Library “Treasure Island”

NC17, Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP, Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)

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  4. Sasha.Bkey
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  6. sghycietta
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  10. BilleTomi
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  11. Sasha.Bkey
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  12. ~Maryon‚
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    Titolo: Library “Treasure Island”
    Autore: ~Maryon‚
    Beta: SalatAlien
    Rating: NC17
    Genere: Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP.
    Avvisi: Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)
    Disclaimers: Non possiedo né i Kaulitz né i Tokio Hotel, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.
    Riassunto: -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli. -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill.


    image

    Ottavo Capitolo

    ´ You're like oxygen `





    Bill sorrise agitandosi sull'erba, camminando a piedi nudi senza considerare il freddo che c'era. Percepire però quei filamenti verdi appena umidi solleticare la pianta dei suoi piedi gli piaceva, gli trasmettevano dei piccoli brividi in tutto il corpo. La canzone che stava ascoltando poi lo faceva sorridere; era di ottimo umore. Dopo l'appuntamento avuto con Tom non riusciva a smettere di farlo francamente, era come si diceva, al settimo cielo. Agguantò una margherita da terra e l'annusò, per poi muovere il bacino seguendo il ritmo della canzone.

    Arricciò le labbra piegando il capo prima da un lato e poi dall'altro canticchiando, ed anche se non era una melodia nella sua lingua madre, ormai andava ad orecchio. Aver sentito quella canzone per giorni e giorni aveva impresso nella sua mente la pronuncia delle parole. Girò su se stesso lanciando all'aria il fiore che ricadde per terra ritornando ad abbellire il prato, e Bill continuò a girare.

    Calciò l'aria, saltellando quasi mentre Andreas ed Elisa, seduti sul prato del parco poco distanti da lui, ridacchiavano. Era buffo vedere il moretto in quello stato così spensierato, non che di solito fosse diverso o non sorridesse, ma c'era qualcosa in più; la giovane coppia si guardò lanciandosi uno sguardo significativo; conoscevano quello che stava provando Bill. Era proprio innamorato.

    Questo aveva costretto i due amici a tornare al parco, dove era stato con Tom qualche giorno prima; diceva di sentire la stessa magia di quella sera. Mostrò ai due la casetta sulla quale aveva scritto la loro frase e ora mancava solo una cosa. Era andato lì con l'intento di trovare il foglietto lasciato con Tom sotto al lampione, anche se non l'aveva trovato, aveva girato anche se privo di alcun risultato.

    -Bill.- Lo chiamò a voce alta Elisa e il moretto si voltò; la vide fargli segno di avvicinarsi e tornò da loro sorridendo raggiante. -Sei splendido.- Constatò la ragazza facendolo arrossire.

    Si portò una ciocca dietro l'orecchio e la ringraziò, incrociando le braccia al petto e li guardò. -Poi te lo devo presentare per bene.- Mormorò il moretto e la ragazza batté le mani annuendo vigorosamente.

    -Magari potessimo ora.- Soffiò le imbronciandosi appena, puntando gli occhi in quelli di Bill per poi sbattere le ciglia. Il ragazzo assottigliò gli occhi e le puntò un dito contro.

    -No, non ci provare nemmeno a farmi gli occhi dolci.- La rimproverò, e lei si attaccò al suo braccio baciandogli la guancia. -Questa è la mia tecnica.- Urlicchiò lui e l'amica continuò a sfregare il naso sulla sua guancia per addolcirlo, e quello sbuffando annuì.

    Elisa urlò felice e si alzò in piedi, facendo alzare i due ragazzi e tirandoli verso l'uscita del parco. Bill sorrise divertito e li guardò, camminando qualche passo più indietro, poi si fermò proprio davanti all'uscita. Guardò un ultima volta l'interno del parco sentendo le parole delle canzoni di pochi minuti prima. Un soffio di vento scosse i suoi capelli e lui si mise una ciocca ribelle dietro l'orecchio, abbassando lo sguardo e raggiungendo gli amici, mentre una sensazione di serenità si diffondeva in lui.

    Se avesse solo aspettato qualche altro minuto, invece di dare le spalle al parco avrebbe visto un pezzo di carta danzare nell'aria, finendo in un paio di manine paffutelle, di una bambina che sorrise di fronte a quel messaggio da parte di uno sconosciuto.
    Ma Bill, sapeva perfettamente chi fosse quello sconosciuto.

















    Elisa lesse il nome della libreria di Tom e batté le mani, andando poi a spingere Bill affinchè aprisse la porta ed entrasse per primo. Il moretto la guardò male; non solo li aveva dovuti portare con sé dove il ventinovenne stava lavorando, ma doveva anche fare la figura dell'idiota visto che non aveva un perchè per essere lì. Per dire: “Ciao Tom, questa è Elisa e voleva conoscerti visto che sei...

    Bill si morse le labbra e spinse lentamente la porta.Già, che cosa sei?, pensò, ma scosse la testa; non era il momento di chiedersi certe cose, lo avrebbe fatto in un altro momento.
    Entrò nel locale e si guardò attorno, c'erano seduti ad un tavolo un signore e una ragazzina, mentre davanti al bancone una signora stava aspettando.

    -Dov'è il nostro uomo misterioso?- Domandò Elisa all'orecchio del sedicenne e quello alzò le spalle; forse Tom era a cercare qualche libro, vista la signora al bancone.

    I tre si avvicinarono al bancone mettendosi dietro la donna, ed attesero tranquillamente dietro di lei. Dopo pochi minuti il libraio arrivò con in mano tre libri non troppo grossi e li posò sul bancone, mostrandoli alla signora iniziando a spiegare il contenuto di tutti e tre. La donna annuiva alle sue parole, guardandolo affascinata e sorridendo, decidendo di prenderli tutti. Tom sorrise raggiante ed iniziò a farle il conto, mentre lei arrossiva.

    Il ventinovenne gli porse la busta, lei lo ringraziò salutandolo e se ne andò mostrando finalmente agli occhi del ragazzo Bill e i suoi amici. Tom sorrise più che felice e li guardò.

    -Ma guarda, ho tre marmocchi che sono venuti a trovarmi.- Disse e sia il moretto che la ragazza risero, mentre Andi assottigliava appena gli occhi offeso.

    -Tesoro, non fare la faccia da panda offeso, Tom stava scherzando.- Intervenne Elisa attaccandosi al suo braccio, ed il platinato arrossì di colpo di fronte a quel soprannome, guardandola boccheggiando; provò a farla staccare da sé così da allontanarsi, visto che sia Bill che Tom stavano ridacchiando sotto i baffi.

    -Comunque sì, scherzavo. Non mi permetterei mai di chiamarvi marmocchi, casomai siete degli ometti.- Li prese ancora in giro il ventinovenne e il moretto gli schiaffeggiò il braccio, lanciandogli uno sguardo di cui solo Tom poteva leggerne le sfumature più segrete.

    -Come mai qui?- Domandò curioso, passando una mano sul capo del sedicenne che sorrise.

    -Elisa voleva fare la tua ufficiale conoscenza.- Mormorò annuendo e la ragazza si fece avanti, allungando la mano che venne stretta subito dal libraio, presentandosi subito dopo.

    Fecero una veloce conoscenza fino a quando Tom decise che era il momento che lui e Bill stessero un po' da soli. Con la scusa di aver trovato il libro che gli aveva chiesto qualche giorno prima, aggirò il bancone e gli tese la mano. Il moretto la guardo e si morse le labbra, andando subito dopo a stringergliela con la propria, lasciandosi tirare fino al piano superiore, sotto gli occhi divertiti dei suoi amici.

    Tom lo condusse nella zona meno visibile da sotto, che nonostante la presenza della finestra era anche poco illuminata. Fece poggiare Bill contro il marmo di essa e lo strinse da dietro, lo abbracciò e posò il volto contro il suo collo inspirando il suo odore. Si inebriò con esso e rafforzò la stretta attorno a lui, premendosi contro il suo corpo e sospirando mentre si piegava contro le sue gambe per essere maggiormente alla sua altezza.

    Bill boccheggiò piano e portò in avanti il capo, posando le mani sulla finestra lasciando le impronte sui quadranti, mordendosi si morse le labbra. Sentì il proprio corpo rispondere ai suoi tocchi e gemette a bassa voce, piegando le dita delle mani e sporgendosi contro di lui. Il ventinovenne così sentì il suo fondoschiena toccare il proprio bacino e posò le mani sul suo stomaco massaggiandolo, insinuando una mano sotto la sua maglia sollevandola, scoprendo così la sua pelle.

    -Il mio corpo... inizio a trattenermi con difficoltà.- Sibilò Tom, muovendosi con movimenti lenti contro di lui.

    Il moretto sospirò pesantemente e posò una mano sulla sua, stringendogliela e muovendosi con lui. -Smettila di trattenerti.- Disse sinceramente, volendo sentire quando il compagno lo desiderasse, fino a superare ogni limite possibile.

    Tom gli spostò i capelli dal collo e baciò delicatamente la sua pelle, percependo i battiti dei loro cuori visto il silenzio che li circondava. -Non è né il posto né il momento per lasciarci andare.- Ammise senza però riuscire a fermarsi. Bill scosse il capo e si girò di colpo, cingendogli il collo con le braccia. Il ventinovenne ringhiò a bassa voce, afferrandolo per il fondoschiena e lo sollevò facendolo sedere sul marmo della finestra.

    Il moretto boccheggiò e morse le sue labbra, sfregandole mentre percepiva il proprio sapore su esse. -Voglio che tu lo faccia.- Lo pregò il minore, stringendo fra le mani la sua maglia e divaricando le gambe, così che Tom ebbe la possibilità di avvicinarsi a lui con il proprio bacino.

    Ogni bacio, ogni carezza, ogni gesto era come una boccata d'aria come per entrambi. L'uno era come l'ossigeno per l'altro, l'aria necessaria per sopravvivere.
    Le loro mani si muovevano delicatamente e lentamente sul corpo dell'altro esplorandolo, stuzzicando quei punti sensibili che avevano scoperto così da farli tremare. Amavano sentirsi persi l'uno per l'altro.

    Avrebbero continuato per sempre, o forse finchè non si fossero consumanti o meglio ancora, finchè non avessero gettato per terra i loro indumenti scoprendosi completamente, unendosi nella più intima delle unioni.

    Peccato che il suono del campanello sul bancone risvegliò Tom da quel magnifico momento e grugnì sospirando, staccandosi dalle labbra di Bill che si tese in avanti per averne ancora. Il ventinovenne osservò con un sorriso le sue labbra arrossate e gonfie per via dei loro baci, le accarezzò con le dita e lo abbracciò sentendo il bisogno di averlo stretto a sé ancora qualche secondo. -Il lavoro mi chiama.- Disse.

    Il moretto annuì consapevole che avesse da fare e baciò con amore la sua guancia. -Lo so, più tardi ci vediamo?- Chiese e l'altro annuì, lasciandolo andare così che raggiungesse gli amici e lui andasse dai clienti arrivati.

















    -Hei ciao, scusate se vi rubo del tempo, ma che ne direste di venire questo venerdì al concerto di beneficenza? Ci sarà musica dal vivo, balletti, piccole scene comiche e giochi.- Esclamò Tom, porgendo il volantino al gruppetto di ragazzi.

    Era andato a prendere Bill a scuola e con la scusa, ne aveva approfittato per portare i volantini con sé così da poterli distribuire. Una delle ragazze del gruppo si fece avanti. -Tu ci sarai?- Domandò guardandolo e il ventinovenne rise annuendo. -Sono il presentatore.- Ammise.

    Senza troppe cerimonie andò avanti, distribuendo altri volantini finchè non gliene rimase uno solo il mano. Sussultò quando qualcuno gli pizzicò un fianco e si girò, trovando Bill dietro di lui che sorrideva.

    -Ciao.- Mormorò, ed i suoi occhi ricaddero sul volantino che stingeva; allungò una mano e glielo prese di mano, leggendo mentre Tom ricambiava il saluto prendendogli la borsa dalla spalla per portargliela.

    Il moretto arrossì per il gesto e si attaccò al suo braccio. -Ci sarà un concerto?- Domandò curioso e Tom annuì.

    -E' di beneficenza, per raccogliere i soldi per i bambini dell'orfanotrofio, si è rotto il loro riscaldamento e sono in molti a vivere lì.- Iniziò a spiegargli e accarezzò la sua mano, conducendolo alla propria auto. -Io sarò il presentatore.- Gongolò quasi lasciando impressionato il ragazzino.

    -Davvero?- Chiese Bill sbattendo le lunghe ciglia e l'altro annuì felice.

    -Sarà un vero e proprio spettacolo, te lo assicuro.- Mormorò, ed il sedicenne aprì lo sportello salendo in macchina, mettendosi la cintura per poi afferrare la propria borsa che Tom gli porse.

    Questo poi chiuse lo sportello e salì a sua volta in macchina mettendola in moto. -Il biglietto costa dieci euro ma credimi, ne vale la pena.- Disse ma era bastato sapere che ci sarebbe stato Tom per convincere Bill ad andare. Avrebbe costretto Andreas ed Elisa a partecipare.


















    Bill strofinò le mani fra loro, anche se erano racchiuse dai suoi fidati guanti di lana blu. Si guardò attorno e vide finalmente il teatro nel quale si sarebbe svolto il concentro; la fila per entrare era davvero lunga. Ma ne sarebbe valsa la pena, proprio come aveva detto Tom. Alzò il capo verso il cielo ed annusò l'aria, poteva sentire l'odore delle caldarroste e dei dolciumi che esponevano quelle poche bancarelle sistemate lì vicino.

    -Su bella addormentata, ritorna in te o non riusciremo mai ad entrare.- Mormorò Andreas, ed il moretto abbassò il capo e lo guardò, annuì e prese per il braccio sia lui che Elisa.

    Si misero da bravi in fila aspettando il loro turno, e quando arrivarono davanti l'uomo dietro lo specchio che tagliava i biglietti, ne presero tre ed entrarono nel teatro beandosi immediatamente dei riscaldamenti accesi. Cercarono dei buoni posti, trovandone fortunatamente tre proprio nella seconda fila, davanti al palco. Bill mugugnò felice e si sedette accanto ad Andreas, lasciando così alla coppietta il suo intimo spazio per dedicarsi qualche bacio durante l'attesa.

    Bill si levò il cappotto ed i guanti, posando il tutto sulle proprie ginocchia per poi mettere il silenzioso al proprio cellulare, dicendo agli amici di fare lo stesso o, al massimo, di spegnerli. Subito dopo i suoi occhi ricaddero sul palco coperto dal lungo sipario rosso e si morse le labbra sospirando piano. Posò il gomito sul bracciolo e si sostenne il volto con la mano, immaginando ad occhi aperti che Tom avrebbe parlato su quel palco, avrebbe guardato solo lui e avrebbe sorriso solo a lui.

    Ma sapeva che essendo un presentatore, non sarebbe stato corretto rivolgere la propria attenzione solo ad uno spettatore, doveva interagire con tutti se voleva che lo spettacolo avesse successo.

    Trattenne il fiato quando le luci delle lampade poste ai lati lentamente si abbassarono lasciando cadere il teatro di un dolce e caldo buio. Il sipario si aprì con la medesima lentezza ed il palco fu investito da una candida nebbia mentre era illuminato da soffuse luci bianche. Sullo sfondo nero iniziarono a venire proiettate luci che creavano immagini che si univano, creandone figure impressionanti.

    Delle ragazze in abiti bianchi entrarono sul palco al partir della musica dell'orchestra posta sotto al palco, danzando a piedi nudi mentre i loro lunghi capelli si muovevano seguendo i loro sinuosi movimenti. Una melodia leggera e delicata proprio come i passi che le ragazze facevano; improvvisamente entrarono dei ragazzi -di egual numero alle ragazze- vestiti con pantaloni bianchi e andarono dalla fanciulle danzando con loro. Sollevandole in aria facendole inarcare e danzare come angeli nel cielo.

    Gli spettatori erano nel più sacro dei silenzi, troppo assorti da quello spettacolo iniziale.

    Le fanciulle spinsero via i ragazzi, che scomparvero nuovamente dietro le quinte mentre loro cadevano per terra stanche, sollevando gli occhi velati da una sottile striscia di pizzo bianco. Allungarono ciascuna una mano verso il pubblico per poi toccarsi le labbra rosse, sbavandosi appositamente il rossetto con la mano e si stesero, lasciandosi coprire dalla nebbia mentre le luce scomparivano e la musica cessava, lasciando tutti nell'ombra e nel silenzio.

    Partirono gli applausi e poco dopo le luci vennero nuovamente accese e sul palco finalmente fece la sua comparsa Tom, che entrò tenendo in manco un microfono. Gli occhi del sedicenne si posarono automaticamente su di lui e sorrise radioso, applaudendo ancora più forte di prima.

    -Buona sera a tutti, vi ringrazio di esseri venuti.- Iniziò Tom fermandosi al centro del palco e sorridendo radioso alle persone sedute. -Spero con tutto il cuore che lo spettacolo di apertura vi sia piaciuto, la coreografia e i costumi sono opera dei ragazzi che avete visto danzare poco fa e che interverranno nuovamente regalandoci altri momenti magnifici come quello appena visto.- Mormorò posando una mano sul proprio petto e ridacchiò appena, notando solo in quel momento Bill seduto lì vicino.

    Una piccola luce si accese nei suoi occhi e si morse appena il labbro inferiore.
    -Ad ogni modo, io sono Tom e sarò il vostro presentatore fino alla fine dello spettacolo. Cercherò di ammorbarvi il meno possibile, sono conscio che siete qui per vedere li spettacoli e non me, ma permettemi almeno ora, prima di passare al prossimo artista, di ringraziare ancora una volta voi tutti, per essere venuti qui ed aver pagato il biglietto.- Esclamò facendosi appena serio, iniziando a passeggiare sul palco mentre gli occhi del pubblico erano tutti su di lui.

    -I soldi raccolti verranno usati dall'orfanotrofio per poter riparare la caldaia e non solo; non è giusto che quei poveri bambini soffrano il freddo di questi mesi.- Disse ancora annuendo, ed il pubblicò applaudì dandogli ragione, ma lui alzò una mano sorridendo e ringraziandoli. -Ancora, volevo ringraziare il proprietario del locale, il Signor Brauf Kingelm che ci ha permesso di esibirci in questo meraviglioso posto.- Esclamò e si fermò per prendere fiato.

    -Ora lascio la spazio ai ragazzi provenienti dalla scuola del circo della nostra amata città.- Esclamò, per poi applaudire mentre dei ragazzi, che andavano dai dieci anni fino ai diciannove, entravano sul palco con i loro vestiti colorati frizzanti ed il libraio tornò dietro le quinte.

    Alcune ragazze iniziarono ad agitare i loro nastri, creando figure flessuose, passandoci a volte in mezzo per poi lanciarli in aria, riafferrandoli dopo aver danzato arrivando nel punto esatto nel quale i nastri ricadevano. I ragazzi più grandi, invece sembravano impegnati a contorcersi con i propri corpi, mentre i più piccoli si divertivano a ruotare i ventagli come fossero eleganti geishe nei loro abiti colorati e i volti truccati.

    Un ragazzo dai capelli biondi legati in una coda, si avvicinò alla fine del palco lanciando nell'aria una strana polvere ed al suo fianco comparve una ragazzina dai bocconi rossi, che gli saltò sulle spalle battendo poi le mani osservando con insistenza la polvere. All'improvviso quella, si accese diventando delle piccole fiammelle di fuoco bianche e azzurre, che rimasero sopra i capi degli spettatori i quali osservavano il tutto meravigliati. La ragazzina chiuse le mani a pugno tenendo tesi solo gli indici e i medi di entrambe le mani, le sollevò all'improvviso indirizzando fiammelle con l'ausilio delle dita verso il soffitto.

    Poi batté nuovamente le mani assieme e le fiammelle si andarono incontro, scontrandosi ed esplodendo in piccoli fuochi artifici. I filamenti di essi si trasformarono in bianchi pezzettini di carta argentata cadendo sopra agli spettatori, ancora con la bocca aperta. Tutti applaudirono facendo versi di felicità, che si fecero più forti quando i ragazzi se ne andarono tornando dietro le quinte e ritornò Tom sul palco battendo le mani.

    Osservò il pubblico e sollevò le sopracciglia, portandosi il microfono alla bocca. -Mamma mia, così giovani eppure incredibilmente bravi. Non dite?- Domandò al pubblicò che applaudì con forza, riuscendo a farlo ridere.

    -Già, concordo con voi. Chissà come hanno fatto a fare tutto quel...- agitò una mano verso il soffitto arricciando le labbra, facendo una buffa espressione che fece ridere il pubblico; Tom sorrise dentro di sé, lo aveva fatto apposta.

    -Pure io voglio imparare a farlo, ma al massimo posso fare incendiare la mia cucina quando cucino.- Esclamò portandosi una mano sulla spalla e massaggiandola, come se avesse lavorato tutto il giorno. -Povero me, sono un caso perso.- Disse e il pubblico rise ancora, seguendolo mentre si spostava per il palco.

    -Va bene, direi che è meglio passare al prossimo spettacolo, chissà cosa ci riserveranno le persone dietro al palco.- Disse ed infilò la mano in tasca. -E ora, lasciate incantarvi ancora dalle bellezze del mondo.- Mormorò tirando all'improvviso fuori la mano, gettando ai propri piedi della polvere che fece un botto, provocando del fumo che fece sussultare il pubblico, sopratutto quando al posto del libraio vi trovarono davanti una ragazza dai capelli neri, che prese a cantare all'improvviso.

    Lo spettacolo continuò perfettamente, tra gli spettacoli degli attori, tra i ballerini, i cantanti, i maghi e i ragazzi del circo. Il pubblico non poteva essere più che felice, era rimasto così tante volte senza parole e stupefatto da quello che dei giovani ragazzi potevano fare che, sicuramente, in molti avrebbero considerato quello il migliore spettacolo della loro vita.

    Tom comparve ancora sul palco e poggiando una mano sul fianco sbuffò appena. -E siamo arrivati alla fine o meglio, quasi, c'è un ultimo spettacolo, sicuramente il più toccante.- Ammise sorridendo dolcemente e Bill riuscì a vedere i suoi occhi splendere dall'emozione.

    -I ragazzi dell'orfanotrofio vogliono ringraziarvi per ciò che avete fatto per loro, così il loro coro ha preparato l'Ave Maria da cantarvi e dedicarci.- Mormorò e fece un passo indietro, avvicinandosi al pianoforte sul palco e sedendosi, continuando a guardare il pubblico. -Posso assicurarvi che ci mettono il cuore in quello che sentirete con le vostre orecchie.- Disse.

    Dei ragazzini e delle ragazzine, vestiti tutti uguali formarono un semicerchio sul palco e con loro arrivò un uomo vestito di nero, il loro direttore e maestro di canto. Poco dopo una bambina piccola, dai corti capelli biondi arrivò tenendo stretto in mano un orsacchiotto che stava strofinando per terra ed andò da Tom. Questo sorrise e la prese in braccio facendola sedere sul pianoforte.

    -Lei è Luisa.- La presentò al pubblicò che ridacchiò vedendola succhiarsi il pollice. -Luisa ha solo cinque anni, ma è davvero una peste anche se si nasconde dietro al suo visetto di angelo biondo.- Ridacchiò il ventinovenne e la bimba gonfiò le guance, dandogli uno schiaffetto sulla guancia -gesto che fece ridere le persone sedute in sala- e tornando a succhiarsi il pollice.

    Tom con fare teatrale fece un verso di dolore e si massaggiò la guancia offesa. -Avete visto, è cattiva! Mi ha picchiato.- Piagnucolò falsamente e la piccola smise di succhiarsi il pollice.

    -E tu ici che io cattiva.- Borbottò con la sua voce infantile facendo ridere il pubblico.

    -Allora niente dolci alla Luisa che picchia il suo Tom.- Ribatté il libraio e la piccola fece tremare il labbro inferiore, guardandolo con i suoi grandi occhioni neri e quello gonfiò le guance, proprio come aveva fatto poco prima la piccola e sbuffò.

    -Non vale farmi gli occhi dolci.- L'accuso lui, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni una caramella e la diede alla piccola, che urlacchiò contenta scartandola e iniziando a mangiarla.

    Tom sorrise divertito e spense il microfono, posandolo poco distante dalla piccola che dondolava le sue gambette, visto che non toccava per terra. Guardò il maestro facendogli segno di iniziare e l'uomo annuì a sua volta, muovendo le mani e quando l'orchestra iniziò a suonare così come Tom il piano, i ragazzini iniziarono a cantare.

    Due bambini erano poco più avanti rispetto agli altri. Le voci ancora da bambini e leggere si alzavano nella sala del teatro lasciando una sensazione di calma e pace nel cuore del pubblico. Le loro voci superbe, si elevavano fino al cielo proprio come se fossero un coro di angeli, i volti sorridenti e gentili.

    Uno dei ragazzi più avanti, iniziò a cantare e gli altri si azzittirono. La sua voce candida, aveva una nota così triste e malinconica da spezzare con il suo sorriso radioso. Chissà quanta sofferenza nascosta dietro a quel sorriso.

    Gli occhi di Bill brillarono dall'emozione, ma aveva una sensazione, una sensazione che gli bruciava sulla pelle. Staccò lo sguardo dal coro e lo spostò su Tom, trovandolo che lo stava osservando sorridendo. I loro occhi, seppur Bill fosse totalmente nel buio ed il ventinovenne fosse completamente illuminato, si trovarono e un brivido fece saltare i loro cuori.

    Anche da lontano, anche se in condizioni diverse, riuscivano a trovarsi.
    Una sensazione nuova li stava riscaldando fino alle viscere. Cosa poteva essere se nessuno dei due l'aveva mai provata?



















    -Mamma sono a casa, Tom mi ha accompagnato!- Disse Bill rimanendo all'entrata, mentre Tom era fermo sulla porta. Entrambi guardarono dentro la casa, aspettando una risposta da parte della donna ma questa non rispose.

    -E' ancora fuori con la madre di Andreas a quanto pare, meglio.- Pigolò il moretto e prese la mano del libraio nella propria, tirandolo dentro e chiudendo la porta. -Qualche minuto di coccole?- Propose tirandolo fino alla propria camera da letto senza dargli tempo di rispondere, anche era sicuro di sapere quale risposta avrebbe ricevuto.

    Tom lo abbracciò da dietro sollevandolo, prendendolo a mò di principessa e Bill ridacchiò stringendosi a lui, accoccolandosi al suo petto caldo. Il maggiore si sedette sul letto e si stese, tenendo sopra di sé il moretto che si sporse ad unire le loro labbra in un bacio lento, lasciando che il sapore dell'uno inebriasse quello dell'altro.

    Il libraio sospirò e posò le mani sui suoi fianchi, sollevandogli la maglia per scoprirgli la schiena e andare ad accarezzare il suo petto magro. Stuzzicò con l'unghia il suo capezzolo facendolo indurire e Bill si morse le labbra guardando Tom, che rispose allo sguardo tremando appena. Era sicuro che a breve si sarebbe eccitato.

    Bill si mise seduto e si prese l'orlo della maglia sfilandosela, gettandola per terra. Gli occhi del libraio si mossero lentamente sul suo addome e lo accarezzò con le punte delle dita, mentre il minore si lasciava sfuggire dei piccoli sospiri di piacere, muovendosi senza accorgersi sul bacino di Tom che stava facendo tutto il possibile per non lasciarsi dominare dall'eccitazione.

    -Potrei scaraventarti sul letto e strapparti i vestiti, se continui ad eccitarmi così.- Mormorò con voce bassa, cercando di non far notare l'eccitazione impressa in essa.

    Le labbra di Bill si sollevarono verso l'alto e si abbassò sinuosamente su di lui, incurvando la schiena e sollevandogli la maglia, andando a baciare la pelle sotto al suo ombelico. -Potresti anche farlo.- sussurrò sulla pelle appena bagnata con la propria saliva.

    Tom deglutì a fatica e grugnì, prendendolo saldamente per le spalle e lo stese sul letto. Posò le mani sulle sue cosce, allargandogli e sollevandogli le gambe mentre si metteva fra esse e sopra di lui. Bill gemette sorpreso e artigliò la sua schiena, conficcando le unghie nella sua pelle lasciando dei piccoli segni rossi incisi.

    -Oh, sei...- Mormorò appena il moretto, pensando che la parola animale andasse più che bene per Tom in quel momento. Sentiva le sue grandi mani stringere le proprie cosce, massaggiandole appena mentre si muoveva contro di lui, stuzzicando con le labbra il suo petto magro.

    Sentì una scarica elettrica attraversargli la schiena e finire nell'inguine, ormai teso e dolorante racchiuso dei boxer e nei pantaloni. Tom sentì l'erezione del compagno premersi contro la propria e soffocò un gemito nella gola, fermandosi nell'assaggiare la pelle di Bill e lo guardò, posando le mani sulla sua cinta. Il moretto lo guardò ed annuì, dandogli il permesso di aprirgliela, cosa che fece immediatamente il maggiore.

    Passò poi allo sbottonare i suoi pantaloni. Insinuò due dita al di sotto di essi e li abbassò lentamente, sfiorando al contempo le gambe del compagno che si inarcò sotto di lui sollevando il bacino, così da aiutarlo nel togliergli i pantaloni. Andarono ben presto a fare compagnia alla maglia di Bill per terra.

    Tom ammirò il corpo del minore e sospirò sporgendosi a baciarlo e posò una mano sulla sua guancia accarezzandola lentamente. Succhiò con forza le sue labbra, aprendogliele con forza come aveva fatto con le sue gambe e leccò lentamente il suo palato, provocando dei piccoli ansimi soffocati da parte del moretto che a sua volta, cercava di dar maggior piacere al ventinovenne.

    Allungò le sue esili mani e sbottonò i pantaloni di Tom strattonandoglieli, e questo lo aiutò a farseli togliere, togliendosi poi da solo la maglia. Si adagiò sul corpo di Bill facendo combaciare alla perfezione i loro petti e le loro gambe; tremarono entrambi sentendosi pelle contro pelle.

    Il libraio prese a muoversi su e giù sul suo bacino, tenendo saldamente le sue cosce con le mani e sollevandogli le gambe potendo toccare in quel modo il suo fondoschiena con la propria erezione, mimando così i movimenti di un vero rapporto. Bill spalancò gli occhi gemendo pesantemente, elettrizzato da quello che stava facendo, lui così intimamente non aveva mai permesso a nessuno di sfregarsi.

    -Voglio farti venire nelle mutande.- Sussurrò maliziosamente Tom al suo orecchio e il moretto si soffocò con la saliva, guardandolo con gli occhi grandi ma li chiuse all'ennesima spinta del compagno. Posò le mani sui suoi avambracci muscolosi e portò il capo all'indietro, cercando di seguire il suo corpo con il proprio.

    Era tutto così nuovo e bellissimo.

    -M-ma mi sporcherò tutto.- Pigolò con le guance rosse per l'imbarazzo e lo sforzo che stava facendo. Tom ghignò e si leccò le labbra, sfregandosi con lentezza facendogli sentire tutta la sua lunghezza e Bill boccheggiò; l'aveva sentito sopra di sé -anche se coperto dai vestiti- ma non immaginava fosse così grande e lungo.

    -E' questo ciò che voglio, voglio che ti sporchi.- Confessò Tom e Bill urlò appena inarcandosi, e la sua schiena si incurvò formando una curva perfetta. Il maggiore percorse quella linea con la mano e sospirò eccitato, era così bello e perfetto in tutto.

    Il moretto si strinse a lui all'improvviso tremando da capo a piedi e gli morse il collo per non urlare quando venne dentro ai propri boxer. Sentì il proprio rilascio caldo sporcare il suo bacino e l'interno cosce coperto dai boxer.

    -Cazzo.- imprecò il minore, leccandosi le labbra e respirando affannato.

    Tom si stese al suo fianco e lo strinse al proprio petto, baciando piano il suo viso ricoperto da minuscole perle di sudore che facevano brillare la sua pelle bianca come quella della neve.

    Il moretto con titubanza prese la mano del compagno e la fece poggiare sui propri boxer, facendogli sentire come fossero bagnati e il ventinovenne lo guardò. Intrufolò lentamente le dita al suo interno sentendo le dita appiccarsi con il suo rilascio; le tirò fuori e se le guardò, leccandosi le labbra e se le portò alla bocca, leccandole appena sotto agli occhi di Bill.

    -Sono buono?- Pigolò sentendo il proprio cuore battere con forza e l'altro annuì, ripulendosi alla perfezione le dita.

    -Molto.- Ammise sinceramente Tom, specchiandosi negli occhi di Bill che sorrise, andando poco dopo a mettersi sopra di lui.

    -Ora tocca a me.- Disse e il compagno non capì, almeno non fino a quando il moretto non gli abbassò i boxer vedendo così il suo sesso per la prima volta.

    Bill boccheggiò davanti ad esso, era... be’, cazzo era ben dotato.
    Decisamente ben dotato.

    Tom deglutì e lo guardò. -Non devi fare niente, io non so cosa tu abbia fatto o meno, ma non devi sentirti costretto a ricambiare.- Esclamò accarezzandogli il capo ma Bill scosse il capo, premendosi contro la sua carezza.

    -Sono ancora vergine, ma il resto, l'ho fatto.- Confessò imbarazzato e il sesso di Tom vibrò a quella notizia; solo l'idea di quanto poteva essere stretto e quanto lo avrebbe potuto allargare quando -e se mai fosse- entrato in lui, lo eccitava.

    Dio, impazziva solo al pensiero.

    -E poi, io voglio.- Ammise Bill avvicinandosi al suo sesso e leccò di sfuggita la sua punta, gesto che fece sussultare Tom che teneva gli occhi fissi sul suo volto, voleva vedere ogni cosa che faceva.

    Il moretto si morse le labbra inumidendosele e prese a posare dei piccoli baci su tutta la sua lunghezza bagnandola, fermandosi poi sulla sua punta lasciandovi sopra una scia della propria saliva che scese lungo il sesso di Tom. Bill lo prese per la base, sentendo la propria saliva fare da lubrificante e prese a muovere la mano su e giù fino a metà, per poi prendere la sua punta in bocca iniziando a leccarla avidamente, quasi fosse un gatto affamato.

    Tom dischiuse le labbra, stringendo le lenzuola con una mano e corrugò la fronte mentre ansimava a bassa voce per le premure del compagno. Quando poi lo vide prendere per metà in bocca, sentì il proprio bacino impennarsi quasi verso quella stretta calda e bagnata, ma si trattenne cercando di restare fermo. Non voleva né spaventarlo e né soffocarlo.

    Bill deglutì attorno al suo sesso facendolo grugnire e posò le mani sulle sue anche, stringendole con le unghie e scese verso il basso lentamente. Rilassò la gola arrivando con lentezza fino alla fine, sentendosi completamente pieno con il sesso del compagno in bocca. Chissà cosa avrebbe provato se invece che lì, fosse entrato da un'altra parte.

    Gemette da solo chiudendo gli occhi; poteva sentire la carne bruciare tanto lo avrebbe allargato meravigliosamente per poi riempirlo.

    -Bill.- soffiò Tom, in preda a un forte gemito e portò gli occhi al soffitto, lasciandosi andare cosa che stupì il minore.

    Era strano averlo nelle proprie mani, ma era così in quel momento.
    Finalmente avrebbe potuto avere fra le mani il suo Tom e farlo impazzire come desiderava.

    Ritirò indietro il capo fino a liberarsi del suo sesso, lasciando di nuovo che la saliva scivolasse dalle sue labbra e cadesse sulla sua erezione lubrificandola. Leccò di piatto la sua punta mordicchiandola appena e riprese a pomparla con la bocca, mentre massaggiava i suoi testicoli con la mano.

    Tom si inarcò appena, sollevando una gambe e portò un braccio sopra al proprio capo tenendosi per la testata del letto. -Dio, santo.- Imprecò a voce alta, sentendo tutto il sangue concentrarsi nella propria erezione e il piacere sballargli il cervello.

    Ogni singola carezza delle mani delicate di Bill lo faceva tremare, la sua lingua, la sua bocca erano qualcosa di dannatamente afrodisiaci e ora averlo lì, che stava facendo quello per lui gli faceva chiamare il nome di tutti i santi del paradiso.

    Avertendolo di scostarsi, Tom si liberò nella sua bocca in un gemito basso e quasi animale, mentre il suo petto muscoloso di alzava e riabbassava velocemente. Bill si leccò le labbra ingoiando e gattonò sopra di lui, osservando il suo volto appagato e sudato.
    Era così bello.

    Si abbassò a baciarlo a fior di labbra e il maggiore lo avvolse fra le proprie braccia, sentendo il sapore del proprio rilascio sulle labbra del ragazzino.

    -Non dovevi spostarti?- Domandò sorridendo, tenendo gli occhi chiusi ed accarezzandogli i capelli.

    Bill ridacchiò e si accoccolò sul suo petto, strofinando il naso sulla sua guancia. -La prossima volta magari.- Lo prese in giro, tirando le lenzuola per coprire entrambi.

    -Dovrei andare.- Borbottò Tom contro voglia, ma l'altro si strinse a lui bloccandolo.

    -Cinque minuti, voglio godermi questo momento.- Ammise Bill sospirando sulla sua pelle sorrise teneramente. Il ventinovenne l'osservò e si morse le labbra, annuendo e tornando a rilassarsi sul letto mentre lo coccolava, baciando con amore il suo capo.

    Finalmente, entrambi sentivano di possedere veramente l'altro, che quello che stavano provando era veramente speciale. Ed erano solo loro due; si strinsero a vicenda, come a volersi fondere assieme. -Solo noi due.- Sussurrò Bill, prima di addormentarsi fra le braccia di Tom e quello sorrise, abbassandosi sulle sue labbra.

    -Sì, solo tu e io.- Sussurrò baciandolo nel sonno.










    Note dell'autrice: papapapapapa e pompino fu ù.ù
    piaciuto il capitolo? scusate il ritardo dolcezze <3
     
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  13. sghycietta
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    Oddio che bello non posso crederci.
    Brava ispirazione che sei tornata! ^-^
    Capitolo stupendo come al solito e finalmente hanno fatto sto passettino!
    Io sono letteralmente, incondizionatamente innamorata di questo Tom così puccioso awwww*-*
    *è una frana a fare i commenti .-.*
    LA ADORO.
     
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  14. #Alien
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    asdjshugncjhcjdkfcnf sto morendo,vi prego datemi una bombola di ossigeno *ç*
     
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  15. …BiscOttina…
        +1   -1
     
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    Che bello sei tornata =)
    Il capitolo è troppo bello e quei due finalmente ci stanno dando dentro era ora =)!!!!
    Awwww sono stupendi insieme :wub:
     
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1304 replies since 22/10/2010, 18:29   40589 views
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