Library “Treasure Island”

NC17, Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP, Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)

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  1. V a l e ~
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    si.. speriamo posti oggi ç__ç anche perchè sennò impazzisco, oggi ho proprio bisogno di leggere, sennò mi uccido ):
     
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  2. …BiscOttina…
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    up!!!!!!!!!!!!!!!!!!
     
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  3. vam zimmer 483
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    upppppppppp
     
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  4. …BiscOttina…
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    up :tears:
     
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  5. •Verdammt Prinzessin•
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    uff.. maryon ma perchè non posti più???

     
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  6. …BiscOttina…
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    up!!!
     
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  7. ~Maryon‚
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    Titolo: Library “Treasure Island”
    Autore: ~Maryon‚
    Beta: SalatAlien
    Rating: NC17
    Genere: Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP.
    Avvisi: Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)
    Disclaimers: Non possiedo né i Kaulitz né i Tokio Hotel, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.
    Riassunto: -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli. -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill.




    Quinto Capitolo
    -It is beautiful-










    Andreas osservò con attenzione il sorriso del proprio migliore amico, che stava sospirando ormai da almeno venti minuti, guardando ogni secondo il cellulare che aveva posato sul banco. Bill aveva iniziato a rimettere le proprie cose nella tracolla, mentre sorrideva e ridacchiava appena, scuotendo la testa.

    -Okay basta, dimmi perchè sei così felice!- Gli ordinò Andi posando una mano sul suo braccio fermandolo da quello che stava facendo.

    Bill sorrise guardando la mano dell'amico per poi alzare lo sguardo su di lui. -Cosa?- Domandò mentre i suoi occhi brillavano ed Andi sospirò sbuffando.

    -Cos'hai?- Chiese nuovamente lasciando andare il braccio dell'amico, che tornò a sistemare la propria roba.

    -Mhm...- Sospirò Bill guardando il l'ora sul cellulare. -Mi viene a prendere oggi.- Disse con voce piccola, chiudendo la tracolla e posandola sul banco.

    -Chi?- Domandò ancora il biondo.

    -Tom... da oggi ogni volta che mamma resta a lavoro a mangiare, io pranzo con lui.- Gli spiegò lasciando a bocca aperta l'amico.

    Questo sbatté le palpebre passandosi una mano fra i lunghi capelli biondi, guardandosi attorno impressionato. -E meno male che ti avevo detto di stargli lontano.- Mormorò allibito Andi, incrociando le braccia sul banco, osservando l'orologio appeso alla parete dietro alla professoressa, che tra l'altro, stava ancora spiegando.

    -Sì ma, non faccio niente di male, mi piace stare con lui.- Affermò Bill arricciando le labbra e imbronciandosi. Andreas sorrise davanti all'espressione dell'amico.

    Non poteva farci niente, qualsiasi cosa facesse, bastava che mettesse su il suo adorabile broncio e cedeva ad ogni sua idea. -Ti piace lui, precisiamo eh!- Esclamò Andi punzecchiando l'amico che sorrise radioso, annuendo sussurrando il nome del librario.

    Il biondo sbuffò ruotando gli occhi, decidendo subito dopo di restare in silenzio, tanto ormai l'amico era cotto e stracotto.

    Quando la campanella segnò le fine delle lezioni per quel giorno, Bill scattò in piedi, afferrò Andreas per mano e lo costrinse ad uscire di corsa dalla classe, sotto gli occhi confusi della maggior parte degli studenti che venivano superati. Appena fuori dal portone dell'istituto il moretto prese a guardarsi attorno nel cortile, osservando però prima il cancello.

    -Eccolo.- Pigolò con le guance che di nuovo stavano diventando di un rosso accesso, puntò il dito verso il librario e Andreas lo notò; Tom era seduto su una delle panchine, allegramente spaparanzato con le braccia aperte e poggiate sullo schienale della panchina. Gli occhi chiusi mentre muoveva la testa avanti e indietro, seguendo la musica che le cuffie del suo iPod riproduceva nelle sue orecchie.

    Il moro sorrise intenerito e lasciò andare la mano dell'amico andando lentamente verso il librario. Si fermò proprio davanti a lui osservandolo, ascoltando le parole della canzone che stava ascoltando e che lui, a bassa voce ripeteva. -Sto cadendo nel nero, scivolando tra le screpolature, cadendo nella profondità, potrò mai tornare indietro?- Sussurrò e il moro strinse l'orlo della propria maglia, mordendosi il labbro inferiore troppo timido dal risvegliarlo da quel momento di relax. -Eri la mia forza, ho perso tutto quello che amo... Non lasciarmi qui così, non riesci a sentirmi urlare dal profondo degli abissi?- Cantò ancora Tom ed arricciò il naso sentendo come l'impressione che qualcuno lo stesse osservando. Riaprì lentamente gli occhi. -E adesso voglio te, il mio desiderio.- Mormorò incrociando gli occhi del moro che sentendo quell'ultima frase, fu sicuro che le farfalle che aveva nello stomaco erano impazzite di colpo.

    Tom sorrise al ragazzino e si levò gli auricolari, spense l'iPod e lo posò nella propria borsa per poi alzarsi e accarezzare il capo del moretto. -Da quanto tempo mi stavi spiando?- Domandò andandogli poi a tirare piano una guancia e Bill arrossì, abbassando lo sguardo.

    -Ero appena arrivato.- Ammise calciando un sassolino per terra, guardando di sottecchi l'altro da sotto la frangia.

    Tom rise e gli posò una mano sulla spalla, accarezzandogli di sfuggita il collo con il pollice. -Che ne dici, andiamo a casa?- Domandò e Bill squittì assentendo vigorosamente, trattenendosi dal saltellare per tutto il cortile.

    Quando gli aveva sfiorato il collo si era sentito sciogliersi ma sperava vivamente che le sue guance non lo tradissero, diventando di un rosso aragosta.


















    -Allora cosa mangiamo?- Chiese Tom, entrando con il moretto nella sua cucina.

    Quel giorno avrebbero mangiato da Bill.

    Questi aprì il frigo, facendogli spazio picchiettandosi il dito indice sulle labbra leggermente arricciate. -Io ho tanta fame.- Pigolò mentre il suo stomaco brontolava e arrossì, facendo ridere il librario.

    -Che ne dici, tagliatelle al sugo?- Propose Tom, iniziando ad aprire ogni mobile alla ricerca di quello che gli serviva, trovando la pentola e riempiendola di acqua calda, mettendola poi a bollire. Dopo, quando trovò il mobile dove Simone teneva la pasta iniziò la ricerca delle tagliatelle, trovandole in fondo, coperte dalla scatola del riso.

    -Farò il sugo tipo quelle lasagne, che dici?- Disse a Bill, mentre leggeva quanto tempo ci voleva per far cuocere la pasta.

    -Lo sai fare?- Chiese il moretto, mentre i suoi occhietti si allargavano e si sporse, aggrappandosi al braccio del librario.

    Quello annuì sorridendogli. -Sono bravo a cucinare, ti insegno?- Domandò e Bill saltellò sul posto, annuendo.

    -Così poi la cucino a mia madre.- Ammise, immaginandosi già come la donna sarebbe stata felice del gesto.

    I due aspettarono che l'acqua bollisse ed il moretto apparecchiò la tavola, aiutato da Tom che metteva le cose in tavola mentre Bill le prendeva dai mobili. Mangiarono tranquillamente, misero a posto la cucina e andarono in salone sedendosi sul divano accendendo la televisione, rilassarsi dopo pranzo era d'obbligo.

    -Non mangiavo così bene da troppo tempo.- Mormorò Bill portandosi una mano davanti alla bocca e singhiozzando, per poi guardare il librario imbarazzato.

    Quello si rilassò sul divano, massaggiandosi lo stomaco restando ad occhi chiusi. -Non provare ad adularmi.- mormorò sorridendo e Bill rise, spingendolo appena per poi poggiare il capo sulla sua spalla mentre osservava il televisore.

    Girò il capo, facendo sprofondare il volto nell'incavo del collo di Tom che riaprendo gli occhi, osservò la sua chioma nera e sorrise. -Coccole?- Suppose, cingendogli le spalle con il braccio e prese ad accarezzargli lentamente la nuca, sfiorandola con le dita.

    Bill rabbrividì e sorrise annuendo, stringendosi a lui come un gatto desideroso di coccole. Inspirò con forza il suo odore mischiato alla colonia e sospirò. Era così penetrante da stringergli lo stomaco. Era così da uomo, non come quelli che aveva sempre sentito. Rimase a farsi coccolare, il film non era interessante, non c'era niente di meglio di farsi fare le coccole da Tom, sicuramente.

















    Tom rise girando sulla sedia con le rotelle del ragazzo, portando il capo all'indietro osservando la stanza sottosopra. Si fermò ritrovandosi con la schiena rivolta verso Bill, riuscendo comunque a vederlo in faccia. Questo sorrise e si abbassò a baciargli la fronte, per poi fargli una pernacchia e scappare via.

    -Come osi!- Esclamò Tom alzandosi di scatto e andandogli dietro, cercando di afferralo per la maglia, mentre il moretto correva come una gazzella fra i mobili della casa.

    -Tanto non mi prendi.- Affermò Bill saltando uno sgabello e aggirando il tavolo del salone, mentre Tom si ritrovava dall'altra parte. Quando il moretto provava ad andare da un lato, Tom andava nel medesimo punto ma bastò una piccola finta da parte del sedicenne per riuscire a scappare dalla presa del librario che annaspò.

    -Sei un bisonte.- Lo prese in giro Bill, saltando sopra il divano e ritornando poi a correre per corridoio, pronto a ritornare in camera. Entrò in essa mentre Tom gli era dietro e poco prima che potesse salvarsi, il librario lo abbracciò da dietro sollevandolo da terra.

    Urlicchiò agitando le gambe. -Oddio oddio, lasciami pazzo.- Gridò Bill provando a liberarsi, pizzicando le sue braccia ma l'altro rise scuotendo il capo e si gettò a peso morto sul letto, facendo rimbalzare entrambi sul materasso.

    -Sei un pazzo.- Affermò il moro continuando a tenere stretto a sé il ragazzino, respirando entrambi affannati fra le risate.

    Bill si rigirò fra le sue braccia e strofinò come un gatto, il viso sul suo petto, sospirando felice. -Come sei caldo.- Sussurrò aggrappandosi con le lunghe dita alla maglia di Tom, che sorrise intenerito. Bill si spinse più su, facendo leva con il piede sul materasso e senza volerlo, sfregò la coscia contro l'inguine del librario che trattenne il fiato, stringendo il corpo del moretto fra le proprie grande braccia.

    -Come un piumone caldo, ideale per l'inverno.- Ammise Tom accarezzandogli piano i capelli, passando di sfuggita le dita sulla sua nuca scoperta e Bill annuì.

    -Però le trapunte stanno sopra.- Puntualizzò riaprendo gli occhi e puntandoli sul volto dell'altro, baciandogli il mento riuscendo a farlo arrossire.

    Tom tossì imbarazzato e portò lo sguardo sul ritratto, accarezzando il volto di Bill disegnato, ma questi afferrò la mano del librario portandola sulla propria guancia facendogli capire che voleva essere accarezzato. Tom passò le sue dita fra i capelli del moretto, poggiando il palmo caldo sulla sua guancia e quello chiuse gli occhi tremando ad ogni carezza, girando il capo e con un gesto spontaneo baciò il suo palmo.

    Il librario avvolse meglio il corpo fragile e piccolo di Bill, sollevandolo più in alto così che fossero faccia e faccia e lasciò scorrere le dita sul suo collo, delineando quel piccolo pomo d'Adamo e Bill si morse le labbra, spingendosi ad ogni tocco.

    -Hai le mani grandi.- Sussurrò in un sospirò e socchiuse gli occhi.

    Tom fece vagare al meglio il proprio sguardo sul volto rilassato del sedicenne. Le labbra socchiuse e rivolte verso l'alto, leggermente lucide per via della saliva e il nasino all'insù. Lo sfiorò con il dito indice e Bill lo arricciò appena, corrugando le sopracciglia e mugugnò contrariato riaprendo gli occhi.

    -Stupido.- Scherzò sporgendosi e mordendo il dito del librario che scoppiò a ridere, provando a scappare ai denti del moretto, che però non mollò la presa.

    -Molla l'osso cagnolino.- Esclamò Tom pizzicandogli con l'altra mano il fianco da sopra la maglia. Bill gridò preso alla sprovvista e si piegò, allontanandosi dalle dita dell'uomo.

    -Stupido cagnolino.- Disse dandogli una piccola botta in testa, ed il moretto si portò le mani al capo, piegandosi a riccio sopra l'uomo provando a difendersi.

    Tom lo guardò inarcando un sopracciglio e si tirò su, mettendosi seduto e lo afferrò fra le braccia alzandosi del tutto. Bill lo guardò confuso e il librario sorrise, facendolo stendere e si mise sopra di lui coprendolo con il proprio corpo. -Carina la coperta Tom?- Domandò dolcemente all'orecchio di Bill che arrossì e per non farsi vedere in volto, lo nascose contro l'incavo del librario per poi annuire.

    -Molto calda.- Rispose abbracciandogli il collo e divaricando le gambe, facendolo sistemare fra esse e sospirò beato.
    'Se non ci fossero i vestiti sarebbe meglio.' pensò dentro di sé il moretto e si morse la lingua, scuotendo piano il capo. Si sentiva un maniaco a fare certi pensieri, però il fatto che Tom fosse in mezzo alle sue gambe e gli accarezzasse con una mano il braccio mentre gli respirava contro l'orecchio non aiutava.

    Il librario si mosse piano, pressando senza volerlo il corpo del ragazzino contro il materasso e fece sfregare i loro petti, strinse il suo braccio e poggiò il capo sul cuscino così da osservare il suo profilo.

    Bill girò a sua volta il viso osservando dritto negli occhi Tom e gli sorrise dolcemente, andandogli ad accarezzare la guancia con la punta del naso. Quello ridacchiò mentre il moretto percepiva contro la punta del naso la ricrescita della barba del compagno. -Tra un po' dovrai raderti.- Gli disse, e Tom alzò le spalle, rafforzando la presa sul suo corpo facendolo fremere.


    Entrambi potevano sentire il respiro dell'altro sfiorare la propria bocca.


    Tom portò gli occhi sulle labbra del moretto; erano così vicine e invitanti… Un bacio, un bacio non poteva fare male vero? Bill si morse le labbra, inumidendosele con la saliva e si sporse contro il volto del librario, premendo il naso contro la sua guancia e inspirando il suo profumo. Tom accarezzò con lenti movimenti la sua schiena, sentendo e contando le costole; forse era troppo magro, ma ugualmente bellissimo.

    Bill sospirò e chiuse gli occhi sporgendosi ancora verso di lui, sentiva la mano di Tom risalire lungo il suo braccio e posarsi dietro la sua nuca, spingendolo quasi contro il proprio viso. Tom era ancora ad occhi aperti che guardava il volto del sedicenne avvicinarsi al proprio, sentiva lo stomaco stringersi di colpo e il cuore battere all'impazzata. Poteva correre un rischio con quel ragazzino?

    Bill strinse il braccio di Tom e percepì il respiro di quello contro la propria bocca, sentiva che mancava poco, sentiva che l'altro non si stava tirando indietro. Qualcosa vibrò all'improvviso sul comodino del moretto e questo spalancò gli occhi di colpo, si tirò indietro boccheggiando ed osservò il volto del librario sorpreso del suo gesto. Fece per girarsi e afferrare il cellulare quanto Tom si morse le labbra.


    Al diavolo le probabilità e qualsiasi legge gli impedisse di cedere.


    Prima che potesse capire cosa stesse succedendo, Bill sentì la mano di Tom afferrarlo per il polso facendolo girare verso di sé e lo abbracciò con forza, riportò la mano sulla sua nuca e si spinse questa volta lui contro la sua bocca. Non si fermò, non attese niente. Decise e basta.
    Premette la propria bocca contro quella del moretto che in un primo momento spalancò gli occhi diventando rosso, ma quando capì cosa stesse succedendo chiuse gli occhi e si spinse contro la sua bocca. Prese il volto del librario fra le mani, gemendo a quel contatto e sorrise nel bacio.

    Tom tremò a quel verso e sentì il proprio stomaco fare una capriola. Fece stendere il ragazzino sotto di sé e lo coprì con sé stesso, mentre le sue labbra non si muovevano da quelle del moretto. Quando entrambi sentirono di aver bisogno di aria si staccarono lentamente, lasciando che le proprie labbra si sfiorassero un ultima volta.

    Bill artigliò le spalle di Tom e questo posò la fronte sulla sua, riaprendo lentamente gli occhi trovando il volto del moretto completamente rilassato e rosso, con un dolce sorriso sulle labbra. Anche Bill aprì lentamente le palpebre, quasi per paura che fosse stato tutto un sogno e quando ritrovò gli occhi ansiosi e preoccupati di Tom riflessi nei propri non riuscì a non sorridergli a stringersi di più a lui. Gli accarezzò una guancia per tranquillizzarlo e il librario sentì come se i ruoli si fossero invertiti.

    Sembrava ora lui il ragazzino che andava rassicurato.

    Aprì la bocca per dire qualcosa ma Bill lo zittì andandolo a ribaciare piano, avvolgendo le sue labbra con le proprie e Tom sospirò piacevolmente sorpreso, rispondendo poi a quel bacio. Portò una mano sul suo fianco e lo accarezzò lentamente, mentre le mani del sedicenne passavano ad esplorare la sua schiena muscolosa. Non si accorsero del tempo che passava, delle lancette che velocemente andavano avanti e quei contatti timidi, quasi imbarazzati perchè andavano ad esplorare il corpo o la bocca dell'altro, il loro sapore. Le lingue lentamente si accarezzavano andando poi ad intrecciarsi, leccarsi a vicenda lasciando che si scambiassero una scia umida di saliva.

    -E' bello.- Ammise ad un certo punto Bill ridacchiando piano, intimorito dal poter spezzare il momento perfetto e Tom annuì concordo, trovando più che piacevole stare con lui e fare quello.

    -Molto bello.- Disse il librario, stendendosi al suo fianco ed abbracciandolo affondando il volto nei suoi capelli, inspirando con forza il suo odore. La suoneria del cellulare di Tom partì e quello gemette frustrato, costringendosi ad alzare visto che lo aveva lasciato nella borsa in salone. Si scusò con il sedicenne che lo guardò uscire dalla camera da letto, si morse le labbra per non urlicchiare felice e non resistette, non poteva stare seduto ed aspettarlo.

    Silenziosamente, camminando sulle punte dei piedi, raggiunse il salone e vide Tom parlare, probabilmente con un fornitore; questo tirò fuori dalla borsa un'agendina e l'aprì segnando qualcosa sopra poi rimise il tutto nella borsa. Bill avanzò nella stanza e si fermò davanti alla borsa del librario mentre questo gli dava le spalle.

    -Chissà cosa ha scritto.- pigolò a bassa voce piegando il capo di lato, assottigliò gli occhi e provò a guardare dentro la borsa senza però toccarla. Sperava che la vista a raggi x gli comparisse all'improvviso? Non si accorse però che il moro aveva chiuso la chiamata e lo stava osservando alquanto divertito dal suo comportamento, per non disturbarlo troppo gli si parò di dietro e allungò una mano posando il cellulare nella borsa e Bill squittì girandosi a guardarlo, trovandolo vicino a sé.

    -Cosa spiavi?- Gli domandò Tom e il volto del sedicenne si colorò di rosso.

    -Nulla, provavo a spiare ma è dura senza toccare.- Spiegò facendo sorridere il librario. Questi afferrò la propria borsa e prese per mano Bill, si sedette sul divano e fece sedere il moretto sulle proprie gambe poggiandogli la borsa fra le mani.

    -Spia pure.- Acconsentì e Bill aprì la bocca in una piccola 'o', poteva spiare il contenuto. Ghignò divertito e iniziò a tirare fuori quello che Tom si portava dietro: cellulare, portafoglio, iPod, un paio di penne, l'agenda sulla quale aveva scritto e due grossi quaderni legati con un nastro.

    Sembravano dei quaderni vecchi e usati, proprio come il nastro azzurro leggermente scolorito.

    -Cosa sono?- Domandò titubante indicandogli l'oggetto il questione e Tom sorride dolcemente, prendendo in mano la coppia di quaderni, sciogliendo con maestria il fiocco fatto con il nastro.

    -Sono una specie di diario che teneva mio nonno. Non ha scritto quasi niente anche se ha vissuto per tanti anni, per certe cose era un vero e proprio sfaticato.- Disse ridacchiando e Bill si accoccolò al suo petto, sicuro che ci fosse altro che stava per dire il librario.

    Tom infatti sospirò e aprì il primo diario accarezzando la data in alto del quaderno. -Questo lo ha iniziato quando ha conosciuto mia nonna, era davvero innamorato di lei. L'ha corteggiata alla vecchia maniera, proprio come si faceva una volta.- Ammise girando delicatamente le pagine appena ingiallite ai lati. -Guarda che bella citazione che ha scritto dopo che era uscito la prima volta con lei.- Mormorò Tom porgendogli il quaderno. Bill lo prese titubante fra le mani e abbassò lo sguardo sulla bella scrittura che adornava le pagine.

    -Domenica saremo insieme, cinque, sei ore, troppo poco per parlare, abbastanza per tacere, per tenerci per mano, per guardarci negli occhi.- Lesse a voce alta Bill e sospirò intenerito, leggendo in basso Praga, 8-9. VIII. 20 'Domenica Sera' – Franz Kafka; a quanto pare era da lì che aveva tratto la citazione. -Doveva essere davvero innamorato e tanto dolce.- Disse il sedicenne ridandogli il quaderno e Tom annuì sorridendo, richiudendo i quaderni assieme con il fiocco. Rimise a posto la propria borsa e la poggiò dall'altra lato del divano; prese una mano di Bill con la propria e osservò la differenza della propria pelle, su quanto fosse grande la propria e piccola quella del moretto. Le sollevò assieme e andò a baciargli il dorso della mano, come se fosse una principessa e Bill arrossì mentre i suoi occhi luccicavano felici.

    -Aw, che dolce.- Esalò gettandogli le braccia al collo e andò a baciarlo felice.

    La serratura della porta di casa scattò e Bill e Tom nel medesimo istante si staccarono, andando l'uno all'estremo del divano. Si guardarono complici e sentì la voce di Simone avvertirgli che erano tornati.

    Bill si morse le labbra e andò incontro alla madre abbracciandola felice. -E' andata bene a lavoro?- Le domandò e la donna annuì per annuire.

    -Parecchio stancante, ma nulla è troppo per la tua mamma.- Disse massaggiandosi una spalla facendo sorridere il figlio.

    -Ciao Simone.- La salutò Tom, con la borsa in spalla. Quella si voltò e gli sorrise raggiante.

    -Ciao caro, spero che questa peste non ti abbia dato troppi problemi.- Mormorò.

    Bill arricciò le labbra, incrociando le braccia al petto offeso da quello che aveva detto la madre. -Non sono una peste.- Borbottò e Tom rise, accarezzandogli dolcemente il capo.

    -No ma che! Mi sono divertito davvero tanto, è stato un pomeriggio divertente.- Ammise guardando il sedicenne e gli sorrise.

    -Bene, io vado a cambiarmi, un bel bagno lungo un'ora non me lo toglie nessuno.- Dichiarò Simone salutando Tom e si avviò velocemente in camera, chiudendocisi dentro.

    Intanto il librario afferrò la propria giacca e guardò Bill mettendosi davanti la porta. -Allora io vado al mio appartamento...- Mormorò imbarazzato e il moretto guardò la porta della madre, assicurandosi che fosse chiusa e si avvicinò a lui stringendogli con una mano la maglia.

    -Non scappi da me un'altra volta?- Gli chiese a bassa voce, seriamente preoccupato e il librario scosse la testa, andando velocemente a baciarlo a fior di labbra, infilandogli intanto nella tasca della felpa un bigliettino.

    -E' il mio numero, fatti sentire.- Sussurrò sulle sue labbra Tom, prima di andare via e chiudersi la porta alle spalle.

    Bill si toccò le labbra con le mani e sorrise, per poi urlare dalla gioia iniziando a saltare fino alla camera da letto dove si getto sul materasso. Premette il volto nel cuscino e sentì l'odore della colonia dell'uomo su esso. Dio, si sentiva così leggero e felice finalmente…

    Si ricordò solo dopo del cellulare ancora poggiando sul comodino e lo afferrò, trovando un messaggio da parte di Andreas. Lo aprì e lo lesse, gli chiedeva come fosse andato il pomeriggio con Tom. Bill si poggiò il cellulare al petto e sospirò, per poi iniziare a digitare una risposta veloce all'amico. Non era certo che gli avrebbe detto tutto tutto su quello che gli era successo.

    Tamburellò le dita sul cellulare inviandolo e guardò il soffitto, prendendo poco dopo dalla tasca della felpa il foglio su cui Tom gli aveva scritto il suo numero di cellulare. Quando avrebbe dovuto chiamarlo? O forse era meglio un messaggio? Infondo si erano lasciati da poco, non voleva sembrare troppo appiccicoso ma voleva veramente sentirlo ancora.





    Nel frattempo Tom a casa sua era impegnato a fumarsi una sigaretta in terrazza, il cellulare stretto nella mano sinistra e nella destra la sigaretta. Era quasi speranzoso che il ragazzino lo contattasse subito. Forse sarebbe stato meglio chiedergli il suo numero invece di dargli il proprio. -Sì, così avrei fatto la figura del ventinovenne smidollato che si è preso una cotta come una tredicenne in calore.- Si disse da solo scuotendo il capo, gemendo frustrato e portò i piedi sopra la ringhiera della terrazza.

    Guardò l'ora sul cellulare l'ennesima volta, riscontrando ancora che era passata sola mezz'ora da quando era tornato a casa, magari Bill stava studiando o si era messo a riposare. Perchè si stava facendo tanti problemi? Era abituato ad aspettare... no, non lo era più da tempo. Era da anni che non succedeva che aspettasse con tanta impazienza che una persona che gli piaceva lo contattasse, ammise a sé stesso.

    Fece un nuovo tiro dalla sigaretta e poggiò sulla gamba il cellulare, per passarsi così la mano fra i cornrows quando il cellulare prese a vibrare. Lo prese in mano trovando un messaggio di un numero non salvato in rubrica, il cuore gli batté con forza. Poteva essere lui?
    Si morse le labbra e aprì il messaggio.

    Non sapevo quando scriverti, non volevo sembrare né troppo ansioso e né indifferente... Che ragazzino stupido che sono, vero?
    Bill.


    Tom trattenne il fiato nel leggere quelle poche parole, lo rispecchiavano. Si sentiva così strano, un'emozione che non aveva mai provato gli stava invadendo il petto fino a riscaldarlo nell'anima. Era una sensazione dolce, appagante, che lo faceva sentire leggero come non gli era mai successo. Come nei libri, la magia di quel sentimento amore lo stava circondando, anche se era troppo presto perchè lui lo capisse veramente.

    Prese a digitare velocemente la risposta.

    Allora credo di esserlo pure io, stavo aspettando un tuo messaggio ma avevo paura che non lo facessi.

    Inviò il messaggio e si alzò, poggiandosi con gli avambracci alla ringhiera e alzò il capo verso il cielo. La luna era per metà coperta da una nuvola scura, che si confondeva con l'intensità del blu del cielo. Strinse con la mano il cellulare, sospirando piano, e chiuse gli occhi godendosi l'odore della nicotina che si sollevava dalla propria sigaretta, mischiato ai fiori del giardino. Come in un giardino magico, si sentiva volare.

    Il suo cellulare vibrò di nuovo e sorrise, ancora prima di leggere il messaggio.

    E' strano sentirsi così stupidi, emozionarsi per un qualcosa che non si sa definire. Non mi era mai capitato, è normale?

    Il moro si leccò le labbra inumidendosele, deglutendo e sentendosi nel medesimo modo.

    Credo, a dire il vero non era successo nemmeno a me. Dovrebbe essere normale emozionarsi per qualcosa di nuovo, sopratutto se fa star bene.

    Attese la risposta del moretto mentre finiva di fumarsi la sua sigaretta. Sapeva perfettamente in che guai si stava andando a mettere, ma non riusciva a trovarci niente di male. L'età. Sono numeri che alla fine non contano niente, se c'è la leggera sensazione di starsi innamorando di un'altra persona. Se tutti la pensassero a quel modo sarebbe tutto più semplice; Tom scosse la testa, purtroppo non era così, il mondo non la pensava così. Forse tenendo tutto nascosto, capendo e vivendo quello che stava succedendo, avrebbe capito se ne valeva la pena.
    Aprì la nuova risposta di Bill e sorrise.

    Ti faccio star bene?

    Sì, mi sento leggero. Svuotato dal nervosismo e dall'ansia di giorni e giorni.

    Inviò il messaggio arricciando le labbra, spegnendo la sigaretta e gettando la cicca nel posacenere per poi rientrare in casa, beandosi del calore presente fra le pareti dell'appartamento. Si sedette sul proprio divano, prendendo in mano il proprio iPod e mettendosi le cuffie nelle orecchie, mettendo la riproduzione casuale.

    Anche io mi sento leggero, come se stessi volando.
    Che strano... voglio capirci di più, mi sa che mi toccherà restarti attaccato come una piccola cozza.


    Tom lesse e rise allegramente, rispondendo. Rispondendo anche al messaggio che gli arrivò dopo, e quello dopo ancora e così via, non pensando ai soldi che stava spendendo. Non gli importava, voleva solo scrivere a Bill, parlare con lui ancora e ancora, per tutta la sera se sarebbe servito. Voleva capire anche lui di più.






    Note dell'autrice: avete visto, avete visto? u.u si sono baciati.
    Spero vi piaccia ç.ç
     
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  8. MorgieStorm
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    è....è...è...non lo so com'è....
    non ci sono parole!

    era esattamente così che doveva andare...bravo Tom che ha mosso il suo culetto finalmente! :wub:
    ....solo che devo aspettare il prossimo capitolo per sapere cosa combinano quei due....
    che sofferenza! :sigh:
     
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    waaaaaaaaaaaaaa maryonnnn finalmenteeeee ç_______ç
    Che bello che bello si son baciatiiiii*___*Tommolo bravooo non farti problemi sull'età v.v continua così e vedrai cje Bill ti fará impazzire in tutti i sensi è.è cavolo non vedo l'oraaaa,son una pervertita lo sho ma tutti quegli avvisi m'incuriosiscono troppo o___o
    Poi scritte da te fanno effetto al triplo non so se mi spiego xDDD
    Cerca di postare presto mettiti nei nostri panni:povere lettrici assetate di letturaT____T
    pi esse=Maryon ma "our time"???non la riprendi più??=(=(=(
     
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  10. •Verdammt Prinzessin•
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    Finalmente il bacio tanto atteso!
    Il capitolo è bello come sempre..
    Pero credo siano tutte d'accordo se dico che dovrersti postare subito un altro capitolo
    visto che la settimana scorsa hai saltato u.u
    No??
    :P

     
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    sisi io son daccordo v.v xDD
     
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  12. …BiscOttina…
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    Che bello Tom si è lasciato andare e finalmente si sono baciati e sono letteralmente dolciotti insieme. Amore allo stato puro !!!!!!!!

    CITAZIONE
    Pero credo siano tutte d'accordo se dico che dovrersti postare subito un altro capitolo
    visto che la settimana scorsa hai saltato u.u
    No??

    Non posso essere che d'accordo ^_^ Quotooooooooooooooooooooo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    Ancora complimenti per il capitolo :lol: !!!!
     
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  13. ~Maryon‚
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    Impossibile mi dispiace, non è finito l'altro capitolo = D
    Comunque grazie care.
     
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    vabbé aspettiamo lo stesso v.v
     
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  15. jada.1984
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    che bello una storia che mentre la leggi ti fa sorridere e sospirare...
    sono belle le sensazioni che provano e le scrivi bene complimenti!
     
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1304 replies since 22/10/2010, 18:29   40589 views
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