Library “Treasure Island”

NC17, Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP, Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. aissha75
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    uuuuuuuuuuuuuuuuuupppp
     
    Top
    .
  2.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    sotto

    Group
    Member
    Posts
    1,770
    Location
    Dalle mutandine di miss Bill Kaulitz u.u

    Status
    Offline
    uppppp
     
    Top
    .
  3. •Verdammt Prinzessin•
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    uuuuuuuuuuuuuuuuuppppppppppppppp

     
    Top
    .
  4.     +1   -1
     
    .
    Avatar

    sotto

    Group
    Member
    Posts
    1,770
    Location
    Dalle mutandine di miss Bill Kaulitz u.u

    Status
    Offline
    up
    upup
    upupup
    upupupup
     
    Top
    .
  5. …BiscOttina…
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    up
     
    Top
    .
  6. cico90th
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    up
     
    Top
    .
  7. .Lulli_Style.™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    up ç.ç
     
    Top
    .
  8. …BiscOttina…
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    up
     
    Top
    .
  9. °Ric@
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Uppissimo!
     
    Top
    .
  10. •Verdammt Prinzessin•
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Dov'è il capitolo?!?!
    O__________________________O
    Postaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!!!!!

     
    Top
    .
  11. .Lulli_Style.™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ha problemi con la connessione e non riesce ad accedere al forum )=
     
    Top
    .
  12. ~Maryon‚
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Okay c.c miracolo, ce l'ho fatta. Posto velocemente prima che mi salti tutto di nuovo. Buona Lettura <3

    Titolo: Library “Treasure Island”
    Autore: ~Maryon‚
    Beta: SalatAlien
    Rating: NC17
    Genere: Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP.
    Avvisi: Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)
    Disclaimers: Non possiedo né i Kaulitz né i Tokio Hotel, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.
    Riassunto: -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli. -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill.





    Secondo Capitolo

    - What Were We Going To Do? -










    Bill si stropicciò gli occhi gemendo subito dopo di un forte dolore alla testa; se la prese fra le mani, rigirandosi fra le coperte fino a coprirsi del tutto. La sua bocca era impastata, e sentiva come se un concerto rock fosse appena iniziato nella propria testa. Forse più che rock era un concerto screamo, visto che tutte le persone del pubblico stavano urlando spaccandogli il cervello. -Mai più, non berrò mai più.- Sibilò corrugando la fronte e tirando fuori la mano da sotto le coperte, spegnendo in malo modo la sveglia. Si tirò lentamente su a sedere, poggiando il sedere sui talloni per poi mugugnare di dolore sollevando nuovamente il fondoschiena; gli faceva male. Dopo essersi preso qualche minuto restando a bocca aperta a fissare il poster di Nena, si decise ad alzarsi con le gambe che tremavano appena. Guardandosi attorno, si grattò il capo chiedendosi come fosse arrivato in casa, ma poi notò un foglio sul proprio comodino e lo prese.


    «Se ti stai chiedendo come sei arrivato a casa, te lo spiego subito. Ti ho portato io di peso, visto che eri completamente ubriaco. Tranquillo, non dirò niente a tua madre, in fondo ogni tanto non fa male ubriacarsi. Ah, se ti domandi anche come mai hai ti fa male il... fondoschiena, beh, che tu ci creda o meno sei caduto facendoti quattro gradini con il sedere, -Bill scoppiò a ridere a bassa voce- comunque spero che tu non stia troppo male questa mattina.


    A presto, Tom.


    P.s:
    Basta Angeli Azzurri per te, non li reggi piccoletto.
    (: »





    Bill si ritrovò a sorridere a quel nomignolo e piegò con cura il foglietto, posandolo nel cassetto del comodino dove aveva posato anche il libro comprato nella libreria di Tom. Lo prese in mano guardandolo e sbuffò ricordandosi il compito assegnatogli a scuola. Decise che quel pomeriggio avrebbe iniziato a leggerlo, tanto prima o poi avrebbe dovuto iniziare. Sospirò ed iniziò a preparare la propria tracolla per andare a scuola. Appena la finì, rifece il letto e sistemò sopra ad esso i vestiti per quel giorno. Uscì dalla camera andando nel bagno e si fece una doccia veloce, facendo attenzione ad asciugare l'acqua che era caduta sul pavimento per poi accendere il phon e iniziare ad asciugarsi i capelli, ma nel giro di qualche minuto aveva già spento quel dannato apparecchio elettronico gemendo di dolore al capo.

    -La testa.- Grugnì per il mal di testa ed uscì dal bagno andando in cucina. Afferrò la Novalgina dal mobile e versò alcune gocce in un bicchiere, poi ci versò dentro un po' d'acqua mandò tutto giù in una volta, storcendo il naso per via del gusto amarognolo della medicina. Sciacquò il bicchiere per poi posarlo e sospirò prendendo la macchinetta del caffè.

    Ci guardò dentro, spalancò gli occhi e urlò. -Dov'è il mio caffè?- Gridò, iniziando a cercarlo nelle varie tazze come se si fosse magicamente spostato. Si guardò attorno e gridò di nuovo. -Dov'è la mia colazione? Mamma!- Urlò sbattendo un piede per terra, correndo poi verso la camera della madre, trovandola ancora beatamente addormentata.

    Bill saltò sul letto, spingendo la donna che sussultò ed urlò spaventata. Si mise seduta guardando il figlio con un adorabile broncio impresso sul viso e si portò un mano fra i lunghi capelli biondi. -Ma ti sembra il modo di svegliarmi?- Lo rimproverò, mentre il ragazzino corrugava la fronte. -Mà, perchè non hai fatto la colazione e il caffè? Non posso andare a scuola a stomaco vuoto!- Si lamentò il figlio saltellando sul letto.

    Simone spalancò gli occhi incredula, guardò la sveglia sul comodino e gemette frustrata. -Bill, vattene a letto, Dio santo.- Esclamò ristendendosi e coprendosi con le lenzuola fin sopra la testa.

    Il figlio la guardò e le tirò via le coperte trovandola solo in biancheria intima.
    -Dai, non voglio fare tardi a scuola.- Pigolò tenendo strette fra le dita le lenzuola, mentre la donna cercava di ricoprirsi.

    -Bill, vattene da qui.- Mormorò lei ma l'altro scosse la testa, non se ne sarebbe andato via se la madre non si sarebbe alzata. –Bill, Dio, è domenica vattene.- Urlò ancora lei, ed il moro lasciò andare le lenzuola spalancando la bocca.

    -E' vero.- Sussurrò ricordandosi che la notte prima era uscito proprio perché era sabato. Sbuffò maledicendo la propria sveglia che era suonata e poi guardò di nuovo la madre sotto le lenzuola, con il volto premuto contro il cuscino mentre borbottava a bassa voce quanto il figlio fosse scemo.

    -Scusa, scusa.- pigolò accoccolandosi a lei. Simone sospirò e gli sorrise comunque, coprendo anche lui con le lenzuola, poi lo abbracciò tenendolo stretto a sé.

    -Quanto sei scemo.- Disse la madre ridendo e gli baciò la fronte, chiedendogli se gli andava di dormire con lei. Lui annuì, lasciandosi coccolare dalla donna finché entrambi non crollarono addormentati.














    -Bill tesoro, vuoi venire sotto dalla signora Strüber?- Domandò Simone entrando nella camera del figlio, intento a parlare con Andreas su MSN.

    -A fare cosa?- Chiese di rimando il moretto e la madre provò a guardare la sua conversazione. Prima che potesse farlo, Bill aveva già chiuso la pagina. -Perchè non mi fai vedere? Di cosa parlate? Di film porno e maschietti nudi?- Domandò ridacchiando la donna, abbracciando il figlio da dietro, che provò a levarsela di dosso senza però alcun risultato e sbuffò.

    -Ad Andi piacciono le femmine, non i maschi.- Le ricordò Bill e Simone annuì.

    -Comunque ci ha invitato tutte al suo appartamento per prendere del tè.- Disse lei, ma il moretto sbuffò.

    -No, dopo aver parlato con Andreas devo leggere un libro per scuola.- Mormorò questi, e la donna assentì ancora, baciandogli una guancia ed uscendo dalla camera e poi dalla casa.

    Bill ruotò gli occhi e riaprì la conversazione con Andreas, che stava luccicando insistentemente.


    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Scusa -___- mia madre era entrata, pardon (:

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Figurati, pensavo solo fossi caduto dalla sedia e che ora stessi rantolando nel tuo stesso sangue. ç_ç

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    o.o ma che schifo, non potevi immaginarmi in uno stato migliore? XD

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    No ù-u perchè altrimenti non avrei potuto perdonarti questo affronto ç_ç
    come ti permetti di smettere di parlarmi?! Mostro!

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    ti sei fumato una canna?

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    No.

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Uhm... comunque mia madre pensava parlassimo di maschi XD si scorda che tu non sei gay

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Già, se lo scorda sempre...

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Va be’ chi se ne frega u.u l'importante che lo sappiamo tu, io e il resto del mondo maschile e femminile °O°

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Eh, hai ragione.

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Che hai? Sei diventato glaciale nel giro di due secondi .-.

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Niente scusa, sto litigando con Elisa, ancora. -.-

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Di nuovo? Ma avevate fatto pace due giorni fa .__.

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Lo so, ma mi sta rompendo perchè sono uscito con te ieri sera e non con lei.

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Ma se lei ti aveva palesemente ignorato durante l'intera giornata per fare compere con la sorella o.ò

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Appunto! E poi scusa, potrò anche io avere una vita mia e uscire con il mio migliore amico, no?

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Ma che domande, ovvio! Cioè, non sei il suo schiavetto. .-.

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Già... ma vallo a dire a lei, glielo avrò detto mille volte ma le entra da un orecchio e le esce dall'altro.

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Te l'ho detto mille volte pure io! Anche se sappiamo entrambi che ti ama, a volte però si comporta male.

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    -.- lo so é che... boh non so Bì, non voglio lasciarla...

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Lo sai che io sono con te qualsiasi decisione prendi, voglio solo che tu sia felice (:

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Awww come sei amore, ragazzo mio (;
    se non fossi etero ti avrei già costretto a letto a fare zumpete-zumpete XD

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    O___O Andiii! >33< non si dicono certe cose a chi è ancora un adorabile verginello!

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Appunto, non ti farebbe male farlo un po' u.u

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Lo faccio con te? XD

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Mi dispiace u.u non si può, sei troppo brutto e non me lo alzi U.U

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Vai a fare in culo, mosciararo del mio piffero. XD

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    ^__^ prima fattelo mettere tu!

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Non costringermi ad entrare nel PC e ad ucciderti è_é

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    ahahah okay, la smetto XD
    Grazie Bì, riesci sempre a farmi sorridere quando sono triste (:

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    E altrimenti a cosa ti servo io? u.ù

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Di certo non a fare zumpete-zumpete XD ahahahah!

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    Andiii ç___ç e daiii c.c

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Scusa, scusa, è più forte di me XD comunque ora vado con mia madre a fare la spesa
    -____-'' mi uccidi prima che mi alzi da qui?

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    ù-u visto, la mia vendetta arriva sempre, in un modo o nell'altro muahahah +__+

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    Iellatore ç_ç! Comunque vado -.- , a questa sera (L)

    ~ Billi,- Sunshine scrive:

    (L) a stasera Andi bello XD

    #Andi, Phantomhiver ! scrive:

    A stasera verginello ù-u

    #Andi, Phantomhiver ! È passato “non in linea”

    ~ Billi,- Sunshine è passato “non in linea”



    Bill rise scuotendo la testa e chiuse MSN, per poi spegnere anche il PC. Ebbe il tempo di alzarsi dalla sedia della scrivania che il proprio cellulare vibrò. Lo afferrò dalla tasca dei jeans e ridacchiò vedendo che il messaggio appena ricevuto, glielo aveva mandato Andreas.

    Zumpete zumpete, me lo fai un pampero? XD

    Gli aveva scritto e Bill era scoppiato letteralmente a ridere, gettandosi sul letto e stendendovisi di sopra.

    Non saprei, e tu chi mi fai in cambio? u.u

    Rispose il moretto sbadigliando, allungò le braccia verso l'alto stiracchiandosi.

    Credo che farmi un pampero sia un grande onore per te U.U non ti dovrei niente.

    Bill alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa; perché aveva un amico così scemo e pazzo? Era vero, lui era vergine ma aveva avuto alcuni ragazzi, sempre decisamente più grandi di lui e aveva fatto qualcosa, ma non era mai arrivato al sesso. Non aveva amato così tanto le persone con cui era stato. Andreas invece aveva perso la sua verginità proprio con Elisa, la sua ragazza, l'anno prima durante le vacanze estive.

    Scordatelo! Non faccio certe cose a tutti u.ù voglio qualcosa!

    Inviò Bill all'amico sorridendo; un po' era geloso che l'amico avesse perso la sua verginità, perché era come se fosse un gradino avanti a sé e lo avesse lasciato solo, anche se sapeva che Andi non l'avrebbe mai abbandonato.

    Ti faccio una sega XD non posso andare oltre u.u... ç_ç odio il reparto surgelati, fa freddo!

    Lo informò Andreas e il moretto rise, immaginandosi l'amico a maniche corte vicino ai surgelati, ricoperto di ghiaccio e che batteva i denti per il freddo.

    Bah non saprei u.u valuterò la tua proposta, ora vado a leggere U.U
    tu non morire, non porterò via il tuo cadavere dai pinguini, non si meritano di morire di fame. *-*


    Mostro ç__ç vai via, ti odio </3 buona lettura e spera che non muoia! ç_ç

    (: ADDIO, è stato bello conoscerti.


    Scrisse infine Bill, per poi posare il cellulare sul comodino e afferrare il libro comprato nella libreria di Tom. Sospirò e decise di iniziare a leggere, tanto prima iniziava e prima poteva finire.

    «Quella vecchia casa si trovava in un quartiere residenziale piuttosto distante dalla stazione. Poiché era alle spalle di un grande parco, era sempre avvolta da un intenso profumo di verde e, specialmente dopo che aveva piovuto, l’aria diventava così densa, come se le strade che circondavano la casa si fossero trasformate in una foresta, da farsi quasi soffocante. Abitai anch’io per poco tempo in quella casa dove mia zia aveva vissuto a lungo da sola. Ripensandoci, quel breve momento è diventato per me un periodo prezioso e unico. Quando lo ricordo, vengo presa da una sensazione indefinibile. Come un miraggio apparso all’improvviso, quei giorni sembrano perdere ogni realtà.

    Ripenso con struggente nostalgia alle ore trasparenti passate con la zia, noi due da sole. Credo sia stata una fortuna aver potuto condividere con lei quello spazio che era nato tra le fessure del tempo grazie a circostanze del tutto casuali. Ricordo tutto perfettamente. La vecchia porta di legno aveva un pomello dorato ormai opaco. Le erbacce nel giardino, a lungo trascurate, erano cresciute altissime e fitte, e insieme agli alberi ormai quasi secchi nascondevano il cielo. L’edera si arrampicava sui muri scuri, e a una delle finestre il vetro rotto era stato attaccato alla buona con del nastro adesivo. Il pavimento era sempre ricoperto di polvere che con il bel tempo, colpita dai raggi di sole, si sollevava danzando, per poi tornare a coprire tranquilla il pavimento. Tutto era sparso come capitava, e le lampadine fulminate non venivano sostituite. Era un mondo al di fuori del tempo. E fino a quella volta in cui io andai a farle visita, la zia vi aveva sempre vissuto nel silenzio e nell’ombra, come addormentata.

    La zia insegnava musica in un liceo privato. Aveva quasi trent’anni ma non era sposata, chissà ormai da quanto viveva da sola. Era la classica "insegnante di musica nubile e seria". Soprattutto la mattina, quando andava al lavoro, ne era la perfetta rappresentazione. Sempre nel suo triste tailleur grigio-topo, senza un filo di trucco, i capelli legati stretti con un elastico nero, scarpe dai tacchi né alti né bassi, camminava a ritmo regolare per le strade velate dalla foschia mattutina. Una di quelle donne che ogni tanto si incontrano, dal viso di singolare bellezza ma terribilmente antiquate. L’unica spiegazione che potevo darmi era che la zia, facendosi beffe del mondo, avesse dato vita a un’immagine da manuale, come a dire: vestita così, non sembro una perfetta insegnante di musica? Perché quando era in casa e poteva mettersi comoda, sembrava un’altra, rivelando la sua raffinata bellezza…
    »

    Bill sbatté le palpebre meravigliato, non solo quel libro scorreva che era una meraviglia, ma era scritto in modo davvero eccezionale, solo quelle poche pagine avevano suscitato un lui una gran voglia di andare avanti e continuare. Sorrise girandosi a pancia in giù e si tirò il cuscino sotto al petto, puntando i gomiti sul letto e continuando a leggere.


    Lo fece per tutto il pomeriggio, fino a quando i suoi occhi non si chiusero e si addormentò con il libro aperto. Quando la madre rientrò a casa e andò a vedere che fine avesse fatto Bill, sorrise intenerita da quella vista e lo coprì con una coperta. Quello mugugnò arricciando il naso e strinse il cuscino abbracciandolo. Simone mise il segnalibro del figlio fra le pagine, posandoglielo sul comodino, poi gli passò dolcemente la mano fra i capelli baciandogli la fronte e quello sorrise nel sonno, sussurrando il nome della madre, che sospirò felice. Lo coprì per bene con la coperta e poi uscì dalla stanza socchiudendo la porta, decidendo che avrebbe preparato una bella torta per il figlio che ne era così ghiotto. In fondo, ogni tanto se la merita.












    Bill si affacciò dalla finestra della propria stanza inspirando l'odore che portava con sé l'aria, distinguendo il profumo dei fiori ancora presenti nel giardino del palazzo. Abbassò lo sguardo su di esso, delineando le figure delle giostre per i bambini e sorrise socchiudendo le palpebre, godendosi a pieno l'aria fresca della notte. Era leggera da fargli perdere i sensi. Si girò prendendo il libro della Yoshimoto ed uscì dalla stanza.

    Disse alla madre che scendeva in giardino e che non avrebbe fatto tardi. Così vestito con la semplice tuta per casa e privo di trucco scese le scale del palazzo, passò davanti all'appartamento della signora Strüber e facendo silenzio aprì il portone per andare sul retro del palazzo, dove si trovava il giardino. Socchiuse la porta e si strinse il libro al petto sorridendo, inspirò ancora con forza l'odore che aveva percepito poco prima e avanzò a piccoli passi vicino alla panchina che si trovava attaccato al muro alla sua destra. Intanto aprì il libro che aveva fra le mani dove aveva riposto il segnalibro, quando però rialzò lo sguardo sussultò trovando Tom seduto sulla panchina.

    Era con la schiena appoggiata al bracciolo di legno, la gamba destra era piegata e sfiorava lo schienale della panchina mentre la gamba sinistra toccava per terra. Posato contro quella destra c'era un blocco da disegno chiuso e il librario teneva il volto rivolto l'alto, perso ad osservare il cielo notturno.

    Bill si morse le labbra non sapendo che fare. Forse sarebbe stato meglio tornare indietro e lasciarlo stare, ma proprio mentre si stava per girare, pestò un ramoscello che si spezzò sotto al suo piede provocando un lieve rumore, abbastanza alto che Tom lo udì. Questi distolse lo sguardo dal cielo, girò il capo vedendo il ragazzino per metà girato verso il palazzo, e gli sorrise. -Ehi, ciao.- Mormorò alzando una mano e il moretto gli sorrise di rimando, seppur imbarazzato.

    -Ciao.- Disse restando fermo sul posto, ancora indeciso sul rimanere o meno.

    -Sei venuto qui per leggere?- Gli chiese Tom e l'altro corrugò la fronte.

    -Come lo sai?- Domandò a sua volta, curioso di sapere come lo avesse scoperto, ma l'uomo ridacchiò e gli indicò il libro che teneva fra le mani. Bill arricciò il nasino dandosi dello scemo; non ci aveva pensato al libro; le sue guance si rosarono dolcemente e Tom, seppur la luce del lampione poco distante da loro era debole, riuscì a notarlo, ma non disse niente, non volendo far imbarazzare ancora di più il ragazzino. -Vuoi farmi compagnia?- Propose il librario e Bill si morse le labbra osservando prima lui e poi il posto vuoto. Assentì, avanzò e si sedette quasi nella medesima posizione di Tom, se non che aveva entrambe le gambe sulla panchina.

    -Cosa stavi facendo?- Domandò il moretto all'uomo che sorrise, rialzando lo sguardo sul cielo stellato.

    -Osservavo il cielo.- Rispose semplicemente sospirando rilassato.

    Bill alzò a sua volta il volto verso l'alto, guardando le stelle che brillavano e annuì. -Sono belle le stelle.- Pigolò stringendosi le gambe al petto ma l'uomo scosse la testa.

    -Io le trovo quasi ridicole.- Affermò ridendo a bassa voce e il ragazzino quasi sconvolto dalle sue parole gli chiese il perchè della sua affermazione. -E' semplice! Le stelle è vero che brillano e sono numerose, ma trovo nettamente più bella la luna.- Iniziò a dire.

    -Ma la luna non brilla di luce propria, ma bensì riflette quella del sole.- Esclamò confuso Bill interrompendo l'uomo.

    -E' vero, ma le stelle per quante siano e quanto brillano, dentro di loro bruciano, perciò ci ingannano di star bene, quando invece esse soffrono in silenzio. Sono bugiarde a parer mio.- Mormorò Tom accarezzando il blocco di disegni che aveva fra le mani. -La Luna è sincera, lo sa di non poter brillare se non con l'aiuto del sole e perciò, invece di farci restare al buio si inginocchia al sole chiedendogli in prestito per qualche ora la sua luce, illuminando per noi il mondo durante la notte.- Disse Tom piegando appena il capo di lato e osservando in basso. Le labbra erano sollevate verso l'angolo destro e Bill poggiò il mento sulle ginocchia osservando la sua bocca. Davanti a quella luce erano di un rosa quasi tendenti al violetto, sembravano così morbide, quasi come lo zucchero filato.

    -Cosa credi sia più bello ammirare, le stelle false ed egoiste o la Luna, sincera ed altruista?- Chiese Tom guardando dritto negli occhi il moretto che boccheggiò, l'intensità delle iridi ambrate dell'uomo lo stavano lasciando a bocca aperta.

    -La Luna... non l'avevo mai vista sotto questo punto di vista.- Ammise Bill facendo sorridere l'altro che alzò le spalle.

    -Sono io che faccio pensieri assurdi, forse leggere tanti libri mi fa vedere tutto sotto un'altra prospettiva rispetto alle persone che mi circondano.- Esclamò il librario portandosi una mano dietro la nuca e grattandosela, per poi ridacchiare. -Sono tutto strano io.- Scherzò di sé stesso, ma il moretto scosse la testa sorridendogli in modo dolce.

    -Sei una persona profonda e che comprende forse sì, il mondo e le cose in modo diverso, ma questo ti differenza dalla masse di caproni che ci sono al giorno d'oggi.- Esclamò serio Bill per poi boccheggiare, quando il moro dai cornrows scoppiò a ridere.

    -Sono felice di non essere un caprone.- Ammise questi, e l'altro ridacchiò grattandosi la punta del naso.

    -Stavi disegnando?- Domandò Bill indicandogli curioso il blocco da disegno, e Tom assentì porgendoglielo tranquillamente.

    Quello lo prese ed iniziò a sfogliarlo rimanendo affascinato ad ogni disegno.

    -Ci provavo, ma non trovo mai veramente qualcosa che susciti il mio interesse.- Esclamò il librario alzando le spalle e il moretto arricciò il naso.

    -Come mai?- Chiese sfogliando il blocco con delicatezza, per paura di distruggere quei pezzi di carta così sottili.

    -A me piace disegnare l'anima delle persone o delle cose, non mi basta riportarle solo su carta il loro aspetto, voglio imprimere quel momento e quella sensazione, l'aura che le circonda.- Spiegò Tom alzando gli occhi al cielo, ricordando le parole che gli sussurrava con amore suo nonno quand’era piccolo, mentre gli accarezzava la testa. Doveva andare ben oltre a quello che i propri occhi vedevano, doveva assottigliarli fino a che le palpebre non facevano male e sarebbe riuscivo a vedere, ciò che c'era veramente dietro qualsiasi cosa.
    -L'anima delle persone? E come si fa?- Si domandò confuso il ragazzino, non capendo come fosse fattibile la cosa.

    Tom allungò una mano accarezzandogli il capo. -Non lo so, io lo sento a pelle quando riesco a vederla e poi mi isolo dal mondo, non mi rendo conto di nulla e ho occhi solo per quell'anima.-

    Ammise alzando le spalle e Bill nascose gli occhi dietro i capelli, socchiudendo le palpebre e sospirando a bassa voce. Le mani del librario erano grandi e calde, era una bella sensazione sentirsele addosso. -Sei davvero bravissimo, mi piacciono molto i tuoi lavori.- Disse sincero il moretto ridando all'altro il blocco, per poi riprendere in mano il libro che si era portato.

    -Hai iniziato a leggerlo.- Notò Tom sorridendo contento e Bill assentì vigorosamente.

    -Mi ha preso.- Ammise aprendolo dove c'era il segnalibro, dicendo poi al librario che riprendeva la lettura così che l'altro potesse provare a trovare qualcosa da disegnare. Bill prese a leggere e Tom girò la pagina del proprio blocco da disegno, guardandosi attorno alla ricerca di qualcosa da disegnare. Quando era sceso in giardino aveva ripreso un vecchio disegno incompleto per finirlo, ma non voleva più finire la sua aquila. Purtroppo niente colse veramente il suo interesse in modo tale da essere riprodotto su quel foglio bianco; sospirando Tom fece per richiudere quando i suoi occhi ricaddero su Bill. Corrugò la fronte piegando di lato il capo, osservando meglio il volto del ragazzino davanti a sé, arricciò appena le labbra e sorrise, non avrebbe di certo detto niente il moretto se lo avesse disegnato. Strinse fra le dita la matita e puntò i suoi penetranti occhi color ambra sul volto del ragazzo, leggermente piegato di lato e il lato destro -dal punto di vista del librario- era coperto dall'oscurità. I capelli erano raccolti in una piccola coda e i ciuffi davanti piegati di lato a destra.
    Tom si morse il labbro inferiore arricciando il naso, per poi, senza staccare gli occhi dal volto di Bill, tracciare con delicatezza il profilo del ragazzo sul foglio, abbozzando velocemente l'occhio sinistro con tanto di ciglia e sopracciglio, poi passò al naso e le labbra dischiuse, delineando velocemente anche i denti. Sfumò con il pollice la linea dei capelli verso l'interno, passandoci sopra con più forza finché non divenne un massa nera uniforme. Ripassò la linea del profilo con più decisione, sistemando gli angoli di cui meno era certo, quando abbassò poi lo sguardo sul foglio disegnando con cura la pupilla del ragazzo. Voleva che quell'unico occhio che si intravedeva, sembrasse vivo, proprio come quelli di Bill. Il librario però non sapeva che il moretto si era sentito addosso i suoi occhi e senza farsi notare, lo aveva visto con lo sguardo puntato su di sé mentre disegnava. Inizialmente il ragazzino aveva pensato di avere qualcosa sul volto, ma quando notò l'intensità degli occhi concentrati dell'uomo non riuscì a pronunciare una sola parola, se non a rimanere impallidito davanti a quella persona. Tom girò appena il braccio per disegnare meglio le lunghe e folte ciglia del ragazzo, già nerissime anche prive di mascara e si morse la lingua fra le labbra, corrugando la fronte.

    Bill sentiva gli occhi dell'uomo su di sé, riusciva a percepire dove si posassero e si soffermassero e ogni sguardo gli procurava brividi lungo tutto il corpo. Non sapeva spiegarsi perchè, ma per quanto fosse intimidito da quella sensazione, ne era anche eccitato. Chiuse senza pensarci il libro e senza muovere il volto diede tutta la sua attenzione al librario, che nemmeno notò di essere fissato a sua volta, era troppo perso a disegnare, come aveva detto lui, l'anima del moretto. Voleva racchiudere la sua bellezza e quella gioia su quel misero pezzo di carta; cosa lo spingesse non lo sapeva.

    Posò il pollice lungo la linea del profilo e ce lo premette sopra, scendendo, dando la giusta ombreggiatura e tremò per il vento leggero che si alzò, proprio mentre percorreva le labbra del ragazzo. Pensò che voleva dare ad esse una sensazione di morbidezza e sofficità, ma che fossero calde al tocco; era quello che pensava sulla bocca del moretto, mentre gli occhi vivi penetravano dentro, risucchiando e senza dare via di scampo. Osservò quella prima parte in bianco e nero del disegno sorridendo soddisfatto, per poi rialzare lo sguardo e trovare gli occhi del moretto puntati dentro ai propri. Non si era accorto che lo aveva guardato mentre lo ritraeva, le guance del ragazzino erano rosate e i suoi occhi luccicavano di felicità; questi si era sentito come denudato mentre l'uomo l'osservava e riportava ciò che vedeva di lui su carta ma aveva resistito alla tentazione di scappare o nascondersi.

    Tom tremò, questa volta non per il vento ma per lo sguardo che il ragazzino gli stava rivolgendo. Era in imbarazzo, lo notava, ma c'era qualcosa di coraggioso e fiero in lui, non sapeva dire di che cosa ora quegli occhi gli parlassero, ma era una sensazione che lo aveva lasciato sorpreso. Per la prima volta, non sapeva lui stesso cosa stesse provato.

    -Posso?- Domandò Bill con voce flebile, tanto sembrò a Tom che le sue labbra nemmeno si fossero mosse e che avesse immaginato quella richiesta. Bill allungò una mano indicandogli il blocco aspettando che l'altro glielo porgesse, ma il librario strinse fra le lunghe dita il blocco aprendo la bocca ma non disse niente. Non voleva mostraglielo, perché? Forse era perchè c'era qualcosa che legava quel ritratto alla sensazione che stava sentendo dentro di sé e, aveva il terrore che allontanandosi da quello che aveva appena impresso su carta, avrebbe perso anche quella emozione.

    Il moretto si inginocchiò sulla panchina e gattonando fino a Tom si fermò vicino a lui, sfiorò con il gomito la gamba del ragazzo e allungò la mano toccando il bordo del blocco da disegni. -Non è finito.- Fu l'unica scusa che riuscì ad inventarsi il librario, ma il ragazzino sorrise e glielo fece prima abbassare e poi girare fra le mani. Spalancò la bocca osservando sé stesso impresso su carta, c'erano così tante sfumature di bianco e nero sul suo volto che gli sembra di starsi specchiando. Accarezzò appena i capelli con il dito indice facendo diventare nera la pelle e Tom notando gli prese, come gesto automatico, la mano con la sua e sfregò il pollice pulito contro il dito sporco del ragazzo, sfregandoli assieme così da ripulirglielo. Entrambi, restando contatto pelle contro pelle percepirono un fremito lungo la colonna vertebrale.

    -E' ancora incompleto.- Ripeté Tom andando ad accarezzare il dorso della mano del ragazzo e quello annuì, restando con gli occhi fissi dentro quelli dell'uomo schiudendo le labbra, sentendo la necessità di aria. Cos'era quella sensazione si soffocamento mentre lo stomaco si stringeva?

    Bill spostò lo sguardo per qualche attimo gli occhi sulle labbra di Tom, che questo si era inumidito per poi morderle, ed il moretto fece la medesima cosa proprio mentre quello osservava la sua bocca. Il ragazzino gattonò lentamente più vicino all'uomo mentre quello, lasciava andare la sua mano percorrendo il suo braccio sottile e restando fermo, osservando i movimenti di quello. Bill alzò il viso facendo per avvicinarsi a quello dell'uomo e quello si spostò in avanti, andandogli incontro quando la voce di Simone fece ritrarre entrambi facendo perdere quella magia che si era creata fra loro.

    -Bill, rientra è tardi!- Lo chiamò la madre restando sulla soglia della porta per entrare nel giardino, mentre cercava con lo sguardo il figlio.

    Il moretto spalancò la bocca con il volto completamente rosso, resosi conto di quello che lui e Tom stavano per fare. -Io... devo andare.- Trillò sollevandosi dalla panchina e riprendendo il proprio libro. -Buona notte.- Mormorò imbarazzato scappando via dalla madre e rientrando nel condominio.

    Intanto il librario era rimasto fermo, con la mano immobile come se stesse ancora accarezzando il braccio del moretto, gli occhi fissi nel vuoto. Si alzò automaticamente chiudendo il bloccò e guardò davanti a sé percorrendo lentamente il giardino fino a rientrare nel palazzo, senza sapere che intanto Bill essendo letteralmente corso fino al proprio piano e poi in camera, lo aveva visto rientrare in casa. Questi si sedette sul letto e si sfiorò prima la mano e poi il braccio che aveva toccato, anzi accarezzato l'uomo e si sentì fremere dalla testa ai piedi.

    Guardò davanti a sé spaventato da quello che era successo e si morse l'interno guancia. -Ci stavamo per...- Mormorò arrossendo di colpo, senza finire la frase. Scosse violentemente la testa. -Cosa stavamo per fare?- Si domandò abbassando la testa e chiudendo gli occhi, quello sì che era un bel casino.








    Note dell'autrice: Ringrazio Lime, ovvero la dolce limona per aver accettato di farmi i banner dei capitoli, perchè lei è tanto tanto tanto tanto ma tanto brava *-* Anche Salatina per la betatura e beh... spero vi piaccia. Voglio i commenti (:
     
    Top
    .
  13. .Lulli_Style.™
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ho letto *____*
    Però sono distrutta , commento domani *O*

    Notte a tutte <3
     
    Top
    .
  14. ~Maryon‚
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Tranquilla, io attendo <3
     
    Top
    .
  15. •Verdammt Prinzessin•
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Cioè è s t u p e n d o *____*

    mentre leggevo la scena dove loro si toccano le mani,
    la stavo facendo io la bava apposto di Bill!!!
    Simone sempre a rovinare tutto!! -.-

     
    Top
    .
1304 replies since 22/10/2010, 18:29   40589 views
  Share  
.