finalmente la busta tirando fuori il biglietto sul quale era disegnato un mazzo di rose e corrugò la fronte leggendo un semplice “voltati” accanto al mazzo. Rimase qualche istante fermo e poi sollevò il capo girandosi di scatto, trovando Tom dietro di sé che stava sorridendo.

    -Ehi...- Mormorò solamente il ragazzo, con quel tono basso e caldo che era in grado di far increspare la pelle di Bill.

    -Tu, tu, tu sei un pazzo.- Disse il moretto gettandosi tra le sue braccia, affondando il volto contro il suo petto muscoloso e sospirando felice.

    -Credi?- Domandò l'altro e Bill annuì ridacchiando, aggrappandosi con le sue piccole mani alla maglia del compagno per poi sollevare il capo e guardarlo con gli occhi lucidi dalla felicità.

    Tom inclinò il capo stendendo le labbra verso l'alto in un dolce sorriso e posò la mano sulla guancia del moretto, che piegò il capo premendosi contro la sua mano beandosi della sua lenta carezze e della sensazione delle sue dita callose contro la propria pelle vellutata. Girò poi la testa per poter baciare il suo palmo più e più volte, ma il ventinovenne lo fermò facendogli puntare gli occhi nei suoi.

    -Non dovevi farmi anche questa sorpresa.- Mormorò sinceramente Bill e ancora, Tom bloccò ogni suo gesto posando un dito contro le sue labbra carnose.

    -Questa non è una sorpresa, questo è per creare l'atmosfera giusta a quello che sto per dirti.- Ammise provocando un misto di sensazioni nel piccolo sedicenne che si morse il labbro inferiore. Era qualcosa di bello o brutto?, si chiese ma visto l'atmosfera supponeva fosse qualcosa di importante e bello.

    -Cosa?- Riuscì solo a chiedere cercando di mantenere normale il battito del proprio cuore, ma se avesse potuto percepire quello del compagno avrebbe sentito che anche il suo cuore stava per esplodere.

    Tom temeva di stare per avere un infarto ancora prima di raggiungere i trent'anni; non si era mai sentito così nervoso, era realmente quel sentimento che per anni aveva creduto di provare e che invece non si era mai nemmeno avvicinato ad esso? Abbassò per qualche istante le palpebre e prese un lungo respiro, prendendo nella propria mano una di quelle di Bill stringendola con forza, ma senza fargli male.

    -Forse non crederai a quello che sto per dirti, forse mi prenderai realmente per uno sciocco troppo fissato con i libri.- Iniziò a dire il maggiore sudando freddo mentre gli occhi del compagno erano puntati sul suo volto, scrutandolo con attenzione cercando di capire prima cosa volesse dirgli. -In questi anni sono stato con tanta gente, sia donne che uomini e alcuni di questi ho creduto addirittura di amarli, o almeno io così dicevo ogni volta che loro mi rivelavano i loro sentimenti.- Mormorò inumidendosi le labbra secche, lasciandole schiuse per qualche istante cercando di capire come continuare; il discorso che si era preparato era andato a puttane.

    Al diavolo al discorso digli quello che senti, pensò il libraio e prese un lungo respiro, riposando la mano sulla guancia del moretto che in un gesto automatico si piegò verso essa.

    -Sai è facile dirti che sei speciale perchè lo sei veramente. Sei l'unico che in tutti questi anni sia mai riuscito a mandarmi nel pallone, a farmi rimanere notti intere a riflettere su cosa fosse giusto fare per farti vivere al meglio questo rapporto e sopratutto cosa provassi realmente per te.- Esclamò Tom e Bill spalancò appena gli occhi mentre il suo cuore perdeva l'ennesimo battito in quella attesa agonizzante.

    -Riesci a farmi perdere il controllo del mio corpo e della mia mente, mi fai sentire un ragazzino alla prima cotta, inesperto ma che ad ogni nuova emozione non riesce a fermarsi. Non ho mai dovuto riflettere in vita mia su cosa provassi veramente per una persona, lo davo per scontato ma mi rendo conto che con te non posso farlo. Sei troppo importante per dare qualsiasi cosa per scontata.- Disse deciso il libraio puntando i propri occhi in quelli del ragazzino che stava aumentando pian piano la presa sulla sua mano.

    -A volte è come sentirmi sulle nuvole, passare in mezzo ad esse e sentire la loro morbidezza contro la mia pelle. Altre volte è come se fossi inchiodato a terra legato da un desiderio e da un sentimento così imponente e importante dal quale non voglio fuggire...- Mormorò Tom portando la mano del ragazzo sul proprio petto, all'altezza del cuore, facendogli percepire il battito accelerato.

    -Lo senti, senti che dannato effetto mi fai? E' come un cavallo che scalpita costantemente, uno stallone indomabile che vuole scappare dal mio petto e venire da te. Mi sento le mani sudare e mi ero preparato cosa dirti ma come uno scemo me lo sono dimenticato, mi sento lo stomaco stretto in una morsa e ora vorrei solo baciarti e baciarti ancora ma so che se non ti dico ora cosa sento per te potrei non riuscirci più.- Esalò tutto d'un fiato mentre il petto gli si alzava e abbassava ritmicamente.

    Cosa provo per te?
    Se lo era domandato per giorni e giorni, era il momento di dire tutta la verità.
    Essere sinceri con Bill e con se stesso.

    Il moro posò anche l'altra mano sul suo petto e strinse la sua maglia, vagando con gli occhi in quelli del libraio vedendoci dentro la paura. Era completamente vulnerabile in quel momento e non lo aveva mai visto così, si stava aprendo totalmente con lui e Bill sentiva che quel giorno sarebbe stato importante ma non per la rosa regalata.

    Tom gli cinse la vita con un braccio facendolo appoggiare al proprio petto e si abbassò così da arrivare al suo viso, fissandolo dritto negli occhi. -Io ti amo.- Sussurrò come un vento primaverile, appena accennato e delicato. Posò le labbra sulle sue annullando ogni distanza che c'era fra esse e chiuse gli occhi, mentre Bill rimaneva con i propri aperti sentendo un mix di emozioni esplodere nel proprio stomaco.

    Solo quando sentì la bocca dell'altro stare per staccarsi dalla propria allora si riprese, cingendogli il collo con le braccia tirandolo a sé e si sollevò sulle punte dei piedi così da poter essere più vicino all'altro. L'uno divorò le labbra dell'altro intrecciando le loro lingue in una danza passionale e travolgente che li lasciò senza fiato, costringendoli a doversi separare per prendere aria.

    -Tomi...- Pigolò il minore fra i due sentendo gli occhi farsi lucidi.

    -Non sentirti in dovere di dirmelo ora, aspetterò tutto il tempo che ti serve.- Disse Tom per rassicurarlo e gli sorrise, sentendo un macigno dalla propria schiena andar via. Era stata dura per lui ma ce l'aveva fatta e non poteva essere più felice.

    -E se io volessi dirtelo? Penseresti che sono solo un ragazzino impulsivo?- Gli chiese sincero e l'altro scosse il capo continuando a sorridere, abbassandosi di nuovo a baciarlo seppur a fior di labbra.

    -No, perchè so come sei e non potrei pensarlo.- Ammise il libraio intento ad assaggiare lentamente le sue labbra.

    Bill chiuse gli occhi, prendendo le mani del ragazzo tra le proprie e portandola una sul suo petto ed una sul proprio, per fargli notare come i battiti dei loro cuori fossero in quel momento uguali.

    -Lascia che questo puledro possa andare a correre con lo stallone, perchè ti amo con tutto me stesso.- Soffiò il moretto lasciando senza parole il compagno, che chiuse gli occhi posando la fronte contro la sua. Sentiva la testa girare dall'emozione, infatti si sedette sul divano portando Bill con sé e facendo in modo che si sedesse a cavalcioni su di lui.

    Tom gli accarezzò le guance rosse e calde. La leggeva la sincerità delle sue parole, la purezza del suo sentimento e sperava che il compagno vedesse le stesse cose nei suoi occhi. Quasi non ci credeva a quello che era successo, non si aspettava che gli rispondesse che lo amava a sua volta e sopratutto non si aspettava di sentire quella sensazione calda e avvolgente dentro di sé dopo aver ricevuto la risposta.

    Bill sorrise radioso e gli prese le mani nelle proprie, come faceva sempre l'altro, facendogliele appoggiare sui suoi fianchi e attaccandosi al suo petto con il proprio. Chiuse gli occhi lasciandosi cullare dalle mani grandi e calde di Tom, che mai smettevano di farlo sentire a casa.

    -Tom.- Lo richiamò poco dopo il moretto riaprendo gli occhi e guardandolo di sottecchi; l'altro gli prestò la sua attenzione, sollevandogli il capo e unendo velocemente le labbra, rubandogli un bacio che fece arrossire il minore.

    -Dimmi piccolo.- Mormorò il libraio sorridendo.

    -Voglio che la mia prima volta sia con te.- Affermò, sicuro delle proprie parole. Ora Tom avrebbe avuto un altro pensiero che lo avrebbe tenuto sveglio tutta la notte.








    Note autrice: Beh, con il dolore hai denti che mi sta per uccidere spero vivamente che questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Ditemi cosa ne pensate. LOL
    Una cosa, Daniel è il personaggio di una mia Original Yaoi che non so quando posterò sul mio portfolio, link che trovate in firma v.v lì potete trovare tutte le mie storie TWC e non, oltre che i miei lavori di grafica vi attendo a tutte eh.
     
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  11. #Alien
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    La prima a leggere e commentare! Finalmente dopo tanti mesi :evviva:
     
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  12. ~Maryon‚
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    Mi dispiace ma ho avuto da fare con la scuola e poi con gli esami. :/
     
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  13. •Verdammt Prinzessin•
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    Ci hai fatto aspettare, ma cavolo... il capitolo è bellissimo!

     
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  14. cico90th
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    bellissimooooooooooooooooooooo dopo tanto tempo civeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
     
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  15. ~Sara!
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    Anche se abbiamo aspettato,ne è valsa totalmente la pena. ç.ç
    Capitolo stupendo,forse il più bello fino ad ora. <3
     
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1304 replies since 22/10/2010, 18:29   40589 views
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