Library “Treasure Island”

NC17, Romantico, Fluff, Fantasy, Chanslash, WIP, Twincest not Related, AU, OOC, Smut, Food play, Angst (lieve)

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  1. ´märyon‚
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    Eccomi qui ! Buona lettura (:

    Titolo: Library “Treasure Island”
    Autore: ´märyon‚
    Beta: †Odin's Nemesis†
    Rating: Nc17
    Avvisi: Twicest not related, AU, OOC, Angst (lieve)
    Genere: Romantico, Fluff, Fantasy, Smut, Chanslash, Long Fic.
    Riassunto: -Tom, quanti anni hai?- Chiese infine il moretto sorridendogli.
    -Ventinove, tu?- Chiese a sua volta Tom e l'altro ridacchiò divertito. -Sedici.- Rispose Bill.

    Disclaimers: Non possiedo nè i Kaulitz nè i Tokio Hotel, tutto ciò che ho scritto non è reale e non è a scopo di lucro.






    Tredicesimo Capitolo

    -Breathe-








    Bill sbadigliò sollevando le braccia verso l'alto, scoprendosi fino al petto. Rabbrividì girandosi sul fianco e raccolse le gambe verso il petto mugolando subito dopo dal dolore. Si stropicciò gli occhi provando nuovamente a raccogliere le gambe, sentendo però una nuova fitta; provò così a mettersi seduto riuscendoci solo dopo vari tentativi. Si prese il volto tra le mani provando a capire dove fosse e cosa fosse successo. Spalancò gli occhi ricordandosi finalmente della notte precedente e un sorriso spuntò sulle sue labbra.

    -Oh...- Pigolò arrossendo sollevando le lenzuola e si ritrovò nudo come si era addormentato.

    Girò il capo alla ricerca di Tom al proprio fianco, ma quel posto nel letto era vuoto. Corrugò la fronte confuso nel non vederlo lì e si chiese dove fosse giusto per qualche secondo, prima di stendersi coprendosi fino al naso ridacchiando felice mentre si posava una mano sul petto. Era incredulo, era successo veramente. Aveva perso la sua verginità con Tom. Alle sue orecchie arrivò il rumore di pentole e piatti, distraendolo dal lasciarsi scappare urletti effeminati; finalmente capì dove fosse finito il libraio.

    Gli stava addirittura preparando la colazione, quante possibilità aveva di trovare nella vita un uomo così, che lo amasse con tutto il suo cuore e fosse un gentleman? La risposta era semplice, una su milione e nemmeno a dirlo, era capitato proprio a lui. Pensare che si era sempre considerato un ragazzo così tanto nella norma, che non gli sarebbe mai potuto arrivare un miracolo, tanto meno un miracolo come Tom.

    Sì leccò le labbra secche percependo la bocca impastata. Reggendosi al mobile si riuscì ad alzare e si avvicinò lentamente, con le gambe che tremavano, all'armadio dove lui e Tom avevano sistemato i vestiti. Cercò qualcosa di proprio fino a quando non vide una felpa del compagno e fu un gesto istintivo prenderla e mettersela. Gli stava a vestitino ma era calda e avvolgente, era come trovarsi tra le braccia muscolose del libraio. Sospirò sereno portandosi i capelli dietro le orecchie dirigendosi a piedi nudi in cucina.

    Percorse il corridoio fermandosi per qualche istante sul ciglio della porta e sorride vedendo Tom assaggiare quello che cucinava, aveva una espressione così seria che se si fosse messo a chiamarlo non lo avrebbe sentito. Silenziosamente si avvicinò a lui e lo abbracciò da dietro affondando il viso nella sua schiena coperta da una maglietta. L'altro sussultò preso alla sprovvista e girò il capo per guardarlo, sorridendo felice.

    -Ti sei svegliato, volevo portarti tutto a letto.- Ammise girandosi tra le braccia gracili del sedicenne che scosse la testa inspirando il suo odore a pieni polmoni.

    -Non dovresti stare in piedi, ma riposarti. Come ti senti?- Domandò Tom passando una mano tra i suoi capelli.

    Si abbassò sollevandogli il viso, posando poi un bacio leggero sulle sue labbra carnose e calde. Sospirò su di esse, specchiandosi negli occhi di Bill trovandoli brillanti e vivi, lo vedeva che era felice. Felice per merito suo, felice perchè erano assieme e l'uno apparteneva all'altro.

    -Un po' fa male, ma sto bene.- Lo rassicurò il moretto spingendosi verso le sue labbra per un altro bacio che di certo non si fece aspettare.

    Tom posò nuovamente le labbra su quelle del minore accarezzando con la mano libera il suo fondoschiena, restando ad occhi chiusi mentre gli dedicava quelle attenzioni che avrebbe voluto donargli a letto e che di certo, con il risveglio di Bill, erano state anticipate. Il moretto intanto era arrossito sentendo le mani del compagno sul proprio sedere, non ancora abituato a quella intimità. Non gli dispiacesse. Sorrise durante il bacio e avvolse il collo del libraio con le braccia, tirandolo di più verso di sé.

    -Questo si è che un bacio del buongiorno.- Sfiatò Bill staccandosi dalla bocca dell'altro.

    Abbassò appena il capo mordendosi il labbro inferiore, nascondendo quel mezzo sorriso che era spuntato sulla sua faccia. Tom rise di cuore spettinandogli i capelli e gli baciò la fronte tornando poi a girarsi per spegnere i fornelli del piano cottura così che la colazione che aveva preparato con tanto amore non si bruciasse.

    -Aspetta qui.- Affermò lanciando un'ultima occhiata al ragazzino ed uscì dalla cucina.

    Il moretto inarcò un sopracciglio, interdetto, e sollevò le spalle sporgendosi poi a guardare all'interno delle pentole, il suo stomaco brontolava. Si posò la mano sulla pancia massaggiandosela e si leccò le labbra davanti a tutte quelle leccornie, ci si sarebbe potuto abituare a un risveglio del genere. Quando Tom fece il suo ritorno teneva in mano un cuscino e lo sistemò su una delle sedie del tavolo.

    -Così stai comodo.- Spiegò a Bill che annuì facendo per staccare un pezzo dalla frittella fumante.

    Il libraio gli si avvicinò schiaffeggiandogli piano le mani, sollevando le sopracciglia.

    -Stai buono tu, vatti a sedere o rovinerai la mia opera d'arte.- Brontolò facendo ridere Bill che sollevò le mani.

    -Perdonami.- Pigolò andandosi ad accomodare, sentendo comunque un leggero fastidio al sedere.

    Rimase ad osservare le spalle di Tom coperte dalla maglia bianca, quasi trasparente, vedendolo muoversi con abilità nel fare qualsiasi cosa stesse facendo. Strabuzzò gli occhi di fronte alle due pila di frittelle ricoperte di sciroppo d'acero, tenne gli occhi fissi sul proprio piatto e prese la forchetta in mano leccandosi affamato le labbra.

    -Tu mi prendi per la gola, conosci i miei punti deboli.- Mormorò Bill mentre Tom si sedeva al suo fianco.

    Si sporse verso il quindicenne e gli mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi respirare su esso.

    -Ti conosco molto bene, so come renderti felice.- Disse baciandogli la tempia con amore, prima di rimettersi dritto ed iniziare a mangiare le proprie frittelle.

    L'altro arricciò le labbra in un sorriso e girò appena il capo per osservare il profilo del compagno, notando alcuni morsi e succhiotti adornare il suo collo mentre sui bicipiti splendevano segni di graffi. Arrossì tossendo e tornò a fissare le proprie frittelle iniziando a mangiare lentamente. Non si ricordava per niente di cosa gli avesse fatto, le sensazioni erano impresse come il fuoco nella sua mente, Tom e tutto ciò che lo riguardava erano come fotografie indelebili, ma cosa lui avesse esattamente fatto no. Aveva sprazzi di ricordi di sé, ma infondo in quel momento pensava a tutt'altro.

    -Qualcosa non va?- Domandò Tom vedendolo fermo a fissare la colazione con la bocca aperta e la forchetta vicino ad essa.

    Bill sussultò riprendendosi dai propri pensieri e scosse la testa, leccandosi poi le dita sporche di sciroppo.

    -Pensavo solamente. Ecco, non mi ricordavo di averti fatto tutti quei segni.- Rispose indicandogli i succhiotti ed i graffi.

    Tom lo guardò per poi scoppiare a ridere, gli circondò le spalle con il braccio attirandolo a sé e sfregò il naso sulla sua guancia continuando a sorridere divertito dalla risposta del ragazzino. Il suo corpo era completamente marchiato, la presenza di Bill su di sé era ben visibile se non fosse stato per la maglietta.

    -Se solo sapessi.- Sussurrò con una leggera malizia, lasciando così in sospeso la frase.

    Il sedicenne corrugò la fronte guardandolo con la coda dell'occhio con fare accigliato, non capendo cosa intendesse con quella frase. Fissò gli occhi di Tom che splendevano, gli sorridevano in una maniera che a parole non sarebbe mai riuscito a descrivere, ma era un qualcosa che gli sapeva sciogliergli il cuore ogni volta.

    -Che vuol dire?- Chiese alla fine quando l'altro si staccò da lui sorseggiando del latte caldo.

    -Lo scoprirai.- Ridacchiò il libraio alzandosi e andò a posare il proprio piatto vuoto nel lavello per lavarlo più tardi, quando tutte le stoviglie fossero state sporche. -Credo dovresti chiamare tua madre sai.- Gli fece notare poi e gli indicò l'orologio.

    Bill guardò l'ora e si alzò di scatto mugolando appena dal dolore, salendo al piano superiore maledicendosi di aver dormito tanto. Sapeva che appena avesse accettato la chiamata, la donna avrebbe iniziato a rimproverarlo e ad urlargli nell'orecchio. Entrato in camera raccolse i propri pantaloni estraendone il cellulare e trovò le chiamate della madre, sbuffò andandosi a sedere sul letto senza accorgersi che Tom l'aveva seguito.

    Compose il numero della madre e dando le spalle alla porta si portò l'apparecchio telefonico all'orecchio. Dopo appena due squilli la madre rispose e lui strizzò gli occhi quando gli urlò 'ragazzino ti rendi conto di che ore sono e di quanto io sia in ansia?'; dal di fuori qualcuno avrebbe potuto trovare la scena divertente ma per lui erano solo un venire rimproverato dalla madre.

    -Sì mamma, scusa, lasciami spiegare...- Provò a dire venendo subito interrotto dalla madre.

    -Bill è da ieri sera che non ti fai sentire, ero preoccupata. Ho pensato che fosse successo qualcosa, ero sul punto di partire per dove diavolo siete!- Urlò Simone; il figlio poteva sentire i suoi passi fare da sottofondo alla voce, doveva stare andando avanti e indietro per la stanza.

    -Ti ho chiesto di chiamarmi quando ti alzi, una volta al pomeriggio e prima di coricarti. Non mi sembra di averti chiesto di chiamarmi ogni dieci minuti.- Affermò a voce alta e Bill chiuse gli occhi lasciandola parlare, sapeva che aveva perfettamente ragione.

    -Se non fosse che Tom dovrebbe guidare per molte ore ti ordinerei di tornare qui subito, senza se e senza ma. Pensavo di potermi fidare di te ma mi chiedo se posso veramente farlo.- Aggiunse.

    -Certo che puoi, sai che puoi! Non è giusto che tu mi dica queste cose, in sedici anni non ho mai disobbedito a un tuo ordine e ora per un errore, uno solo, mi vorresti quasi decapitare.- Sbraitò a sua volta il moretto gonfiando le guance.

    -Ieri sera mi sono addormentato sul divano e Tom mi ha messo a letto, mi sono risvegliato solo ora e ti ho chiamata. Se mi dessi più fiducia sapresti che non faccio niente di male.- Affermò per giustificarsi pur sapendo che quella fosse una balla bella e buona, ma l'unica che poteva convincere la donna per la sua mancanza.

    -Però è più che normale che io pensi che ti sia successo qualcosa se non ti sento da dodici ore se non di più, non credi?- Domandò a sua volta Simone.

    -E qui hai ragione tu ma non mi dire che non puoi fidarti di me. Ti chiedo scusa se non ti ho chiamata, non l'ho fatto apposta e lo sai.- Mormorò Bill sentendo dopo svariati minuti la madre sospirare un ok.

    -Va bene, scusami non volevo dirti niente sul fatto della fiducia... So che posso fidarmi, sei un bravo bambino, ero solo preoccupata e l'ansia mi ha fatto parlare a sproposito.- Ammise la donna sbuffando e riuscì a far ridere il moretto. -E' che mi manchi.- Aggiunse con una leggera nota di tristezza; era vero che gli mancava, era passato solo un giorno e si sentiva maledettamente sola.

    -Cosa hai fatto di bello?- Chiese Simone mentre Tom andava a sedersi alle spalle di Bill. Gli abbassò la zip della felpa calandogliela sulle spalle che massaggiò abilmente con le grandi mani, per poi baciargliene una.

    Il sedicenne guardò il libraio e sorrise spingendosi contro le sue attenzioni, tornando poi a fissare davanti a sé rabbrividendo per ogni bacio e carezza che riceveva.

    -Niente di che, io e Tom abbiamo pulito un po' la casa, poi abbiamo fatto un giro qui nelle vicinanze e, credimi, Tom ha una casa piena di libri, vero? Questa è venti volte più piena.- Rispose socchiudendo gli occhi quando l'altro gli morse la spalla, scendendo a baciare il suo fianco

    -Davvero? Non ci credo. La passione dei libri allora è proprio un vizio di famiglia.- Scherzò Simone mentre Bill si stendeva lasciando che il ventinovenne ricoprisse di morsi languidi la sua pancia. Si morse le labbra trattenendo un mugolio.

    Guardò male Tom che però stava prestando attenzioni al suo ombelico ed annuì poi alla madre.

    -Sì, proprio un vizio di famiglia...- Sussurrò portando la mano sulla spalla del compagno provando a spingerlo via, ma quello gliela strinse nella propria sorridendo contro la sua pelle.

    -E poi?- Domandò la madre curiosa di sapere altro.

    -Non c'è... molto da dire. Anzi ora dovrei andare a fare colazione.- Deglutì Bill fissando il soffitto mentre le mani di Tom vagavano lungo le sue gambe. -Ti richiamo dopo pranzo, promesso!- Esclamò.

    -Okay, ma va tutto bene? Sei strano.- Disse Simone sentendo il figlio rispondere in modo sospetto.

    Il moretto schiaffeggiò la testa di Tom che la sollevò mostrando uno strano ghignò dipinto sul viso, ricevendo un altro schiaffo ma sulla fronte.

    -Sì tutto bene, mi stavo stiracchiando sotto queste belle coperte. Sono enormi e calde, sembra di essere avvolti da un marshmallow.- Rise facendo ridere la donna che rasserenata lo salutò.

    Bill chiuse la chiamata e posò il cellulare sul letto tirandosi sui gomiti.

    -Sei un fottuto stronzo!- Sibilò fissando dritto negli occhi il compagno. -Farmi quelle cose mentre sono al telefono con mia madre.- Mormorò.

    Tom si tirò a sedere e gli percorse una sua coscia con i polpastrelli, guardando il suo corpo nudo. Giocò appena con il piercing alle labbra e alzò una spalla.

    -Una volta ogni tanto il mio lato stronzo esce fuori.- Confessò tirandolo su, facendolo mettere seduto, e gli tirò su la felpa baciandogli le labbra.

    -Non sono riuscito proprio a trattenermi. Non è colpa mia se sei bellissimo.- Sorrise e Bill gliene regalò uno a sua volta.

    -Sei diventato insaziabile, mi sa che è colpa della lunga attesa.- Scoppiò a ridere cingendogli il collo con le braccia e si strinse a lui, poggiandosi al suo petto, e chiuse gli occhi perdendosi ad ascoltare il battito del suo cuore. Era lento e regolare, tra un battito e l'altro avrebbe giurato di sentire il proprio nome.

    -Ti va di fare la doccia insieme?- Propose all'improvviso e Tom annuì ammettendo di volerglielo chiedere pure lui ma di averlo solo battuto nel tempo.

    Alla fine il libraio prese tra le braccia il sedicenne e lo condusse fino alla doccia dove finalmente Bill potè constatare che i suoi segni sul corpo di Tom si estendevano anche sul petto e sulla schiena -quest'ultima era veramente un campo di combattimento. Inoltre, poté notare che anche il ventinovenne aveva lasciato più di una traccia sul suo corpo.













    -Lo sapevi sarebbe arrivato questo giorno, il tuo bambino a breve spiccherà il volo lasciando il nido.- Scherzò July posandosi contro Simone che era ancora imbronciata per l'assenza del figlio.

    Certo, al telefono poteva scherzare con lui e altro, ma era normale che la sua assenza in casa fosse evidente, era così abituata ad averlo attorno ogni mattina appena alzata, quando tornava a casa dal lavoro e quando andava a letto: lui era sempre l'ultima persona che vedeva. Lui e il suo inconfondibile sorriso dolce. Era innegabile, lei amava suo figlio.

    -Dai, hai intenzione di tenere il muso per tutta la serata?- Sbuffò Samantha mentre si sedeva al fianco di Simone battendo una mano sulla sua coscia.

    -Sono sicura che Bill se la sta spassando con quel gnocco di Kaulitz, se fossi io al suo posto lo farei senz'altro.- Scherzò Megan sistemandosi la maglia, il suo seno prosperoso finiva sempre per esserle d'intralcio con qualsiasi cosa indossasse.

    Ricevette un'occhiataccia da Simone che se avesse potuto l'avrebbe bruciata viva, certe sparate dell'amica la facevano seriamente uscire di testa. Diceva sempre le cose meno opportune al momento sbagliato.

    -Megan!- Affermò July guardando a sua volta male l'amica che scosse la testa.

    -Suvvia, sto scherzando. Figuratevi se Tom sarebbe capace di fare qualcosa a Bill, mi sembrano due fratelli quando li vedo assieme.- Sbuffò tenendo in mano la sua birra, mentre Simone si attaccava alla propria per dimenticare la propria tristezza.

    -E basta bere, è già la terza questa.- Mormorò Samantha levandole la bottiglia dalle mani.

    -Eddai.- Biascicò Simone provando a riprenderla e borbottò qualcosa a denti stretti mentre si alzava.

    Dovette chiudere gli occhi qualche istante prima di riacquistare l'equilibrio; se suo figlio avesse saputo come erano le uscite o i ritrovi di lei con le sue amiche sicuramente avrebbe detto che era lei l'adolescente irresponsabile. Ma era quello il bello di fare i genitori a volte, negare qualcosa a un figlio per renderlo un brav'uomo e poi fare quello che si negava perchè, infondo, era lei l'adulta e nessuno poteva dirle niente.

    -Voi non capite, il mio bimbo è tanto lontano e a me manca.- Brontolò indicandole tutte e tre per poi indicare anche Rebecca mentre tornava nella stanza con i pop corn pronti.

    -Voi...- Singhiozzò per colpa dell'alcol e rise portandosi una mano alla bocca. -Voi pensate che Tom e Bill non faranno certe cose da soli... vero?- Chiese guardandole e tutte risero.

    -Certo che no.- Disse July mentre si asciugava le lacrime agli occhi.

    -Dai Simone, come puoi solo pensarlo?- Chiese Samantha guardando poi Megan accendendosi una sigaretta. -Vedi cosa combini con i tuoi scherzi, lo sai che quando è triste e si ubriaca inizia a credere anche che i maiali volino.- La rimproverò.

    -Io shono pronta a far battaglia per il mio bambino.- Disse Simone muovendo un braccio come fosse una spada per poi girare su sé stessa, finendo per cadere su Megan.

    Rise mentre si stringeva all'amica in preda all'alcol, strofinando il viso sul suo seno sorridendo beata.

    -Ecco a cosa servono le tette di Megan, a fare da cuscini. Sono mobbidi.- Sussurrò come una bambina facendo arrossire l'amica che si portò la mano al viso, mentre le altre ridevano per la scena.

    -E siamo solo ad inizio serata, mi sa che finiremo veramente male.- Mormorò Rebecca mangiando qualche pop corn e guardando la scena. Simone era proprio una comica da ubriaca.

    Così tra una risata, un sorso di birra e un porno che Megan aveva insistito a far vedere alle sue amiche sposate -che lei riteneva vedove di sesso- la serata trascorse serenamente. Per vendetta July, Rebecca e Samantha costrinsero l'amica a portare Simone a letto, sfuggendo alle sparate dell'amica che quando doveva essere messa a letto tornava invece una bambina pestifera.

    -Su tesoro, ora ci spogliamo e andiamo a letto.- Mormorò la mora gettando l'amica sul letto che mugolò contrariata, calciando via le scarpe.

    Simone iniziò a strisciare sul letto fino a quando non raggiunse il bordo dall'altro lato e provò a scendere, ma l'amica conosceva i suoi trucchi. L'afferrò per le caviglie e fece leva sul letto per tirarla indietro, finendo che la bionda tirò le lenzuola fin sopra la propria testa.

    -Guarda che hai fatto, sei una bimba cattiva.- La rimproverò Megan iniziando a sbottonarle i pantaloni tirandoglieli via, posandoli sulla sedia lì vicino.

    -Ora tu collaborerai, vero?- Domandò a Simone che si mise a sedere allungando le mani.

    La mora sospirò rasserenata e le levò la maglia cercando poi sotto i cuscini il suo pigiama, senza però trovare niente.

    -Simone dov'è il tuo pigiama?- Chiese vedendola però alzare le spalle. -Non ti posso lasciare nu...- Disse prima di strillare dallo spavento e venire tirata all'improvviso da Simone sul letto.

    -Fammi da coperta e cuscino.- Mormorò premendo di nuovo il viso contro il collo di Megan che sbuffò provando ad allontanarla da sé senza però alcun successo.

    Era una piovra, una piovra capricciosa sotto le mentite spoglie di un angelo biondo.

    -Sono costretta a dormire qui vero?- Suppose ma Simone era già nel mondo dei sogni.

    Doveva mancarle molto Bill se si riduceva in quello stato, era davvero una buona madre. Sorrise dolcemente e si tolse le scarpe, riuscendo anche a togliersi i pantaloni con qualche acrobazia visto che la bionda non sembrava volerla lasciare nemmeno per un secondo. Tirò le coperte per coprire entrambe e accarezzò i capelli di Simone. La fissò e sorrise lasciandola stringere a sé.

    In quei momenti vedeva molto di Bill in lei e capiva come un figlio meraviglioso come lui poteva essere venuto al mondo: lei era tanto speciale quanto il figlio. Spense la lampada del comodino e lasciò che il buio diventasse padrone della stanza, era proprio una fortuna che lei non fosse sposata altrimenti come avrebbe mai potuto spiegare al suo eventuale marito che era rimasta a dormire con la sua amica ubriaca e mezza nuda?














    Tom guardò il moro chiudere gli occhi rilassandosi mentre gli passava la mano tra i capelli, sapeva che quello era uno dei suoi tanti punti deboli. Non riusciva proprio a non rilassarsi quando glielo faceva. Rise piano baciandogli la fronte e gli pizzicò la guancia facendogli riaprire gli occhi ricevendo un'occhiata cattiva da parte del ragazzino.

    “Non puoi dormire, non puoi essere l'unico a ricevere le coccole.” Affermò strofinando il naso con quello di Bill che rise circondandogli il collo con le braccia.

    “Invece si, io posso tutto mio caro.” Disse l'altro sorridendo sulle sue labbra e lo baciò delicatamente.

    Vi si staccò subito dopo lasciandosi seguire da Tom, facendolo mettere così seduto come lui sul divano, se stava steso finiva solo per addormentarsi. Le braccia del libraio erano più calde e avvolgenti di una coperta quindi era impossibile non cedere al sonno, sopratutto perchè si sentiva tranquillo come non lo era mai stato.

    “E allora io vado via e ti lascio qui tutto solo.” Sbuffò il ventinovenne mordendogli il naso con fare scherzoso, poggiandosi con la schiena al bracciolo del divano.

    “Non te lo permetto, devi restare qui con me per sempre.” Sussurrò Bill posandosi contro al suo petto.

    Prese tra le dita alcune sue treccine e cominciò a giocarci mentre posava la testa sulla sua spalla; l'osservò imbronciarsi e inarcare un sopracciglio. La sua faccia gli diceva cosa stava per dire, era un libro aperto per lui, ormai. Un libro di cui conosceva ogni pagina. Posò l'altra mano sulla guancia di Tom facendogli rilassare i muscoli facciali e sorrise a sua volta mentre posava un bacio a schiocco sulla sua guancia.

    “E che quando mi stringi mi sento così felice, non puoi incolparmi di essere felice con te.” Si giustificò il sedicenne.

    Tom lo fissò con le labbra sollevate in un mezzo sorriso e scosse la testa. Sollevò la gamba facendo passare le gambe del moro sotto la propria e prese ad accarezzargli la mano. Certo che non lo incolpava di essere felice con lui, altrimenti avrebbe dovuto incolparsi della stessa cosa. Lui era felice con Bill, felice come non lo era mai stato in tutta la sua vita.

    “E' stato un miracolo che tu sia venuto nella libreria, infondo lo credo anche io che sia un po' magica.” Ammise mettendogli qualche ciocca di capelli dietro l'orecchio.

    Quello era un gesto che Bill amava, era così intimo e dolce, in grado di scioglierlo quasi quanto lo sguardo che sapeva donargli solo Tom. Gli occhi del libraio quando erano fissi nei suoi, sembrava che l'unica cosa che vedevano fosse proprio lui, e per lui era lo stesso. Quando il compagno entrava nel suo campo visivo niente aveva più importanza, tutto diventava buio e lui vedeva solo il suo uomo.

    Rise piano sentendosi arrossire e abbassò lo sguardo iniziando a fare dei piccoli cerchi sul maglione che indossava il librario. Questo lo guardò confuso e si grattò la guancia guardandosi poi attorno, senza capire cosa fosse successo.

    “Sei impazzito all'improvviso?” Domandò vedendo Bill arrossire di nuovo.

    “Nulla nulla, pensieri da adolescente.” Rispose provando ad alzarsi per poi ridere quando l'altro provò a bloccarlo.

    “Devi dirmelo, sono curioso.” Rise divertito il librario cadendo giù dal divano mentre Bill scappava verso la finestra.

    Tom si massaggiò la spalla e guardò il minore prima di alzarsi e raggiungerlo di corsa, lo abbracciò stringendolo al proprio petto e sorrise baciandogli tutto il viso mentre l'altro, premendo le mani sul suo petto, cercava di scappare chiedendo aiuto senza però volerlo veramente.

    “Dimmi a cosa pensavi o continuo a baciarti.” Affermò Tom prima di posare un bacio sulle sue labbra e lo premette con la schiena contro la finestra, facendolo poi sedere sul ripiano.

    “Questa non mi sembra tanto una tortura.” Ammise Bill tirandoselo finalmente addosso mentre rispondeva ad ogni singolo bacio.

    Era sempre diverso quando baciava Tom, prima il bacio era lento, le loro lingue si sfioravano a vicenda, si esploravano la bocca assaporando l'uno il sapore dell'altro, poi il bacio diventava lentamente più deciso e iniziavano i morsi e lo schioccare delle loro bocche mentre cambiavano la posizione del viso. Alla fine diventavano passionali e l'uno premeva le labbra contro l'altro fino a quando non erano così gonfie da fare male, i loro denti cozzavano e le lingue non facevano altro che inseguirsi lottando per il dominio del bacio.

    “Allora se non me lo dici non ti bacerò più.” Si corresse Tom accarezzandogli il fianco mentre si appoggiava a lui.

    “Uhm...” Si morse il labbro inferiore e si grattò la punta del naso. “Ho pensato che sei il mio uomo e non so perchè sono arrossito, contento?” Rispose sbuffando e sollevò la mano tirandogli una treccina.

    Il ventinovenne lo guardò prima di scoppiare a ridere posando la fronte sulla sua e sospirò sereno, ogni volta Bill era così innocente in tutto ciò che faceva e diceva. Sarebbe riuscito a farlo tornare di buon umore anche nel giorno più triste della sua vita.

    “Ti amo.” Sussurrò il maggiore baciandogli la punta del naso con dolcezza.

    Bill sollevò le labbra in un sorriso imbarazzato e gli circondò il collo con le braccia, allargando le gambe; lo fece sistemare tra esse e lo baciò lentamente sussurrandogli a sua volta i propri sentimenti. Il cuore gli batteva all'impazzata mentre lo diceva e mentre lo sentiva dire a Tom.

    “Guarda, sta nevicando.” Disse il libraio staccandosi dalle labbra del minore e guardò fuori dalla finestra venendo imitato dal moretto che urlacchiò eccitato.

    “Forza, andiamo!” Esclamò scendendo dal ripiano e corse a prendere il proprio cappotto, mettendoselo.

    Tom lo seguì mettendosi il proprio per poi uscire piegando il chiavistello così che la porta non potesse chiudersi. Corse verso Bill, abbracciandolo da dietro, e lo sollevò lasciando che la neve ricadesse su di loro. Strinse le braccia attorno alla sua vita ma non avendo calcolato quanto la neve fosse scivolosa finì per cadere per terra gemendo dolorante. Il moro si rigirò tra le sue braccia guardandolo e raccolse un po' di neve da terra, sfregandogliela sul viso mentre Tom si lamentava cercando di toglierla.

    “Mio caro, questa è una vera tortura.” Rise il sedicenne mentre l'altro lo fissava male.

    Si sistemò su di lui godendo della vista del libraio infreddolito e tremante. Questo si ripulì il volto con la manica del maglione e provò a mettersi seduto ma Bill posò le mani sul suo petto premendolo contro il terreno. Gli sorrise abbassandosi verso di lui e gli baciò delicatamente tutto il viso riscaldandolo con le proprie labbra carnose e calde.

    “Nemmeno questa lo è veramente.” Soffiò Tom sollevando quel tanto il viso per far congiungere le loro bocche mentre sorridevano.

    Posò una delle mani sulla schiena del minore e lo fece appoggiare a sé per poi cambiare le loro posizioni, facendolo stendere sotto di sé, e lo sentì tremare appena per via del contatto con la neve. Gli leccò i contorni delle labbra facendogliele schiudere e intrufolò la lingua all'interno della sua bocca, leccandogli la lingua e poi il palato, iniziando a divorargli le labbra. Lo strinse tra le braccia tenendolo stretto a sé e inclinò il capo per poter approfondire il contatto facendo collidere alla perfezione le loro bocche e premette il viso contro quello di Bill che mugolò durante il bacio, intrecciando le dita tra le sue treccine sentendo un immenso calore partire dalle loro bocche fino ad espandersi in tutto il corpo.

    “Dio, mi manca il respiro...” Ansimò Bill posando la mano sulle labbra di Tom mentre questo rideva piano.

    Il sedicenne chiuse gli occhi respirando affannato e si passò la mano sulla fronte, aggrappandosi poi al compagno: stava letteralmente tremando dal freddo. Il bacio di Tom lo aveva riscaldato fin dentro le viscere ma la neve continuava a procurargli brividi di freddo. L'altro lo sollevò ripulendogli i capelli dai fiocchi di neve e gli prese il volto tra le mani osservando come le sue guance erano diventate rosse.

    “Ti va di fare un pupazzo di neve?” Chiese guardandosi attorno, c'era neve a sufficienza per farne uno enorme.

    “E' da una vita che non ne faccio uno.” Ammise l'altro mordendosi il labbro inferiore e si fece prendere le mani nelle sue affinchè gliele riscaldasse. “Da quando ero un poppante, credo prima che i miei iniziassero a litigare.” Aggiunse poi alzando le spalle.

    “Scusa, non volevo farti diventare triste.” Sospirò Tom guardandolo mentre arricciava le labbra.

    Il moretto scosse la testa, sorridendo, gli baciò la guancia e lo tirò, ordinandogli di fare la base per il pupazzo di neve mentre lui iniziava a lavorare la parte centrale del corpo. Ci teneva che quel momento fosse perfetto e di certo non avrebbe lasciato che la stupidità del padre gli rovinasse la serata con Tom. Quel pupazzo di neve valeva molto di più di tutti quelli che avrebbe fatto con il proprio padre, sempre se mai gliene fosse importato qualcosa.

    Scosse la testa scacciando quei pensieri e battè le mani sull'enorme palla di neve preparata così che fosse ben appiattita, disse poi al compagno di sistemare la palla di neve sopra quella che aveva creato lui mentre lui iniziava a creare la testa. Le sue dita posavano neve su neve creando pian piano una sfera sempre più grande, levigandola con attenzione. Si morse il labbro inferiore mentre la sua mente ritornò alla figura del padre, l'ultima volta che gli aveva rivolto un sorriso sincero era quando aveva solo cinque anni, da lì in poi si sarebbe scatenato l'inferno nella sua vita.

    Si sfregò il dorso della mano sulla guancia tirando su con il naso, sbatté velocemente le palpebre e si morse il labbro inferiore mentre gli si formava un groppo in gola. Suo padre era stato in grado di rovinare ogni cosa, dalla sua vita alla sua famiglia, aveva spezzato anche il cuore di sua madre e questo non glielo avrebbe mai perdonato. Nessuno toccava la sua mamma.

    “Ehi.” Sussurrò Tom mentre si inginocchiava dietro di lui e lo abbracciava, passandogli la mano sulle guance rigate.

    “Scusami, sono proprio un piagnucolone lo so. Certe volte non so proprio fermarmi.” Ammise strofinandosi il naso e rise con gli occhi ancora lucidi.

    “Quando qualcuno ti fa del male è normale che solo il pensiero ti renda triste.” Disse Tom baciandogli le guance e poi le palpebre, percependo le ciglia umide contro le proprie labbra.

    “Non lo perdonerò mai per quello che ha fatto a me e mia madre, se non fossi minorenne non andrei mai da lui.” Affermò sospirando con voce flebile.

    “Shhh, ora basta.” Mormorò il libraio stringendolo al proprio petto, passando una mano tra i suoi capelli per farlo calmare.

    Tom lasciò che il minore si sfogasse contro al proprio petto, non sopportava di vederlo in quello stato, sembrava un cucciolo che voleva solo un pò di affetto. Ogni volta che le sue mani si aggrappavano a lui era come sentirlo urlare di avere bisogno di aiuto, aiuto per una ferita al cuore che ancora non era stata risanata.

    “Ok ci sono, ci sono.” Mormorò Bill dopo svariati minuti, annuendo, e si asciugò gli occhi sorridendo al compagno.

    “Sicuro?” Chiese l'altro fissandolo dubbioso, ma il moretto annuì ancora, baciandolo.

    “Finiamo questo pupazzo di neve, voglio che sia bellissimo così poi ci facciamo una foto insieme.” Ammise facendo ridere Tom che lo aiutò a finire la testa del pupazzo, mettendola poi sul corpo.

    Chiese al ragazzino di andare a prendere una carota che poteva trovare in frigo; quello corse in casa mentre il libraio iniziava a cercare dei rami per poter fare le braccia del pupazzo. Dopo essere riuscito a trovare due rami più o meno ugualmente lunghi, si avvicinò a un cespuglio strappando alcune foglie.

    “Ecco la carota.” Urlacchiò Bill tornando con una carota che aveva tagliato affinché non fosse troppo lunga.

    “Io ho trovato le braccia.” Gliele mostrò Tom, incastrando i rami nel pupazzo.

    Arrotolò poi le foglie in due palline e creò gli occhi, premendo poi l'indice nella neve creando la bocca così che fosse completo. Indietreggiò abbracciando Bill e lo guardò con lui constatando che era uscito davvero bene.

    “Vai a metterti al fianco del pupazzo, vi faccio una foto.” Disse e Bill non se lo fece ripetere due volte.

    Si avvicinò al pupazzo e lasciò che il libraio gli facesse la foto, costrinse però Tom a farsene fare una a sua volta, poi un'altra ma questa volta insieme perché dovevano avere una foto di quel momento.

    “Tra poco sarà Natale e non vedo l'ora.” Ammise Bill sfregandosi le mani l'una con l'altra, a furia di toccare la neve gli si erano congelate.

    Tom gli avvolse le spalle con un braccio tirandolo verso casa e rientrarono dentro, dove poterono tornare a riscaldarsi. Si levarono i giubbotti, appendendoli, e si sedettero sul divano coprendosi con la coperta di lana stringendosi l'uno all'altro. Bill si accoccolò al petto del libraio strofinando il viso sul suo collo, quel filo di barba sulle guance del maggiore che premeva sulla sua gli provocava dei piccoli brividi in tutto il corpo.

    “Lo passeremo insieme, vero?” Chiese e il libraio annuì sorridendogli, giocando con la sua mano ricoprendo i suoi polpastrelli di baci.

    “Ma cosa mi regali per Natale?” Domandò Bill strofinando il naso sulla sua guancia per poi mordergliela.

    “Perché, devo fartelo?” Lo stuzzicò il libraio vedendo l'altro guardarlo con il broncio.

    “Certo, altrimenti ti mollo e mi trovo un ragazzo che mi ricopra di regali.” Ribatté il moretto tirandogli le treccine fino a fargli strizzare gli occhi per il dolore.

    “Non lo faresti perché sei pazzo di me e i regali me li tengo per me.” Affermò Tom schienandolo sul divano e si mise sopra di lui bloccandogli i polsi con le mani.

    Bill urlacchiò provando a liberarsi senza alcun successo; appena capì di non avere possibilità di liberarsi si fermò sbuffando in faccia al compagno, continuando a guardarlo male.

    “Non mi minacciare ragazzino, siamo soli e tu non sei forte a sufficienza per farmi male.” Sogghignò Tom strofinando il naso sulla sua guancia.

    “Che paura, non farmi del male farò qualsiasi cosa tu mi chieda.” Finse il moretto accarezzandogli la schiena.

    I due si scambiarono uno sguardo che significa più di molte parole e le labbra di Tom si sollevarono in un sorriso malizioso. Si passò la lingua sul piercing e accarezzò l'interno coscia del minore sfregandosi contro di lui mentre l'altro si aggrappava al suo corpo rispondendo ad ogni carezza e movimento di bacino.

    “Allora so io cosa potresti fare per sopravvivere alla mia malvagità.” Sogghignò di nuovo Tom mentre prendeva a baciare il collo di Bill che mugolò estasiato per quei baci umidi.

    Prima che potessero dire qualcos'altro i vestiti erano finiti per terra mentre i due ragazzi si stavano unendo per la seconda volta nel giro di due giorni. La serata era ancora lunga ed entrambi volevano godersi a pieno quei giorni che gli rimanevano, non avrebbero perso nemmeno un minuto.
     
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  2. noamy
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    *nuova lettrice* ^_^ !! Brava, brava, brava :applauso: ! Complimenti davvero, mi sono innamorata di questa storia fin dal primo capitolo :superlove: .
    Tom è così dolce e romantico e Bill è così bimbo che ogni volta che piange fa venire il magone pure a me :cry: . In questo capitolo ha adorato la mamma di Bill è troppo dolce pure lei :superlove: ! Riesci a descrivere bene ogni cosa, ogni dettaglio sei proprio brava !!Questi capitoli me li sono mangiati, non vedo l'ora di leggere i prossimo capitolo.
    So già che ogni giorno verrò a vedere se hai pubblicato perchè sono veramente drogata di questa storia (sono un caso perso :pazzoide: )!! Baci :)
     
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  3. ´märyon‚
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    Grazie mille Noamy, è sempre bello avere una nuova lettrice sopratutto una che si divora in una sola volta tutta la storia XD rimango sempre allibita dalla pazienza della gente quando legge qualcosa di mio. Ma mi rende comunque felice *w*

    Cercherò di metterci di meno a scrivere il prossimo capitolo. <3
     
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  4. ~Sara!
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    Oddio, avevo già letto il capitolo ieri dal momento che lo avevi già postato sul tuo forum, ma rileggere una parte di una delle mie storie preferite in assoluto, è sempre un piacere per me.
    Penso che questo sia stato, insieme al precedente, uno dei capitoli più belli che tu abbia mai postato, davvero.
    Diventano sempre più dolci i piccioncini, e poi la madre di Bill è una forza, ahahahah!
    Non vedo l'ora di leggere il continuo, spero posterai presto. : )
     
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  5. sghycietta
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    Che spettacolo ** sono dolcissimi e Tom è un fico da paura anche quando fa la colazione!
    Mi ha fatto una tenerezza Simone senza il suo Bill vicino tutta ubriaca c.c Come fara quando Bill se ne andrà di casa?! Non so perchè ma penso che lei scoprirà presto del figlio e di Tom... Capitolo bellissimo <3 UP!
     
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  6. supermary
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    Ma cushiolini *_*
    Ma io amo troppo Tom in tutto e per tutto. Dio mio è protettivo, maturo dolce....
    E Bill, bhè Bill è Bill, magnifico e cuccioloso.
    Bellissimo chappy, aspetto il prossimo <3
     
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  7. ~Sara!
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    Up!
     
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  8. selly-bill
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    Che bello, amo questa storia.
    Diventa sempre più bella, Bill&Tom mi piacciono un sacco, ogni cosa che fanno la rendono magica, è davvero una bella sensazione, spero soltanto che non succeda nulla di sbagliato, alla fine è bello vederli cosi felici e leggeri, non sarebbe giusto per quanto qualcun'altro possa vedere la loro relazione sbagliata gli imponesse la scelta di doversi dividere... Spero solo che sua madre non abbia certi pensieri strani, e che siano solo passeggeri e dati dall'alcool... Mi dispiace che senta cosi tanto la mancanza di Bill, ma è anche giusto che lui viva la sua vita... In fondo è molto giovane.
    Il capitolo è stupendo come sempre, sperò che per il prossimo non debba passare cosi tanto tempo. Veramente fantastico. <3
     
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  9. ´märyon‚
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    @Sara.

    Credi che questo sia bello quanto quello precedente? c.c io temo sempre di scrivere schifezze XDD
    Loro due sono così smielati, voglio un Tom così ! E' la mia fantasia cwc.
    Spero di postare presto questa volta ! Grazie per aver letto.

    @sghycietta.

    Simone senza Bill al suo fianco? Credo che la ritroveremo dallo psichiatra XD povera donna.
    Grazie mille per i complimenti *-*


    @supermary.

    Grazie mille, è vero insieme sono proprio dolci. XD

    @selly-bill.
    Simone è una madre supersupersuperprotettiva, sa che Bill deve crescere e vivere la sua vita ma non vuole che si allontani da lei XD E' pazza l'ho detto.

    Graziemille per i complimenti!
     
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  10. ~Sara!
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    Si, penso siano stati i due capitoli più belli, e non scrivi schifezze, anzi! Grazie a te per aver scritto. :cuore:
     
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  11. ´märyon‚
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    Troppo buona tesoro <3
     
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  12. selly-bill
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    CITAZIONE (´märyon‚ @ 28/2/2012, 15:38) 
    @selly-bill.
    Simone è una madre supersupersuperprotettiva, sa che Bill deve crescere e vivere la sua vita ma non vuole che si allontani da lei XD E' pazza l'ho detto.

    Graziemille per i complimenti!

    Ahahahah si leggeva bene tra le righe che fosse un po folle... Ma d'altronde se non lo fosse Bill non sarebbe cosi :)
    Ripeto il complimento che sei bravissima.
     
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  13. V a l e ~
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    Sono troppo belli assieme, ogni volta che leggo un tuo capitolo rimango affascinata e piango sempre anche se non ce n'è motivo dato che le cose vanno per il verso giusto.. ma vabè che posso dire? Amo il modo in cui scrivi e ogni capitolo è più bello dell'altro complimenti come sempre **

    Tom e Bill sono meravigliosi e innamoratissimi non vedo l'ora di leggere il nuovo capitolo <3
     
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  14. ~Sara!
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    Verità! : )
     
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  15. persefone87
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    finalmente il capitolo!!! sono carinissimi insieme!
    simone è pazza, però alla fine èera solo preoccupata per il figlio
    posta presto il prossimo
     
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1304 replies since 22/10/2010, 18:29   40589 views
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