Library “Treasure Island”

NC17, Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP, Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)

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  2. PhantomRider92
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  4. …BiscOttina…
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  5. Sasha.Bkey
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  6. …BiscOttina…
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  8. jada.1984
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    ma quì se deciso cosa fare? o la scrittrice se spostata sull'altro forum? no se fosse chiudila diccelo ci mettiamo l'anima in pace dacci un qualsiasi segno
     
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  9. …BiscOttina…
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  11. Aleks_483
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    uppi XD
     
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  12. …BiscOttina…
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  13. ~Maryon‚
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    Titolo: Library “Treasure Island”
    Autore: ~Maryon‚
    Beta: SalatAlien
    Rating: Nc17
    Avvisi: Twicest not related, AU, OOC, Angst (lieve)
    Genere: Romantico, Fluff, Fantasy, Smut, Chanslash, Long Fic.
    Disclaimers: Non possiedo nè i Kaulitz nè i Tokio Hotel, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.
    Riassunto: -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli. -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill.


    image

    Nono Capitolo
    -Ila ed Eracle-









    Bill ascoltò i genitori parlare fra loro, litigando seppur parlando normalmente, mentre le frecciatine subdole di Jorg andavano a colpire sia lui che Simone. Sospirò rigirando i rigatoni al sugo nel piatto; solitamente aveva sempre fame, ma quando il padre andava a trovarli finiva sempre con lo stomaco chiuso e con i genitori che urlavano. Si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si morse le labbra, osservando il padre da sotto le lunghe ciglia coperte di mascara.

    Jorg ruotò gli occhi sentendo l'ormai ex moglie rivolgergli l'ennesima accusa di quanto fosse assente per il lavoro, proprio come lo era sempre stato durante il loro matrimonio, senza prestare attenzione ai problemi che stava creando. Senza stare, quei pochi giorni nei quali era presente, con Bill. Certo, con il lavoro che l'uomo faceva non avevano mai avuto problemi economici, i viaggi e le spese non erano un problema, potevano avere tutto ciò che volevano ma ormai sia Bill che Simone, avevano capito che non erano i soldi a dare la felicità.

    -Almeno ascoltami quando ti parlo, sono proprio qui a tavola con te.- Affermò stizzita Simone, accigliandosi e guardando male l'ex compagno che sospirò pesantemente, infilzando un paio di rigatoni e osservandoli.

    -Sto ascoltando, sto ascoltando.- Disse Jorg girando gli occhi per guardarla. -Ma sto mangiando, preferirei non strozzarmi mentre mando giù un boccone per doverti rispondere.- Esclamò drizzandosi con la schiena, poggiandosi con essa allo schienale della sedia. -Sempre se non sia questo il tuo intento.-

    Simone si passò una mano sul volto, stanca della solita situazione che si andava a creare. -Rieccoci con la storia del volerti uccidere.- Sbuffò posando rumorosamente la forchetta nel piatto mezzo vuoto.

    -Come se tu non avessi mai voluto farlo, suvvia Simone.- Disse Jorg scoppiando a ridere e scuotendo appena il capo. Bill posò la propria forchetta nel piatto e poggiò le mani sulle proprie gambe conficcandosi le unghie nei jeans, sentendo la stoffa tirare contro la propria carne. Odiava sentire quelle cose uscire dalla bocca del padre, non sopportava il modo come trattasse la madre perchè non era giusto, lavorava mattina e sera solo per lui, per tirare avanti. Per quanto Jorg dovesse pagargli il mantenimento del figlio, non era di certo sufficiente a pagare tutte le bollette e fare la spesa.

    Il moretto si lasciò scappare un sospiro mentre abbassava il capo fissando il proprio piatto, e quel piccolo suono, provocò l'accigliamento da parte di Jorg che si girò a guardarlo, osservandolo come al solito con i suoi grandi e severi occhi; occhi che Bill non dimenticava mai, che sognava nei suoi incubi più terrificanti. -Perchè non mangi?- Domandò con voce autoritaria l'uomo al figlio, che alzò le spalle senza rispondere.

    Per questo si voltò verso la donna per guardarla con il suo sguardo saccente. -E' sempre la solita storia, vengo per lui e lui sta zitto, né mi guarda e né mi parla.- Esclamò con antipatia e Simone si morse le labbra per costringersi a non sputargli addosso che se il figlio faceva a quel modo, era colpa sua e non di Bill. -E poi è così magro e piccolo, non mangia a sufficienza, dovresti farlo mangiare o almeno fargli fare qualche sport! E' normale che tutti lo prendano per una femmina, è così gracilino che lo scambierei anche io per una ragazza se non sapessi che è un maschio.- Esclamò con quel mezzo ghigno sul viso.

    Bill si strinse maggiormente nelle spalle, rannicchiandosi più che poteva sulla sedia socchiudendo gli occhi, sentendo quella solita ondata di leggeri, se pur puntigliosi, insulti che lo facevano sentire una schifezza. Solo lui, solo Jorg sapeva farlo sentire a quel modo, nessuno dei ragazzi della sua età riuscivano a farlo sentire peggio della spazzatura. -Non capisco perchè gli permetti ancora di truccarsi, e quando aveva dieci anni hai detto che era solo una fase, che gli sarebbe passata... Vorrei sapere quando!- Sbottò ancora l'uomo e Simone sbattè una mano sul tavolo alzandosi rumorosamente, guardando Jorg con gli occhi di chi era evidentemente arrabbiata.

    -Seguimi.- Sibilò lei andando poi verso la propria stanza, non volendo parlare davanti al figlio.

    Jorg sbuffò e si alzò seguendola. Bill si morse le labbra passandosi la mano sulla guancia asciugandosi quella piccola e unica lacrima che era scappata dai suoi occhi. Si alzò a sua volta e silenziosamente seguì i due, già in camera di Simone anche se a quanto pare Jorg aveva solo socchiuso la porta. Il moretto posò la mano sulla porta spingendola appena, giusto quel poco per creare uno spiraglio dal quale osservare cosa stesse succedendo dentro.

    Simone avanzò verso Jorg spintonandolo appena, puntandogli un dito contro al petto. -Quando la smetterai di fare così? Bill ha bisogno di un padre e non di una figura assente come al tuo solito, che quando viene non fa altro che insultarlo invece che abbracciarlo e chiedergli come sta.- Affermò a voce alta, guardando dritto negli occhi l'uomo.

    Questo scansò la sua mano avanzando a sua volta verso di lei. -Le critiche fortificano, deve capire che il mondo è fatto da stronzi e non da amore e dolcezza come tu gli stai insegnando.- Rispose con altrettanto tono e Simone aprì le braccia sbattendo le mani poi sulle cosce.

    -Sei il solito pazzo! Bill sa perfettamente com'è il mondo e sapere che tu sei esattamente come gli stronzi che tu dici esistano non farà altro che allontanarlo da te e finirai che tuo figlio ti odi.- Affermò e l'uomo rise, avanzando verso di lei che indietreggiò senza accorgersene.

    -Come mi odi tu, esatto?- Domandò e Simone annuì guardandolo male. -No, non credo che tu mi odi.- Mormorò con voce bassa, allungando una mano per accarezzarle i capelli e la donna seguì i suoi movimenti, corrugando la fronte non capendo il cambiamento dell'uomo.

    Questo sorrise facendola indietreggiare ancora, mentre faceva scivolare la mano fra i suoi capelli e la posava sulla sua nuca. Si spinse un ultima volta in avanti e la baciò, unendo le loro labbra in un bacio violento e quella spalancò gli occhi posando le mani sul petto di Jorg, provando a staccarlo da sé. Peccato che riuscì solamente a perdere l'equilibrio e cadere all'indietro sul materasso, dove Jorg la seguì coprendo il suo corpo con il proprio. La fece inarcare e divorò le sue labbra mentre quella, confusa da una parte provava a respingerlo e dall'altra, il suo corpo conoscendo da anni quello di Jorg rispondeva positivamente ai suoi movimenti andandogli incontro.

    L'uomo sorrise e scese a leccare il suo collo iniziando a mordicchiarlo. Quella ansimò a bassa voce, stringendo la sua camicia fra le dita tirandola provando a scansarlo ma al contempo lo attirava a sé. -Ti manco tanto vero, tesoro?- Domandò sensualmente Jorg al suo orecchio, mentre posava una mano sulla sua gamba sollevandole la gonna e accarezzò la sua coscia, spingendo la mano nella sua zona intima facendola boccheggiare.

    Bill chiuse gli occhi di colpo e si staccò da lì, poggiandosi con la schiena al muro mentre respirava velocemente. -No.- sussurrò sentendo il proprio petto abbassarsi e sollevarsi velocemente. Non voleva che la madre ci ricascasse, non voleva di nuovo quell'uomo nella propria vita.

    -Va via.- Sentì urlare la madre mentre il rumore di un tonfo arrivava alle sue orecchie. Jorg ringhiò imprecando a voce alta -probabilmente perchè caduto dal letto- e prese a parolacce la donna, prima di spalancare la porta della stanza e andare a grandi passi all'entrata, senza notare il figlio nascosto. -Sei una stupida Simone, la solita stupida.- Urlò Jorg infilandosi la giacca ed uscendo da quella casa, sbattendo la porta dietro di sé.

    Bill accennò un piccolo sorriso e girò il capo, giusto il tempo di vedere la madre stringersi la camicetta provando a chiuderla, anche se alcuni bottoni erano saltati, riabbassandosi poi la gonna. Scese dal letto con le gambe che tremavano e si lasciò scappare un singhiozzo, portandosi i capelli all'indietro; era sempre distrutta dopo che Jorg andava a trovarli. Andò verso l'armadio, cercando qualcosa da mettere non potendo restare vestita a quel modo e si schiarì la voce, asciugandosi velocemente le guance.

    -Amore.- Chiamò il figlio. -Puoi iniziare a mettere a posto tu, mi metto qualcosa per casa e arrivo.- Disse a gran voce, sicura che il figlio fosse rimasto a tavola e non che la stesse osservando.

    Bill silenziosamente tornò in salone e rispose positivamente alla madre, prendendo però il cellulare dalla sua borsa e mandare un sms multiplo alle sue amiche, sperando si sbrigassero ad andare da loro. Iniziò a sparecchiare come aveva detto alla madre, che arrivò poco dopo con la tuta che solitamente usava quando era di pessimo umore.

    Sussultò quando suonò il campanello e sospirò, sperando non fosse Jorg. Andò ad aprire la porta e spalancò gli occhi trovando Samantha, July, Rebecca e Megan, le sue care amiche lì chi con il pigiama addosso e chi con la maschera appena messa sul viso. La spinsero dentro guardandosi attorno, sperando di trovare quel mascalzone che aveva fatto soffrire la loro amica.

    -Cosa ci fate qui?- Domandò Simone non capendo come mai si fossero presentate a casa sua, poi, come un lampo, capì e si girò verso il figlio che gli stava sorridendo dolcemente. La madre ricambiò il sorriso ringraziandolo per il gesto, lasciando poi che le amiche la portassero in salone per chiudere spiegazioni. -Mamma.- Si inserì nel discorso poco dopo il moretto, avendo finito di sparecchiare e lei lo guardò. -Ti dispiace se vado a portare una fetta di torta a Tom?- Domandò e quella annuì facendogli segno di avvicinarsi.

    Bill si avvicinò a lui e la madre gli baciò con amore la fronte, sussurrandogli un sincero grazie sulla sua sua pelle per poi lasciarlo andare. Il moretto salutò le altre e afferrò il piatto dove aveva poggiato la fetta di torta ed uscì dall'appartamento, salendo fino a quello di Tom dove si sedette per terra poggiandosi con la schiena alla sua porta.

    Lasciò scappare i singhiozzi che aveva trattenuto fino a quel momento, lasciando ai propri piedi il piatto con il dolce e prendendosi fra le mani il volto, lasciando che il trucco si rovinasse per colpa delle numerose lacrime che stavano scendendo dai suoi occhi.

    -Tom.- Sussurrò con il cuore che stava scoppiando dal bisogno di averlo accanto.















    Tom si perse ad osservare la propria birra corrugando la fronte, un lungo brivido che percorreva la sua schiena. Da qualche minuto si sentiva strano, come se qualcosa lo stesse richiamando ma non capisse cosa. Si passò una mano fra i cornrows, ascoltando distrattamente i discorsi dei suoi amici, che scherzavano su quello che era successo durante la settimana e ricordando gli anni passati, quando ancora frequentavano il liceo o l'università.

    -Tom ci fai o ci sei?- Domandò Patrik, sventolandogli una mano davanti al volto e il libraio sbattè più volte le palpebre, annuendo poco dopo anche se non sembrava molto convinto. Gli amici si guardarono confusi e Georg posò una mano sulla spalla del moro, facendolo girare verso di sé e lo guardò preoccupato.

    -Sicuro? Forse stai male.- Mormorò toccandogli la fronte per controllare se aveva la febbre ma Tom gli scansò la mano, sospirando e riprendendo in mano la propria birra traendone un sorso.

    -Sto bene, mi sento solo una strana sensazione addosso.- Ammise non sapendo nemmeno lui come spiegare cosa sentiva, eppure sentiva come una stretta al cuore e si sentiva male. Doveva essere qualcosa di importante.

    -Qualcuno starà parlando di te.- Ipotizzò Patrik ridendo. -A me fischiano le orecchie quando succede.- Ammise e risero anche gli altri ragazzi, mentre Tom rimaneva serio e sospirava, era preoccupato.

    -No, non credo.- Sussurrò e si strofinò la mano sul volto, mentre gli altri tornavano seri e lo guardavano ancora. -Forse qualcuno sta male e tu lo senti.- Suppose senza un perchè Georg e Tom lo guardò strabuzzando gli occhi, come se avesse avuto una visione. Si alzò velocemente e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni cinque euro, li poggiò sul tavolo e si infilò il giubbotto.

    -Io devo andare.- Affermò andando via, senza dare alcuna spiegazione mentre gli amici lo guardavano sorpresi dal suo comportamento. Uscito dal pub Tom era salito nella propria auto guidando fino a casa, mentre ripeteva nella propria mente il suo nome. Chissà perchè la frase di Georg gli aveva fatto pensare che stesse male, ma sperava vivamente che non fosse così; se stava male voleva dire che stava piangendo e se stava piangendo, avrebbe rotto la faccia a chiunque lo avesse fatto soffrire.

    Entrò nell'ascensore premendo il tasto del proprio piano invece di quello del moretto, aveva come l'impressione di trovarlo lì invece che nella propria casa. Uscì velocemente da lì e corse fino alla porta del proprio appartamento, ma non ci trovò niente. Si guardò attorno passandosi una mano sulla fronte, possibile che si fosse sbagliato? Sospirò e fece un altro passo avanti, facendo per posare la mano sulla maniglia della porta e vide il piattino con la torta.

    -Allora era qui.- Sussurrò corrugando la fronte. Arricciò le labbra pensando a dove potesse essere. Dove potesse essere andato il suo piccolo Bill. Finalmente, invece di restare ancora immobile si mosse e si avviò alle scale scendendole velocemente fino ad arrivare alla porta che dava al giardino, l'aprì e si tirò sopra al capo il giubbotto visto che aveva appena iniziato a piovere. Prese a girare nel giardino chiamando il ragazzo, senza urlare per non destare ansia negli altri inquilini del palazzo.

    All'improvvisò ebbe un colpo al cuore.

    Lo vide lì a terra, rannicchiato nell'angolo che si stringeva le gambe mentre teneva la testa china. I vestiti erano zuppi d'acqua e gli si erano appiccicati addosso, mostrando quanto fosse magro. Si avvicinò lentamente a lui e si levò il giubbotto poggiandoglielo delicatamente addosso facendolo sussultare, ed il moretto alzò il capo impaurito, rilassandosi quando lo riconobbe, mostrando il volto rigato da lacrime nere. Tirò su con il naso e si lanciò fra le braccia di Tom, piangendo a voce alta e il ventinovenne lo abbracciò stringendolo a sé, senza ancora sapere cosa gli fosse successo, ma sentiva che in quel momento era meglio stare zitto.

    Lo sollevò da terra prendendo fra le braccia, incurante che fosse completamente bagnato, avviandosi dentro al palazzo e saendo lentamente le scale, per poi aprire la porta quando arrivò davanti al proprio appartamento.

    -Mhm.- Mugugnò il moretto, osservando il piattino della torta per terra. Tom che se lo era scordato, e quando il moretto glielo fece notare si abbassò a prenderlo dando al compagno affinchè lo tenesse. Entrò nell'appartamento e chiuse la porta con l'aiuto del piede, dirigendosi con calma in camera da letto dove poggiò Bill sul materasso, gli levò dalle mani il piattino poggiandolo sul comodino e prese il suo volto fra le mani, cercando di asciugare le sue guance umide.

    -Che succede piccolo?- Gli domandò con amore e quello arricciò il naso, mentre strizzava gli occhi e lasciava cadere giù altre lacrime. -Basta lacrime, ora sono qui.- Mormorò Tom poggiando le labbra sulle sue, in un casto bacio e quello posò le mani alla base del suo collo annuendo.

    -Sei qui.- Rispose Bill sorridendo appena, tirandolo per la maglia per farsi nuovamente abbracciare. Tom salì a sua volta sul letto e abbracciò il minore, facendolo appoggiare al proprio petto caldo dove Bill vi sospirò sopra, tremando per il freddo. Il libraio sfregò le mani sulla sua schiena e prese a baciare dolcemente le sue guance, percependo il salato delle sue lacrime. Passò delicatamente le mani sui suoi capelli riuscendo finalmente a farlo rilassare e fargli scappare un sospiro.

    -Vuoi dirmi che è successo?- Domandò al ragazzino e si sfregò gli occhi cercando di asciugarseli ma Tom lo bloccò, baciando piano il palmo della mano. -Così ti fai del male.- Disse intrecciando la mano con la sua e andò a baciare le sue palpebre, mentre le ciglia bagnate gli solleticavano le labbra e Bill fremette sotto quei candidi baci.

    -Papà è venuto a cena, te l'avevo detto.- Iniziò a dire il moretto e l'altro annuì, ricordandosi che gli e lo aveva detto il giorno prima. -Hanno litigato come sempre, ha offeso me e lei, non capisco perchè si diverta a farlo.- Pigolò abbracciandosi lo stomaco e l'altro sospirò, non capendo a sua volta come potesse veramente farlo.

    -Certe persone non capiscono quanto siano speciali le persone che hanno attorno.- Disse solo Tom e Bill sospirò mettendosi a sedere, e lo guardò arrossendo pian piano che rimanevano in silenzio. -Posso restare qui a dormire?- Domandò osservando come le labbra del ventinovenne si sollevassero in un sorriso più che felice della sua idea.

    Tom annuì e l'attirò nuovamente a sé per poi baciarlo. -Certo, chiamo tua madre e l'avverto okay?- Domandò e Bill sorrise rispondendo al bacio, annuendo e gli cinse il collo con le braccia.

    Lambì le sue labbra accarezzandogli la nuca mentre prendeva fra i denti il suo piercing e lo tirava verso di sé, mordicchiandolo e facendo gemere il maggiore, che posò la mano fra i suoi capelli, intrecciandoci dentro le dita e massaggiano il suo cuoio capelluto. -Devo andare a chiamarla.- Soffiò Tom, con la voce rotta dal piacere.

    Bill mugugnò ed annuì, staccandosi da lui e baciandolo un ultima volta. Tom sospirò e lo guardò, per poi alzarsi ed andare all'entrata, prendendo il cordless e componendo il numero dell'appartamento del moretto. Parlò con Simone spiegandogli che Bill era un po' scosso -cosa che la donna aveva sospettato- e non volendo farla agitare, preferiva riposare da lui. La donna gli diede il permesso di farlo dormire lì, tanto il giorno dopo sarebbe stato Domenica e non avendo scuola non aveva problemi.

    Si salutarono augurandosi buona notte e poi Tom tornò in camera, trovando il compagno intento a togliersi i capi bagnati, non sapendo però dove appoggiarli. -Dalli a me.- Mormorò avanzando verso di lui e quello gli passò i propri vestiti. Il libraio si diresse in bagno, dove sistemò i vestiti del moretto e afferrò il phon, assieme a un grosso asciugamano. Tornò in camera e si avvicinò a Bill, baciandogli la fronte per poi prendere a sfregare i suoi capelli che stavano gocciolando.

    -Devi toglierti anche quelli, sono umidi.- Affermò il moro con i cornrows, indicandogli i boxer e Bill arrossì appena, stringendo fra le mani la sua maglia.

    -Dammi solo una maglietta, andrà bene.- Sussurrò Bill e l'altro annuì, poggiando il phon sul letto, andando poi all'armadio dove tirò fuori una sua vecchia maglietta, troppo grande per lui. Risaliva ai tempi in cui si vestiva solo hip hop e una semplice maglietta gli arrivava alle ginocchia. Tornò dal moro e gli e la porse, quello l'afferrò e si abbassò lentamente i boxer senza considerare la presenza dell'altro, che però arrossì e si girò giusto per educazione.

    Dopo alcuni minuti sentì il moretto richiamarlo e si girò, pietrificandosi alla vista di un Bill con la sua maglia, che gli stava a vestitino. -Sto bene?- Pigolò il moretto e l'altro annuì, accarezzandogli dolcemente il viso, abbassandosi a baciare le sue labbra. Dopo avergli asciugato i capelli, Bill si era infilato nel letto mentre Tom era andato a posare il phon e l'asciugamano umido nel bagno.

    -Su, vieni a farmi compagnia.- Disse Bill nel letto, quando il libraio tornò in camera ed annuì, spogliandosi davanti ai suoi occhi per poi gattonare sul materasso, insinuandosi sotto le lenzuola al suo fianco. Lo fece poggiare sul proprio petto, avvolgendogli la vita nuda con il braccio e Bill posò il capo sulla sua spalla, sospirando alla sensazione della propria pelle contro quella dell'altro. Accarezzò il suo collo, scendendo a delineare i suoi addominali arrivando al suo ombelico, ruotando le dita attorno ad esso facendo tremare Tom.

    -Come facevi a sapere che avevo bisogno di te?- Domandò il moretto poggiando il mento sul suo pettorale e guardandolo.

    Tom si inumidì le labbra e prese a giocare con i suoi capelli. -Non ne ho idea.- Ammise ridacchiando, per poi riflettere. -Ero al pub con i ragazzi e mentre parlavamo, ad un tratto mi sono sentito come se avessi qualcosa in sospeso, qualcosa anzi qualcuno che appunto aveva bisogno di me.- Mormorò pensieroso, corrugando appena la fronte e perdendosi ad osservare il soffitto.

    -Il cuore mi faceva male.- Aggiunse abbassando i propri occhi in quelli di Bill che lo stava guardando sorpreso, con un sorriso di felicità dipinto sulle labbra. -Sai, un po' mi ricorda la storia di Ila ed Eracle.- Ammise all'improvviso e Tom inarcò un sopracciglio, non capendo che volesse dire. -La sai la loro storia?- Domandò.

    Il maggiore aprì la bocca, pensando e arricciò il naso cercando di ricordare quella storia ma non ci riusciva. Scosse la testa sbuffando e gonfiando le guance irritato da se stesso, conosceva così tante storie eppure quella non la ricordava proprio. Bill ridacchiò e si sporse a baciare a schiocco le sue labbra.

    -Eracle aveva ucciso il padre di Ila quando era un bambino, facendolo suo amante e scudiero. Quando Giasone partì alla volta della Colchide, per recuperare il vello d'oro i due facevano parte degli uomini che erano partiti con lui.- Iniziò a raccontare, prendendo la sua mano nella propria e osservando come le loro dita si intrecciassero.

    -Quando la nave si fermò nell'isola di Misia, Ila andò in cerca di un fiume con una brocca, così per poter raccogliere dell'acqua. Trovò un fiume, dove le Ninfee vi stavano facendo il bagno giocando fra loro. Tutte si innamorarono di lui vedendolo tanto era bello e quando una di queste si ritrovò faccia a faccia con lui, gli cinse il collo con un braccio e lo tirò verso di lui per baciarlo.- Continuò il suo racconto.

    Tom mentre lo ascoltava era preso ad osservare come le labbra del moretto si muovevano lentamente, raccontando quell'antico mito magico e chissà se reale.

    -Polifemo, un amico di Eracle, che faceva parte della spedizione udì l'urlo di aiuto di Ila. Così corse da Eracle dicendogli che Ila aveva urlato e l'eroe, preso dalla collera e dal terrore corse alla sua ricerca, trovando però al fiume solo la brocca. Ila era sparito.- Mormorò sorridendo triste e il libraio corrugò la fronte.

    -Non vedo il nesso con noi due.- Ammise sincero, grattandosi il collo e Bill ridacchiò.

    -Eracle è corso alla sua ricerca come un fulmine ed è scappato al fiume. Aveva percepito il bisogno di Ila, aveva sentito il suo richiamo di aiuto alla fine, anche se ormai era perso. Non riuscì mai più a trovarlo.- Soffiò posando la guancia sul pettorale di Tom, ascoltando il battito del suo cuore.

    Il ventinovenne sorrise. -Anche Georg mi ha detto che magari qualcuno stava male e io lo sentivo, lui è stato Polifemo che mi avvertiva.- Disse capendo in quel momento e Bill chiuse gli occhi, stringendo la sua mano e lasciandola cadere fra i loro due corpi. -Però tu mi hai trovato.- Ammise Bill e sospirò appena, sentendo gli occhi farsi pesanti, aveva bisogno di riposo. -Già.- Mormorò Tom baciandogli la fronte, cullandolo dolcemente. -Ora però riposati.-

    Il minore annuì, lasciando che le loro gambe di intrecciassero e sfregassero fra loro, mentre i loro corpi collidevano formandone uno solo. Vi era solo lo spazio fra i loro petti, per lasciare che le loro mani fossero intrecciate. -Sai che se due persone dormono mano nella mano, sogneranno la stessa cosa?- Mormorò Tom mentre respirava contro la sua fronte e l'altro sbadigliava, stringendo con forza la sua mano.

    -Allora sogna qualcosa di bello, per favore.- Lo pregò Bill, prima di crollare addormentato, per poi essere seguito ben presto dal ventinovenne, che non mollò nemmeno per un secondo la sua mano e il suo intero corpo.













    Tom stropicciò gli occhi portandosi una mano davanti la bocca sbadigliando, per poi sfregarsi la mano sul proprio volto cercando di risvegliarsi. Lanciò un'occhiata veloce alla sveglia sul comodino, vedendo che erano appena le undici di mattina; si leccò le labbra sentendo il sapore impastato di chi aveva dormito e provò a tirarsi a su, ritrovandosi però bloccato.

    Girò il capo vedendo Bill accoccolato e stretto a lui, intento a stringere il suo fianco con la mano mentre una gamba era poggiata alla sua. In quella posizione la maglia che indossava si era appena sollevata, lasciando scoperto il suo fondoschiena e si morse le labbra, sentendo un fremito raggiungere il suo basso ventre.

    Vide il proprio membro eretto al di sotto dei boxer e deglutì, la vicinanza con Bill per una intera notte a quanto pare aveva delle reazioni che non provava da quando aveva forse sedici anni, e sbavava prima di andare a letto sui giornaletti gay. Si liberò con cautela dallo stretto abbraccio del moretto e scese dal letto, coprendolo con le coperte e a piedi nudi si avviò nel bagno, dove socchiuse la porta ed entrò nella doccia, aveva proprio bisogno di liberarsi. Nel frattempo Bill nel letto, si strinse il cuscino di Tom al petto e allungò una mano cercandolo, sentendo quel calore che lo aveva cullato tutta la sera farsi sempre più debole e svanire.

    -Tomi?- Lo chiamò con voce assonnata, si tirò su sulle ginocchia lasciando ricadere a terra le lenzuola. Si guardò attorno senza però trovare il libraio in camera, rimase in silenzio ancora per metà rincoglionito per il sonno e sbadigliò rumorosamente per poi alzarsi. Poggiò i pidi nudi sul pavimento e tremò per il freddo, uscendo della stanza e andò alla sua ricerca, sentendo poco dopo il rumore della doccia.

    Si bloccò davanti alla porta e l'aprì lentamente, entrando nel bagno vedendo da dietro la parete trasparente deformante la figura snella del compagno, intento ad ansimare a bassa voce e ad accarezzarsi con gusto. Bill si morse le labbra e aprì l'anta della doccia, infilandovisi dentro e Tom si girò di scatto spalancando gli occhi, sorpreso nel vederlo lì. Boccheggiò osservando il suo corpo nudo, era così magro e candido, sentiva le mani prudere tanto voleva accarezzare quella pelle sfiorata troppo poco per lui. Arrossì quando si ricordò che il moretto aveva notato il suo interesse per lui e tossì appena, sollevando lo sguardo verso il soffitto.

    -Pensavo dormissi.- Disse sincero e Bill scosse il capo, avanzando verso di lui e posò le mani sul suo petto. Sfiorò quei muscoli bagnati dall'acqua e vide i suoi capezzoli induriti, così ci sfregò sopra ad uno il pollice ricevendo come reazione un leggero fremito da parte del compagno.

    -Mi sono svegliato, avevo freddo senza il tuo corpo a stringermi.- Ammise il moro facendo sollevare le mani fino alle sue spalle, che massaggiò piano con le lunghe dita che andò ad intrecciare nelle sue trecce. -Non si fa così.- Lo rimproverò con un piccolo sorriso dipinto sul viso. Tom dischiuse le labbra osservando i suoi movimenti, ma sopratutto il movimento della sua bocca ad ogni parola che pronunciava, non lo aveva nemmeno ascoltato; l'erezione fra le sue gambe stava chiedendo attenzioni. Il moretto osservò la sua espressione, incantato ad osservarlo e si appoggiò al suo corpo facendo sfregare le loro cosce.

    -Colpa mia.- Pigolò Bill, sentendo il membro del compagno contro il proprio, ancora non duro ma era sicuro che lo sarebbe stato molto presto, visto la loro vicinanza.

    Il libraio mugugnò e portò le mani sui suoi fianchi, chiudendo gli occhi e posando la fronte sulla sua attirandolo a sé sotto al getto caldo. -H-hai dormito bene?- Domandò cercando di riprendere il controllo, non voleva sembrare un animale bisognoso di attenzioni fisiche già a quell'ora del mattino.

    Il moretto annuì e si premette di più contro di lui, sembrava non essere del suo stesso parere. Posò le labbra sulla sua mascella lambendo la sua pelle e prese fra i denti un lembo di essa, mordicchiandola piano e tirandola, volendolo totalmente farlo impazzire. Il libraio come risposta gemette appena e strinse con più forza i suoi fianchi, spingendolo verso il proprio bacino cercando inconsciamente un minimo di sollievo.

    -Ho sognato noi due.- Mormorò Bill iniziando a lasciare una scia di languidi baci per tutto il suo collo. -Io ero sotto ad una cascata, a lavarmi con addosso solo un vestito bianco.- Sussurrò contro la sua gola succhiandone la pelle e facendola arrossare. -Tutto bagnato, trasparente e aderente al mio corpo.- Lo informò ricevendo un ringhio soffocato in gola da parte dell'altro, che fece scivolare le mani sulla sua schiena appena sopra il suo fondoschiena.

    -E tu sei arrivato assetato, con la tua armatura scintillante. Mi osservavi ammaliato e poi venivi da me.- Gli raccontò risalendo fino al suo orecchio mentre accarezzava lentamente il suo petto, arrivando fino alla sua erezione. -Indovina cosa hai fatto dopo?- Gli domandò maliziosamente all'orecchio. Tom ormai era completamente andato e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Seppur non riconosceva quel Bill così spinto e sensuale, era troppo fuso per farsi delle domande. Afferrò la sua mano così vicina al proprio inguine e ne strinse il polso, sollevandogli il braccio e facendolo attaccare con la schiena alla parete gelida della doccia. Lo costrinse fra essa ed il proprio corpo bollente e si abbassò a baciarlo con passione, facendo gemere il ragazzino che si strinse a lui sorridendo in quel bacio pieno di desiderio.

    Bill provò a muovere il braccio, ma l'altro fece solamente intrecciare le loro dita senza però lasciargli riabbassare il braccio. Si mosse contro il bacino del minore sentendo finalmente la sua durezza uguale alla propria e ringhiò prendendogli anche l'altro braccio e tenendolo con la stessa mano che gli teneva l'altro, il moro si ritrovò così con le mani bloccate e il corpo in subbuglio, eccitato da quella situazione.

    Tom con l'altra mano libera accarezzò il suo corpo stuzzicando con le dita i suoi capezzoli induriti e frementi, facendolo inarcare e mugugnare in segno d'apprezzamento; sorrise e leccò le sue labbra lasciando il compagno con la bocca aperta pronto per un bacio animale come quello che l'aveva precedente, ma non glielo diede. Quello sporse il capo verso di lui e avanzò con una gamba provando ad infilarla fra quelle del libraio ma lui bloccò anche quella, stringendogli la coscia con la sua mano grande e possente, sollevandogli la gamba fino alla propria vita.

    -Tomi.- Miagolò confuso Bill per via di quel piacere e provò a muovere le mani, la gamba bloccata ma senza alcun risultato.

    -Facevo così nel sogno?- Gli domandò Tom con voce bassa e con un velo di malizia che fece ribollire in sangue nelle vene del moretto.

    Lottò ancora per liberare le mani fino a quando l'altro glielo permise, così poté abbracciare il suo collo e attirarlo a sé nell'ennesimo bacio, nel quale divorava le sue labbra e faceva suo il suo sapore unico e indimenticabile. Ogni fibra del proprio corpo amava quel sapore e amava poterlo assaggiarlo ancora, ancora e ancora, non se ne stancava mai.

    -Facevi l'amore con me.- Rivelò il moretto nel bacio, lasciando impressionato il compagno che lo guardò, i suoi occhi erano lucidi dalla felicità delle sue parole. Prese il suo viso con una mano, essa avvolgeva alla perfezione tutta la sua guancia. Baciò con più delicatezza rispetto a prima la sua bocca, facendo sfregare la propria sulla sua; ormai le loro labbra erano gonfie e doloranti per la forza con la quale si erano baciati.

    -Vorresti fare l'amore con me?- Gli domandò e l'altro annuì, guardandolo con i suoi enormi occhi castani privi di trucco, coperti appena dalla frangetta che si era appiccicata alla sua fronte. Il petto e il cuore del maggiore si riscaldò e lo abbracciò sospirando, stringendolo con forza al proprio corpo.

    -Hai rovinato il momento.- Disse Bill ridacchiando ma stringendosi ugualmente a lui.

    L'altro inarcò un sopracciglio e tirò indietro il capo per guardarlo, mordendogli piano la guancia. -Rovinato il momento dici eh?- Chiese e l'altro sollevò il viso con fare altezzoso ed annuì ancora. -Uhm, avresti preferito che ti girassi e ti facessi mio?- Gli domandò riprendendo nella voce quella impronta sensuale che fece tremare le gambe di Bill.

    Questo si morse il labbro inferiore arrossendo e si specchiò negli occhi di Tom, deglutendo con qualche difficoltà. -E...era una delle tante possibilità.- Sussurrò con voce flebile per poi rilassarsi sotto le carezze lente e circolari ai propri fianchi, da parte dell'altro.


    -La tua prima volta non deve essere in una semplice doccia.- Disse Tom baciando la punta del suo naso con dolcezza. -Deve essere speciale. E penso che lo voglia anche tu così, oltre a me.- Affermò avvolgendo il suo piccolo corpo con le sue braccia muscolose, facendolo appoggiare al proprio petto e Bill premette la guancia su un suo pettorale sospirandoci sopra.

    Perchè quel ragazzo sapeva ridurlo in briciole sia quando lasciava andare i suoi istinti da cacciatore, che quando era tenero a quel modo? Annuì lentamente e baciò il suo pettorale, sollevando lo sguardo sul suo viso sorridente. Sentiva di essere così felice, ed era tutto merito di Tom. Il suo Tom. L'idea di poter fare la sua prima volta con il libraio faceva battere il suo cuore come le ali di un colibrì, aveva quasi la paura che potesse esplodere.

    -Sarà perfetto.- Soffiò ancora Tom, prima di abbassarsi a baciarlo e risolvere quei due piccoli problemi in mezzo alle loro gambe. Quella doccia, sarebbe stata decisamente la più lunga che entrambi avrebbero fatto.





    note dell'autrice: spero vi sia piaciuto come capitolo, io non saprei se è uscito come volevo :/ un bacio a tutte <3
     
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  14. cico90th
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    oddio potrei svenire hai postato *W* leggo
     
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  15. cico90th
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    bello a parte il padre di bill...complimenti per il capitolo
     
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1304 replies since 22/10/2010, 18:29   40589 views
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